ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA Nuova Serie - Vol. XVII (XCI) - Fase. 1 VALERIA POLONIO L’AMMINISTRAZIONE DELLA RES PUBLICA GENOVESE FRA TRE E QUATTROCENTO L’ARCHIVIO «ANTICO COMUNE» GENOVA - MCMLXXVII NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VIA ALBARO, Il I L’amministrazione pubblica genovese 1. - L’« Antico Comune » è un archivio particolare conservato nel grandioso complesso documentario che costituisce l’Archivio di Stato di Genova. E’ una parte ben limitata in paragone alla mole dell’insieme, ma di insostituibile valore per la storia genovese del tardo Medioevo, in particolare per quel Trecento che non è fra i periodi più noti e studiati1. Questo insieme di documenti ha avuto una sorte singolare: alcuni di essi sono poco meno che celebri2; se ne parla, si citano genericamente, ma il loro uso sistematico ai fini della ricerca storica è stato effettuato poche volte, e anche parzialmente; gli altri sono conosciuti poco, usati pochissimo, al livello di notizia o dell’esame di scarsi pezzi. Eppure si tratta di una raccolta dotata di fisionomia e continuità eccezionali. Chiunque ne abbia scorso la « pandetta » — cioè il repertorio — avrà notato l’omogeneità del tipo di documentazione e, nello stesso tempo, la molteplice ricchezza del materiale e degli argomenti. L’Antico Comune è composto da singoli archivi più o meno ricchi, ciascuno dei quali raccoglie i libri di carattere amministrativo-finanziario (e quindi contabile) di molte magistrature genovesi, per un periodo che va all’incirca dalla metà del ’300 alla fine del terzo decennio del ’400, con 1 Ultima in ordine cronologico, M. L. Chiappa Mauri rileva appunto come Genova trecentesca sia poco studiata, e non solo dal punto di vista economico: II commercio occidentale di Genova nel XIV secolo, in « Nuova rivista storica », LVII, 1973, p. 571. Il fatto è che per il Trecento viene meno quella insostituibile fonte che sono gli Annali sincroni, completati dalla Cronaca di Iacopo da Varazze. Sebbene già per l’inizio del secolo si possa disporre delle Regulae comperarum capituli, fonte preziosa di cui parleremo più avanti, la mancanza di uno studio critico al riguardo e lo stesso carattere del materiale la rendono di uso limitato; poco prima della metà del secolo ha inizio la testimonianza dell’Antico Comune, ma la sua fisionomia forse ha poco interessato gli studiosi di formazione umanistica o ha allontanato per la difficoltà interpretativa. 2 Ci si riferisce in particolare ai libri denominati massaria Comunis — noti tra l’altro per gli studi sulla partita doppia — e, più limitatamente, a quelli denominati salvatores portus et moduli. Si veda ciò che si dice alle pp. 87-91. sporadiche puntate negli anni successivi; solo i registri di argomento fiscale continuano nella seconda metà del secolo XV. Il totale dei registri sfiora le 800 unità. Il criterio usato a suo tempo dagli archivisti della Repubblica ha salvato, nella disposizione dei materiali, « l’ordine relativo al diverso loro originario principio », anche in momenti in cui sistemi ben diversi prevalevano e altrove inducevano a irrimediabili manomissioni3. Fortunatamente questo a Genova non è avvenuto; i singoli blocchi di materiale e il complesso da essi formato hanno una logica interna tale che, di per se stessi, nel loro insieme, possono già costituire una fonte. L’Antico Comune, per il fatto di essere organizzato come tale, ha cioè un suo interesse storiografico; se la prima apparenza è quella di una serie di tasselli diversi, la realtà è rappresentata da un mosaico ricco e unitario. Si tratta di un mosaico perché, come si diceva, l’insieme è il risultato della confluenza degli archivi di magistrature diverse. Da qui, dalle caratteristiche dei singoli officia, derivano in parte le differenze tra gruppi e gruppi di libri: alcuni sono formati anche da un solo pezzo, altri da molte decine. La possibilità di una sorte diversa di conservazione deve indurre a una certa cautela; ma, pur tenendo presente questo fatto, le differenze di consistenza già suggeriscono qualcosa. Nel nostro insieme si riflettono gli organi di reggimento del Comune in un momento molto significativo. Intorno alla metà del XIV secolo, non sono molte le magistrature già organizzate e sperimentate; altre stanno evolvendo, articolandosi in attività diverse a seconda delle loro molteplici e varie funzioni; altre nascono in base a una esigenza contingente, secondo un sistema locale molto usato, e scompaiono appena la necessità viene meno. E’ l’evolversi del sistema amministrativo e burocratico di una collettività che, in un procedere molto empirico, tenta di adattare il proprio reggimento al moltiplicarsi delle proprie esigenze, creando nuovi gangli amministrativi e articolando le funzioni di quelli esistenti. Si potrebbe parlare del travaglio di nascita di una organizzazione statale, se mai tale espressione fosse appropriata per il caso di Genova. 3 A proposito della lungimirante impostazione archivistica seguita a Genova e dei vantaggi da essa derivatici si veda G. Costamagna, Un progetto di riordinamento dell’Archivio Segreto negli ultimi decenni di indipendenza della Repubblica. Una priorità genovese?, in « Atti della Società ligure di storia patria », n.s., IX, 1969, pp. 121-142. 2. - Il tema è suggestivo, ma non bisogna farsi soverchie illusioni. Cosa è questo Comune nella seconda metà del Trecento e nei primi decenni del secolo successivo? Da un punto di vista giuridico, istituzionale, amministrativo e territoriale — perché non si possono ignorare tre secoli di conquiste e di acquisti — come si configura questa res publica? La domanda ci si è presentata dopo anni di lavoro su queste fonti, che sono il prodotto più umile e più veritiero della burocrazia genovese; ha cominciato a fare capolino, quasi con un senso di panico, via via che forzatamente cadevano molti preconcetti su questo « Stato ». L’amministrazione centrale genovese non riguarda lo Stato. E’ superfluo ricordare che questa parola, anche se riportata ad una organizzazione tardo-medievale, ha un significato molto più ristretto e giuridicamente diverso da quello di oggi. Ma Genova, paragonata alle altre strutture territoriali contemporanee, è ancora più lontana dal concetto di Stato. Dal punto di vista territoriale, ciò che la distanzia maggiormente è la mancanza di accentramento 4. La res publica genovese è limitata alla Città. In essa sono ormai scomparse le vecchie differenze giuridiche tra il castrum, Ia civitas, il burgus. Ma il livellamento si ferma alla cinta muraria; forse, può solo estendersi a qualche immediato sobborgo, che presto sarà compreso in successivi allargamenti di mura5. Fuori della Dominante, vi sono le tre podesterie di Voltri, Polcevera e Bisagno, rette dai rispettivi po- 4 II primo paragone che viene in mente è quello con la vicina Milano. « Nella seconda metà del secolo (XIV) i Visconti attendono... a questo sforzo egemonico di concentrazione e di livellamento »: N. Valeri, Signorie e principati, Storia d’Italia illustrata, V, Verona 1949, p. 96. Lo scopo sarà perseguito efficacemente da Luchino e dall’arcivescovo Giovanni: ibidem, pp. 102-103. Gian Galeazzo ha ugualmente un piano di accentramento (C. Santoro, Gli offici del comune di Milano e del dominio visconteo-sforzesco (1216-1515), Archivio F.I.S.A., I collana, 7, Milano 1968, pp. 214-215 e passim), ma con lui siamo ormai in periodo ducale e il problema si inserisce nella politica dei nascenti principati, una delle cui caratteristiche è, appunto, il livellamento. Per ora Genova resta al di fuori di tale tematica. Le stesse Constitutiones Sanctae Matris Ecclesiae del cardinale Albornoz, risalenti al 1357, rispondono a simile ideale, nel dilacerato e composito stato della Chiesa: D. Cecchi, Il parlamento e la congregazione provinciale della marca di Ancona, Archivio F.I.S.A., I collana, 2, Milano 1965, pp. 28-31. Più simile a quella genovese sarà la politica di Venezia per la propria terraferma, di conquista molto più recente: N. Valeri cit., p. 432. 5 Per un’informazione sulle cinte murarie si veda: J. Heers, Urbanisme et structure sociale a Gênes au moyen-age, in Studi in onore di Amintore Fanfani, Milano 1962, I, pp. 373-377. - 9 — desta, con propria amministrazione della bassa giustizia e propria amministrazione fiscale, legate direttamente a Genova, senza passare attraverso l’istituto vicariale. Al di là vi è il Dominio, o meglio, per usare la terminologia contemporanea, il distretto, che va da Capo Corvo a Monaco e a Iugo usque mareb. Esso è ripartito in vicariati: dapprima tre (Riviera di Levante, di Ponente, Oltregiogo); poi quattro (tra il 1343 e il 1347 la Riviera di Levante viene divisa in due vicariati, uno di qua e l’altro di là da Pietra Colice 7; successivamente di più8. Le funzioni dei vicari non sono facili da stabilire. La più vistosa, e secondo noi l’unica ben certa, è quella giudiziaria, ad un livello elevato: ad essi — ed alla loro curia — sono demandati i giudizi nel campo penale e gli appelli contro le sentenze emesse dai podestà locali. Le vicarie infatti sono ripartite in podesterie; anche in questo caso, il compito sa- 6 II termine contemporaneo è di per se stesso molto significativo: districtio conserverà sempre il suo significato originale generico di « potere coattivo », cui si aggiungerà l’autorità giurisdizionale, fino ad arrivare, in progresso di tempo, a tutti i poteri di signoria, che dovrebbero già essere acquisiti nel nostro periodo: P. Vac-CARI, La territorialità come base dell’ordinamento giuridico del contado nell’Italia medioevale, Archivio F.I.S.A., II collana, I, Milano 19632, pp. 54-64. I generici confini ...a Portuveneris usque ad portum Monachi, et a Vultabio et a Montealto, et a Savignone usque ad mare... sono già indicati nel 1157, senza però che ad essi sia unito il termine districtus: Leges genuenses, a cura di C. Desimoni - L. T. Belgrano -V. Poggi, Historiae Patriae Monumenta, XVIII, Torino 1901, col. 5. Il litorale è invece indicato esattamente nelle Regulae comperarum capituli: et intelligatur districtus lamie omnis locus qui sit a Corvo usque Monachum·. Leges cit., col. 144. La precisazione et a Iugo usque mare risale ai tempi del Boucicault: ibidem, col. 509 e passim. Probabilmente il termine Iugo ha un senso generico (« dai monti ») e andrebbe scritto con la minuscola; diversamente, tutta la parte al di là del Passo dei Giovi (e lo stesso vicariato di Oltregiogo) va considerato non facente parte del distretto: ciò sarebbe strano, perché tutti i vicariati appaiono nella stessa situazione giuridica. Tuttavia non si deve pensare che l’autorità genovese si estendesse entro tali termini con continuità, perché vi erano numerose sacche appartenenti ad altre entità politiche. 7 M. Buongiorno, Organizzazione e difesa dei castelli della repubblica di Genova nella seconda metà del XIV secolo, in « Studi genuensi », IX, 1972, p. 39. Pietra Colice è il Monte San Nicolao, alle spalle del Passo del Bracco: L. Cimaschi, Introduzione ai problemi archeologici e topografici di Pietra Colice, in « Giornale storico della Lunigiana », n.s., Vili, 1957, pp. 5-21. 8 M. Buongiorno, Stipendi e ricompense di funzionari della repubblica di Genova nel tardo medioevo, in « Bollettino storico-bibliografico subalpino », LXVIII, 1970, p. 628. Si veda questo lavoro per la composizione delle familiae dei vicari e dei podestà e per i relativi compensi. - 10 - liente del podestà sembra quello giudiziario, ma ad un livello inferiore9. Su di un piano gerarchico, il podestà fa capo al vicario e non a Genova; il vicario presenta i rendiconti direttamente alla Dominante, e si tratta principalmente di movimento di denaro relativo alle condanne 10. Al di fuori di questa struttura vivono i castelli, cui fa soprattutto capo il compito della difesa. Qui il discorso cambia ed entra in gioco il problema militare. Non per niente i castelli sono posti in zone di confine o in luoghi nevralgici dal punto di vista della fedeltà a Genova (come a Savona). I castellani presentano i rendiconti direttamente ai funzionari preposti dal Comune al controllo finanziario (i magistri rationales) e subiscono sistematiche ispezioni da parte dei visitatores castrorum. E’ l’unico caso di legame fortissimo e diretto con la Dominante, ma ciò è dovuto a ragioni di sicurezza politico-militare. Il castrum non coincide sempre con l’abitato in cui — o presso cui — sorge. Sappiamo benissimo che il castello non può esaurire la propria importanza nella funzione militare e che in alcuni casi si trascina dietro implicanze territoriali e amministrative dalle profonde radici n, ma la prospettiva dominante, in base alle fonti Antico Comune, è senza dubbio militare. Sarebbe interessante, per individuare anche altre funzioni, seguire il filone di quei castelli nei quali — come a Gavi — il castellano è anche podestà: ma il problema di una disponibilità delle fonti sufficiente a cogliere i diversi aspetti della vita nel castrum è spesso insolubile. La struttura amministrativa che ci è parso di poter delineare non comporta un livellamento generale; questo è limitato alla amministrazione della giustizia a gradi diversi ed ai prelievi fiscali, sia pure con criteri diversi da luogo a luogo: la cosa del resto calza perfettamente con il significato storico del termine districtio. Le comunità locali seguono i propri 9 I podestà delle tre podesterie sub-cittadine, per esempio, giudicano esclusiva-mente de levibus questionibus: si veda ciò che diciamo più avanti a proposito dell’amministrazione della giustizia. Le norme per i podestà del XIII secolo fanno loro obbligo di mantenere la viabilità da un punto di vista tecnico; impongono poche disposizioni generali sul controllo del legname, sulla salvaguardia dei castagneti, sulla custodia di animali; più rilevante è il dovere di imporre arma hominibus sue potest acie: Leges cit., coll. 22-25. 10 Abbiamo dedotto questi dati dalla lettura dei libri sententiarum dei magistri rationales, cui sarà data ampia parte nel nostro lavoro. 11 P. Vaccari cit., pp. 150-152 e passim. - 11 — statuti e nominano i propri amministratori12; non sono rari i nuclei feudali con propria struttura e con un legame con Genova nella persona del signore. Non vi è traccia di Consiglio o di parlamento generale cui partecipino i rappresentanti del Dominio. La Dominante veglia sulla sicurezza militare e sulla fedeltà politica del mondo composito che forma il distretto; lascia sussistere le autonomie interne e punta sulPautosufïicienza locale; non cerca una centralizzazione che sarebbe impossibile e nemmeno conveniente. Il modello auspicato è l’autosufficienza finanziaria dei vari luoghi, anche per il mantenimento dei funzionari stessi. Non sono infrequenti le dichiarazioni giurate di castellani relative al fatto che gli introiti delle condanne inflitte durante il loro periodo di carica sono stati insufficienti a coprire le spese sostenute13. Genova paga il funzionario superiore che invia direttamente — sempre in luogo diverso da quello di origine14 — e stenta a saldare gli eventuali deficit della sua stessa amministrazione. Un elemento marginale, ma indicativo, è la rara presenza nella raccolta dell’Antico Comune di libri estranei alla Città. Non è che questi non venissero redatti: alcuni esemplari esistono, ma sono ben pochi in rapporto al numero delle podesterie del distretto. Per l’ordinaria amministrazione, i centri più documentati sono le podesterie suburbane e Chiavari; naturalmente si tratta sempre di libri concernenti la gestione, accentrata intorno all’attività giudiziaria, del funzionario inviato da Genova, mentre di ciò che avveniva a livello municipale niente sappiamo: balugina solo un riflesso indiretto di questa vita locale nel conteggio della tangente spettante alla Dominante sulle multe comminate dai campari. Altre volte i libri pervenutici non riguardano l’ordinaria amministrazione, bensì eventi straordinari15. 12 Si veda quanto dice C. Russo nella prefazione a Gli statuti di Celle Ligure, a cura di M. Cerisola, Collana storica di fonti e studi diretta da Geo Pistarino, 10, Genova 1971. 13 Si trovano per esempio, ma non esclusivamente, nei libri Antico Comune (A.C.), 69 e 70. 14 Leges cit., coll. 363, 368. 15 Per l’ordinaria amministrazione si vedano A.C., 431-447 (Condemnationes vicariorum et potestatum) e A.C., 774, 776, 779. In quanto alle gestioni straordinarie, si segnalano una particolare riscossione fiscale in Val Bisagno (n. 775), la massaria della fabbrica del ponte di Cornigliano (n. 777), la ripartizione dei contributi - 12 - Con ciò abbiamo operato un primo grosso taglio nella portata del- 1 amministrazione centrale genovese: restano esclusi il Dominio e le tre podesterie suburbane. Le acquisizioni territoriali figurano soltanto in chiave difensiva e militare, con il controllo sui castelli, la parziale cura economica per la loro efficienza (là dove le finanze locali non giungono), il pagamento del castellano e di parte della sua familia. Ci troviamo di fronte a una cosa pubblica che manda ambasciatori in tutta l’area mediterranea e in buona parte d’Europa, che sostiene spese militari elevatissime per armare flotte destinate a battaglie lontane (la seconda metà del Trecento è marcata dal duello mortale con Venezia, dall’assedio di Galata del 1351 alla guerra di Chioggia), ma che sembra non abbia un corpo attorno, se non fosse appunto per i legami con i castelli. Per Genova, insomma, si deve continuare ad usare la stretta terminologia medievale, più adeguata a secoli precedenti a quelli di cui ci occupiamo, e parlare, da un punto di vista amministrativo, di Comune cittadino 16. Questa limitazione è solo la prima. Bisogna ancora precisare che cosa è questo Comune, quali compiti, quali funzioni, quali poteri vi fanno capo. Non è da stupirsi della nuova limitazione implicita in queste parole, perché, come cercheremo di dimostrare, il comune di Genova fra Tre e Quattrocento non ha piienezza amministrativa neppure sulla Città. Si tenga presente lo sfasamento cronologico. Si continua a parlare di Comune, ma ormai il periodo non è più quello della pienezza del fatto comunale. Molte cose sono cambiate all’esterno (come l’acquisizione di un vasto dominio), molte sono cambiate all’interno. Non per niente vi è una serie nutrita di studi sui momenti più caratteristici del mondo pienamente comunale, ma la chiarezza e la completezza della ricostruzione per l’età successiva vengono a mancare 17. Ciò avviene non solo in relazione all’obbiettiva diminuzione delle fonti, ma anche perché la Città sta cambiando volto per finanziare l’acquisto della Val d’Arroscia e della zona di Varese Ligure (n. 778), una ripartizione dell’avaria nella podesteria di Voltri (n. 781), e l’amministrazione delle spese eccezionali per fronteggiare l’insurrezione di Savona del 1440 (n. 782). 16 In effetti, le intitolazioni ufficiali dei libri Antico Comune fanno espresso riferimento al comunis lame. 17 Per gli inizi del Trecento, « la bibliografia speciale e monografica è molto scarsa e la deficienza risulta tanto più rilevante nel confronto con quella del secolo precedente »: V. Vitale, Breviario della storia di Genova, Genova 1955, II, p. 48. Si vedano anche A. Goria, Le lotte intestine in Genova tra il 1305 e il 1309, in Miscellanea di storia ligure in onore di Giorgio Falco, Milano 1962, pp. 251-280; la - 13 - in maniera equivoca e sfuggente, in un convulso di torbidi interni e di lotte di fazione; questi fatti traggono alimento da vicende economiche che si rivelano di peso fatale per le sorti stesse della cosa pubblica. 3. - « .. .i Genovesi sono ricchi, ma Genova è povera... »18. Risale al 1149 la prima notizia di un’alienazione di introiti comunali per saldare con il ricavo alcuni debiti19. E’ la prima di una lunghissima serie: tra alti e bassi, il Comune cede progressivamente ai privati gran parte dei propri introiti, per ottenere in cambio le ingenti somme di cui ha necessità inderogabile. Nasce e ingigantisce il debito pubblico; è ben noto come la sua amministrazione si venga perfezionando, attraverso successivi consolida-menti e ristrutturazioni, fino alla creazione della casa di San Giorgio nel 1407 L’avvenimento, non certo casuale in quel momento, è di enorme portata; ma le secolari vicende che lo precedono sono non meno determinanti per le sorti di Genova. Uno dei momenti chiave si verifica dopo la metà del secolo XIIIa. Guglielmo Boccanegra, con disposizioni specifiche in materia finanziaria, riesce si a migliorare la condizione economica della cosa pubblica, ma le fornisce solo un sollievo momentaneo, che ha la contropartita di un debito pubblico duraturo e gravoso; alla sua opera si deve anche un consolidamento dei vari tipi di debito già esistenti22. Ormai il debito pubblico bibliografia, continuativa di quella del Vitale, segnalata in T. 0. De Negri, Storia di Genova, Milano 1968; G. Costamagna, Genova, F.I.S.A., Acta Italica, Piani particolari di pubblicazione, 7, Milano 1968, pp. 13-14. 18 T. 0. De Negri cit., p. 264. 19 Codice diplomatico della repubblica di Genova, a cura di C. Imperiale di Sant’Angelo, I, Roma 1936, doc. 193, pp. 240-242. Già nel 1141 — appena due anni dopo la concessione imperiale del diritto di battere moneta — è stata appaltata la zecca: Codice diplomatico cit., doc. 108, pp. 129-131; G. Pesce-G. Felloni, Le monete genovesi, Genova 1975, p. 264. 20 E. Marengo - C. Manfroni - G. Pessagno, Il banco di San Giorgio, Genova 1911, pp. 19-29. 21 Ibidem, p. 28. 22 H. Sieveking, Studio sulle finanze genovesi nel Medioevo e in particolare sulla casa di S. Giorgio, in « Atti della Società ligure di storia patria », XXXV, 1905-1906, I, pp. 66-68; G. Caro, Genova e la supremazia sul Mediterraneo (1257-1311), in « Atti della Società Ligure di storia patria », n.s., XIV-XV, 1974-1975, I, pp. 94-99. - 14 - è dotato di una vita propria ed insopprimibile. L’amministrazione delle compere non è affidata solo al Comune: i consoli e gli scribi che le governano sono nominati, oltre che dai capitani del popolo, anche da un consiglio di creditori, in possesso di almeno dieci luoghi23. Il controllo da parte dei comperisti tende ad occupare un campo sempre più vasto. Si va dalla sorveglianza sul reggimento delle singole compere a quella sulle fonti di reddito che ne costituiscono l’alimento, fino a un controllo, almeno parziale, su ciò che è garanzia ultima e motore di tutto, cioè il Comune: poco prima della fine del XIII secolo si assiste ad un procedimento involutivo, per il quale buona parte delPamministrazione comunale passa nelle mani dei pubblici creditori — cioè di privati — attraverso i loro rappresentanti. Nel 1303 troviamo già formate per una buona parte le Regulae com-perarum capituli. In base al titolo, si dovrebbe trattare di norme destinate al governo delle compere, considerate singolarmente e soprattutto nel loro insieme, in quello che ormai si indica come il « capitolo », proprio per rendere l’idea del raggruppamento di singole individualità24. Nella raccolta sono riportati anche decreti e leggi concernenti il reggimento comunale e la cosa può spiegarsi pensando che l’insieme sia stato compilato per comodità dei reggitori del capitolo, per fornire loro una completa panoramica di ciò che poteva interessarli, direttamente o indirettamente. Di per sé, il fatto non può considerarsi come una dimostrazione di commistione di poteri nelle mani dei reggitori del capitolo, anche se la prima impressione è quella di una stretta simbiosi di governi, in equivoca ambivalenza Appunto al 1303 le Regulae attestano una importante riorga- 23 H. Sieveking cit., I, p. 72. 24 L’espressione (Regulae) camper arum capituli è stata sempre interpretata come « delle compere del capitolo », e per il « capitolo » si sono cercate spiegazioni diverse, anche curiose: E. Marengo - C. Manfroni - G. Pessagno cit., pp. 24-25. Fermo restando il fatto che « capitolo » ha l’usuale significato di brevis multorum complexio (C. Du Cange, Glossarium mediae et infimae latinitatis, ed. anastatica Graz 1954, ad verbum), si potrebbe forse rovesciare l’ordine dei genitivi, in modo più consono alla sintassi latina, e leggere « del capitolo delle compere », cioè dell’insieme delle compere: l’espressione potrebbe essere stata adottata dopo uno dei numerosi consolidamenti. 25 Le varie parti delle Regulae sono messe assieme senza rispetto per l’ordine cronologico e per l’argomento. Per i particolari si veda H. Sieveking dit., I, pp. XXIV-XXVII. Per l’edizione: Regulae comperarum capituli, in Leges cit., œil. 37-2421». - 15 — nizzazione, sia per l’amministrazione comunale sia per quella del debito. In base ai riordinamenti, 1’officium assignationis mutuorum, costituito da due consoli, acquista lo spicco di una magistratura chiave nella vita del Comune. Non si tratta di una novità, in quanto due funzionari qui presuni super assignationibus mutuorum esistono già nel 1278: hanno il compito di controllare, amministrare e distribuire i gettiti del Comune destinati al pagamento degli interessi passivi ed all’eventuale rimborso ai pubblici creditori. Ma ora questo ufficio, mantenendo l’antica funzione, viene innalzato a massimo organo della finanza comunale. Il Sieveking rileva come una magistratura preposta al debito pubblico sia usuale in molte città; l’eccezionaiità di ciò che avviene a Genova sta nel fatto che, almeno a partire dal 1303, tale magistratura è anche la massima autorità in materia di finanza cittadina, nel senso che ad essa è demandato il governo di gran parte delle finanze pubbliche Fino a qui si nota solo una coincidenza di mansioni, volte a due scopi diversi, nelle medesime persone: anzi, si potrebbe obbiettare che il Comune è tanto forte da tenere saldamente in pugno il debito tramite gli stessi funzionari che amministrano la pubblica finanza. In realtà, in questa situazione ibrida si nota la tendenza a tutelare e garantire i creditori, tendenza che si accentua via via a tutto scapito dell’altro aspetto della funzione amministrativa. Si tratta sempre di una magistratura comunale, ma il capitolo ha facoltà di darle disposizioni. E’ proprio dal capitolo che emana la norma volta a conservare in carica uno dei vecchi scribi dell’ufficio assignationis mutuorum, allo scopo di garantire buona continuità amministrativa, nonostante ciò che possono stabilire in contrario gli statuti; il Comune si limita a ratificare27. Più indicativo di tutti è il paragrafo 172 delle Regulae™. Non è specificata l’autorità da cui emana: può essere il capitolo oppure — fatto più significativo ancora — il governo comunale; in ogni caso, si tratta di un vigoroso ed esplicito richiamo ai consoli assignationis mutuorum per la tutela degli interessi dei creditori, affinché coloro che hanno prestato denaro al Comune e che sono suscettibili di restituzione la conseguano senza fallo. Molto interessante vi è il ri- 26 H. Sieveking cit., I, pp. 91-95. Per la situazione a Firenze si veda il recente lavoro di A. Molho, Fiorentine Public Finances in thè Early Renaissance, 1400-14)ì, Cambridge, Mass. 1971. 27 Leges cit., coll. 50-51. 28 Leges cit., coll. 100-101. - 16 - chiamo a ima norma del 1297, in base alla quale vicario, abate del popolo e Consiglio sono tenuti al giuramento di rispettare le disponibilità dell’ufficio assignationis mutuorum destinate al risarcimento dei creditori: anzi, il giuramento deve precedere l’inizio dell’ esercizio di carica e condizionarlo. I comperisti, o come capitolo, o come singoli, sono riusciti a far accettare disposizioni vincolanti per le supreme autorità comunali29. La spiegazione del fatto e tutta nella situazione economica locale. Abbiamo detto delle successive alienazioni delle fonti di reddito; si può aggiungere che ora gran parte delle entrate correnti del Comune — quelle su cui si può fare conto sicuro — è fornita dalla stessa amministrazione del debito pubblico30. Nel corso del secolo XIV, il processo di « ibridamente » delle magistrature comunali si accentua. Intorno al 1320 vengono creati i visitatores comunis lanue, che, in numero di quattro e con durata di carica semestrale, sono eletti dal Consiglio (al momento composto di 12 membri) e dai consiglieri delPufficio assignationis mutuorum. I nuovi funzionari diventano a loro volta suprema autorità di controllo e di finanza. Rivedono i conti di tutti i funzionari genovesi, dai vicari e dai podestà del distretto agli stessi consoli assignationis mutuorum, e addirittura ai consoli del sale e a tutti gli impiegati delle compere31. Uno dei vicari ha l’obbligo tassativo di affiancare il giudice del capitolo32 nei giudizi in materia di debito o credito verso la cosa pubblica, in genere su denuncia o segnalazione degli stessi visitatori33. L’ufficio assignationis mutuorum viene potenziato nel personale, segno di intensa attività: dapprima otto consiglieri sono affiancati ai due con- 29 C’è anche il fatto che le proprietà comunali, ormai da tempo passate in garanzia al debito pubblico, sono amministrate dal solito ufficio: Leges cit., coll. 57-58. 30 H. Sieveking cit., I, pp. 93-94. 31 Consoli del sale e amministratori delle compere sono « dalla parte » del debito pubblico. 32 Questo funzionario è eletto dal Consiglio, dai visitatori, dai confortatori e dai consoli assignationis mutuorum·, i processi e le scritture sortiti dal suo ufficio hanno valore di atti pubblici, nonostante eventuali disposizioni in contrario: Leges cit., col. 70. 33 Altri incarichi sono il controllo e la costrizione sui debitori pubblici e la presenza nelle aste in cui si appaltano o si vendono gli introiti comunali. Fondamentale è la redazione di cartolari relativi alle imposte dirette, ripartiti per compagne. - 17 - 2 soli34 ; nel 1321 vi vengono aggiunti ancora i confortatores, con il compito particolare di controllare i banchieri che prestano malleveria negli appalti e di tutelare i beni comunali che garantiscono le rendite dei creditori. Come si vede, grande cura è dedicata alle finanze pubbliche, ma nella prospettiva di chi vuole bene governarle per salvaguardare i proventi che da li traggono origine35. Per quanto volti in una prospettiva particolare, gli uffici finanziari appartengono ancora al Comune. Nel 1323 viene compiuta un’innovazione che sancisce anche formalmente ciò che si è andato delineando: vengono istituiti i protectores comperarum capituli, in numero di otto. I primi sono stati eletti da un gruppo di compartecipi delle compere; i successivi saranno di volta in volta nominati dai protettori uscenti, alla presenza dei comperisti che vorranno venire (possibilità che spetta a tutti, grandi e piccoli). I protettori devono essere metà nobili e metà popolari (come avviene per le cariche comunali), devono essere proprietari di luoghi in almeno una compera e restano in carica un anno, a partire dal primo luglio. Loro compito è, come dice il nome, proteggere gli interessi dei comperisti. In sostanza, ad essi passa una funzione che fu già dei consoli assignationis mutuorum·, vigilare affinché nessun provento destinato a soddisfare il debito pubblico venga da esso distratto. In secondo luogo devono provvedere ne ipsis vel de ipsis (compere) aliquid violentie iniurie vel opposicionis inferatur per aliquos magistratus vel officiales Comunis Ianue, vel alias quascunque personas. La cosa suona grave, ma non stupisce in ima città in cui i supremi funzionari del Comune già da trent’anni giurano rispetto alle compere, prima ancora di assumere la carica. Altri compiti dei protettori riguardano quello che si può chiamare il reggimento interno36. Questo collegio di otto uomini non resta staccato e autonomo rispetto agli uffici comunali. Sulla base di ciò che si è detto a proposito dell’ibridamento concretatosi dall’inizio del secolo, questo stacco non può esistere, e infatti non esiste. I visitatori vengono a trovarsi alle dipendenze dei protettori: su semplice richiesta di questi ultimi devono proce- 34 Sono eletti dai consiglieri uscenti, dai consoli e da altri quattro cittadini, metà nobili e metà popolari: Leges cit., col. 53. 35 Anche il Sieveking (cit., I, p. 107) sottolinea vivamente il fatto che tutti questi uffici abbiano come massimo fine la cura degli interessi dei pubblici creditori. 36 Leges cit., coll. 194-200. - 18 - dere contro gli impiegati delle singole compere; alla fine, a partire dal primo febbraio 1328, i visitatori sono sottoposti, al termine della loro carica, al sindacamento dei protettori; a loro ricorrono se sono divisi da divergenze interne . Con cio, i visitatori del Comune sono sottoposti all autorità del debito pubblico e addirittura entrano a farne parte; anche la grammatica lo rivela, in una frase che afferma come i visitatori, all’inizio della carica, debbano prestare garanzie, prout faciunt alii ojfitiales comperarum 38. Il processo si è concluso. Il corpo dei pubblici creditori ha fagocitato 1 amministrazione e il controllo delle finanze comunali. La spinta verso questa trasformazione, già avviata alla fine del Duecento, è da vedersi negli ulteriori gravissimi indebitamenti avvenuti nei primi venti anni del Trecento39; il processo è maturato nel pauroso convulso di lotte interne lotte di fazione legate a contrasti sociali, nella corsa del populus verso il governo che ha condotto più volte Genova nelle mani di signori stranieri, con la speranza di trovare un po’ di pace. Ci si può chiedere quanto i contrasti interni abbiano facilitato il gioco dei grandi comperisti e quanto invece non ne siano stati conseguenza: non per niente ogni sollevazione portava, per prima cosa, al rogo dei libri del debito pubblico. 4. - Sarà una nuova violenta crisi a sbloccare la situazione e a dare 1 avvio al movimento ricostruttivo di una amministrazione comunale autonoma, diversa da quella del debito pubblico, magari esile in confronto a questa, ma esistente con pieno diritto e suscettibile di ampliamento. Noi riteniamo che sia il movimento del 1339 a spezzare lo stato di fatto, istituzionalmente assurdo, che si è venuto creando. Anche questa agitazione porta al solito rogo di registri, anche delle magistrature40: cosa più che comprensibile, se si riflette a ciò di cui in realtà esse si occupano. Del moto del 1339 viene rilevata generalmente la coloritura sociale, con la « popolarità » del dogato appena istituito e il vincolo ugualmente popolare imposto alle altre magistrature. Ma avviene anche qualcosa d’altro. 37 Leges cit., coll. 67-70. 38 Leges cit., col. 70, par. 111. 39 H. Sieveking cit., I, p. 106. 40 Georgii et Iohamis Stellae Annales Genuenses, a cura di G. Petti Balbi, R.I.S.2, XVII, parte II, Bologna 1975, p. 131. - 19 — Assieme al dogato, viene ufficialmente approvata l’istituzione di una commissione per la riforma degli statuti41; non si tratta degli usuali revisori, ma di uomini che ricevono l’incarico in un momento che si vuole di rottura nella vita genovese. Non si tratta, a nostro avviso, solo di una riforma burocratica, ma di una cosa molto più drastica: si tratta di far rinascere il Comune, dal punto di vista dell’amministrazione finanziaria e del controllo su molte sue strutture. Gli uffici che sono ambiguamente finiti al servizio del debito pubblico vi restano, ma senza più la pretesa di servire la cosa pubblica. Cosi succede per i visitatores Comunis, che diventano visitatores Comunis et comperarum capituli, denominazione nella quale il primo genitivo sopravvive come puro ricordo: il loro ambito di controllo si restringe a ciò che è direttamente finanziato e governato dalle compere 42. Il loro posto viene occupato da quella che è la magistratura chiave del controllo e del governo finanziario nella neonata amministrazione: 1 'officium magistrorum rationalium. Esso, nel proprio ambito, rappresenta la cosa pubblica: ... Comunis seu officii magistrorum racionalium..., si legge nel libro 63 dell’Antico Comune e in molti altri. Sia pure interpretando il seu come un correttivo, più che come una vera equivalenza, non si può trascurare l’indicatività della frase, che garantisce il valore e la portata dell’ufficio. La sua area di competenza è l’area di competenza del Comune; l’esame della sua autorità ci da 1 idea di ciò su cui arriva effettivamente a governare il Comune. All’inizio si tratta di un ambito ristretto, come non può non avvenire in una pubblica amministrazione che è appena rinata dalle proprie ceneri. Nei primi anni fanno capo ai rationales, soprattutto per il controllo e la revisione dei conti, funzionari eccezionali: ambasciatori, cassieri per pagare militari, vicedogi incaricati di spese straordinarie e cosi via. Manca una regolare ossatura burocratica che faccia capo al Comune; anzi, questa è la meta che ci si propone e che gradata-mente viene in parte raggiunta. Nel corso della seconda metà del Trecento il Comune acquista, dal punto di vista indicato, una consistenza e una fisionomia più precisa e fissa. In questo senso devono avere avuto molto peso gli statuti politici del 1363-64, emanati sotto il doge Gabriele Adorno . « Leges cit., coll. 32-05. E’ la conferma ufficiale della nomina del doge e della commissione: 24 settembre 1339. « A.C., 66, 73, 78, 81, 82. 43 Regulae communis Ianuae anno MCCCLXIII, tempore ducatus domini Ga brielis Adurni conditae, in Leges cit., coll. 243-488. -20- Essi precisano norme precedenti che purtroppo non abbiamo, danno nnti linea più netta a molte magistrature, ne confermano altre; costituiscono un ideale teorico al quale la prassi non sempre si adegua — e i libri del-1 Antico Comune ne offrono il riscontro quotidiano — ma alla quale cerca di adeguarsi. Come si dirà specificamente nel discorso sui magistri rationales, il nostro Comune, maggiormente dopo l’emanazione di queste norme, acquista polso e autorità amministrativa. Si tenga presente che esso è riuscito a riconquistare individualità di fronte al gigante rappresentato dal debito pubblico, dalla sua potenza economica e dalla sua ottima amministrazione, ma che se lo trova sempre davanti. Tuttavia, si nota un costante progresso, che raggiunge il momento migliore intorno al 1380 e conserva la posizione fino ai primi anni del secolo successivo. Abbiamo detto in precedenza che la nascita della casa di San Giorgio nel 1407 non è casuale. Intendevamo proprio questo, che, di fronte al vigoroso colpo d’ala comunale, il debito pubblico sente la necessità di riorganizzarsi con un nuovo consolidamento44 che si rivelerà particolarmente felice. La stessa politica del Boucicault, molto decisa verso l’ordinamento della cosa pubblica — non per niente il governatore francese emanò un nuovo corpo di leggi — e nello stesso tempo attenta al lato economico per far fronte agli immani costi dell’auspicata crociata anti-turca45, diede l’ultima spinta ai comperisti verso la ristrutturazione. Quello che abbiamo indicato ci pare il momento migliore di tutto il Trecento per il Comune genovese. E’ anche un periodo in cui Genova riesce a reggersi autonomamente, sia pure in mezzo a lotte di fazione, senza ricorrere a governi esterni46: la coincidenza ci pare sintomatica. La spinta alla ristrutturazione istituzionale e amministrativa si manifesta persino in un grande scrupolo professionale dei funzionari, anche minori; il loro zelo è lo specchio quotidiano, umile ma anche fiero, di questo 44 Per i consolidamenti del secolo XIV si veda: J. Day, Les douanes de Gênes, 1376-1377, Ecole pratique des hautes études - VIe section - Centre de recherches historiques, Ports-routes-trafics, XVII, Paris 1963, pp. XXXI-XXXII. 45 Per la politica del Boucicault si veda: T. O. De Negri dt., pp. 510-515. Le leggi, comprendenti in origine anche norme civili, penali, politiche, amministrative, commerciali, ci sono giunte solo parzialmente: Volumen magnum capitulorum civitatis lanue, a. MCCCCIII-MCCCCVII, in Leges cit., coll. 457-976. 46 Dal 1335 al 1396 — a parte la parentesi viscontea del 1353-56 — la Città non cerca e non subisce governo esterno. - 21 — periodo di espansione. L’archivio Antico Comune lo documenta passo passo. Anche durante il periodo di governo francese, che abbraccia gli anni tra il 1396 e il 1409, prosegue, come si è visto, il processo già avviato. Molto diverso è il momento caratterizzato dal governo del marchese del Monferrato. Sono pochi anni — dal 1409 al 1413 —, ma deleteri per la cosa pubblica; gli stessi funzionari genovesi rilevano il fatto47. Nel 1413 si sente la necessità di un nuovo corpo di leggi4*. Vi è contenuto un vigoroso richiamo per tutti i funzionari comunali, affinché presentino i rendiconti entro tre mesi dal termine della carica La funzione dei rationales resta teoricamente quella stabilita in precedenza50, ma all’atto pratico tende a perdere regolarità, incisività e ampiezza del raggio d’azione, come i loro libri dimostrano. Dal punto di vista finanziario, da un lato si rafforza I'officium de moneta, dall’altro si annuncia con forte rilievo 1 'officium provisionis. Bisognerebbe essere in grado di centrare la politica e l’autonomia di questi organismi rispetto a San Giorgio, ma su questi problemi la nostra fonte non offre materia. Come si evolva la loro funzione via via che avanza il secolo XV, come si sviluppino i loro legami con l’organizzazione del debito non sappiamo. Per il primo si possono ipotizzare vincoli non lenti, dato che i funzionari di moneta hanno il compito di valutare le spese eccezionali e di trovarne i finanziamenti: si sa quanto, a tali scopi, si faccia ricorso al debito pubblico. Nel 1413 spetta loro di provvedere all’alleggerimento del debito51. Si sta anche affermando un altro ufficio, quello di balia, che i libri della massaria mettono in grande rilievo a partire dal 1432, ma per il quale gli altri registri dell’Antico Comune non forniscono lumiIntanto le possibilità econo- 47 AC., 90. 48 Non è edito. Per la tradizione manoscritta si veda: G. G. Musso, Politica e cultura in Genova alla metà del Quattrocento, in Miscellanea di storia ligure in onore di Giorgio Falco cit., p. 320, nota. Per la consultazione abbiamo usato la copia della Biblioteca Universitaria di Genova (B.U.G.), Leges lanuensium editae Georgio Adurno duce, ac populi libertate feliciter restituta anno salutis 1-11), ms. B - III - 16. 45 B.U.G., Leges lanuensium cit., cc. 147 v. - 148 v. 50 B.U.G., Leges lanuensium cit., cc. 153 p. -154 v. 51 B.U.G., Leges lanuensium cit., c. 177 r. 52 Fino al η. 36 il conto principale e intestato al Comune, sovente identificato con l'ufficio dei magistri rationales. Il libro 36 è relativo al 1418; dopo un lungo si- -22 - miche della Repubblica si fanno sempre più precarie, di fronte alle necessità che si presentano nel corso del secolo, tanto che si arriverà alla clamorosa cessione a San Giorgio dei possessi d’Oltremare53. La nostra documentazione perde smalto con il passare dei decenni. Circa tra il 1410 e il 1430 lo scrupolo amministrativo diminuisce e si passa, dalle accurate registrazioni che hanno caratterizzato anche i manuali, a disordinati appunti; scompaiono le sottoscrizioni e con esse la responsabilità personale degli scribi; la regolarità dei libri, in parte già ridotta rispetto al secolo precedente, si va rarefacendo. Nel corso del terzo decennio del Quattrocento la documentazione dell’Antico Comune è molto lontana da ciò che è stata in passato e, forse proprio per questo, adempie per l’ultima volta al suo compito di fonte. Questa è però un’induzione; non siamo in grado di condurre un discorso positivo. Ci auguriamo che altri fondi possano rispondere esattamente al quesito sull’essenza della cosa pubblica genovese in questo periodo54. Abbiamo ritenuto di poter delineare, nell’arco del secolo XIV, una vicenda che conduce, nel corso del terzo decennio, alla sparizione del Comune ingoiato dal gigante del debito pubblico, alla sua rinascita ai tempi dell istituzione del dogato, al suo rinsaldamento sempre crescente fino agli inizi del Quattrocento. Non si creda però che questo Comune sia gran cosa. Non è completa, e nemmeno vasta, l’area delle attività da esso controllate, nemmeno nel momento di maggior forza. La cosa pubblica ha in mano l’aspetto militare, sia corrente (presidio della Città e dei castelli) sia straordinario di terra e di mare (leva militare e milizie assoldate). E’ sempre, logicamente, l’interlocutore ufficiale di fronte a terzi, e quindi governa ambasciatori e missioni diplomatiche. Ha cura della cancelleria centrale, quella del doge e del Consiglio. Ha un ufficio fisso di cassieri principali, i massari generali; ha un ufficio fisso di controllori finanziari, i lenzio la stessa documentazione riprende per il 1432 e ora il conto economico riepilogativo è intestato aU'officium balie comunis lanue. La stessa cosa accade anche nei due libri successivi. 53 V. Polonio, Famagosta genovese a metà del Quattrocento: assemblee, armamenti, gride, in Miscellanea di storia ligure in memoria di Giorgio Falco, Genova 1966, pp. 213-215. 54 Sotto altri aspetti studiati, il Quattrocento genovese si manifesta anche più chiaramente come un periodo di crisi o di stagnazione: G. G. Musso cit., pp. 320-325; T. O. De Negri cit., pp. 629-649. - 23 - ben noti magistri rationales·, ha un ufficio di controllori morali per i funzionari, i sindacatori. Sovrintende a castellani e vicari del distretto55, a qualche altro ufficio cittadino e, quasi sempre (quando non ricorre all’appalto), al lato fiscale per le saltuarie e impopolari imposte dirette. Anche l’amministrazione della giustizia fa formalmente capo al Comune, ma il discorso al riguardo può essere molto sfumato. E’ da vedere se tutti gli introiti delle condanne confluiscono nelle casse centrali; soprattutto, il governo della giustizia non è accentrato, molti aspetti possono essere curati dalle singole magistrature e alcune di queste possono non fare capo al Comune. Una buona parte della vita cittadina resta autonoma rispetto alla amministrazione centrale, come è il caso di ciò che si riferisce alla navigazione mercantile, al commercio, alle colonie, viste sotto il profilo economico. Gli uffici di Gazaria, di mercanzia, del mare, di robaria, di Romania non presentano rendiconto per l’ordinaria amministrazione ai rationales. I primi due uffici, anteriori ai moti del 1339, hanno visto calare il proprio prestigio con il rinascere del Comune e devono essere in forte sospetto di attività contraria ad esso e alla parte popolare, se Gabriele Adorno ne conferma l’esistenza e la balia, ma con la riserva esplicita che non avversino in alcun modo il regime dogale e popolare M. All’ufficio di mercanzia 55 Dal 1414 tutti i podestà sono — o sarebbero — tenuti a presentare il rendiconto: B.U.G., Leges lanuensium cit., cc. 154 v. -155 r. 56 Leges cit., coll. 343-344. L’ufficio di Gazaria viene istituito nel 1313; per la sua competenza, non limitata al Mar Nero ma presto estesa alla navigazione in genere, e per le norme da esso emanate (ha capacità legislativa), si veda: G. Forcheri, Navi e navigazione a Genova nel Trecento. Il « Liber Gazarie », Collana storica di fonti e studi diretta da Geo Pistarino, 17, Genova 1974. L’ufficio di mercanzia è anteriore. Un manoscritto dell’Archivio di Stato di Genova che elenca funzionari di singoli uffici reca, per il 1302, octo constituti super mercantia, ellecti pro accomodaniis nonnullis differentiis cum Melphitanis... super gabellisi A.S.G., Magistrati dal 1ÌÌ2 in 1528, ms. 10, alla voce Mercantia. Per il momento si deve trattare di un incarico speciale, ma nel 1313 la magistratura ha già vita regolare: G. Forcheri cit., p. 24. L’ufficio del mare, che si occupa della sicurezza della flotta mercantile, è stato studiato a fondo da M. T. Ferrer i Mallol sulla base dei due registri relativi conservati nel-l’Antico Comune: Dos registres de /’« Officium Maris » de Genova (1402-1403, 1408-1410), in Atti del I Congresso storico Liguria-Catalogna, Bordighera 1974, pp. 248-348. Mancano notizie per il periodo precedente; il manoscritto appena indicato, alla voce Maris, indica, per il 1316, otto funzionari pro navigatione maris Maioris: senz’altro vanno attribuiti all’ufficio di Gazaria, per il quale, allo stesso anno, vi è una lacuna. -24- 1 Adorno demanda il pagamento degli stipendi dei consoli delle caleghe e la nomina degli impiegati della zecca e dell’ufficio ponderis bancorum. Sono tutte funzioni già gravitanti intorno alle compere e forse ora il doge tenta, se non di avocarle all’amministrazione centrale, almeno di esercitare un controllo: a sé riserva la conferma dei funzionari di zecca e ponderis bancorum appena nominati dalla mercanzia57. E’ chiaro che i due grandi uffici commerciali sono visti come espressione dello stato di fatto esistente prima del 1339; il punto è quanto siano ancora collegati con 1 amministrazione del debito o con singoli potenti privati ad esso non estranei e interessati nei grandi commerci. Per comprendere lo sforzo di accentramento e la sua reale portata è utile esaminare il metodo di elezione dei funzionari pubblici. La loro scelta spetta a sei elettori, appositamente nominati con un sistema macchinoso e non del tutto notoΜ. Cosi sono eletti ... omnes et singulos officiales comunis lanue tam syndicatores, vicarios, potestates, castellanos et consules, quam scribas et notarios eorumdem, quam etiam quoslibet alios... La solennità e totalità della disposizione è subito ridimensionata dal quoslibet e soprattutto dalle successive riserve generiche per coloro che sono scelti con altri sistemi. E qui è il problema. La norma è forse volutamente vaga. Le eccezioni al sistema di elezione tramite i sei elettori non sono poche: solo per fare un esempio, i funzionati di mercanzia e di Gazaria sono scelti dai loro stessi predecessori59. Con tutto ciò, e sia pure Elenca ancora i magistrati maris per il 1317 (anche questi attribuibili all’ufficio di Gazaria) e poi per il 1339, 1340, 1341: potrebbe trattarsi di qualcosa di nuovo, creato in antagonismo con gli altri due vecchi uffici di Gazaria e mercanzia, espressione di uno stato di cose che si vuole mutare. L’ufficio maris non va confuso con i consoli del mare, che sono ufficiali di dogana preposti alla riscossione del dazio che colpisce il commercio marittimo: Liber institutionum cabellarum veterum, a cura di D. Giof-fré, F.I.S.A., Acta italica, 12, Milano 1967, pp. 315-316. Per l’ufficio robarie: L. De Mas Latrie, L’« Officium Robarie » ou l'Office de la Piraterie à Gênes au Moyen Age, in « Bibliothèque de l’Eeole des Chartes », LUI, 1892, pp. 264-272. 57 Leges cit., coll. 344-345. 58 Leges cit., coll. 318-321. L’inizio del capitolo, contenente le norme per la nomina degli elettori, è mutilo; può forse essere integrato con l’analogo capitolo delle leggi del 1413. 59 Leges cit., col. 321. La prassi è vecchia. Il Boucicault tenterà di introdurre una modifica per l’ufficio di Gazaria, affidando la nomina di una rosa di candidati al doge e al suo Consiglio e la scelta finale dei funzionari alla sorte: Leges cit., col. 741. - 25 - con tutte le doverose riserve, lo sforzo di accentramento è indubitabile. Per i castellani di luoghi difficili occorre la volontà del doge e del Consiglio, oltre a quella degli elettori “, Nella stessa scelta dei funzionari del capitolo non è estranea la presenza delle supreme magistrature comunali: la macchina elettiva si muove ex ordinatione dei protettori, ma prima ancora de mandato del doge e del Consiglio; soprattutto, doge e Consiglio hanno facoltà di bocciare gli eletti prima della pubblicazione dei nomi, nel caso che qualcuno sia sospetto agli occhi loro et statuì populi presenti. La coscienza della necessità di rinsaldare la cosa pubblica è indubbia, indubbi sono molti successi; indubbi sono molti limiti61. Conferma indiretta di ciò che abbiamo detto si ha nel mosaico di magistrature che formano l’Antico Comune. Ufficio del mare, ufficio di Gazaria, ufficio di mercanzia hanno una presenza ridottissima e quasi sempre relativa ad aspetti speciali, più che all’ordinaria amministrazione62. Di fronte al Comune si erge il colosso del debito, con il controllo di tutte le entrate ad esso cedute e con una buona frangia di magistrature che almeno in parte gravitano nella sua orbita. Persino un ufficio basilare per la vita della Città come quello dei salvatores portus et moduli — che non a caso vigila sul porto, ma anche su molti edifici pubblici — non presenta i rendiconti ai rationales bensì ai visitatori63. Il motivo è elementare: buona parte dei finanziamenti correnti con cui operano i salvatori proviene dalle compere M. 5. - La cosa pubblica genovese, in un momento che pure è di rottura e di ricostruzione rispetto ai primi quaranta anni del secolo XIV, va vista con i limiti che abbiamo tracciato. Sotto l’angolatura amministrativa l’ar- 60 Leges cit., col. 321. 61 Nel 1413 si dispone che i libii degli uffici di mercanzia, Gazaria, robaria siano depositati nella cancelleria ducale, per conoscenza amministrativa: B.U.G., Leges lanuensium cit., c. 84 r. Si tratta forse di un richiamo a scopo di controllo, visto che tali uffici non depositano le proprie scritture presso i rationales? 62 Per 1’officium maris vi sono solo due libri (A.C., 757, 758). Ugualmente due unità (A.C., 759, 760) sono raccolte sotto il nome dell’ufficio di Gazaria, e la seconda probabilmente non gli appartiene. Unico è il pezzo dell’ufficio mercande (A.C., 763). 63 A. C., 66, 73, 78, 81, 82. 64 Direttamente o indirettamente: ai salvatori è devoluta anche una parte dei proventi delle condanne di mercanzia e Gazaria: Leges cit., coll. 343-344. - 26 - chivio Antico Comune offre una panoramica della vita del Comune, nei gangli delle sue magistrature. Per penetrare l’argomento dei libri, abbiamo dovuto ricercare il raggio d’azione, la balia dei singoli uffici, ricorrendo anche all’altro aspetto, ufficiale e, a volte, teorico, delle norme giuridiche. I risultati non hanno alcuna pretesa di completezza — per cui sarebbero necessari indagini su altri fondi d’archivio e soprattutto lo studio integrale dei registri Antico Comune —, ma dovrebbero facilitare la comprensione dell’argomento trattato dai nostri testi. Ufficio dei ’ magistri rationales ’. I magistri rationales rappresentano l’organo di controllo finanziario del Comune genovese. Riteniamo siano l’espressione più vistosa e significativa delle riforme del 1339; nel 1340 sono già attivi. Da un punto di vista operativo, le loro funzioni non costituiscono una novità. Essi sono da collegare ai duo de ratione, attivi nel 1303 65, e, più direttamente, ai visitatores comunis lanue. Questi furono istituiti, come si è visto, intorno al 1320 e riunirono nelle proprie mani le competenze dei due de ratione, dei due inquisitores super iura et debita Comunis e dei due prò exigendis debitis Comunis00. A loro erano tenuti a presentare il rendiconto tutti i magistrati e scribi del Comune, operanti fuori e dentro la Città, oltre agli amministratori delle varie compere; i visitatori inoltre emettevano sentenze e stilavano mandati di pagamento autenticandoli con il sigillo dell’ufficio. Nel 1339, tutte queste competenze sono trasferite, limitatamente a una sezione dell’originaria area di azione, ai magistri rationales. Essi si presentano con mansioni subito definite, mentre molto più fluttuante è il settore su cui hanno competenza. Dal punto di vista del controllo, hanno doppia mansione. Rivedono la gestione economica dei magistrati sottoposti alla loro autorità; esercitano il controllo preventivo di legittimità sugli esborsi e li autorizzano. La « revisione dei conti » è effettuata naturalmente a posteriori e viene condotta sui libri contabili dei magistrati via via sottoposti a controllo; dalle loro registrazioni dettagliate vengono stralciate le voci riepilogative dei fondi ricevuti e delle uscite; le due voci finali sono poste a 65 Leges cit., col. 169. 66 Leges cit., coll. 37-41; H. Sieveking cit., I, p. 103. - 27 — confronto e, nel caso in cui il saldo non sia in pareggio, viene stabilito il rimborso al funzionario che ha pagato di tasca propria l’eccesso di spesa o la restituzione al Comune di ciò che è avanzato. Questa è la sentenza, e conclude una missione o una gestione finanziaria. Nei primi tempi in cui abbiamo testimonianza di tale procedura, vi troviamo sottoposti unicamente funzionari incaricati di mansioni straordinarie, come ambasciate, lavori a castelli, pagamenti a militari. Possono anche comparire magistrati ordinari, ma nel caso in cui abbiano avuto incarichi speciali, come accade per il controllo sull’operato dei vicedogi (A.C., 72). Dall’anno 1377 (A.C., 74) si coglie la tendenza a controllare anche i magistrati ordinari per le loro ordinarie mansioni: viene esaminato l’impiego delle 600 lire che costituiscono la dotazione normale per i vicedogi; compare anche l’ufficio victualium, ma in questo caso potrebbe ancora trattarsi di approvvigionamenti eccezionali. Nell’anno successivo (A.C., 75) si introduce per la prima volta la revisione di altre spese regolari, come quelle della cancelleria ducale e di alcuni castellani. Nel 1380 (A.C., 76) la competenza sui magistrati ordinari per la gestione corrente si allarga, sia pure in modo sommario, ai visitatori dei castelli ed ai sovrastanti della Malapaga. Nel 1381 (A.C., 77) sono esaminate con grande minuzia la gestione dei singoli castellani, con il ricorso anche a testimonianze di abitanti dei luoghi dove i funzionari hanno operato; quella dei vicari; dei collettori del-Vavaria capitis·, dei cassieri per i pagamenti ai militari; dei sovrastanti della Malapaga; dei vicedogi; degli officiales victualium·, di ambasciatori; dei funzionari dell’ufficio guerre maris pro veteri·, dei massari delle galere dell’Adriatico; dell’ufficio di moneta, ma solo per aspetti parziali. Oltre agli straordinari, sono quindi già comparsi alcuni uffici usuali: quelli che abbiamo indicato sono ormai acquisiti e compariranno sistematicamente negli anni successivi (fatta eccezione per quello di moneta); la tendenza sarà ad allargare l’ambito dei magistrati che presentano i rendiconti ai rationales. Nel 1386 (A.C., 80) si aggiungono la massaria della dogana, il cui movimento finanziario viene rivisto per molti anni passati, quella dei consoli della ragione, quella dei massari di Pera. Nel 1388 (A.C., 83) compare la massaria delle condanne del Comune. Il raggio di competenza si è allargato al massimo e il giro di denaro preso in esame, in particolare con la massaria delle condanne, è divenuto molto sostanzioso; la situazione persiste fino ai primi anni del ’400, per certo sino al 1402-1403. Successivamente, tranne un’eccezione per il 1411-1412, le - 28 - fonti vengono meno, ma non deve trattarsi unicamente di perdita materiale dei libri. Quando la documentazione riprende, nel 1415-1416, vengono elencate magistrature che devono reddere rationem per svariati anni passati; lo scriba fa un esplicito riferimento al governo del marchese di Monferrato, come a un periodo di scarso zelo amministrativo. Per gli anni successivi, è chiaro lo sforzo di mantenere i controlli sull’ambito raggiunto alla fine del ’300: ma la materia sfugge, l'efficienza sembra impari alle aspirazioni, le revisioni in arretrato si accumulano. Nel 1422-24 la rosa delle magistrature riviste si è molto ridotta. La seconda mansione dei magistri rationales è relativa agli esborsi di denaro che devono essere effettuati dal Comune. Si tratta di un’altra operazione di controllo, questa volta antecedente, dal cui esito dipende l’autorizzazione che condiziona l’esborso effettivo da parte dei cassieri. Insistiamo sul fatto che questa funzione dei rationales è di vigilanza. Nel loro placet non vi è niente di deliberativo, ma solo il riconoscimento della legittimità burocratica di una situazione che è stata posta in essere da altri organismi. Il meccanismo attraverso il quale si giunge all’esborso di denaro, e del quale i rationales sono l’ultimo indispensabile vaglio, è complesso. Possiamo esporlo nei suoi particolari a partire dal 1364, sulla scorta di una duplice fonte: le norme stabilite dalle Leges dell’Adomo67 e i libri sententiarum-apodixiarum dei rationalesnei quali a partire dalla medesima data — non certo per caso — si comincia a tenere copia dei mandati di pagamento destinati ai cassieri. Per gli anni precedenti i mandati di pagamento erano si usati ma non sappiamo chi li emettesse e li autenticasse, in quanto non ne resta copia regolare. Dal 1364, l’ordine di pagamento deve avere una fisionomia fissa e costituisce l’atto formale e terminale di una lunga procedura, atto che apre il forziere del più rigido cassiere, ammesso che vi sia la disponibilità necessaria. Per arrivare a questa conclusione vi è una strada disseminata di biglietti che portano il generico nome di apodixia. Il termine ha un significato vago, in quanto è in- 67 Leges cit., coll. 339-341. 68 Per i particolari metodologici di stesura dei documenti si vedano le introduzioni descrittive ai due gruppi di libri indicati. 69 Nei mastri dei massari generali e dei rationales compare normalmente l’espressione vigore apodixie o ex apodixie mandato·, si vedano, a titolo di esempio, A.C., 6 e 51, relativi al 1354. - 29 - teso come « biglietto », « comunicazione »70. In ambito limitato la parola può assumere un significato più preciso: il più tipico è appunto questo di « ordine di pagamento », che appare chiaro dal contesto. Il mandato, dunque, promana dalFautorità del doge e del suo Consiglio; viene redatto per mano del cancelliere del Comune, porta il nome del beneficiario e l’indicazione della cifra da corrispondergli. Questi elementi costituiscono un comune denominatore; ma, a seconda del tipo di spesa cui corrisponde l’esborso, seguirà una differenza di competenze e di procedura che verrà rispecchiata nell’apodixia finale. Quando si tratta di una spesa contemplata negli statuti comunali71, la cancelleria ducale chiede un giudizio ai magistri rationales, i quali verificano la regolarità delle posizioni personali e dei conti e mandano una prima apodixia (nel senso generico di biglietto) alla cancelleria72. In tale caso, il mandato di pagamento porterà ricordo di questo primo controllo (con l’indicazione della data in cui è stato effettuato), verrà sottoscritto e datato dal cancelliere, sarà munito del sigillo del doge e di quello del Consiglio ed infine sarà spedito ai rationales. Questi effettuano un secondo controllo, che questa volta riguarda anche il mandato stesso, il modo in cui è stilato, i sigilli che reca; se tutto è regolare, lo scriba dei rationales appone la propria sottoscrizione e il sigillo dell’ufficio. L’ordine di pagamento per una spesa corrente è completo. Simile deve 70 II già ricordato Du Cange dà per il termine apodixia il significato di « spesa », ma è una spiegazione ad sensum \ gli esempi che porta (tratti dagli Annali genovesi) hanno proprio il significato tecnico di « mandato di pagamento ». Per apodisia dà il significato di acceptilatio, vel chirographum: quest’ultima ci pare la spiegazione più esatta, con riferimento al significato generico di « biglietto », « scritto ». 71 ... si fuerit de expensis ordinatis et contentis atque specificatis in regula aliqua posita in volumine presencium regularum. Si tratta delle norme dei tempi di Gabriele Adorno: Leges cit., col. 340. Le spese previste nelle leggi non coincidono con quelle del bilancio ordinario, indicato ufficialmente solo nel 1413, ma già delineato nel secolo XIV. Gabriele Adorno non volle nemmeno far compilare un bilancio ordinario, ritenendo questo lavoro ... vanus et inanis, a causa della alcatorietà delle entrate: ibidem, col. 342. E’ evidente che questo doge collega l’idea di bilancio alle entrate ordinarie, e non solo alle uscite: per queste ultime ritiene sufficienti le indicazioni contenute nei vari passi delle leggi promulgate sotto il proprio governo. Per quella parte limitata del bilancio che riguarda le spese ordinarie si veda: M. Buongiorno, Il bilancio di uno Stato medievale, Genova 1340-1529, Collana storica di fonti e studi diretta da Geo Pistarino, 16, Genova 1973. 72 In A.C., 99 vi è un esemplare di tale apodixia. - 30 - essere la procedura nel caso di rimborso a funzionario che abbia anticipato denaro proprio; resta il quesito, un po’ bizantino, se in questo caso il motore della procedura sia nei rationales stessi, che segnalano la cosa in cancelleria, o nel funzionario che fa presente il proprio credito presso la medesima. Nel caso in cui si tratti di una spesa eccezionale, il primo controllo dei rationales non avrebbe senso, in quanto l’esborso non è previsto e questi funzionari non hanno alcuna capacità deliberativa. A chi spetta la facoltà di disporre una spesa straordinaria? Al doge e al consiglio degli Anziani, naturalmente, purché vi sia anche l’approvazione, vincolante, del-1 ufficio di moneta73. L’ordine di pagamento recherà espressa menzione dell’approvazione degli officiales de moneta e sarà corredato dal relativo sigillo. A questo punto sarà mandato ai rationales, per l’usuale controllo finale e per l’approvazione. Come si vede, Xapodixia è un documento che richiede numerose operazioni, puramente amministrative o anche deliberative, a seconda dei casi, sanzionate dalla presenza degli indispensabili sigilli: tre quando si tratta di spesa corrente, quattro quando si tratta di spesa eccezionale. Il movimento di denaro controllato dai rationales viene registrato nei mastri redatti dagli scribi. Questi grossi libri introitus-exitus, con i conti sovente disposti in ordine alfabetico (e quindi preceduti da tutto un lavorio di verifiche, controlli, brogliacci) sono un po’ il fiore all’occhiello della magistratura, dato che offrono la possibilità di rintracciare subito le entrate e le uscite di quello che viene chiamato il Comune. I rationales sono nella condizione migliore per fare il punto sui debitori del Comune. Saltuariamente — non sappiamo se regolarmente — 73 Gli officiales de monda compaiono, in numero di 12, già nel 1350: M. Buongiorno, Il bilancio cit., p. 61. Le Leges del 1363-64 (coll. 337-339) ne riducono il' numero a 8 e precisano la loro funzione basilare, che è quella di vagliare le proposte di spese straordinarie e il relativo finanziamento e di bocciarle o approvarle. E’ una magistratura di grande rilievo, con potere deliberante e con facoltà di opporsi alle-decisioni del doge in materia finanziaria. Gli octo sapientes de moneta sono eletti annualmente dal doge, dal suo Consiglio e dai 4 sindacatori. Prima del 1430 i massari M\'officium monete accentrano nelle proprie mani la funzione di cassieri principali del Comune; nel 1432 devono erogare in sumptus quotidianos (A.C., 37). Sempre in veste di cassieri li troviamo nel 1483, in particolare addetti alla collettoria del focatico· dei nobili e dei popolari (A.C., 622, 623). - 31 - ne compilano l’evidenza. Ancora, le leggi di Gabriele Adorno attribuiscono ai rationales, unitamente ai massari generali, l’alta responsabilità di vagliare, ad esercizio concluso, le spese eccezionali (non contemplate nelle leggi stesse), di raffrontarle alle entrate e di valutare il modo di ridurle per il futuro. Conti e giudizi, stesi per iscritto, devono essere presentati al doge e al Consiglio. Le massime autorità, eventualmente insieme con gli estensori, vaglieranno le relazioni e delibereranno di conseguenza74. In funzioni di tanto rilievo si avverte un netto indebolimento nel secondo decennio del Quattrocento. I magistrati sottomessi ai rationales tendono ad evitare il rendiconto, tanto che le leggi di Giorgio Adorno, nel 1413, ne rilevano la negligenza75. I richiami determinano solo una ripresa di breve durata: nel 1424-25 l’area delle « sentenze » è limitata; si mantiene più viva l’attività legata ai mandati di pagamento. Le mansioni dei funzionari tendono a circoscriversi sempre più burocraticamente al compito del controllo, mentre altri organismi finanziari hanno assunto gli incarichi più delicati. Già gli otto di moneta hanno su di sé fonda-mentali poteri deliberanti in campo finanziario. Nel 1413 compare Yof-ficium provisionis, con il generico incarico di esaminare ciò che è utile al Comune e che può giovare alla Repubblica; il carattere dell’ufficio si precisa quando si appura che tali indagini devono essere condotte soprattutto in bancis e che gli ufficiali di provvisione hanno stilato l’elenco delle spese ordinarie76. L’ufficio dei rationales è ormai svuotato degli incarichi di maggiore rilievo. I magistri rationales sono due, affiancati dapprima da uno e poi da due scribi, che sono anche notai. Nel 1344 (A.C., 44) lo scriba è unico, e tale è anche il «nunzio», una sorta di messo. Nel 1395 (A.C., 61, c. 266) l’ufficio dispone, oltre ai due magistri, di un repontator cartula-riorum communis lanue (colui che controlla il materiale fornito dai vari magistrati sottoposti a controllo), tre notai, due scribi, un subscriba, due giovani commorantes ad officium, un esattore, due pueri commorantes ad . . . officium. La durata della carica è annuale e di solito l’inizio è a marzo; più di una volta, però, l’inizio è a febbraio (si vedano ad esempio i libri A.C., 89, 99, 100). 74 Leges cit., coll. 342-343. 75 B.U.G., Leges lanuensium cit., cc. 147 v. -148 r. 76 B.U.G., Leges lanuensium cit., cc. 49 r.-v., 139 v. - 32 - Ufficio della mass aria generale del Comune. A stretto contatto con i rationales, legati ad essi dalle apodixie, operano i cassieri. La magistratura che compie la funzione di tesoreria per il Comune non e unica. In periodo di intensa attività militare, speciali funzionari sono delegati a portare a destinazione le paghe e maneggiano cifre ingenti, i visitatori dei castelli adempiono il medesimo compito nei ri-guar i ei castellani ed anch essi sborsano molto denaro. Ma i cassieri per eccellenza, i duo sapientes, sono i massari generali del Comune e anch essi sono operanti nel 1340; la carica è annuale, con inizio a marzo. Storicamente, possono essere collegati ai clavigeri, che sono i cassieri per antonomasia all’inizio del ’300, e ai consules officii assignationis mutuorum, nelle cui mani, nel corso degli anni successivi, si accentrano mansioni di pagamento 77. Rispetto a questi ultimi, con i massari generali abbiamo una netta differenziazione di incarichi: i massari si limitano a maneggiare denaro e solo per conto del Comune. La loro è una mansione di fiducia, che richiede la massima diligenza nei controlli e nelle registrazioni e nessuna iniziativa: i pagamenti sono effettuati solo dietro presentazione di regolare mandato e gli incassi, prima di essere acquisiti, devono venire segnalati ai rationales. Tutta la loro attività è rispecchiata dai dettagliatissimi mastri; senza le relative registrazioni — secondo le norme di Gabriele Adorno i pagamenti non sono validi e i massari sono passibili di sindacamento e relativa multa; lo scriba della magistratura, che è anche notaio, non può scrivere nemmeno una parola senza la presenza di uno dei sapienti. Sempre secondo queste disposizioni, il legame tra i cassieri e i controllori (cioè i rationales) deve essere tanto stretto che i mastri dei primi devono essere speculari di quelli dei secondi. In realtà questa norma è molto teorica e non trova rispondenza nella prassi. Il confronto tra i mastri delle due magistrature per lo stesso anno rivela discrepanze fortissime, tuttavia il discorso non è tanto semplice e non bisogna pensare necessariamente a una violazione della norma fissata. Se si pensasse a una perfetta corrispondenza per lo stesso esercizio, indubbia- 77 H. Sieveking cit., I, pp. 93-94, 107. I clavigeri sono verosimilmente da collegare ai clavarii, istituiti per la prima volta nel 1122, assieme agli scribi ed al cancelliere: Annali genovesi di Caffaro e de’ suoi continuatori, a cura di L. T. Belgrano e C. Imperiale di Sant’Angelo, Roma 1890-1929, I, p. 18. M. G. Canale (Nuova istoria della repubblica di Genova, Firenze 1858-1864, I, p. 263) dice che i clavarii « avevano in deposito il pubblico denaro ». -33 - 3 mente la violazione sarebbe lampante. Ma la disposizione del legislatore è ambigua e non dà indicazioni cronologiche. D’altra parte il Comune, in perenni difficoltà finanziarie, non ha sempre le disponibilità immediate per soddisfare un debito, anche se il creditore è fornito di regolare apodixia. Altro elemento fondamentale di differenza è che i massari generali, come si è detto, non sono gli unici cassieri del Comune. Pertanto ciò che viene pagato da altre mani non è naturalmente riportato sui loro mastri, mentre figura come debito del Comune su quelli dei rationales·, in anni di fermento militare la differenza può essere molto forte. Va fatta un’ultima osservazione. Non è detto che i massari generali maneggino materialmente tutto il denaro che registrano: in alcuni casi il pagamento è affidato ad altri — sovente a banchieri — che si trovano in credito verso i massari stessi. Dopo il 1420' e con una certa frequenza dal 1425, l’esercizio della cassa risulta affidato ai massari dell’officium de moneta·, nel 1429 è passato stabilmente nelle loro mani78. Nel periodo 1432-1439 troviamo di nuovo una massaria del Comune, non più chiamata generale e governata da un solo funzionario (A.C., 37-39). Ufficio dei vicedogi. La magistratura dei due vicedogi ha funzione e importanza minori di quanto si possa credere a tutta prima: il nome altisonante copre compiti diversi, ma in genere minuti e di nessun peso politico. La legge istituzionale del 1363 ne indica particolareggiatamente le mansioni. La funzione fondamentale dei vicedogi è di rappresentanza: essi devono ricevere, con la debita forma, coloro che desiderano incontrare il doge e il Consiglio e intrattenerli nel caso che si profili un’attesa. E’ superfluo dire che questo compito richiede una buona capacità diplomatica, perché i vicedogi devono ascoltare ed eventualmente soddisfare le persone in questione. Questo affiancamento del doge nelle « pubbliche relazioni » li porta a far parte della comitiva dogale e a risiedere a palazzo. Altra loro mansione è quella di curare i libri della popolazione, nobile e popolare, ripartita per conestagerie: hanno autorità di convocare i conestabili delle conestagerie ed i capi degli alberghi e di costringerli (sotto pena di una sanzione a loro arbitrio) a fornire gli aggiornamenti 78 Almeno in base alle indicazioni fornite dai libri apodixiarum dei rationales. - 34 - dei nominativi degli uomini atti alle armi e ai pubblici uffici. Ciascuno dei vicedogi deve tenere per tale materia due libri capaci. L ultima funzione di questi magistrati rientra nel campo giudiziario, con una attività limitata e nello stesso tempo eclettica. La loro competenza si estende a liti, controversie e questioni che non arrivino al campo criminale. Entro questi limiti, è comprensibile che abbiano competenza su famigli, militari e servienti del palazzo dogale. Un po’ più singolare è che possano multare, arrestare e, se del caso, consegnare al podestà le persone che abbiano genericamente sorprese in risse; che siano giudici nelle questioni vertenti tra membri della stessa arte o di arti diverse e in quelle vertenti tra marinai, al di sotto del limite delle cento lire: non però nei contrasti tra marinai e patroni, per i quali è competente l’ufficio di Gazaria, a meno che non mandi le cose troppo per le lunghe. Questo è ciò che viene stabilito ai tempi di Gabriele Adorno. La verifica tramite l’Antico Comune è più tarda e quindi, alla frequente inadempienza nei riguardi delle leggi, si aggiunge anche la modifica operata dal tempo e dalle necessita, cosi frequente in un mondo pragmatico come quello genovese. Il quadro che esce dai libri contabili di questa magistratura non coincide sempre con ciò che è stato disposto in origine. Il fatto stesso di abitare a palazzo giorno e notte, a disposizione del doge e del Consiglio, con 1 obbligo espresso di non immischiarsi in questioni di rilievo, rende i vicedogi disponibili per incarichi diversi, spesso con un carattere domestico, naturalmente in rapporto alla domus nella quale operano. Certamente essi svolgono la loro funzione di giudici, ma questa attività ha un carattere in sordina, almeno per quanto suggeriscono il numero e 1 entità delle multe inflitte. La sede dei giudizi è una loggia, forse comunicante con il palazzo ducale, di proprietà dell’arcivescovo. Probabilmente continuano ad occuparsi dell’anticamera dogale e delle liste dei cittadini (anche se di questo, purtroppo, nulla è rimasto). Molto del loro tempo viene dedicato alle necessita del palazzo per l’illuminazione e per gli indispensabili lavori di manutenzione (dalle loro mani passa anche la paglia per i letti della stanza del doge). A questo scopo, almeno fin dal 1377 (A.C., 74) essi ricevono dai massari generali 600 lire. Diventano cosi cassieri del doge per le minute spese; lo affiancano anche nelle ricorrenze e festività religiose, nelle quali è tradizione elargire un’elemosina che essi puntualmente sborsano e registrano. In qualche caso curano riparazioni ad altri palazzi pubblici o limitate forniture (ad esempio biscotto) per le guarnigioni delle fortificazioni intorno alla Città. Gli introiti sono limitati allo - 35 - stanziamento di cui si è detto e alle multe incassate, non sappiamo se rimaste a loro in tutto o in parte. Il legame quotidiano con il doge fa si che i nostri funzionari, soprattutto in momenti di torbidi, abbiano anche compiti di carattere militare: la distribuzione di verrettoni e pennoni (non l’acquisto, bensì 1 avviamento alle destinazioni stabilite) diventa attività usuale. Sempre i contrasti interni possono allargare le funzioni di cassieri, ma si tratta di eventi eccezionali: in un caso i vicedogi effettuano spese per conto dell officium guerre, dal quale vengono puntualmente rimborsati; in un altro effettuano addirittura pagamenti a castellani. I rivolgimenti politici che portano la Città a vincolarsi a capi forestieri non alterano questa magistratura dalle funzioni cosi correnti, minute e indubbiamente indispensabili nella vita quotidiana del palazzo: il nome di vice gubernatores è una nuova etichetta che indica lo stesso contenuto. Sempre queste caratteristiche sono certamente all’origine della più vistosa rottura con le norme del 1363. Allora si volle che i due vicedogi — nominati dal doge e dal Consiglio — stessero in carica solo per sei mesi, con il vincolo della non rieleggibilità: è chiaro che si temeva un’ingerenza politica e un eccessivo acquisto di potere. Almeno dal 1379 i nostri libri mostrano un andamento ben diverso: non solo la durata della carica è annuale (con inizio al 1° marzo, frequenti possibilità di sconfinamenti cronologici e interruzioni dovute ai torbidi interni), ma uno dei due funzionari viene puntualmente riconfermato per diversi anni. Anche se a volte sembrerebbe acquistare importanza il lato personale del legame (potrebbe anche essere uno dei motivi della conferma dell’incarico) e se i vicedogi possono seguire le sorti del doge nella turbolenta vita cittadina, la necessità della continuità burocratica prende il sopravvento. Si veda il caso di Filippo Scarella (A.C., 125-127, 129, 132-134 a). Egli e un vero professionista del vicedogato, prezioso per la pratica e la conoscenza delle cose; sembra legarsi ad Antoniotto Adorno, ma nonostante lutto viene chiamato in carica più volte, tanto da essere indifferentemente vicedoge e vicegovernatore. Funge anche da scriba della magistratura; non è notaio e non è nemmeno uomo colto, tanto è vero che usa un metodo contabile molto semplice e si segnala per la tranquilla indifferenza con cui sgrammatica nell’intitolazione dei suoi libri. Questo vale anche per gli altri scribi, che sono sempre uno dei vicedogi. Un amanuense più preparato compare sporadicamente, in condizioni tali da far pensare a casi eccezionali. - 36 - ; PurtroPpo le nostre fonti, preziose come verifica di almeno una parte dell attività effettiva della magistratura, vengono meno molto presto; è uno dei casi più clamorosi e inspiegabili, in quanto i libri dei magistri nationales testimoniano l’esistenza dei vicedogi in anni successivi. Ufficio ’ victualium ’. Il problema del vettovagliamento granario è particolarmente spinoso per una citta come Genova, stretta tra i monti e il mare79, con un entroterra agricolo limitato e sovente più adatto a tipi di colture diverse da quelle cerealicole. Il soddisfacimento delle immediate necessità alimentari della popolazione è legato all’importazione di grano e granaglie, cioè al- 1 attività dei mercanti. E’ intuibile quanto il settore sia delicato, anche dal punto di vista della tranquillità interna della Città e di eventuali sommovimenti di popolo, già cosi facili nel continuo contrasto di partiti. Si pensi ai fermenti e al facile gioco delle fazioni in un periodo di carestia. Certamente a momenti di scarsità alimentare è legata in origine l’istituzione di un officium victualium, però nel nostro periodo non pare avere carattere saltuario. Esso è volto a garantire un minimo di sicurezza nel vettovagliamento della Città, rivolgendosi a coloro che già lavorano nel settore. L’ufficio procede mediante accordi con i patroni di imbarcazioni, i quali si impegnano a trasportare in Città ed a vendervi determinate quantità di grano. I loro movimenti — partenze e arrivi — sono regolarmente controllati dall’ufficio: il grano viene misurato e smistato ai rivenditori sul mercato (rabairolii) o depositato in volta. Proviene in genere dalla Marittima (Corneto), dalla Provenza, dalla Calabria, dalla Sicilia; sempre via mare giunge anche dal Levante (Caffa e Focea). Può anche arrivare via terra, dalla Lombardia, attraverso Gavi e Serravalle. Quindi il movimento (con relative eventuali gabelle) non interessa solo il porto, ma anche le porte. Bisogna precisare che i rifornimenti curati in questo modo dalla 79 ... (Genova) que inter montes et mare quasi in loco sterili, adeo quod victualia ibidem nascentia minime suppetunt pro sustentatione habitantium atque transeuntium in et ad partes ipsas sita est...: Suppliche di Martino V relative alla Liguria, I. Diocesi di Genova, a cura di B. Nogara - D. Puncuh - A. Roncallo, in « Atti delia Società ligure di storia patria», n.s., XIII, 1973, nn. 21-22, 75, 76. Sono suppliche rivolte da Genovesi al pontefice per ottenerne l’assoluzione dalle censure che li avevano colpiti in conseguenza del commercio intrattenuto con gli infedeli: il commercio di granaglie viene giustificato con lo stato di necessità. - 37 - Repubblica non sono sufficienti a saziare la Città e che il movimento rilevabile dai libri victualium è solo tuia parte di quello totale80. Gli officiales victualium sono quattro, con carica annuale e qualche volta biennale. La vita di questo ufficio dura fino al 1564, quando viene istituito il « magistrato dell’abbondanza ». Ufficio dei sindacatori. L’ufficio dei sindacatori costituisce una delle magistrature di maggior spicco nel comune di Genova, per l’ampiezza dei poteri e l’estensione della facoltà di sanzione: il quesito che nasce spontaneo è se tali poteri siano sempre effettivi o se non restino sovente nel campo teorico. I sindacatori hanno la mansione di rivedere l’operato di tutti i magistrati genovesi, attivi in Città, nel distretto o in qualunque altro luogo, dal punto di vista della correttezza giuridica e morale della gestione: punto di riferimento sono i capitula della Città. Sono soggetti al loro controllo anche i notai addetti ai vari uffici e coloro che governano le compere81. Il loro compito non è da confondersi con quello dei magistri rationales, che rivedono i registri contabili. Questo sistema di controllo ha patina antica: si parla di sindacatori per i castellani, come di cosa usuale, nel frammento di statuto politico del secolo XIII82. Negli Annali è evidente l’uso del sindacamento, reso obbligatorio dai capitula cittadini, per tutti i magistrati uscenti di carica; non si tratta però di ima magistratura continua, poiché i controllori vengono nominati nel momento in cui è necessario il loro intervento83. Di una so J. Heers, Gênes au XVe siècle, Paris 1961, pp. 328-329; J. Day, Prix agricoles en Méditerranée a la fin du XIVe siecle (1382), in « Annales », 16, 1961, pp. 629-656. si Per quanto si riferisce alle compere, è facile trovare anche controllori voluti dall’amministrazione del debito pubblico. 82 Leges cit., col. 15. 83 Non sono rari i cenni a sindacamenti, soprattutto a carico del podestà: Annali genovesi cit., Ili, p. 70 (sindacamento risalente al 1234); G. Caro cit., I, pp. 17-18. Molto utile per noi è il racconto di ciò che avvenne nel 1265: di qui apprendiamo l’inevitabilità del sindacamento, anche nel caso che neppure un’ombra sfiori l’operato dei magistrati uscenti (e sembra, questo del 1265, un caso unico, almeno per ciò che si riferisce anche alla mancanza di accuse): ibidem, IV, pp. 83-84. Pure a Bologna, nel Quattrocento, il sindacamento ha luogo anche in assenza di accuse: I. Malinowska, L’ordinamento del comune di Bologna nel Quattrocento, in Miscellanea I, Archivio F.I.S.A., I collana, 4, Milano 1966, p. 133. - 38 - magistratura regolare, con durata continua, abbiamo notizia solo nelle disposizioni di Gabriele Adorno. A giudicare dalla minuzia delle norme e da a mancanza di riferimenti a disposizioni precedenti — frequenti invece in altri casi parrebbe trattarsi di un ufficio nuovo o, come minimo, completamente rinnovato M. L ufficio è composto di quattro funzionari con carica annuale, che esercitano 1 attività a coppie, per sei mesi ciascuna coppia, con l’assistenza dell altta· Uno dei quattro ha mansioni di cassiere e un notaio li assiste in qualità di scriba; l’inizio dell’anno di gestione si fisserà, intorno al 1390, ad ottobre . Oggetto di sindacamento possono essere anche il doge ed 11 consiglio dei Dodici, limitatamente ad eventuali abusi di potere. Ne sono esclusi solo gli ufficiali di guerra e quelli dell’ufficio robarie, a meno che non siano sospettati i primi di baratteria, i secondi di eccesso di potere e tutti, sempre, di introiti illeciti. Particolare attenzione deve rivolgersi ai notai in servizio negli uffici — specie nelle curie di giustizia —, nelle cui mani sono molte possibilità di broglio. Uguale sorveglianza è dovuta nei riguardi dei funzionari che operano fuori Genova: i sindacatori li controllano facendo appello anche agli abitanti dei luoghi affidati, ma con occhi ben aperti per i casi di ritorsioni e vendette private; hanno piena facolta di sanzione, tranne naturalmente per le colpe di carattere privato (nel qual caso sono competenti il podestà di Genova o il vicario locale, a seconda della località in cui è stato commesso il delitto). Punto di riferimento per tutte le mancanze sono sempre i capitula cittadini. I sindacatori sono sindacabili da parte dei loro successori. Davanti ai sindacatori si svolge un vero processo; le pene possono essere pecuniarie o anche corporali. In quest’ultimo caso, è necessaria l’autorizzazione di un tribunale speciale composto di 17 membri — doge, consiglio dei Dodici, sindacatori — che deve decidere con non meno di 12 voti favorevoli. Il doge e i consiglieri, da parte loro, sono sempre esentati dalla possibilità di pene corporali. Dal punto di vista esecutivo, 84 Viene stabilito che, terminato il periodo dei sindacatori in servizio, il nuovo ufficio per la nomina dei magistrati provveda all’elezione di quattro nuovi funzionari, i cui doveri e competenze vengono minutamente indicati: Leges cit., coll. 325-331. Nel 1413 gli elettori saranno invece il doge, due Anziani, due ufficiali di moneta: B.U.G., Leges lanuensium cit., c. 108 r. 85 Le notizie per questo periodo sono ricavate dai libri A.C. e non dalle Leges. - 39 - l’ufficio è spalleggiato dal doge e dal podestà, che sono tenuti a fornirgli a richiesta l’assistenza dei propri servientes; gli importi delle condanne possono essere riscossi dai sindacatori stessi oppure dai funzionari della curia del podestà. Gli stipendi dei sindacatori sono pagati sulle condanne; nel caso di insufficienza, il denaro viene prelevato su altri fondi, e non saltano gli stipendi, come per esempio capita, in situazione analoga, ai conservatori. Ciò che viene incassato in eccedenza è devoluto alla massaria generale; nel 1413 viene destinato all’ufiicio di moneta, per l’alleggerimento del debito pubblico86. Altra funzione corrente dei sindacatori è quella di raccogliere i depositi affluenti ad alcune curie di giustizia. Ad essi giungono almeno un tipo di deposito della curia podestarile (quello unius denarii pro libra) e i depositi della curia dei consoli della ragione, sulla cui amministrazione i sindacatori esercitano un controllo particolarmente attento. In alcuni casi anche i salari di tali consoli passano per le mani dei sindacatori (A.C., 175). Al 1413 risale l’obbligo di inviare, due volte l’anno, due uomini di fiducia e uno scriba a controllare in loco vicari e podestà87. Nel medesimo anno è già in uso una cassetta destinata a raccogliere le denunce anonime. Come si vede, si tratta di una magistratura molto incisiva nella vita pubblica genovese. Il controllo su tutti i funzionari si concretizza vistosamente in un libro, redatto in due esemplari, nel quale sono riportati i nomi di tutti i funzionari dell’anno ed i giudizi motivati sul modo in cui ciascuno ha adempiuto il rispettivo dovere. Una copia deve essere custodita nella sacrestia di San Lorenzo e l’altra presso l’ufficio stesso. Del testo può essere data pubblica e solenne lettura, su semplice richiesta, in pieno consiglio delle caleghe. Ufficio dei salvatori del porto e del molo. I salvatores portus et moduli sono una delle magistrature più antiche tra quelle di cui ci occupiamo. Forse non con questo nome88, ma certamente già con i compiti basilari con cui li vediamo agire a partire dal 1340, essi esistono nella seconda metà del ’200. Al tempo dei due 86 B.U.G., Leges lanuensium cit., c. 117 r. 87 B.U.G., Leges lanuensium cit., c. 123 v. 88 II Vitale (cit., I, p. 132) pone i salvatores nel mazzo delle nuove magistrature volute dalla riorganizzazione di Simone Boccanegra. - 40 - Oberti, tra il 1270 e il 1286, coloro qui super opere portus et moduli fuerint constituti riscuotono per il finanziamento della propria attività un decimo dei legati destinati a scopi pii89. E non si tratta di niente di nuovo : semplicemente i capitani del popolo girano a beneficio del porto un vecchio obbligo90 che devolveva la percentuale indicata in favore di San Lorenzo; la cattedrale non viene abbandonata: la sua cura, come quella di edificio pubblico di primaria importanza, resta a carico dei responsabili dell’opera del molo. Proprio con questi compiti di fondo vediamo operare i salvatores nel 1340: la loro attività si presenta con un carattere già molto preciso, senza quel procedere sperimentale, quell’andare per approssimazione che si rilevano in altre magistrature più recenti. Del resto non vi è niente di strano nel fatto che un tale ufficio sia sopravvissuto a rivolgimenti politici e a rifacimenti istituzionali: se ce n’è uno indispensabile per la prosperità della Città, tanto legata al porto, e nello stesso tempo puramente tecnico, è proprio questo. I salvatori o, con voce ligure, sabarbarii, sono due, assistiti da uno scriba. La carica è annuale con inizio a marzo. Essi si occupano, nel senso più lato, della pulizia e della manutenzione del porto — con particolare attenzione alla conservazione dei fondali — e dei suoi annessi. Quindi sorvegliano la pulizia della parte della Città che gravita verso il mare, in modo che non solo non vengano effettuate discariche, ma che agenti atmosferici non trascinino sudiciume in acqua; cosi presiedono alla manutenzione di rivi e torrenti91. Curano la riparazione di edifici; sovrinten- 89 Leges cit., coll. 31-32. Un ufficio, residente in un palazzetto detto «del molo», esisteva già dal 1173: doveva essersi venuto staccando, sotto la spinta di nuove necessità, dall’autorità dei consoli, che in origine provvedevano anche per questa materia: N. Calvini, L’opera dei consoli per il porto, in II porto di Genova, Milano 1953, pp. 33-36. Di un salvatore del porto e del molo si ha notizia nel 1281: F. Podestà, Il porto di Genova, Genova 1913, pp. 18-19. 90 Risalente al 1174: H. Sieveking cit., I, p. 31. 91 Gabriele Adorno si preoccupò in particolare di questi aspetti preventivi della cura del porto: Leges cit., coll. 335-336. Anche le norme dei tempi del Boucicault vi dedicano molta attenzione. Per l’attività in genere dei salvatori e dei padri del Comune si veda Statuto dei Padri del Comune della Repubblica Genovese, a cura di C. Desimoni, Genova 1885, introduzione; A. Boscassi, Il magistrato dei padri del Comune, Genova 1912. Per l’assetto urbanistico del porto, oltre al già citato, fonda-mentale lavoro di F. Podestà, si veda E. Mazzino, L’organizzazione urbanistica del - 41 - I. dono al funzionamento dei fari (la Lanterna e quello del molo vecchio). Si è accennato al legame con la cattedrale; in effetti lavori in San Lorenzo sono spesso eseguiti a cura dei salvatori: perfino l’organo viene provvisto a loro spese. Da questi antichi oggetti di cura l’attività dei magistrati tende ad allargare il proprio raggio: spese in diversi edifici pubblici, manutenzione di strade ed offerte in svariate chiese non sono rare; nel 1403 essi inglobano la cura dell’acquedotto. La magistratura, conservando il vecchio nucleo di attività, tende ad estendersi fino a coprire tutta la Città. La nuova importanza richiede un nuovo nome: nascono i patres Comunis, che continuano il lavoro dei salvatores, conservando spesso, almeno nei primi anni, il vecchio nome. Se volessimo indicare l’anno esatto in cui nasce la nuova magistratura, ci troveremmo in grave imbarazzo. Il Desimoni indica il 1403 92, ma il vecchio nome viene usato ufficialmente, da solo, ancora a lungo dopo tale data93. A proposito degli attributi dell’ufficio dei salvatores, bisogna ancora ricordare che anche ad essi non manca — come a gran parte delle magistrature contemporanee — la competenza giudiziaria, almeno tra patroni di natanti che si siano vicendevolmente danneggiati, per qualunque causa, nel porto di Genova. Superfluo rilevare che ad essi spetta infliggere le pene per le trasgressioni a quelle norme di pulizia del porto e della città che rientrano nelle loro competenze. Si tratta dunque di una delle magistrature-chiave della Città e ad essa viene addirittura attribuita una condizione di privilegio in eventuali cause aventi per oggetto gli introiti che le spettano. Tuttavia questo « ministero » tanto importante per Genova non fa parte delle magistrature del Comune, sicuramente fino al 1388 almeno. Esso fa capo all’ammini- porto e del molo di Genova nel Medioevo, in Miscellanea in onore e memoria di Ubaldo Formentini («Memorie dell’Accademia Lunigianese di Scienze G. Capellini», XXXII, 1961), pp. 172-184. 92 Statuto cit., p. 10. Probabilmente si tratta più di un graduale passaggio che di una brusca modifica. 93 I libri conservati nell’Antico Comune arrivano fino all’anno 1408 e sono sempre dei salvatores. Il fondo ha una continuazione fuori dell’Archivio di Stato, con libri analoghi, dei quali il più vecchio risale al 1412-13 ed è un mastro dei salvatores, contraddistinto da questo nome e perfettamente affine a quelli di cui ci occuperemo noi: Archivi storici comunali di Genova, Padri del Comune, Libri di conti, 1. — 42 — , strazione del debito pubblico: è ai visitatori, non ai magistri rationales, che i salvatori presentano il rendiconto al termine dell’anno di carica 94. Il particolare è degno di nota: il magistrato che manda avanti porto, cattedrale e strade non è comunale, ma risponde delle proprie azioni alle compere. Il fatto può avere più di una spiegazione. Esso potrebbe essere una conseguenza dell’antichità della magistratura, i cui funzionari cominciarono a rendere conto ai visitatori, quando questi ultimi rappresentavano ancora una delle massime cariche del Comune; l’estraniarsi dei visitatori dal Comune, per restare legati all’amministrazione del debito, potrebbe non aver comportato lo stacco dei salvatores. Ma l’interpretazione non soddisfa in pieno. Forse, al di là dell’ipotesi generica che i comperisti vogliano avere la sicurezza assoluta del buon funzionamento della principale fonte di ricchezza cittadina, la spiegazione potrebbe stare in uno studio minuzioso delle entrate dell’ufficio. Gabriele Adorno assegna a suo favore la metà del gettito delle condanne pecuniarie incassate dalla curia podestarile in cause di pacificazione ed i proventi spettanti al Comune delle case chiuse di Castelletto9S. Ma non basta certo; oltre al deceno di cui si è detto, l’ufficio gode del reddito di numerose proprietà, nonché di alcuni cespiti tributari e degli introiti di molte condanne%: queste ed altre entrate, identificabili nei nostri libri, andrebbero studiate, in modo da controllare se la gran parte di esse non provenga da fonti ormai finite in mano ai comperisti: è naturale che chi paga voglia anche il controllo. Massaria della darsena. Con il termine darsena a Genova, nel Medioevo, si intende uno specchio d’acqua ben cintato, accessibile dal mare, atto a fornire alle navi un ricovero particolarmente sicuro. Un tale « porto interiore » è connaturato con un’intensa attività di scali e cantieri, e probabilmente qualcosa del genere si ebbe fino dal termine del secolo XIINotizia precisa di erezione 94 Gabriele Adorno rende obbligatorio il rendiconto per i salvatores, ma non specifica chi sono i revisori: Leges cit., col. 335. Ciò che affermiamo si deduce dai libri A.C., 66, 73, 78, 81, 82. I salvatori figurano nelle sentenze dei rationales solo quando sono stati incaricati di qualche lavoro eccezionale, per il quale hanno ricevuto un finanziamento straordinario. 95 Leges cit., col. 336. 96 Statuto cit., pp. XXVIII, XXIX; H. Sieveking cit., I, pp. 136-137. 97 Annali genovesi cit., I, p. 73. - 43 - di una darsena si ha per il 1276 98: da allora essa subisce varie vicende, legate alle lotte interne cittadine, vicende che ne confermano l’importanza. Nel secolo XIV sembra si possa parlare già di due darsene (cosa che sarà ben chiara e documentata in età moderna)99: a meno che la darsena nuova, prossima alla porta dei Vacca, non sia sostitutiva di quella vecchia. La darsena cui si riferiscono i nostri libri sembrerebbe la nuova o, forse, rinnovata. La funzione dell’opera è essenzialmente il ricovero per le navi in disarmo (particolarmente nel periodo invernale) e per il loro riattamento. A questo punto sorge il quesito di quali navi vi siano ospitate: quelle « di stato », ben poche a Genova? Quelle di privati, appaltate al Comune e bisognose di lavori? Quelle di qualunque privato?100 II problema non sarà di facile soluzione, perché la documentazione disponibile è scarsa. La stessa ordinaria amministrazione non è chiara: sebbene riguardi forniture e lavori navali, non si tratta certo di operazioni esclusive di questa sezione. Imponente è invece il materiale contabile che si riferisce ai lavori nella darsena: emerge un’opera curata, saldamente difesa alla bocca d’accesso, evidentemente considerata elemento cittadino importante. Anche il governo dell’insieme è sfuggente. A metà Trecento sembra di scorgere un’amministrazione autonoma retta da due massari. Ma si tratta realmente di funzionari ordinari, o abbiamo davanti amministratori occasionali, resi necessari da qualche evento eccezionale? Anche 1 'officialis che compare nel 1421 non illumina molto. Ciò che è certo è che questo prezioso elemento del porto fa capo ai salvatores·, essi rivedono i conti dei massari e ne sottopongono i libri agli organi superiori di controllo. 98 Annali genovesi cit., IV, p. 178: si comincia a costruire la darsena presso il molo, nel luogo detto « Fontanella ». 99 F. Podestà cit., pp. 247-249, per tutte queste notizie. ìoo Nel secolo XVI i Doria tenevano nella darsena, durante lo sverno, i vogatori forzati e gli schiavi, che naturalmente non potevano licenziare: E. Marengo - C. Manfroni - G. Pessagno cit., p. 457. - 44 - Ufficio di guerra. E la magistratura che presiede alla vita militare del Comune genovese: non tanto alla difesa passiva del territorio, affidata al sistema castrense, quanto alle operazioni attive. E, come la guerra non è un fatto costante, cosi questo ministero è saltuario. Una pratica di questo tipo è usuale nella vita del Comune genovese: nel 1211 troviamo otto nobili con speciali incarichi di natura militare101; il consiglio di Credenza, magistratura di guerra e di marina (ma anche con competenze più vaste) istituita nel 1282 e composta di 16 « savi », ha carattere temporaneo m. Sappiamo dell’esistenza di cinque officiales guerre per il 1332, ma l’istituto ha carattere precario; lo stesso si dica per Yofficium guerre pro armandis 29 triremibus del 1346 103. La stessa documentazione dell’Antico Comune è scarsa, anche per i periodi in cui, per altre magistrature di rilievo, la successione dei libri conservati è regolare. Dai pochi pezzi che abbiamo è evidente che, intorno alla metà del ’300, Yofficium guerre non ha un carattere stabile, ma entra in funzione in caso di necessità: in questo periodo è frequente, più che il nome generale, quello specifico delPavvenimento bellico in corso (per esempio, officium guerre Venetorum et Catalanorum)·, non incontriamo un’organizzazione militare fìssa, ma spedizioni via via poste in essere, sotto la spinta degli eventi. Anche più avanti nel tempo, però, contrariamente a quanto si rileva per altri officia, non si ha l’impressione che questo organismo si stabilizzi e prenda netta fisionomia. Vero è che intorno al 1360 l’espressione officium guerre assume un valore generale, senza ulteriori specificazioni, ma esso continua a occuparsi di volta in volta di singoli punti nevralgici. Venti anni dopo, superato un periodo di silenzio, ritroviamo un novum officium e lo vediamo funzionare con insolita organicità per un triennio (A.C., 222-225), per poi perderne da capo le tracce. Ma quali sono le mansioni di un ministero dal nome cosi generale e di spicco? Che funzione ha, tenuto anche presente il pullulare di funzionari vari con mansioni militari in caso di guerra, come vedremo esaminando più da vicino gli armamenti terrestri e marittimi? In base ai nostri registri, questo ufficio agisce come una normale magistratura finanziaria e 101 Annali genovesi cit., II, p. 117. 102 Annali genovesi cit., V, pp. 25, 114; G. Caro cit., II, pp. 21-22. 103 A.S.G., Magistrali dal W2 in 1528 cit., alle voci Balie, Guerre, Pacificatores. - 45 - di controllo, che si occupa, sia pure molto dall’alto, dei rifornimenti, del pagamento di armati, insomma dell’« economia domestica » di spedizioni militari. La differenza rispetto ai funzionari stipendiariorum o galearum sembra consistere unicamente nella prospettiva più alta, che porta ad abbracciare e verificare un numero di elementi maggiore, ma sempre dello stesso tipo. Ciò è in parte vero: gli officiales guerre sono senza dubbio dei grandi provveditori e controllori che, dal vertice di una piramide organizzativa, dominano l’insieme di una o più spedizioni, terrestri o marittime. Ma inevitabilmente deve esserci dell’altro. La conoscenza di dati globali di interesse militare (come la consistenza e la destinazione dei finanziamenti) costituisce di per sé una nozione di rilievo politico e strategico; in un caso di questo genere funzioni semplicemente esecutive, se abbastanza ampie, possono assumere grande rilievo per la vita della cosa pubblica. Non occorre nemmeno pensare a spedizioni belliche vere e proprie, ma anche solo alla situazione interna di una città teatro di incessanti lotte di fazione. Forse la rarità con cui compare un officium guerre, la resistenza a dargli una fisionomia definita, la preferenza per la creazione di molti semplici esecutori e cassieri con mansioni limitate nel tempo e nell’importanza sono dovute alla potenziale pericolosità di un regolare ministero che presieda agli armamenti. Forse il doge preferisce demandare, in caso di necessità, incarichi temporanei, piuttosto che delegare stabilmente alcuni poteri. Più di un elemento indicativo denuncia la natura speciale di questo settore. Dopo le novità istituzionali del 1339-40, il controllo degli armati rimane in mano al doge l.: 1353. Frammento di mastro di identificazione incerta. Probabilmente è dell’ufficio dei magistri rationales·, cc. 165 r. - Π1 v.\ 1353. Frammento di mastro dell 'officium guerre. 3. 1345. Cm. 31x42; cc. I-CLII; inserti alla c. LVII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Pur nella classica struttura a partita doppia, è uno dei mastri meno eloquenti, sia perché le registrazioni sono molto sintetiche, sia perché la contabilità non è sempre perfezionata. 4. 1348. Cm. 30x41; cc. XXV-CCXXXX; legatura seriore in pergamena rinforzata. 5. 1349-1354. Cm. 30x41; cc. CLXXXXV; inserti alla c. CXV; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mcccxxxxviiii, die x iulii. Cartularium creditorum comunis lanue compositum per Iohannem de Paverio notarium, ex ordinatione regulatorum comunis lanue, in quo cartolario scriptum est per ordinem persone recepere debentes et solutiones eisdem facte. II libro ha una fisionomia a sé e, pur essendo stintamente collegato con l’amministrazione finanziaria del Comune, è un pezzo unico. E’ il risultato della fatica di Gio - 100 - vanni de Paverio — già massaro generale, qui omnia négocia et debita comunis lanue habet per manibus et in mente — che si è offerto, sponte et gratiosse, ma conseguendo l’incarico ufficiale, di compilare un registro di tutti i creditori del Comune e degli importi che ad essi vengono corrisposti. Gli elenchi dei creditori sono ripartiti in sei gruppi e la materia è inquadrata in partita doppia. Un conto riepilogativo della situazione finanziaria apre la contabilità. All’inizio, assieme alle disposizioni ufficiali che avallano il lavoro di Giovanni de Paverio, è riportato un bilancio preventivo (naturalmente con entrate e uscite) per la spesa ordinaria. 6. 1354. Cm. 30x40; cc. I-CLXVIII, CLXXXXIII-CCXVI (mancano alcune cc. finali, almeno fino a c. CCL); inserti alle cc. LVII, CVIIII, CLVIII, CLXI, CCX, CCXIII, CCXV; copertina di cartone spaccata sulla costola; stato di conservazione mediocre. A c. I: mcccliiii. Cartularium massarie generalis comunis lanue dicti millesimi, exi-stentibus massariis Cristoforo Pilavicino et Iovanocio Perono, in quo quidem continetur introytus et exitus dicte massarie et tam provisionis domini nostri domini Mediolani et cetera, compere Venetorum, quam etiam aliarum expensarum et avariarum factarum et flendarum pro regimine civitatis lanue et districtus. Et cum eis scriba Andrio-lus de Finario notarius. (S.T.) Andriolus de Finario notarius scripsi. 7. 1356. Cm. 31x41; cc. I-CCLXVI, CCLXXXVII-CCCXXXVI, CCCXXXXI-DIIII, DXXVIIII-DLII, altre 4 cc. cui manca l’angolo cartolato (le ultime due, in base ai rimandi, risultano essere DLXXVIII e DLXXVIIII); inserti alle cc. VIIII, LXXXXI, C, CLXXI, CLXXXXIIII, CCXXIIII, CCXXXXI, CCLXXXXVII, CCCLXVI, CCCLXXI, CCCLXXXI, CCCLXXXVIIII, CCCCXVII, CCCCXVIIII, CCCCXXVII, CCCCXXXX, CCCCXXXXII; legatura seriore in pelle marrone con rinforzi fissati mediante tenie di pelle chiara. 8. 1357. Cm. 31x42; cc. II-XXIII, XXV-CCXXXVIIII; inserti alle cc. V, XVII, XVIII, XX, XXXVI, LXXXXIIII, CXXXVI, CXXXVIIII, CLIIII, CLXXVI, CLXXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. 9. 1355, 1360, 1362, 1363, 1365-1368. Cm. 30x41; cc. 3,-163 (cartulazione moderna, a matita, che omette le cc. bianche); inserti alle cc. 79, 87; legatura seriore in pergamena rinforzata; miscellanea di fascicoli, e anche di singole cc., eterogenei. Si segnalano, per maggior mole e per sicura attribuzione, i seguenti spezzoni: cc. 4 r., 54 r. -l'ir.: 1366. Frammenti di mastro dell’ufficio della massaria generale del Comune; cc. 105r-121 v., 123 r. -133 r. : 1360. Frammenti di mastro dei ferratici del Comune, condotto con metodo contabile misto. La materia è ormai di competenza dell’amministrazione del debito pubblico. Gli altri spezzoni, attribuibili al 1355, 1362, 1363, 1365-1368 (senza alcuna pretesa di — 101 — esattezza, data la frammentarietà dei conti, che possono anche appartenere a strascichi contabili invece che all’effettiva gestione), concernono l’amministrazione del debito pubblico, soprattutto quella di compere di identificazione molto dubbia. 10. 1364. Cm. 29x39; cc. I-CCXIIII, altre n.n. bianche; inserti alle cc. LXX, CI, CXV, CLVI, CLXVI, CLXXII, CCXIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata; la c. I presenta rosicature in corrispondenza dell’intitolazione. A c. I: CartCularium ...]1 dare [...]2 debere pro dicto officio E.. .33 Marco, notario et scriba cum eis Triadano de Podio notario, factum ad honorem Dei et beatissime Marie semper virginis et tocius curie celestis, amen. 11. 1365-1367. Cm. 23x31; cc. I-LXXXXIIII; inserti alle cc. II, IIII, XXXXVI, LV, LXXV, in fondo. In copertina: mccclxv. Cartularium masarie Conradi Canis et cetera. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ il mastro di entrate e uscite in partita doppia di una amministrazione con competenza limitata, che si occupa, sovente su commissione del doge o dell’ufficio di guerra, di forniture alimentari e tecniche (di tipo spicciolo: serrature, legna, fanali, vela per il lembo di custodia), destinate a fortificazioni della Città o della Riviera. Molto probabilmente appartiene all’ufficio dei vicedogi. 12. 1366. Cm. 30x41; cc. I-CCXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: In Christi nomine, mccclxvi, die prima septembris. Cartullarium introytus et exitus massariorum generallium comunis lanue anni presentis de mccclxvi, exi-stentibus massariis dominis Iohanne Picho et Iohanne Erminio et scriba Leonardo Baroso notario. 13. 1366. Cm. 24x37; cc. I-XXXXVIII, 1 fase. n.n. bianco; inserti alle cc. I, VI, XXVIII, XXXII, XXXX. In copertina: mccclxvi. Dominorum Iohannis de Spigno et Conradi de Opicis de Monella. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ simile al n. 11 e probabilmente appartiene all’ufficio dei vicedogi. Le spese sono soprattutto per missioni di nunzi in varie parti del distretto e per lavori nel palazzo ducale. 14. 1370, 1394, 1396, 1399. Cm. 30x41; cc. 1-241 (cartulazione moderna, a matita, che omette le cc. bianche; inserti alle cc. 6, 16, 28, 29, 103, 133, 240; lega- 1 [Cm. 15]. 2 [Cm. 2,4]. 3 [Cm. 12]. - 102 - tura seriore in pergamena rinforzata; miscellanea di fascicoli, e anche di singole cc., eterogenei. Si segnalano, per maggior mole e per più sicura attribuzione, i seguenti spezzoni: cc. 1 r. -79 v.: 1370. Frammento di mastro della compera del sale; cc. 102 r. -138 v.: 1394. Frammento di mastro dell’ufficio dei visitatori del Comune e del capitolo; cc. 139 r. - 223 v. (con l’eccezione della c. 194): 1396. Frammento di mastro deU’ufficio dei magistri rationales·, cc. 225 r. - 226 v.\ 1399. Frammento di mastro dell’ufficio dei salvatori del porto e del molo; cc. 227 r. - 241 v.: 1399. Frammento di mastro di identificazione incerta. Probabilmente è dei visitatori del Comune e del capitolo. 15. 1377. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXXVIII; inserti alle cc. UH, LXVIIII, CCLIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: [m]ccclxxvii. Introitus et exitus massariorum generalium comunis lanue, scriptum per me notarium infrascriptum, existentibus massariis dominis Anthonio Ganducio et Francisco de Ancona. Quilicus de Naa de Sexto notarius. 16. 1382. Cm. 30x41; cc. I-CCCXXXXII, CCCLV-CCCLX; inserti alle cc. CLXII, CLXIII, CLXV; legatura seriore in pelle marrone rinforzata; stato di conservazione mediocre; le prime 3 cc. mancano per la maggior parte. 17. 1385. Cm. 29x41; cc. I-CCCXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclxxxv. Cartularium massarie dominorum Gregorii Squarzafici et Nicolai Iustiniani, scriptum manu mei notarii infrascripti et scribe dicte massarie. Quilicus de Naa de Sexto notarius. 18. 1386. Cm. 30x41; cc. I-CCLXX; legatura seriore in pelle marrone rinforzata. A c. I: ^ In Christi nomine et beate virginis Marie, amen. Millesimo ccclxxxvi. Cartularium officii dominorum Clementis de Prementorio et Branchaleonis de Gri-maldis, massariorum generalium comunis lanue, existentibus eorum scriba Iacobo de Monellia notario, pro magnifico et excelso domino domino Anthonio Adumo, lanue duce et cetera. Populus. Iacobus Nicolai de Monellia notarius. 19. 1388. Cm. 30x41; cc. I-CXXXXIII, CXXXXV-CCXXXVIIII; inserti alle cc. XXXX, XXXXVIII, LXXXI; legatura seriore in pergamena rinforzata; stato di conservazione mediocre. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia con i conti ordinati alfabeticamente e probabilmente appartiene al- — 103 — l’ufficio dei salvatori del porto e del molo. Il movimento di denaro è un po’ ridotto rispetto a quello usuale di questa magistratura, ma vi sono alcune spese (salari, olio per i fari del porto) che normalmente spettano a tale ufficio. 20. 1388. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXVIII; inserti alla c. XI; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: 4« In Christi nomine et beate virginis Marie, amen. mccclxxxviii, die * * *. Cartularium officii dominorum Gotifredi Cibo et Richini de Boliasco, massariorum generalium comunis lanue, existente eorum scriba Nicolao de dominis de Paxano notario, pro magnifico et excelso domino domino Anthonioto Adurno, Dei gratia Ianuensi duce et cetera. Populus. Nicolaus de dominis de Paxano notarius. 21. Dopo il 1396. Cm. 21 x 30; cc. 48 n.n. (scritto per una decina di cc., all’inizio); legatura seriore in pergamena rinforzata. Contiene una contabilità debet-recepimus con rimandi (probabilmente in partita doppia), troppo esigua per poter dire a quale amministrazione appartenga questo fascicolo sciolto. 22. 1391. Cm. 29x41; cc. I-CCVII, alcune n.n. bianche; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: Hoc est exemplum cartularii massarie comunis lanue in Peyra, scriptum et exemplatum manu mei notarii infrascripti et tunc massarie predicte scribe. >i< In nomine Domini, amen, mccclxxxxi, die xvm octubris. Cartularium introytus et exitus massarie comunis Ianue in Peyra, existentibus massariis nobillibus et prudentibus viris dominis Dagnano Spinulla et Nicolao de Marcho et eorum scriba Ber-nabove de Groto notario, ellectis et ordinatis per egregium et potentem virum dominum Nicolaum de Zoalio, honorabilem potestatem Peyre et lanuensium in imperio Romanie, et eiusdem prudentem consilium octo Ancianorum. Populus. Bernabos de Groto, notarius et dicte massarie scriba. Non concerne 1’usuale materia di questo gruppo, ma è uno splendido esemplare di amministrazione d’Oltremare. Si tratta di un classico mastro in partita doppia, con i conti disposti alfabeticamente, relativo all’amministrazione di Pera e, almeno in parte, a quella di altri centri genovesi, come Licostomo e Sinope. Contiene introiti e spese. I primi provengono, tra l’altro, dalla vendita di gabelle, dal commercio di granaglie, da condanne pecuniarie. Le seconde sono motivate da forniture militari, dall’andamento amministrativo della colonia (per esempio stipendi di funzionari, affitto di edifici, fabbrica di un mulino), da ambascerie, da interessi passivi. I conti sono molto dettagliati e forniscono abbondanza di dati e notizie. La gestione dura un anno, con qualche strascico limitato. 23. 1395. Cm. 29x41; cc. I-LXXI, LXXIII-CCXXXX; inserti alle cc. VIII, VIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. - 104 - Ac. I: In nomine Domini, amen, mccclxxxxv. Ad honorem Dei, beate Marie sem-per virginis et tocius curie celestis, amen. Cartularium massariorum generalium comunis lanue anni ut supra, existentibus massariis dominis Simone Cigalla et Peregro Tarigho, scriptum manu mei notarii infrascripti. Anthonius de Ponte notarius. 24. 1398. Cm. 29x41; cc. I-CCXXXX; inserti alle cc. XXIIII, LXXXXIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: MCCCLXxxxvin. Cartularium massariorum generalium comunis Ianue, scriptum manu mei notarii infrascripti, existentibus massariis dominis Sorleone Lecave-lum et Thoma de Fornariis draperio. Quilicus de Naa notarius. 25. 1400. Cm. 29x41; cc. I-CCXVI; inserti alla c. XXXVIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I, di mano secentesca: 1400. 1699, die 10 novembris. Cartularium introitus et exitus massariorum communis Ianue modo inventum. 26. 1402. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXXVIIII; inserti alle cc. XXVII, XXVIII, LII, CXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: MCCCCii, die prima marcii. Cartularium introytus et exitus massariorum generalium comunis Ianue anni presentis, scriptum manu mei notarii infrascripti, existentibus massariis dominis Thobia Lomelino et Raphaele Iustiniana olim de Monelia, scriba vero cum eis me notario iam dicto. Populus. Dominicus de Pagana notarius. 27. 1402-1406. Cm. 29x41; pp. 1-426 (paginazione moderna, a matita, che omette le pp. bianche); inserti alle pp. 100, 178, 188, 214, 235, 267, 319; legatura seriore in pergamena rinforzata; miscellanea di fascicoli, e anche di singole cc., eterogenei. Si segnalano, per maggior mole e per più sicura attribuzione, i seguenti spezzoni: pp. 1-58, 63-76, 84-89, 97-116, 137-138: 1402. Frammenti di mastro dell’ufficio dei magistri rationales·, pp. 117-134: 1403. Frammento di mastro di una compera di identificazione incerta. Probabilmente si tratta di quella del sale; pp. 139-152: 1404. Frammento di mastro della massaria delle condanne del Comune; pp. 155-156, 172-198, 224-240, 254-373, 379-390: 1405-1406. Frammenti di mastro dell’ufficio dei magistri rationales. Si veda anche al n. 31. Gli altri spezzoni, risalenti ai primissimi anni del secolo come quelli segnalati nei particolari, concernono l’amministrazione del debito pubblico, soprattutto quella di compere di identificazione molto dubbia. - 105 - 28. 1404 Cm. 29x41; cc. 1 mancante dell’angolo cartulato, bianca, III-CCXXXXI; inserti alla c. CLXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. 29. 1403. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXXVIII; inserti alla c. LVII; legatura seriore in pergamena rinforzata; intitolazione illeggibile per rosicature. A c. I: >ï» mcccciiii, die vili augusti. Presentatum fuit officio magistrorum rationalium comunis Ianue per Dominicum de Pagana notarium. 30. 1405. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Ad:* mccccv, die prima martii. Cartularium introytus et exitus massariorum generalium comunis Ianue anni presentis, scriptum manu mei notarii infrascripti, existentibus massariis dominis Cataneo de Vivaldis et Bartholomeo de Ricobono, scriba vero cum eis me notario iam dicto. Rex dominus Ianue. Dominicus de Pagana notarius. 31. 1405-1412. Cm. 29x41; pp. 1-354 (paginazione moderna, a matita, che omette le pp. bianche); inserti alle pp. 145, 151, 353, in fondo; legatura seriore in pergamena rinforzata; miscellanea di fascicoli, e anche di singole cc., eterogenei. Si segnalano, per maggior mole e per più sicura attribuzione, i seguenti spezzoni: pp. 3-44, 68-119, 136-171: 1405-1406. Frammenti di mastro dell’ufficio dei magistri rationales. Si veda anche al n. 27; pp. 200-212, 347-353: 1407. Frammenti di mastro della massaria di Famagosta; pp. 320-339: 1409. Frammento di mastro della massaria delle condanne del Comune. Gli altri spezzoni, compresi tra gli anni 1405-1412, concernono l’amministrazione di compere di identificazione molto dubbia. 32. 1407. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXXVIII; inserti alla c. LXXXXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: Mccccvn, die prima marcii. Cartularium introytus et exitus massariorum generalium comunis Ianue anni presentis, scriptum manu mei notarii infrascripti, existentibus massariis dominis Iohanne Grillo et Petro Rasperio draperio, scriba vero cum eis me notario iam dicto. Rex dominus Ianue. Dominicus de Pagana notarius. 33. 1411. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXXVIII. A c. I: [mccccxi], die prima martii. [Cartularium] massarie generalis illustris et magnifici comunis Ianue et ipsius [massa]rie, existente scriba me notario infrascripto. - 106 - Commune Ianue. Georgius Stella notarius. Massarii dicti Comunis egregii et honorandi viri Thomas de Furnariis et Ludovicus Salvaigus quondam Melchionis. I conti non sono molto numerosi, soprattutto quelli delle entrate. Molte raciones non sono chiuse. In cambio si trovano abbondanti particolari nella illustrazione delle voci di spesa. Come il n. 36, tenuto sempre dall’annalista Giorgio Stella, questo libro è chiaramente dovuto a un uomo più interessato alle vicende contemporanee che esperto di contabilità. 34. 1412. Cm. 29x41; cc. XXV-LIIII, altre n.n. bianche; inserti alle cc. XXXI, XXXVIII, L; legatura seriore in pergamena rinforzata. 35. 1415. Cm. 25x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alla c. IIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccccxv. Cartularium massarie Iohannis de Sarzana notarii et socii. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Le scritture sono poco dettagliate, in particolare per ciò che si riferisce alle causali; il movimento di denaro non è abbondante. E’ il libro di una amministrazione con competenze limitate e attenta soprattutto a lavori in edifìci pubblici. Probabilmente appartiene all’ufficio dei vicedogi. 36. 1418. Cm. 30x41; cc. I-CCXXX; CCLXV-CCLXXXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: Iesus. Mccccxvm, die vini maii. Liber massariorum generalium illustris comunis Ianue de anno predicto, existentibus ipsius Comunis massariis generalibus circumspectis et honorandis Antonio Cataneo quondam domini Octoboni militis et Bar-tholomeo de Boliasco quondam Richini, et cum eis existente notario me Georgio inferius hic scripto. Georgius Stella notarius. E’ un mastro di sole uscite in partita doppia. Si veda ciò che è detto al n. 33. 37. 1432. Cm. 29x41; cc. I-CCCLXXXI; CCCCXXX-DXXV; legatura seriore in pelle marrone rinforzata; intitolazione illeggibile per rosicature. 38. 1438-1439. Cm. 23 x33; cc. I-CLXVI, CLXVIIII-CLXXXXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: >i< mccccxxxviii et xxxvrai. Cartullarium sive librum massarie comunis Ianue, gubernatum per Simonem de Bozollo massarium. La gestione inizia a novembre 1438 e termina all’ottobre successivo. - 107 - 39. 1438. Cm. 21x29; cc. I-CXXXXIIII. A c. I: >i« Iesus. mccccxxxviiii, die ***. Cartullarium sive librum massarie comunis Ianue, gubernatum per me Simonem de Bozollo, massarium dicti Comunis, pro mutuo de libris XXXX. La gestione inizia a gennaio e termina a dicembre. 40. 1442. Cm. 25x33; cc. 2 n.n., I-LXXXXIIII (da c. XXI è bianco); inserti alla c. XX. Alla I c.: >ï« mccccxxxxii, die primo februarii. Cartularium venerandi officii Saone, videlicet Branchaleonis Marufi, Batiste de Flischo de Caneto, Dimitri Catanei et Augustini de Fornariis, et scriptum per me Augustinum preditum, a supradito tempore citta massarium. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia déll'officium super agendis Saone per il periodò da febbraio a luglio 1442. L’ufficio, che nel novembre seguente si dirà venerabile in contrapposizione a quello novìter electum, impiega la maggior parte delle proprie disponibilità per pagare lo stipendio dei tre castellani di Savona e dei loro uomini. 3. Massaria pro armamentis Communis. 41. 1366-1367. Cm. 23x31; cc. I-LXXII; inserti alle cc. V, X. A c. I: mccclxvi, die xvm madii. Cartularium masarie Conradi Canis prò racione veretonorum comunis Ianue inceptum die xvmi madii. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, relativo a una fornitura di verrettoni destinati a tutto il Dominio. 41 a. 1409. Cm. 22x29; cc- I n.n., I-XXVI, altre n.n. bianche. In copertina: mccccviiii. Georgii Spinulle et socii. E’ un mastro di entrate e uscite tenuto in un’accurata partita doppia. Malgrado la laconicità delle motivazioni, sembra riepilogare una gestione straordinaria di carattere bellico concentrata nel settembre 1409 e nella quale sono coinvolte — tra l’altro — le fortificazioni cittadine, le galere di guardia e le condotte in Città di uomini dall’Oltregiogo. - 108 — 4. Debitores communis Ianuae. 42. 1398-1399. Cm. 22x30; cc. III-XXII (manca almeno un fase, finale); stato di conservazione cattivo: un buco centrale interessa tutte le cc.; copertina anteriore in parte mancante; copertina posteriore mancante. In copertina: «ï« mccclxxxxviii. Contiene la trascrizione ufficiale, autenticata da notai, di conti intestati a Nicolò Nata, esattore dei crediti del Comune. I conti sono ricavati dal libro dell’ufficìo di moneta del 1397, da quello relativo a un mutuo di 40.000 fiorini (che precedette un corrente mutuo di 60.000 fiorini) del 1398 e dal mastro dello stesso anno esistente presso l’ufficio camere abbatum et patrum Comunis. 43. 1466. Manca. 5. Magistrorum rationalium introitus et exitus. I libri di questo gruppo si riferiscono alla gestione finanziaria del Comune ed hanno la forma di mastri molto dettagliati, simili per impostazione a quelli della massaria generale. Come questi ultimi, sono tenuti in una partita doppia ormai esercitata e ben posseduta, anche se talvolta non è perfezionata (ad esempio, per qualche conto può mancare l’indicazione del totale delle due sezioni od il riporto a nuovo del suo saldo). Le registrazioni delle entrate e delle uscite sono distribuite tra un gran numero di conti, disposti generalmente in ordine alfabetico; le radones di maggior importanza, che precedono sovente le altre, sono quelle aperte al Comune e anche ai suoi massari, ossia ai tesorieri principali. L’esistenza di una verifica contabile a posteriori, eseguita sulle contropartite dello stesso mastro o mediante un confronto con i libri dei massari, è dimostrata dalla sbarratura dei conti, che però non è sempre tracciata; a volte ne restano esclusi proprio i conti principali, che sono anche quelli di natura più complessa. Dopo la serie delle raciones, si trovano di frequente registrazioni di natura non contabile, ma attinenti a questioni economico-finanziarie, ad - 109 — esempio dichiarazioni relative all’amministrazione di questo o quel magistrato. Ogni libro si riferisce ad un periodo che corrisponde alla durata in carica dei rispettivi magistri rationales·, per lo più un anno, dal marzo al febbraio seguente. Di ciascun esercizio si registrano sia le entrate per cui sorge il diritto ad esigerle, sia le spese per cui si sanziona l’obbligo di pagarle, sia i residui attivi e passivi degli esercizi precedenti; le riscossioni ed i pagamenti effettivi possono aver luogo anche in tempi successivi alla fine della gestione, in conseguenza di ritardi nella scritturazione o di rettifiche posteriori. Gli sconfinamenti cronologici sono frequenti specialmente per gli stipendi, che vengono accreditati anche prima o dopo la loro maturazione, ossia a scadenze non corrispondenti al periodo di lavoro effettivamente svolto. Il legame tra le successive gestioni, che rivela l’aspirazione a fornire con questi registri un quadro generale della situazione finanziaria del Comune, è rappresentato dall’inserimento in ciascun mastro dei crediti e dei debiti residui degli esercizi precedenti e dall’analogo trapasso nei mastri successivi dei conti rimasti aperti al termine della gestione cui si riferisce. Quanto si è detto si attaglia a tutti i libri dei magistri rationales e perciò è data per scontata la descrizione dei singoli pezzi, dei quali vengono indicate solo le particolarità individuali. Possono essere uniti a questo gruppo frammenti dei nn. 2, 14, 27, 31. 44. 1340. Cm. 31x43; cc. I-LXXVIII, LXXXXI-CLXVIII, CLXX-CLXXXX; inserti alle cc. I, XXXXII, LXXXXIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: In nomine Domini, amen, mcccxxxx, [...]1 mensis marcii Cartullarium magistrorum racionalium comunis Ianue, existencium magistri racionalfes] Muruel de Mari et Guillelmus de Cassina, et cum eis scriba Valente M[o]randi de Levanto notario. In dicto cartulario continentur debentes dare et recipere pro racionibus declaratis per dictos magistros racionales. 45. 1342. Cm. 31x42; cc. I-CLXXXXVIIII; inserti alle cc. CXXXVIIII, CXXXXI, CLIU, CLXXVIII, CLXXXVIII, CLXXXX, CLXXXXI, CLXXXXIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mcccxxxxii. Cartularius introytus et exitus comunis Ianue anni de mcccxxxxii, compoitus per [magistros] racionales, existentibus magistris racionalibus 1 [Cm. 0,3]. - 110 - Leonardo de Marinis et M[...]> Erminio, et scriba cum eis Benedictus de Via notarius. 46. 1343. Cm. 31x41; cc. I-CXXXXII, CLXVIII-CLXXXX (da c. LXVIIII è bianco); inserti alle cc. VII, LX, LXIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A. c. I: Mcccxxxxni, die prima aprillis. Cartularium introytus et exitus comunis Ianue anni de mcccxxxxiii, compositum per magistros racionales, existentibus magistris racionalibus Phylippo de Savignonis et Manuele de Cassina et scriba cum eis Nicolao de Fontanegio, notario et cancellario comunis Ianue. 47. 1347. Cm. 31x41; cc. I-CC; inserti alle cc. XXXXVII, LXVIII, CI, CII, CXV, CXXXXI, CLXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mcccxxxxvii. Cartullarium magistrorum rationallium introytus et exitus anni de mcccxxxxvii, existentibus dictis magistris racionallibus Symone de Goano et Dominico de Langasco draperio et scriba cum eis Dominico de Rappalo notario. Et post mortem dicti Dominici de Langasco positus fuit Iullianus Merlus lanerius. 48. 1349. Cm. 31x42; cc. I-CLXXXXII; inserti alle cc. XVIIII, XXXV, CLVIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: Mcccxxxxviin. Cartullarium magistrorum racionalium anni de mcccxxxxviiii, existentibus officialibus Guillelmo de Pinu et Columbo Bestagno et scriba cum eis Dominico de Rappalo notario. 49. 1350. Cm. 31 x 41; cc. I-CLXXXXII; inserti alle cc. XVII, XXI, XXXXVIIII, CVI, CLXXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mcccl, die xxvi iunii. Inceperunt officiare sabato. Cartularium magistrorum racionalium anni de mcccl, existentibus officialibus Andaro de Savignonis et Raffo Erminio et cum eis scriba Iohanne de Fontanegio notario. Et Leonardo Savina sub-cessit ipsi Iohanne die vi octubris. Subscriba Anthonius de Lazaro. Noncius Silvester Bellemanus. 50. 1351. Cm. 31x41; cc. I-CLXXXXII; inserti alle cc. LU, LXXXVIII, C, CXXXXI, CLXXX; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mcccli. Cartularium magistrorum racionallium anni de mcccli, existentibus officialibus Cristoforo de Castro et Leonardo de Olliva et scriba cum eis Dominico de Rappalo notario. 51. 1354. Cm. 30x41; cc. I-CLXXXXII (da c. CLXV è bianco); inserti alle cc. II, XXXII, CLXXXXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. 1 [Cm. 1,5]. - Ili — A c. I: Cartullarium introytus et exitus magistrorum racionallium de mcccliiii, existentibus magistris racionalibus Andalo de Savignonis et Martino de Mauro et scriba cum eis Dominico de Rappalo notario. 52. 1358. Cm. 30x41; cc. I-CCXXXVIII; inserti alle cc. XVIIII, LXVIII, LXXXVII, LXXXVIIII, LXXXXI, CLXXIII, CLXXXIII, CLXXXV, CC, CCXX; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: MCCCLvm. Cartularium introytus et exitus magistrtorum racionallium comunis Ianue, existentibus magistris racionalibus Simone Vignosso et Paulo Osbergerio. 53. 1346. Cm. 31x42; cc. V-CXX, CXXII-CXXXXIIII (da c. XI a c. XXII, da c. LXXVI a c. LXXXXVI, da c. CXV a c. CXXXII è bianco); inserti alle cc. XXVIIII, XXXXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite, tenuto con tecnica contabile mista, dei salvatori del porto e del molo. E’ molto ricco di dettagli. 54. 1364. Cm. 31x41; cc. XXV-CCXXXX; inserti alle cc. XXVIIII, CXVIIII, CLV, CLXV, CC; legatura seriore in pergamena rinforzata. Al termine vi è la copia di una apodixia. 55. 1369. Cm. 30x41; cc. I-CCXXXVIIII; inserti alle cc. X, XI, XXXVIII, LXXVIII, CXXXX, CXXXXVII, CXXXXVIII, CLXXV; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: MCCCLXVnii. Cartularium introytus et exitus magistrorum racionalium anni supradicti, existentibus magistris racionalibus Nicolao Iustiniano et Anthonio Lo-melino. 56. 1373. Cm. 30x41; cc. I-CCXXXVIIII (mancano alcune cc. finali, almeno fino a c. CCXXXXVII); inserti alle cc. Vili, XX, XXVIII, LXVIIII, LXXIIII, LXXVII, LXXXX, CXXXI, CLXI, CLXXXXVIII, CCII, CCIII, CCIIII, CCVII, CCXIII, CCXX, CCXXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclxxiii. Cartularium magistrorum racionalium comunis Ianue anni de mccclxxiii, incepti die prima marcii, in quo scripti sunt introytus et exitus racio-num comunis Ianue, existentibus magistris racionalibus dominis Iohanne de Paverio notario et Novello Lercario et scriba dicti officii Philipo Noytorano notario. 57. 1374. Cm. 30x42; cc. I-CCLXIIII, CCCXIII-CCCXIIII, CCCXXXIII-CCCXXXIIII; inserti alle cc. XXX, XXXI, XXXV, LXVIIII, CVIII, CXVIII, CXXXIII, CXXXVI, CLXXXXVI, CCXIIII; legatura seriore in pergamena rinfor zata. — 112 — c. . mccclxxiiii, die prima mardi. Cartularium magistrorum racionalium comunis anue anni de mccclxxiiii, incepti die prima mardi, in quo scripti sunt introytus et exitus racionum comunis Ianue, existentibus magistris racionalibus dominis Iohanne e Paverio notario et Novello Lercario et scriba dicti officii me Filipo Noytorano notario, confermatus per regulatores Comunis, in quo quidem cartulario scripsit Nicolaus Acornerius notarius, de mandato et voluntate magnifici domini ducis et dictorum dominorum magistrorum racionalium, propter infirmitatem mei dicti Philipi. Populus. Philipus Noytoranus notarius. AI termine sono riportati la formula del giuramento prestato dai due consoli della compera di San Paolo per il 1374 e pochi appunti concernenti Centrata in siervizio di alcuni funzionari. 58. 1384. Cm. 30x41; cc. I-CCCCXXXII; inserti alle cc. VI, Vili, XXVII, XXXII, LIIII, CLXXXXVI, CCXXXXVI, CCLXIII, CCCVIIII, CCCXXXXVIII, CCCLII, CCCLXIII, CCCLXX, CCCLXXVII, CCCLXXXVI, CCCLXXXVIII, CCCCXXIIII; legatura seriore in pelle marrone rinforzata. A c. I: >ï« mccclxxxiiii, die prima marcii. Cartularium magistrorum racionalium su-pradicti millesimi. Eleti fuerunt magistri racionales infrascripti et cum eis pro scribis infrascripti domini: Franciscus Senestrarius et Anfreonus Cataneus qui recesit, et locho ipsius Elianus de Camilla qui recesit, et locho ipsius Franciscus Squarzaficus qui decesit. et in locho ipsius Cosmas de Auria qui decesit, et locho ipsius Bartholo-meus Grillus, qui unaa cum dicto Francisco stetit usque ad finem anni supradicti finiti in kalendas marcii de lxxxv. Georgius de Via notarius et Vincencius Gallus notarius. 59. 1386. Cm. 29x41; cc. I-XXXXVIII, LXXIII-CCCLXXXIIII; inserti alle cc. I, X, XXXVI, CLXXXVIII, CLXXXX, CCLXXXI, CCCXXVI; legatura seriore in pelle marrone rinforzata. A c. I: mccclxxxvi, die primo marcii. Cartularium introytus et exitus officii magistrorum racionalium comunis Ianue anni presentis de mccclxxxvi, existentibus magistris racionalibus dicti officii Raffaele de Casanova notario et Acelino Grillo, et cum eis scriba Anthonius de Paverio notarius, quod quidem cartularium est inchoatum per dictum Anthonium de Paverio. Die vili marcii. Constantinus de Palacio notarius, alter scriba presentis officii nuper ellectus in loco Quilici de Naa, hodie venit ad officiandum ad officium magistrorum racionalium. Die xxini madii. Paulus de Auria, unus ex magistris racionalibus, ellectus et approbatus in loco Acelini Grilli, venit hodie ad officiandum ad offidum magistrorum racionalium. Populus. Anthonius de Paverio notarius. Mccccini, die xv aprilis. Presens cartularium est cassum et balancium tocius cartu-larii est registratum in isto in ccclxxviii. - 113 - 8 60. 1388. Cm. 29 x 41; cc. I-CLXVIII, CCXVII-CCXXXX, CLXVIIII-CLXXXXII, CCXXXXI-CCCXXXXIIII, resti di 2 cc. in gran parte mancanti; inserti alle cc. VIIII, XII, XXXIIII, LXX, LXXVI, LXXVIII, LXXXVI, CHI, CXIII, CXXV, CLIIII, CCLXXIIII, CCLXXXX, CCCXXI; legatura seriore in pergamena rinforzata; stato di conservazione cattivo nell’ultimo terzo del libro per guasti da umidità e parziale mancanza di alcune cc. A c. I: mccclxxxviii, die primo marcii. Cartularium introytus et exitus officii magistrorum racionalium comunis Ianue anni presentis de mccclxxxviii, scriptum seu inchoatum manu mei Antonii de Paverio, notarii et scribe dicti officii, existentibus magistris racionalibus dominis Georgio Gentile et Filipo Donato et cum eis scribis Anthonio de Gavio et Anthonio de Paverio notario. Georgius Gentilis, Filipus Donatus magistri racionales. Anthonius de Gavio notarius et Anthonius de Paverio notarius scribe dictorum. Populus. Anthonius de Paverio notarius. Balandum huius libri est in isto in cccxxii. 61. 1395. Cm. 30x42; cc. I-CCLXXXX, CCCXI-CCCXII; inserti alle cc. VII, XXXII, LVII, CXXXVII, CLXXXX, CCLXXXI; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: >i< Millessimo ccclxxxxv, die x a[pril]is. Cartularium introytus et exitus officii dominorum magistrorum racionalium anni de mccclxxxxv, existentibus magistris racionalibus comunis Ianue dominis Iohane de [Canlzelleriis et Petro Iustiniano, fillio Raffaelis, olim de Garibaldo, et cum eis scribis infrascriptis Lodisio de Andoria et Antonio de Bennato notariis. Nell’usuale struttura, contiene un maggior numero di dettagli rispetto agli altri libri: ad esempio, comprende la trascrizione dei documenti giustificativi delle scritture e gli elenchi degli stipendiarii i cui salari vengono registrati globalmente. 6. Magistrorum rationalium debitores. Restano solo quattro libri riepilogativi dei debitori dei magistri rationales o meglio del Comune, come era inteso dai contemporanei. Di tali registri, scaglionati a molti anni di distanza, tre sono qui catalogati correttamente in base alla loro natura; il quarto è inserito nel gruppo avaria-rum al n. 528. Lo scopo è sempre lo stesso: riunire i crediti pubblici in un unico elenco aggiornato, mediante lo spoglio sistematico dei cartolari degli anni passati, che sono in gran parte quelli del medesimo ufficio magistrorum rationalium. Non si può fare a meno di notare che, se lo scopo rimane inalterato, lo spirito muta fortemente nel tempo. Il primo libro - 114 — del gruppo, nella sua stessa impostazione contabile, sottintende e registra riscossioni frequenti, anche se più o meno sollecite. Gli altri libri, invece, contengono esazioni molto limitate o sono puri elenchi di debitori (cioè matricole); non è forse troppo azzardato scorgervi un indebolimento del- 1 autorità centrale ed una minor efficienza dei funzionari pubblici. 62. 1364. Cm. 31x41; cc. I-CXXXXVI; inserti alle cc. LXIIII, LXXXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclxiiii, die ***. Cartularium in quo scripti sunt debitores et dare debentes comuni Ianue, extracti de cartulariis massariorum comunis Ianue et alliorum librorum. E’ un mastro in partita doppia non sempre perfezionata, relativo ai debitori del Comune ed alle somme successivamente pagate in conto od a saldo del debito. I conti hanno regolari rimandi ad altri cartolari, da cui si sono ricavate le scritture di apertura. 63. 1387-1388. Cm. 23x30; cc. I-CLXXXXII; inserti alle cc. XII, XXXXII; copertina posteriore in parte mancante. A c. I: mccclxxxvi, die primo iunii. In presenti cartulario scripti et exemplati sunt debitore[s diversi] Comunis, seu officii magistrorum racionalium comunis Ianue, extracti seu reperti debitores in quodam cartulario magno debitorum comunis Ianue existente penes officium magistrorum racionalium Comunis et scripto manu Anthonii de Paverio, notarii et scribe dicti officii, anno mccclxxxvii, de mensibus ianuarii et februarii, prout in presenti manuale seu cartulario apparent extracti de illo cartulario magno (segue l’indicazione dei libri da cui sono stati tratti i dati sui debitori). Populus. Anthonius de Paverio notarius. mccclxxxviii, die xm ianuarii. Hic in presenti libro de novo scripserunt debitores diversos, de comissione dominorum magistrorum racionalium Comunis (segue l’indicazione dei libri da cui sono stati tratti i dati sui debitori). E’ un mastro in partita semplice. I nomi dei debitori sono disposti in ordine alfabetico ed è sempre indicata la fonte da cui sono stati ricavati. I rari pagamenti sono iscritti nel recepimus e possono riferirsi ad un’epoca alquanto posteriore a quella di apertura. Il libro si chiude con poche pagine scritte, di natura completamente diversa: sono brevi elenchi di debitori e scarne note di spese per lavori di manutenzione di edifici pubblici. 64. 1438, 1441. Cm. 14x41; cc. 96 n.n. (il III fase, è bianco); inserti nel IV fase, e nelle pliche della copertina posteriore. — 115 — In copertina: * mccccxxxviii. Debitorum. M.R. de xxxvm et xxxxi. Magistrorum rationalium. _ Contiene due matricole di debitori, raggruppati a seconda dei libri da cui sono stati tratti e, per ciascun libro, disposti in ordine alfabetico. La prima matricola si riferisce al 1° marzo 1438 e la seconda al 21 febbraio 1441. 7. Magistrorum rationalium sententiae. I libri di questo grosso gruppo sono dedicati all atto conclusivo dei giudizi emessi dai magistri rationales nella revisione dei conti presentati dagli amministratori ordinari e straordinari. Atto conclusivo, si è detto. E’ chiaro che la revisione dei conti comporta tutto un lavorio di verifica del quale in questi libri abbiamo solo un riflesso in qualche raro caso: lo intuiamo quando sono riportate dichiarazioni giurate di castellani circa la insufficienza dei proventi riscossi o testimonianze di terzi in appoggio di quanto afferma un funzionario; lo comprendiamo anche dalle note di spese minute e minutissime inserite tra le pagine ed evidentemente fornite dagli interessati. Ma nei libri compaiono soltanto i conti già controllati ed approvati, divisi nei due grossi blocchi delle entrate e delle uscite dell’economo — o degli economi — presi in esame. Tenuto presente questo elemento basilare, gli scribi dei magistri rationales usano due sistemi diversi per riportare le sentenze. II primo è usato nei libri più vecchi, fino al n. 76 (1380): sotto il nome e la carica dell’amministratore vengono descritte, spesso con abbondanza di particolari e sempre con l’indicazione del relativo totale, le somme che gli sono state assegnate e quelle che egli ha legittimamente spese. Si confrontano quindi i due totali e si calcola l’eventuale differenza, che può essere a debito od a credito del funzionario. Questa è la sentenza, molto concisa, emessa dai controllori: nel primo caso egli deve restituire 1 eccedenza degli incassi sulle spese; nel secondo egli ha diritto al rimborso delle maggiori uscite ed allora si indicano gli estremi dell apodixia rilasciatagli per il saldo. Con il n. 77 muta la struttura formale dei libri in esame. I denari che i vari funzionari hanno ricevuto e speso sono registrati su due colonne affrontate, sotto la dicitura debet - recepimus; le scritture contengono frequenti richiami ad altri libri, in particolare per i finanziamenti corrisposti. - 116 - Ben presto questo metodo si perfeziona e diventa sistematico, ma al termine delle registrazioni si indicano sempre, secondo il solito, le sentenze sulla gestione dei vari economi e gli eventuali mandati spiccati a loro nome, in caso di eccesso di spese. Una rubrica iniziale, con il nome e sovente la carica degli amministratori sottoposti al controllo, caratterizza i libri del tipo più perfezionato. Per il periodo più antico, prima che le diverse registrazioni dell’ufficio vengano differenziate in libri appositi, alcuni volumi di sentenze comprendono anche copie integrali, redatte in elenchi a parte, successivi alle sentenze, di vere e proprie apodixie. I libri che contengono questa particolarità cominciano con il n. 69 e finiscono con il n. 75: quest’ultimo porta la data 1378, mentre il primo libro dedicato specificamente a contenere le apodixie è del 1379. In quanto alla data dei libri, indichiamo quella dell’anno di gestione dei magistri rationales in carica. Si tenga presente però che, logicamente, vengono rivisti conti degli anni precedenti; per lo più sono presi in esame conti dell’anno prima, ma non sono infrequenti i casi in cui figurano anni diversi per la stessa magistratura. Questo avviene quando si esamina un officium che non compare usualmente, oppure negli ultimi anni, quando l’attività dei rationales pare ridotta o addirittura saltuaria. In questo gruppo vi sono 5 libri (nn. 66, 73, 78, 81, 82) sempre di sentenze, ma emesse dai visitatores comunis lanue et comperarum capi-tuli: sono le revisioni delle amministrazioni di compere o di altri uffici dipendenti non dalla cosa pubblica, ma dall’amministrazione del debito pubblico. Il metodo seguito è molto simile a quello dei rationales secondo la prima maniera: vengono indicate le somme percepite dai singoli funzionari, le spese sostenute, le cifre totali; viene emessa una sentenza, spesso molto particolareggiata. Base per il lavoro di revisione sono i libri mastri forniti dagli amministratori stessi. Oggetto della revisione è un gruppetto fisso di amministrazioni, cui sporadicamente se ne aggiunge qualche altra. Le massarie sottoposte ad abituale controllo sono: compere del sale, compera magna pacis, compera mutuorum veterum, beni del Comune (emboli, terratici etc., ormai passati al capitolo), ufficio dei salvatori del porto e del molo, ufficio assignationis mutuorum (solo nel n. 66), divenuto poi assignationis mutuorum veterum. Una volta sola compaiono i conti della zecca. Normalmente le amministrazioni riviste sono relative all’anno prece- — 117 — dente a quello in cui vengono emesse le sentenze. Ma le revisioni non devono essere regolarmente annuali, perché non è infrequente trovare il giudizio su anni diversi per la stessa magistratura. Sono riportate sentenze dei visitatori non solo in materia finanziaria, ma anche a proposito di controversie sorte in seno alle amministrazioni cui essi sovrintendono e in relazione a intestazioni di luoghi. Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 124, 317. 65. 1354. Cm. 30x41; cc. 144 n.n. (gli ultimi due terzi del libro sono bianchi); inserti nel II fase.; legatura seriore in pergamena rinforzata; stato di conservazione cattivo, che però non compromette la lettura. Alla I c.: mcccliiii. Cartularium sententiarum magistrorum racionallium de mcccliiii, existent[ibus ...]1, Andalo de Savignonis et Martino de Mauro et scriba cum eis DL.J1. Contiene la revisione dei conti relativi ad una serie di spese straordinarie (in particolare per grossi lavori di riparazione a castelli, ambasciate, pagamenti a militari). I dati riportati sono particolarmente minuziosi. Alcuni controlli si estendono ad anni precedenti il 1354 od includono il 1355. 66. 1359. Cm. 30x41; cc. II-XXVI; XXVIII-XXXXVII (in realtà non manca la c. XXVII: deve essere caduta la c. XXV quando il libro era già cartulato e non ancora scritto; vennero corrette le cc. XXVI e XXVII in XXV e XXVI, ma le successive non furono modificate: non si rileva cesura nel contenuto); inserti alle cc. XV, XVIII, XXI, XXXVI. In copertina: mccclviiii. Cartularium sententiarum officii visitatorum anni predirti. E’ il primo libro di sentenze dei visitatori del Comune e del capitolo. Le contabilità delle singole amministrazioni sono riferite molto particolareggiatamente. 67. 1363. Cm. 30x40; cc. XXV-LXXVI; inserti alle cc. XXV, XXXII, LXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. E’ simile al n. 65. Tra i conti rivisti, vi sono quelli telativi alla riscossione di numerosi crediti prò avaria capitis di anni diversi. Dove si controllano spese militari, sono riportate talora le formazioni di cavalieri mercenari con i loro capi. Il primo controllo risale al dicembre 1362. 68. 1363-1364. Cm. 31x40; cc. I-LXXII; inserti alle cc. XXII, LVIII. In copertina: mccclxiii et lxiiii. Introytus et [...P. Coniradus de Opicis de Monella]. 1 [E’ impossibile stabilire, anche approssimativamente, l’estensione della lacuna]. 2 [Cm. 4]. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, con i conti disposti in due colonne su una sola carta. Buona parte delle scritture riguarda la riscossione di crediti del Comune od il pagamento dei suoi debiti. Nelle motivazioni, molto sintetiche, si fa spesso riferimento a compra-vendite di grano e, per questa ragione, il libro può forse ricondursi ai victualium. 69. 1364. Cm. 30x40; cc. 1 n.n., I-XXII, XXIIII-XXXXV, CXXI-CLXXXXII (da c. CXXXVIIII a c. CLXXX è bianco); inserti alla c. XVII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Alla I c.: Inceptum mccclxiiii, die prima marcii. Cartularium sentenciarum magistrorum racionalium comunis Ianue anni de mccclxiiii, existentibus magistris racionalibus dominis Columbo Bestagno et Petro de Salado et sdriba Dominico de Rappalo notario. Columbus Bestagnus et Petrus de Salado, magistri rationales. Et scriptum per Gaspalem de Lisorio notarium. Populus. Gaspal de Lisorio notarius. Alla I c., aggiunto in alto a destra: mccclxv, die in ianuarii. Ego Quilicus de Naa incepi servire in presenti officio magistrorum rationalium. In copertina, al v.: Populus. Quilicus de Naa de Sexto notarius. Contiene l’usuale materia, seguita, a partire da c. CXXI, da una serie di copie di apodixie. Una rubrica iniziale dà l’evidenza sia dei conti rivisti, sia dei mandati di pagamento. Al termine sono riportate questioni varie: dichiarazioni giurate di un gruppo di castellani relative al fatto che gli introiti delle condanne inflitte sotto la loro giurisdizione non sono stati sufficienti a coprire le spese di amministrazione; nomina di massari per Ventimiglia; obblighi dei fideiussori del fuggitivo di una galera; impegni di debitori del Comune; consegna di registri di debitori morosi dell’avaria capitis giacenti presso i magistri rationales. Tra i conti rivisti, fa spicco la liquidazione della successione di Simone Boccanegra: si tratta della nota materia già studiata dal Poggi (dt., II, pp. 110-113). 70. 1365. Cm. 30x41; cc. I-CLXXXXII (da c. XXVIII a c. CXX e da c. CXXVII a c. CLXVIII è bianco); inserti alla c. CXXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclxv, die prima marcii. Cartularium sententiarum magistrorum radona-lium comunis Ianue anni ptresentis] existentibus magistris racionalibus infrascriptis, et scriba Dominicus de Rappalo notarius. Populus. Quilicus de Naa de Sexto notarius. Triadanus de Podio et Galleotus de Nigro, magistri racionales comunis Ianue. E’ simile al n. 69. Esaurite le sentenze e le apodixie, contiene anche le dichiarazioni di castellani e di massari circa l’insuffidenza delle loro entrate per coprire le spese ordinarie di gestione. Nell’ultimo fascicolo vi sono elenchi di materiale consegnato a numerosi castellani nel marzo 1365. — 119 — 71. 1366. Manca. 72. 1366. Cm. 31x41; cc. II-XXIII, XXXXVIIII-LXXII, CXXI-CXXXXIIII; inserti alle cc. III, IIII, LVIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. In copertina: mccclxvi, die * * *. In copertina, al v.: Sentenciarum magistrorum racionalium comunis Ianue, existentibus magistris racionalibus Badasal Adurnus ed Iacobus de Franciscis, et scriba cum eis Domenichus de Rappalo notarius. E’ simile al n. 69. La materia è limitata ai conti e alie apodixie. 73. 1374. Cm. 30x41; cc. IXXIIII (da c. XVI è bianco). A c. I: mccclxxiiii. Cartularium sententiarum de mccclxxiiii, existentibus vixita-toribus dominis Lodixio de Golcerio et Ambroxio de Olliverio notario, cum eis Fre-derico de Podio et Gaspal de Lissorio notariis. E’ simile al n. 66. Eccezionalmente, oltre a quelle delle solite amministrazioni, contiene anche la revisione dei conti della zecca. 74. 1377. Cm. 30x41; cc. I-LXXII, LXXXXVII-CVIII, altre n.n. bianche (da c. XXXVI a c. LXXII è bianco); inserti alle cc. VIIII, XVII, XX, XXIIII, CV; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclxxvii, die prima marcii. Cartularium sentenciarum magistrorum racionalium comunis Ianue anni suprascripti. E’ simile al n. 69. La materia sottoposta al controllo è vasta e comprende anche grosse forniture di grano. I conti rivisti si riferiscono ad un periodo che spazia largamente al di là dell’usuale limite annuale. 75. 1378. Cm. 29x41; cc. I-LXXII, 20 n.n., altre n.n. bianche; inserti alle cc. V, VII, VIIII, X, XVI, XXVI, XXVIII, XXXII, XXXV, XXXVIII, LIII, LXIII, LXVI, in fondo; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: Cartularium magistrorum racionalium, videlicet sentenciarum, anni [in]scripti, existentibus m[agistri]s racionalibus dominis Iohanne de Camilla et Raffaele de [Gai-ribaldo Iustiniano, et scriba Nicolaus Acornerius notarius. E’ simile al n. 69. La materia dei conti si riferisce a temi di ordinaria amministrazione, come le spese della cancelleria ducale, di alcuni castellani e del capitano di Corsica. 76. 1380. Cm. 30x41; cc. I-LXXXXVI, CLXVIIII-CLXXXX (da c. LVIII è bianco); inserti alle cc. XXXVI, LII, LUI, LIIII, LVII; legatura seriore in pergamena rinforzata. - 120 - A c. I: >ì« In Christi nomine, amen, mccclxxx, die prima marcii. Cartularium officii magistrorum racionalium comunis Ianue anni de mccclxxx de sentenciis et rationibus factis per officiales dicti officii et scripte per notarios dictorum officialium. Nomina vero dictorum officialium magistrorum rationalium sunt ut infra: Andriolus de Vivaldis et Dagnanus de Claparia. Nomina notariorum et scribe dicti officii sunt Lo-disius de Monterubeo et Germanus de Castellioüno] notarii. E tutto dedicato alle sentenze. La materia è più vasta che nel libro precedente e tocca alcune delle magistrature ordinarie, come i sovrastanti della Malapaga e, sia pure sommariamente, i visitatori dei castelli. Nelle spese straordinarie, ha larghissima parte il settore militare, con i conti relativi alla costruzione del castello di Bolzaneto ed a grosse spese per la guerra sul mare. Alcuni controlli riguardano la leva di mare in Riviera e nelle podesterie di Bisagno e di Voltri; essi hanno per oggetto le somme versate dai sorteggiati per ottenere l’esenzione dall’imbarco. Non certo casualmente, dato il gravame delle spese a cui si deve far fronte, si verificano anche i conti dei massari di vari mutui. 77. 1381. Cm. 22x30; cc. 1 sciolta con cartulazione illeggibile, VI-XXI, XXV-CLXVII; inserti alle cc. X, XIII, XIIII, XVII, XVIIII, XXVIII, XXVIIII, XXXVIIII, XXXXI, XXXXVI, XXXXVII, XXXXVIII, LI, LU, LX, LXII, LXXI, LXXXI, LXXXV, LXXXXII, LXXXXVIIII, CIIII, CVIII, CVIIII, CXXXIIII, CXXXV, CXXXVIIII, CXXXXVI, CLVI, CLVII, CLVIIII; copertina originale in parte mancante. Con questo libro muta la struttura formale dei registri di sentenze dei magistri rationales. Le somme che i vari funzionari hanno ricevuto e speso sono qui registrate in due colonne affrontate di debet e recepimus·, le scritture sono spesso corredate da rimandi giustificativi ad altri cartolari. Manca, al termine dei singoli conti, sia la sentenza, sia Yapodixia. Questo fatto e l’intitolazione del n. 79, molto simile a questo, possono far pensare che non si tratti, almeno in origine, di un libro di sentenze, bensì di un promemoria di operazioni contabili, che doveva servire alla stesura di quel mastro a cui si fa talora riferimento. Non v’è dubbio però che, con la registrazione minuziosa nel recepimus di tutte le spese verificate, questo libro ed il successivo n. 79 hanno assunto di fatto il valore di veri e propri sententiarum. Una conferma è rappresentata dal fatto che, dal n. 80 in avanti, i libri definiti sententiarum dal rispettivo scriba conservano e perfezionano la struttura a colonne affrontate di debet e recepimus. Le materie che formano l’oggetto delle gestioni sottoposte a controllo sono larghissime e comprendono sia l’attività dei magistrati ordinari, sia quella dei funzionari con incarichi speciali. Al termine vi sono gli impegni di pagamento assunti da alcuni debitori del Comune ed una nota di minute spese dell’ufficio. 78. 1382-1383. Cm. 29x41; cc. I-XXXVI, XXXVIII-XXXXVI (da c. XIIII a c. XXIIII e da c. XXXI alla fine è bianco); inserti alle cc. VIIII, X, XIII, XXVIIII. In copertina: »ï< mccclxxxii et mccclxxxiii. A c. I: >i« mccclxxxii, die ***. Cartularium sententiarum et racionum reditarum per consules comperarum capituli, laetarum per dominos Bartholomeum Burgarum et - 121 - Iohanem Imperialem, visitatores Comunis et comperarum capituli anni de mccclxxxii, existentibus scribis Frederico de Podio et Nicolao de Paxano notariis infrascriptis. Populus. Fredericus de Podio et Nicolaus de Paxano notarii. E simile al n. 66. Oltre alle usuali gestioni viene esaminata anche quella relativa al 1381, del collettore dell’introito denariorum vin prò libra pannorum canne, introito che i protettori delle compere non hanno potuto appaltare. 79. 1384. Cm. 29x37; cc. I-XXIIII; inserti alle cc. I, XX. In copertina: mccclxxxiiii. Cartularium notularum officii magistrorum racionalium anni presentis de mccclxxxiiii, existentibus magistris racionalibus dominis Eliano de Camilla et Francisco Senestrario. Per 1 intitolazione e la struttura formale del libro si veda ciò che è stato detto al n. 77. Anche il contenuto è simile. Naturalmente le spese straordinarie variano in un amplissimo raggio: possiamo trovare sia le uscite per i funerali del doge Montaldo, sia quelle per stimare i possessi dei cittadini delle tre podesterie (a scopo fiscale), sia quelle per mandare un procuratore in Romania a comprare grano o ad esaminare le questioni legate all’isola di Tenedo. Arriva ad agosto 1384. 80. 1386. Cm. 24 x 42; cc. I-CCXIIII (da c. CXII a c. CCVIIII è bianco); inserti alle cc. VIII, XVI, XXII, XXXV, XXXX, LXVIIII, LXXIIII, CVIII, CCX; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclxxxC ...]die prima marcii. Cartularium sentenciarum latarum per nobiles et sapientes viros dominos Raffaelem de Cassanova notarium et Acelinum Grilum, honorabiles magistros racionales comunis Ianue, existentibus cum eis scribis Anthonio de Paverio et Constantino de Palacio notariis, et que [sentencie late] fuerunt tempore eorum regiminis, et quod cartularium habet in somma cartas ducentas quatuordecim ad numero. Raffael de Casanova notarius, Acelinus Grilus, magistri racionales comunis Ianue. Loco dicti Acellini postefa] fuit subrogatus Paulus de Auria, dicto millesimo, die xxim madii. Populus. Anthonius de Paverio notarius. [Constan]tinus de Palacio notarius. E simile al n. 77 ed inoltre contiene una rubrica iniziale con i nomi dei magistrati ordinari sottoposti al controllo. L’esame si estende anche, per diversi anni anteriori, ai conti della massaria della dogana (limitatamente ai salari dei consoli delle caleghe e dei funzionari doganali) ed ai conti dei consoli della ragione, dei massari di Pera e dell ufficio victualium. In fondo al libro sono trascritti i giuramenti prestati dai consoli appena eletti di due compere, evidentemente amministrate dal Comune; una di esse è quella di San Paolo. 1 [Cm. 0,5]. - 122 - 81. 1387. Cm. 29x41; cc. II-X, 1 n.n. scritta, altre n.n. bianche. In copertina: mccclxxxvii. Sentenciarum. E’ simile al n. 66. 82. 1388. Cm. 29x41; cc. I-XXIIII (da c. XVI è bianco); inserti alle cc. VII, XVI. A c. I: >i< mccclxxxviii, die un madii. Cartularium sentenciarum dominorum visitatorum Comunis et comperarum Capituli anni de mccclxxxviii, existentibus visitatoribus prudentibus et nobilibus viris dominis Iohane Baso et Raffaele de Reza notario et cum eis scribis Michaele Bonaventura et Manuele de Candeascho notariis. Officium visitatorum capituli. Manuel de Candeascho notarius. E’ simile al n. 66 per la parte relativa alla revisione dei conti. Inoltre sono riportate le sentenze dei visitatori per alcune controversie di loro competenza: vi è un caso di contrasti interni nelPamministrazione di una compera; vi sono liti tra compartecipi di compere per la proprietà di alcuni luoghi; soprattutto vi è una lunga questione circa lo stipendio di un incisore di conii della zecca. 83. 1388. Cm. 25x41; cc. I-LXXXXV (mancano 4 cc. finali); inserti alle cc. IIII, XIIII, XXXVIIII, XXXXIIII, LII, LVII, LXXVIII, LXXXIIII. A c. I: ^ In Christi nomine, amen, mccclxxxviii, die primo marcii. Cartularium sentenciarum lattarum per nobiles et discretos viros dominos Georgium de Gentilibus et Filippum Donatum, magistros racionales comunis Ianue anni de mccclxxxviii, incepti die primo marcii, et cum eis existentibus scribis Anthonio de Paverio et me Anthonio de Gavio notariis, super racionibus officialium et aliorum de quibus fit et fiet mencio in presenti cartulario ordinaliter, qualibet sententia per se, et quod presens cartularium est ad presens de numero cartarum cxxxxnn, et quod cartularium scriptum et compositum est et fuit per me dictum Antonium de Gavio notarium, ad hoc ellectum et deputatum, de racione in racionem et qualibet per se, et publicatum, ut moris est, signo consueto notariorum Comunis. Populus. Anthonius de Gavio, notarius et comunis Ianue cancellarius et scriba dicti officii. E’ simile al n. 80, anche per le magistrature ordinarie esaminate; tra queste, compare la massaria delle condanne del Comune. 84. 1391. Cm. 25x41; cc. I-CXVIIII (da c. LXXV è bianco, con l’eccezione delle cc. CXIIII v. e CXV v.)· inserti alle cc. XXI, XXV, XXXIII, XXXVII, XXXVIII, XXXVIIII, XXXXIIII, LVIII, CXV. A c. I: >i< mccclxxxxi, diversis mensibus et diebus. Cartularium sententiarum latarum per nobiles et discretos viros dominos Luchinum Calvum et Stefanum de Sancto Blaxio, magistros racionales comunis Ianue anni de mccclxxxxi, incepti die primo marcii, et cum eis existentibus scribis Antonio de Gavio notario et Cataneo Mazurro - 123 - notario, super racionibus officialium comunis Ianue et aliorum de quibus fit mencio in presenti cartulario ordinaliter, qualibet sententia per se, et quod cartularium est ad presens de numero cartarum cxviiii, sive de centum decem novem, et quod cartularium scriptum et compositum est et fuit per me dictum Anthonium de Gavio, ad hoc elettum et deputatum, de racione in racionem et qualibet per se, et publicatum, ut moris est, signo consueto notariorum comunis Ianue. Populus. Anthonius de Gavio notarius. E’ simile al n. 80. Inoltre si rivedono i conti dei consoli di alcune compere amministrate dal Comune. Al termine del libro sono trascritti i giuramenti prestati dai consoli della compera di San Paolo eletti per il 1392. 85. 1392. Cm. 25x41; cc. I-XXXXVIII, LXXIII, XXXXVIIII-LXXII, LXXIIII-CXXXXIIII (da c. LXXXXVIIII) è bianco fatta eccezione per la c. CXXXXI^.); inserti alle cc. XXXIIII, LXXXVIIII; stato di conservazione mediocre per guasti da umidità, che però non compromettono la lettura. A c. I: In Christi et gloriose Marie virginis matris eius tociusque celestis curie, amen. mccclxxxxii, die primo marcii. Liber sentenciarum latarum per nobiles et prudentes viros dominos Laurencium Marruffum et Manuelem Ardimentum, magistros racionales comunis Ianue prò illustri et excelso domino domino Antonioto Adurno, duce Dei gracia Ianuensi et populi deffensoris, et scriptarum per me Nicolaum Fatinanti notarium subscriptum, scribam officii magistrorum racionalium predicti, et qui liber est de quadernis sive ligaturis sex et cartis cxxxxim in summa, existente ecciam scriba dicti officii Cataneo Mazurro notario. Populus. Nicolaus Fatinanti notarius. Cataneus Mazurrus notarius. E’ simile al n. 80. Al termine vi è il giuramento di un console della compera vecchia di San Paolo per il 1393. 86. 1398, 1405. Cm. 23x30; cc. 14 n.n., I-VI, XVII-LVII, altre n.n. bianche; il primo fase, è stato cucito dentro questa copertina originale da mano moderna per errore, porta sul dorso la numerazione 91 ed è veramente il n. 91 dellAntico Comune: per la descrizione si rimanda al suo giusto posto. In copertina: >i< mccclxxxxviii. Raciones protectorum magistrorum racionalium. Contiene, per il 1398, la contabilità delle somme che i magistri rationales hanno assegnato ai protettori della compera vecchia di San Paolo e di quella mutuorum novorum·, sono indicate inoltre le somme versate a luogatari per interessi ormai scaduti. La data 1405 si riferisce ad un elenco di comperisti ai quali si pagano gli interessi loro dovuti per il 1396 o per il 1404. , 87. 1400-1401. Cm. 24x41; cc. I-LXX (manca almeno un fase, in fondo); stato di conservazione mediocre. A c. I: >i< mcccc et mcccci, usque ad kalendas martii de mccccii. Cartularium sen-tenciarum et racionum latarum et solidatarum per nobiles et prudentes viros dominos - 124 - Matheum Cataneum et Pelegrum de Maraboto, [magistr]os racionales comunis Ianue anni suprascripti, existentibus scribis cum eis me Lodisio de Andoria et Deserino de Pastino notariis, inter et contra personas interius adnotatas, millesimo predicto et diebus introscriptis, et scriptarum manu mei dicti Lodisii notarii infrascripti. Populus. Lodisius de Andoria notarius. E’ simile al n. 80. 88. 1402-1403. Cm. 25x41; cc. I-LXXXXVI; inserti aile cc. LU, LV; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: >ï» mccccii, die prima marcii et MCCCCin et mcccciiii, usque ad kalendas marcii dicti anni. Cartularium sententiarum et racionum latarum et factarum per dominos magistros racionales comunis Ianue anni supradicti de mccccii et mcccciii, et scriptum manu mei Lodixii de Andoria notarii infrascripti, diebus et mensibus interius anotatis, existentibus magistris racionalibus dicto millesimo de ccccii nobilibus et sapientibus viris dominis Quilico Cataneo et Thoma Murchio, et millesimo de cccciii nobilibus et sapientibus viris dominis Nicolao Lomellino quondam Babilani et Iuliano de Opicis de Monella et cum eis totis dictis millesimis scribis Lodisio supradicto et Dexe-rino de Pastino notariis. Rex dominus Ianue. Lodisius de Andoria notarius. E’ simile al n. 80. In fondo vi è un elenco di conti che devono essere riportati nel mastro. 89. 1405. Cm. 29x41; cc. 1 n.n., I-XXXXVII, CLXX-CLXXXXII; inserti alle cc. XXII, XXIII, XXXIII, XXXV; legatura seriore in pergamena rinforzata. Alla I c.: Presentatum fuit presens cartularium dominorum officio magistrorum racionalium per Francischum de Ctanicia] notarium. La materia disponibile è incompleta e ciò rende più difficile l’identificazione della amministrazione a cui appartiene questo mastro di entrate e uscite in partita doppia. Potrebbe trattarsi della massaria per la spesa ordinaria, che troviamo operante in questi anni a fianco — e in subordine — della massaria generale, ma senza regolarità (in questo libro se ne parla espressamente, mentre nel 1408 è detta nuper imposita·. H. Sieveking cit., I, p. 146, nota 3). Gran parte delle spese sono per stipendiarti addetti alla difesa della città nei mesi di febbraio e marzo. Alcune operazioni, forse di assestamento, sono registrate nel marzo e nell’aprile 1406. 90. 1415-1416. Cm. 25x41; cc. 17 n.n., I, 4 n.n., II-CLXVIII; inserti alle cc. VI, XVI, XVIII, XXIIII, XXVIIII, XXXIII, LXVI, CI, CXIIII, CXXII, CXXVIII, CXXX, CXXXIIII, CXXXVIII, CXXXXIII; legature seriore in pergamena rinforzata. A. c. I: mccccxv, die vm aprilis. Cartularium sententiarum officii magistrorum racionalium comunis Ia[nue] hodie incohatum, existentibus magistris racionalibus Alaono Pilavicino et Petro de Supranis de Persio, qui Alaonus est confirmatus pro presenti anno de MCCCCtxv], licet inceperit servire usque a die prima marcii de - 125 - Mccccxiiii, et dictus Petrus incepit servire die xvii aprilis de mcccc[xv], loco Antonii de Paverio precessoris sui, existentibus scribis dicti officii magistrorum racionalium Antonio de Paverio notario, Dexerino de Pastino notario. Qui Antonius de Paverio notarius tamquam scriba supradicti officii incepit servire mccccxv, die vili aprilis. mccccxvi, die x marcii. Eciam liber iste spectat ad raciones solidatas per anno de mccccxvi, cuius sunt officiales Angelus Ceba, Petrus de Persio, magistri racionales de mccccxvi, et qui inceperunt servire die primo marcii dicti anni de ccccxvi. Antonius de Paverio notarius, Dexerinus de Pastino notarius, scribe dicti officii magistrorum racionalium, et qui inceperunt die primo marcii dicti anni de mccccxvi. Tutto il libro suggerisce l’idea di una ripresa di attività regolare dopo il governo del marchese del Monferrato, che fu — per esplicita menzione dello scriba — un periodo di trascuratezza burocratica. Il primo fascicolo contiene una serie di appunti, forse desunti dai mastri dei rationales, con l’indicazione delle magistrature che debbono ancora far controllare i propri conti, anche di parecchi anni avanti, e con la nota di alcuni introiti spettanti all’ufficio. Alle cc. LX-LXIII vi è un altro elenco di magistrature soggette a verifica, per gestioni che risalgono anche al 1407. Seguono le sentenze, che conservano la forma tipica di cui troviamo il primo esempio nel n. 80. 91. 1410. Cm. 23 x 30; cc. 14 n.n., con alcuni inserti; è il fase, di cui al n. 86. Contiene una sentenza dei magistri racionales a proposito di una vecchia questione di salari di un funzionario. Seguono copie di apodixie dirette ai massari generali. 92. 1411-1412. Cm. 25x41; cc. I-CLXIIII; inserti alle cc. V, XXII, XXVI, XXXI, XXXII, XXXIIII, XXXV, XXXVIII, XXXX, XXXXIIII, LVI, LVIIII, LXXVI, LXXXXI, C, in fondo. A c. I; In Christi nomine. >ì< mccccxi, die primo marcii. Cartularium sententiarum officii magistrorum rationalium Comunis anni presentis, existentibus magistris rationalibus nobille et prudentibus viris dominis Batisto Spinulla quondam Antonii et Raffaele Iustiniano de Monella et cum eis scribis Gotifredo de Bellignano et me Dexerino de Pastino notario. Comune Ianue. Dexerinus de Pastino notarius. £’ simile al n. 80. Tra le revisioni dei conti sono inseriti un elenco di creditori del Comune, una serie di testimonianze a favore di un capitano ed alcune delibere riguardanti i massari della dogana. Nella piatte finale, sotto la data 1° febbraio 1413, vi è un bilancio di entrate ed uscite di natura ordinaria. L’inserto in fondo al registro è un fascicoletto ed è il frammento di un mastro possessionum di poco anteriore al 1447. 93. 1413-1414. Cm. 25x41; cc. I-LXXII (mancano diversi fascicoli in fondo); inserti alle cc. XXII, XXIII, XXV, XXXVIII, XXXXI, LVIII, LXIII, in fondo; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccccxiii. Cartularium sententiarum officii magistrorum rationalium comunis Ianue. - 126 - E simile al n. 80. Arriva ad agosto 1414. Vi è anche una revisione effettuata nel 1422, ma è relativa a un ufficio del 1412. 94. 1422-1424. Cm. 24x41; cc. I-CXXXXIIII; inserti alle cc. Vili, XXXI, XXXII, XXXIII, XXXVI, XXXXIII, XXXXV, LVII, LXII, LXXXII, LXXXVII, LXXXVIII, LXXXXIIII, LXXXXV, LXXXXVIIII, CVI, CVIII, CXI, CXII, CXIII, CXVI, CXVIII, CXXIIII, CXXVI, CXXVIIII, CXXXII; legatura seriore in pergamena rinforzata A c. I: In Christi nomine. >i< mccccxxii, die primo marcii. Cartularium sententiarum officii magistrorum rationalium communis Ianue anni suprascripti, existentibus magistris rationalibus nobile et prudentibus viris dominis Oliverio de Auria et Benedicto Marino et cum eis scribis Bartholomeo de Clavaro et me Dexerino de Pastino notariis. Dexerinus de Pastino notarius. E’ simile al n. 80. La rosa delle magistrature sottoposte al controllo è considerevolmente ridotta. 95. 1425-1427. Cm. 25x41; cc. I-CXXXXIII; inserti alle cc. VIIII, XII, LUI, LXX, LXXII, LXXV, LXXXI, LXXXVIII, CV, CXXXII; legatura seriore in pergamena rinforzata; stato di conservazione mediocre. E’ simile al n. 80. Tra i conti verificati alcuni si riferiscono alla riscossione di imposte dirette non solo a Genova ma anche in varie comunità del Dominio. Di natura insolita è un elenco di giornate prestate dai mulattieri della podesteria di Bisagno per trasportare rena e calcina destinate alla costruzione di una fortificazione. 8. Magistrorum rationalium deposita. 96. 1415-1416, 1442. Cm. 15x41; cc. I-XVIIII, 8 n.n. scritte e non consecutive, altre n.n. bianche; inserti alla c. VI. In copertina: mccccxv. Il materiale del 1415-16, riportato nelle carte numerate e nella prima n.n., è tanto scarso e sintentico da rendere incerta l’identificazione del contenuto. Non pare che il titolo d’archivio vi trovi rispondenza: quasi certamente ci troviamo davanti a un elenco di sottoscrizioni di un mutuo amministrato direttamente dal Comune. Nelle carte rimanenti, sotto data 1442, vi sono copie di ingiunzioni di pagamento fatte dall’ufficio dei magistri rationales a debitori insolventi. - 127 — 9. Magistrorum rationalium apodixiae. Questo gruppo di libri offre una eccezionale compattezza, sia dal punto di vista formale, sia da quello cronologico. Il titolo apodixiae non è del tutto esatto: sarebbe più indicato dire diversa négocia, scegliendo le parole che gli scribi stessi usano nelle intitolazioni. Ad ogni modo, le apodixiae sono l’argomento di gran lunga più frequente; esse sono le copie, redatte dagli scribi dei rationales, dei mandati di pagamento emessi dall’esecutivo, già passati dall’ufficio di moneta e quindi inoltrati al nostro ufficio: per il significato e il valore di tale iter e quindi per la formazione dell 'apodixia si veda ciò che si è detto a proposito della magistratura. Qui basti ricordare che le copie sono complete in tutte le parti essenziali (beneficiario, destinatari, importo spesso motivato, approvazione degli uffici competenti e relativa data, sottoscrizione del cancelliere del Comune, data del mandato); se vi sono parti abbreviate, sono sempre poche e strettamente formali. I diversa négocia coprono un vasto arco di argomenti. Si va da sintetici appunti finanziari a lettere scritte dai rationales per motivi amministrativi, da testimonianze a favore di funzionari ad impegni di debitori del Comune; particolarmente interessanti sono gli inventari dei cartolari conservati in camera officii e appartenenti ad altre magistrature. Nei casi più frequenti le « cose diverse » sono poco numerose in paragone al complesso delle apodixie e sono raggruppate in fondo. In qualche caso (come nel n. 100) sono alternate ai mandati secondo l’ordine cronologico, così da far assumere ai registri in questione il carattere di un memoriale. Ciò che è indubbio è che questi libri vengono redatti per raccogliere il grosso del materiale necessario per la stesura del mastro: ogni singola voce è cassata con una riga traversa (nel n. 97) o affiancata da una R (revisum? registratum?) che certamente è connessa con la trascrizione dei dati relativi nel mastro stesso. Negli ultimi libri la materia di varia natura è in quantità molto maggiore. Può essere unito a questo gruppo il n. 286 (un frammento). 97. 1379, 1381. Cm. 23x30; cc. I-L, 4 nn., altre n.n. bianche; inserti alla c. XII. A c. I: mccclxxvini, die primo marcii. Cartularium notularum de officio magistrorum racionalium de Mcccixxvmi, ut inter continetur — magistri racionales Dagnanus - 128 - de Claparia et Iofredus Grillus et scribe autem lohannes de Paverio notarius et Lo-ixius de Monterubeo notarius —, in quo continentur apodixie primo et alie res. Si apre con una serie di mandati di pagamento che giunge fino al 22 agosto 1379; prosegue con alcuni appunti relativi alla leva di mare per il 1379 nella Riviera di Levante; si conclude con una serie di apodixie, di cui ima del 1379 e le altre comprese tra il 2 marzo e il 10 giugno 1381. 98. 1385. Cm. 23x30; cc. 1 n.n., I-XXX, 137 n.n.; inserti alla c. XX, nell’ultimo fase. Alla I c.; ψ mccclxxxv, die prima marcii. Manualle notularum sive apodixiarum magistrorum racionalium. Populus. Manuale et registro apodixiarum domini ducis et Consilii anni supradicti, videlicet apodixias signatas sigilorum domini ducis, Consilii, officii de moneta et magistrorum rationalium comunis Ianue de solucionibus fiendis in massariis generalibus comunis Ianue et in visitatoribus castrorum Comunis, ut inter continetur. Dominus Segu-ranus de Mari et dominus Anthonius de Olledo, nunc magistri rationales de lxxxv. Dominus Raffael de Bracellis et dominus Anthonius de Paverio notarii, nunc scribe officii magistrorum rationalium de lxxxv. Petrus de Magdalena et Lazarus de Paverio, subscribe dicti officii, videlicet magistrorum racionalium. La gran parte del libro è formata da apodixie. In fondo sono raccolti appunti vari, per Io più relativi al 1381: un rendiconto dei massari dell’ufficio di moneta; i nomi dei consoli della compera di San Paolo per vari anni, assieme ad annotazioni finanziarie ed a rendiconti della sua amministrazione; alcuni estratti conto desunti da cartolari diversi ed intestati ai massari generali del Comune. 99. 1386. Cm. 23x31; cc. I-CLXXXXII; inserti alla c. LXXXXVIIII. A c. I: mccclxxxvi, die vili februarii. Manuale notularum in quo registracta sunt exempla apodixiarum mandatorum magniffìci domini ducis, que apodixie de mandato magniffìci domini ducis transmituntur massariis generalibus Comunis, occasione solii-cionum fiendarum per ipsos massarios vixitatoribus castrorum Comunis, occasione solucionum fiendarum per ipsos vixitatores. Isti sunt magistri racionales anni de mccclxxxvi: dominus Acelinus Grillus et dominus Raffael de Cassanova notarius. Anthonius de Paverio notarius, scriba, Comstantinus de Palacio notarius, scriba. Isti sunt magistri racionales anni de mccclxxxvi, die prima marcii: dominus Raffael de Cassanova, dominus Paulus de Auria. In questo libro le apodixie assumono una forma perfezionata, con la verifica preventiva da parte dei magistri rationales. Terminato il grosso blocco dei mandati di pagamento, vi è l’inventario dei cartolari giacenti presso i rationales. Segue la copia (una sola, evidentemente un campione per una prassi nuova) di una relazione riguardante la revisione dei conti e mandata dai rationales al palazzo ducale: anch’essa viene chiamata apodixia. Chiudono il libro gli usuali conti vari estratti da cartolari diversi. - 129 - 100. 1389. Cm. 23x31; cc. I-CXXXXIIII. A c. I: MCCCLXXXVIIII. Cartularium registracionum apodixiarum ducalium, notularum et diversorum negociorum officii magistrorum racionalium comunis Ianue. Nicolaus de Recho et Guirardus Salvaigus magistri racionales. Anthonius de Gavio et Anthonius [de] Paverio notarii, scribe dicti officii. Dexerinus de Pastino notarius [subscriba]. E’ simile al η. 99. Vi è il verbale del recupero di un gruppo di cartolari stipendiariorum. 101. 1390. Cm. 23 x30; cc. III-CXXXXIIII; inserti alle cc. LXXI, CXII. In copertina: >ì< mccclxxxx. A c. CXXXXIIII v.: Dominus lohannes de Mari, dominus Bartholomeus de Pezo-nis, magistris racionales. Anthonius de Paverio scribe, Anthonius de Gavio scribe dicti officii. Dexerinus de Pastino subscribe. E’ simile al n. 99. Al solito, le apodixie occupano gran parte del libro. Tra le altre cose, si parla ancora del recupero di cartolari stipendiariorum e si trascrivono gli impegni dei debitori del Comune a pagare quanto devono od a non lasciare la Città. 102. 1391. Cm. 23x30; cc. I-CXXXX, 5 n.n.; inserti alle cc. XXXIIII, CI. A c. I: mccclxxxxi, die prima marcii. Manuale registracionis apodixiarum ducalium et quorundam diversorum negociorum officii magistrorum racionalium comunis Ianue anni suprascripti, existentibus magistris racionalibus prudentibus et circumspectis viris dominis Luchino Carvo et Steffano de Santo Blaxio, locho Raffaelis de Pon-zolla. Scribe vero dicti officii sunt Antonius de Gavio notarius et Cataneus Mazur-rus notarius. Subscriba dicti officii Dexerinus de Pastino notarius. E’ simile al n. 99. Tra le « cose diverse » compaiono, oltre agli impegni di numerosi debitori del Comune, annotazioni finanziarie. 103. 1395. Cm. 23 x30; cc. I-CLXVII; inserti alle cc. XI, LXXIII, CXVIII. A c. I: mccclxxxxv, die v marcii. Cartularium sive liber registracionis apodixiarum et aliorum diversorum negociorum anni supradicti, registratarum et factorum tempore officii dominorum Gregorii Squarzafici et Georgii de Via notarii, magistrorum racionalium comunis Ianue, existentibus scribis dicti officii Lodisio de Andoria notario et Dexerino de Pastino notariis, Antonio de Bennato loco dicti Dexerini, tempore magnifici domini Antonioti Adurni et cetera, mccclxxxxv, die xvi marcii. Obertus de Lazario quondam Anthonii, subscriba officii dictorum dominorum magistrorum racionallium. Populus. Lodisius de Andoria notarius. Antonius de Bennato notarius. A c. lv.·. Die x iulii de mccclxxxxv. Nicolaus Fatinanti loco Andree de Albario et dictus Andreas loco Oberti de Lazario, subscriba dicti officii. E’ simile al n. 99. Le « cose diverse» sono soprattutto appunti finanziari. - 130 - 104. 1398. Cm. 23 x30; cc. I-CXXXXIIII; inserti alle cc. LXXXVII, CXXXIII. A c. I: >î< mccclxxxxviii, die prima marcii. Cartularium in quo scribuntur et scribi debent ac registrari apodisie per quas solvitur de pecunia Comunis diversis personis et alie diverse apodisie, prout distincte in ipso presenti cartulario videbitur appareri, tempore quo, videlicet anni predicti de mccclxxxxviii, existebant magistri racionales nobiles et egregii viri domini Dominicus Centurionus olim Cantellus et Inoflius de Vignolo, existentibus scribis cum eis domini(s) Lodisio de Andoria et Deserino de Pastino notariis. Nicolaus de Medicis de Camulio, filius Prosperi, subscriba ipsius presentis officii et omnium predictorum. A c. CXXXXIIII v.: Antonius de Andoria Guiradi, Antonius de Pastino Nicolai, pueri servientes officio supradicto. Bartolomeus Ihota nuncius presentis officii. E simile al n. 99, ma si distacca un poco dagli altri libri di questo gruppo, per l’abbondanza e la varietà delle « cose diverse ». Tra di esse, oltre al materiale del solito tipo, spiccano le copie di lettere indirizzate officialibus camere regie computorum di Parigi, persino per questioni di ordinaria amministrazione, come gli stipendi dei castellani. 105. 1401-1402. Manca. 106. 1405-1406. Cm. 23 x30; cc. I, XXIV-CXXXXIIII; inserti alle cc. XXXXVI, LVIII, LXIIII, CVII, CXXXII; stato di conservazione mediocre. In copertina: [mccccv] et mccccvi. Apodisiarum. A c. CXXXXIIII v.·. mccccv et m[ccccvi]. Apodixiarum officium dominorum m[a-gistrorum rationalium]. Officiales dominis Melchiol Spinula et [Raffaeli Berguzium. Antonius LomelHinus], Iullianus de [...pp...]1 de Monellia, magistris rationales. E’ simile al n. 99. Tra le « cose diverse » ci si occupa di saldare le paghe dell’equipaggio di una galera e di regolare l’attività dei collettori del Comune fuori città. 107. 1411-1412. Cm. 22x30; cc. I-CLXVI, CXXXXIII (il numero non indica disordine in seno al libro: la carta porta questa numerazione perché in origine era l’ultima dell’ultimo fase, e solo successivamente prima di questa venne inserito un altro fase., che venne numerato CXXXXIII-CLXVI; la carta in questione avrebbe dovuto essere corretta in CLXVII, ma restò bianca e nessuno modificò la cartulazione originaria); inserti alle cc. II, LI, LXVIII, LXXXXIIII, CXVI, CXVIII. In copertina: >f< mccccxi. 1 [Cm. 0,5; cm. 0,3]. - 131 - E’ simile al n. 99. Tra le « cose varie » vi sono il verbale di un processo per stabilire le spettanze di un ex funzionario, la copia di una lettera dei rationales al podestà d’Albenga ed i soliti appunti finanziari. 108. 1413-1414. Cm. 23 x 29; cc. I-CCXXXX; inserti alle cc. XXX, LXI, CLXII, CLXXXII, CCXXIII. A c. I: In Christi nomine. >ï« mccccxiii, die primo marcii. Manuale registracionum appodisiarum et aliorum diversorum negociorum officii magistrorum rationalium comunis Ianue (anni) presentis de mccccxiii et ccccxmi. E’ simile al n. 99. 109. 1415-1416. Cm. 23 x 30; cc. 19 n.n. (ne mancano almeno altre 5), XXV-CLIII, CLV-CCXVII; inserti alie cc. XXXXIIII, LXI, LXVIIII, LXXXVII, CV. In copertina: >ï« mccccxv, mccccxvi. E’ simile al n. 99. Tra le « cose varie », vi sono testimonianze prodotte da funzionari (in particolare castellani) per provare la veridicità di alcune spese da essi sostenute. 110. 1423-1424. Cm. 22x30; cc. 200 n.n. (dal primo fase, mancano almeno 2 cc.); inserti nel II, III, IV, VII fase. In copertina: mccccxxiii, iiii. Apodisiarum registrium]. E’ simile al n. 99. Le « cose diverse » sono abbondanti e varie: vi sono lettere, elenchi di beni consegnati a castellani, ingiunzioni dei magistri rationales a debitori, disposizioni del governatore dirette ai rationales stessi.' Al termine del libro vi sono alcuni appunti relativi anche al 1421 e al 1425. 111. 1426. Cm. 23x29, fase, aggiunto cm. 19x27; cc. 142 n.n., fase, aggiunto cc. 20 n.n.; inserti nel I e nel V fase.; stato di conservazione cattivo; il fase, aggiunto è legato capovolto. E’ simile al n. 99. Si noti che nelle apodixie l’autorità promanante è costituita a volte, oltre che dal doge e dal Consiglio, anche dall 'officium guerre-, tra i cassieri vi sono i massari dello stesso ufficio e di quello di moneta. Il fascicolo aggiunto in fondo risale al 1441 e registra passaggi di proprietà di luoghi di San Giorgio. 112. 1427-1428. Cm. 23x29; cc. I-CXXXXIII; inserti alla c. XIIII, in fondo. A c. I: In Christi nomine, mccccxxvii, die prima marcii. Manuale apodisiarum et diversorum negotiorum officii magistrorum ra[tionalium], E’ simile al n. Ili, in particolare per la presenza, nelle apodixie, di uffici diversi dal solito. Tra le « cose diverse » compaiono tutte le norme per un drictus appena istituito. - 132 - 113. 14294431. Cm. 22x29; cc. I-CXXXXIIII; inserti alle cc. XV, XXXX, LXXXVI. A c. I: >ï< Mccccxxvini, die primo mardi. Cartularium registrationum apodisiarum et aliorum diversorum negoriorum officii magistrorum racionalium comunis lanue. E simile al n. 111. Ormai l’eserdzio della cassa è tenuto usualmente dall’uffido di moneta. 114. 1432-1434. Cm. 22x29; cc. I-CXXXXII; inserti in fondo. Alla le.: >ï< mccccxxxii, die prima marcii. Registrum mandatorum et apodixiarum officii magistrorum rationalium communis Ianue. E’ simile al n. 111. Tra le « cose varie » vi sono testimonianze portate da funzionari in proprio favore, lettere etc. Al termine, vi è una deliberazione del 1437. 115. 1435-1437. Cm. 22x29; cc. 166 n.n.; inserti nel II e nell’ultimo fase. Alla le.: >ï< mccccxxxv, die vii marcii. Registrum mandatorum et apodixiarum offidi magistrorum rationalium comunis Ianue. E’ simile al n. 111. Le apodixie sono registrate in maniera molto sintetica. 10. Ambaxiatae. I libri delle ambascerie hanno come elemento comune solo il tema di fondo e cioè il fatto straordinario costituito da un’ambasciata. In quanto all’argomento specifico, essi possono dividersi in due gruppi. Da un lato stanno quelli relativi a spese di viaggio e di soggiorno sostenute da rappresentanti ufficiali genovesi in missione all’estero; si intuisce come spesso ne emergano particolari gustosi dal punto di vista della vita quotidiana. Dall’altro vi sono due pezzi che contengono in termini molto accurati la contabilità di imposizioni' straordinarie o di prestiti forzosi, istituiti per finanziare ambascerie o spedizioni contro i Turchi. Ambaxiatorum expensae. 116. 1367. Cm. 15x23; cc. 24 n.n. (molte bianche). Alla I c.: mccclxvii, die xii iulii. [M]an[ua]le expensarum factarum per me Antonium de Cred[encia] notarium, cancellarium missum Mediolanum cum dominis fratre Ianoto Adurno, Celesterio de Nigro et Frederico de Pagana et cetera. - 133 - E’ un libro di cassa per una missione diplomatica a Milano. Inizia con l’indicazione delle somme ricevute il 12 luglio 1367 e prosegue con l’elenco cronologico delle spese sostenute dal 13 al 26 luglio. I primi esborsi hanno luogo a Genova per rivestire il seguito; gli altri sono registrati via via nelle tappe del viaggio di andata, durante la permanenza a Milano e nel viaggio di ritorno. E’ stato pubblicato da F. Gabotto cit., pp. 18-28. 117. 1368. Cm. 11x30; cc. 7 n.n., molte altre n.n. bianche. Alla I c.: mccclxviii, die xx septembris. Ianue. Manuale expensarum facttarum per me] Raffaelem de Casanova, notarium et scribam dominorum ambassiatorum qui pre-sentialiter remittuntur et vadunt ad sacratissitmum] principem [et] dominum nostrum dominum Romanorum imperatorem, in itinere, mansione et reversione diete ambas-siate. E’ un libro di cassa. Inizia con la registrazione di tutte le somme ricevute dagli ambasciatori tra il 20 settembre ed il 12 ottobre 1368. Segue un breve, ma gustoso elenco cronologico di. tutte le spese sostenute sino al 25 ottobre. E’ iperfino riportato il panno de agnino che lo scriba ha comperato per farsi confezionare una veste ed una tunica con cappuccio da viaggio (pro equitando), di cui era sprovvisto; in questa Genova oculata è il doge in persona che autorizza lo scriba ad inserire il loro costo nella lista delle spese. L’imperatore è Carlo IV di Boemia, che in questo periodo è di passaggio a Pisa, dove lo raggiunge l’ambasciata. E’ stato pubblicato da F. Gabotto cit., pp. 29-37. 118. 1376-1377. Cm. 29x40; cc. I-CCXXXX; inserti alla c. CLXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclxxvi, die secunda februarii. Cartularium iornatarum ambassate Am-glie, que inceperunt colligere mccclxxiiii, die prima augusti. Si riferisce a un gravame fiscale sul commercio marittimo, imposto dal 1374 al 1377, probabilmente per finanziare un’ambasciata in Inghilterra. Questo libro registra una parte delle imposizioni, dal 2 febbraio 1376 al 10 dicembre 1377. Ha inizio con un conto riepilogativo in cui sono elencate in ordine cronologico le imposte riscosse dai collettori o accertate a carico dei mercanti. Seguono i conti analitici aperti agli uni e gli altri, con i dettagli sulle merci (tipo, quantità, provenienza o destinazione, mezzo di trasporto), l’importo dell’imposta e anche gli eventuali pagamenti. Sono frequenti i collegamenti con altri registri. E’ stato pubblicato da J. Day, Les douanes cit., I, pp. 11-537. 119. 1378. Cm. 22x31; cc. 1-74; inserti alle cc. 15, 17, in fondo. A c. 1: MCCCLXXvin, die xvn septembris. Ad honorem Dei et beate Marie virginis et cetera. Cartularium rationis imposite per dominum Marchisium Calvum, ambaxia- - 134 - torem ad magnificum dominum dominum Franciscum de Carraria, dominum Padua-num, et scriptum manu mei Iohanis de Dominico, notarii et scribe cum dicto domino Marchisio, ambaxiatore prefato. E un mastro di entrate e uscite in partita doppia, particolarmente ricco di dati. Oltre alla provenienza dei fondi sono registrate tutte le spese, sia preparatorie del- 1 ambasceria stessa, sia relative al viaggio ed al soggiorno (specie per il vitto). Tra le spese vi sono anche quelle per l’invio di messi in Ungheria. 120. 1381. Cm. 15x41; cc. 12 n.n.; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. Alla I c.: mccclxxxi, die ***. Manuale Gregorii Donati, olim missi Paduam ad commorandum pro negociis Comunis. E’ un mastro di entrate e uscite per una missione a Padova dal 1° luglio al 23 settembre 1381. Il libro è tenuto con metodo misto, basato su una combinazione non infrequente di partita semplice e doppia. Le spese sono distribuite in conti distinti, ove i singoli esborsi vengono elencati via via in forma /elementare; tuttavia i conti sono regolarmente chiusi ed il loro saldo ha una contropartita nel debet di un conto finale riassuntivo, intestato al comune di Genova; nel suo recepimus sono indicate, senza alcun rimando ad altri conti, le somme ricevute dal messo. 121. 1386-1387. Cm. 14x41; cc. I-XXXXVI, fase, aggiunto cc. I-VT. A c. I: mccclxxxvi. Manuale in quo continentur expense facte per egregios et nobilem viros dominos Laurentium Gentilem et Melchionem de Petrarubea, ambassa-tores pro comuni Ianue in Ungaria et ladra, scriptum manu mei Dominici de Campis, notarii infrascripti et ipsorum dominorum ambassatorum scribe. Populus. Dominicus de Campis notarius. A c. I del fase, aggiunto: mccclxxxvii. In hoc manuale continentur expense acci-dentales facte per egregios et nobilem viros dominos Laurentium Gentilem et Melchionem de Petrarubea, ambassatores pro felici comuni Ianue in Ungaria, videlicet in itinere ipsorum et in reversu dicti domini Laurentii, scripte et facte per me Dominicum de Campis, notarium et scribam ipsorum dominorum ambassatorum, et de ipsorum mandato. Populus. Dominicus de Campis notarius. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice, con gli elenchi delle spese divisi per generi. Al termine contiene la matricola del comito e dei marinai arruolati su di una galeotta per la traversata da Ancona a Zara e l’itinerario seguito dalla spedizione all’andata e al ritorno, dal 23 ottobre 1386 al 6 febbraio 1387, da Genova a Genova. Il fascicolo aggiunto è un libretto di primi appunti per le spese varie; i suoi dati sono confluiti nel mastro. E’ stato pubblicato da G. Airaldi cit., pp. 149-209. — 135 — Ambaxiatae Constantinopolitanae expensae. 122. 1403. Cm. 15x41; cc. I-CCLXIIII. A c. I: Mccccin, die xvm ianuarii. Cartularium imposicionis denariorum xvxn pro libra, imposite iliis qui positi sunt in mutuo florenorum XXXII, cuius fuerunt massarii domini Antonius Lercarius et Paulus Iustinianus olim de Monelia, occasione expensarum factarum pro serenissimo domino imperatore Romeorum, existente massario et scriba dicte imposicionis Dominico de Pagana notario. * mccccv, die mi mai. Presentatum fuit presens cartularium officio magistrorum rationalium per Dominicum de Pagana notarium. mccccvii, die * * *. Nota quod de presenti mutuo facta fuerunt loca in compera nova de vi per centum. E’ un mastro in partita doppia relativo alla sottoscrizione di un prestito forzoso istituito nel gennaio 1403 per raccogliere 32.000 fiorini. La somma è destinata a sovvenire l’imperatore Manuele, che negli stessi giorni è di passaggio a Genova in cerca di solidi aiuti per la lotta contro i Turchi. Il registro, molto accurato, contiene l’elenco dei sottoscrittori suddivisi tra nobili e popolari; si ricollega al cartolare del mutuum contra Ciprum, di identico importo, già segnalato dal Gioffré (Il debito pubblico genovese cit., p. 318). 11. Viceducum officii introitus et exitus. In linea generale i libri dei vicedogi sono semplici, sia per la materia — incombenze limitate e scarso movimento di denaro — sia per il metodo contabile. Quelli che sono rimasti formano un gruppo omogeneo, di buona continuità cronologica e, caso unico in questi registri di magistrature, redatti in buon numero dalla stessa mano. Filippo Scarella, che riveste per molti anni la carica di vicedoge e dal 1398 quella di vice-governatore, adempie anche alle mansioni di scriba. Argomento ricorrente e spesso unico delle sue registrazioni sono le spese sostenute principalmente per il palazzo ducale ed i relativi finanziamenti. I libri hanno una struttura uniforme, riconducibile a quella di un mastro in partita semplice; le entrate e le uscite sono raggruppate in conti diversi a seconda della loro natura. Le spese minute e le elemosine sono elencate in forma sintetica; i lavori fatti eseguire da altri e gli acquisti di maggior importo compaiono sotto il nome dell’esecutore o del venditore e contengono la descrizione particolareggiata dell’operazione. Brevi conti, per lo più finali, presentano - 136 - il riepilogo delle entrate e delle uscite, con eventuali richiami ai conti analitici. Quando figurano altri dati — soprattutto quelli relativi al movimento dei verrettoni — vengono tenute contabilità distinte. I libri curati da altri funzionari hanno una struttura simile. Fa eccezione il n. 131, che contempla una materia molto più vasta dell’usuale e richiede una struttura più complessa (non a caso è curato da un notaio). Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 11, 13, 35, 152 (un frammento), 156, 286 (un frammento), 330. 123. 1379. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. Ili, XXV, nelle pliche della copertina posteriore. A c. I: In Christi nomine, amen, mccclxxviiii, die prima februarii. Espense facte per nos viceduces, silicet per dominum Paulum de Podio et Damianum de Bargalio, ut inter continetur, id est prò comune Ianue. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice. I conti analitici delle spese minute, degli acquisti di merci e dei salariati sono seguiti da alcuni conti riassuntivi degli incassi e dei pagamenti. 124. 1385. Cm. 28x36; cc. 1 n.n. bianca, XXVI-XXXXVII (da c. XXXIII è bianco); inserti alla c. XXXII. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo, ma quella sententiarum dei magistri rationales. Con il metodo usato nel n. 77 (cioè in forma di conto a. sezioni affrontate) sono registrate le somme versate ai singoli amministratori e le spese da essi sostenute. Sovente l’operazione di controllo non è conclusa e manca la sentenza; vi sono segni di revisione e spuntature. Si direbbe un fascicolo preparatorio per la stesura di un libro sententiarum perfezionato. 125. 1388. Cm. 15x40; cc. I-XXXXVII; inserti alle cc. XXXII, XXXIII, XXXVIIII, XXXX, XXXXI, XXXXIII, XXXXV, in fondo. A c. I: 4« In Christi nomine, amen, mccclxxxviii, die prima februarii. Manuale introytus et exitus officii dominorum viceducum, existentibus viceducibus domini Vincen-tius Gallus et Philipus Scarella. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice per piccole riparazioni ad edifici pubblici. I conti relativi ai singoli introiti ed alle spese sono riepilogati in un conto generale degli incassi e dei pagamenti. 126. 1389. Cm. 15x41; cc. I-LXXII; inserti alle cc. XXXI, XXXX. A c. I: >ï< mccclxxxviiii, die prima marcii. Manualle introytus et exitus officii do- - 137 - minorum viceducum, existentibus viceducibus domini Iacobus Calacius et Philipus Scarella. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice con la tipica struttura applicata da Filippo Scarella anche nei libri successivi da lui compilati. AI conto iniziale degli introiti seguono i conti analitici aperti ai vari tipi di esborsi (spese minute, acquisti di merci, salariati) ed un conto riepilogativo degli incassi e dei pagamenti. Le spese riguardano soprattutto il palazzo ducale. 127. 1390. Cm. 15x41; cc. I-LXXII; inserti alle cc. V, XXI, XXII, XXIIII, XXV, XXXI, XXXII, XXXIII, XXXIIII, XXXVIII, XXXXII, XXXXIII, XXXXIIII, XXXXV, XXXXVI, XXXXVII, XXXXVIII, LI, LII, LUI, LXVIII. A c. I: * mccclxxxx, die prima martii. Manualle introytus et exitus officii viceducum anni presentis, existentibus viceducibus domini Iacobus Calacius et Filipus Scarella, et scriptum manu mey Filipi, et in dicto continetur omnibus expensis factis per nos in palacio ducalli prò dicto officio, de comissione ac mandato magniffìci domini domini ducis. E’ simile al n. 126. Risente delle lotte cittadine: si svolge regolarmente fino al 3 agosto, quando ha termine il secondo dogato di Antoniotto Adorno; riprende con registrazioni saltuarie, che denunciano un senso di scarsa continuità e sicurezza, fino al 15 novembre. Al termine vi è un elenco di uomini che hanno ricevuto armi. 128. 1391. Cm. 15x41; cc. I-XXVI, altre n.n. bianche. In copertina: mccclxxxxi. E’ simile al n. 126. Gli introiti sono esposti in un conto finale. 129. 1392. Cm. 15x41; cc. I-LXXII; inserti alle cc. V, X, XX, LVIIII, LXIIII. A c. I: In Christi nomine, amen. mcùClxxxxii, die xvi iunii. Manualle introytus et exitus officii viceducum, tempore ducatus magniffìci domini domini Anthonii de Montaldo, Dey gracia Ianuensis duci et populli deffensori, existentibus viceduces domini Iacobus Calacius et Philipus Scarella. E’ simile al n. 126. Inserita nel mastro è la contabilità in natura di una grossa partita di verrettoni destinati a tutto il Dominio; i vicedogi tengono le relative scritture in forma di conto, così da offrire l’evidenza delle armi assegnate e di quelle effettivamente distribuite. Seguono gli elenchi di consegna di altri oggetti. La data d’inizio del libro è connessa con la fine del terzo dogato di Antoniotto Adorno (15 giugno). 130. 1392-1393. Cm. 15x41; cc. II-XXIII, XXV-XXXXVIII, L-LXX, fase, aggiunto cc. II-XXIII; inserti alle cc. Ili, XIII, XVII, XXI, XXXXI, XXXXIII, XXXXIIII, LI; copertina posteriore in gran parte mancante. In copertina: mccclxxxxiii. - 138 - La data 1392 (marzo-maggio) si riferisce al fascicolo aggiunto in fondo, che è quanto resta del mastro viceducum di tale anno, relativo al dogato di Antoniotto Adorno (terminato il 15 giugno). Si intuisce una struttura simile a quella del n. 126, con in più l’elenco delle elemosine ed un conto di verrettoni. Tra le spese diverse figura la paglia per i letti della stanza del doge e per quelli dei vicedogi stessi. Anche il libro del 1393 è in partita semplice. La materia usuale è rappresentata da pochi conti, inframmezzati da molte carte bianche, relativi ad elemosine ed a provviste varie: cera ed olio per il palazzo ducale, biscotto per il Castellacelo, acquisti minuti. La parte più ricca riguarda le spese militari: elenchi di verrettoni acquistati e distribuiti dai vicedogi, spese effettuate per conto dell 'officium guerre e da 'esso rimborsate. In questo anno è avvenuto uno scambio di consegne: i vicedogi sono nuovi (uno è Dexerinus Fatinanti) e si premurano di stendere un inventario di ciò che hanno ricevuto da Filippo Scarella e dal suo socio. 131. 1393-1395. Cm. 22x30; cc. I-LXXXII, 11 n.n. bianche (con l’eccezione delle ultime 2), LXX-LXXI, 1 n.n. (le ultime 3 cc. non indicano disordine in seno al libro, ma sono il risultato di una situazione analoga a quella segnalata nel n. 107); inserti alle cc. XXIII, XXXI, LII, LUI. A c. I: MCCCLXXXXIII, die *** novembris. Manuale introytus et exitus viciducibus comunis Ianue anni presentis, videlicet Manuelis Iudice et Raffaelis de Reza notarii, scripto manu mey supradicti Raffaelis, et loco dicti Manuelis elletus fuit Grifedus de Benamà. Populus. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia non sempre perfezionata. Il suo contenuto è di natura eccezionale, certo a causa del periodo di torbidi e di instabilità. A fianco delle voci usuali, compaiono introiti insoliti (per esempio di gabelle) e molte spese mai viste in questa sede, come, in relazione al periodo 1394-95, stipendi corrisposti a castellani rimasti in carica per periodi più lunghi dell’usato. 132. 1398. Cm. 15x41; cc. I-LXXII; inserti alle cc. VIIII, XVI, XX, XXX, XXXVII, XXXVIII, XXXVIIII, LX. A c. I: In Christi nomine, amen. Millesimo trecentessimo nonagessimo octavo, die sexta septembris. Manuale introytus et exitus dominorum vicegubernatorum anni presentis, existentibus vicegubernatoribus Phylippo Scarella et Brunamonte de Baya-montibus, in quo continetur omnes expense factas per dictos vicegubernatores in palatio comunis Ianue. E’ simile al n. 126. Gli introiti sono registrati in alcuni conti finali, di cui manca il riepilogo. Vi è anche un breve conto del 1400. 133. 1399. Cm. 14x41; cc. I-XXX (la XXVIII è stata saltata per errore), altre n.n. bianche; inserti alle cc. VIIII, XVI. - 139 — A c. I: In nomine Domini, amen, mccclxxxxviiii, die prima septembres. Manualle introytus et exitus officii dominorum vicegubernatorum, existentibus vicegubematori-bus Philipus Scarella et Brunamonte de Bayamontibus de Verona, in quo continetur introytus et exitus dicti officii. E’ simile al n. 126. Il movimento di denaro è particolarmente limitato, data anche la breve durata dell’esercizio, che va da settembre a dicembre 1399; il conto riassuntivo delle entrate e delle uscite è datato 15 gennaio 1400. 134. 1400. Cm. 15x41; cc. I-XXIII, fase, aggiunto cc. 18 n.n., XXXXVIIII-LIII, LXVIII-LXXII, XXIIII; inserti alle cc. XI, XIV, XVI, nel fase, n.n.; una manipolazione effettuata in periodo difficile da stabilirsi ha sostituito a un fase, mancante un altro (quello n.n.) completamente estraneo; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. A c. I: In nomine Domini, amen. MCCCC, die xx iullii. Manualle introytus et exitus officii dominorum vicegubernatorum, existentibus vicegubematores Philipus Scarella et Bernabos de Lissono, et factam expensas et receptum introytum per nos viceguber-natores, alter ex vicegubematoribus, et scriptum manu mey Philipi Scarelle, ut infra continetur. E’ simile al n. 126, con in più l’elenco delle elemosine. Il registro è incompleto e probabilmente va integrato con il successivo n. 134 a. Gli introiti sono di importo molto limitato rispetto al solito. L’ultimo fascicolo contiene un breve elenco di spese fatte per conto dei consoli della ragione. Il fascicolo non numerato riguarda tutt’altro argomento: è una matricola di equipaggio, con i nomi degli uomini, la loro mansione, il compenso pattuito e quello corrisposto; segue una breve contabilità riepilogativa dei pagamenti. 134 a. 1400. Cm. 22x30; cc. I-XXII; inserti alle cc. VIIII, XIII, XV, XVI. XX. A c. I: In Christi nomine, amen. MCCCC, die prima septembris, Manualle introytus et exitus officii dominorum vicegubernatorum, existentibus vicegubematores Philipus Scarella et Bernabos de Lissono, in quo continetur introytus et exitus dicti officii per ordinem. E’ simile al n. 126. Una spesa insolita è costituita dai lavori per riattare il tetto del palazzo dei sindacatori. 135. 1401. Cm. 22x30; cc. II-XXIII, XXV-XXXXVIII, 3 n.n., LII-LXVIIII, 3 nji. (da c. XVII è bianco). In copertina: >ï< mcccci. Vicegubernatorum. E’ un mastro di entrate e uscite, avente per oggetto le usuali materie. Nel conto iniziale, intestato al Comune, sono riassunti gli incassi ed i pagamenti; seguono i conti analitici, legati al primo con una partita doppia non sempre perfezionata. — 140 - 12. Victualium officium. I libri sono essenzialmente di due tipi. Per la maggior parte contengono la contabilità generale dell’ufficio e possono essere molto ricchi di notizie sui prezzi, le provenienze, le quantità di grano acquistato e distribuito, l’origine dei finanziamenti di cui l’ufficio dispone. In questo caso la contabilità è condotta in partita doppia con tendenza, non sempre seguita, ad un ordinamento alfabetico dei conti. Un altro tipo di libro è il cosiddetto manuale, cioè un promemoria ove lo scriba riporta annotazioni varie concernenti il vettovagliamento, dai contatti presi con i patroni alla misurazione del grano, dalla distribuzione ai rivenditori alle norme per i rivenditori stessi. Non manca qualche libro di argomento diverso, contenente ad esempio l’elenco dei debitori dell’ufficio o la contabilità di una gabella sulle vettovaglie destinate alla Città. Un pezzo unico e di particolare rilievo è il n. 159, che si riferisce al rifornimento annonario, non di Genova, bensì di Famagosta. Pochi altri libri, ormai di età moderna, hanno una fisionomia particolare. Ricordiamo che questi libri hanno la loro continuazione presso gli Archivi storici comunali di Genova. Il primo libro victualium là conservato risale al 1556. Dal 1564 l’ufficio prende il nome di « magistrato dell’abbondanza » ed è sotto tale nome che sono conservati i registri. Tornando all’Antico Comune, può essere unito a questo gruppo il n. 68. 136-138. 1356, 1360, 1361. Mancano. 139. 1378. Cm. 25x41; cc. I-LXXII. A c. I: In nomine Christi, amen, mccclxxviii. Cartullarium officii victuallium comunis Ianue de mccclxxviii, incepto die prima marcii dicti millesimi, in quo sciita sunt partita grani facta per dictum officium et introytus et exitus omnium peccunie quantitatum que in racione dico officii, sive officiallium dicti officii, pervenerunt, scriptum manu Iohannis Bayri notarli, scribe dicti offidi, et quorum of-firialiium nomina sunt hec: dominus Anthonius de Nigro, dominus lohannes de Trani, dominus Anthonius Gentillis et dominus Nicolaus de Recho spedarius. Nota quod - 141 - domini lohannes de Trani et Anthonius Gentillis fuerunt ellecti in consciliarios et ancianos domini ducis et loco ipsorum fuerunt ellecti et subrogati domini Bartholcmeus Ardimentus et Petrus de Oliverio, qui habuerunt locum a die prima novembris usque die ultima februarii de lxxviiii. Populus. lohannes Bayrus notarius. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Nell’ultimo fascicolo vi sono partita grani facta per officium, cioè gli accordi presi con mercanti per far giungere a Genova determinate quantità di grano ad un prezzo convenuto; sulla carta a fronte sono registrati gli arrivi. Nella contabilità generale vi sono rimandi anche a questa sezione. Il grano proviene dalla Marittima, dalla Sicilia, dalla Provenza. 140-142. 1379, 1381, 1382. Mancano. 143. 1384-1385. Cm. 30x42; cc. I-XXXXI; altre n.n. bianche. In copertina: mccclxxxiiii et lxxxv. Liber officii victualium. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Il grano proviene dalla Lombardia, da Gavi, da Serravalle. 144-145. 1384, 1385. Mancano. 146. 1474. Cm. 24x34; cc. II-LXXII (manca almeno un fase, finale). In copertina: mcccclxxiiii. Cartularium fidei officii novi vitualium. Contiene una semplice lista di nomi, disposti in ordine alfabetico sino alla lettera P; il seguito era nelle pagine ora mancanti. Ciascun nominativo è accompagnato da un numero di rimando, riferibile forse ad un conto riepilogativo contenuto alla fine del fase, caduto, e da un importo in cifre tonde, senza alcuna causale; sul margine sinistro, di mano posteriore, è indicato un valore ohe costituisce una frazione variabile dell’importo precedente. Considerate anche alcune affinità formali con il n. 160, potrebbe essere un elenco di debitori per le garanzie che hanno fornito a favore dell’ufficio. 147. 1390. Cm. 29x41; cc. I-CCCXXXVII; inserti alle cc. VII, CX, CXXVIII, CXXXV, CLXXXXVIIII, CCXXXXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclxxxx. Cartularium introytus et exitus officii vitualium anni de mccclxxxx, existentibus officialibus Dominico de Prementorio, Petro Scoto, Pelegro de Maraboto et Guirardo Salvaigho. mccclxxxxii, die vi februarii. Presentatum et depositum penes officium magistrorum rationalium comunis Ianue per Nicolaum Fatinanti notarium, loco Constantini de Albertis notarii, scribe dicti cartularii. - 142 - E un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Si parla anche di grano di provenienza spagnola. 148. 1391-1392. Cm. 30x41; cc. I-CCXXXXII; inserti alle cc. XII, XXXVI, LXV; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: Cartularium officii vitualium, compoxitum per officiales infrascriptos et scriptum manu mey notarii infrascripti et scribe dicti officii. Filippus Donatus prior, Michael de Asemino, Luchus Imperialis, Thobia Castagna. Populus. Illarius Gambarus notarius. mccclxxxxii, die x septembris. Depositum et presentatum officio magistrorum racionalium per Illarium Gambarum et cetera. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Finita la parte corrispondente al 1391, il registro prosegue per il 1392 con una contabilità dello stessso tipo che si ferma alla lettera C. Parte del grano proviene da Caffa e da Focea^ 149. 1393. Cm. 29x41; cc. I-XXIIII, XXXI-XXXXII, XXXXVIIII-CLXXXII; inserti alle cc. Vili, XVIIII, LVIII, LXXI, LXXVI, LXXXI, LXXXVI, CXVIIII, CXX, CXXI, CXXXVII, CLXXVIII. A c. I: * mccclxxxxiii. Cartularium in quo continentur omnes carculi et rationes tan biscotorum quam furmentorum comunis Ianue et dependentium ab eis, tempore ducatus domini Anthonioti Adumi citra, habitis, dactis aut redditis officialibus infra-scriptis comunis Ianue ad hec electis et constitutis per magnifficum dominum ducem et eius Conscilium, vissa prius eorum baylia eisdem atribucta, scripta manu * * *, mccclxxxxii, die XVI decembris, et cuius quidem baylie tenor est in presenti cartulario autem in clxxxii, videlicet a Nicolao Campanario et socio, olim officialibus et cetera, Andrea Frandina, olim officiale in dugana ad officium victu(a)lium, nec non a Iohanne de Pissano, officiale electo loco dicti Andree, et ab omnibus aliis officialibus videlicet de albergis, conestaiariis, potestaciis et aliis et cetera, occaxione dictorum biscotorum et furmentorum et dependendum ab eis, et in omnibus et per omnia prout et sicut in dicta baylia eorum continetur. Et nomina quorum officialium sunt hec: domini lohannes de Mari quondam Valarani et Venturinus de Ancona. Et loco dicti Venturini subrogatus fuit lohannes Tortorinus. Cum eis ad scribendum actus et negotia Anthonius Gallus notarius. Populus. E’ un libro speciale, diverso dagli altri del gruppo. Ordinato in forma di mastro e tenuto in una rigorosa e dettagliata partita doppia, rispecchia la situazione rilevata dai due speciali funzionari ed i loro interventi amministrativi. Sono evidenti precedenti acquisti di grano da parte del Comune e successive vendite in perdita. I due funzionari conservano rapporti con gli officiales victualium fino al 1394. Nell’ultima carta è trascritta la copia del documento, emanato dal doge e dal Consiglio, con cui si attribuiscono ai due magistrati i loro poteri eccezionali. - 143 — 150. 1394. Cm. 24x41; cc. I-CXII, altre n.n. bianche; inserti alle cc. VI, VII, VIII, XXVIIII, XXXIIII, XXXXVI, XXXXVII, LVII, LXIII, LXXVI, CXI. A c. I: * MCCCLXXXXIIII. Cartularium introytus et exitus officii vitualium anni su-prascripti, scripto manu Vincencii Galli, notarii et scribe dicti officii. Officiales dicti officii sunt ut infra: domini Raffael Vilanucius prior, Luchinus Gentillis, Acelinus Ler-carius et Bartolomeus Sachus. Vincencius Gallus, notarius et scriba dicti officii. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, con i conti disposti in ordine alfabetico. Il libro riporta anche il testo di una deliberazione del doge e del consiglio degli Anziani sui problemi finanziari dell’ufficio. Nelle ultime pagine vi è un’altra parte contabile. Numerose scritture sono datate 1395. 151. 1398. Cm. 25x41; cc. XXV-LXXXXVI, CXXI-CXXXXIIII (molte cc. bianche intercalate; anche l’ultimo fase, è bianco, con l’eccezione delle ultime 3 cc.). In copertina: >i< mccclxxxxviii. Officium vitualium, scriptum manu Anthonii de Ponte notarii. Sono i frammenti di un mastro in partita doppia non perfezionata con i crediti ed i debiti residui che Yofficium victualium eredita il 1° marzo 1398 dal precedente ufficio del 1397. I conti analitici, che sono disposti in ordine alfabetico e che vanno dalla lettera D alla O, contengono anche la registrazione dei successivi incassi e pagamenti. Nel conto riepilogativo dei debitori, le partite sono erroneamente registrate nel débet, anziché nel recepimus. 152. 1400-1401. Cm. 11x30, fase, aggiunto cm. 11x31; cc. I-VIII, XVII-XXIII, 1 n.n, XXVI-XXVIIII, XXXXII-XXXXIII, XXXXV-XXXXVI, XXXXVIIII, LXII, LXX-LXXVIIII, LXXXVIII-LXXXXV, fase, aggiunto cc. 10 n.n. In copertina al v.: >ï< mcccc, die prima marcii. Infrascripti officialles officii vetua-lium comunis Ianue: dominus Georgius Gentillis, dominus Nicolaus Adurnus, dominus Petrus de Varixio, dominus Soldanus Lomellinus. * MCCCCI, die prima marcii. Dominus Manuele de Guizulfis, dominus Tomas de Fornariis, dominus Ianotus Lomellinus, dominus Andreas de Aiegro fuerunt electi per annos duos. * MCCCCiii, die prima marcii. Dominus lohannes de dominis de Lagneto, dominus Batistus Iustinianus, dominus Inoffius de Puteo, dominus Leonell Ususmaris. Alla c. n.n.: Cartulariorum diversorum negociorum officialium officii vitualium comunis Ianue. E’ un promemoria di appunti vari. Sono segnati nomi di patroni che partono con la propria imbarcazione per caricare grano (con o senza licenza dell’ufficio); elenchi di debitori ancora morosi per motivi diversi; elenchi di misuratori di grano; misurazioni avvenute; brevi contabilità; minute spese, disposizioni dell’ufficio etc. Il fascicoletto aggiunto è del 1401 e contiene l’elenco delle spese sostenute da Nicolò di Albenga, uno dei due vicegovernatori di Genova, al tempo della sua carica. — 144 — 15à 1400-1402. Cm. 11x31; cc. I-XXXV, XXXVIII-LVII, LXIIII-LXXXI, LXXXVIII-LXXXXVI; copertina anteriore mancante del terzo inferiore. E un promemoria simile al n. 152, con notizie sul movimento delle navi, elenchi di debitori, deliberazioni dell'ufficio, etc. 154. 1401. Cm. 24x41; cc. I-CXXXXIIII (da c. CXIIII è bianco, con l’eccezione dell’ultima c.); inserti alle cc. XXVII, CXIIII. A c. I: Ad honorem Dei et beate Marie semper virginis et tocius curie celestis, amen. Cartularium officii victualium anni de cccc primo, existentibus officialibus prudentibus viris infrascriptis dominis et cum eis scriba et subscriba ac eciam nunciis sive porteriis raibarum ut infra. Dominus Manuel de Guisulfis, dominus Tomas de Fornariis, dominus Andreas de Aiegro, dominus Ianotus Lomelinus. Bartholomeus de Monleono notarius, scriba, Iullianus de Ulmo, subscriba. Iacobus Magnonus et Anthonius Magnonus, fratres, nuncii et porterii raibarum grani. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. E’ accentrato Sui debitori delle avarie assegnate all’ufficio, con frequenti rimandi a cartolari di anni precedenti. 155. 1403, 1404, 1406. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI, fase, aggiunto cc. L-LXXI (da c. LVII è bianco); inserti alle cc. XX e LVII del libro ed alla c. LIIII del fase, aggiunto. In copertina al v.\ Ψ mcccciii, die prima marcii. Manualle et notualiorum officii vitualium comunis Ianue. A c. I: Cartularium in (quo) continentur quantitates granorum venturorum Ianuam et venditorum in dicta civitate. Dominus Manuell de Guixulffis, dominus Tomas de Fornariis, dominus Andreas de Alegro, dominus Ianotus Lomellinus, officialles officii vetualium comunis Ianue. Ad honorem Dey,. beate Marie virginis, beato Michaelle ar-changello, beato Iohanni batista et avangelista et beato Antonio et beatisimus apo-stollus Petro et Paullo et tocius curie celestis in eternum et ultra. Guirardus de Oberto notarius, scriba dicti officii. Iulianus de Urmo, subscriba dicti officii. E’ il solito promemoria di appunti vari, contenente elenchi di imbarcazioni, frumento acquistato e ricevuto, nomi di debitori dell’ufficio, norme per i rivenditori, etc. Le annotazioni sono larghe di notizie sul nome dei patroni, la specie e la provenienza delle loro navi, la quantità e l’impiego del grano trasportato. Il fase, aggiunto porta una contabilità che sembra avere per oggetto le condemnationes sindicatorum; risale al 1367. 156. 1407-1408. Cm. 14x41; cc. I-XXXXVIII (da c. XVI a c. XXV e da c. XXXI a c. XXXXVII è bianco); inserti alla c. XXX; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. A c. I: In Christi nomine. Manuale Manuelis Spinulle vicegubernatoris. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la sistemazione della nuova sede del governatore. Le operazioni, - 145 - 10 affidate al vicegovernatore Manuele Spinola, iniziano nel marzo 1407 e proseguono sino al 1408; incassi e pagamenti sono riepilogati in un conto intestato al communis lamie. Sebbene concernente un fatto particolare e non l’ordinaria amministrazione, il registro rientra idealmente nel gruppo viceducum officii introitus et exitus. 157. 1425. Cm. 30x41; cc. I-LXXXXV; inserti alla c. II. In copertina: >ì< mccccxxv. A c. I: In Christi nomine. Cartulario sordorum quindecim pro centanario minarum grani et aliarum vitualium delatis per mare et per tera a civitate Ianue burgorum et subburbiorum, scrito per me Raffaelem de Calvi. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, relativo alla gabella indicata; l’imposta era dovuta sulle vettovaglie (grano, farina, biada e legumi) entrate in Città per la via di mare od attraverso la porta di San Tommaso. I conti in valore sono integrati con gli elenchi cronologici delle quantità di derrate giunte dai vari accessi. 158. 1432-1434. Cm. 21x29; cc. 1 n.n, I-XXXXVII, 24 n.n.; inserti alle cc. I, V, VII, XVI, XXIII, XXVII, XXXI, XXXVI. In copertina: >i< mccccxxxii. A c. I: CartLularium] officii victualium Comunis, massarie Batiste de Fornariis et sociorum. La prima parte del libro è un mastro di entrate e uscite in partita doppia dell’ufficio victualium. Le disponibilità di denaro provengono principalmente dal Comune e dalla riscossione di avarie arretrate (avarie nucium rancidarum)·, il grano acquistato è soprattutto di origine lombarda. La seconda parte del libro contiene la descrizione della farina e del grano giunti a Genova per mare e per terra, e di quelli estratti dalla Città per via di terra. 159. 1460-1461. Cm. 21x28; cc. I-LXXXXVI (da c. LXVI è bianco); inserti alla c. XXXX. In copertina: >& mcccclx. A c. I: Cartularium [...] 1 per dominos [. ..]1 Messana, electi per magnificum dominum [...]!2 et Consilium dicte civitatis [...]2 scriptum per me Antonio de Gi-belleto notario et [...] 3. A c. xxxxviiii: >{< Iesus. mcccclxi, die prima marcii. Cartularium officii victualium, sive granorum, civitatis Famagoste, gubernatorum per dominos Antonium Reibadum, Petrum de Gravano et Iacobum Mittara, ellecti per magnificum dominum Ieronimum 1 [Cm. 11]. 2 [Cm. 8]. 3 [Cm. 4,5], — 146 — de Carmadino capitaneum, officium de moneta dicte civitatis et Consilium universale prò anno uno, incepto die suprascripta, scriptum per me * * * ad laudem Dei Patris omnipotentis eiusque piissime matris virginisque Marie et omnium sanctorum in seculla seculorum, amen. E’ composto di due mastri di entrate e uscite, uno per il 1460 e l’altro per il 1461. In entrambi i casi si tratta di una contabilità in partita doppia, riguardante il vettovagliamento della città di Famagosta. 160. 1473. Cm. 22x30; cc. I-XXXXVIII (da c. XXXIII è bianco, con l’eccezione dell'ultima; mancano cc. finali); inserti alla c. XVII. In copertina: * mcccclxxiii. Cartularium fidei spectabilis officii victualium. Contiene un elenco di persone che si sono obbligate presso Yofficium dominorum quatuor revisorum a favore deìYofficium victualium. Per ciascuna di esse si indicano la data del debito (che è sempre l’ottobre 1473), l’importo della malleveria e la sua natura (luoghi delle compere, crediti verso l’erario etc.); in data successiva compaiono le eventuali cassature, parziali e totali, dell’obbligazione prestata. All’ultima c. ha inizio un conto riepilogativo intestato aWofficium victualium, a cui Sono accreditate le singole malleverie; il conto si concludeva nelle cc. seguenti, ora mancanti. 161. 1500. Manca. 162. 1497-Ί499. Cm. 11x31; cc. 6 n.n., 1-112; inserti alle cc. 1, 11, 20, 21, 34, 41, 68, 69; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. Non concerne 1 usuale materia di questo gruppo. Redatto con scrittura affrettata e scarsa cura formale, esso è sostanzialmente un libro mastro, tenuto in partita semplice dal nobile Cipriano del Carretto e relativo forse ai suoi vassalli di Rezzo. I conti, disposti a sezioni affrontate, si riferiscono ai suoi crediti (per forniture di cereali, fogayron, cabella bestiarum ed altro) ed alla loro liquidazione in denaro od in natura (ad esempio mediante giornate di lavoro). La cassatura dei crediti totalmente estinti e l’evidenza data a quelli residui conferiscono al libro il carattere di una stesura definitiva e non di una prima nota, come la sua rozza apparenza potrebbe far sospettare. 163. 1503. Cm. 17x24; cc. 1 n.n, I-XXX, altre n.n. bianche; inserti alla c. X. In copertina: >i< mdiii. Liber officii victualium. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, steso con la scrittura affrettata dei libri di prima nota, ma tecnicamente accurato (i rimandi ai controconti e le chiù sure delle due sezioni non mancano mai). Importanti acquisti di grano risultano fatti in Provenza, dopo aver ottenuto le relative tratte dal re di Francia. - 147 - 164. 1504. Cm. 22x31; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. V, XI, XXXVI, XXXXIII, XXXXVII. In copertina: >i< mdiiii. Liber officii vitualium supradicti anni qui gubernatur per An· freonum Ususmaris, unum ex dictis uficialibus. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Dai conti si possono ricavare le disponibilità finanziarie dell’ufficio durante l’esercizio, le spese sostenute per l’acquisto di grano ed il suo trasporto fino a Genova, il ricavo delle vendite, le modalità dei pagamenti all’estero. Alcune scritture giungono sino al 1506. 165. 1560. Cm. 12x35; cc. 20 n.n.; fase, in forma di rubrica alfabetica, con le cc. tagliate sul margine esterno in modo da formare la scaletta con l’evidenza delle lettere; copertina di cartone. In copertina: Quartero di Santa Augustino. Del pane. Nobilis Leonardus Sauli quondam Hieronimi, nobilis Augustinus Sauli quondam Cipriani. Fumari: Mattheus Cabella, Antonius [...] 1> Nicolaus quondam [.. .J2. Alla I c.: Officio di vitoaglie della Republica di Genoa. Alla II c.: >ï< mdlx, die mi aprilis. Si riferisce ad una distribuzione straordinaria di pane in occasione di una delle ricorrenti carestie. All’inizio compaiono le istruzioni per i funzionari preposti all’operazione; segue la matricola nominativa dei capifamiglia del quartiere di Sant’Agostino, ai quali è riconosciuto il diritto di ritirare quattro pani per bocca. Le matricole relative agli altri quartieri cittadini sono andate perdute. 13. Expensae fabricae palatii Communis. I sette libri (due numeri d’archivio raccolgono più di una unità) di questo gruppetto presentano tra di loro analogie meno strette di quanto non lasci supporre l’intitolazione: non si tratta solo della « fabbrica del palazzo », bensì di lavori effettuati in più di un palazzo del Comune e a distanza di tempo. Ciò non compromette l’interesse del materiale, come sempre poliedrico. Già possono essere significative le attenzioni rivolte in questi anni all’abbellimento ed al miglioramento degli edifici pubblici ove hanno sede le principali magistrature, e questo al di là delle necessità di riparazioni straordinarie sorte nel 1392 occasione novitatum in civitate, come si usa dire in maniera molto contenuta (si vedano al riguardo i nn. 1 [Cm. 51. 2 [Cm. 3,51. — 148 - 356-358). Le notizie fornite da questi libri possono essere usate anche da altre angolature, a partire da ciò che si può arguire sulle caratteristiche dei palazzi stessi fino alle tecniche usate (gli elenchi di spese per materie prime sono molto dettagliati) ed ai salari della mano d’opera. 166. 1368-1369. Cm. 23x31; cc. I-VII, VIIII, XI-XIIII, XVI, XVIII-LXXXXVI; inserti alle cc. XVIIII, XXII, XXXXVIIII, LXVI, LXXV, LXXXI, LXXXX. A c. I: mccclxviii. Cartullarium expensarum factarum in reparacione palacii Comunis positi ad Sanctum Thomam per Dominicum de Cazana notarium. A c. II: mccclxviii, die in madii. Inceptum fuit opus laborerii palacii Comunis positi ad Sanctum Michaellem et infra continentur iornate magistrorum et res enpte prò dicto pallacio. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice, per i lavori edilizi eseguiti dal maggio 1368 al maggio 1369 nei palazzi comunali posti a San Tommaso e a San Michele; poiché i lavori sono fatti in successione, senza alcuna cesura cronologica, non si può escludere tuttavia che si tratti di un unico edifìcio, la cui ubicazione è specificata in modi diversi. La prima parte contiene in successione cronologica ed in forma di conti elementari, le note dei materiali acquistati e dei salari pagati in ciascuna settimana. Nella seconda parte del libro, alcuni conti riassuntivi pongono a raffronto le disponibilità finanziarie (derivanti dal provento di condanne straordinarie e da versamenti dei massari generali) con i totali delle spese specificate nelle note settimanali. L’insieme è molto accurato; non mancano nemmeno le spese prò menta et aliis erbis positis in tardino (c. 43 r.). 166 a. 1383. Cm. 22x30; cc. I-LXXII; inserti alla c. LX. A c. I: >i* mccclxxxiii. Cartularium expensarum palacii ducalis et potestatis et Malpaghe factarum per Nicolaum Becarium. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per le riparazioni eseguite nel palazzo ducale e nelle carceri di Malapaga dall’aprile al giugno 1383. I conti analitici delle spese sono seguiti dai conti finanziari e da un conto economico riepilogativo intestato al comune Ianue. 166 b. 1392-1393. Cm. 15x42; cc. I-LXXII; inserti alle cc. XXII, LXVII. A c. I: >ì< In Christi nomine, amen, mccclxxxxii, die xvii iunii. Manualle expensarum factarum in reparacionem palacii ducallis occasione novitatum et aliis rebus necessariis in ipso, videlicet tempore ducatus magniffìci domini domini Anthonii de Montaldo, Ianuensis ducis, ut infra continetur per ordinem. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice per le riparazioni e le forniture del palazzo ducale dal giugno 1392 al marzo 1393. Le spese, descritte in conti distinti a seconda della loro natura, si riferiscono a giornate di operai (ad es. maestri d’ascia), - 149 - ad acquisti di oggetti (rami da cucina, candele, serrature, etc.), a trasporti di cose. Alla fine vi sono i riepiloghi generali delle somme incassate e di quelle sipese; i finanziamenti provengono in parte dai tesorieri generali del Comune ed in parte dai sindacatori. Il massaro che cura l’operazione è anche lo scriba del libro: si tratta di Filippo Scarella, in questo periodo vicedoge (n. 129), qui impegnato in una attività pertinente alla sua carica, anche se non di ordinaria amministrazione. 167. 1394-1395. Cm. 22x30; cc. I-XXXXVIII (da c. X a c. XXVI è bianco; almeno 1 fase, manca); inserti alle cc. XXIII, XXXVII, XXXXI; copertina mancante; le prime cc. recano tracce di fuoco. E’ un mastro di entrate e uscite per le riparazioni e le forniture del palazzo ducale dal settembre 1394 all’agosto 1395. Il conto iniziale, intestato al comune lanue, offre l’immediato confronto tra le spese totali e le somme via via ricevute per pagarle. Segue la descrizione delle spese, dapprima elencate in forma elementare e con abbondanza di particolari e poi riepilogate in alcuni conti, legati in partita doppia con quello iniziale. Il mastro manca di almeno un fascicolo, nel quale gli introiti specificati nel medesimo conto iniziale dovevano essere classificati per origine (versamenti dei massari generali e degli ufficiali camere abatum, proventi di condanne, etc.). 168. 1400-1401. Cm. 22x30; i< mcccc, die xxi octobris. Manuale mey Therami Bariani pro expensis factis pro aconcia palacii, pro tempore magniffìci domini capitanei domini Batista de Franchis. E’ un mastro di uscite in partita semplice per le riparazioni eseguite nel palazzo dall’ottobre 1400 al febbraio 1401. Le spese sostenute direttamente dal massaro sono distribuite in conti diversi in base alla loro natura; quelle eseguite da terzi sono raccolte in altrettanti conti, con la specificazione nel debet dei relativi rimborsi. Un conto conclusivo contiene il riepilogo delle spese descritte in termini dettagliati nei conti precedenti. 168 a. 1407-1409. Cm. 22 x 29; cc. I-XXXX, altre n.n. bianche; inserti alle cc. VIIII, X. In copertina: mccccvii. Iohannis de dominis de Lagneto et socii, deputatorum super construtionem camerarum duarum palacii. A c. I: Pro reparatione palatii comperarum. E un mastro di entrate e uscite in partita doppia per i lavori eseguiti nel palazzo delle compere dall aprile 1407 al marzo 1409. Si apre con un conto intestato al Comune, ove sono riepilogati gli incassi ed i pagamenti. Seguono i consueti conti analitici dedicati alle varie specie di spesa e di entrata. — 150 — 169. 1423-1424. Cm. 22 x 30; cc. 24 n.n. (di cui molte bianche). Alla I c.: mccccxxiii. Expensarum Andree de Ricardis factarum in palacio. E un mastro di uscite in partita semplice per le riparazioni eseguite nel palazzo del Comune e nel Castelletto dall’agosto 1423 al gennaio 1424. Le spese sono elencate in conti distinti; non v’è alcun riepilogo. 14. Expensae fabricae cittadellae Clavari. 170. 1404-1405. Cm. 15x41; cc. 1 n.n, I-XXXXVII (da c. XXVI è bianco). Alla I c.: Millesimo ccccmi, die primo maii. Manualle espensarum factarum in laborerio citadelle et turim Clavari ut infra. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per i lavori eseguiti nella cittadella e nella torre di Chiavari dal maggio 1404 all’aprile 1405. Le scritture sono molto accurate e ripartite, secondo l’uso, tra conti analitici e conti riepilogativi. Le entrate sono costituite principalmente dall’avaria ordinaria dovuta dalle podesterie di Chiavari e di Rapallo. 15. Expensae fabricae Castellacii. 171. 1418. Cm. 22x29; cc. 37 n.n. Alla I c. v.·. Expense facte in Castelacio a domino Iacobo de Zerbis et a domino Marcelino Carvo. Alla II c.: mccccxviii, die xi augusti. E’ un mastro di uscite in partita semplice per i lavori eseguiti nel Castellacelo in agosto e settembre del 1418. Le spese sono distinte per natura; la loro descrizione è molto sintetica. 172. 1419. Cm. 22x30; cc. I-LXXVI, altre n.n. bianche (da c. IV a c. XXIII — sulle quali non è riportata la cartulazione, ma sono comprese nel computo — e da c. XLVIIII a c. LVIII è bianco). A c. I: mccccxviiii. Liber expensarum factarum per Iohannem de Basignana in Castellacio, nec non denariorum recceptorum, ut evidenter apparet. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice per i lavori eseguiti nel Castellacelo dal marzo al maggio del 1419. Le spese sono descritte in conti diversi a seconda della loro natura. In un conto riepilogativo finale i totali delle varie spese sono posti a confronto con le entrate del massaro. - 151 - 16. Sindicatorum officii introitus et exitus. I libri pervenuti non hanno niente a che fare con il prezioso testo che i sindacatori dovevano curare, relativo ai magistrati genovesi e alla qualità della loro gestione. Qui ci si muove nell’usuale campo amministrativo ed i registri sono mastri concernenti l’esercizio finanziario dell’ufficio. Da quanto si è detto a proposito della magistratura, si intuisce che il contenuto di questi libri è costituito in gran parte dalla riscossione delle condanne pecuniarie e dal movimento dei depositi giudiziari, in particolare per la curia del podestà (quella dei consoli della ragione compare, eccezionalmente, nel n. 175; all’amministrazione di questa curia, nei periodi in cui tale compito spetta a loro, i sindacatori dedicano libri a parte). Le spese si riferiscono agli stipendi degli impiegati ed agli oneri minuti dell’ufficio. Qualche limitata variante può essere data dal numero e dall’intestazione dei conti, dei quali lo scriba ha compilato sovente un’utilissima rubrica iniziale. Nel complesso il materiale non è molto abbondante, e le raciones sono spesso divise e seguite da numerose carte bianche. Da un punto di vista contabile, i libri si rivelano curati e ordinati, anche se le scritture non sono sempre omogenee. L’impostazione generale è a partita doppia, ma a volte, soprattutto nel registrare condanne e depositi, può essere seguito un semplice metodo elencativo senza contropartite in altri conti. In linea generale, l’anno di gestione ha inizio il 1° ottobre; le registrazioni comprendono quindi gran parte dell’anno successivo a quello indicato dallo scriba e qui segnato all’inizio della scheda. Fa eccezione il n. 181, tutto relativo all’anno seguente alla segnatura dello scriba, per il quale si è riportata la datazione effettiva. Poiché i registri sono molto simili tra loro, queste righe valgono per tutti e quindi omettiamo le precisazioni relative a ogni pezzo. L’amministrazione dei sindacatori va completata con alcuni libri collocati nel gruppo depositorum, cioè con i nn. 481-491. Il primo di questi pezzi è eccezionale, in quanto comprende anche un gruppo di sentenze emesse dai sindacatori. I nn. 484 e 485 contengono elenchi di depositi relativi a cause vertenti davanti ad altri uffici, ma raccolti dai sindacatori. Può essere unito a questo gruppo un frammento del n. 155. - 152 - 173. 1379-1380. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII (da c. XII a c. XXV è bianco); inserti nelle pliche della copertina anteriore. A c. I: MCCCLXXVIIII et lxxx. Cartularium introytus et exitus officii dominorum sindicatorum civitatis Ianue, domini Illarii Lecavellum, massarii ipsius officii, scriptum per me Lazarum de Bozolo quondam Guillelmi. 174. 1381. Cm. 14x41; cc. I-LXXXXV (da c. XXXVII è bianco). A c. I: mccclxxxi. Cartularium introytus et exitus officii dominorum syndica-torum civitatis Ianue, videlicet dominorum Iulliani de Mari, Stephani de Sancto Blaxio, Cossme de Marinis et Luciani de Castello notarii, existente scriba cum eis Manuelle de Fontanegio notario. 175. 1383. Cm. 15x42; cc. I-XXXXVIII; inserti alla c. XXXI. A c. I: mccclxxxiii. Manualle introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis Ianue, tam condempnacionum quam depositi denariorum unius pro libra, Anthonii Paniçarii notarii et cancellarii. 176. 1386-1387. Cm. 15x40; cc. I-LXXXXVI; inserti alla c. IIII. In copertina: mccclxxxvi et vii. A c. I: Manuale introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis lanue, cuius officii est massarius dominus Dondedeus de Sancto Urcisio draperius, unus ex dictis dominis syndicatoribus. 177. 1390. Cm. 15x41; cc. I-XXIIII (manca più di un fase.); inserti nelle pliche della copertina anteriore. A c. I: m[cccl]xxxx. Manuale introytus et exitus dominorum syndicatorum comunis Ianue. 178. 1392. Cm. 15x41; cc. I-LXXII; inserti alle cc. XI, XXVI, XXXI. A c. I: mccclxxxxii, die prima ottobris. Manuale introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis Ianue. 179. 1394. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVII. A c. I: mccclxxxxiiii, die prima ottobris. Manuale introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis Ianue, cuius officii est massarius dominus Daniel de Mari, unus ex dicto officio, existente scriba Anthonio Panizario notario. 180. 1396. Cm. 14x41; cc. I-XXXXVIII; inserti alla c. III. A c. I: mccclxxxxvi, die primo ottobris. Manuale introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis Ianue, quorum officialium nomina sunt hec: do- - 153 — minus Laurencius Marulïus, dominus Sorleonus Lecavellus, dominus Damianus Usus· maris et dominus Bartholomeus de Suxano batifolius; et ego Anthonius Paniçarius notarius, scriba cum eis. 181. 1400. Cm. 14x41; cc. I-XXIIII. A c. I: >i< MCCCLXXXXVIIII, die prima ottobris. Manuale introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis Ianue, quorum nomina sunt hec: dominus lohannes Centurionus olim Ultramarinus quondam RaEffaelis], dominus Meliaduxius Pillavicinus, dominus Iacobus Donatus draperius et dominus Nicolaus de Franchis olim de Turre; cum eis in scriba in dicto officio Anthonius Panizarius, notarius et comunis Ianue cancellarius. Electus fuit massarius dicti officii suprascriptus dominus Iacobus Donatus. 182. 1400. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII. A c. I: >i< mcccc, die prima ottobris. Manuale introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis Ianue, quorum nomina sunt hec, videlicet dominus Thobias Castanea, dominus Anthonius Leardus Lorii, dominus Nicolaus Scalia draperius et dominus Raffus de Auria loco domini Benedicti de Auria. Postea subrogatus est loco suprascripti Anthonii Leardi dominus Damianus de Claparia. 183. 1403. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII. A c. I: mcccc tercio, die pr[ima] ottobris. Manuale introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis Ianue, quorum [nomina] sunt hec: [dominus Calcenemicus Salva[yg]us, dominus Georgius Gtanef...]1, dominus Symon Mara-botus et dominus lohannes de Lavania speciatius. 184. 1404. Cm. 14x42; cc. I-XXXXVIII; inserti alla c. III. A c. I: >i« mcccc quarto. Manuale introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis Ianue. Anthonius Panizarius notarius. 185. 1412. Cm. 15x41; cc. 96 n.n.; inserti in tutti i fascc. In copertina: % mccccxii. [Manualle Sancti Georgii]. Non concerne 1’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro giornale dei consoli di San Giorgio. 1 [Cm. 0,5]. - 154 - 17. Artium rectores. Nell Antico Comune restano solo questi tre libri relativi alle « arti ». Il primo e il terzo, di carattere affine, sono registri di entrata e uscita del- 1 ufficio dei rettori delle arti, mentre il secondo si riferisce ad un episodio di fiscalità straordinaria. Dai due mastri generali, che sono impostati a partita doppia, si rileva un panorama vasto che illumina per un momento, oltre all’andamento interno dell’ufficio, tutta una popolazione di personaggi inconsueti per queste nostre fonti: ciò che colpisce subito sono nomi e cognomi, ben diversi da quelli dei grandi casati che più spesso si incontrano negli altri registri. 186. 1403. Cm. 29x42; cc. I-CXXXXIIII. A c. I: mcccciii, die prima ianuarii. Cartullarium introitus et exitus presentis of-fitii dominorum quatuor rectorum artium civitatis Ianue, existentibus rectoribus nobilibus et egregiis viris dominis Matheo Cataneo, Thobia Castagna, Batisto de Castiliono notario et Aro de Almano, civibus Ianue. lohannes de Sancto Vincentio notarius, scriba dictorum dominorum rectorum. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. I proventi della magistratura derivano dalle tasse pagate dai nuovi iscritti alle arti, dalle condanne inflitte agli artigiani e da una « gabella degli artefici » di scarso rilievo. Le uscite sono rappresentate principalmente dalle retribuzioni dei quattro rettori, del notaio e dei due uscieri (noncii), che compongono l’organico dell’ufficio. 187. 1406. Cm. 15x41; cc. I-LX, altre n.n. bianche. A c. I: mccccvi. Manuale notarum partimenti salarii restantis ad habendum ab artificibus civitatis Ianue per Matheum Ottavianum, Brancaleonem de Vivaldis, Ia-nonum de Nigro et Petrum Thome, rectores artium civitatis Ianue, et cum eis scriba Lodisius de Montenigro notarius. Integra il successivo n. 188, rispetto al quale è chiamato secundus ed al quale dovrebbe essere posposto. Poiché durante l’esercizio annuale iniziato nel marzo 1406 i proventi ordinari dell 'officium non sono bastati a coprire interamente gli stipendi del suo personale, nel gennaio 1407 si impone alle arti il pagamento di un tributo straordinario corrispondente al disavanzo. Il presente registro è appunto il mastro in partita doppia con la contabilità delle quote ripartite tra le varie arti e della loro riscossione. 188. 1406. Cm. 15x41; cc. I-CLXXXXII. A c. I: >ï« MCCCCVI, die [...]' marcii. Manuale [no]tarum, exis[tenti]bus consuli- 1 [Cm. 0,51. - 155 - bus artium Ianono de Nigro, Matheo Ottaviano, Brancaleone de Vivaldis et Petro Thome. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia simile al n. 186. Nel libro sono inglobate le somme versate dalle arti per il riparto straordinario del gennaio 1407; è per tale ragione che il cartolare è definito primus rispetto al n. 187. 18. Salvatores portus et moduli. Si tratta di un bel gruppo di registri, omogeneo come struttura e abbastanza continuo da un punto di vista cronologico. Si noti l’antichità del primo libro, che sicuramente era preceduto da altri; esso ha ormai il tono sperimentato e completo che di solito caratterizza elaborazioni evolute. Contiene — come i successivi — la contabilità generale dei salvatori. Il metodo contabile usualmente seguito — tranne poche eccezioni — è quello della partita doppia con disposizione dei conti in ordine alfabetico; la ricchezza dei dati che si .possono ricavare merita di essere sottolineata. I mastri concernono le entrate e le spese relative alle operazioni di competenza dell’ufficio, ma non si limitano a scritture sintetiche, come accade a volte per altre magistrature. Al contrario, le registrazioni sono larghe di motivazioni e di dettagli, per cui non sarebbe difficile accertare molte caratteristiche del porto e molti elementi sulle materie prime e sulla mano d’opera; man mano che la competenza dei funzionari si estende a edifici pubblici diversi e alla manutenzione di larghe zone della Città, cresce la ricchezza dei dati forniti dalla fonte. Ricordiamo che questi libri hanno la loro continuazione presso gli Archivi storici comunali di Genova, con 14 mastri quattrocenteschi ed altri di età moderna; ad essi si affiancano filze (la più antica va dal 1432 al 1468), atti, pratiche pubbliche diverse, decreti e deliberazioni (solo di età moderna), decreti per il porto (a partire dal 1460). Poiché i libri di questa parte dell’Antico Comune sono molto simili tra loro, queste righe valgono per tutti e ci limitiamo a dare eventuali precisazioni particolari. Il n. 204 è simile ai precedenti e anche il n. 205 rientra nel blocco dei salvatori. Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 2 (un frammento), 14 (un frammento), 19, 53. - 156 — 1891. 1340. Cm. 31x42; cc. I-CL (manca almeno un fase, finale). A c. II: mcccxxxx, die prima marcii. Cartularium officii salvatorum portus et moduli, existentibus salvatoribus Nicolao de Palacio et Anthonio Buchanigra et scriba cum eis Lanfranco Guanto notario, in quo quidem cartolario continetur introytus et exitus dicti officii, scriptum et publicatum manu mei dicti Lanfranci. 190. 1342. Cm. 31x41; cc. I-CXX; copertina posteriore mancante per metà. A c. I: In nomine Domini, amen, mcccxxxxii, in kalendis aprilis. Cartularium offi-tii salvatorum portus et moduli, in quo cartulario per ordinem continentur primo introytus assignati dicto offitio et debit[ores] seu debentes dicto offitio pro dictis introytibus in dicto anno et subsequenter per ordinem continentur exitus et expensse facte pro dicto offitio in dicto anno, videlicet per Benedictum de Savignonis et Guillelmum Arangium, salvatores offitii portus et moduli anni predicti, existente cum ipsis scriba in dicto anno Bonvicino de Corvaria, notario et cancellario comunis Ianue, incipiente anno predicto in dictis kalendis aprilis et finiente in kalendis aprilis anni de mcccxxxxiii proximi venturi. E’ un mastro di entrate e uscite condotto con metodo misto. E’ particolarmente accurato e ricco; anche per i finanziamenti sono dati abbondanti dettagli. 191. 1350. Cm. 30x41; cc. II-CXVI. A c. II: mcccl, die [...]' madii. In nomine Domini, amen. Cartularius introytus et exssitus officii salvatorum portus et moduli. E’ un mastro di entrate e uscite condotto con metodo misto. Tra le altre spese, vi sono quelle per lavori eseguiti a due galere che navigano alle dipendenze dell’ufficio. 192. 1351. Cm. 30x41; cc. I-XXXXVIII (da c. XII a c. XXV è bianco). A c. I: mcccli. Cartularium introitus et exitus officii salvatorum [portus et moduli], existentibus salvatoribus Otaviano [...et Iohanne]2 Vesola et [scriba] cum eis [...]3. E’ un mastro di entrate e uscite condotto con metodo misto. 193. 1363. Cm. 25x41; cc. I-CXX da Cj LXXXI è bianco). A c. I: mccclxiii. Cartularium officii salvatorum portus et moduli, existentibus officialibus dicti officii dominis Nicolao Lavorabem et Luchino Camilla et in dicto officio scriba Raffaele de Bargalio notario. 1 [Cm. 0,7]. 2 [Cm. 2]. 3 [Cm. 5,7]. - 157 - 194. 1365. Cm. 25x41; cc. I-CXX (manca una grossa parte finale); inserti alle cc. Vili, XXXI, LXXII, LXXXXI. A c. I: mccclxv, die prima marcii. In nomine domini nostri Iesu Christi, amen. Cartularium introytus et exitus salvatorum portus et moduli, sive sabarbariorum moduli, civitatis Ianue, existentibus officialibus dominis Oberto Gateluxio et Thoma de Illionibus, et cum eis scriba Anthonius de Riparolio notarius, mccclxv, die prima iunii. Locho supradicti domini Thome de Illionibus poxitus fuit dominus Spagnolus Ferrandus, eo quia dictus Thomas ivit navigandi. Le registrazioni alfabetiche si fermano alla lettera O. 195. 1371. Cm. 30 x 41; cc. I-CLXXXXI; inserti alle cc. XXVIII, CVIIII, CXXXV, CLVII. In copertina: mccclxxi. A c. I: Cartularium introytus et exitus officii salvatorum portus et moduli dicti anni, factum ad honorem curie celestis, existentibus officialibus domino Berthonus de Grimaldis et Nicolaus de Levanto et cum eis scriba Anthonius de Canicia notarius. 196·. 1374. Cm. 30x41; cc. I-CL, altre n.n. bianche; inserti alie cc. XXXVIIII, LXXXXVI, CVI, CXXXVIII. A c. I: mccclxxiiii. In nomine Domini, amen. Cartularium introytus et exitus officii salvatorum portus et modulli de supradicto millesimo, scriptum manu mei Anthonii de Grimaldis et Nicolaus de Levanto, et cum eis scriba Anthonius de Canicia node Mari et Ambroxio de Bracellis. Populus. Anthonius de Pistina notarius. 197. 1379. Cm. 29 x 42; cc. 1 n.n., I-CXXXXIII (mancano cc. finali); inserti alle cc. XXXXI, XXXXII, CXXVII, CXXVIIII. Alla I c.: m[cc]clxxvtiii, die prima marcii. Ad honorem summi Patris et sue glo-rioxe matris et tocius curie celestialis, amen. Cartularium introytus et exitus officii salvatorum portus et modulli, existentibus salvatoribus dominis Meliadux Cibo et Raffaele Clavaricia. Thomas Mastrucius notarius e[t RJaffael Villanucius notarius. Le registrazioni alfabetiche si fermano alla lettera R. 198. 1380. Cm. 24x41; cc. I-CCXXXXII. A c. I: mccclxxx, die prima marcii. Cartularium introytus et exitus officii salvatorum portus et moduli anni presentis, existentibus salvatoribus dominis Francisco de Ancona et Lanzaloto Cataneo et scriba me Conrado Mazurro notario. — 158 - 199. 1383. Cm. 30x41; cc. 1 n.n., I-CLXXXXI; inserti alle cc. XVIII, LIIII. Alla I c.. MCCCLXxxin, die secunda marcii inceptum. Cartularium introytus et exitus officii salvatorum portus et moduli Ianue, scriptum manu mei Petri de Bargalio notarii infrascripti, scribe dicti officii, existentibus salvatoribus nobili et prudentibus viris dominis Alaono Cibo et Iohanne Figono. Petrus de Bargalio notarius. 200. 1391. Cm. 29x41; cc. I-CCXV; inserti alle cc. CLXXX, CLXXXXVI. A c. I. mccclxxxxi, [die] prima marcii. Cartularium introytus et exitus nobilium et egregiorum virorum dominorum Benedicti de Grimaldis et Ottoboni lustiniani, officialium officii salvatorum et sabarbariorum portus et moduli civitatis Ianue, et existente cum eis pro scriba dicti officii Benedictus de Plano notarius infrascriptus. Populus. Benedictus de Plano notarius. Tra le spese, figurano quelle per l’organo di San Lorenzo. 201. 1394. Cm. 29x41; cc. I-CLXXXXII, CCXVII-CCXXXX; inserti alle cc. VII, XX, LXII, LXXXV, CXVI, CXX, CXXVIIII. A c. I: mccclxxxxiiii. Cartularium introytus et exitus dominorum salvatorum portus (et) moduli anni et millesimi suprascriptorum, existentibus salvatoribus dominis Benedicto de Monella et Ianono de Guisulfis et scriba Iohanne de Reza notario. Populus. lohannes de Reza notarius. Populus nom habet plus locum in Ianua ‘. 202. 1405. Cm. 30x41; cc. I-CLXXXXII; inserti alla c. CLII. Ac. I: * In Christi nomine, amen. Adsit principio virgo Maria meo, amen. 4* MCCCCV, die prima marcii. In nomine sancte et individue Trinitatis, Patris, Fillii et Spiritus Sancti, amen. Ad honorem Dei et beate Marie semper virginis, beati Mi-chaellis arcangelli, beatorum Iohannis batiste et evanieliste, beatorum apostollorum Petri, Paulli atque Bartholomei, beati Laurencii martiris, beati Georgii vexillifferis lanuensium, beati Anthonii, beate Caterine virginis et martiris et omnium sanctorum et sanctarum Dei et curie cellestis, qui michi exibeant graciam bene et legaliter scribere et adimplere presentem cartullarium com sanitate, honore et bono, amen. 1 Non sappiamo quando il notaio abbia aggiunto questa amara osservazione: forse nello stesso anno 1394, quando Antoniotto Adorno offri la signoria di Genova a Carlo VI di Francia, forse due anni dopo, quando tale signoria divenne effettiva. In questo caso la frase assume anche un significato diplomatistico, in quanto segna il trapasso dall’uso del signum populi a un altro signum {Rex dominus Ianue) a convalida del contenuto dei libri in questione. - 159 - Cartullarium introytus et exitus anni suprascripti de mccccv dominorum salvatorum portus et modulli civitatis Ianue, existentibus salvatoribus nobilli et egregiis viris dominis Luchino Ususmaris et Dominico de Campofregoso, ductum et scriptum manu mei Bartholomei Blanchi notarii, scriba ipsorum dominorum salvatorum. (S.T.) Ego Bartholomeus Blanchus quondam Oddini, imperialli auctoritate notarius, hiis omnibus interfui et rogatus scripsi. Tra le spese vi sono riparazioni di strade, lavori effettuati in San Lorenzo e molte offerte a chiese, soprattutto sotto la lettera O. 203. 1406. Cm. 29x41; cc. I-CLXXXXII, CCV (mancano alcune cc.. finali); inserti alle cc. LXIIII, CLV. A c. I: Iesus. Millesimo cccc sexto, die primo marcii. Ad honorem Dei omnipotentis Patris et Filii et Spiritus Sancti, amen. Liber introytus et exitus officii salvatorum portus et moduli mei Iohannis de Corvaria, notarii et scribe dicti officii, existentibus officialibus nobile et prudentibus viris dominis Eliano Centuriono et Leonardo de Franchis olim Tortorino. Rex dominus Ianue. lohannes de Corvaria notarius. E’ meno ricco dei precedenti: molte lettere sono rimaste bianche. Salvatores portus et moduli: introitus et exitus. 204. 1408. Cm. 29x41; cc. 1 n.n, III-CLXXXXI; inserti alla c. CXXVIII; copertina originale in pelle. Alla I c.: [mcccc]viii. Cartularium introytus et exitus officii dominorum salvatorum operis portus et moduli anni sive millesimi suprascripti, tempore nobilis et egregiorum virorum Manuelis de Vivaldis et Nicolai Iudicis notarii, scriptum per me Bar-tholomeum Sacherium notarium infrascriptum, scribam dicti officii. Rex dominus Ianue. Bartholomeus Sacherius notarius. Le spese si riferiscono a riparazioni eseguite in vari luoghi della Città. Salvatores portus et moduli: reparationis expensae. 205. 1363-1364. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII, altre n.n. bianche; inserti alle cc. XI, XVIII. In copertina: mccclxiii-lxiiii. Expensarum factarum in reparacione portus et moduli. lohannes de Spigno notarius. L’argomento è più circoscritto del solito ed è esattamente espresso dall’intitolazione. — 160 - 19. Dar sina. E opportuno riservare ai libri della darsena osservazioni uniche per i tre gruppi, in quanto la ripartizione d’archivio non coglie le differenze tra i libri stessi e in certi casi i titoli non sono nemmeno pertinenti. Solo i primi due e 1 ultimo registro di tutto l’insieme si riferiscono all’ordinaria amministrazione della darsena. Gli altri, anche quelli che nell’intitolazione d’archivio sono dichiarati introitus-exitus o massaria, contengono la contabilità generale di lavori eseguiti non dalla darsena, bensì per la darsena, in precise ed eccezionali occasioni: per renderla più sicura e più capace, per costruirne le difese o per rinsaldarle. Vengono compiute opere di scavo nel 1364, mentre quelle più importanti di fortificazione risalgono all’inizio del secolo successivo. In fondo questi libri si accostano a tutti gli altri connessi con lavori straordinari eseguiti per opere pubbliche (come il palazzo del Comune o il Castellacelo); non per niente in un caso la darsena è affiancata contabilmente al Castelletto, in cui si lavora nello stesso periodo. Data 1 eterogeneità del materiale, non è possibile dare indicazioni generali sul metodo con cui sono condotte le registrazioni. Si può dire che esse sono accurate, tenute preferibilmente in partita doppia, non molto sintetiche, ricche di dati. Darsina: massaria. 206. 1357. Cm. 15x41; cc. I-LXXX, altre n.n. bianche, LXXXVI (il numero dipende probabilmente da un conteggio approssimativo delle cc. n.n.). A c. I: mccclvii. Manuale masales darsene Anthonius de Dondedeo et Anthoniotus Ganbonus de ones fornimentum galeis et cetera. E’ un libro di inventari di forniture navali consegnate dai massari della darsena. Gli oggetti sono elencati sotto il nome del patrono che li ha ricevuti. Il registro rientra idealmente nel gruppo galearum introitus et exitus. 207. 1382-1384. Cm. 15x42; cc. 1 (con cartulazione di dubbia lettura), L-LXXXXVI. In copertina: mccclxxxii. Manuale Branchaleonis Porchi, [...Iris1 darsenate. 1 [Cm. 1,51. - 161 - 11 MCCCLXXXV, die vim ianuarii. Depositum per Petrum Maneschalcum et socium, salvatores portus et moduli, facta racione cum ipso Branchaleone. E’ un libro di magazzino della darsena, con l’inventario iniziale al 26 febbraio 1382, il successivo movimento di carico o scarico e le giacenze al 20 agosto 1384. 208. 1402-1405. Cm. 15x41; cc. I-LXXII. In copertina: mccccii. Caroli Ciconie et Petti de Grimaldis super expensa turrium darsine. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice per i lavori di fortificazione della darsena eseguiti dal 1402 al 1405. I conti tendono a seguire l’ordine alfabetico; le scritture hanno motivazioni molto minuziose. 209. 1402-1404. Cm. 22x30; cc. I-LI, altre n.n. bianche (con l’eccezione delle ultime due). A c. I: In Christi nomine, amen, mccccii, die ***. Adsit principio Virgo beata meo. Cartullarium masarie municionum Castelieti et darsine, munitum et fumitum per dominos Anthonium Lomellinum et Ieronimum Iustinianum de Monelli!!a], mas-sarios dicte municionis sive dictarum municionum, et scriptum manu mey notarii in-frascripti, prout intus continetur. Rex dominus Ianue. Iacobus de Dalfinis de Paxano notarius. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la difeda e l’approvvigionamento della darsena e del Castelletto. Oarsina: introitus et exitus. 210. 1364. Cm. 26x41; cc. I-CCLXII; inserti alla c. CXVI. A c. I: In nomine sanctissime et individue Trinitatis, Patris et Filii et Spiritus Sancti, beateque Marie semper virginis, beatorum appostolorum Petri e Pauli, nec non beatorum Iohannis baptiste et evangeliste et tocius curie celestis, amen. MCCCLXiin. Cartularium introytus et exitus cave darssanate scriptum, compositum et ordinatum manu Raphaelis Vache de Sancto Thoma notarii, existentibus officialibus ad dictum opus Percival de Marinis et Carlotus de Laurenciis in dicto millesimo sive anno. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per lo scavo della darsena. 211. 1402-1405. Cm. 24x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. LII, LXVIIII, in fondo. A c. I: Adsit principio virgo Maria meo. Cartularium introytus et exìtus massarie et expensarum fortilicii darsenate Ianue, scriptum et compositum hoc anno de mccccii — 162 - et Mcccciii manu propria mey Antonii Berchaneche notarii, scribe eüecti et constituti icte massarie, massariis existentibus nobilibus et egregiis viris dominis An-driano de Grimaldis et Carolo Ciconia. Rex dominus Ianue. Anthonius Berchanecha notarius. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la costruzione delle torri e delle mura della darsena dal 1402 al 1405. A c. I vi è una testimonianza resa nel 1406 da alcuni magistri antelami circa la qualità e la quantità dei lavori eseguiti. 212. 1402. Cm. 16x41; cc. 1 n.n., I-XXIII, LXXXXVI-CXVIIII (da c. LXXXXVII è bianco); inserti in fondo. Alla I c.: >ì· mccccii, die primo iullii. Cartularium introytus et exitus dominorum officialium constitutorum super gubernatione darssine comunis Ianue et armamentorum gallearum dicti Comunis et cetera, ut patet in actis cancellarie manu Iulliani Panizarii cancellarii, scriptum manu mey Iohannis de Vesema, notarii et scribe dicti officii, de mandato officii supradicti. Rex dominus Ianue. Iohannes de Vesema, notarius et scriba dictorum dominorum officialium. Domini Nicolaus Centurionus, prior, Iullianus de Castro, Raffael Vilanucius notarius et Benedictus de Pisano, officiales. Antonius Cataneus domini Octobonis et Augustinus de Andoria, postea surrogati. E’ un libro di inventari. Si tratta di attrezzature marittime e belliche, in gran parte consegnate a patroni diversi e in parte giacenti nei magazzini e nella darsena del Comune. Seguono i verbali delle deposizioni fatte da privati a due degli ufficiali indicati a proposito di un furto di materiale nautico perpetrato nel 1400. E stato pubblicato da G.G. Musso, Armamento e navigazione a Genova tra il Tre e il Quattrocento (appunti e documenti) cit., pp. 35-77. Darsina: expensae. e il Quattrocento (appunti e documenti) cit., pp. 35-77. E’ il frammento di un libro preparatorio e integrativo del n. 211. La parte iniziale, fino a c. XXXX, è in forma di mastro e contiene i conti di entrata e uscita per le opere di fortificazione affidate ai massari Andrianus de Grimaldis e Carolus Ciconia·, le scritture si riferiscono al periodo dal gennaio all’ottobre 1402. Nelle cc. XXXXVI-L vi è un diario con la descrizione dei lavori fatti dal gennaio 1402 al luglio 1405. Il registro si chiude con un breve elenco cronologico di spese per manodopera. 214. 1420-1421. Cm. 15x41; cc. 1 n.n., I-XXI, 3 fascc. n.n. bianchi (con l’eccezione di 3 cc. all’inizio dell’ultimo fase.); inserti in corrispondenza delle cc. n.n. scritte. In copertina: mccccxxi. Cristofori Calvi, officialis darsine. - 163 - La parte cartulata è un mastro di entrate e uscite per la darsena. Le spese, che sono ripartite in conti diversi a seconda della loro natura, si riferiscono soprattutto a riparazioni ed approvvigionamenti di galere. Un conto riepilogativo intestato al Comune pone a confronto i totali delle varie specie di uscite con le entrate del massaro Cristoforo Calvo. Le carte scritte n.n. contengono gli inventari di forniture per il Castellacelo e per alcune galere. 20. Guerrae officii introitus et exitus. I pochi libri rimastici rispecchiano il carattere saltuario e specifico per situazioni determinate dell’ufficio: sono discontinui, sia dal punto di vista cronologico, sia da quello del contenuto. Quest’ultimo è composito. L’unico elemento omogeneo è quello, formale, della struttura contabile; gli argomenti delle registrazioni non sono uniformi, come si vede dalle singole descrizioni. Possono essere uniti a questo gruppo un frammento del n. 2 e i nn. 261, 698, 722. 215. 1351-1352. Cm. 23x31; cc. I-CCXXXXVIII; inserti alla c. LXXXXV. In copertina: mcccli. Darii Imperialis et Dominici de Vilanucio, massariorum in Romania in armamento domini Paganini de Auria. A c. I: mcccli. In nomine Iesu Christi et curie celestis, amen. Cartularius introytus et exitus Darii Imperialis et Dominici Vilanucii, massariorum officii guerre comunis Ianue, compositus et scriptus per dictum Dominicum, qui est de ligaturis decem et foliis ab uno usque in ducentos quadraginta octo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la gestione della spedizione di Paganino Doria. Vi sono usate monete diverse, tra cui predominano gli iperperi; anche il conto principale, intestato al Comune, è tenuto in iperperi. 216. 1353. Cm. 30x41; cc. I-XXVIIII, XXXIIII-XXXVIIII, XXXXIIII-CXXXXVIIII. A c. I: mcccliii. In nomine sancte et individue Trinitatis, Patris et Filii et Spiritus Sancti, beate et gloriose virginis Marie et omnium sanctorum et sanctarum curie celestis, amen. Cartularium exempli cartularii originalis massarie Damiani Peregrini et Iohannis de Pisano, massariorum officii guerre Venetorum et Catalanorum, scriptum et exemplatum a dicto cartulario autentico composito per me Dominicum Villanucium notarium, scribam constitutum cum dictis massariis per magnificum et illustrem dominum dominum Iohanem de Valente, Dei gratia Ianuensem ducem inclitum, et - 164 - dictum officium guerre, existentibus officialibus infrascriptis, quorum nomina sunt hec: domini Celesterius de Nigro iurisperitus, Meliado Gentilis, Melianus Cataneus, Octavianus Grillus, Iacobus Venerosus, Iacobus Turchus, Martinus de Prementorio, Franciscus de Matheo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, per il periodo dal gennaio al giugno 1353. Le uscite sono molto varie e non riguardano solamente la preparazione di una fase di attività bellica (vi sono spese per attamente di galere, per acquisto di armi e di cibarie, per un’ambasceria etc.), ma anche le conseguenze delle ostilità precedenti: ingenti somme sono spese per i Genovesi prigionieri a Venezia e altre vengono impiegate per sistemare la Malapaga e il carcere del Molo — destinati ai prigionieri veneti e catalani —, per mantenere i prigionieri stessi e cosi via. 217. 1353-1356. Cm. 31x41; cc. LXXXXVII-CXXXXV (da c. CV a c. CXXII, da c. CXXV a c. CXXVII e da c. CXXXIII alla fine è bianco). In copertina: mcccliii. E’ il frammento di un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Tra gli oggetti delle scritture predomina una spedizione del 1354, anch’essa comandata da Paganino Doria: una larga parte riguarda i fuggitivi, le cui pendenze sono regolate dai fideiussori. 218. 1357-1358. Cm. 26x41; cc. I-LXXII (manca almeno un fase, finale moltissime cc. bianche). A c. I: mccclviii, die xiii ianuarii. Cartularium officii massarie guerre anni de mccclviii, existentibus massariis dicti officii dominis Lorino Morbido et Michaele de Baiono, et scriba cum eis Leonardus Savina notarius. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, relativo alla gestione dell’ufficio dal dicembre 1357 al maggio 1358. I conti, disposti in ordine alfabetico, si arrestano alla lettera N. Il conto economico riassuntivo era situato alla fine del terzo fascicolo, ora caduto. Le entrate sembrano comunque provenire dai massari generali e da alcune vendite di oggetti; le spese si riferiscono soprattutto ad acquisti di armi e a stipendi. 219. 1366. Cm. 30x41; cc. I-CCXXVIII; inserti alle cc. LXXXXII, CLVIII. In copertina: mccclxvi. E’ diviso in due parti. La prima, che arriva a c. XVIIII, è in forma di mastro di entrate e uscite in partita doppia per la questione di Castelfranco del Finale; riguarda in gran parte il pagamento di armati, soprattutto balestrieri. La seconda parte è una matricola di stipendiarii, contenente i loro dati personali, la registrazione del-l’avvenuto giuramento, il soldo convenuto e, per taluni, il nome del fideiussore; a fianco sono indicate le somme loro pagate. Una gran parte degli uomini è destinata a Castelfranco; altri a Noli. - 165 - 220. 1379. Cm. 22 x 31; cc. 1 n.n., I-XXII, XXXXVIII-LXXII (da c. V a c. LIIII, da c. LVI a c. LVIIII, da c. LXVI alla fine è bianco); inserti alla c. LXIII. In copertina: >ï< mccclxxviiii. Manuale Georgii Lomellini et Leonardi Iustiniani, officialium constitutorum per officium guerre ad acipiendum ad stipendium comunis Ianue certos socios sive balistarios pro galleis comunis Ianue, de quibus erat capi-taneus dominus Petrus de Auria. E’ diviso in due parti. La prima, che è la più lunga, contiene una matricola di balestrieri, simile a quella del n. 219. La seconda è un mastro di 'entrate e uscite in partita doppia relativo all’arruolamento effettuato: buona parte delle spese è costituita dalle paghe corrisposte agli uomini. 221. 1378-1381. Cm. 25x41; cc. 1 n.n., I-LXXII. Alla I c.: >ï< mccclxxviii. Cartularium depositum per Melchionem de Petrarubea penes dominos magistros racionales comunis Ianue im comissaria eidem fatta in Ancona, ubi constitutus fuit comissarius per magnifficum dominum dominum Nicolaum de Guarco, Dei gratia duxem Ianuensem et cetera, et officium guerre, tempore guerre inter comunem Ianue et comunem Veneriarum, in quo continentur omnes raciones spettantes ad dictum Comunem, tam debitorum quam creditorum; et ut presenti cartulario adhibeatur plenas fides suprascriptam rubricam manu mea scripsi et inferius signo meo signavi. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, relativo all’azione scolta in Ancona dal commissario genovese in appoggio alla flotta di cui è capitano Isnardus Goar-cus. Nel registro, particolarmente accurato, compare un vasto movimento finanziario, di cui non è sempre possibile appurare la natura per la sinteticità delle scritture; quando le motivazioni sono più esplicite, emergono soprattutto gli stipendi dei militari assoldati per conto del Comune e forniture alle navi. Vi sono usate monete diverse. 222. 1380. Cm. 24x41; cc. 1 n.n., I-LXV, altre n.n. bianche; inserti alle cc. XVI, XX, XXXXII, LX. Alla I c.: Cartularium massarie oficii guere novi compositum per me Percivalem Cibo, masarium diti oficii, ad honorem Dei et beate Marie virginis et tocius curie celestis. mccclxxx, die n octubris. Nomina dictorum ofirialium ut infra: dominus Dagnanus Cataneus iudex, dominus Marchexius Calvus, dominus Iohanes Imperialis, dominus Bartholomeus de Vialli, dominus Obertus de Monelia, dominus Valaranus Spinula, dominus Petrus de Oliverio, dominus Pelegrus de Muscha. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Dalle scritture, parche di motivazioni ma tenute con grande cura sotto l’aspetto contabile, si può dedurre l’intero movimento di denaro dell’officium novum: dagli introiti, che provengono dai massari generali, da banchieri, da collettori di gabelle, alle spese, che sono effettuate direttamente dai massari, per mezzo di funzionari preposti al pagamento degli stipendiarii, o tramite banchieri. - 166 - 223. 1381-1382. Cm. 30x41; cc. I-CCLXIIII; inserti alla c. LXXXIIII. In copertina: mccclxxxi. A c. I: Cartularium racionum officii guerre, existentibus massariis dicti officii Iohan-ne Griffioto et Manuelle de Guisulfis, massariis dicti officii, et existente scriba dicti officii Alexandro Musso notario, tempore infrascriptorum officialium: dominus Mei· chion Spinula, dominus Nicolaus Iambonus, dominus Casanus Salvaygus et dominus Petrus Cazanus. Populus. Alexander Mussus notarius. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per il periodo dal novembre 1381 al gennaio 1382. Insieme con i successivi nn. 224 e 225, costituisce un gruppo di libri in successione cronologica, redatti dal medesimo scriba ed impostati con criteri simili. Le motivazioni delle scritture sono chiare e dettagliate e illuminano l’origine dei finanziamenti e la destinazione delle uscite, tra Cui spiccano spese per militari a piedi, a cavallo, in soprannumero nei castelli. Il mastro è seguito, a partire da c. CLXXXXIIII, da matricole di uomini, in gran parte balestrieri, raggruppati sotto il nome del rispettivo capo e di altri militari destinati a rinforzare le guarnigioni dei castelli. 224. 1382. Cm. 30x41; cc. I-XXIIII, XXXXVIII, L-LXI, CXXXXV-CLXXXXII (manca una grossa parte finale); inserti alle cc. CXXXXVI, CLXXXII, CLXXXVII. A c. I: mccclxxxii, die ***. Cartularium introytus et exitus officii guerre, scriptum manu mei Alexandri Mussi notarii, scribe dicti officii, existentibus officialibus officii prefati dominis infrascriptis, videlicet dominus Elianus de Camilla, dominus Anthonius de Olledo, dominus Gaspal Cochalosa et dominus Illarius Lecavellum. E’ simile al n. 223, di cui è la continuazione cronologica fino al settembre 1382. Non contiene la parte dedicata alle matricole. 225. 1382-1383. Cm. 29x40; cc. I-CCXXXX; inserti alle cc. XV, XVI, XVII, XVIIII, LXXXXII, CVIII, CXIIII, CCXXXIIII. A c. I: mccclxxxii, die xxvi sdptembris. Cartularium introytus et exitus officii guerre, scriptum manu mei Alexandri Mussi notarii, scribe dicti officii, existentibus officialibus infrascriptis: dominus Thomas Pinellus, dominus Bartholomeus Salicetus, dominus Marcus de Marinis, dominus Bartholomeus Papavarus. E’ simile ai nn. 223 e 224, dei quali è la continuazione cronologica (il periodo di gestione è quello indicato, anche se con gli strascichi contabili si arriva più avanti). Non contiene la parte dedicata alle matricole. 226. 1428. Cm. 21 x 29; cc. I-LXXVIII, poche altre n.n. bianche; inserti alla c. LXII. In copertina: mccccxxviii. Liber Badasaris de Luxoro, superextantis murorum. - 167 - E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per il pagamento delle milizie addette alla custodia delle mura cittadine. Si riferisce al periodo da febbraio a giugno 1428. 21. Guerrae officium. Massaria Ripariae. 227. 1379. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII, altre n.n. bianche (con l’eccezione delle prime 4); inserti alle cc. XXVI, XXVIII. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia di una massaria che opera nella Riviera di Ponente, tra il maggio e l’agosto 1379, alle dipendenze àeWofficium guerre maris. Gli incassi riguardano le somme versate da un gruppo di podesterie per gli uomini di leva in esse sorteggiati. La gran parte delle spese è per pagare uomini assoldati. Può essere unito a questo libro anche il n. 267. 22. Stipendiariorum officii introitus et exitus. Sono i mastri che comprendono la contabilità generale di coloro che si occupano di pagamenti ai militari. In genere si tratta di accuratissime scritture in partita doppia, qualche volta con i conti ordinati alfabeticamente, sovente molto particolareggiate nelle motivazioni delle uscite e quindi larghissime di dati. Nella gran parte dei casi l’argomento centrale è il pagamento del soldo agli uomini; altre volte possono comparire temi più generali, come accade per il n. 233, che comprende tutte le spese, dalle forniture di grano, al filo per le balestre, al salario del cancelliere del capitano, per una spedizione armata nella Riviera di Ponente nel 1378-79; di struttura diversa, più prossima a quella della sezione stipendiariorum solutiones, sono le prime quattro unità del gruppo. In quanto al tipo di armati, dapprima si tratta di milizie straordinarie; più avanti, in particolare dopo il 1383, compaiono anche gli uomini della guarnigione genovese. Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 268, 271, 272, 286 (un frammento), 306. 228. 1353. Cm. 22x31; cc. 92 n.n. In copertina: mcccliii. Alla I c.: (Una lunghissima invocazione a Dio, alla Madonna, ai santi, alla gloria di Genova, alla disfatta dei nemici). Cartularium balistrariorum comunis Ianue capto- - 168 - rum per dominos Andaro de Mari et Antonium de Podio, officiales constitutos per magnificum dominum dominum Iohannem de Valente, Dei gratia Ianuensem ducem et populi defensorem, et officium guerre constitutum super guerra Venetorum et aliorum inimicorum dicti Comunis, quos inimicos Deus per Suam misericordiam destruat et con-fondat et eidem comuni Ianue prestare dignetur victoriam cum triumfo, amen. Et qui balistrarii capti sunt ad stipendium et soldum dicti Comunis et dominorum su-pradictorum, et etiam pro armata galearum filicis armate ipsius comunis Ianue, de qua est admiratus dominus Antonius de Grimaldis, et in quo cartulario scripta sunt nomina et pronomina omnium balistrariorum qui capti et soluti fuerunt per dictos dominos Andaro de Mari et Antonium de Podio, officiales constitutos ut supra. Et cum predictis dominis constitutus fuit Conradus de Fontanegio, notarius et cancellerie scriba cum eis. Non concerne 1’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole. Inizia con una serie lunga e minuziosa di arruolati, contenente da un lato il nome, il mestiere, la residenza, i mallevadori, la paga concordata e, dall’altro, il pagamento del soldo. Seguono le matricole di balestrieri delle due Riviere, di altri balestrieri destinati alla difesa di Bonifacio e di Calvi e, infine, quelle degli uomini alle dipendenze di Guglielmo de Monleono, conestabile di Calvi. 229. 1357. Cm. 22x 31; cc. I-XXIIII (mancano molte cc. finali); copertina quasi completamente mancante sostituita da un foglio di carta. A c. I: MCCCLvn, die xxii februarii. Cartullarium ballistrariorum et unius bannerie t...]1 et sollutorum, videlicet ballistrarii per dominum Iohannem de Paverio et pavesar[ii per Nicolaum] Buchanigram, vicarium ultra Iuvum, qui ballistrarii iverunt ultra Iuvum, excepto una bandella ballistrariorum que ivit Saonam ad cu-st[ odiam ] palladi Saone, et predicta omnia facta fuerunt de mandato magnifici domini domini [Sylmonis Buchanigre, Dei gratia ducis Ianuensis et populi defiensoris, et script ta] fuerunt per me Nicolaum de Costa notarium, deputatum ad hoc. Populus. Nicolaus de Costa notarius predictus. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ simile al n. 228. Gli uomini sono ripartiti per bandelle, sotto il nome dei rispettivi conestabili. 230. 1357. Cm. 22x30; cc. I-LXXII; inserti alla c. III. A c. I: * In nomine Domini, amen, mccclvii, die ira novembris. Cartularium balistrariorum. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ simile al n. 228. Le matricole sono alternate con brevi registrazioni contabili. 231. 1360-1361. Cm. 22x30; cc. 92 n.n.; inserti nel II e nel III fase. In copertina: mccclx. 1 [Cm. 5,4]. - 169 - Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ simile al n. 228. La matricola è disposta, secondo l’ordine cronologico dell’arruolamento, dal novembre 1360 al gennaio 1361. 232. 1369. Cm. 22x31; cc. I-XXV, 15 n.n., poche altre n.n. bianche; inserti alla c. XII, tra le carte n.n. scritte. In copertina, di mano moderna: Cartularium balistrariorum transmisorum ad imperialem maiestatem. Massarii generales Paulus Iustinianus et Carolus Cattaneus. E’ diviso in due parti. Nella prima è un mastro di entrate e uscite in partita doppia non sempre perfezionata, relativo all’assunzione e al pagamento di 200 balestrieri da mandare ad serenissimum principem dominum nostrum dominum imperatorem. Nella seconda parte contiene una matricola, sempre relativa ai balestrieri. 23$. 1378-1379. Cm. 20x29; cc. I-LXXX (da c. LV è bianco). E’ un mastro di entrate e uscite relativo a una spedizione militare nella Riviera di Ponente, a causa di moti suscitati dal vescovo di Albenga e dai marchesi Del Carretto. L impostazione contabile aspira ad essere in partita doppia, ma le partite non sono registrate in sezioni opposte. 234. 1368. Cm. 23x31; cc. I-LXXII; inserti alle cc. II, V, VI, XIII. A c. I: mccclxviii, die xx octobris. Cartularium in quo continentur nomina et prenomina balistariorum stipendiatorum per discretos viros dominos Cosmaelem Pilavi-cinum et Raffum Griffiotum, ad hoc deputatos pro ipsis mictendis ad imperialem maiestatem et cetera. E’ simile al n. 232, del quale è l’equivalente per un periodo diverso. 235. 1380. Cm. 22x30; cc. VII-XXXVI (tutte bianche, con l’eccezione delle cc. XV v. e XVI r. In copertina: mccclxxx. Petri de Levi et Benedicti de Grimaldis. Le due carte scritte superstiti contengono una contabilità a sezioni affrontate, certamente relativa a stipendiarii. 236. 1384. Cm. 30x41; cc. I-LXXX, altre n.n. bianche (con l’eccezione delle ultime 9 cc.). A c. I: Cartularium racionis introytus et exitus solucionum stipendiariorum comunis Ianue, dominorum Petri de Persio, Nicolai Carene et Andrioli de Dominico, trium ex dominis xvcim Ancianis magnifici domini olim et nunc ducis Ianuensis et cetera, principiatum mccclxxxiiii, die vini madii, manu Egidii de Monterubeo notarii, tempore ducatus quondam domini Leonardi de Montaldo, olim Ianuensis ducis et cetera, et finitum mccclxxxiiii, die xxva octubris, manu mei notarii infrascripti, tempore - 170 - ducatus domini Anthonioti Adurni, Dei gratia Ianuensis ducis et populi defensoris et cetera, et peracta eo modo, forma et stilo quibus principiata fuerant et cetera, se-quuta et terminata fuerunt et cetera, et hoc ex commissione et mandato prefati domini Anthonioti Adurni, ducis predicti et cetera. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per il pagamento di stipendiarii, particolarmente accurato ed eloquente nelle motivazioni delle spese. 237. 1386-1387. Cm. 29x41; cc. I-CCC. A c. I: mccclxxxvi, die xi ianuarii. Cartularium racionum introytus et exitus stipendiariorum comunis Ianue, tempore ducatus magnifici domini domini Anthonioti Adurni, Dei gratia Ianuensis ducis et populi defensoris. E’ simile al n. 236. Al termine comprende anche una matricola di armati. Tra le altre uscite vi sono quelle per garantire una guardia armata a Urbano VI, presente a Genova: il Comune assolda gli uomini e speciali tesorieri comunali maneggiano il denaro, che però è fornito dal papa. 238. 1387-1388. Cm. 29x41; cc. I-CLXXXXVI, CCLXXXXII-CCCXII. A c. I: mccclxxxvii, die xxvim marcii. Cartularium racionum introytus et exitus stipendiariorum comunis Ianue, tempore ducatus magnifici domini Anthonioti Adurni, Dei gratia Ianuensis ducis et populi defensoris. E’ simile al n. 236. Al termine comprende anche indicazioni di cauzioni. 239. 1394. Cm. 22x30; cc. I-XXXXVIII, LXXIII-LXXXXVI (da c. LXXIII è bianco); inserti alla c. XVII. A c. I: >ï< In Christi nomine, mccclxxxxiiii, die ultima maii. Cartularium sive manuale solucionis stipendiariorum Comunis facte et fiende per Symonem Cigallam et lane Tarigum, officialles ad hoc ellectos per magnificum dominum Nicolaum de Zoa-lio, Dei gratia Ianuensem ducem, et per eius venerabille consilium quindecim Ancia-norum, scriptum manu mei dicti lane, unius predictorum officialium. E’ simile al n. 236. 240. 1397. Cm. 29x41; cc. I-LXVI, altre n.n. bianche. A c. I: mccclxxxxvii. Cartularium solucionum factarum stipendiariis communis Ianue tempore dominorum Antonii Maruffi et Marci de Vivaldis, officialium super ipsis stipendiariis, existente cum eis scriba notario infrascripto. Populus. Antonius de Monleono notarius. E’ simile al n. 236. - 171 - 241. 1400-1401. Cm. 24x41; cc. I-CXXXXIIII. A c. I: >î< mcccc et mcccc primo. Cartularium introytus et exitus solucionum factarum stipendiariis comunis Ianue per dominum Petrum de Franchis de Levanto et Augustinum Tortorinum de Franchis, officiales constitutos super ipsis, scriptum manu mei notarii infrascripti. Populus. Andreas Dalfinus notarius. E’ simile al n. 236. 242. 1401. Cm. 22x31; cc, I-LXXII. A c. I: >i< mcccc primo, die vii septembris. Cartularium solucionum factarum stipendiariis communis Ianue per dominos Benedictum de Strata et Antonium Mazur-rum, duos ex dominis octo officialibus baylie, officiales super huiusmodi deputatos et scriptum manu mei notarii infrascripti. Populus. Andreas Dalfinus notarius. E’ simile al n. 236. AI termine vi sono trascritte, in forma ceterata, copie degli atti notarili con cui alcuni custodi delle torri di Genova si impegnano, per sé e per i propri uomini, a un servizio onesto e fedele. 243. 1401-1402. Cm. 29x41; cc. 1 n.n., I-CLXXXXI; inserti alla c. LXVIIII. Alla I c. n.n.: >i< mcccc primo. Liber introytus et exitus nobilis et prudentum viro-rum dominorum Nicolai de Marco et Antonii Spinule quondam domini Ianoti, nuper electorum et deputatorum super solutionibus stipendiariorum comunis Ianue per illustrem, magnificum et excelsum dominum dominum Iohannem Le Meingre dictum Bouciquaut, locumtenentem regium citra montes et gubernatorem Ianuensem et cetera, et eius consilium prudentum Ancianorum duodecim. E’ simile al n. 236. 244. 1410. Cm. 28x41; cc. I-CXXXXII, altre n.n. bianche; inserto in fondo un fase, di 4 cc. A c. I: >i< mccccx, die xi augusti. Cartularium introytus et exitus rationum et solucionum certorum stipendiariorum comunis Ianue, tempore regiminis illustris domini domini marchionis Montisferrati, capitanei Ianuensis et cetera, existentibus officialibus ad hec deputatis nobile et egregiis viris dominis Cosmaele de Mari et Cristoforo Iudice et cum eis scriba me notario infrascripto. Comune Ianue. Laurentius Stella notarius. Alla I c. del fase, inserto: >i< mccccviiii, die primo decembris. Cartularium solutionum factarum et fiendarum stipendiariis comunis Ianue, videlicet expense ordinarie, tempore regiminis illustris domini domini marchionis Montisferrati, capitanev Ianuensis et cetera, existentibus officialibus domino Iacobo Salvaygo et Francisco Chafeca et cum eis scriba me notario infrascripto. Francisais de Canitia notarius. E simile al n. 236. Il fascicolo inserto è un frammento di un mastro analogo. - 172 - 245. 1412. Cm. 14x41; cc. I-V, altre n.n. bianche; inserti all’inizio. In copertina: mccccxii. Manualle in quo continetur certa peccunia data per me certis stipendiariis, de comissione illustris domini marchionis. Laurentius Stella notarius. Si direbbe impostato in forma di mastro in partita doppia: le scritture sono scarse. 246. 1413. Cm. 29x41; cc. I-XXXXVIII, LXXIII-LXXXXVII, CXX-CXXXXIIII; inserti alla c. X; copertina mancante. A c. II: mccccxiii, die prima iunii. Cartularium introytus et exitus dominorum De-xerini de Pastino notarii et Braschi Imperialis, officialium ad solucionem stipendiariorum constitutorum, existente cum eis scriba notario infrascripto. Populus. Antonius de Monleono notarius. E’ simile al n. 236. 247. 1414. Cm. 22 x 29; cc. I-LXXXXIII, 2 n.n. bianche; inserti alle cc. XVI, LXXVII. In copertina: >ï< mccccxiiii. Georgii de Marinis et Luchini de [Guercio], officialium super solucionibus castellanorum veterum comunis Ianue. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia concernente le pendenze arretrate del Comune con i castellani e con gli uomini dei castelli. Le scritture sono poco eloquenti nelle motivazioni. 248. 1415. Cm. 24x41; cc. I-LXXII, 1 fase. n.n. bianco. A c. I: 4« MCCCCXV, die ***. Cartularium introytus et exitus stipendiariorum comunis Ianue, scriptum manu mei notarii infrascripti, existentibus massariis deputatis super factis stipendiariorum egregiis viris domino Francisco Caffecha et Raffaele Spinulla. Populus. Detegoarde de Lavania notarius. E’ simile al n. 236. 249. 1416. Cm. 25x40; cc. I-CCXXXX; copertina originale in pelle. A c. II: ψ mccccxvi, die xi iullii. Cartularium introytus et exitus nobilis viri domini Thedisii de Auria, officialis super solucionibus stipendiariorum comunis Ianue, scriptum manu notarii infrascripti. Populus. Antonius de Monleono notarius. E’ simile al n. 236. Ha legami contabili con il n. 250. 250. 1417. Cm. 25x40; cc. I-CCLXXXVIII; copertina originale in pelle. In copertina: mccccxvii. - 173 - E’ simile al η. 236. E’ il mastro per il 1417 di Anthonius de Viviano, officialis super solucionibus stipendiariorum per il 1417 ed il 1418. E’ legato, in successione cronologica, amministrativa e contabile, al n. 249. 251. 1486. Cm. 10x29; cc. 1-44, brandelli di altre 3 cc.; stato di conservazione pessimo; le prime 5 cc. e le copertine sono lacerate. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. Per la gran parte è un libro di matricole. Queste sono alternate con le scritture di una contabilità, probabilmente riepilogativa dello stesso argomento, di entrate e usdte in partita doppia. 23. Stipendiariorum officium. Expensae Ripariarum. 252. 1405. Cm. 15 x 42; cc. I-XXXVI, altre n.n., tra cui 16 scritte e molte bianche; inserti alle cc. VIIII, XIV. In copertina: mccccv. Manualle avariarum factarum per Ianus Marufum et me, quando fuimus capitanei in Riperia, spectantes Comunis, et certarum racionum stipendiariorum, de quibus omnibus fuimus de acordio et comune. E’ diviso in due parti. Nella prima è un mastro di entrate e uscite condotto con metodo misto per gli argomenti indicati. Nella seconda contiene una serie di rassegne effettuate a Chiavari. 253. 1526-1527. Cm. 10x31; cc. 70 n.n.; inserti nel I e nel III fase.; la I c. manca quasi interamente. E’ un promemoria redatto da Francesco Cazella, funzionario genovese in Corsica. Contiene note di natura prevalentemente contabile, tra cui le spese di alcuni viaggi effettuati tra la Corsica, la Sardegna e il continente. 24. Stipendiariorum solutiones. I libri stipendiariorum solutiones sono i registri di matricola degli uomini assoldati. Si tratta delle matricole di cui già si è detto, accompagnate da molti elementi del moderno libro paga. La parte fondamentale è costituita da lunghe serie di conti nominativi, ripartiti in base alla destinazione degli armati o al periodo per cui essi si sono impegnati. In linea generale i conti sono particolareggiati e accurati: a fianco del nome di ogni uomo figurano la provenienza, la residenza, la durata dell’impegno - 174 - individuale, il giuramento prestato, il compenso unitario pattuito e quello spettante in base alla durata della prestazione, i ratei di paga corrisposti. Queste sono le caratteristiche dei solutiones tipici; oltre ai ruoli, in alcuni casi compaiono anche contabilità più complete, per lo più riepilogative dei dati economici comparenti nella matricola, ma anche estese ad altri elementi connessi. Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 219 (un frammento), 223 (un frammento), 228-231, 319 a (un frammento). 254. 1352. Cm. 23x30; cc. 1 n.n., I-XXXXVII, L, LXXI, 18 n.n.; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. Alla I c.: In nomine Domini, amen. m[cccl]ii, die prima ianuarii. Liber solucio-num et racionum stipendiariorum ducalis palacii pro mensibus videlicet: ianuarii pre-sentis; februarii, marcii, aprilis sequentium. E’ un libro di matricole molto dettagliato. Tra i conti individuali è inserito un inizio di contabilità riepilogativa. 255. 1352-1353. Cm. 23x31; cc. 1 n.n., I-XXXXVIIII, 1 n.n., I-XXXVII, II-L, I-XXXXVIII, 14 n.n. (per metà bianche e legate capovolte), 50 n.n. (per quattro quinti bianche e legate capovolte); inserti alla c. XXIIII del III fase.; miscellanea di fascc. compiuti, in origine distinti, affini per contenuto e momento cronologico. Cc. 1 n.n., I-XXXXVIIII: Alla I c.: mccclii, die prima septembris. Manuale stipendiariorum ducalis palacii pro mensibus infrascriptis, videlicet septembris, ottobris, novembris, decembris. E’ un libro di matricole. Cc. 1 n.n., I-XXXVII: Alla I c.: mccclii, die prima maii. Manuale racionum stipendiariorum ducalis palacii pro mensibus maii, iunii, iulii et augusti. E’ un libro di matricole. Cc. II-L: E’ un libro di matricole, sempre per lo stesso argomento, per maggio-agosto 1353. Cc. I-XXXXVIII: A c. I: In nomine Domini, amen, mcccliii, die prima ianuarii. Manuale racionum stipendiariorum ducalis palacii pro mensibus infrascriptis, videlicet pro mense ianuarii, februarii, marcii et aprellis. E’ un libro di matricole. Un gruppo di balestrieri è destinato a Savona. Cc. 14 n.n.: E’ un libro di matricole di balestrieri a disposizione per essere inviati fuori Genova. - 175 - Cc. 50 mi.: Alla I c.: MCCCLni. Stipendiariorum ducalis palacii pro mensibus septembris, ottobris, novembris, decembris. E’ un libro di matricole. 256. 1353. Cm. 30x42; cc. I-CLXVIII; inserti alle cc. LXIII, CVII. In copertina: mcccliii, die xxviii iunii. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole relativo all’arruolamento di marinai fatto da Leonardo De Marini e da Tolomino de Tholomeo per 1 armata del Comune, della quale è ammiraglio Antonio Grimaldi; è molto dettagliato nel fornire i dati degli uomini. Una contabilità riepilogativa si inserisce tra due serie di matricole. Al termine vi è una pagina con l’evidenza degli uomini arruolati giorno per giorno e dei pagamenti loro corrisposti. 257. 1362. Cm. 11 x 31 ; cc. 24 n.n.; inserti alla IV c. E un libro di matricole di bannerie di cavalieri, assoldate per i mesi di settembre e ottobre. Gli elenchi sono seguiti da una contabilità riepilogativa. Vi si parla di « stipendio lombardo » e di « stipendio genovese ». 258. 1363. Cm. 30x41; cc. I-LXXI; copertina anteriore parzialmente mancante. A c. I: mccclxiii, die xxvn iulii. Cartularium [...]1 domini Iohtannis de Auria], Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un minuziosissimo libro di matricole di marinai. 259. 1365. Cm. 23x30; cc. 120 n.n.; inserti nel I e nel IV fase. In copertina: mccclxv. Omnes et singuli introsignati per F reperti fuerunt absentes a monstra facta in Ianua; signati per O reperti fuerunt absentes a monstra facta in Ripperia per Iohannem Blancum; et signati per S sunt illi quos dominus capita-neus scripsit officio guerre fore fugitivos. Anthonius de Credencia notarius. E un libro di matricole molto dettagliato. I nomi segnati con le sigle cui accenna lo scriba non sono molti. Un elenco delle varie bannerie, con la data della rispettiva partenza da Genova, apre il registro. 260. 1371-1372. Cm. 23x30; cc. I-LXXXXVI (da c. V a c. XXXXVI1II e da c. LVI alla fine è bianco). In copertina: Iohannis Cannelle, olim massarii guerre. A C. I: MCCCLXXII. 1 [Cm. 21 - 176 - Tav. II - A.C., 255, alla I c. balestriere E un libro di matricole molto dettagliato. Gli elenchi si alternano a conti relativi a vari personaggi legati al sistema militare, come il patrono del lembo di custodia o alcuni caporali. Tali conti fanno il punto sulla situazione finanziaria degli intestatari rispetto al Comune, evidenziando i loro crediti ed eventualmente ciò che viene loro corrisposto. 261. 1375-1376. Cm. 22x30; cc. XXV-LXXXXIIII; inserti alle cc. XXXI, XXXV, XXXX, XXXXIII, XXXXVIIII, LXXXXI; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Con ogni probabilità appartiene aW’officium guerre. Le uscite, di carattere militare e indicate in modo riassuntivo, rispecchiano attività diverse, come, per esempio, spese per l’armata di Cipro o per l’invio di balestrieri alla Spezia prò compagna lohannis Achuti (c. LXXXIII v.); per i dettagli vi sono rimandi ad altri libri. 262. 1376-1377. Cm. 22 x 30; cc. I-LXXII (da c. XXVI è bianco, con l’eccezione delle cc. XXXXVIIII v.-Ulr.). A c. I: mccclxxvi. Manuale mei Raphaelis de Guascho, in quo scripti sunt balistarii capti ad stipendium comunis Ianue per Anthonium de Oledo, officialem ad hoc deputatum, et missi in insula Corsice ad dominum capitaneum in ipsa insula pro dicto Comuni constitutum. E’ un libro di matricole molto dettagliato. Nella parte centrale contiene una breve contabilità riepilogativa. 263. 1377. Cm. 23x30; cc. I-LXXXXV (da c. XXII a c. LXXIIII e da c. LXXVII alla fine è bianco), fase, aggiunto cc. I-XVI, altre n.n. bianche, 3 n.n. aggiunte. A c. I: mccclxxvii. Cartularium balistariorum et stipendiariorum captorum et stipendiatorum per dominos Anthonium Italianum et Bartholomeum de Viali, ad hoc per magnificum dominum ducem deputatos, et scriptum manu mei Raphaelis de Guascho notarium. Populus. Raphael de Guascho notarius. A c. I del fase, aggiunto: mccclxxvii. Manuale in quo continentur et scripti sunt balistarii et stipendiarii capti et stipendiati per dominos Franciscum de Benedicto et Dexerinum Symonis, duos ex dominis Ancianis comunis Ianue ad hoc deputatos, et raciones ipsorum dominorum Francisci et Dexerini, scriptum manu mei Raphaelis de Guascho notarii. Populus. Raphael de Guascho notarius. E’ un libro di matricole molto dettagliato. I conti individuali sono seguiti da una breve contabilità riepilogativa. Nel fascicolo aggiunto la contabilità precede gli usuali, particolareggiati elenchi. - 177 - 12 264. 1378. Cm. 22x30; cc. 252 n.n.; inserti nei primi tre fascc. Alla I c.: Inceptus mccclxxviii, die ***. Cartularium secunde page stipendiariorum comunis Ianue soldate et carculate per nobilem et prudentes viros dominos An-driolum de Vivaldis et Ambrosium de Bracellis, de mandato officii guerre et cetera. Populus. Iohannes de Aiegro de Quinto notarius. E’ un libro di matricole molto minuzioso. Gli armati sono divisi per specialità. Prima di tutto sono registrati i conti dei capi di singole bannerie, per i quali è messo particolarmente in rilievo il denaro loro corrisposto; seguono i balestrieri, la fanteria e gli uomini soprannumerari nei castelli. 265. 1378, 1380. Cm. 21x29, fase, inserto in fondo cm. 11x30; cc. 364 n.n., fase, inserto cc. 1 n.n., I-VII; inserti in tutti i fascc. Alla I c.: mccclxxviii, die xxvii marcii. Cartularium stipendiariorum comunis Ianue captorum et stipendiatorum per nobilem et prudentes viros dominos Bartholo-meum de Nigro, Luchinum de Bonavei, Anthoniotum Logium et scriptorum per me notarium infrascriptum. Populus. Iohannes de Aiegro de Quinto notarius. Alla I c. del fase, inserto: mcc[clx]xx, die [xlvm iunii. Manuale un quo continentur soluciones stipendiariorum de ultra Iugum facte per Iacobum de Compa-gnono. Populus. Iohannes de Aiegro notarius. E’ un libro di matricole. Gli uomini sono indicati, fascicolo per fascicolo, sotto i nomi dei rispettivi capi. I primi nove fascc. comprendono balestrieri; il sesto elenca i balestrieri qui remanserunt de Cipro. Gli ultimi due fascc. comprendono rispettivamente i cavalieri e i relativi cavalli (con minuta descrizione) e i fanti. Il fascicolo inserto contiene due conti a sezioni affrontate con gli incassi e i pagamenti effettuati. 266. 1378. Cm. 22x30; cc. 72 n.n.; inserti nel II e nel III fase. Alla I c.: mccclxxviii, die vini marcii. Liber balistariorum itturorum presentialiter in Corsicam, stipendiatorum et catorum per dominum Luchinum de Bonavei, officialem comunis Ianue ad hec specialiter deputatum, et scriptorum per me Iohannem de Aiegro notarium. Populus. Iohannes de Aiegro de Quinto notarius. E’ un libro di matricole molto dettagliato. 267. 1379. Cm. 22 x 30; cc. I-XXIIII (mancano cc. finali); inserti alla c. XXIIII. In copertina: >i< mccclxxviiii. Nicolai Lomelini et Petri Regis. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la leva di mare nella Riviera di Levante. - 178 - 268. 1383. Cm. 23x30; cc. I-CXXV, altre n.n. bianche; inserti alle cc. XXXIIII, LXXXXVIIII, CX, CXXII. In copertina: >ï« mccclxxxiii. Populus. Egidius Anthonii de Monterubeo notarius. Non concerne 1 usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per il pagamento di stipendiarii, soprattutto di quelli che prestano servizio a Genova. 269. 1357, 1394, 1397. Cm. 23x30; cc. II, VI-XVIII, LI-LXX, 29 n.n, altre n.n. bianche; miscellanea di elementi eterogenei; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. La prima parte (fino a c. XVIII) risale quasi certamente al 1394 e contiene una matricola di stipendiarti. Anche le cc. LI-LXX, databili 1357, comprendono una matricola. La sezione non cartulata è un fase, del 1397 contenente una serie di conti relativi ad un prestito non identificato di recente istituzione. Nelle scritture, che sono in partita semplice, si fa anche riferimento, per piccole cifre, ai massari di vari mutui precedenti, aH’ufficio camere abbatum, all’ufficio provixionis Romanie; per cifre più consistenti si fa riferimento agli officiales stipendiariorum comunis Ianue. 270. 1388, 1398, 1409. Cm. 23x30; cc. 72 n.n, IIII-XXXVII, VIIII-XVI, 24 n.n, CLXVIII-CLXXXXIII, CCXXXXIIII-CCLXV, LXXXVII-CX; copertina mancante sostituita da un foglio di carta; cattivo stato di conservazione per le cc. CLXVIII-CLXXXXIII; miscellanea di frammenti eterogenei. Cc. 72 n.n.: Alla I c.: mccclxxxxviii, die * * *. Hec est monstra. E’ un libro di monstre, cioè di rassegne di armati; oltre ai dati di identità contiene anche la descrizione delle caratteristiche fisiche. Cc. IIII-XXXVII: 1388. E’ un frammento di un libro di matricole di uomini che prestano servizio al palazzo ducale e in Città. Cc. VIIII-XVI: 1399. E’ un frammento di un libro di rassegne, esclusivamente nominali, di uomini stanziati nelle fortificazioni di Genova. Cc. 24 n.n.: 1398. E’ un libro di rassegne. Cc. CLXVIII-CLXXXXIII e CCXXXXIIII-CCLXV: 1409. Sono frammenti di un libro di rassegne. Cc. LXXXVII-CX: 1389. E’ un frammento di un libro di rassegne. - 179 - 271. 1399. Cm. 22 x 30; cc. I-LXXXXVI (da c. XXXII è bianco, con l’eccezione della rubrica che si trova alle ultime cc.). A c. I: mccclxxxxviiii. Cartularium introytus et exitus solucionum factarum stipendiariis comunis Ianue per dominos Raffaelem de Carlo et socium, olim officiales super ipsis solucionibus, scriptum manu mei subscripti notarii. Andreas Dalfinus notarius. Non concerne 1’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. E’ accentrato soprattutto sui mesi di settembre e di ottobre, anche se non ne manca qualcuno successivo. 272. 1399. Cm. 22x30; cc. I-XXXXIIII, altre n.n. bianche (con l’eccezione di 4 cc. verso la fine); inserti alla c. XI. In copertina: mccclxxxxviiii. Antonii Ma[zurri], Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, affine al n. 271. E’ accentrato in particolare sui mesi di maggio, luglio e novembre, pur non mancando conti di mesi intermedi e anche successivi. Le carte finali scritte contengono i giuramenti e gli impegni di alcuni nuovi arruolati per un servizio fedele. 273. 1408. Cm. 22x30; cc. I-CLXXXXII, 1 n.n. scritta, altre n.n. bianche. In copertina: >ï« mccccviii. Liber monstrarum stipendiariorum ordinariorum anni presentis, domini Sebastiani de Nigro et socii officialis. A c. I: >i< mccccviii, die prima marcii. Exemplatum ab alio cartulario monstrarum incepto mccccvii, die prima marcii, et finito mccccviii, die prima marcii. >i> mccccviiii, die prima marcii. Cassatus est hodie totus presens liber et eciam cassi sunt omnes stipendiarii scripti in presenti libro. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di rassegne, con gli uomini raggruppati a seconda dei luoghi da essi presidiati. La monstra è aperta dai custodi delle torri di Genova. 274. 1420. Cm. 22x29; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. XXXXV, LX, LXXXI. In copertina: >& mccccxx. A c. I: * mccccxxi, die xviiii decembris. Presentatum fuit officio magistrorum rationalium per Antonium de Viviano. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia di una amministrazione non sicuramente definibile in questo periodo di mutamenti scarsamente documentati nei particolari. Può trattarsi della massaria generale del Comune: le uscite sono in gran parte di carattere militare, ma vi sono anche spese per il salario del podestà, dell’abate della Val Polcevera, per pitture fatte eseguire nel palazzo di San Tommaso e cosi via. - 180 - 25. Stipendiariorum monstrae. Le monstre — o cerche — sono le rassegne degli uomini arruolati effettuate dal vivo. Si presume che l’esecuzione di una tale verifica richieda uno schieramento, se non una vera e propria parata. La differenza con la matricola sta nel fatto che la monstra offre la situazione effettiva a una certa data e in un certo luogo, tenendo conto di morti, malattie, rescissioni di accordi, fughe; inoltre, manca la parte finanziaria. La rassegna viene registrata punto per punto dallo scriba. Gli uomini in genere sono riuniti o in base al luogo dove prestano servizio o in base alla formazione di cui fanno parte, identificata con il nome del capo; altro elemento di raggruppamento è, più raramente, il compenso unitario pattuito. I nomi sono sovente accompagnati dalla descrizione fisica dell’individuo, probabilmente per una misura di sicurezza che richiede un accertamento dell’identità. Si cade con facilità in un involontario umorismo, dato l’aspetto tutt’altro che attraente e molto truce di quasi tutti gli uomini: cicatrici, porri, ciuffi di peli, occhi strabici sono all’ordine del giorno e sono posti in rilievo per facilitare l’identificazione; il livello di statura sembrerebbe inferiore alla media corrente, dato che sovente lo scriba nota parvus. Vi sono anche altre annotazioni individuali, come l’anzianità di servizio e, a volte, l’avvenuta prestazione del giuramento di fedeltà. Quando vi sono cavalieri, anche i cavalli vengono descritti e sovente stimati nel loro valore economico. Un buon numero di libri di questo gruppo, situati cronologicamente a cavallo fra il Tre e il Quattrocento, contiene rassegne della guarnigione di Genova, di quei militari, cioè, che verranno anche definiti, nei libri stessi, ordinarii. Il primo registro con questi dati risale al 1383 (n. 279) ed è redatto in un modo particolare, in quanto conserva traccia degli accordi intercorsi tra il Comune e i capi dei gruppi di armati. Successivamente diverranno frequenti le rassegne della « forza » stanziata in Città e delle bannerie immediatamente disponibili (a cominciare dal n. 281 e, in modo ancora più caratteristico, dal n. 283). Non si pensi però che la milizia usuale comprenda sempre la guarnigione genovese: a volte questa o non compare affatto o figura in termini tanto ridotti da indurre a pensare ad una perdita dei libri appositamente dedicateli, oppure ad una trasformazione di ciò che è considerato « ordinario » in campo militare. Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 252 (un frammento), 270, 273. - 181 - 275. 1362 circa. Cm. 23x30; cc. IhXXXXVI; inserti alle cc. IIII, XXV; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. E’ un libro di rassegne di cavalieri. Gli uomini sono raggruppati sotto il relativo capitaneus; accanto a ogni cavaliere sono riportati la minuta descrizione e il valore del suo cavallo. La datazione è dedotta da alcune note marginali del registro, che potrebbero anche essere un poco posteriori al testo. 276. 1362-1363. Cm. 22x31; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. XXIII, XXIIII, XXXVIII, L, LUI, LVI, LXII, LXVI, LXVIII. In copertina: mccclxii-mccclxiii. A c. I: Cartularium in quo scripta sunt omnia nomina et pronomina omnium stipendiatorum equitatorum comunis Ianue ac eciam pella et signa equorum et ronzinorum scriptorum ad stipendium dicti comunis Ianue et eciam extima dictorum equorum et ronzinorum et dia qua inceperunt servire dicto comuni Ianue. E’ simile al n. 275. Gli uomini (e i rispettivi cavalli) sono divisi per bannerie, sotto il nome del relativo conestabile. 277. 1380. Cm. 22x30, fase, aggiunto cm. 11x29; cc. I-LXXXXVIII, alcune n.n. bianche, fase, aggiunto cc. 4 n.n.; inserti alle cc. L, LXXX; il fase, aggiunto è fissato alle tenie di legatura. A c. I: mccclxxx, die xxi maii. Cartularium stipendiariorum stipendiatorum occasione exercituum dominorum Bemabovis et Galeacii Vicecomitum Mediolani, existencium ultra Iugum super posse comunis Ianue, existentibus officialibus ad hec per Comune deputatis dominis Petro Schoto et Nicolao Bechario et Gaspale Muscha, civibus Ianue. Populus. Iohannes de Aiegro notarius. Et nota quod Petrus Scotus redidit rationem magistris racionalibus Comunis. Alla I c. del fase, aggiunto: mccclxxx, die xiin iunii, Manualetum stipendiariorum existencium in Buzalla, solutorum per nobilem virum dominum Petrum Schotum. Populus. Iohannes de Alegro notarius. E’ un libro di rassegne con qualche elemento dei libri di matricole. Gli uomini sono raggruppati sotto i rispettivi capi con tutte le caratteristiche della monstra. Per i capi (per lo più si tratta di conestabili alla testa di balestrieri), invece, vengono forniti gli elementi usuali delle matricole, ivi compresi i mallevadori e il compenso unitario, per sé e per gli uomini; possono anche esservi annotazioni sui ratei di paga corrisposti. All’inizio del libro e intercalate molto raramente tra le rassegne vi sono alcune scritture contabili sommariamente riepilogative. Il fase, aggiunto contiene due conti relativi ai pagamenti e un elenco di uomini con i rispettivi compensi mensili. 278. 1380-1381. Cm. 22x30; cc. I-CCLXVI; inserti alle cc. III, XXVI, XXXVIIII, LXXVI, LXXVII, LXXXIII, LXXXX, LXXXXVIIII, CVII, CXX, CXXXI, CXXXXVI, CLXXIII, CLXXXII, CLXXXXI, CC, CCIII, CCIIII, CCXVIIII, CCXXXIII, CCXXXVIIII, CCXXXXV, CCLII, CCLX. - 182 - A c. I. mccclxxx, die v septembris. Cartularium stipendiariorum stipendiatorum occasione cumulationis gentium armigerorum dominorum Mediolani facte supra Clavarum, quarum gentium capitaneus erat dominus Petrus de Campofregoso, existentibus officialibus ad hec deputatis per Comune Nicolao de *** Gasparo Muscha. Et eius loco subrogati sunt Petrus de Levi et Benedictus de Grimaldis. Populus. Iohannes de Alegro notarius. E’ simile al n. 277. Vi è anche una sentenza relativa a una lite scoppiata tra gli armati. Il libro si chiude con una serie di rassegne, del tipo usuale, effettuate a Chiavari. 279. 1383. Cm. 22x31; cc. I-CXXVI. In copertina: >ì< mccclxxxiii. Egjdius Anthonii de Monterubeo notarius. A c. I: In primo quaterno monstre servientum millitum magnifici domini ducis et custodum [notlurnorum turrium et postarum civitatis Ianue. In secundo quaterno conestabilles et balistarii existentes in ducali palacio. In tercio quaterno bannerie quinque ex illis ducallis plathee palacii. In quarto quaterno banneria una que est ex illis plathe(e) palacii. E’ simile, per il metodo misto tra la rassegna e la matricola, al n. 277. Per i capi delle bannerie e per i responsabili delle postazioni vengono dati gli estremi dell’accordo intercorso con il Comune, inquadrati in una vera e propria locatio operis. Le rassegne, effettuate in loco, riguardano i militari dipendenti da coloro che hanno stretto gli accordi. 280. 1383-1384. Cm. 23x30; cc. I-CCXXXXVIII. In copertina: ή* mccclxxxiiii. Liber monstrarum stipendiariorum comunis Ianue. Populus. Egidius Anthonii de Monterubeo notarius. Per l’anno 1384 è un libro di rassegne minuziosissimo, condotte banneria per banneria, spesso con descrizioni degli uomini e dei cavalli e con l’indicazione del giuramento. Le rassegne relative al 1383 sono meno particolareggiate. 281. 1387. Cm. 23x30; cc. I-CCCLXXI. E’ un libro di monstre degli assoldati dal Comune per il 1387. I primi passati in rassegna sono gli uomini, già in servizio per l’anno precedente e ora confermati, addetti al palazzo ducale: si nota una grande varietà di funzioni. Seguono gli addetti al servizio del doge in Città e gli altri assoldati, in Città e fuori. Al termine del registro vi sono le spontature, cioè le giornate non passate in servizio e per le quali il responsabile deve un risarcimento, rilevate per il 1387 e per il 1388 presso la guarnigione di Busalla. 282. 1391. Cm. 23x30; cc. I-CCXXXX, CCLXV-CCLXXXVIII; inserti alle cc. CVI, CCLXXVII. - 183 - A c. I: MCCCLXXXXI, die prima marcii. Cartullarium monstrarum factarum per dominos Iohannem Tortorinum et Constantinum de Albertis notarium, visitatores castro-rum comunis Ianue, ac Donatum de Clavaro notarium, scribam ipsorum, in castris Riperiarum Orientis, Occidentis et ultra Iugum comunis Ianue, et scriptarum manu mei Donati de Clavaro, notarii infrascripti. Populus. Donatus de Clavaro notarius. E’ un libro di rassegne accuratissimo. Vi figurano gli uomini di guarnigione nei castelli del distretto, con relative descrizioni, anzianità di servizio, eventuali allontanamenti. Nell’ultimo fascicolo vi è una contabilità riepilogativa relativa ai finanziamenti spettanti; è impostata a partita doppia, ma non è sempre perfezionata. 283. 1397-1398. Cm. 22x30; cc. I-CCCXXXIII; inserti alle cc. XXXXIII, LV, CCXXIII, CCCXXII. In copertina: >ï« mccclxxxxvii. Liber monstrarum stipendiariorum comunis Ianue, scriptum tempore dominorum Ludovici Scafiacii et Sebastiani de Nigro. E’ un libro di rassegne relativo agli uomini assoldati dal Comune: vi sono la guarnigione di Genova, dal capitano del palazzo ducale ai corpi di guardia delle torri murarie, e vari altri raggruppamenti di armati, sotto il nome del rispettivo capo. 284. 1397. Cm. 22x30; cc. I-LXXXXIIII (da c. XXXXIII alla fine è bianco); inserti alla c. XXXXII. A c. I: >ì< mccclxxxxvii, die xxvi iunii. Cartularium stipendiariorum ducentorum, sive pagarum ducentarum, stipendiariorum stipendiatorum per spectabilem et egregium virum dominum Sevam de Auria, capitaneum Ripperie Orientis, pro inlustre et magnifico domino gubernatore Ianuensi, pro serenisimo domino nostro Francorum rege. Populus. Iohannes de Salvo notarius, scriba dicti domini capitanei. E’ un libro di rassegne relativo a una grande parata di bannerie-, oltre alle descrizioni degli individui, vi sono notazioni successive sulle loro vicende. Il registro può apparire un poco meno ordinato del solito, ma è più che altro una questione formale. 285. 1397. Cm. 23x30; cc. ) n.n. bianche, 48 scritte n.n, ma conteggiate nella cartulazione successiva che compare, già avanzata, all’inizio del III fase, XXXXVIIII-CCCCXIIII; inserti nel I fase, e alla c. XXXXVIIII. In copertina: mccclxxxxvii. E’ simile al n. 283. 286. 1381, 1385, 1388, 1394, 1395, 1398, 1405; cm. 23x30; pp. 1-158 (paginazione moderna, a matita, che omette le pp. bianche); inserti alle pp. 58, 102, in fondo; copertina mancante sostituita da un foglio di carta; miscellanea di fascc. eterogenei. - 184 - Si segnalano, per maggior mole e per sicura attribuzione, i seguenti spezzoni: pp. 1-33: 1398. Frammento di libro di rassegne di stipendiati; pp. 34-41, 84-99: 1405. Frammento di libro diversorum dei magistri rationales; vi predominano copie di mandati di pagamento trasmessi alla massaria generale, soprattutto a favore di castellani; pp. 44-78: 1394-1395. Frammenti di mastro di entrate e uscite in partita doppia dell’ufficio dei vicedogi; pp. 100-114: 1381. Frammento di libro dei sovrastanti della Malapaga; pp. 115-130: 1398. Frammento di libro di rassegne di stipendiati; pp. 131-147: 1388. Frammento di libro di rassegne di stipendiati; pp. 149-158: 1385. Frammento di contabilità relativa ad armati. 287. 1399. Cm. 22x30; cc. 276 n.n.; inserti delPVIII fase. Alla II c.: mccclxxxxviiii. Cartularium monstrarum stipendiariorum Comunis, tempore massarie dominorum Christofori de Cruce et Raffaelis de Franchis Figoni. E’ simile al n. 283. 288. 1400-1401. Cm. 22x30; cc. 158 n.n.; inserti all’inizio e nel III fase. In copertina: mcccc. Alla I c.: Cartularium monstrarum stipendiariorum, tempore domini Batiste de Franchis, existentibus officialibus Petro de Franchis, Petro de Rechallo. Andree Dalfini. La formula del giuramento prestato dagli stipendiarii apre il registro. Per il resto, il libro è simile al n. 283. 289. 1402. Cm. 22x30; cc. I-CCCCVIII, CCCCXXXVIIII-CCCCLXIII; inserti alla c. CCCCL. In copertina: >ï< mccccii. Liber monstrarum stipendiariorum comunis Ianue, Nicolai de Marco et Enrici Squarçafici, masariorum super t...]1 secundus. E’ simile al n. 283. 290. 1402. Cm. 15x21; cc. 120 n.n.; inserti nel V fase, tra il V e il VI; stato di conservazione cattivo. Alla I c.: Manualetum mons[trarum...]2 de Reza notarii et Rafl[aelis Tartari, vixi-tatorum castrorum]. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di rassegne dei visitatori dei castelli. Contiene anche gli inventari di alcuni castelli. 1 [Cm. 2,7]. 2 [Cm. 4,5]. - 185 - 291. 1402-1404. Cm. 23x30; cc. I-CCCLVIIII; inserti all’inizio e alla c. CLXXXXIIIL A c. I: Christus. Ψ mcccciii, die prima novembris. Liber iste redatus et exemplatus ab alio libro monstrarum incepto mccccii, die prima novembris, et finito hodie mcccciii, die prima novembris, qua die inceptus fuit iste. mcccciiii, die prima aprilis. Cassus est hodie totus presens liber, quia redatus sive cambiatus in alio libro monstrarum novo, incepto supradicto millesimo, die prima aprilis. In duobus primis quaternis presentis libri continentur custodes turrium, ca-pitanei et alie paghe extra bannerias. E’ simile al n. 283. 292. 1403-1404. Cm. 23x30; cc. II-CCCCLV; inserti alle cc. CCXXIIII, CCLXXIII. In copertina: >ì< mcccciii. Primus liber monstrarum [stipendiariorum peditum et.., aliquorum equorum comunis Ianue ... ] l. E’ un libro di rassegne di armati di vario tipo, in gran parte stanziati fuori Genova. Compaiono anche alcuni uomini addetti alle torri della Dominante, ma probabilmente si tratta di personale in soprannumero. 293. 1403. Cm. 23x30; cc. 1 n.n, I-CCXXXX (da c. CCXVI è bianco), altre n.n. bianche; inserti alla c. LXXXIII. In copertina: Domini Sebastiani de Nigro. E’ un libro di rassegne di singole bannerie. 294. 1404. Cm. 23x29; cc. I-LXXIII; il I fase, è di recupero già all’origine e la cartulazione è corretta su di una precedente. In copertina: mcccciiii. A c. I: Christus. Secundus liber stipendiariorum peditum extraordinariorum comunis Ianue, existentibus officialibus dominis Daniele Iustiniano et Symone Cataneo. E’ un libro di rassegne di singole bannerie. 295. 1404. Cm. 23x30; cc. II-CCI. In copertina: >ï< mcccciiii. Primus. Dominici de Mari et socii. E simile al n. 283. 1 [Cm. 1; cm. 14]. - 186 - 296. 1406-1407. Cm. 22x30; cc. I-CCXXXI, poche altre n.n.; inserti alla c. LVI, in fondo. A c. I: mccccvi, die prima marcii. Liber monstrarum stipendiariorum ordinariorum comunis Ianue, existentibus officialibus [dominiis Sebastiano de Nigro et Io-hannte] de Frevante, qui hodie officium suum incipiunt exercere, existente cum e[is] Francisco de [Canlitia notario et [...]'. mccccvii, die prima martii. Cassus est hodie totus presens liber. E’ simile al n. 283. 297. 1407. Cm. 22x30; cc. I-CC, poche altre n.n. In copertina: >ï< mccccvii. Liber monstrarum stipendiariorum [comunis Ianue], tempore domini Sebastiani de Nigro et Iohannis de Frevante, officialium [...] 1 mccccvii, die prima marcii [...]1 mccccviii, die prima marcii. E’ simile al n. 283. 298. 1409. Cm. 22x30; cc. I-CXXXV, 8 n.n. A c. I: ^ mccccviiii, die primo aprilis. Cartularium monstrarum officii provisionis Ianue, Dominici de Fossatello et Georgii Spinulle, massariorum officii provisionis Ianue. E’ un libro di rassegne. Gli uomini sono raggruppati in base al soldo percepito. 299. 1410. Cm. 22 x 29; cc. I-LXXXXIIII. A c. I: Secundus monstrarum dominorum Cosme de Mari et Cristofori Iudicis, massariorum et cetera. Commune Ianue. Laurencius Stella notarius. E’ un libro di rassegne di singole bannerie. 300. 1411-1412. Cm. 22x30; cc. I-CXVI, 2 n.n, altre n.n. bianche; inserti alla c. CVI. A c. I: 4» mccccxi, die xvi iulii. Cartularium monstrarum stipendiariorum ordinario-rum comunis Ianue, tempore Galeacii de Levanto et Nicolai de Lagneto. iljf mccccxii, die prima maii. Cassatus totus presens liber. E’ simile al n. 283, anche se l’ordine di successione delle rassegne è mutato rispetto al solito e l’organico stesso ha subito alcune mutazioni. 301. 1411. Cm. 22x30; cc. I-CXXXXIII. In copertina: mccccxi. Cartularium monstrarum stipendiariorum extraordinario- 1 [E’ impossibile stabilire, anche approssimativamente, l’estensione della lacuna], > [Cm. 2,5]. - 187 - rum dominorum officialium, videlicet Bartholomei de Mari et Frederici de Premen-torio. A c. I: >i< mccccxii, die xi ianuarii. Massarii et officiales baylie, tempore illustris domini marchionis Montisferrati, domini Bartholomeus de Mari et Frederici de Pre-mentorio. Comune Ianue. Laurencius Stella notarius. E’ un libro di rassegne di bannerie, molte delle quali sono dislocate fuofli Genova. Comprende anche pochi uomini, probabilmente soprannumerari, addetti ad alcune fortificazioni della Città. La formula del giuramento precede le scritture, all’inizio del registro. 302. 1411. Cm. 22x30; cc. I-LXXXV, altre n.n. bianche. In copertina: >f< mccccxi. Di mano seriore: Ottoboni Iustiniani ed socii, primus. Arolationes stipendiatorum. A c. II: >i< mccccxi, die xvi iulii. Cassus totus presens liber. E’ un libro di rassegne. Il capitano dei balestrieri del palazzo ducale, due Capitani della piazza del palazzo e un gruppo di cavalli, facenti parte dell’ordinaria guarnigione genovese, sono seguiti da una serie di bannerie. 303. 1412-1413. Cm. 22x29; cc. I-CV, fase, aggiunto cc. LXXXXVIII-CXVIIII. A c. I: >ï< mccccxii, die prima novembris. Cartularium monstrarum stipendiariorum, tempore massarie domini Anthonii de Auria et socii, massarii guerre contra Florentiam, tempore regiminis domini domini marchionis Montisferrati. E’ un libro di rassegne di singole bannerie, senza le usuali descrizioni fisiche degli uomini; di particolare si aggiungono le rassegne dei custodi delle torri di Sarzana. Il fascicolo aggiunto contiene monstre del 1412-1413: vi spiccano i difensori dei forti genovesi di Peralto e di Capodifaro. 304. 1413. Cm. 22x29, fase, aggiunto cm. 21x29; cc. I-LXXXXV, fase, aggiunto cc. V-XX. A c. I: Iesus 4«. In nomine Patris, Filii et Spiritus Sancti, gloriosissime sem-per virginis Marie, tociusque celestis curie, amen. Adsit principio virgo Maria meo. 4« mccccxiii, die xxviiii madii. Cartularium monstrarum stipendiariorum extraordinariorum officii agendorum Gavii, cuius sunt massarii domini Baptistus Adurnus olim Campanarius et Brascus Imperialis. Et cum eis scriba Francisco de Canitia notario. E’ un libro di rassegne di singole bannerie. Il fascicolo aggiunto è un frammento di un libro di rassegne, appartenente allo stesso anno e scritto dalla medesima mano. 305. 1417, 1422-1424. Cm. 23x30; cc. 36 n.n, altro fase, di 10 cc, con car-tulazione di lettura difficile, superiore a C; copertina mancante; una striscia di carta incollata sul dorso unisce i due eterogenei fascc. - 188 - Alla II c. del I fase.: mccccxxii, die xv decembris. Monstra spectabilis et eximii legum doctoris domini Petri de [Berbobet, honorabilis] potestatis civitatis Ianue et districtus, facta per me Ieronimum [Maynerium, notarium] et scribam officii dominorum sindicatorum comunis Ianue, in presencia prefatorum spectabilium dominorum sindicatorum et de mandato tipsorum]. E’ un libro di rassegne di coloro che sono alle dipendenze del podestà, a cominciare dal podestà in persona, ai vicari, ai soldati, ai cavalli. La prima rassegna è del 1422; viene ripetuta nei due anni successivi. Il II fascicolo risale al 1417, è un frammento di un libro ben più grosso e contiene una matricola di balestrieri di una galera. 306. 1425. Cm. 23x29; cc. I-CCLXXXVIII; inserti all’inizio, alle cc. LXVIL CXXXX, CCXXII, CCLXI; copertina originale in pelle. A c. I: >ï< mccccxxv, die xxm decembris. Cartularium stipendiariorum comunis Ianue scriptum manu notarii infrascripti, existente officiale Sagierio Galarani, sive Georgio eius filio, super solucionibus dictorum stipendiariorum. Antonius de Monleono notarius. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per il pagamento di armati. La datazione dello scriba deve essere stata apposta al termine del lavoro, perché le scritture si riferiscono all’intero anno 1425. 307. 1457. Cm. 22x29; cc. I-CXXXIIII, altre n.n. bianche; inserti alle cc. I, XVI, XVIIII, XXIII, XXXXIII, XXXXVIIII, LI, LXXVIII, LXXVIIII, LXXXX, LXXXXII, CIIII, CXI, CXV, CXVIII, CXX, CXXV, CXXVI, CXXXIIII. In copertina: mcccclvii. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di inventari dei castelli genovesi in Corsica. 26. Castrorum communis Ianuae visitatores. Una sommaria descrizione dei libri di gestione dei visitatori dei castelli non richiede molte parole né molte eccezioni, tanto essi sono classici e perfezionati. Anche i più antichi sono già frutto di un ufficio sistematico e sperimentato e le registrazioni corrono su binari regolari e metodici, con limitate varianti dall’uno all’altro. Questi registri raccolti semplicemente sotto il nome dei visitatori sono i mastri generali dell’ufficio, comprensivi di tutta l’attività della magistratura e quindi del movimento di denaro in entrata e in uscita; non è poco, dato che, come si è visto, i visitatori sono tra i maggiori cassieri del Comune, con giurisdizione su - 189 - tutti i luoghi fortificati del distretto. Molto spesso nei mastri non è difficile centrare i punti che riguardano espressamente i singoli castelli, in quanto ciascuno di essi è l’intestatario di un conto. Per lo più lo scriba è largo di motivazioni e i libri sono una fonte preziosa di dati sui salari, sul numero degli uomini, sui lavori di manutenzione con relativi costi in mano d’opera e materie prime; esigenze, mutamenti, particolarità della difesa castrense del distretto si fanno evidenti. Il metodo contabile è una partita doppia molto accurata. Nella maggior parte dei casi i conti sono disposti in ordine alfabetico; questo ordine può anche essere parziale, in quanto le scritture per A-Z in alcuni casi sono seguite da altre. I libri sono tutti simili nell’argomento e nel metodo e queste righe valgono per il gruppo intero; si omettono le descrizioni per le singole unità e si danno solo alcuni eventuali dati particolari. Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 282, 290, 780. 308. 1363. Cm. 30x41; cc. CXXXXV-CLXXXXII. In copertina: mccclxiii. Castrorum. E’ il frammento di un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Il carattere sintetico delle scritture e la mancanza della parte iniziale del libro non consentono di definirne la natura. Le entrate sono indicate, almeno in parte, nella rado iornatatum et pecuniarum collettarum de tornate (cc. 145-150), intitolazione che farebbe pensare a qualche contribuzione fiscale. 309. 1364. Cm. 25x41; cc. I-CCLXIIII (da c. LXXXXVI a c. CLVI è bianco); inserti alle cc. IIII, XXIIII, LVIII, LXXVIII, LXXXI, LXXXII, CI, CXXXXI, CXXXXVIII, CLX, CLXI, CLXIIII, CLXX, CLXXV, CLXXVIII, CLXXVIIII, CCXI, CCXV, CCXXXV, ccxxxx. In copertina: mccclxiiii. Luchini de Cornilia, notarii et scribe dominorum vixitato-rum. (S.T.) Ego Luchinus de Cornilia. Liber vixitatorum castrorum, existentibus vixitatoribus RafEo Griffioto et Iohanne de Bargalio fabro; et cum eis scriba Luchinus de Cornilia notarius. Tra i conti è inserito un gruppo di rassegne degli uomini, effettuate nei castelli. Il libro si segnala per la particolare accuratezza e ricchezza di dati. Al termine vi sono alcuni conti datati 1380-1382, relativi alla gabella pinte vini. 310. 1368. Cm. 25x41; cc. I-C, altre n.n. bianche; copertina anteriore parzialmente mancante; copertina posteriore mancante del tutto. A c. I: mccclxviii, die ***. Cartularium introytus et exitus Oberti Pelicie notarii et Martini de Campofregosso, vixitatorum castrorum comunis Ianue prò magnifico et excelsso domino domino Gabriele Adurno, Dei gratia Ianuensi duce et populi def-fensore, factum ad honorem Dei, beatissime virginis matris Marie, beatorum appo-stolorum Petri et Pauli et tocius curie celestris, et scriptum manu mei Anthonioti de Sancto Matheo notarii, scriba predictorum Oberti et Martini. Populus. Anthoniotus de Sancto Matheo notarius. 311. 1371. Cm. 25x41; cc. I-CXV (da c. LXIIII è bianco); inserti alle cc. XVI, XXXIII, LV, LVIII. A c. I: In nomine Domini, amen, mccclxxi. Cartularium introytus et exitus vixitatorum castrorum comunis Ianue, videlicet existentibus vixitatoribus dominis Iohan-ne Ravaria et Iohanne Thome et scriba eorum Gabriele Iudice notario, cuius manu scripta sunt contenta in presenti cartulario. Populus. Gabriel Iudex notarius. 312. 1376. Cm. 31x41; cc. I-CLXVIII; inserti alle cc. I, II, VII, XXXV, XXXVI, XXXXI, XXXXIII, LXXIII, LXXXII, LXXXVIIII. In copertina: ή* mccclxxvi. Cartularium vixitatorum castrorum Comunis anni ut supra, tempore dominorum Anthonii de Credencia notarii et Anthonii de Castellana, vixitatorum et cetera. 313. 1377. Cm. 25x41; cc. I-CXXXXII; inserti alla c. XXV. A c. I: mccclxxvii, die primo marcii. Cartularium officii vixitatorum castrorum, existentibus vixitatoribus Thoma Mastrucio notario et Raffaele de Mornucio de Recho et cum eis scriba Frederico de Podio notario. Populus. Fredericus de Podio notarius. 314. 1378. Cm. 29 x 42; cc. I-LXXXXVI, molte altre n.n. bianche; inserti in fondo. A c. I: Millesimo ccclxxviii, die prima marcii. In nomine Domini, amen. Cartularium introytus et exitus vixitatorum castrorum comunis Ianue, videlicet Anthonii Manescarchi et Facini' Stelle notariorum, existente scriba cum eis Francisco Coyrollo de Vallebela notario. E’ particolarmente largo di dati per le paghe degli uomini. In fondo vi sono semplici annotazioni di spese dei visitatori per i loro viaggi e, proprio al termine, un elenco dei castellani con l’importo corrisposto a ciascuno per la quarta e ultima paga (quarta rata dello stipendio annuale). 315. 1383. Cm. 24x41; cc. I-CXX; inserti alla c. XXXXVII. A c. I: In nomine sancte et individue Trinitatis, Patris et Filii et Spiritus Sancti, - 191 - felliciter, amen. Adsit principio virgo Maria meo. >ï* mccclxxxiii, die x februarii. Cartularium assignationis visitatorum castrorum anni suprascripti, existentibus visitatoribus dominis Gabriele de Tiba et Anthonioto de Sancto Matheo notario, in quo continentur assignationes ipsis visitatoribus facte et nomina assignatorum rationesque ipsorum, rationes quoque castellanorum, banchorum et introytus et exitus officii suprascripti, scriptum manu mei Iohannis Besignani notarii quondam Iannoti, scribe prefacti officii, quod quidem cartularium, ut eidem fides plena et credula adhibeatur, manu mea ut infra roboravi. Populus. Iohannes Besignanus notarius. E’ uno dei libri più minuziosi ed eloquenti. Prima di dare inizio ai conti lo scriba trascrive una serie di norme relative alia nomina dei visitatori, all’assegnazione finanziaria che deve essere ad essi corrisposta, ai pagamenti da effettuarsi ai castellani (per loro e per i dipendenti), all’obbligo di tenere le liste aggiornate del personale dei castelli: una sorta di breve estratto di statuto molto interessante. 316. 1386. Cm. 30x41; cc. 1 n.n., I-CXXXXIII; inserti alle cc. XVII, XVIIII. Alla I c.: mccclxxxvi. Cartularium introytus et exitus visitatorum castrorum comunis Ianue anni presentis, existentibus visitatoribus Iohanne Musso et Iohanne de Stracta notario, scriptum manu Bartholomei de Matheo, notarii et scribe ipsorum. 317. 1390. Cm. 21x29; cc. I-XXXXIIII (da c. XXX è bianco); inserti alle cc. I, VI, XVI, XXIIII, XXVIIII. A c. I : mccclxxxx, die * * *. Cartularium sententiarum et racionum officialium et castellanorum comunis Ianue anno de mccclxxxviiii et notularum racionis ipsorum. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo, ma quella sententiarum dei magistri rationales. Con il metodo usato nel n. 77 (cioè in forma di conto a sezioni affrontate) sono registrate le somme versate a singoli castellani e le spese da essi sostenute. Nel caso in cui il castellano sia in credito nei riguardi del Comune, è annotato l’avvenuto rilascio di apodixia. 318. 1391. Cm. 29x42; cc. I-CLXXXXII. A c. I: mccclxxxx primo, die prima martii. Cartularium introytus et exictus rationum dominorum visitatorum castrorum comunis Ianue, scriptum per me Donatum de Clavaro notarium, scribam eorum, in quo eciam continentur soluciones facte castellanis per dictos dominos visitatores, existentibus visitatoribus castrorum dominis Iohanne Tortorino et Constantino de Albertis notario. Populus. Donatus de Clavaro notarius. 319. 1394. Cm. 25x41; cc. I-LXXXXVI (da c. LXVIII è bianco); inserti alle cc. XX, LXXXXV. In copertina: >& mccclxxxxiiii. In Christi nomine, amen. Adsit principio virgo Maria meo. Cartularium introytus et exitus dominorum Raffaelis de Reza [notarii] et Raf- - 192 - faellis Tartari, vi[xitat lorum castrorum comunis Ianue, existente notano dictorum me Leonardo de Testana notario infrascripto. Populus. Leonardus de Testana notarius. Si veda anche ciò che è detto al n. 321. 319 a. 1394. Cm. 22x30; cc. 58 (cartulazione originaria esistente, ma sovente illeggibile e anche errata, soprattutto nella prima parte, dove non è indispensabile per la contabilità); inserti nel I fase, e al termine delle scritture; stato di conservazione cattivo; copertina anteriore in parte mancante. In copertina: mccclxxxx!mi], Castelanie castri [Vigintimilii] K Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ diviso in due parti. La prima contiene una serie di matricole di militari. La seconda è un mastro di entrate e uscite in partita doppia non sempre perfezionata, relativo alla gestione annuale della ca-stellania. 320. 1395. Cm. 29 x41; cc. I-CLXI, poche altre n.n. bianche; inserti alle cc. XVI, CLVIII. Λ c. I: >i< mcccl[xx]xxv, die *** Cartularium introytus et exitus officii domino-rum vixitatorum castrorum comunis Ianue anni predirti, tempore et officii domino-rum Lodixii de Montenigro notarii et Antonii Salvaygi, vixitatorum castrorum comunis Ianue prò illustri et excelso domino domino Antonioto Addurno, Dei gracia Ianue duce et pupulli deffensore, in quo quidem cartulario scriptus est totus introytus et exitus ipsius officii, et scriptum fuit et est manu mei Cristofori de Albertis, notarii infrascripti et scribe ipsorum dominorum vixitatorum. Populus. Cristoforus de Albertis notarius. 321. 1394. Cm. 22x 30; cc. I-LXXII; inserti alle cc. XXIIII, XXVIII. A c. I: mccclxxxxiiii. Manuale mei Raffaelis de Reza notarii, in quo scriptum est raciones castelanorum sollutorum per eum et socium eius. Il funzionario indicato è uno dei visitatori dei castelli; il libro rappresenta una stesura preliminare, molto accurata, del n. 319 ed ha l’usuale forma di un mastro di entrate e uscite in partita doppia. 322. 1397. Cm. 25x41; cc. I-CXXXXIIII; copertina anteriore in parte mancante. A c. I: >i« In Christi nomine, mccclxxxxvii. Cartularium officii vissitatorum castrorum anni predirti, videlicet dominorum Percivalis Lercharii et Iacobi de Monella, vissita- 1 Vigintimilii: di lettura incerta. - 193 - 13 torum ut supra, scriptum per me Dominicum Cavalum notarium, scribam dictorum dominorum vissitatorum. Populus. Dominicus Cavalus notarius, scriba cum dictis dominis vissitatoribus, scripsit propria manu. Rappresenta la stesura preliminare, molto accurata, del n. 323 ed ha l’usuale forma di un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Dato che il n. 323 è abbondantemente mutilo, il n. 322 è fondamentale per la gestione del 1397. 323. 1397. Cm. 25x41; cc. I-LXXXXVI, molte cc. finali mancanti; inserti alle cc. XI, LXXXIII; copertina originale di recupero, pili stretta delle co; c. I parzialmente mancante. A c. I: 4« In Christi nomine, mccclxxxx [vii], Cartularium officii visitatorum castro-rum [,..]1, scriptum per me Iacobum de Monella, al te [rum...] 1 dictis visitatori-bus et consocium domini Percivalis Lerc[harii], I conti, ordinati alfabeticamente, arrivano solo alla lettera I. Si veda anche ciò che è detto al n. 322. 324. 1398. Cm. 25x41; cc. I-C, altre n.n. bianche; inserti alle cc. XVIIII, LI, LXXXX. A c. I: >ì« In Christi nomine, mccclxxxxviii. Cartularium officii dominorum Preci-valis Lercharii et Iacobi de Monella, visitatorum castrorum comunis Ianue millesimi supradicti, inceptum die prima marcii per me notarium infrascriptum et scribam dicti officii et cetera. Populus. Badassal de Ferrariis notarius. 325. 1402. Cm. 25x41; cc. I-LXXXXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mcccc secundo, die prima marcii. Cartularium introytus et exitus racionum dominorum vixitatorum castrorum comunis Ianue, scriptum per me Illarium de Benedicto notarium, scribam eorum, in quo eciam continentur soluciones facte castellanis per dictos dominos vixitatores, existentibus castrorum (vixitatoribus) dominus Petro Spinule et Açone de Bargalio notario. Populus. Illarius de Benedicto notarius. 27. Castrorum visitatorum expensae. Questo piccolo e omogeneo gruppo di libri raccoglie, in semplici elenchi cronologici, la registrazione delle spese sostenute dai visitatori dei ca- 1 [E’ impossibile stabilire, anche approssimativamente, l’estensione della lacuna]. — 194 — stelli e dai loro scribi in missione. Le spese, raggruppate sotto il nome del funzionario (o dei funzionari, se viaggiano assieme) sono distinte viaggio per viaggio. In questi registri si dà il dettaglio di spese i cui totali sono destinati a comparire nel mastro: si veda ad esempio, per l’anno 1394, il n. 319 (c. XXI v.) e il n. 331 (c. II r. e v.). Ciò che si è detto vale per tutti i libri di spese dei visitatori, per cui si omettono le descrizioni delie singole unità. 326. 1389. Cm. 15x41; cc. 1 n.n, I-LX, altre n.n. bianche; inserti alla c. XXXXVIII. Alla I c.: mccclxxxviiii, die primo marcii. Manuale expensarum factarum in visita-cionibus factis castris comunis Ianue per prudentes viros dominos Nicolaum de Marco et Cristoforum de Albertis, visitatores castrorum comunis Ianue, et me Nicolaum Fa* tinanti notarium, scribam officii ipsorum, ut interius continetur. 327. 1390. Cm. 15x43; cc. I-LX, altre n.n. bianche. A c. I: Millesimo trecentesimo nonagesimo. Manuale in quo continentur expense facte per dominos Pelegrum de Casanova et Ambrosium de Fiacono notarium, visitatores castrorum comunis Ianue anni suprascripti, nec non per Anthonium de Suxilia notarium, officii predicti scribam, et descripte in presenti manuale ordine infrascripto. Et primo expense facte per dictum dominum Pelegrum in prima ligatura; expense facte per dictum dominum Ambrosium in secunda ligatura; expense facte per me iamdictum infrascriptum Anthonium in tertia et ultima ligatura. Populus. Anthonius de Suxilia, notarius et oficii vixitatorum predictorum scriba. 328. 1392. Cm. 15x42; cc. I-LXXIII. A c. I: mccclxxxxii. Manuale expensarum et avariarum factarum per dominos Antonium de Castellana et Iohannem de Goano, visitatores castrorum comunis Ianue, ac Batistum de Rocha notarium, scribam ipsorum. 329. 1393. Cm. 16x41; cc. I-XII, altre n.n. bianche (con l’eccezione delle ultime 5); inserti alla c. XII e alla penultima. In copertina: mccclxxxxiii. Le cc. scritte al termine, staccate dalla parte contabile, contengono copie di garanzie prestate da alcuni castellani su rate future del proprio stipendio. 330. 1393. Cm. 16x41; cc. XXVI-XXXXVI; molto probabilmente non manca niente delle scritture: il libro era di recupero, già mancante del primo fase., quando si cominciò ad usarlo per ciò che ora contiene; la copertina aveva già allora l’in — 195 — titolazione Castri Petre (cui venne aggiunta quella trascritta qui di seguito), priva di nesso con il contenuto attuale e che ha causato la collocazione in questo gruppo. In copertina: mccclxxxxiii. Manuale expensarum factarum per Dexerinum Fatinanti olim de Ponte, tempore ducatus domini Antonii de Montaldo. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice appartenente a un vicedoge. Le spese sono per lo più per piccoli lavori al palazzo e per elemosine. 331. 1394. Cm. 14x41; cc. 1 dalla cartulazione di difficile lettura, III-LXXI; inserti alla c. XV. In copertina: mccclxxxxiiii. Expensarum vixitatorum. 28. Castrorum communis Ianuae munitiones. 332. 1367. Cm. 22x31; cc. I-LXXXXVII; inserti alle cc. LV, LXI, LXXXII. In copertina: Manualle Anthonii de Iugo de rebus olim missis ultra Iugum per Comune, videlicet Gavium, et aliis usque de anno de mccclxvii, ut per ordine intus continetur. E’ un libro contabile di natura composita, in cui Antonius de Iugo ha registrato l’attività svolta per il Comune nel 1367. Le operazioni più importanti sono costituite dalle redistribuzioni nell’Oltregiogo dei viveri che egli ha ricevuto dal comune di Genova od ha comperato in Lombardia per suo conto. 29. Castrorum communis Ianuae cerchae. Le rassegne delle guarnigioni dei castelli (dette monstre o anche cerche) sono controllate in loco personalmente dai visitatori, più volte durante l’anno di gestione. Lo scopo è verificare che il numero degli uomini non sia inferiore a quello stabilito, che i requisiti degli individui corrispondano a quelli prescritti, che l’identità personale denunciata sia quella effettiva. Nel registro che conserva la documentazione delle rassegne, per ogni uomo sono indicati il nome, la funzione, la residenza, la data di inizio del servizio, sovente la provenienza e qualche volta l’aspetto fìsico. Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 282 e 290. — 196 — 333. 1386. Cm. 25x31; cc. 3 n.n., I-CLXXXVIIII; inserti alla c. CXVII. Alla le.: >ï< mccclxxxvi. In Christi nomine, amen. Cartularium cercharum flendarum et factarum in castris comunis Ianue, quorum infrascripti sunt castelani, per Iohanem Mussum et Iohanem de Strata notarium, visitatores dictorum castrorum pro magnifico et excelso domino domino Anthonioto Adurno, Ianuensi duce et populi deffensore, et scriptarum manu mei Bartholomei de Matheo, notarii et scribe ipsorum vixitatorum, sub annis Domini mccclxxxvi et lxxxvii, ut in presenti cartulario continetur. Populus. Bartholomeus de Matheo, notarius et scriba officii supradictorum vixitatorum. Per la gran parte è un libro di rassegne effettuate nei castelli del distretto. E’ particolarmente dettagliato e accurato. La sezione finale comprende una contabilità in partita doppia relativa all’appalto della gabella pinte vini ed alle garanzie in luoghi prestate dagli appaltatori, o da terzi in loro favore. 334. 1388. Cm. 22x30; cc. 1 n.n, I-CCXXXVIIII. Alla I c.: >ï< mcccl[xx]xviii. In Christi nomine, amen. Cartularium cercharum flendarum et factarum in castris comunis Ianue, quorum infrascripti sunt castelani, per Lodixium de Montenigro notarium [et] Iohannem de Montesoro, visitatores castrorum comunis [Ianïue prò magnifico et excelso domino domino Anthonioto Adurno, Dei gracia Ianuensi duce et populi deffensore, et scriptarum manu mei Cristofori de Albertis, notarli et scribe ipsorum dominorum visitatorum, sub anno Domini mccclxxxviii, ut in presenti cartulario continetur. Populus. Cristoforus de Albertis, notarius et scriba supradictorum dominorum visitatorum. E’ simile al n. 333 per quanto si riferisce alle rassegne. Comprende anche le autorizzazioni dei visitatori per lavori da eseguire agli edifici. 30. Castrorum communis Ianuae inventaria. Sono libri dedicati agli inventari di attrezzature belliche, suppellettili e riserve alimentari di proprietà del Comune, conservate nei castelli. Tale verifica ha luogo in occasione del passaggio di consegne tra castellani, ma non è cosa usuale, o almeno non è cosa usuale la trascrizione degli inventari nei libri della magistratura centrale. Gli elenchi che abbiamo hanno carattere molto saltuario. Inventari coevi per tutti i castelli soggetti a Genova, o per molti di essi, sono molto rari. Per alcuni anni ci sono - 197 - rimasti gli inventari di consegna solo per uno o due castelli, o per pochi di più. Colpisce in modo particolare la scarsità delle attrezzature e della disponibilità di cibo di scorta. I castelli sono in linea generale quelli del distretto; in qualche caso, possono comparire quello di Famagosta (n. 336), o un singolo castello di Corsica (n. 337), oppure fortificazioni di Genova, come il Castelletto e il Castellacelo (n. 338). Possono essere uniti a questo gruppo una parte del n. 290 e un eccezionale pezzo unico, il n. 307. 335. 1385. Cm. 23x31; cc. II-XXXV, altre n.n. bianche; inserti alle cc. XIIII, XXX; copertina e almeno una carta iniziale mancanti. E’ il libro più completo del gruppo, in rapporto al gran numero di castelli di cui è dato l’inventario. 336. 1393-1401. Cm. 23x31; cc. I-CXXXXIIII; inserti alla c. CXX. A c. I: mccclxxxxiii, die prima marcii. Cartularium inventariorum rerum castro^ rum comunis Ianue. I regolari inventari di un buon numero di castelli sono trascritti solo per i primi anni indicati. Con il passare del tempo, in particolare dal 1398 in avanti, il numero dei castelli di cui si dà l’inventario diminuisce vistosamente. 337. 1420-1421. Cm. 21x29; cc. I-LXXXXVII (da c. XII è bianco); inserti alle cc. X, XI, XX, LXXXXVI. A c. I: >ï< mccccxx, die prima martii. Cartularium inventariorum castrorum magnifici comunis Ianue. >i< mccccxx et mccccxxi. I castelli di cui è dato l’inventario sono pochi. 338. 1424-1431, 1435, 1436. Cm. 23 x 30; cc. I-C, altre n.n. bianche (con la eccezione dell’ultima); inserti alle cc. LIIII, LVI, LXII, LXXVIII, LXXXIIII, LXXXVIII, LXXXVIIII. In copertina: >i< mccccxxiiii. Per i primi due anni vi è un buon numero di castelli di cui è dato l’inventario. Successivamente il numero dei centri diminuisce vistosamente. — 198 — 31. Castri Bulzaneti expensae. E un piccolo gruppo di libri, molto vicini per età e per argomento: sono relativi alla costruzione del castello di Bolzaneto avvenuta nel 1380 e all aggiunta di una torre nel 1382. Da essi è possibile dedurre i finanziamenti, i costi, i lavori compiuti. Sono tutti dettagliati e accurati mastri di entrate e uscite in partita doppia. 339. 1380. Cm. 25x42; cc. I-LXXXXVI. In copertina: mccclxxx. Cartularium avariarie castri Bulzaneti primum. Si estende cronologicamente sino alla fine di giugno. Contiene il dettaglio di conti i cui totali confluiscono nel n. 340. 340. 1380-1381. Cm. 25x42; cc. I-LXXXXVI. In copertina: >i< mccclxxx. Cartularium secundum Bulzaneti. Comprensivo dei dati del n. 339, è relativo alla gestione della costruzione del castello per il resto del 1380; arriva ai primi mesi del 1381 per alcuni incassi e relativi pagamenti. 341. 1380. Cm. 25x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. XXVIIII, LIIII. In copertina: >ì< mccclxxx. Castrum Bulzaneti. Istacus Venerosus notarius. E relativo al mese di maggio. Fa riferimento a un cartolare precedente redatto da un altro scriba; non ha nessi contabili con i nn. 339 e 340. 342. 1382. Cm. 25x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. I, XX, XXIIII. A c. I: In Christi nomine, amen, mccclxxxii, die xxvim iulii. Cartularium turim Bursaneti, in quibus continetur omnes raciones dicte ture, qui debet et qui recipere debet et que cartularium compoxitum fuit per Benedictum de Grimaldis et Iohannem Figonum. 32. Expensae castrorum. Il comune denominatore di questi quattro libri è il fatto di essere relativi ciascuno al reggimento di un unico castello, per il periodo di governo di un solo castellano. Cioè, cambia l’angolo di visuale: non siamo più dal punto di vista della Dominante, ma da quello molto più spicciolo — 199 — t del responsabile del luogo. Per gli ultimi tre registri, il punto focale di interesse sono le matricole degli uomini con le relative paghe. Per il n. 343, l’elemento saliente sono le entrate, tra cui alcune di tipo particolare. Siamo lontani dai metodi di scritturazione della burocrazia genovese. Qui l’insieme è ben più elementare, quasi rozzo, soprattutto quando è il ^ castellano stesso, non in familiarità con carta e penna, a tenere il libro. Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 319 a, 780. 343. 1357-1358. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI. A c. I: Millesimo ccclvii et vili. Hoc est manualle omnium iurium et racionum castri Stazani, compositum, scriptum et conductum tempore domini Mathei de Portu, potestatis et castellani dicti loci Stazani, per me Dominicum de Padrivama, notarium et nunc scribam dicti domini potestatis, et tam illorum ficta condicione medietatum, terciorum, quartorum, nec non quorumcumque alliorum modorum debentium et pertinentium ipso castro, ut infra per ordinem omnia describuntur. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice della castellania e podesteria di Stazzano. Gli introiti includono i canoni dei fittavoli delle terre spettanti alla castellania, i proventi del pedaggio locale e la metà delle multe comminate dai campari. Le uscite sono costituite dalle spese sostenute dal castellano per l'ordinaria amrrii-nistrazione (piccola manutenzione del castello, trasporto dei prodotti agricoli, riparazione delle botti da vino etc.). E’ l’unico libro, tra i pochi delle amministrazioni periferiche conservati nell’Antico Comune, che illustri la gestione domestica di un castello, illuminando l’inconsueto aspetto dei suoi diritti terrieri. 344. 1357-1358. Cm. 11x31; cc. 72 n.n.; inserti nell’ultimo fase. Alla II c.v.: mccclvii, die xxvii flebuarii. Cartularium compositum per me Becha-cium de Portuveneris, potestati et castellano Vultabii; ibi continetur paguis serven-tibus diti loci ut infra. E’ diviso in due parti. Nella prima vi è la matricola degli uomini, comprendente, oltre ai dati individuali, il nome del fideiussore e il compenso pattuito; a fianco sono registrati i salari corrisposti. Seguono elenchi di debitori. 345. 1404-1405. Cm. 23 x 30; cc. 84 n.n. (il II e il III fase, e parte degli altri due sono bianchi); inserti nell’ultimo fase. Alla II c.: Millesimo quadringentesimo quinto, indicione xm, die primo martii. Hic est liber seu quaternus egregii viri domini Nicolini de Sancto Prospero, prò sacra Francorum regia maiestate ac magnifico comuni Ianue factus de ipsius mandato et tamquam potestatis et castellani Arcule, pro rationibus sotiorum ipsius, et scriptus — 200 — per me Iohannem quondam ser Federici de Bontalentis de Sarzana, notarium et seri-barn dicti domini potestatis et castellani ac sue curie, ut inferius de die in diem ac mense in mensem apparebit. E’ diviso in due parti. La prima, risalente al 1405, comprende la matricola degli uomini e i salari da loro incassati. Nella seconda parte, datata 1404, sono registrati crediti e relativi incassi, pagamenti, un inventario di ciò che è custodito nel castello, un elenco di spese, appunti di pendenze con dipendenti e relativi saldi. 346. 1419. Cm. 15x41; cc. I-XXIV. In copertina: mccccxviiii. Benedicti Rennosti, castellani Arcuile. E’ un libro di matricole degli uomini del castello. Oltre al salario corrisposto, vengono loro addebitati anche capi di vestiario. 33. Rebelles. I libri del gruppo rebelles sono accomunati dal tema di fondo. Trattano delPacquisizione da parte del Comune di proprietà appartenenti a fuorusciti o comunque a ribelli; può trattarsi di acquisizione diretta, se si parla di terre o di luoghi di compere, o indiretta, se si parla di beni mobili (che vengono venduti all’incanto). Se ci si sofferma un attimo sulle turbolente vicende interne della Città, in particolare nella seconda metà del secolo XIV, viene naturale pensare che questi pezzi conservati nel-l’Antico Comune siano i sopravvissuti di un insieme ben più ricco. Già da essi giunge l’eco di violente, alterne fortune, in particolare al tempo del terzo dogato di Antoniotto Adorno (1391-1392) e delle ricorrenti ribellioni in molti centri della Riviera di Ponente. E’ un’eco smorzata, però, perché al tempo delle nostre registrazioni il dramma è ormai compiuto e in questi fogli si tratta soltanto di liquidare i resti di un patrimonio o di documentare la condizione dei beni appena acquisiti dal Comune tramite le confische. E’ un « sindaco » (un rappresentante-procuratore) che si occupa ad alto livello dell’incameramento dei beni; la curia dei malefici, dipendente dal podestà, cura gli inventari dei beni mobili e controlla le aste; appositi funzionari sono addetti alle aste stesse; quando occorre tenere una evidenza generale del movimento finanziario, compaiono i soliti notai-scribi. — 201 — Rebelles: possessiones confiscatae. 347. 1350, 1358, 1362-1364. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVI, altre n.n. bianche; inserti alle cc. XXVII, XXXXII. In copertina: mccclxii. A c. 1: [mccclxi, die ii ...]1. Luchinus de Cornillia notarius, sindicus comunis Ianue ellectus per dictum Comune contra illorum de Scio [dicto millesimo et die] et confirmatus sindicus generalis comunis Ianue mccclxii, die xxvn ianuarii, et iuravit a die xi februarii in dicto millesimo. E’ un libro di natura composita. La maggior parte di esso contiene gli elenchi di terre pervenute al Comune da debitori insolventi o da condannati o per effetto di acquisti, con l’indicazione dei locatari, dei canoni concordati e delle eventuali riscossioni; le somme ricevute in acconto od a saldo dei canoni sono riepilogate in due conti generali. Tra gli elenchi delle terre e la contabilità delle esazioni vi sono gli elenchi dei tributi in natura dovuti al Comune dagli uomini di alcune comunità della Riviera di Ponente. Il libro costituisce una bella copia del n. 349, integrata con la registrazione dei canoni riscossi. 348. 1366. Cm. 15x41; cc. III-LXXXXVI (da c. LX è bianco); legatura seriore in pergamena rinforzata. E un libro di natura composita. All’inizio vi è un gruppo di conti aperti ai locatari di terre confiscate ai ribelli e situate fuori Genova, con l’indicazione in partita semplice dei canoni dovuti per il 1365 e, in qualche caso, anche per il 1364; le somme eventualmente pagate in acconto od a saldo dei canoni sono accreditate ai conduttori e riepilogate in un conto finanziario. Seguono alcuni elenchi di spese sostenute nel 1366 per trasportare i beni mobili dei ribelli dalle loro case fino ai pubblici magazzini. Il libro si conclude con una serie di notifiche del 1366 con cui si dà notizia dell’av-venuta locazione di terre confiscate ai ribelli, degli aggiudicatari e dei canoni convenuti. 349. 1350, 1358. Cm. 15x41; cc. 40 n.n., altre n.n. bianche; legatura seriore in pergamena rinforzata. E in parte una prima stesura del n. 347, priva però della contabilità relativa alle riscossioni dei canoni locativi delle terre. 350. 1389-1393. Cm. 23x31; cc. 1 con cartulazione di dubbia lettura, XXVII-XXXXVI; inserti alle cc. XXXII, XXXXI. In copertina: mccclxxxxi. Nicolai de Bellignano notarii, sindici comunis Ianue. E’ il frammento di un registro con gli elenchi delle spese sostenute da Nicolò de Bel-Ugnano per recarsi a ricevere il giuramento di fedeltà al comune di Genova da parte 1 [Cm. 1], - 202 - di alcune comunità del Ponente (Stella e Savona) o per altre incombenze pubbliche (ad esempio per la vendita all’incanto dei beni confiscati a Venerio Campofregoso). Le spese sono registrate in partita semplice, missione per missione. Rebelles: bona et res exactae. 351. 1366. Cm. 30x41; cc. I-CXXXXIIII; inserti alle cc. XXXXIIII, LXXVI, LXXXXI, LXXXXV. A c. I: In Christi nomine, amen, mccclxvi, die ***. Adsit princippio mei et sem-per beata Virgo. Cartularium introytus et exitus bonorum rebbellium et prodittorum comunis et civitatis Ianue, existente domino Matheo de Porta collettore ed executore dictorum bonorum et cum eo Nicolao de Testana notario, nec non Nicolao de Porta notario, eorum scriba et dicti officii. Populus. Nicolaus de Porta notarius (S.T.). E’ un accurato e dettagliato mastro di entrate e uscite in partita doppia relativo ai beni che il Comune ha confiscato ai ribelli. In fondo vi sono le copie di alcune apo-dixie del doge e del Consiglio e di un decreto degli stessi, pertinenti aU’argomento. Rebelles: bona et res venditae. 352. 1366. Cm. 15x41; cc. II-XXII; copertina mancante. Si riferisce a un gruppo di vendite all’asta di beni mobili (dal 26 aprile al 22 luglio); molte riguardano proprietà di ribelli. Per ciascuna asta si elencano i nomi degli acquirenti, gli oggetti loro venduti ed i prezzi di aggiudicazione. Rebelles: bona ei res inventae. 353. 1395-1396. Cm. 24x40; cc. I-LX, altre n.n. bianche; inserti all’inizio, alla c. XXVIII. In copertina: >3{« mccclxxxxvi. Dominici Tonsi de Mulazano, venditoris bonorum rebellium. La prima parte è simile al n. 352 e si riferisce al 1395; le notizie concernenti le vendite sono estratte dagli atti pubblici della curia malleficiorum del podestà e sono autenticate da notaio. La seconda parte contiene il testo di alcune disposizioni del podestà e del doge del 1395-1396, sempre in materia di beni di ribelli. Il libro termina con alcune registrazioni di spese sostenute nel medesimo biennio. 354. 1395-1396. Cm. 22x30; cc. I-LIIII, altre n.n. bianche; nella plica della copertina posteriore è inserta una pandetta alfabetica che non si riferisce a questo libro. In copertina: mccclxxxxv-mccclxxxxvi, diversis mensibus et diebus. Dominici de Mulazano. - 203 - E’ un libro di inventari degli oggetti confiscati nelle case di vari ribelli; la descrizione è molto minuziosa e, quando è il caso, distingue stanza da stanza. Come per il n. 353, anche per questo registro le notizie sono estratte da atti pubblici. 355. 1428. Cm. 15x41; cc. 27 n.n., altre n.n. bianche. Alla le.: In Christi nomine, mccccxxviii, die xxi iunii. Manualle in quo adnotate sunt quantitates pecuniarum et lo[corum] que rescripta fuerunt in racione Comunis occaxione rebelium, et que de xxv et xxvi scripte fuerant super diverssas personas, ut in presenti manualle continetur. E’ un libro con elenchi di operazioni di varia natura svolte nel 1428. Alcune riguardano il trasferimento al Comune di crediti iscritti a favore di nobili e popolari nei cartolari delle compere; i versamenti sono connessi con alcuni « partimenti » del 1425-1426. Gli altri elenchi si riferiscono all’iscrizione a beneficio del Comune di luoghi appartenenti a ribelli od alla restituzione a privati di luoghi precedentemente intestati al Comune. 34. Avariae seu expensae occasione novitatum in civitate. Siamo di fronte a tre libri strettamente legati tra di loro, tenuti dai vicedogi non per l’ordinaria amministrazione, ma per necessità contingenti legate a uno degli innumerevoli momenti di lotte interne vissute da Genova nel secolo XIV. In tali registri i drammatici giorni della fine del terzo dogato di Antoniotto Adorno (giugno 1392) e dell’inizio del dogato di Antonio Montaldo sono visti attraverso la scrupolosa burocrazia che si occupa di registrare le spese sostenute per munire il palazzo ducale: dall’insieme trapela un senso di improvvisazione e di emergenza. In fondo si tratta di un altro aspetto degli stessi fatti di cui si trovano riflessi e conseguenze nel gruppo rebelles. 356. 1392. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII; inserti alla c. XXX; copertina anteriore in parte mancante. E’ un mastro di entrate e uscite tenuto in partita semplice dai vicedogi. Le spese si riferiscono specialmente ad acquisti di alimenti e di armi, al loro trasporto nel palazzo ducale o in altri luoghi, a lavori diversi; la loro natura riflette chiaramente una situazione contingente di tipo eccezionale. 357. 1392. Cm. 15x41; cc. 48 n.n.; inserti nel II fase. In copertina: Manualle pancogolorum. Alla I c.: mccclxxxxii, die * * *. - 204 - Comprende un insieme di conti, tenuti in partita semplice dai vicedogi e raggruppati per natura. Alcuni si riferiscono al pane fornito dai pancogoli cittadini; altri alla sua distribuzione tra gli armati del palazzo o di altri luoghi. La contabilità è relativa al periodo dall’aprile 1392 al luglio dello stesso anno, ormai post creacionem magnifici domini domini Antonii de Montaldo. Pur con una diversa distribuzione dei conti, il libro sembra una copia del n. 358. 358. 1392. Cm. 15x41; cc. I-LXXII, fase, aggiunto I-XXIIII; inserti alle cc. II, VI, XII, XVI del fase, aggiunto. A c. I: >ì< In Christi nomine, amen, mccclxxxxii, die mi aprilis. Manualle avaria-rum factarum per nos viceduces occaxione novitatum factarum in civitate, ut infra continetur, videlicet tempore Anthonioti Adurni. Per i primi due fascicoli, fino a c. XXXXVIII, il libro è una copia del n. 357, a quanto si può giudicare dai blocchi più importanti di conti. L’ultimo fascicolo (che è sciolto dalle tenie di legatura) e quello aggiunto si riferiscono allo stesso anno e contengono registrazioni affini, ma per spese più variate, come acquisto di armi, di legname, pagamento di manodopera etc. 35. Condemnationum Communis introitus et exitus. I libri della massaria delle condanne del Comune si riferiscono alla riscossione ed all’impiego delle sanzioni pecuniarie comminate dalla curia del podestà. Sono mastri di entrate ed uscite, tenuti con il metodo che abbiamo chiamato misto. Si aprono con i conti intestati ai singoli condannati; nel debet sono indicati in partita semplice, eventualmente con rimando ad altri libri, l’entità della condanna, i nomi dei mallevadori e a volte dell’attore, molto spesso gli estremi della causa. A fronte, nel recepimus, sono segnate le riscossioni delle condanne, che hanno una contropartita nei conti successivi, oppure le eventuali assoluzioni degli accusati o le cassazioni della pena. I conti delle forestazioni, strutturati come gli altri, non sono sempre presenti. Le condanne sono seguite dai conti relativi alla massaria in genere. Qui l’insieme si fa molto movimentato, perché figurano non solo le uscite della gestione (dai salari dei funzionari alle spese per le esecuzioni capitali), ma anche le altre destinazioni del denaro incassato. Questa parte è tenuta in partita doppia e i legami con i conti iniziali sono costituiti esclusivamente dalla registrazione degli incassi. E’ facile trovare all’inizio del libro la rubrica dei vari conti, il che consente un orientamento immediato. - 205 — Sovente l’elenco delle condanne dell’anno corrente è preceduto da quello degli insolventi ereditati dagli esercizi precedenti. La descrizione data si attaglia alla grande maggioranza dei volumi e pertanto omettiamo di ripeterla per le singole schede, indicando soltanto le eventuali varianti o le precisazioni. Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 451, 452, e probabilmente i nn. 453-455. 359. 1345. Cm. 30x41; cc. I-CC (da c. CLXII è bianco); inserti alle cc. LVIIII, LX, LXXIII, LXXV, CLI. A c. I: mcccxxxxv, die [...marcii]1. Cartularius condepnacionum et forestacionum factarum per dominos potestatem et iudicem malleficiorum, [conf lectus manu mei Leonardi de Via, notarii et scribe officii condempnacionum et forestacionum Comunis, ac eciam introytus et exitus dicti officii, existente massario Francisco Revellino. (S.T.) Ego Leonardus de Via notarius sacri imperii rogatus. 360. 1348. Cm. 31x41; cc. I-CCXXXX; inserti alle cc. LXXVIIII, CXXXVIII, CLVIII, CLX, CCIII. A c. I: Millesimo trecentesimo quadragesimo octavo. In Dei nomine, amen. Cartularium officii massarie condempnationum et forestationum Comunis Ianue, existente in eodem officio massario et officiali Iacobo Borserio, habitatore burgi Sancti Thome, scriptum manu mei Marci Portonarii, notarii et dicti officii scribe. Divisum autem est presens cartularium in quatuor partes, in prima quarum continentur omnes con-dempnati occasione accusacionis seu iniquisicionis]; in secunda omnes condempnati occasione ludi et blasfemie; in tercia omnes forestati [quavis] occasione; in quarta introytus et exitus condempnacionum et forestacionum et omnium que [ad manus] dicti massarii occasione dicti officii pervenerunt. 361. 1352. Cm. 30x41; cc. I-CLXXXXII. In copertina: mccclii. Condennationes. 362. 1353-1354. Cm. 31x41; cc. I-LXXII, CXXXX-CLXXXXII; inserti alie cc. IIII, VIII, CLXXXVII. In copertina: mcccliii-liiii. Condennacionum comunis Ianue. 363. 1593-1627. Cm. 27x42; cc. 24 n.n. In copertina: >ï< mdlxxxxiiii. 1 [Cm. 1,5]. - 206 - E’ un giornale dal 26 dicembre 1593 al 10 settembre 1627, relativo alle condanne comminate nel Dominio. E’ molto accurato e contiene regolari riferimenti ad un mastro. 364. 1358-1361. Cm. 23x30; cc. 1 n.n, I-LXXXI (da c. XIIII a c. XXXVIIII è bianco); inserti alla c. IIII e in fondo. Alla le.: In Dei nomine, amen, mccclxi, die vi octubris. Cartularium introytus con-dempnacionum anni presentis incepti, millesimo et die supradicta, factarum tam per magnificum et excelssum dominum dominum ducem quam per discretum virum dominum potestatem Ianue, factum ad honorem Dei, beatissime virginis Marie, beatorum Iohannis batiste et evangeliste, beatorum Petri et Pauli et tocius curie celestris, amem. Anthoniotus de Sancto Matheo. A c. I: mccclxi, die xviii iullii. Cartulario depoxiti conssules racionis, videlicet Ste-fanus de Castigono, Odino de Canbio, Stefanus de Berardis, et scribis Columbo de Corvaria et Raffaele Musso, Raffaele Befignano, Le intitolazioni, già divergenti tra di loro, non hanno nesso con il contenuto. Il libro è diviso in due parti. Nella prima, di gran lunga la più esigua, vi sono poche scritture relative a incassi di condanne e pochi conti concernenti i terratici di immobili dati in enfiteusi. La seconda parte è costituita da un mastro di entrate e uscite in partita semplice in cui gli introiti sono dati da gettiti di condanne e le spese sono costituite da lavori di muratura, di arredamento e di manutenzione di edifici pubblici. La lingua è un latino fortemente volgarizzato. 365. 1370-1371. Cm. 30x41; cc. I-LXXII; inserti alle cc. IIII, X, XV, XXXVII, XXXXI. A c. I: mccclxx, [di]e xi septembris. Cartulatrium massa]rie condempnacionum comunis Ianue, t[em]pore magnifici domini domini Dominici de Campofregosso, Dei gratia [Ianuenlsis d[uci]s, existente massario et colectore ei[us]dem ΓIohanne] de Honestis, cive Ianue, et [scriba aujtem cum eo Nicolaus de [Paxano] notarius. 366. 1373. Cm. 30x41; cc. ICLXXXXIIII; inserti alle cc. II, XXXX, LVIIII,. CXXV, CXXXVIII, CLI, in fondo. A c. I: mccclxxiii, die prima marcii. Cartularium massarie condempnacionum et forestationum comunis Ianue, existente massario Georgio de Claritea et scriba cum eo Luchino de Levanto notario. 367. 1379. Cm. 30x41; cc. 1 n.n, I-CLXVII (mancano molte cc. finali); inserti alla c. CXXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. 368. 1383. Cm. 25x41; cc. I-CXX; inserti alle cc. XXXXVIIII, LU, CVII, in.· fondo. - 207 - A c. I: MCCCLXXXiii, prima marcii. Cartularium condempnacionum factarum per dominum potestatem civitatis Ianue et districtus, im quo continentur nomina condemp-natorum et f[id]eiussorum eorum, existente massario ipsarum Nicolao Oberti notario, scriptum manu mey Raffaele [del Bargono, notario et scriba diete massarie. 369. 1384. Cm. 30x41; cc. I-CXXXXIIII; inserti all’inizio, nel I fase., tra il II e il III; copertina di cartone; stato di conservazione pessimo, per abbondanti lacerazioni: la lettura è seriamente compromessa. A c. I: MCCCLXXXIIII, die prima ma[rcii], Cartularium comdempnacionum fatarum per dominum p[otestatem civitatis Ianue] et districtus, in quo continentur nomina condempnatorum et fide[iussorum, existente] massario Stephano Bochino, scriptum manu mei Anthonii de Ritiliario niotarii], 370. 1387. Cm. 30x41; cc. I-CCXXXVIIII; copertina originale in pelle. A c. I: Millesimo trecentessimo octuagessimo septimo, die prima marcii. Cartularium condennacionum factarum per dominum potestatem civitatis Ianue et districtus, in quo continentur nomina condennatorum et fìdeiussorum eorum, existente massario ipsarum prudente viro Thoma de Rocataliata, scriptum manu mei Symonis de Pineto, notarli et scribe dicte massarie. 371. 1389. Cm. 30x41; cc. 1 n.n., I-CLXXXXI; inserti alle cc. XVIIII CLXXIII, CLXXXIIII, in fondo; copertina originale in pelle. Alla I c.: Cartularium condempnacionum anni de mccclxxxviiii, existente Iohanne de Cancelleriis massario et Badassale de Conrado notario eius scriba. 372. 1390. Cm. 29x41; cc. I-CXVIIII; inserti alla c. CIIII; copertina posteriore mancante. A c. I: mccclxxxx, die tercia augusti. Cartularium masarii condempnacionum, videlicet Leonelis Gentillis, et tam introytus quam exitus, scriptum manu mei Maruffì de Docio de Levanto, notarii et scribe dicti masarii, millesimo suprascripto, die tercia augusti. 373. 1391. Cm. 29 x 40; cc. II-CLXVII; copertina anteriore mancante. A c. II, di mano forse secentesca: Condempnacionum civitatis Ianue. 374. 1396. Cm. 30x41; cc. I-CCLXXXVIII; inserti alla c. LXXXVII; copertina originale in pelle. A c. I: mccclxxxxvi. Cartularium introytus et exitus massarii condennacionum comunis Ianue. Obertus de Pasano massarius. Francischus de Vilanova, notarius et scriba dicti massarii. - 208 - 375. 1400. Cm. 30x41; cc. I-CCLXXXVIII; copertina originale in pelle. A c. I: mcccc, die prima marcii. Cartularium introytus et exitus condempnacionum factarum per dominum nunc potestatem civitatis Ianue et districtus eiusdem quoque curia, nec non per nonnullos alios eiusdem domini potestatis precessores, impositum et scriptum per me Anthonium de Suxilia notarium infrascriptum, millesimo et die predictis, existente massario condempnacionum ipsarum Centuriono de Castro, cive Ianue. Populus. Anthonius de Suxilia, notarius et officii massarie predicti scriba. 376. 1403. Cm. 29x41; cc. I-CCXXXX; inserti alla c. CCXXX; copertina originale in pelle, parzialmente mancante nella parte posteriore. A c. I: mcccciii, die prima marcii. Cartularium condemnacionum factarum tempore spectabilis militis domini Petri Veterisnille, domini honorabilis potestatis Ianue et districtus, existente massario nobili viro Ieronimo Iacaria et scriba eius me notario infrascripto. Rex dominus Ianue. Benedictus de Andoria notarius. 377. 1404. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXXVIII; copertina anteriore e c. I quasi interamente mancanti. AI termine del libro vi e l’inventario dei beni del Comune custoditi nel palazzo del podestà. 378. 1405. Cm. 30x41; cc. I-CLXX, altre n.n. bianche; copertina originale in pelle. A c. I: >i< mccccv, die u marcii. In eterni domini nostri Iesu Christi nomine eius-que matris Virginis gloriose et tocius curie cellestis, amen. Cartularium officii masarie condempnacionum et forestacionum criminalium comunis Ianue anni de mccccv su-prascripti, existente massario nobile et discreto viro domino Andrea Italiano, honorabile cive Ianue, et scriba me Açone de Bargalio notario infrascripto, prò serenissimo et invictissimo domino nostro domino rege Francorum et domino Ianue. Rex Francorum dominus Ianue. Aço de Bargalio notarius. Tempore domini Leveroti de Ferretis de Ancona, potestatis Ianue. 379. 1407. Cm. 29x41; cc. I-CLXX; inserti alle cc. XXXXII, XXXXIIII, LXXXVIII. A c. I: >ì< mccccvii, die prima marcii. Ad honorem, laudem et gloriam altissimi domini nostri Iesu Christi et gloriose virginis Marie matris eius et tocius curie cele-stis, amen. Cartularium officii massarie condennationum et forestationum criminalium comunis Ianue anni de mccccvii suprascripti, existente massario nobile viro domino Nicolao de Camila, cive Ianue, et scriba me Iohanne de Carrega notario infrascripto. Rex dominus Ianue. Iohannes de Carrega notarius. Tempore magnifici militis domini Giribelti domini de Fayeta, potestatis Ianue. - 209 — 14 380. 1408. Cm. 29x41; cc. I-CCXXXX, altre n.n. bianche; inserti alla c. X; copertina originale in pelle. A c. I: >î< mccccviii, die prima marcii. In Christi nomine. Ad laudem, honorem et gloriam sanctissime individue Trinitatis, videlicet Patris, Filii et Spiritus Sancti, ac beatissime et gloriosi(ssi)me virginis Marie, omniumque sanctorum et sanctarum ce-lestis curie, amen. Cartularium officii massarie condempnacionum et forestacionum comunis Ianue criminalium et introytus et exitus ipsarum anni suprascripti, impositum per me Anthonium de Suxilia, notarium infrascriptum et dicte massarie scribam, existente massario eiusdem provido et discreto viro domino Nicolao de Bonoiohane, cive Ianue. Rex dominus Ianue. Anthonius de Suxilia notarius. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. 381. 1410. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXXVII. Su pergamena legata alla copertina: >i< Millesimo ccccx, die primo marcii. Cartularium introitus et exitus masarie condennationum comunis Ianue dominorum Batiste de Savignonis, Antonii de Viali, Cosme Catanei et Nicolai de Bonoioane masariorum, me existente scriba eorum Biasio de Axereto notario. 382. 1412-1413. Cm. 29x41; cc. I-CCXXXX; copertina anteriore e prime 2 cc. in parte mancanti. A c. I: >ì< Mccccxn, die primo marcii. Cartularium massarie condennationum anni predicti, cuius sunt masstarii] Batista de Savignonis, Nicolaus de Bonoiohane, Antonius [de] Viali et Cosmas Cataneus, existente eius notario et scriba m[e] Biasio de Axereto. Nota quod mccccxii, die vii iunii, loco Antonii de Viali et Cosme Catanei ellectus fuit Nicolò Nata. Item istud cartularium est anni de mccccxiii. 383. 1443. Cm. 11x29; cc. I-LXXXXVI; inserti alla c. LXVIIII. A c. I: Manuale in isto sunt condennationes et forestaciones facte [in mccccxxxxiii], tempore quo fuit potestas [dominus] Iohannes Manganelus. 383 bis. 1550-1627. Cm. 11x33; cc. 58 n.n.; inserti nel II fase; fasce, in forma di rubrica alfabetica con le cc. tagliate sul margine esterno in modo da formare la scaletta con l’evidenza delle lettere. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ una rubrica alfabetica di accusati e condannati per crimini di lesa maestà. 384. 1366 circa. Cm. 23x31; cc. 2 con cartulazione di difficile lettura, XXXII- XXXXII, LI-LXX, CHI, CXIIII, XXXII, XXXXVII; inserti alle cc. XXXVIIII, LV; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. - 210 — Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. Contiene elenchi di condannati ripartiti per conestagerie e disposti cronologicamente all’interno di ogni conestageria; vi sono anche l’indicazione dei mallevadori e, a volte, quella del pagamento o della assoluzione. Sovente resta in bianco il motivo della condanna e non è mai chiaro quale ente 1 abbia comminata: a volte essa sembra essere espressione di un non meglio identificato ufficio secretum (genitivo plurale). Da un paio di annotazioni, le trasgressioni si direbbero mancanze rispetto ad obblighi militari o di comandata: a c. XXIII si annota che uno, già condannato, è stato assolto tanquam magnatus·, a c. LXVII un altro e scussatus quia fuit in angaria in Sassello. La data è dedotta da una scrittura a c. LVIIII. Si veda anche il n. 385. 385. 1366 circa. Cm. 23x31; cc. LXXVII-LXXXX; inserti alla c. LXXXVIIII; copertina mancante. E’ uno dei fascicoli mancanti del n. 384. 36. Condemnationes conservatorum. L’intensa attività dei conservatores officii ministrarle ha lasciato una documentazione chiara, organica, di buona continuità cronologica. Gli scribi redigono due tipi di registro, strettamente legati tra di loro. Il primo è il libro delle condanne, chiamato anche contrafaciencium o, più di frequente, invencionum. Registra le ammende inflitte dai conservatori nel corso delle ispezioni, indicando i nomi di coloro che sono stati colti in fallo, il tipo dell’infrazione, l’importo della multa; in alcuni casi è data indicazione del-Pavvenuto incasso. In sostanza, ad ogni contravventore è aperto un conto e per gli incassi vi è anche il rimando al conto cassa del mastro. In alcuni casi è riportata la descrizione dell’ispezione in una sorta di vero e proprio verbale. Soprattutto nei libri più vecchi, gli artifices multati sono raggruppati per arti e una rubrica iniziale delle arti facilita l’orientamento. Molto rara è l’ammenda per infrazioni di altro tipo (come il gioco dei dadi nelle taverne), che i conservatori sono ugualmente tenuti a colpire. Il secondo tipo di libro è il mastro delle entrate e delle uscite dell’ufficio, comprensivo degli incassi delle condanne e di altri conti — piuttosto limitati — connessi con l’andamento interno della magistratura. Circa il metodo contabile, rarissimi sono i casi di partita doppia (come ad esempio nel n. 397) o di partita semplice (come nel n. 426). Quasi sempre si segue un metodo misto, variamente concepito; in alcuni libri si segnano in forma semplice le condanne accertate (per le quali si rimanda di solito al — 211 — libro delle condanne), mentre si registrano con scritture doppie i relativi incassi e le altre operazioni di gestione; in altri libri, i conti delle condanne sono tenuti in forma elementare per gli incassi, mentre i saldi hanno una contropartita nelle raciones di natura riepilogativa. Gli scribi operano in parallelo, data la mole del lavoro. Abbiamo libri dello stesso genere contemporanei e diversi tra di loro. La descrizione data si attaglia a tutti i registri del gruppo, per cui ci si limita a indicare il filone di appartenenza, oltre a qualche eventuale particolarità. 386. 1349. Cm. 23x31; cc. I-CXVIII. A c. I: mcccxxxxviiii. Cartularius introytus et exitus atque condempnacionum, salariorum, expensarum et aliorum et aliarum factorum et factarum in officio dominorum conservatorum officii ministrarie comunis Ianue pro uno anno, incepto die prima iulii dicti anni. Et quorum conservatorum pro dicto anno, scribanorum, sub-scribanorum atque nunciorum nomina sunt infrascripta, et qui subscribe et nuncii sunt in dicto officio ad beneplacitum et voluntate dictorum dominorum conservatorum, secundum et prout in ordinacione facta de dicto officio plene continetur. Quorum officialium nomina sunt hec: dominus Nicolinus de Marocellis, dominus Angelus de Preollo, conservatores; Iohannes de Zimignano, Dagnanus Durantis, notarii, scribe dicti officii; Nicolaus Pinta, Iohaninus de Campis, subscribe dicti officii. Infrascripti sunt nuncii dicti officii: Petrus de Sancto Thoma, Iacobus de Ceva, Iacherius, Benedictus de Bargalio, Francisais de Carbonaria, Bergaminus, Manfredinus, Guillelmus de Triora. E’ un mastro. 387. 1350 (in base all’indicazione d’archivio). Cm. 22x30; cc. LXXIII-LXXXXV; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. E’ un frammento di libro di condanne. 388. 1350 (in base all’indicazione d’archivio). Cm. 21x29; cc. I-XXIIII (probabilmente manca almeno un fase, finale); copertina anteriore e prime carte in parte lacerate. A c. I: Ego Obertus Grassus de Vulturo. E’ un frammento di libro di condanne. 389. 1364. Cm. 15x42; cc. I-XXXVI. A c. I: mccclxiiii, die primo marcii. [Malnuale introytus et exitus officii domino-rum conservatorum civitatis Ianue, existentibus conservatoribus sapientibus et discretis viris dominis Laurencio Selario, Geor[gio] de Grimaldis et Anthonio Specia et scribis - 212 — ■ cum eis [Bar]tholomeo de So[rb]a, [Barth]olomeo de Corvaria, [Franaselo de Castel-liono, notariis. [Bartholomeuls de Sorba notarius subrogatus loco dicti Bartholomei de [Corvaria] per dominum ducem et suum Consilium. E’ un mastro. 390. 1366. Cm. 23x30; cc. 2 n.n., I-CCXXXVI; inserti alle cc. LXXXXVIIII, CXX, CXXI, CXXVIII. In copertina: Invenciones de mccclxvi. E’ un libro di condanne. Alle cc. CLXVI r. - CCVI v. sono sommariamente registrati i giuramenti di alcuni probabili nuovi adepti alle arti. Aprono la serie i pancogoli, e per ciascuno di loro è riprodotto il marchio usato. 391. 1366. Cm. 23x30; cc. I-XXIIII; copertina mancante sostituita da un foglio di carta; stato di conservazione cattivo per guasti da umidità. A c. I: mccclxvi, die prima sep[tembris], Cartularius introytus et exitus [... condempnacionum] 1 et emolumentorum officii conservai torum civitatis Ianue], existen-tibus conservatoribu[s dominis] Guillelmo de Monella, Iosaffa de Oddino, Symone Ioar-do [notario, scribis ve]ro Iohanne de Pig[nono], Nicolao de VTaletarii et] Dominico [Murro, notariis]. E’ un mastro. 392. 1367. Cm. 23x31; cc. I-XXXXVIII; inserti a c. XXXXVII. A c. I: mccclxvii, die primo marcii. Cartularium introytus et exitus officii conserva-forum pro primis sex mensibus dicti anni, existentibus conservatoribus in dicto officio dominis Luchino de Cornilia notario, Vesconte Cibo et Baldo de Portu fabro et scribis cum eis in dicto officio Anthonio Oberti de Sancto Matheo, Andriano Vegio et Anthonio de Franzono notariis, et scriptum manu mei Andriani Vegli notarii. E’ un mastro. 393. 1367. Cm. 23x30; cc. I-LXXXXVI. A c. I: mccclxvii, die prima marcii. Cartularium invencionum curie conservatorum tempore dominorum Vescontis Cibo, Luchini de Cornilia et Balduyni de Portumauri-cii fabri, existentibus scribis curie dictorum dominorum conservatorum Anthonio Oberti de Sancto Matheo notario, Andriano Vegio notario et Anthonio de Franzono notario. E’ un libro di condanne. i [Cm. 1,6], ( 394. 1368. Cm. 23 x 30; cc. I-LXXXXVI; inserti alla c. II. A c. I: »ï» mccclxviii, die prima septembris. Iohannes de Spigno notarius. E’ un libro di condanne. Al termine vi è una serie di annotazioni relative al prezzo del grano e alle mete per pane di diverso tipo. 395. 1368. Cm. 23x31; cc. I-XXXXVIII, 2 fascc. n.n. bianchi (da c. XXI è bianco); inserti all’inizio. A c. I: mccclxviii, die prima marcii. Cartularium introytus et exitus officii conservatorum comunis Ianue anni de mccclxviii prò primis sex mensibus, scriptum et compoxitum per me Girifortem Savinam, notarium et scriba(m) dicti officii, existentibus conservatoribus infrascriptis et com eys scribis infrascriptis. Nomina conservatorum sunt hec: Raffael Maruffus, Collonbus Galucius et Georgius de Viachava faber; Iohannes de Mauro notarius, Anthonius de Franzono notarius, Giriforte Savina notarius, scribe dicti officii. E’ un mastro. 3%. 1368. Cm. 23 x 30; cc. 1 n.n, I-LXX; inserti alla c. LXVIIII. Alla I c.: mccclxviii, die prima septembris. Cartularium condenpnacionum factarum tempore regiminis et officii dominorum Luchini de Flisco, Romini de Nigro et Iacobi de Ripparolio peliparii, conservatorum civitatis Ianue, per ipsos dominos conservatores seu duos ex eis, et scriptum manu mei infrascripti notarii tempore sex mensium suorum. Theramus de Guaygo notarius. E’ un libro di condanne. 397. 1369. Cm. 22x30; cc. I-XXIIII; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. A c. I: mccclxviiii, die prima marcii. Cartularium introytus et exitus officii conservatorum civitatis Ianue, videlicet primorum sex mensium anni presentis, existentibus conservatoribus dominis Raynerio de Grimaldis, Baduyno de Portu fabro et Oberto de Guano et cum eis existentibus scribis Anthonio de Castiliono, Amigeto Zuffo et Francisco de Porcho notariis, et compositum manu mei Francisci de Porcho notarii. E’ un mastro. 398. 1369. Cm. 23 x 30; cc. I-XLVIII. A c. I: mccclxviiii, die prima septembris. Manuale seu cartularium condennacionum factarum in infrascriptos occasionibus infrascriptis per dominos Thobiam de Mari, Franciscum Grillum et Anthonium Domesticum ministralles, scriptarum per me Iohannem de Lavania notario, scribam eorum. Populus. Iohannes de Lavania notarius. E’ un libro di condanne. - 214 - 399. 1369. Cm. 22x31; cc. II-LXXXXIIII. In copertina: Ego Franciscus de Porcho notarius. £’ un libro di condanne. 400. 1372. Cm. 22x30; cc. I-LXXXXVI; inserti alla c. LXXX. In copertina: mccclxxii. Cartularium introytus et exitus condempnacionum. E’ un mastro. 401. 1372. Cm. 22 x 30; cc. I-LXXII (manca almeno un fase, finale). In copertina: mccclxxii. Cartularium Francisci de Porco notarii. E’ un libro di condanne. 402. 1372. Cm. 23 x 30; cc. I-LI, altre n.n. bianche. In copertina: Manuale codempnationum mei Bartholomei Francisci de Valletarii, notarii et scribe dicti officii. E’ un libro di condanne. 403. s.d. Manca. 404. 1373. Cm. 23x31; cc. 46 n.n., XXVI-L, altre n.n. bianche; inserti nel II fase.; libro composto originariamente con fascc. eterogenei, di cui almeno uno di recupero. Alla II c.: mccclxxiii, die prima septembris. Cartularium mei Anthonii de Castel-liono notarii, scribe conservatorum civitatis Ianue pro secundis sex mensibus, in quo cartulario scripti sunt omnes inventi delinquisse et condempnati per conservatores suos infrascriptos secundum formam statutorum dicti officii et prout et sicud eisdem melius visum fuit secundum eorum conscientias iuxta eorum delicta et formam dictorum capitullorum et sunt illi dumtaxat quos ego supradictus Anthonius inveni et in-vento(s) posui in meo manualeto notularum, ut moris est. Quorum conservatorum nomina sunt hec: Cosmael Salvaygus, Iohannes de Zignaygo peliparius et Rominus de Nigro; et eorum scribe: Dexerinus Symonis de Rappalo, Anthonius de Castelliono et Melchion de Saullo notarii. E’ un libro di condanne. 405. 1373. Cm. 23x30; cc. I-LXXXXVI (da c. XVII è bianco); inserti alla c. VIII. A c. I: mccclxxiii, die prima marcii. Cartularium condempnacionum dominorum conservatorum civitatis Ianue, scriptarum manu mei Alexandri Mussi notarii, existen- - 215 - tibus conservatoribus dominis Centuriono de Castro, Nicolao de Pendola et Anthonio de Reza notario et existentibus scribis eorum Iohanne Bayro, Anthonio Gallo, notariis, et me Alexandro predicto. Populus. Alexander Mussus notarius. E’ un libro di condanne. A c. XIV v. è registrato un gustoso dialogo che descrive con la massima vivezza lo svolgimento dell’ispezione. 406. 1374. Cm. 23 x 30; cc. I-LXXVIIII, 3 n.n. bianche. A c. I: mccclxxiiii, die prima marcii. Cartularium condemnacionum factarum per dominos Galeotum Grillum, Anthonium Speciam et Anthonium de Bamunte, conservatores civitatis Ianue pro primis sex mensibus, mei Guirardi Parrizolli notarii, unius ex scribis dicti officii. Populus. Guirardus Parrizollus, notarius et scriba dicti officii. E’ un libro di condanne. 407. 1375. Cm. 22x30; cc. I-LXXII (da c. XXVI è bianco). A c. I: >i< In Christi nomine, amen, mccclxxv, die prima marcii. Cartularium. Populus. Paulus Savina notarius. E’ un libro di condanne. Alle cc. XXIV-XXV vi è una inchiesta su di una truffa effettuata da un candelerius nella fornitura di candele per un funerale. 408. s.d, 1375, 1389. Cm. 23x31; cc. LII-LXVIIII, 2 n.n., II-XXIII; copertina mancante sostituita da un foglio di carta; miscellanea di materiale affine, con l’eccezione delle cc. n.n. Le due parti cartulate sono frammenti di libri di condanne dei conservatori: il primo non è datato, il secondo è del 1375. Le 2 carte n.n., risalenti al 1389, contengono alcune sentenze di un podestà e del suo vicario. 409. 1376. Cm. 23 x 30; cc. 1 n.n. bianca, I-LXXI (da c. XXIIII è bianco). In copertina: mccclxxvi. Cartularium condempnacionum Leonardi de Berengerio notarii. E’ un libro di condanne. 410. 1376. Cm. 22x30; ccj I-CXX; inserti alla c. XIII. A c. I: mccclxxvi, die prima marcii. Cartularium condenacionum factarum per dominos Nicolaum de Saulo Diapaterio, per Vesconte de Savignonis et per Marcum Cigalam, conservatores et ministrales comunis Ianue, scriptum per me Luchinum de Comillia, notarium et scribam dicti officii. E’ un libro di condanne. - 216 - 411. 1377. Cm. 22x30; cc. I-LXXII. In copertina: mccclxxvii. Populus. Badasal de Zoalio notarius. E’ un libro di condanne. 412. 1377. Cm. 22x30; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. XII, XX, XXVII. A c. I: Millesimo ccclxxvii, die prima marcii. Cartularium introitus et exitus capsie officii conservatorum civitatis Ianue pro primis sex mensibus. Nomina vero dictorum conservatorum sunt hec: dominus Bernabos Ussusmaris, dominus Anthonius de Re-velino et dominus Iohannes de Costa. In quo cartulario sunt scripti manu mei Nicolai Gironi notarii infrascripti propria omnes personas, cuiuscumque condicionis existentes, qui fuerint et erunt condenpnati a dictis dominis conservatoribus, vigore capitulorum comunis et civitatis Ianue, ut in isto presenti cartulario plenius continebitur, et per me notarium infrascriptum sunt scripte omnes quantitates pec-cunie que posite et extracte fuerint in capsias dicti officii dictorum dominorum conservatorum. Populus. Nicolaus Gironus notarius. E’ un libro di cassa di sole entrate relativo a condanne. Concerne il periodo marzo-agosto 1377. 413. 1378. Cm. 22x30; cc. I-CXXXXIIII; inserti in fondo. A c. I: mccclxxviii. Cartularium in quo continentur et descripte sunt omnes con-dempnaciones peccuniarie facte per viros circumspectos dominos Anthonium Speciam, Iullianum de Stramadecio et Guilliermum Enbriacum, honorabilles conservatores civitatis Ianue, de hiis de quibus in presenti cartullario fit mentio pro eo quod contra-fecerunt capitullis et ordinamentis dictorum dominorum conservatorum, prout et sicut seriatim continetur in dictis condempnacionibus de eis, ut premititur, factis, in dicto presenti cartullario denotatis. (S.T.) Ego Illarius Carpenetus notarius. E’ un mastro particolarmente dettagliato. 414. 1379. Cm. 22x30; cc. 42 n.n.; inserti nel II fase. In copertina: mccclxxviiii. Facinus Stella sindicus comunis Ianue. E’ un inventario di beni immobili di proprietà del Comune. Dei singoli beni si indicano l’ubicazione, il conduttore e il canone annuo. 415. 1380. Cm. 23x30; cc. I-CXX. A c. I: mccclxxx, primo marcii. Cartularium condennacionum peccuniariarum factarum per dominos conservatores civitatis Ianue, tempore regiminis nobilium et discretorum virorum dominorum Ambroxii Pineli, Bartholomei Lomelini et Raiiaelis Comunalis, - 217 - existentibus scribis cum eis Badasale de Zoalio, Illario Carpeneto et Bartholomeo de Bargalio notariis. Ego Illarius Carpenetus notarius. E’ un mastro particolarmente dettagliato. 416. 1381. Cm. 22x30; cc. I-XXXXVIII. In copertina: Cartularium condempnacionum officii dominorum conservatorum civitatis et cetera. A c. I: mccclxxxi, die prima marcii. Populus. Bartholomeus Sacherius notarius. Le scritture si riferiscono ad un solo conto, intestato al Comune Ianue, che (contiene nel recepimus un elenco molto lungo di condannati con la motivazione e la relativa multa e nel debet i corrispondenti saldi di chiusura. 417. 1381. Cm. 23x31; cc. I-LXXXXVI (da c. XXXVIII è bianco); inserti alla c. LXXXV. A c. I: mccclxxxi, die prima septembris. Cartularium introytus et exitus condem-pnationum factarum per dominos Bernabovem Ususmaris, Egidiolum Salvaigum et Iohannem Bayrum notarium, conservatores civitatis Ianue, existentibus cum eis Baldas-sare Iohannis Conradi, Iacobo de Andoria et Sorleono de Fino Amore, notariis et scribis dictorum dominorum conservatorum. Populus. Sorleonus de Fino Amore, notarius et scriba dicti officii et cetera. E’ un mastro. 418. 1381. Cm. 11x30; cc. I-XXXXVIII. A c. I: Manualetum condempnationum, forestationum ac introytus et exitus factarum tempore regiminis nobillis viri domini Nicolai de Vedereto, potestatis Bisannis. Populus. Christoforus de Pineto notarius. Non concerne 1’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice della massaria delle condanne della podesteria del Bisagno. 419. 1382. Cm. 22x30; cc. I-CXXXIIII, altre n.n. bianche; stato di conservazione cattivo, nella parte finale, per lacerazioni e guasti da umidità. A c. I: Cartularium condemnationum factarum per dominos Raffum de Goalterio, Iohannem de Frevante fabrum et Pelegrum de Grimaldis, conservatores civitatis Ianue pro primis sex mensibus, existentibus cum eis scribis Anthonio de Fontanegio, Dominico Panizario et Gregorio de Labayno, notariis et scribis dictorum dominorum conservatorum. E’ un libro di condanne. — 218 — 420. 1382. Cm. 22x30; cc. 1 n.n., I-LXXI; inserti alla c. XXXXIII. Alla I c.: Adsit principio virgo Maria nostro, mccclxxxii, die prima septembris. Cartularium condempnacionum factarum tempore regiminis nobillis et sapientum virorum dominorum Oberti Marocelli, Dexerini de Ponte et Raffaelis de Cassanova, honora-billium conservatorum civitatis Ianue; et cum eis scribe Anthonius de Goascho notarius, Petrus de Bargallio notarius et Anthonius de Sarzano notarius. E’ un libro di condanne. 421. 1383. Cm. 22x30; cc. 1 n.n., I-XXXXVI. In copertina: mccclxxxiii. Alla I c.: Cartularium introytus et exitus. E’ un mastro. 422. 1384. Cm. 22 x 30; cc. I-LXXXXVII; inserti alla c. XXXIII. A c. I: Millesimo trecentesimo octuagesimo quarto, indicione sexta, die primo marcii. Cartularium condempnacionum factarum tempore regiminis sapientum ed discrecto-torum dominorum Raffaelis de Porcho, Raffaelis de Tiba et Symonis de Raynerio, scribis autem Badasele de Zoalio, Iohanne de Sarzana et Anthonio de Fontanegio notariis. E’ un libro di condanne. 423. 1384. Cm. 20x29; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. X, XXIII. A c. I: mccclxxxiiii, die prima marcii. Cartularium introytus et exitus compositum per me notarium infrascriptum, tempore regiminis dominorum Simonis de Raynerio, Raffaelis Porchi et Raffaelis de Tiba, conservatorum civitatis Ianue, existentibus scribis Badasale de Zoalio, Anthonio de Fontanegio et me Iohanne de Sarzana, notariis. E’ un mastro. E’ in parallelo con il n. 422. 424. 1385. Cm. 22 x 30; cc. I-LXXXXVI. In copertina: MCCCLXXXV. Cartularium condempnacionum. E’ un libro di condanne, senza molti dettagli nella descrizione delle infrazioni. Tra due serie di raciones dei condannati è inserito il conto degli incassi. 425. 1390. Cm. 22x30; cc. I-XXXXI. In copertina: <ì< mccclxxxx. Liber introytus et exitus officii dominorum Thome de Rocataliata, Philipi Spinule et Frederici de Almano, conservatorum civitatis Ianue, scriptus manu mei notarii subscripti. Populus. Gaspar de Monleone notarius. E’ un mastro. - 219 - 426. 1406. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII (da cc. XIIII è bianco). In copertina: mccccvi. Cartularium officii ministrorum anni de ccccvi prò primis sex mensibus. E’ un mastro. 427. 1407. Cm. 15x41; cc. 72 n.n. Alla I c.: mccccvii, die prima septembris. Manualle condempnacionum peccuniaria-rum factarum per discretos viros dominos Andriollum Iudicem notarium, Ieroni-mum Iachariam et Iacobum de Arquata, conservatores civitatis Ianue, existentibus cum eis scribis Badasalle de Pavellerio notario, Iacobo Bonanato de Andoria notario et Iacobo de Marchixio notario. E’ un libro di condanne. Al termine vi sono una nota di spese dei conservatori e appunti vari, tra cui l’inventario di consegna dei beni dell’ufficio (ben pochi, per la verità), al momento dell’avvicendamento dei funzionari. 428. 1408. Cm. 15x41; cc. I-XXIIII, XXXXVIIII-LXX (da c. V a c. LI è bianco). In copertina: mccccviii. E’ un libro di natura mista, appartenente ai conservatori. La parte contabile è formata da un breve elenco di incassi e da una lunga rado, contenente nel debet i crediti per le condanne inflitte. Alla c. LII sono registrate tre accuse, volte da privati ad altri privati in materie sempre pertinenti all’attività dei conservatori. Al termine del registro, vi è il verbale di una assemblea degli uomini di Santo Stefano di Bargagli, indetta per eleggere i procuratori della comunità davanti al governatore di Genova. 429. 1408. Cm. 15x41; cc. I-LXXII. A c. I: >i« mccccviii, die prima martii. Manuale condempnacionum officii dominorum conservatorum civitatis Ianue, factarum per dominos Badasalem de Paverio, loco Anthonii eius fratris, Lanzarotum Marihoim et Geronimum Comunalem, loco Iohannis de Rappalo mccccviii, die prima martii. Manuale cumdempnationum dominorum conservatorum civitatis Ianue anni predicti primorum sex menssium, compositum manu mey Anthonii de Bervey notarii. Rex dominus Ianue. Anthonius de Bervey notarius. E’ un mastro. AI termine vi è l’inventario di consegna dei beni dell’ufficio (campioni di misure e cassetta del denaro) al momento dell’avvicendamento dei funzionari. 1 Questa prima intitolazione è depennata ma le notizie da essa fornite sono valide. - 220 - 430. 1410. Cm. 14x41; cc. I-XXXXVI (in gran parte è bianco); copertina anteriore e prime due cc. in parte mancanti; stato di conservazione pessimo per guasti da umidità. E’ un mastro. 37. Condemnationes vicariorum et potestatum. Questo gruppo raccoglie la documentazione di tipo giudiziario di alcune comunità esterne a Genova. Vi si distinguono due filoni. Da un lato, i libri delle condanne registrano in ordine cronologico le a2Ìoni svoltesi davanti al podestà o al vicario: per ognuna vi sono i nomi dei contendenti (o il nome dell’accusato, se si tratta di una procedura d’ufficio), gli estremi della denuncia, in alcuni casi gli interrogatori, gli accertamenti effettuati, la sentenza e la relativa condanna, sempre pecuniaria; a volte può essere sommariamente indicato l’awenuto pagamento. Dall’altro lato vi sono i mastri di entrate e uscite della massaria delle condanne del luogo. Le entrate sono costituite dagli incassi delle condanne inflitte dal podestà; qualche volta vi si affianca il terzo spettante all’amministrazione genovese sulle condanne comminate dai campari locali. L’entità delle uscite è determinata da quella delle entrate: per lo più la voce di maggior spicco è lo stipendio del podestà stesso. Non si tratta quindi dell’amministrazione generale della podesteria — o del vicariato — ma di una parte di essa, cosi come alcuni libri del gruppo castrorum offrono la documentazione su di un altro aspetto, ugualmente limitato, di alcuni centri del distretto. Certamente le condanne offrono una grossa parte degli introiti, ma altri gettiti restano al di fuori: un esempio è fornito dai nn. 434 e 436, che contengono anche qualche provento di tipo fiscale; indicativo è anche il n. 343, che elenca introiti diversi (tra cui alcuni diritti terrieri) del castello di Stazzano. Il metodo contabile è a volte in partita semplice; per lo più è di tipo misto, nelle due varianti già illustrate per le condemnationes conservatorum. Possono essere uniti al primo filone di questo gruppo il n. 774 e al secondo i nn. 418, 473 (solo per il fascicolo aggiunto, relativo alle condanne del vicario ducale), 779. - 221 — 431. 1357-1359. Cm. 23x30; cc. 48 n.n.; inserti nella parte iniziale. Alla I c.: Manuale condenacionum factarum tempore discreti cap[...]1, vicarii generalis Riparie Orientis citra Petram Colicem, et receptarum per me Iacobum dictum Mignotum de Calvari, massarium comunis Clavari, in parte ut in C...]2 continetur. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice della massaria delle condanne del comune di Chiavari. Le entrate sono costituite, oltre che dagli incassi delle condanne, anche dagli introiti derivanti dalla vendita di beni confiscati. Contiene anche le copie di alcune disposizioni di carattere economico (soprattutto mandati di pagamento) emesse dal podestà e dagli otto consiglieri del Comune chiavarese. 432. 1366. Cm. 11x30; cc. I-XXXXVIII. A c. I: mccclxvi. Manuale introytus et exitus condepnacionum factarum per dominum Franciscum de Zimignano, honorabilem potestatem Pulcifere, et s[ ta Intibus cum eo scribis Nicolao de Varixio et Manuele de Clavaro notariis. Populus. Manuel de Clavaro notarius et Nicolaus de Varisio notarius. E’ un mastro di entrate e uscite della massaria delle condanne della podesteria del Polcevera. E’ condotto con metodo misto. Tra le uscite la voce principale è lo stipendio del podestà. 433. 1369. Cm. 23x30; cc. I-LVI, LVIIII-LXVI; inserti in fondo. In copertina: >ï< mccclxviiii. Condempnacionum et sentenciarum. E’ un libro di condanne della podesteria del Polcevera. Terminata questa parte, contiene alcuni conti semplici, risalenti al 1372, per lavori (soprattutto per armadi) fatti nella camera Sancti Pauli, ubi officiant domini magistri rationales. Questa sezione non ha alcun legame con il vero argomento del libro: le carte finali bianche furono usate per registrarvi i conti di quelle spese minute, dopo che il registro venne depositato presso i rationales. 434. 1371. Cm. 23x30; cc. 34 n.n.; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. E’ un libro di contenuto misto relativo alla massaria del comune di Voltaggio. Si apre con i conti dei debitori vecchi e nuovi del Comune per motivi vari (condanne, imposte etc.). Prosegue con una serie di accuse concernenti privati; solo raramente è espressa la sentenza con relativa condanna. Si chiude con i conti di un gruppo di creditori del Comune. Si veda anche il n. 436. 435. 1368, 1371. Cm. 11x29; cc. I-XX, XXVI-XXXXVII; stato di conservazione cattivo a causa deH’umidità. 1 [Cm. 4,51. 2 [Cm. 2,7]. — 222 — A c. I: mccclxxi, die primo marcii. Manualle condempnacionum factarum per nobil-lem et sapientem virum dominum Baldasallem de Guirardis, honorabilem potestatem Vulturi, existentibus cum eo scribis Benedicto Asinelio notario et Michaele de Sancto Francisco notario. Il primo fascicolo risale al 1371 ed è un mastro di entrate e uscite in partita semplice della massaria delle condanne della podesteria di Voltri. Il secondo fascicolo risale al 1368 ed e un frammento di mastro di entrate e uscite in partita doppia della massaria delle condanne della podesteria del Polcevera. 436. 1371. Cm. 23x30; cc. 1 sciolta n.n., 46 n.n.; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. E un libro di contenuto misto relativo alla massaria del comune di Voltaggio e con ogni probabilità e la continuazione del n. 434. Contiene una serie di accuse volte a privati per violazioni di statuti; un elenco di somme incassate dal massaro per condanne; una serie di conti di debitori del Comune, i cui dati sono estratti da altri registri. Si chiude in data 12 novembre 1371 con una dichiarazione dei revisori dei conti a proposito della gestione del massaro. 437. 1372. Cm. 22x30; cc. 48 n.n.; inserti nel II fase. Alla le.: In nomine Domini, amen. Hic est liber sive quaternus continens accusationes, denuntiaciones, inquissitiones, conciones, relationes, comparitiones, banna, multas, forestaciones, proclamaciones et omnes et singulos processus factos et factas seu facta tempore regiminis egregii viri domini Spinecte marchionis Malaspine de Villa-francha, vallium Pulcifere silicet Bissannii et Vulturis vicarii generalis, ac sub examine domini Fulchini de Sehiciis, iudicis prefati domini vicarii, et scriptus et compositus manu mei Iohannis de Mulacio Lunisane, imperiali auctoritate iudex ordinarius notariusque ac scriba ipsius domini vicarii, per ipsumque ad dictos processus et ceteros alios actus specialiter deputatus, sub anno Domini millesimo trecentessimo septuagesimo duo, indictione decima, diebus et mensibus infrascriptis. E’ un libro di condanne estremamente dettagliato. E’ l'unica volta che troviamo documentato un vicario per le tre valli. 438. 1372. Cm. 11x31; cc. I-XXXXVIII. A c. I: mccclxxii, die primo marcii. Cartularium introytus et exitus condempnacionum fiendarum per sapientem et discretum virum dominum Damianum Osber-gerium, potestatem potestacie Bissanis, compositum per Quilicum de Naa notarium,, scribam dicte curie. Quilicus de Naa notarius. mccclxxii, die xi augusti. Dominus Guillelmus Carena, potestas Bissanis loco supra-dicti domini Damiani qui decessit, incepit dictum officium exercere hodierna die. E’ un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, della massaria delle condanne della podesteria del Bisagno. - 223 - 439. 1374-1375. Cm. 14x41; cc. I-XXXXVI (da c. XXI è bianco). A c. I: mccclxxiiii et lxxv. In nomine domini nostri Iesu Christi, amen. Vachetina condempnationum et forestacionum factarum per me Lodisium de Montenigro notarium, potestatem Bisanny. E’ un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, della massaria delle condanne della podesteria del Bisagno. 440. 1375. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII, fase, aggiunto cc. XXV-XXXXVII (è in gran parte bianco). A c. I: mccclxxv. Manuale introytus et exitus Michaelis Bonaventure notarii, potestatis Valis Pulciffere. E’ un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, della massaria delle condanne della podesteria del Polcevera. Il fascicolo aggiunto risale al 1392, appartiene ai vicedogi e contiene l’evidenza di materiale bellico consegnato ad alcuni cone-stabili alle dipendenze del Comune. Contiene anche un frammento di contabilità, per quello che si può vedere impostata a partita doppia. 441. 1379. Cm. 11x30; cc. I-LXXXXII. A c. I: >i« mccclxxviiii, die xxvm marcii. Manuale condenpnacionum fattarum tempore regiminis nobilis viri domini Oberti Maroceli, honorabilis potestatis Bissanny, per ipsum dominum potestatem de infrascriptis quantitatibus peccunie. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice della massaria delle condanne della podesteria del Bisagno. 442. 1385. Cm. 22x31; cc. 84 n.n. (molte bianche intervallate); inserti alla terzultima c. Alla II c.: In nomine Domini, amen. Hec sunt comdempnationes peccuniarie et sen-tentie condempnationum pecuniariarum latte, datte et in hiis scriptis sententialiter promulgate et sententiate per providum et discretum virum dominum Nichollaum de Zolascho, honorabillem potestatem potestatie Pulciffere, prò magniffico et excelso domino domino Anthonioto Adurno, Dei gratia Ianuensi duce et populi deffensore, in hoc presenti et publico parlamento, voce preconis sive nunti more solito congregato, contra infrascriptos. E’ un libro di condanne della podesteria del Polcevera. 443. 1387. Cm. 22x28; cc. I-LXV, altre n.n. bianche. A c. I: >i< mccclxxxvii, die ***. Cartularium condennacionum peccuniariarum factarum et latarum per nobilem virum dominum Danielem Salvaygum, honorabilem potestatem potestatie Bisannis, pro illustri et magnifico domino domino Antonioto — 224 — Adurno, Dei gratia Ianuensi duce et cetera, scriptarum et publicatarum manu mei notarii infrascripti, scribe ipsius domini potestatis. Potestas Bisannis. Conradus Fatinanti notarius. E’ un libro di condanne della podesteria del Bisagno. 444. 1388. Cm. 22x30; cc. 72 n.n., fase, aggiunto cc. LXXXXVIII-CXVIIII. Alla I c.: mccclxxxviii, die ***. Cartularium condempnationum, forestationum, accusationum et inquisicionum tam iniuriarum quam campestrium lattarum et data-rum per prudentem virum dominum Antonium Caselam, honorabilem potestatem Bis-sannis, de processibus ventilatis et examinatis, sub examine dicti domini potestatis tempore eiusdem regiminis, existentibus cum eo scribis dicte curie Donato de Cla-varo et Iohanne Iacobi de Montaldo notariis. Populus. E un libro di condanne della podesteria del Bisagno. Il fase, aggiunto è un frammento di libro analogo, ma non porta data. 445. 1388. Cm. 12x30; cc. I-XX, 10 n.n.; copertina mancante. A c. II: mccclxxxviii, die prima marcii. Manuale introytu(s) potestatis Bissannis, et potestas Anthonius Cassela. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice della massaria delle condanne della podesteria del Bisagno. 446. 1399-1400. Cm. 15x39; cc. I-XV, 2 n.n. bianche; copertina in pelle di recupero ritagliata e incollata di recente. A c. I: Notularium Brancaleonis Vivaldi. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia del vicariato della Riviera di Ponente: vi predomina l’elemento militare, in particolare per le paghe di armati. 447. 1403. Cm. 22x30; cc. I-XII (bianche), I-VII, 43 n.n.; inserti all’inizio e nel II fase. A c. I: <ì< mcccciii, die prima marcii. Cartularium acuçacionum tempore regiminis nobilis viri domini Nicolai Ususmaris, honorabilis potestatis Pulcifiere, existentibus scribis cum eo Anthonio de Fontanegio quondam Iohannis et Bartholomeo de Canicia, notariis. E’ un libro di accuse e di interrogatori della podesteria del Polcevera; non vi sono ancora le sentenze. - 225 - 15 38. Condemnationes extraordinariae. Le condanne straordinarie colpiscono in gran parte infrazioni connesse con la regolamentazione del gioco d’azzardo o con norme di sicurezza in Città, come l’obbligo di girare con un lume nelle ore notturne o il divieto di portare armi. In pochi casi compaiono trasgressioni annonarie (nel n. 448, che è il libro più particolareggiato). Le violazioni sono contestate subito da funzionari minori della curia del podestà (i milites, che possono eventualmente dipendere anche dal doge) e punite con una ammenda o multa. I libri di condanne straordinarie sono pochi e forse il motivo va ricercato nel fatto che la materia può non essere registrata a parte, ma confluire genericamente nella massaria delle condanne del Comune: tale è in realtà la destinazione del denaro in entrata registrato in questi libri; unica eccezione è ciò che avviene nel n. 448, i cui introiti trovano un impiego diretto. I nn. 451-452 registrano le condanne straordinarie assieme ad altre non cosi qualificate. Essi hanno anche una fisionomia a sé in tutto l’insieme giudiziario: sono libri di contenuto misto, di quel tipo diversorum che è usato da alcune magistrature, e che in origine era molto più diffuso di quanto ciò che è rimasto può far supporre. L’ultimo pezzo del gruppo è un unicum, in quanto comprende sanzioni comminate dal bargello, personaggio assai raramente presente nelle fonti genovesi. 448. 1369. Cm. 15x41; cc. I-LXXXVI; inserti all’inizio, alla c. XVIII. A c. I: mccclxviiii, die prima marcii. Manuale condempnationum extraordinariarum factarum per nobilem et potentem virum dominum Dyllanum de Panciati( ci )s de Pistorio militem, honorabilem potestatem et capitaneum civitatis Ianue et districtus, ex arbitrio ipsius, quarum est massarius et collector Leonardus de Oliva civis Ianue, scriptum per me Gabrielem Beffignanum, notarium et scribam eiusdem. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice della massaria delle condanne straordinarie del Comune. Le uscite sono sostanziose e riguardano diversi lavori edilizi, in particolare al palazzo del capitano. Il libro si chiude con una distinta dei funzionari della curia podestarile che hanno ricevuto quaderni cartacei per l’amministrazione. 449. 1370. Cm. 15x41; cc. I-LXXII (da c. XIIII a c. XXXXVIII e da c. LII alla fine è bianco; mancano alcune cc. finali). A c. I: mccclxx, de mense marcii. Manuale condennacionum extraordinariarum factarum tempore ducatus magnifici et potentis viri domini domini Dominici de Campo- - 226 — fregoso, Dei gratia Ianuensis ducis et cetera, existente massario Francisco Grillo et scriba dicti offìcii Lodisio de Montenigro notario. E un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, della massaria delle condanne straordinarie. Una parte dei conti delle uscite manca; ad ogni modo, esse consistono essenzialmente nel trapasso del denaro al cartolare magnum condempnacionum. 450. 1370. Cm. 15x41; cc. I-XXXII, altre n.n. bianche (da c. XVI è bianco). A c. I. mccclxx, die xx augusti. Manuale condempnacionum extraordinatarum factarum in tempore magnifici domini domini Dominici de Campofregosso, ducis Ianue et cetera. E un mastro di entrate e uscite in partita semplice della massaria delle condanne straordinarie. Il materiale è scarso. 451. 1373. Cm. 15x41; cc. 1 n.n., I-LXXXXV; inserti alla c. XXXXVIIII. In copertina: mccclxxiii. E un libro di contenuto misto, appartenente alla massaria delle condanne. Due serie di conti intestati a condannati (di cui una per condanne straordinarie) si alternano a registrazioni di fatti diversi, come impegni di alcune persone a non allontanarsi da Genova, disposizioni del massaro, apodixie inviate ai sovrastanti della Malapaga etc. 452. 1375. Cm. 15x41; cc. I-LXX. In copertina: mccclxxv. E’ simile al n. 451; tra le cose diverse vi è la registrazione della vendita all’incanto di una schiava appartenente a un debitore defunto, vendita effettuata per saldare il debito. 453. 1378. Cm. 15x41; cc. I-XXIIII, XXXXVIII-LXXII (da c. XXXXVIIII è bianco); manca anche un fase, finale, che è conservato sotto il n. 454. A c. I: mccclxx vin. Manuale introytus condanacionum factarum per dominis milli-tibus domini potestatis, exitus per dominum Thedixium Quartexanum, masarium condanacionum. Contiene una lunga rubrica alfabetica di nomi con rimando alle carte di un libro che non è né questo né il n. 454. Unico legame con il n. 454, a parte l’intitolazione che è calzante, è l’indicazione di due conti in esso contenuti, scritta a c. I a titolo di rubrica. 454. 1378. Cm. 15x41; cc. LXXIII-LXXXXVI (molte cc. bianche); inserti in fondo; copertina mancante sostituita da un foglio di carta; è il fase, finale mancante del n. 453. - 227 - E’ un mastro di entrate e uscite condotto con metodo misto per le condanne inflitte dai milites del podestà. Al termine comprende poche registrazioni relative a persone trattenute in carcere. 455. 1379. Cm. 15x41; cc. L-LXVI. A c. I: mccclxxviiii, die xxvi augusti. In isto quaterno sive libro continetur omnis quantitas peccunie et omnes qui fuerunt condempnati et omnes expense facte et recepte per dominum Petrum Maciam, massarium tempore quo dominus Benedictus stetit extra, scriptum per me Lazarum de Bozolo. E’ un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo mi'sto, della massaria delle condanne probabilmente del Comune. Contempla il breve periodo di gestione del massaro supplente, comprensivo di una parte di agosto e di settembre. 456. 1382. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII; inserti nella plica della copertina posteriore. In copertina: mccclxxxii. Manuale condempnacionum olim barixelli et cetera. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice. Il suo contenuto è legato alla figura del bargello a duplice titolo: sia perché i proventi si riferiscono alle condanne inflitte da costui, sia perché le spese includono le riparazioni eseguite nella sua residenza. Alla contabilità generale seguono alcune sparse annotazioni, relative anche al 1383. 39. Superstantes Malepagae. In questi libri i sovrastanti tengono gli elenchi degli incarcerati nella Malapaga e dei rilasciati, in modo da avere il quadro della situazione dei detenuti. Per ogni uomo sono indicati la data di ingresso, il nome, la magistratura che ha emesso la sentenza, il nome dell’accusatore che richiede l’incarceramento, gli estremi âeWapodixia che ha accompagnato il carcerando e molto spesso l’importo del debito intorno a cui è articolata la causa. Se si determina il rilascio, anche questo fatto è documentato con data, ordine di una magistratura, eventuale consenso dell’accusatore o pagamento da parte del debitore; può anche comparire, ma non molto spesso, l’indicazione dell’importo oggetto di contrasto. In molti casi si nota la tendenza, non sempre compiuta, a disporre le registrazioni in ordine alfabetico. Sono frequenti molti nomi di grandi famiglie. Tale è l’ossatura di base, comune a tutti questi libri, per cui non è data la descrizione dei singoli pezzi. Possono però esservi anche altre re- — 228 — gistrazioni. Una delle più comuni è quella che va sotto la voce panem\ in questo caso è riportato il nome di coloro che hanno corrisposto importi in denaro per il mantenimento di alcuni detenuti, espressamente indicati. Possono anche comparire brevi annotazioni contabili, connesse con l’andamento deH’ufficio, e copie di garanzie prestate o di impegni presi da terzi. In genere il periodo cronologico coperto da ogni registro coincide con 1 indicazione data dallo scriba, che è quella dell’anno di gestione, con inizio a marzo. Gli sconfinamenti sono però inevitabili, prima di tutto perché i sovrastanti riportano gli estremi dei carcerati che hanno ereditato dalla gestione precedente, e poi perché sovente sono registrate scarcerazioni avvenute dopo la chiusura dell’anno amministrativo cui si riferisce il libro. Può essere unito a questo gruppo un frammento del n. 286. 457. 1385-1387, 1403, 1404. Cm. 23x31; cc. LXXXXVIII-CXVIIII, 16 n.n., LXXVI-LXXXXIII, IIII-XVIIII, 6 n.n., XXVI-XXXXV; copertina mancante sostituita da un foglio di carta; miscellanea di frammenti provenienti da registri diversi ma affini per contenuto. 458. 1386. Cm. 23x31; cc. I-LXXII, CXXI-CXXXXIIII (manca un fase, finale). A c. I: >Ï< mccclxxxvi, die xvn marcii. Contiene la dettagliata evidenza dei carcerati descritta nella presentazione. Inoltre, in alcuni casi di rilascio, vi è un rimando ad un conto intestato a Gentile de Camilla, scritto nelle carte mancanti. In realtà il fascicolo perso si trova sotto il n. 459, che integra cosi il presente registro. Tale conto è impostato a due sezioni e si risolve in un elenco di rilasciati, per ciascuno dei quali vengono indicati, nel debet, un importo in denaro (per lo più fisso) e il rimando alla registrazione dettagliata nella prima parte del libro. Il recepimus funziona solo per il saldo a nuovo degli importi registrati nel debet. 459. 1386-1387. Cm. 23x31; cc. CXXXXVIII-CLXIIII, 4 con l’angolo cartulato mancante, fase, aggiunto cc. 4 n.n.; copertina mancante. Si veda quanto detto al n. 458. Il fase, aggiunto, scritto molto parzialmente, contiene una contabilità datata 1375-1376, di difficile identificazione data la scarsità delle registrazioni. 460. 1389. Cm. 22x30; cc. I-LXXII; inserti in fondo. A c. I: 4« In Christi nomine, mccclxxxviiii, die x iunii. Cartularium Valarani de Auria et Anthonii de Montelego, superstancium carceris Malpage et cetera. 461. 1396. Cm. 22x 30; cc. 96 n.n. In copertina: >£ mccclxxxxvi. Superstantium Malpaghe. - 229 - 462. 1403. Cm. 23 x 30; cc. I-C, altre n.n. bianche, 24 n.n. scritte. A c. I: Cartularium officii carcerum Malpaghe Nicolay de Pastino de Bavaro, anni de mcccciii. Contiene anche la registrazione panem. 463. 1407. Cm. 15x41; cc. I-LII, 92 n.n.; inserti nel penultimo fase., in fondo. In copertina: mccccvii. Superstantum Malpaghe. Contiene anche la registrazione panem e poche altre relative al personale dell’ufficio. 464. 1409. Cm. 15x41; cc. I-XXX, 90 n.n. In copertina: >ï« mccccviiii. Superstantium Malpaghe. Contiene anche la registrazione panem. 465. 1410. Cm. 15x41; cc. 48 n.n, altre n.n. bianche (con l’eccezione di 3 al termine). In copertina: >ï« mccccx. Superstancium Malpage. Contiene anche alcune annotazioni probabilmente di cauzioni o di saldi di debiti. 466. 1411. Cm. 15x41; cc. I-LXVII1I. 467. 1414. Cm. 23 x 30; cc. I-XX, 4 n.n, altre n.n. bianche. In copertina: mcccc[x]iiii. 468. 1415. Cm. 21 x 29; cc. 44 n.n, altre nn. bianche; inserti nel II fase. Alla I c.: Ψ mccccxv, die xm aprillis incepi officiare. Superstantium Malpage. 469. 1416. Cm. 15x41; cc. 55 n.n, altre n.n. bianche, 5 n.n.; inserti in fondo. In copertina: mccccxvi. Superstantum Malpaghe. Contiene anche, all’inizio e alla fine, poche annotazioni contabili e alcune fideiussioni. 470. 1417. Cm. 15 x 40; cc. I-LXXX, altre n.n. bianche (con l’eccezione di alcune annotazioni in fondo). In copertina: mccccxvii. Superstantium Malapage. Contiene anche alcune annotazioni probabilmente relative a depositi cauzionali. 471. 1419. Cm. 15x41; cc. 72 n.n, altre n.n. bianche. In copertina: mccccxviiii. Superstantium carcerum Malpage. — 230 — 472. 1420. Cm. 14x41; cc. 1 n.n., I-LXXI; inserti alla c. XXI. In copertina: >ï< mccccxx. Superstantum Malpage. 473. 1421, fase, aggiunto 1423. Cm. 14x41, fase, aggiunto cm. 11x30; cc. I-CXXXXIII, fase, aggiunto cc. 1 n.n., I-VIII, 1 n.n. bianca; inserti alla c. CXXXVIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Alla I c. del fase, aggiunto: Condempnaciones factas per dominum Guidinum de Marano, vicarium ducalem domini gubernatoris Ianuensis et cetera, exate per Ieroni-mum de Albario, massarium condempnacionum et cetera. Il libro è caratteristico del gruppo, secondo la descrizione data, mentre il fascicolo aggiunto è un piccolo mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, della massaria delle condanne inflitte dal vicario ducale. 474. 1422. Cm. 15x41; cc. 1 n.n., I-XXXXVII, altre n.n. bianche; inserti in fondo. In copertina: mccccxxii. Superstantum Malepage. 40. Depositorum officii introitus et exitus. I libri raccolti sotto questa dicitura non possono essere omogenei, in quanto riflettono la fluidità (e anche l’inesistenza) delPufficio come tale. Sarebbe più giusto intestare il gruppo ai consoli della ragione, con la riserva che alcuni libri non solo risalgono all’ufficio dei sindacatori come autorità di controllo e di promanazione del libro stesso, ma possono addirittura concernere la loro amministrazione medesima. I primi due registri sono intestati a\Yofficium depositorum, retto dai consoli della ragione: in sostanza, la gestione finanziaria della curia della ragione è l’oggetto principale delle scritture. I registri immediatamente successivi seguono tale indirizzo, senza più intitolarsi all’ufficio dei depositi, bensì alla curia stessa; si intuisce però una connessione — nel controllo amministrativo — con i sindacatori, che appaiono in primo piano a partire dal n. 481. In questa e nelle unità immediatamente seguenti è registrata, in linea generale, una doppia amministrazione: quella dei sindacatori e quella dei consoli della ragione. Questi pezzi (dal 481 al 491) sono i più ricchi del gruppo. Dal n. 492 il fuoco si sposta nuovamente sui consoli della ragione. Dapprima i libri sono ancora redatti dall’ufficio dei sindacatori; in un secondo tempo sembrano curati direttamente dalla curia della ragione, - 231 - o almeno concernono direttamente la sua amministrazione senza lasciar più trapelare legami con i sindacatori (fatta eccezione per l’uso, di per sé non determinante, di riscuotere una parte degli stipendi presso il banco dei sindacatori). Tutti i registri sono mastri di entrate e uscite. Il nerbo delle entrate è costituito dagli incassi dei depositi. Varia il tipo di causa per cui vengono incamerate le cauzioni. L’ufficio dei depositi raccoglie quelle per le cause vertenti davanti ai consoli della ragione e per alcune azioni condotte nella curia podestarile; ben presto però si ha una differenziazione: la gestione della ragione incassa i depositi per cause svolte nella propria curia, mentre fanno parte degli introiti dei sindacatori quelli per le usuali dause podestarili e anche per le azioni in atto davanti ai conservatori e ai vicedogi. Per ogni causa vengono indicati il nome dell’attore, quello del convenuto, il tipo di azione ed il suo valore, la cifra del deposito. Non è raro trovare, a fianco delle registrazioni per cause spettanti alla ragione, le lettere E e P: stanno per execucìo e peticio, indicano cioè i due tipi di azione su cui hanno competenza i consoli. Tra le entrate dei sindacatori sono compresi i gettiti delle condanne inflitte dalPuffìcio; lo stesso può avvenire per la curia della ragione con le proprie condanne, ma il fatto non è sistematico: forse vi si ricorre solo nei casi in cui i depositi non siano sufficienti a coprire le spese. Le uscite sono limitate. Concernono le spese di gestione (salari e minute spese ridotte all’osso) della curia della ragione; dello stesso tipo, e naturalmente concernenti le proprie necessità, sono gli esborsi dei sindacatori. Anche la struttura contabile non è omogenea. Sino a quando i sindacatori hanno in mano l’amministrazione, si può trovare la partita semplice; quella doppia è rara; a volte si segue il metodo misto. La curia della ragione, a partire dal n. 494, usa la partita semplice. La confluenza di più uffici si riflette anche nella data d’inizio dell’anno amministrativo. La maggior parte dei libri comincia a marzo. Si nota, però, anche il sistema d’inizio dell’ufficio dei sindacatori, che è a settembre-ottobre. Al solito, indichiamo in testa alla scheda l’anno in cui comincia la gestione; indichiamo eccezionalmente anche il mese (quando non figura neH’intitolazione dello scriba) per quei libri che cominciano in periodo diverso da quello usuale primaverile. Per una maggior completezza, si possono vedere anche i mastri raccolti sotto il nome dell’ufficio dei sindacatori, cioè i nn. 173-185. — 232 — 475. 1359. Cm. 30x41; cc. I-CLXXXXIII (da c. LVII a c. CVIIII è bianco); legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: MCCCLvnn, die ili septembris. Cartularium introytus et exitus officii depositorum anni presentis, incepti millesimo et die supradictis, exigente consule et colec-tore Iacobo de Fichu, nec non scriba cum eo Francisco de Canicia notario, electo per magnificum et excelsum dominum dominum ducem, Dei gratia et populi defiensorem, scriptum ad honorem Dei, beate virginis Marie et tocius curie celestris, amen. Francischus de Canicia notarius. Existentibus consulibus domino Bartholomeo de Facio, domino Iohanne Cartario, domino Nicolao de Nayrono; scribe dictorum consulum Cresio de Arata notario, Anthonio de Guascho notario et Colunbano de Crovaria notario. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice. I depositi concernono essenzialmente le curie della ragione e del podestà, mentre le spese si riferiscono soltanto alla curia della ragione. 476. 1360. Cm. 30x41; cc. 1 n.n., I-CXVIIII (da c. XXXXVI è bianco); inserti alle cc. XXI, XXXXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. Alla I c.: mccclx, die in octubris. Cartularium introytus et exitus officii depossi-torum anni presentis, incepti millesimo et die supradictis, existente consulle et colec-tore Iacobo de Fieu, nec nom scriba cum eo Francisco de Canicia notario, electo per magnificum et excelsum dominum dominum ducem, Dei gratia et populi deffensso-rem, factum ad honorem Dei et beate virginis Marie et tocius curie celestris, amen. Populus. Franciscus de Canicia notarius. Existentibus consulibus: dominus Franciscus de Bonacrida, dominus Enricus Tari-gus, dominus Anthonius de Dondedeo; existentibus scribis dictorum dominorum consulum: Manuel de Bandino notarius, Dominichus Tarigus notarius, Iacobus Mazurus notarius. E’ simile, per il contenuto e per la forma, al n. 475, del quale costituisce la continuazione e, in parte, l’integrazione. 477. 1361. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI, CXXXXV-CLXX, CLXXXXI-CLXXXXII; inserti alle cc. XXII, CLXX. In copertina: mccclxii. Consulles racionis. E’ un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, appartenente alla curia della ragione. Ingloba i dati contenuti nel n. 477 a. Si riferisce al periodo dal luglio 1361 al settembre 1362. 477 a. 1361. Cm. 15x41; cc. 68 n.n. (manca un fase, originariamente collocato tra gli attuali II e III); inserti in fondo. In copertina: mccclxi. Columbani de Corvaria notarii. Deposita. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice appartenente a Colombano de Corvaria, uno dei collettori dei depositi per la curia della ragione. E’ preparatorio, per - 233 - la parte curata da Colombano, del n. 477. E’ relativo al periodo dal luglio 1361 al luglio 1362. 478. 1362. Cm. 15x41; cc. 24 n.n. (mancano molte cc. finali). Alla I c.: mccclxii, indicione xmi secundum cursum Ianuensem. Ad honorem Dei et beate Marie semper virginis, beatorum appostolorum Petri et Pauli ac tocius curie celestis, amen. Cartularium deppoxitorum mei Francisci Maraboti de Clavaro notarii, coligente et acipiente Amgelo de Fossatello, massario dictorum cunsulum. Probabilmente è il frammento di un mastro. La parte rimasta contiene la registrazione cronologica dei depositi incassati per cause vertenti davanti ai consoli della ragione. E’ relativo al periodo dal settembre 1362 all’aprile successivo. 479. 1362. Cm. 15 x 40; cc. I-XXXIIII, altre n.n. bianche; inserti alle cc. VI, XXVII, XXXII; copertina posteriore in gran parte mancante. Alla I c.: mccclxii, die xii septembris. Manuale depoxitorum fatorum in curia dominorum consulum racionis, videlicet ad banchalle mei Anthonii CaEzani], notarii et scribe curie predicte. £ un mastro di entrate e uscite condotto con metodo misto. Le spese, di cui non si parla nell’intitolazione, sono sostenute per l’ufficio dei consoli della ragione. 480. 1363. Cm. 15x41; cc. I-LXXII, molte altre n.n. bianche (con l’eccezione di 5 cc. nell’ultimo fase.); inserti alle cc. X, XII, XXXXVIIII, nell’ultimo fase. In copertina: mccclxiii. A c. I.: Cartularium depositorum denariorum sex et denariorum trium, factorum in curia consulum racionis anni supradicti, scriptum per Michaelem Bonaventuram notarium. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice. Le scritture concernono esclusivamente l’amministrazione della curia della ragione, ma si nota un legame con i sindacatori, in particolare per il controllo delle spese. 481. 1363. Cm. 23x30; cc. I-CL (da c. XVII a c. XXXXI e da c. LXXXVI alla fine è bianco); inserti alle cc. V, VIII, XI, XVI, XXXI, XXXXI, LUI. A c. I: mccclxiii. Cartularium sententiarum latarum per dominos Angelum de Lo-nigro et Anthonium de Rochataliata fabrum, syndicatores comunis Ianue, et eciam depositionis unius denarii pro libra questionum vertencium coram dominis potestate, vicario et iudice et assessore domini potestatis Ianue et officialibus officii ministrarie. E’ diviso in due parti. La prima costituisce un mastro di entrate e uscite in partita semplice appartenente all’ufficio dei sindacatori. La seconda contiene una serie di sentenze molto dettagliate emesse dai sindacatori a carico di ex funzionari. Questa sezione costituisce un unicum in tutto l’Antico Comune: niente altro è rimasto di tale prezioso tipo di documentazione. - 234 - 482. 1365. Cm. 16x41; cc. I-XXXXVIII; LXXXXVII-CLXXXXII; inserti alle cc. XII, XVII, XXI, XXXX, CLXXI. A c. I: m[c]cclxv. Manuale depositorum. E’ un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, appartenente all’ufficio dei sindacatori. Comprende, come si è detto, le gestioni dell’ufficio stesso e della curia della ragione. 483. 1367. Cm. 15x41; cc. 156 n.n. (gran parte del II e del IV fase, e tutto il III sono bianchi); inserti nel II, IV, V, VI fase. Alla I c.: mccclxvii. Cartularium depositorum denariorum unius, trium et sex, qui colliguntur pro libra pro questionibus vertentibus tam coram dominis vicario et iudice et assessore domini potestatis Ianue quam coram dominis consulibus racionis, tempore dominorum syndicatorum comunis Ianue, quorum nomina sunt hec: dominus Bema-bos de Prementorio, dominus Oddinus de Cambio, dominus Lanfranchus Drizacome et dominus Thomas Ottonis notarius; existente eorum scriba Anthonio Panizario notario. E’ simile al n. 482, ma è in partita semplice. 484. 1368. Cm. 15 x 41; cc. VII-XVIII; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. Probabilmente è il frammento di un mastro. Contiene la registrazione cronologica dei depositi incassati per cause vertenti davanti ai consoli della ragione e si riferisce ai mesi di gennaio e febbraio. 485. 1369. Cm. 23x31; cc. I-CCXVI. A c. I: mccclxviiii, de prima marcii. Cartularium introytus et exitus depositorum questionum vertencium coram consulibus racionis civitatis Ianue, conservatoribus nec non denarii pro libra questionum vertencium coram domino potestate Ianue et sua curia. E’ simile al n. 482, ma è in partita doppia. 486. 1371. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. VI, LIIII, LXXXII, LXXXXII, LXXXXIIII. A c. I: mccclxxi. Manuale depositorum denariorum sex et t[riulm pro [libr]a questionum vertencium et execucionum postulatarum in curia dominorum consulum rationis, subsequenter denariorum trium et sex pro libra questionum vertentium coram officio ministrorum et edam quantitatum peccuniarum habitarum et receptarum per officium syndicatorum tam condempnacionum factarum per dictum officium quam denarii pro libra questionum vertencium in curiis dominorum vicarii et iudicis et assessoris domini potestatis Ianue, et eciam expensarum factarum occasione dicti officii et curie consulum racionis. E’ simile al n. 482. - 235 - 487. 1374. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. III-XIII, XVIIII, XX, XXIIII, XXVIIII, L-LII, LIIII, LXXXXIII, LXXXXV. A c. I: MCCCLXXiiir. Manuale introytus depositorum denariorum consulum rationis et denarii pro libra et condemnationum receptarum factarum per officium dominorum syndicatorum comunis Ianue et eciam exitus dictorum introytuum. E’ simile al n. 482, ma è in partita semplice. 488. 1375. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVII; inserti alle cc. XI, XII, XVI LXXXVI, LXXXXVII. A c. I: mccclxxv. Cartularium sive manuale introytus et exitus depositorum denariorum consulum racionis et denarii pro libra et condennacionum receptarum factarum per officium dominorum syndicatorum comunis Ianue. E’ simile al n. 482, ma è in partita semplice. 489. 1376. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. LI, LVIIII, LXXXXIII LXXXXVI. A c. I: mccclxxvi. Manuale introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis Ianue et depositorum curie consulum racionis. E’ simile al n. 482. 490. 1377. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. XXXI, LVII, LXVI, LXXXII, LXXXX, LXXXXII, LXXXXVI. A c. I: mccclxxvii. Manuale introytus et exitus officii dominorum syndicatorum comunis Ianue et depositorum curie consulum racionis. A c. I: mccclxxviiii, die x * * *. Introytus et exitus officii dominorum sindicatorum comunis Ianue. E’ simile al η. 482, ma è in partita semplice. 491. 1379. Cm. 15x41; cc. I-C; inserti alla c. LXXXXVIII. A c. I: mccclxxviiii, die x * * *. Introytus et exitus officii dominorum sindicatorum civitatis Ianue, scriptus per me Lazarum de Bozolo quondam Guillelmi. E’ simile al n. 482. Il libro è preparatorio del n. 173 per ciò che si riferisce alFammi-nistrazione dell’ufficio dei sindacatori: in questo ambito presenta, rispetto al n. 173, una stesura incompleta (mancano le scritture più tarde), mentre il n. 173 non contiene la gestione della curia della ragione. Il registro ha inizio a ottobre 1379 per ciò che riguarda l’ufficio dei sindacatori, mentre le scritture concernenti la curia della ragione sono relative al solo semestre marzo-settembre 1380. 492. 1380. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII (manca la parte finale); inserti alla c. XXXII. - 236 - A c. I: * mccclxxx. Cartularium depositorum denariorum trium pro libra peticio-num et denarii unius et dimidii execucionum curie dominorum consulum racionis civitatis Ianue et distretus ac expensarum pro dicto officio factarum et cetera. E’ un frammento di mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, relativo alla curia dei consoli della ragione. La parte mancante era quella delle uscite. La gestione ha inizio ad ottobre. 493. 1384-1385. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVIII; inserti alle cc. XX, XXIII, LXII, LXXXVIII, LXXXXII, LXXXXIII, in fondo. In copertina: mccclxxxiiii. Depositorum consulum rationis. E’ diviso in due parti. La prima, da ottobre 1384 ai primi di marzo 1385, contiene la registrazione cronologica dei depositi incassati dal massaro dei sindacatori per cause vertenti davanti ai consoli della ragione. Si conclude con una nota relativa al rendiconto presentato dal cassiere ai magistri rationales. La seconda parte, separata da alcune carte bianche, è un mastro di entrate e uscite in partita semplice relativo alla curia dei consoli della ragione. I depositi sono sempre incassati dal massaro dei sindacatori. L’anno di gestione ha inizio a marzo 1385. 494. 1386. Cm. 14x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. XXVII, LXXV. A c. I: mccclxxx vi, die prima marcii. Deposita trium consulum racionis que interius sunt plenius descripta, silicet denariorum trium pro libra qualibet peticionum et denarii unius et dimidii pro libra eciam qualibet execucionum et debent ut infra. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice relativo alla curia dei consoli della ragione. La parte dedicata alle uscite è un poco più dettagliata e articolata di quanto non avvenisse nel n. 493. 495. 1388. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII (manca almeno un fase, finale); inserti alle cc. XXVI, XXXXVI, XXXXVIII. A c. I: mccclxxxviii. Manuale introytus depositorum curie consulum racionis denariorum trium et denarii unius cum dimidio pro libra et exitorum. E’ simile al n. 494. 496. 1392. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVII; inserti alla c. XXXVI. A c. I: mccclxxxxii. Manuale introytus et exitus depositorum curie dominorum consulum racionis, quorum consulum nomina sunt hec: dominus Centurionus de Castro, dominus Franciscus de Clavicha et dominus Manuel Squarzaficus; nomina scribarum sunt hec: Baldasal Lodixius Conte, Bartholomeus de Canicia, Nicolaus de Clavaro, notarii. E’ simile al n. 494. 1 Segue parola di incerta lettura. - 237 - 497. 1393. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. Vili, XXXVII. A c. I: Manuale depositorum anni predicti curie consulum racionis. E’ simile al n. 494. 498. 1394. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVI; inserti alle cc. IIII, VIIII, XI, XXIIII, XXXVI, XXXVII, XXXVIII, XXXVIIII. A c. I: mccclxxxxiiii, die prima marcii. Manuale depositorum curie consulum racionis, qui hodie inceperunt eorum officium exercere et quorum consulum racionis nomina sunt hec, videlicet Centurionus de Castro, Iacobus Cacherius et Georgius Pi-camillium. E’ simile al n. 494. 499. 1395. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. XIII, XVIIII, XXX, XXXVII. A c. I: >ï« mccclxxxxv, die prima maii. Manuale depositorum curie dominorum consulum rationis anni predicti, nomina quorum sunt hec: dominus Grifedus Spinula de Santo Lucha, dominus Iohannes de Musso et dominus Luchinus de Recallo; nomina eorum scribarum, videlicet Baldasal Conradi notarius, Donatus de Clavaro, Petrus Symonis de Rappalo notarius et Benedictus Berroblancho notarius. E’ simile al n. 494. 500. 1397. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. XXXVIII, XXXXIII, XXXXIIII, XXXXVII. A c. I: >ï< mccclxxxxvii, die vi iumi. >i< Manuale depositorum curie consulum rationis, quorum nomina sunt hec: Melianus Ventus, Iohannes de Monella quondam Michaelis et Iohannes de Sarzana notarius; nomina scribarum sunt hec: Anthonius de Lazarino notarius, Petrus Vegius notarius, Iacobus de Paxano notarius et Iacobus de Morazana notarius. E’ simile al n. 494. 501. 1398. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. VI, VII, X, XII, XXXVII, XXXVIIII. A c. I: >ï< mccclxxxxviii, die prima marcii. Manuale depositorum denariorum trium petitionum, denarii unius cum dimidio execucionum curie consulum rationis, quorum nomina sunt hec: dominus Thobias Castanea, dominus Lazarinus de Erzenis notarius, dominus Manuel Squarzaficus; nomina scribarum dicte curie: Anthonius de Fontanegio notarius, Bartholomeus Sacherius notarius, Thadeus de Terpis notarius et Bartholomeus de Canicia notarius. E’ simile al n. 494. - 238 - 502. 1400. Cm. 14x41; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. Vili, XXXVII, XXXX, XXXXI, in fondo. A c. I: >ï< mcccc. Manuale introytus et exitus depositorum curie consulum rationis anni presentis, nomina quorum consulum sunt hec: Thomas de Rochataliata faber, Amicetus Grillus et Melianus Cataneus. Nota quod loco dicti domini Thome fuit subrogatus Raffus de Camulio faber, die xxiii incepit exercere officium suum. Nomina vero scribarum sunt hec, videlicet Laza[rin]us de Erzenis notarius, Iohan-nes de Strata notarius, Bartholomeus de Matheo notarius et Iohannes de Vezema notarius. E’ simile al n. 494. 503. 1403. Cm. 15 x 41; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. XV, XXXVII, XXXVIII. A c. I: * Mccccin, die prima marcii. Manuale introytus et exitus depositorum curie dominorum consulum racionis, nomina quorum sunt hec: dominus Batistus de Gri-maldis, dominus Constantinus de Axereto et dominus Martinus de Valle. Nota quod loco dicti Constantini fuit subrogatus Andreas de Petrarubea, die prima vel secunda mensis septembris. Nomina vero scribarum ipsorum: Lazarinus de Erzenis notarius, Ia-cobus de Andoria notarius, Petrus de Telia notarius et Nicolaus Savina notarius. E’ simile al n. 494. 504. 1404. Cm. 14x41; cc. I-XXXXVIII; stato di conservazione pessimo per guasti da umidità che rendono la lettura molto problematica; la prima e l’ultima carta mancano in gran parte. A c. I: ψ MCCCCmi, die prima marcii. Manuale introytus depositorum curie consu* lum racionis, quorum nomina sunt hec: Thomas de Nigro, Batista de Savignonis et Anthonius de Fo. E’ simile al n. 494. 505. 1405. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. XXXVII, XXXVIII. A c. I: mcccc quinto, die prima marcii. Manuale depositorum curie dominorum consulum racionis, quorum nomina sunt hec, videlicet dominus Christoforus de Premen-torio, dominus Anthonius de Viali, dominus Nicolaus Anthonius de Spinolis; nomina scribarum sunt hec: Iacobus de Marzano notarius, Iohannes de Calignano notarius, Nicolaus Savina notarius et Raffael de Cassina notarius. E’ simile al n. 494. 506. 1406. Cm. 15x41; cc. I-LXXII (da c. XVI a c. XXXXVIIII e da c. LI alla fine è bianco); inserti alla c. L. - 239 - A c. I: mcccc vi, die prima marcii. Manuale introytus et exitus depositorum curie consulum racionis anni presentis, quorum nomina sunt hec: dominus Bartholomeus Pindebom notarius, dominus Georgius Picamilium et dominus Marchio de Nigro; nomina scribarum sunt hec: Nicolaus Peleranus, Iacobus de Marchixio, Bartholomeus de Turilia et Iohannes de Labayno, notarii et scribe dominorum consulum rationis. E’ simile al n. 494. 507. 1407. Cm. 15x41; cc. 48 n.n. Alla I c.: Ψ [mccc]cvii, die prima marcii. Mtanuale introytlus et exitus depositorum consulum racionis, quorum nomina sunt hec, videlicet dominus Paulus de Grimaldis, dominus Anthonius Rebuffus et dominus Andriolus de Petrarubea; nomina scribarum: Anthonius de Fontanegio quondam Iohannis notarius, Andreas Medianote notarius, Matheus de Bargalio notarius et Iohannes de Marchixio notarius. E’ simile al n. 494. 508. 1408. Cm. 15x41; cc. 48 n.n.; inserti nel I e nel II fase, e in fondo. Alla I c.: mccccviii, die prima marcii. Manuale introytus depositorum curie consulum racionis, quorum nomina sunt hec: dominus Anthonius Ratus, dominus Iofredus Panzanus et dominus Iacobus de Paxano notarius, consules rationis; nomina scribarum: Iohannes de Calignano notarius, Anthonius de Monasterio notarius, Paulus Medicus notarius et Iohannes de Labayno notarius, scribe dicte curie. E’ simile al n. 494. 41. Duganae massaria. 509. 1393. Cm. 23x30; cc. I-LXXII; copertina anteriore in parte mancante. A c. I: >i« mccclxxxxiii, die ii februarii. Manualle massarie dugane de quo est mas-sarius Raffael de Tiba, in quo manualle continentur exspense diete massarie et symi-liter debitorum. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia limitato alla gestione dell’ufficio della dogana. Le entrate sono costituite dalle quote che gli appaltatori dei vari introiti sono tenuti a corrispondere per il mantenimento dell’ufficio stesso. 510. 1420. Cm. 22x29; cc. I-XXXXII, 6 n.n. bianche. In copertina: >i« mccccxx. Massaria dugane Bartholomei de Clavaro. E’ simile al n. 509. - 240 - 42. Duganae expensae fabricae. 511. 1572. Cm. 14x43; cc. 142 n.n. In copertina: mdlxxii. E’ un libro, redatto in volgare, nel quale il sovrastante della fabbrica della dogana, Gerolamo Compiano, registra cronologicamente il materiale che riceve e annota quando deve essere rilasciata la ricevuta. Le cifre si riferiscono per lo più ai pezzi presi in carico; solo in rarissimi casi si indica il loro valore in denaro. Le voci sono tutte barrate, evidentemente in un secondo tempo, per qualche controllo o per la compilazione di un altro libro, cui questo deve 'fornire elementi. 43. Avariae salis. 512. 1356. Cm. 23x41; cc. LXXIII, I-XXIIII, LXXXXVI (è la corrispondente della c. iniziale e sono entrambe bianche), XXV-LXXII, LXXXXVIICXX; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclvi. In nomine sancte et individue Trinitatis, scilicet Patris et Filii et Spiritus Sancti, amen, et beate Marie semper virginis et beatorum appostolorum Petri et Pauli ac beatorum Iohannis baptiste et evangeliste et omnium sanctorum et sanctarum celi et tocius curie celestis, amen. Cartularium introytus et exitus cabelle sallis Ianue anni presentis de mccclvi, in quo quidem cartulario continetur per ordinem omnem quantitatem sallis venditi in dicta cabella sallis Ianue et peccunie que de dicto salle [pro]cessit, existentibus, constitutis et ordinatis cabellotis Beltramino Merello et Belmusto Ceba e scriba Andriano Pindebem de Vernacia notario. Popullus. A(ndrianus) de Vernacia notarius. E un mastro di entrate e uscite in partita doppia non sempre perfezionata. Gli approvvigionamenti di sale sono espressi in mine; solo quando si parla di vendite vi è anche il relativo importo in denaro. Nelle uscite sono comprese le spese di gestione dei gabellotti. Due conti sono intestati ai consoli della compera del sale, gli interessi della quale erano pagati principalmente con il provento del monopolio del sale (D. Gioffré, II debito pubblico cit. pp. 43-44). 513. 1368. Manca. 44. Avariae. Il multiforme insieme Avariae presenta molti problemi, riconducibili a due quesiti essenziali. Il primo è costituito dalla spiegazione per le di- - 241 - 16 verse ripartizioni d’archivio, modellate a loro volta in parte sulle intitolazioni usate dagli scribi; il secondo consiste nell’individuare il metodo di accertamento e di registrazione della materia fiscale. Per la prima questione, ad un esame immediato si delinea subito una caratteristica: i libri non presentano tra loro le differenze sostanziali che le diverse intitolazioni lascerebbero pensare. I registri dell’avaria capitis, ad esempio, non si riferiscono affatto all’imposizione di somme uguali per i contribuenti della medesima categoria, come si verifica per gli usuali testatici, ma sono del tutto simili a quelli catalogati come capitis et posse. Anche per gli altri registri non esiste sempre corrispondenza tra l’intitolazione in pandetta e l’effettivo contenuto. A parte quelli sicuramente attribuibili alla compera avarie del 1314, che rientrano più propriamente nell’archivio « Compere e mutui »1, la distinzione tra i cartolari del gruppo Avariae non passa per le diverse serie d’archivio, ma deve essere ricostruita tenendo presente l’evoluzione della fiscalità diretta genovese. Per la maggior parte dei libri si può dire cioè che, qualunque sia la loro denominazione, i registri trecenteschi riguardano l’avaria capitis et posse, mentre quelli quattrocenteschi si riferiscono alla gabella possessionum, o alla gabella capitum, o all’avaria ordinaria (focatico), o alle loro eventuali addizioni, od ancora ai debitori morosi (restantium). Circa il secondo problema, nelle Regulae comperarum capituli si dispone che la magistratura dei visitatori, per documentare il dispendium, faccia redigere dai propri scribi otto cartolari, videlicet unum cartularium de dispendio cuiuslibet compagne-, devono seguire altri due cartolari, uno relativo all’imposta delle quattro compagne deversus burgum e uno relativo all’imposta delle quattro deversus civitatem2. In uno dei nostri libri relativo al 1357 (il n. 514) tra le spese di cancelleria è segnato l’acquisto di ben nove cartolari. Ma del materiale che ci è rimasto niente autorizza a pensare a una usuale documentazione cosi abbondante, pur tenendo conto del fatto che quello che abbiamo è polvere in rapporto a ciò che doveva essere all’inizio. In realtà l’accertamento delle sostanze doveva aver luogo saltuariamente e restare valido per lunghi periodi. Forse la norma delle Regulae e la necessità di nove cartolari documentata per il 1357 si riferiscono proprio ad anni in cui venne redatto, dopo molte operazioni preliminari, un nuovo ruolo. Esso costituiva la base, sempre oggetto di richiamo 1 D. Gioffré, Il debito pubblico cit., p. 43. 2 Leges cit., coll. 45-46, — 242 — quale pezza d’appoggio, sulla quale venivano stabilite le imposizioni annuali. Anche nelle annate ordinarie, nelle quali ci si rifaceva agli elenchi esistenti, imposizione e riscossione dell’avaria comportavano registrazioni in se stesse non particolarmente complesse, ma costituenti una lunga documentazione a causa del numero dei contribuenti. In teoria il punto di partenza era costituito da una matricola, cioè da un registro con l’elenco nominativo dei contribuenti e l’indicazione della imposta loro assegnata. Esso costituiva la falsariga per il mastro, che poteva essere tenuto in partita doppia o con metodo misto, secondo modalità diverse, di cui nelle schede si daranno le principali esemplificazioni. Il mastro, articolato in un gran numero di conti disposti alfabeticamente, offre la serie dei tassati con la relativa imposta, le rate di versamento, gli eventuali saldi ed a volte una contabilità riepilogativa generale; in alcuni casi figurano anche i conti dei banchieri tramite i quali erano riscossi i tributi. Non sempre un libro solo bastava per comprendere tutto; le riscossioni erano allora registrate in cartolari diversi, a seconda degli esattori pubblici a cui erano affidate od in base ad una classificazione topografica dei contribuenti od in relazione all’epoca degli incassi, e confluivano poi in un cartolare generale oppure direttamente nelle casse dei massari. Questo si verifica, ad esempio, per l’avaria del 1367, di cui sono rimasti ben quattro registri (nn. 522, 523, 524 e 538). Tuttavia la sopravvivenza di una documentazione molteplice per un solo anno non è cosa comune; molto più frequente è l’esistenza di un unico registro che comprende tutti i contribuenti. Quando si parla di « compere » o di « mutui », si tratta di debiti pubblici i cui interessi erano forse ricavati dal gettito dell’avaria o di prestiti forzosi a cui erano assoggettati i maggiori contribuenti di tale imposta. Gli uni e gli altri, che presentano ima fisionomia contabile caratteristica, possono essere integrati con i registri analoghi conservati in altri fondi di archivio e sicuramente nelle « Compere e mutui » ed in San Giorgio. Gruppo a sé sono i registri dei contribuenti morosi. Il metodo contabile è quello seguito per l’imposta corrente: anche per i restantes viene compilata una matricola; i mastri sono impostati in partita doppia o con metodo misto ed hanno, come è logico, continui richiami a cartolari degli anni precedenti. Una parola va spesa sullo stato di conservazione dei registri, che ci sono arrivati quasi tutti rilegati (non osiamo dire ordinati) alla fine del Seicento. Il lavoro non si può dire bene eseguito. A volte sono riuniti - 243 - fascicoli eterogenei, risalenti a libri diversi; più spesso i fascicoli di uno stesso libro sono stati disposti in disordine, qualche volta in modo che il cuore di un fascicolo ne è divenuto la parte esterna: se a tutta prima sembra che manchino delle carte, non bisogna scoraggiarsi, dato che esse possono venire dopo od essere disposte in ordine regressivo. Molto spesso è caduta la parte della contabilità generale, tanto che viene da pensare non a un caso fortuito o al solito riordinatore, ma forse a controlli effettuati su questa sezione, ai quali venissero sottoposti per maneggevolezza solo gli ultimi fascicoli, data la mole imponente di un cartolare completo. Un esempio tipico di ciò che è successo inelle varie legature è offerto dal n. 608, che raccoglie un insieme di fascicoli letteralmente avanzati, riuniti senza motivo di logica interna e sotto un’intitolazione discutibile. Parti di questi libri sono anche finite in altri fondil. Avariae: avaria capitis. 514. 1357-1359. Cm. 25x41; cc. XXV-CXX, CLX-CCV; inserti alle cc. LII, LVIIII, LXV, CVI, CLXII, CLXIII, CLXV, CLXXV, CLXXVI, CLXXVII, CLXXXVI, CLXXXX, CLXXXXVII, CLXXXXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Sono i frammenti di un mastro di entrate e uscite in partita doppia relativo all 'avaria capitis del 1357. Ai contribuenti, disposti in ordine alfabetico, sono aperti altrettanti conti analitici; il debet contiene il loro debito per l’imposta e, in molti casi, la loro partecipazione al mutuo del 1359, fondato verosimilmente sul gettito dell’avaria; nel recepimus sono indicate le somme versate ai collettori del mutuo. Tra i conti sintetici di carattere generale, sono caduti quelli intestati al tributo ed al prestito; sono invece presenti i conti aperti ai vari banchieri, alle spese sostenute occasione avarie capitis de 1357 ed al vicedoge incaricato dell’esazione. 515. 1359. Cm. 30x41; cc. XXVII-CCLXXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. E’ il frammento di un mastro di entrate e uscite relativo all 'avaria capitis del 1359. I conti analitici aperti ai contribuenti sono in ordine alfabetico e si riferiscono ai nobili ed ai popolari. Il loro debito di imposta è registrato in partita semplice ed è ricavato dalle due matricole formate per ciascuna compagna (una per i nobili e l’altra per i popolari); le altre voci del debet, invece, hanno la contropartita nei conti di carattere generale. Tra le spese vi sono quelle sostenute in avaria capitis de 1359. i D. Gioffré, Il debito pubblico cit., pp. 326 (1940/6), 327 (1942/8 e 1945/11), 328 (1947/13), 332 (1971/37). — 244 — 516. 1363. Cm. 30x41; cc. LXXXXVIII-CLXVIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. E il frammento di un mastro di entrate e uscite in partita doppia relativo all’avaria capitis del 1363 e, in qualche caso, anche del 1361. I conti analitici dei contribuenti, che si riferiscono ai nobili ed ai popolari, sono in ordine alfabetico e vanno dalla lettera L alla V; essi sono chiusi nel recepimus con l’addebitamento della contropartita nel cartulario mutui de 1360. Il libro, molto sintetico, non jsembra rivestire il carattere generale che hanno i mastri usuali (ad es. il n. 514); potrebbe riferirsi ai contribuenti che hanno compensato il proprio debito d’imposta con i proventi del mutuo del 1360. 517. 1371. Cm. 23x31; cc. I-LXXXXIII; inserti alle cc. LVI, LXIII, LXXVIII, LXXVIIII. A c. I: mccclxxi, die xvm septembris. Manuale nobilium et popularium avarie exercitus Castri Novi, ut continetur ut infra. E’ un mastro di entrate in partita doppia non sempre perfezionata relativo ad una imposta levata dal comune nel settembre 1371 a beneficio di Babilanus Bestagnus e Thomas Iustinianus, massari dell’esercito di Castelnuovo. L’imposta è dovuta anzitutto dagli alberghi e dalle conestagerie della Città, in proporzione del numero degli uomini sorteggiati per ciascun albergo o conestageria; il sorteggio, che in origine era probabilmente connesso con una leva di armati, risulta qui convertito in una somma di denaro, in ragione di 8 fiorini per ogni nobile e di 3 fiorini per ogni popolare. Inoltre l'imposta è dovuta da alcune comunità del dominio, sulla base di criteri non specificati. I conti analitici intestati ai contribuenti (alberghi, conestagerie, comunità) hanno nel debet l’ammontare del tributo assegnato e nel recepimus le somme pagate per esso. Le due serie di partite sono riepilogate rispettivamente nei conti aperti al Comune Ianue e nel conto intestato ai due massari. 518. 1372. Cm. 22x30; cc. 1 n.n., I-LXXI, LXXXXVII-CXVIIII; inserti alle cc. XXIV, XXXXIII, XXXXVI, LVIIII. In copertina, di mano seriore: 1372. Avariarum capitis. E’ un mastro di entrate in partita doppia non perfezionata relativo ad un’imposta levata dal Comune nell’ottobre 1372 a beneficio dei due massari dell’esercito di Castelnuovo. La sua struttura è simile a quella del n. 517. Per la commutazione in denaro del numero dei sorteggiati si applica il coefficiente di 2 fiorini per nobile e di 3 fiorini per popolare. In fondo al registro vi sono alcune annotazioni di spese. La caduta delle cc. LXXII-LXXXXVI non sembra aver alterato l’integrità del registro. 519. 1386. Cm. 30x41; cc. I-CCXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclxxxvi, die prima aprillis. Cartularium compere avarie de mcccxiiii scriptum et exemplatum per me notarium infrascriptum, existentibus consulibus salis - 245 - et dicte compere dominis Gaspare Muscha et Otolengo de Auria, scribis vero cum eis ad dictam comperam Anthonio Gallo et Dominico de Pagana notariis. Populus. Dominicus de Pagana notarius. E’ la matricola per il 1386 dei luogatari della Compera avarie del 1314. I participes sono elencati alfabeticamente, compagna per compagna. 520. 1427. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXXVIII (da c. CCXXIII è bianco); legatura seriore in pergamena rinforzata; dal lato posteriore, all’interno dell’attuale copertina, vi è ancora la copertina originale. A c. I: >ì» mccccxxvii, die * * *. Cartularium locorum capitum impoxitorum in χχνιι. Antonius Mainerius notarius. E’ il mastro di entrate relativo ai mutuatari del prestito forzoso istituito nel 1427 dall 'officium monete. I sottoscrittori nobili sono ripartiti per alberghi; i popolari sono disposti in ordine alfabetico. Agli uni ed agli altri sono aperti altrettanti conti analitici nel cui debet si indica, senza alcuna contropartita, la somma assegnata; nel recepimus si accreditano invece, con rimando ai conti riepilogativi finali, le somme versate, il ricavo dei luoghi venduti all’asta pubblica per non essere stati sottoscritti nei termini di legge e gli interessi trattenuti dal Comune su tale ricavo. Avariae: avaria capitis et posse. 521. 1364. Cm. 30x41; cc. I-XXIII, LXXXXVIII-CCLXXXXI; inserti alle cc. IIII, XVIII, CXXXXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: MCCCLxnii, die prima marcii. Cartularium introytus et exitus avarie capitalium 1. Sono i frammenti di un mastro di entrate e uscite in partita doppia relativo all’avaria capitis et posse del 1363. Il registro non contiene i conti analitici aperti ai singoli contribuenti, ma soltanto quelli intestati agli esattori del tributo. Manca quindi l’evidenza degli importi dovuti dai singoli tassati e le scritture indicano le somme che i banchieri privati ed i tesorieri pubblici hanno riscosso dai contribuenti. Il primo conto, intestato ail’Introitus, ha una funzione di riepilogo e contiene nel recepimus le somme via via incassate. I conti successivi, disposti in ordine alfabetico, si riferiscono ai singoli esattori, agli impiegati dell’officium avarie ed alle spese di gestione. 522. 1365-1367. Cm. 30x41; cc. 1 n.n, I-CXIX; inserti alle cc. XXVII, XXX, XXXI, LXXXXVII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Alla I c.: mccclxvii, die x iulii. Cartularium introytus et exitus annorum de mccclxv, lxvi et Lxvn avarie capitis et posse millesimis supradictis. Colector ipsius avarie est Lanfrancus de Pinu et cum eo scriba Anthonius Gallus notarius. Lanfranchus de Pinu exator. Populus. Anthonius Gallus notarius. 1 capitalium: parola di dubbia lettura. — 246 - E il frammento di un mastro di entrate e uscite relativo alle avarie capitis et posse (sive spendii) del 1365, 1366 e 1367. Salvo alcuni casi sporadici, i conti sono aperti non ai singoli contribuenti, ma agli esattori del tributo. Manca perciò l’evidenza degli importi dovuti dai singoli tassati e le scritture indicano soltanto le somme che i banchieri privati ed i tesorieri pubblici hanno riscosso dai contribuenti dal luglio-agosto 1367 in poi. Le riscossioni dell’imposta e le spese dell’ufficio sono riepilogate nei conti generali aperti ai massari del comune. I conti, disposti in ordine alfabetico, si arrestano all inizio della lettera Μ. I contribuenti si riferiscono alle otto compagne della Città ed ai due borghi. Le scritture di apertura sono in partita semplice; le successive sono in partita doppia, non sempre perfezionata. 523. 1367. Cm. 30x40; cc. I-CXXIII, CXXXXII-CXXXXIIII, CLXVIIII-CLXXXXIII; inserti alla c. LXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: Cartularium introytus et exitus avarie capitis et posse anni presentis de mccclxvii. Colector diete avarie Lanfrancus de Pinu et cum eo scriba Anthonius Gallus notarius. Populus. Anthonius Gallus notarius. (S.T.) Ego Anthonius Gallus, notarius imperiali auctoritate. E’ un mastro di entrate e uscite relativo all 'avaria capitis et posse del 1367. E’ impostato come il n. 522 e si riferisce alle riscossioni dal marzo 1367 al luglio-agosto del medesimo anno. Dal punto di vista cronologico, il libro si colloca tra il n. 524 e il n. 522. 524. 1367. Cm. 30x41; cc. I-XXVII, XXXXVII-XXXXVIIII, LXX, LXXV-LXXVII, LXXXXIIII-LXXXXVII (mancano molte cc. finali). A c. I: Cartularium massarie avarie capitis de lxvii, cuius sunt massarii domini Lorus Leardus et Anthonius de Oledo speciarius et cum eis scriba Anthonius de Canitia notarius, et in quo cartulario continentur omnes quantitates peccunie exigite per ipsos massarios in bancis et dacte et solucte massariis Comunis per ipsos Lorum Lear-dum et Anthonium de Oledo. Sono i frammenti di un mastro di entrate e uscite relativo all’avaria capitis et posse del 1367. Salvo che per la disposizione dei conti, non ordinati alfabeticamente, il libro è impostato come il n. 522. Si riferisce alle riscossioni nel febbraio 1367 e quindi precede, dal punto di vista cronologico, il n. 523. Avariae: avaria ordinaria. 525. 1355. Cm. 30x41; cc. CXXI-CXXVII, CXXXII-CXXXXIIII, CLXVIIII-CLXXXXI; inserti alla c. CLXXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Sono i frammenti di un mastro di entrate e uscite relativo all’avaria capitis et possessionum seu cotumum del 1355 (o del 1354). Per quanto si può vedere dalle carte so- - 247 - pravvissute, il libro è impostato come il n. 522; non si può escludere tuttavia che la parte caduta contenesse i conti aperti ai singoli contribuenti. 526. 1365. Cm. 30x41; cc. II-CCXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. E’ la matricola per il 1365 dei luogatari della compera avarie del 1314. I participes sono elencati alfabeticamente, compagna per compagna; per alcuni si registra anche il pagamento dei frutti. In fondo al libro vi è il testo di una deliberazione podestarile del 1366 rivolta agli amministratori della compera salis, ai quali è apodiata la compera avarie del 1314. 527. 1369. Cm. 30x41; cc. XXV-LXXII, LXXXXVII-CLXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Sono i frammenti di un mastro di entrate e uscite in partita doppia relativo all 'avaria capitis del 1369; è impostato come il n. 522. 528. 1370. Cm. 30x41; cc. I-LXXII; inserti alle cc. Ili, VI; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccclxx. Anthonius de Puteo collector. Populus. Bonifacius de Compagnono, notarius et scriba avariarum Comunis. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ il mastro di tutti i crediti del comune nel 1370 e delle successive, eventuali riscossioni in conto od a saldo. I debitori, individuati con uno spoglio sistematico dei cartolari esistenti presso 1 'officium magistrorum rationalium, sono di natura varia: castellani, impiegati pubblici, collettori di gabelle, contribuenti, etc. L’inserimento del registro in questo gruppo è dovuto ad un’interpretazione del termine avariarum in chiave fiscale, anziché nel senso di « spese » del Comune. 529. 1371. Cm. 30x41; cc. 1 n.n, I-XXXXVI; inserti alla c. XXXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. E’ il frammento di un mastro di entrate in partita semplice relativo ai contribuenti morosi dell 'avaria capitis et posse del 1370. Il registro contiene soltanto i conti analitici aperti ai singoli debitori, con l’indicazione delle imposte dovute e delle somme per esse pagate dal luglio 1371 in poi. Il riferimento della pandetta d’archivio al 1471 è sbagliato, probabilmente per uno scambio di cifre. 530. 1377. Cm. 30x41; cc. I-CLXVIII; inserti alla c. CXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: In [nomine Domini, amen. m]ccclxxvii. Cartularium compere avarie de xini anni presentis, apodiate compere salis, existentibus consfulibus] dominis [...]* 1 [Cm. 1]. — 248 — Lercario et Petro Regi et scribis cum e[is] Anthonio de [Crede]ncia et Cristoforo de Albertis, notariis publicis. Quod cartularium ego Cristoforus de Albertis predictus exemplavi et una cum dicto Anthonio coresi et habet in somma cartas centum sexa-ginta octo. E’ la matricola per il 1377 dei luogatari della compera avarie del 1314. I participes sono elencati alfabeticamente, compagna per compagna. In fondo al registro vi è il riepilogo del capitale nominale della compera (lire 27.990 s. 4 d. 6). 531. 1391. Cm. 22x30; cc. I-LXXXXV. In copertina: Ψ mccclxxxxii. E’ un mastro di entrate in partita doppia relativo all 'avaria capitis del 1391. Agli alberghi ed alle conestagerie sono aperti altrettanti conti analitici, ove sono indicati nel debet l’imposta dovuta e nel recepimus la somma pagata e l’eventuale debito residuo. Seguono i conti riepilogativi, che mettono in evidenza l’introito spettante al Comune, le riscossioni dei vari massari e le somme insolute dai popolari e dai nobili. 532. 1438. Cm. 29x40; cc. LXXXXVII-CLXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. E’ il frammento di un mastro di entrate in partita doppia non perfezionata relativo al-Yavaria del 1438. Si riferisce ai nobili e contiene soltanto i conti di carattere generale; quelli aperti ai singoli contribuenti erano nelle prime carte, ora cadute. 533. 1444. Cm. 14x41; cc. 96 n.n.; inserti nel II fase. In copertina: mccccxxxxiiii. Manuale Anthonii Maynerii. Alla I c.: Manualle avarie. La prima parte del libro è un giornale dal maggio 1444 al settembre 1445. Le motivazioni sono sporadiche e non consentono di definire in termini sicuri la natura del registro; a giudicare dalle scritture iniziali, esso sembra contenere il movimento finanziario connesso con una intestazione di luoghi fatta da San Giorgio a favore del Comune, dietro obbligazione dell’avaria e di altre imposte. L’ultimo fascicolo contiene un altro giornale del medesimo periodo; le registrazioni si riferiscono al cartolare delle paghe del 1444 e sono probabilmente collegate con la contabilità precedente. 534. 1439. Cm. 25x41; cc. I-CXXXXIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. E’ una matricola di debitori morosi dell 'avaria ordinaria. Il registro, che si riferisce a nobili ed a popolari, contiene il nominativo di ciascun debitore, l’importo dovuto al 14 marzo 1439 prò avaria de 1439 e talvolta, di mano diversa, l’annotazione successiva dell’avvenuto pagamento. Gli importi dovuti dai singoli tassati sono riepilogati in due - 249 - conti generali, uno per i nobili ed uno per i popolari. In base ad un confronto con i libri 532 e 554, il debito si riferisce in realtà all’avaria di competenza del 1438, che restava ancora da riscuotersi al 14 marzo dell’anno seguente. 535. 1461. Cm. 21x30; cc. 1 n.n, 1-46, 4 n.n.; copertina posteriore mancante. In copertina, di mano seriore: Avariarum. Publicata anno de mcccclx primo. E’ una matricola pubblicata nel 1461 e relativa ai contribuenti dell’avaria. Si riferisce soltanto ai popolari, che sono raggruppati per conestagerie; mancano quindi gli alberghi. In fondo al libro vi è un elenco di tassandi per oltre 8 lire, con l’indicazione della conestageria a cui appartengono. 536. 1478. Cm. 28x40; cc. I-CLXVIII. In copertina: mcccclxxviiii. E’ un mastro di entrate e uscite relativo a Vìavaria ordinaria del 1478 (o forse del 1479) ed alle addizioni di soldi 20 e di soldi 6.8 per lira. Si riferisce soltanto ai contribuenti nobili, raggruppati per albergo; le donne nobili soggette al focatico sono registrate a parte. Il debet dei conti aperti ai contribuenti è in partita semplice; le voci del recepimus hanno una contropartita nei successivi conti di carattere generale. Una parte dei proventi dell’imposta è impiegata dilYofficium monete del 1479 per pagare alcuni funzionari del Comune. Avariae: avariarum introitus et exitus. 537. 1367. Cm. 15x41; cc. I-CLXXXXII; inserti alle cc. I, XII. A c. I: mccclxvii, die prima marcii. Manualle introytus et cxitus mei Meliaducis Tava-ni, exactoris avarie anni presentis de mccclxvii. Et scriba dicti Meliaducis est Anthonius de Canicia notarius. E’ un mastro di entrate e uscite relativo aIXavaria capitis et posse del 1367 per le quattro compagne deversus burgum. Contiene soltanto i conti di carattere generale e rappresenta una prima stesura del n. 538, che deve considerarsi il mastro definitivo per l’imposta indicata. A variae: avaria burgi. 538. 1367. Cm. 30x41; cc. 1 n.n, I-XXIII, LXXIII-CXXXXIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Alla I c.: mccclxvii, die in marcii. Cartularium introytus et exitus avarie de lxvii, videlicet compagnarum unor deversus burgum, pos(t)quam asignata fuerunt Meliaduci Tavano, executori in ipsis. A(ntonius) de Canicia notarius. - 250 - Sono i frammenti di un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, relativo all’avaria capitis et posse del 1367 per le quattro compagne deversus burgum. Ha un contenuto simile a quello del n. 537, di cui costituisce la stesura definitiva e perfezionata. Avariae: avaria seu spendium exactum a quatuor compagnis. 539. 1366. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI, CXX-CXXXXIIII; inserti alla c. I. In copertina: mccclxvi. Manuale introytus et exictus mey [...] 1 Meliaducis Tavani, exactoris avarie spendii anni presentis de mccclxvi compagnarum niior deverssus burgum debitorum restandum. Et scriba ipsius officii t...]1 Anthonius de Canida notarius et subscriba officii Stephanus [de] Clavaro. Sono i frammenti di un mastro di entrate e usdte condotto con metodo misto relativo all’avaria capitis et posse del 1366 per le quattro compagne deversus burgum. Contiene soltanto i conti di carattere generale. Avariae: avaria prò mobili. 540. 1439. Cm. 29x40; cc. I-CCLXXXVIII (cc. finali mancanti); legatura seriore in pergamena rinforzata. E’ il frammento di un mastro di entrate relativo all’avaria del 1439 ed all’addizione di denari 9 per lira; l’imposta principale è anche chiamata prò mobili. Si riferisce soltanto ai popolari, che sono raggruppati per conestagerie. Nd conti analitici il debito dei contribuenti è iscritto in partita semplice; le voci del recepimus hanno una contropartita nei conti di carattere generale, in parte caduti. In origine il libro giungeva sino a c. CCCXVIII almeno. 541. 1440. Cm. 29x41; cc. XXXXVIIII-LXXXXVI, CXXXXVIIII-CCCLXI; legatura seriore in pergamena rinforzata. Sono i frammenti di un mastro di entrate relativo a11'avarìa prò mobili del 1440. Si riferisce soltanto ai popolari, che sono raggruppati per conestagerie, ed è impostato come il n. 540. Le cc. XXVI-XXXXVII, mancanti da questo libro, sono rilegate nel n. 608 insieme con fascicoli smembrati da registri di altra natura. Avariae: avariarum restantes. 542. 1442. Cm. 29x41; cc. XXIV-CCCCLXXX (mancano cc. finali); legatura seriore in pelle rinforzata. > [Cm. 0,5], - 251 - In copertina, di mano seriore: Cartularium restantium avariarum annorum de mccccxxxvii usque in mccccxxxxi. E’ il frammento di un mastro di entrate in partita doppia relativo ai contribuenti restantium delle avarie ordinarie dal 1437 al 1441 e delle addizioni del 1437, 1438 e 1440. Il libro contiene soltanto i conti analitici dei debitori, raggruppati per alberghi e per conestagerie; manca un centinaio di carte finali, in cui erano riportati i conti riepilogativi. Il registro costituisce il mastro in cui furono trascritti in bella copia i morosi elencati nelle matricole n. 543 e n. 571. 543. 1442. Cm. 14x41; cc. I-LXXII; inserti alle cc. II, IIII, LXV. A c. I: Iesus. >ï« mccccxxxxii, die xxm februarii. Manualle nobillium dare debentium et seu restancium prò avariis et addicionibus videlicet ab anno mccccxxxvii usque mccccxxxxi. La maggior parte del libro è costituita da una matricola di contribuenti restantium per le avarie ordinarie dal 1437 al 1441 e per le addizioni del 1437, 1438 e 1440. Si riferisce soltanto ai nobili ed integra quindi il n. 571, del tutto simile, ma dedicato esclusivamente ai popolari. Questa parte del libro ha una funzione preparatoria rispetto al n. 542, che deve considerarsi il mastro definitivo dei morosi nobili e popolari per le imposte indicate. Nelle ultime pagine vi sono alcuni elenchi di debitori dell avaria del 1442, di contribuenti che hanno depositato pegni d’oro a garanzia delle imposte dovute e di riscossioni. 544. 1458. Manca. 545. 1456 (o 1457), 1458, 1460-1463. Cm. 29x41; pp. 1-655 (paginazione moderna, a matita, che omette le pp. bianche); legatura seriore in pergamena rinforzata; miscellanea di fascicoli provenienti da libri eterogenei, ma concernenti in gran parte la materia fiscale. Pp. 1-105, 645: frammenti di un cartolare di contribuenti che nel 1463 erano in debito per avarie arretrate; pp. 106-217: frammento di un mastro aperto nel 1460 per i debitori della gabella possessionum·, pp. 218-429: frammenti di un mastro di contribuenti morosi per avarie assegnate nel 1458 all’ufficio di San Giorgio; le scritture sembrano decorrere dal 1462; pp. 430-437: frammento di un mastro relativo alla gabella possessionum del 1460 o del 1461; pp. 438-528: frammenti di un cartolare possessionum, forse del 1456 o del 1457, per gabelle arretrate; pp. 529-556: frammento di un mastro di contribuenti morosi per avarie assegnate nel 1458 all ufficio di San Giorgio; le scritture sembrano decorrere dal 1463; pp. 557-604: frammento di un cartolare restancium di natura ignota aperto nel 1463; - 252 - pp. 605-635: frammento di un mastro di dubbia natura aperto forse nel 1463 (vi è un grosso conto intestato all’ufficio di moneta); pp. 636-644, 646-655: frammenti di un cartolare del 1458 relativo a debitori morosi delle avarie di sol. 11.3 del 1457, di sol. 12 del 1457, di sol. 14 del 1457, di sol. 14 ordinari e di sol. 3.4 straordinari di un anno non identificato. 546. 1471. Cm. 28x41; oc. I-CCCCLXXXVI, CCCCLXXXXVIIII-DLXXVI; legatura seriore in pelle rinforzata. A c. I: MCCCCLXXI. Cartularium restancium avariarum. Sono i frammenti di un mastro di entrate relativo ai contribuenti che nel 1471 erano in debito di avarie arretrate. I morosi sono tratti da cartolari diversi, tra cui quelli restantium focagii de 1428, restantium avariarum de 1437 in 1441 e restantium foca-giorum de 1464. Ai conti analitici aperti ai singoli debitori per le imposte dovute e per gli sporadici pagamenti seguono i consueti conti riepilogativi. 547. 1474. Cm. 24x34; cc. I-CCXVI, altre n.n. bianche; inserti alle cc. LVIIII, CXXXXVII, CLII, CLVIIII, CLX, CLXI, CLXVIIII, CLXXXVIII. In copertina: mcccclxxiiii. Di mano ottocentesca: Restantium avariarum. E’ un mastro di entrate in partita doppia non perfezionata. Una parte dei conti analitici si riferisce ai debitori morosi imposicionis Famaguste del 1471; comprende i popolari disposti in ordine alfabetico ed i nobili. Altri conti sono aperti alle singole comunità del Dominio per i contributi che debbono versare all 'officium Famaguste. Crediti ed incassi sono riepilogati nei consueti conti di carattere generale. 548. 1487-1526. Cm. 15x41; cc. 12 n.n., altre n.n. bianche. In copertina: mcccclxxxviiii. Manuale cartularii restancium avariarium sub anno MCCCCLVIII. Contiene gli elenchi cronologici delle somme che 1’« ufficio del 1444 » delle compere di San Giorgio ha riscosso dai contribuenti morosi delle avarie dal 1487 al 1526. Le riscossioni avvengono sotto forma di contanti, di accrediti in banco e di proventi di luoghi. Avariae: avariarum additiones. 549. 1461. Cm. 24x34; cc. L-CCCCLVI (mancano cc. finali); legatura seriore in pergamena rinforzata. In copertina, di mano ottocentesca: 1461. Avariarum impositionis. E’ il frammento di una matricola di contribuenti ripartiti per conestagerie. Per ciascun nominativo si indica il suo debito pro impositionum, senz’altra specificazione; l’importo è la media aritmetica di due valori segnati in margine, a sinistra del nome, - 253 - di cui il primo è quasi sempre l'avaria ordinaria del 1459 (n. 556) ed il secondo coincide con quella pubblicata nel 1461 (n. 535). Ciò conferma l’attribuzione a posteriori del registro al 1461; la misura del contributo è di soldi 20 per lira di avaria e non di soldi 4 den. 9, come è indicato in pandetta. In origino il libro comprendeva anche le carte da CCCCLVII a CCCCLXXXXV, ora cadute, nelle quali vi era il riepilogo della matricola. 550. 1463. Cm. 29x40; cc. II-CCCCV, CCCCLXXXI-CCCCLXXXIIII; inserti alla c. CCCVIIII; legatura seriore in pelle rinforzata. In copertina, di mano ottocentesca: 1463. Avariarum impositionis soldorum 6. Sono i frammenti di un mastro di entrate in partita doppia relativo all’addizione di soldi 6 per lira all’avaria ordinaria del 1463. Ai contribuenti, raggruppati per conesta-gerie e per alberghi, sono aperti altrettanti conti analitici, che contengono nel debet l’importo dovuto e nel recepimus la somma versata e l’eventuale debito residuo. Tra i conti riepilogativi, manca quello di apertura che era nelle cc. CCCCVI-CCCCXXIII. 551. 1466. Cm. 29x41; cc. I-CCCLXXXVIIII (mancano cc. finali); inserti alle cc. CCXII, CCCXXII; legatura seriore in pelle rinforzata. A c. I: >f< Cartularium imposicionis soldorum duodecim pro libra, occaxione armamenti navium sub capitaneatu nobilis domini Lazari de Auria. Batista de Vinelli notarius. E’ il frammento di un mastro di entrate in partita doppia non perfezionata relativo alla addizione di soldi 12 per lira di avaria ordinaria del 1466. Si riferisce ai nobili ed ai popolari ed è impostato come il n. 550. Tra i conti riepilogativi manca quello di apertura che era nelle cc. CCCLXXXXVI-CCCCXVIII. 552. 1457. Cm. 29x41; cc. II-CCCCmiI, DCCXXIII, DCCXXXXVI; inserti alle cc. XXXII, CCCLXVIIII; legatura seriore in pelle rinforzata. E’ il frammento di un mastro di entrate in partita doppia non perfezionata relativo ad una addizionale di soldi 9 per lira e, occasionalmente, ai residui insoluti di precedenti addizioni di soldi 9, di soldi 20 etc. Si riferisce ai nobili ed ai popolari ed è impostato come il n. 550. Tra i conti riepilogativi, mancano quelli di apertura, che andavano da c. CCCCXXXIII a c. CCCCXXXXVIIII. Le ultime due carte fanno ora parte del n. 545. 553. 1437. Cm. 30x41; cc. CCXIII-CCXXXVI, CLXV-CLXXXVIII, CCLXXXV-CCCVIII, CCXXXVII-CCLX, LXXV, LXXIIII, CXXI-CXXXX, LXXXXV, LXXXXIIII, CXXXXI-CLXIIII, CLXXXV1III-CCXII, CCCVI111-CCCLVI, LXXXXVII, LXXXXVI, LXXXXVIII-CXVIIII, LXXIII, CXX; legatura seriore in pergamena rinforzata. Sono i frammenti di un mastro di entrate relativo all’addizione di soldi 10 per lira di avaria ordinaria del 1437; l’aliquota segnata in pandetta (soldi 9) è errata. Si rife- - 254 - risce ai popolari, che sono raggruppati per conestagerie ed ai quali sono aperti altrettanti conti analitici; le registrazioni sono in partita semplice per il debito iniziale dei contribuenti ed in partita doppia per le successive variazioni. Per il disordine con cui sono stati rilegati i fascicoli, i conti di carattere generale risultano inseriti tra quelli analitici. 554. 1438. Cm. 29x40; cc. I-CCCXII; legatura seriore in pergamena rinforzata. Su pergamena legata alla copertina: Cartularium additionis soldorum decem. Poppuli. Iohannes de Valletarii notarius. E’ un mastro di entrate relativo all’addizione di soldi 10 per lira di avaria ordinaria del 1438. Si riferisce ai popolari, raggruppati per conestagerie, ed è impostato come il n. 553. 555. 1440. Cm. 29x41; cc. I-CCLXXXXVI, CCCI-CCCVI (mancano cc. finali); inserti alla c. CCLX; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: mccccxxxx, die li madii. Cartularium addicionis soldorum decem pro libra avarie anni de mccccxxxx nobilium et popularium, que est de libris quinquaginta millibus computata dimidia capitum et convencionatorum nobilium ed popularium civitatis Ianue, in qua addicione excusati sunt soldi decem pro libra avarie de mccccxxxviiii mutuati Comuni, de quibus ordinaliter continetur in presenti volumine, scripto manu mei subscripti notarii. Filippus de Bonavei notarius. Sono i frammenti di un mastro di entrate relativo all’addizione di soldi 10 per lira di avaria ordinaria del 1440. Si riferisce a tutti i contribuenti, raggruppati per alberghi e conestagerie, ed è impostato come il n. 553. In origine il mastro giungeva almeno sino a c. CCCXXXVI. 556. 1459-1460. Cm. 28x40; cc. I-CCCLXXXIIII, CCCLXXXXIIII-CCCLXXXXV, CCCCXVIII-CCCCXXIII, CCCLXXXXVIII-CCCLXXXXVIIII, CCCCXXXIII-DLII; legatura seriore in pelle rinforzata. Sono i frammenti di un mastro di entrate in partita doppia. Una parte dei conti analitici si riferisce ai contribuenti popolari di un’imposta di soldi 10 per lira di avaria ordinaria del 1459 e di un’imposta del 1460 di soldi 12 den. 6, sempre per lira di avaria. Altri conti sono aperti alle singole podesterie del Dominio pro taxatione facta pro subsidio classis. Le diverse imposte e le relative riscossioni sono riepilogate in alcuni conti di carattere generale. In origine il mastro contava almeno 590 carte. 557. 1458. Cm. 28 x 40; cc. I-CCCCLXXVIIII (mancano cc. finali). E’ il frammento di un mastro di entrate in partita doppia relativo ai contribuenti che nel 1458 erano debitori di varie addizioni all’avaria: soldi 11 den. 3, soldi 12, soldi 3 den. 4 e soldi 17 den. 4, sempre per lira di principale; ad alcuni si addebitano anche i residui del cartolare restancium del 1456. Il libro, che si riferisce ai nobili ed ai - 255 - popolari, comprende soltanto un numero limitato di conti analitici, separati da molte carte bianche. Mancano i conti riepilogativi di carattere generale, ai quali rimandano i conti aperti ai singoli contribuenti. In origine il mastro contava almeno 578 carte. Avariae: possessionum cabella. 558. 1369. Cm. 15x41; cc. I-LXXII (da c. LVI è bianco); inserti alle cc. VI, XXXI. In copertina: mccclxviiii. Manuale possesionum. E’ un registro per l’aggiornamento del catasto. Comprende principalmente le denunzie di vendita presentate dai proprietari di beni immobili ed i consensi o le domande dei compratori per la voltura a proprio carico dei beni medesimi; di ciascun immobile si indicano il luogo in cui è situato ed i confini. Alla fine del libro vi sono le deliberazioni dei magistri rationales circa il valore da assegnarsi nello spendium ad alcuni immobili di proprietà privata. 559. 1414. Cm. 29x42; cc. I-CCCXXXIIII; legatura seriore in pelle rinforzata. A c. I, di mano seriore: Possessionum. 1414. E una matricola dei contribuenti della gabella possessionum, con la descrizione dei rispettivi beni immobili e del loro valore peritale. I proprietari sono ripartiti per albergo. Il catasto è aggiornato con le volture avvenute almeno fino al 1419. 560. 1422. Cm. 29x40; cc. I-L, LXXI-LXXII, LXXVI-LXXXXIII, LXXXXVII-CXX, CXXXXIIII-CCCLX (mancano cc. finali); legatura seriore in pergamena rinforzata. In copertina, di mano seriore: 1422. Cabella possessionum. E’ un mastro di entrate e uscite relativo alla cabella possessionum del 1422 ed ai residui insoluti del 1420 e del 1421. Ai contribuenti, raggruppati per albergo o per conestageria, sono intestati altrettanti conti analitici, in cui sono indicati il valore imponibile dei loro immobili, le somme da essi dovute per l’imposta in corso e per gli arretrati, le somme pagate durante l’esercizio e l’eventuale debito residuo. Nelle pagine finali vi sono i conti riepilogativi dei tributi arretrati del 1420 e del 1421, delle somme incassate e spese nell’esercizio 1422 e dei restantium, cioè dei residui che dovranno essere riscossi dagli amministratori successivi. Nei conti ai contribuenti l’imposta dell’esercizio in corso è addebitata senza alcuna contropartita; le altre voci del debet e tutte quelle del recepimus sono invece registrate in partita doppia, ossia con la contemporanea iscrizione dell'importo in uno dei conti sintetici finali. Questa struttura, che assimila il mastro ad un partitario di contribuenti, si ritrova in quasi tutti gli altri libri del medesimo gruppo, ma naturalmente gli anni di riferimento del tributo sono diversi da caso a caso. Una possibile variante è rappresentata dalla duplice iscrizione dell’imposta in corso, a debito del contribuente ed a cre- - 256 - dito di un apposito conto riepilogativo, per cui il mastro risulta interamente impostato in partita doppia. 561. 1424. Cm. 29x41; cc. I-CCCLXXXIIII; inserti alle cc. LXXVI, CCLXXXXVI; legatura seriore in pergamena rinforzata. Su pergamena legata alla copertina: * mccccxxiiii. Cartularium cabelle possessionum anni presentis, que colligitur nomine egregiorum dominorum protectorum compere possessionum, scriptum manu mei notarii infrascripti. Batista de Roncho notarius. Iacobus de Bracellis cancellarius. E’ simile al n. 560. Si riferisce alla gabella del 1424 ed ai residui del 1423. 562. 1425. Cm. 29x40; cc. I-CCCXXVIII, poche altre n.n. bianche; legatura seriole in pergamena rinforzata. A c. I, di mano seriore: Possessionum. 1425. E una matricola dei contribuenti della gabella possessionum, con una breve descrizione degli immobili posseduti e del loro valore peritale; il libro è dunque simile al n. 559, ma si riferisce ad una rilevazione catastale diversa e ssuccessiva. Per alcuni beni sono riportate le volture degli anni seguenti. Al termine vi è un breve elenco degli esenti, con la giustificazione della franchigia loro accordata (ad esempio perché padri di 12 figli). 563. 1426. Cm. 29x41; cc. LXXXXVII-CCCLXXXIIII, CCCCXXXXIII CCCCXXXXVII-CCCCLVI, CCCCXXXIII-CCCCXXXXII, CCCCXXXXV-CCCCXXXXVI; legatura seriore con copertine in pergamena rinforzata e dorso in pelle. In copertina, di due mani seriori, diverse: 1426. Cabella possessionum. Sono i frammenti di un libro simile al n. 560. Il mastro si riferisce probabilmente alla gabella possessionum del 1426 ed è tutto impostato in partita doppia. La caduta della prima parte, che ha provocato la sparizione di tutti gli alberghi, non è totalmente irreparabile: le carte da LXXIII a LXXXXVI sono legate all’inizio del 592. 564. 1427-1428. Cm. 14x41; cc. I-CCCXXXIII, altre n.n. bianche; legatura seriore in pergamena rinforzata. In copertina, di mano seriore: 1427. Possessionum. E’ simile al n. 560. Si riferisce alla gabella possessionum del 1427 e del 1428 ed è tenuto interamente in partita doppia. Mancano i contribuenti degli alberghi e di poche conestagerie. II libro costituisce una prima e parziale stesura del n. 566, che è il mastro finale e definitivo per le imposte degli anni indicati. - 257 - 17 565. 142S-1429. Cm. 15x41; cc. 48 n.n.; inserti in tutti i fascc. In copertina: mccccxxviii. Possessionum. Il primo fascicolo contiene gli elenchi cronologici delle somme riscosse per la gabella possessionum e per la gabella capitum dal gennaio 1428 all aprile 1429. Nel secondo fascicolo vi è una serie di deliberazioni dell’ufficio del sale del 1429, alternate con registrazioni di incassi e di pagamenti. Il terzo fascicolo contiene annotazioni contabili relative a condanne ed alla vendita di alcune gabelle. L insieme è redatto con mano affrettata e con scarsa accuratezza; il legame tra le varie parti potrebbe consistere semplicemente nel comune carattere di scritture di prima nota, ad opera forse del medesimo scriba. 566. 1427-1428. Cm. 29x41; cc. III-CCCCLXXV; inserti alla c. CCXXX; legatura seriore in pelle rinforzata. In copertina, di mano probabilmente ottocentesca: 1429. Cabella possessionum. E’ simile al n. 560. Si riferisce alle gabelle del 1427 e del 1428 ed è tenuto interamente in partita doppia. Costituisce una bella copia del mastro n. 564, completata degli alberghi e delle conestagerie ivi mancanti. 567. 1431. Cm. 29x41; cc. XXV-CCCCXXXII; legatura seriore in pelle rinforzata. In copertina, di mano probabilmente ottocentesca: 1431. Cabella possessionum. E’ simile al n. 560. Si riferisce alla gabella del 1431 ed ai residui insoluti del 1430 e del 1429; è impostato interamente in partita doppia. 568. 1433-1434. Cm. 14x41; cc. 48 n.n. In copertina: mccccxxxiii. Alla I c.: Manuale pocessionum et capitum. E’ un libro con gli elenchi cronologici delle somme riscosse per la gabella possessionum e per la gabella capitum dal novembre 1433 al luglio 1434. 569. 1430-1437. Cm. 15x40; cc. 92 n.n. In copertina: mccccxxxvi. Manualle possessionum. E’ un libro con gli elenchi cronologici delle somme riscosse per la gabella possessionum e per la gabella capitum in epoche diverse tra il gennaio 1430 e il novembre 1437. Comprende inoltre alcune annotazioni relative alla vendita della gabella della carne, a condanne ed alle garanzie in luoghi fornite nel 1436 dai debitori della gabella possessionum. 570. 1442. Cm. 29x41; cc. I-XXIIII, LDLXXXX, altre n.n. bianche; inserti alla c. DXXXXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. - 258 - A c. I. Iesus. Capitum anni de mccccxxxxii. Di mano seriore, aggiunto in modo che si legga subito prima di capitum: Possessionum. E simile al n. 560. Si riferisce alla gabella possessionum del 1442. 571. 1442. Cm. 14x41; cc. CXXI-CCXXXX; inserti alla c. CCXXXVII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. CXXI, di mano moderna: Manuale possessionum. 1442. La maggior parte del libro è costituita da una matricola di contribuenti restantium (cioè morosi) per le avarie ordinarie dal 1437 al 1441 e per le addizioni del 1437, 1438 e 1440; 1 accenno iniziale alla gabella possessionum è quindi inesatto. Il libro si riferisce soltanto ai popolari ed integra quindi il n. 543, del tutto simile, ma dedicato esclusivamente ai nobili. Il registro ha una funzione preparatoria rispetto al n. 542, che deve considerarsi il mastro definitivo dei morosi nobili e popolari per le imposte indicate. Nelle ultime pagine vi sono alcuni conti di debitori (sovente funzionari pubblici), con 1 indicazione delle somme da essi dovute e di quelle pagate; le scritture, in partita semplice, sono prive di motivazioni dettagliate. 572. 1443. Cm. 29x40; cc. II-XXII, L-LXXXXIIII, CXXI-CXXVI, CXXXVIIII-CXXXVIII, CLIII, CLXXXXIII, CCXVI, CCXVIII-CCXXXVIIII, CCXXXXIII-CCLXXXVI, CCCXIII-CCCCXXXII, CCCCXXXVI-CCCCLIII, CCCCLVIIII-CCCCLXXXXVII, DV-DLXXVI, DCII-DCXXIII, DCXXV-DCXXXXVIII, DCLXXIII-DCCXX, DCCLIDCCCLXXXV; legatura seriore in pelle rinforzata; stato di conservazione mediocre: l’indicazione delle cc. qui fornita può anche non essere esattissima, in quanto numerose cc. (soprattutto tra c. C e c. CC) sono consumate o lacerate in modo tale da rendere illeggibile la cartulazione originale; all’atto della rilegatura alcuni fascc. sono stati piegati alla rovescia, con la parte interna girata all’esterno. A c. II, di mano seriore: Possessionum. E’ simile al n. 560. Si riferisce alla gabella possessionum del 1445 ed ai residui insoluti del 1444 e del 1442. E’ impostato interamente in partita doppia. Nel verso della c. II vi è un prontuario aritmetico per facilitare il calcolo della gabella partendo dall’imponibile. 573. 1443. Cm. 21x27; cc. I, XXIIII-XXV, XXXXVII-LXXXXVI (da c. XXXXVII è bianco). A c. I: mccccxxxxiii, die x iunii. Liber expensarum dominorum extimatorum possessionum civitatis Ianue. E’ un frammento di mastro in partita doppia per le spese sostenute in occasione della formazione di un nuovo catasto immobiliare. Tra le spese vi sono quelle per il vitto dei periti e per il trasporto dei libri da casa a casa. - 259 - 574. 1432-1464. Cm. 29 x 40; cc. XXXXVIIII-LXXII, CLXXXXII, CCCXXXVII, CCCCLXXXII-CCCCLXXXVII, CCCCLXXXXVIII-DIII, CCCLVIIH, CCCVIII-CCCVIIII, CXXXXVIII-CLXV, DCXXXXVIIII-DCLXXII, DCI-DCXXIIII, DCLXXIII-DCLXXXXVI, DCCXXI-DCCXXXXIIII, un fase, con cartulazione scomparsa perché lacerato in alto a destra, DLXXVII-DC, DCXXV-DCLXXII, DCCCLXIIII-DCCCLXXXV; inserti alla c. DCCCLXXXIII; legatura seriore in pergamenta rinforzata; miscellanea di fascc. provenienti da libri diversi, ma affini per contenuto. In copertina, di mano ottocentesca: 1444. Cabella possessionum. E’ una miscellanea di frammenti appartenenti a mastri di entrate e uscite della gabella possessionum relativi ad anni diversi ed impostati come il n. 560. 575. 1446. Cm. 29x40; cc. XXV (probabilmente: lettura dubbia)-DC (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pelle rinforzata. E’ il frammento di un mastro simile al n. 560. Si riferisce probabilmente alla gabella possessionum del 1446 ed è tenuto interamente in partita doppia. I fascicoli mancanti sono numerosi poiché le contropartite alle quali si rimanda giungono fino a c. DCCCLXXXX. 576. 1447. Cm. 29 x 40; cc. XXV-DCCLXVIII; legatura seriore in pergamena rinforzata; l’indicazione delle cc. qui fornita può anche non essere esattissima, in quanto numerose cc. (soprattutto prima di c. CCC) hanno subito un restauro per il quale sono stati incollati pezzetti di carta sui margini, rendendo illeggibile la cartulazione. In copertina, di mano seriore: Possessionum. Di mano ottocentesca, aggiunto in modo che si legga subito prima: 1447. Cabella. E’ simile al n. 560. Si riferisce probabilmente alla gabella possessionum del 1447 ed è tutto impostato in partita doppia. 577. 1445, 1451. Cm. 29x40; cc. IIII-XXII, XXVI-XXXXVIII, LXXI-LXXXXVI, LXXXXVIII-CXVIIII, CLCLXIII, CXXXXV-CXXXXVIII, CLXIIII-CCCLXXXIIII, CCCLXXXXI-CCCCII, CCCLXXXVIII, poche cc. la cui cartulazione è cancellata dall’umidità, CCCCV, CCCCVIIII, CCCCXII-CCCCXXVIIII, CCCCXXXII-CCCCLXXX, CCCCLXXXIII-DIIII, DVI-DXXXXV, DLIIII-DLXXXXVIIII, DCV-DCXX, DCXXXII-DCXXXXI (mancano molte cc. finali); inserti alla c. CCLXXXV; legatura seriore in pelle rinforzata; miscellanea di fascc. provenienti da due libri diversi. In copertina, di mano ottocentesca: 1447. Cabella possessionum. Le parti comprese da c. IIII a c. CCLXIV e da c. CCLXXXVIIII a c. DCXXXXI appartengono a un mastro simile al n. 560, impostato in partita doppia e relativo probabilmente alla gabella possessionum del 1451; l’attribuzione al 1447 indicata in copertina è errata. Il mastro manca della parte finale: in origine, a giudicare dai ri- - 260 - mandi alle contropartite, contava almeno 816 carte. La parte da c. CCLXV a c. CCLXXXVIII, sebbene numerata in modo da inserirsi perfettamente nel resto del libro, è il frammento di un mastro del 1445, forse di San Giorgio, riguardante la riscossione di dazi sul commercio estero. 578. 1450. Cm. 291x40; cc. CCXVIII-CCXXXVIIII, CCXVII, CLXXXXIII-CCXVI, CCXXXX-DCXXXXVIII (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pergamena rinforzata. In copertina, di mano seriore: Possessionum. Di mano ottocentesca, aggiunto in modo che si legga subito prima: 1450. Cabella. Sono i frammenti di un mastro simile al n. 560. Il libro si riferisce alla gabella possessionum del 1450 ed è impostato in partita doppia. Manca della parte iniziale, che è stata rilegata con il frammento di un altro mastro nel n. 588, e di una parte finale: a giudicare dai rimandi alle contropartite, contava in origine almeno 797 carte. 579. 1446. Cm. 29x40; cc. I-III, VII-XVI, XX-XXII, XXV-CXXXXIII, CLXVIII-CCCCVII (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pelle rinforzata. Sul secondo di due fogli di carta legati alla copertina anteriore, di mano seriore: Possessionum. E’ il frammento di un mastro simile al n. 560. Si riferisce probabilmente alla gabella possessionum del 1446 ed è tenuto interamente in partita doppia. Il registro manca della parte finale; in origine contava almeno 596 carte. 580. 1453. Cm. 14x41; cc. 144 n.n.; legatura seriore in pergamena rinforzata. Alla I c.: Iesus. Manualle possessionum officii Sancti Georgii anni mccccliii. Per quanto può dedursi dalle sobrie registrazioni, il libro contiene gli elenchi cronologici delle somme che la casa di San Giorgio ha riscosso per la gabella possessionum del 1453 e per i residui degli esercizi precedenti; le riscossioni avvengono sotto forma di contanti, di accrediti in banco e di proventi di luoghi. 581. 1454-1457. Cm. 14x41; cc. XXV-L, molte n.n. bianche, 48 n.n. In copertina: mccccliiii. Notula possessionum. E’ simile al n. 580 e si riferisce alla gabella possessionum del 1454. Il fascicolo iniziale è inserito nel n. 582. 582. 1455-1477. Cm. 14x40; cc. I-LXI, 79 n.n, fase, aggiunto cc. I-XXIIII; inserti nell’ultimo fase.; legatura seriore in pergamena rinforzata. In copertina, di mano seriore: 1455. Officii Sancti Georgii. Di mano ottocentesca: Manuale cabelle possessionum. - 261 - E’ simile al n. 580 e si riferisce alla gabella possessionum del 1455 ed ai residui degli esercizi precedenti. Il fascicolo aggiunto è quello iniziale del n. 581, là mancante. 583. 1455. Cm. 29x40; cc. XXXXVIIII-LXXII, LXXXXVII-CCCLX, CCCLXXXV-CCCCVIII, CCCCXXXIII-DCLXXII (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pelle rinforzata. In copertina, di mano ottocentesca: 1455. Cabella possessionum. Sono i frammenti di un mastro simile al n. 560. Si riferiscono probabilmente alla gabella possessionum del 1455 e l’impostazione è in partita doppia. Il registro manca della parte finale; in origine contava almeno 830 carte. 584. 1456. Cm. 29x41; cc. LXXXXVII-DCCXXXXIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. In copertina, di mano ottocentesca: 1456. Cabella possessionum. E’ il frammento di un mastro simile al n. 560. Si riferisce alla gabella possessionum del 1456 e manca della parte relativa agli alberghi, che doveva essere registrata nelle carte ora mancanti. 585. 1457. Cm. 29x40; cc. LXXII, LXXIIII-CXX, CXXI-CXXXXIIII (legato capovolto); CXXXXV-iDCL (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pergamena rinforzata e con la costola in pelle. In copertina, di mano seriore: Possessionum. 1457. Sono i frammenti di un mastro simile al n. 560. Il libro si riferisce alla gabella possessionum del 1457. 586. 1458. Cm. 28x40; cc. CXXV-CXXXX, CXXXXVIII-CLXV, CCXVIIII-CCXXXVIII, CCXXXX, CCXXXXIIII-CCLXII, CCLXXI-CCLXXXII, CCCCLVII-CCCCLXXX, CCCLXIII-CCCLXXXII, CCCXXXVIIII-CCCLVIII, CCCLXXXX-CCCCIII (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pergamena rinforzata. In copertina, di mano ottocentesca: 1458. Cartulario cabelle possessionum. Sono i frammenti di un mastro simile al n. 560. Il libro si riferisce alla gabella possessionum del 1458 ed alla sexta salsa. Assieme al n. 587 e alla parte iniziale del n. 588 formava un unico libro, poi smembrato. 587. 1458. Cm. 28x40; cc. CLXXXXVIIII-CCX, CCCCVIIII, CCCCXI-CCCCXXX, CCCCXXXII, CCCCXXXIIII-CCCCLV, CCCCLXXXI-DIIII, DVI-DXXVII, DXXX-DLI (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pergamena rinforzata; il I fase, è contenuto in un foglio di carta, bianco, diversamente filigranato ma probabilmente contemporaneo. Sulla c. bianca, di mano seriore: 1458. Possessionum. — 262 - Sono i frammenti di un mastro simile al n. 560. Il libro si riferisce alla gabella possessionum del 1458 ed alla sexta salsa. Assieme al n. 586 e alla parte iniziale del n. 588 formava un unico libro, poi smembrato. 588. 1450, 1458. Cm. 28x40; cc. I-LXXXXVI, XXXXVIIII-CLXXXXII, DCXXXXVIIII-DCLXXI (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pergamena rinforzata; miscellanea di fascc. provenienti da due libri diversi. In copertina, di mano ottocentesca: 1459. Cabella possessionum. La parte iniziale, da c. I a c. LXXXXVI, è la prima sezione di uh mastro simile al n. 560 e si riferisce alla gabella possessionum del 1458 ed alla sexta salsa; deriva cioè dallo stesso libro da cui furono smembrati i nn. 586 e 587. La parte residua si riferisce alla gabella del 1450 ed integra i frammenti inventariati nel n. 578. 589. 1459. Cm. 28x41; cc. I-DLII (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I, di mano seriore: Possessionum. 1459. E il frammento di un mastro simile al n. 560. Si riferisce alla gabella possessionum del 1459 ed è impostato in partita doppia. Manca della parte finale: in origine il libro contava almeno 821 carte. 590. 1426 ( ? )-1460 ( ?). Cm. 29x40; pp. 1-310 (paginazione moderna, a matita, che omette le pp. bianche); legatura seriore in pergamena rinforzata; miscellanea di fascicoli provenienti da libri affini, ma appartenenti ad anni diversi. In copertina, di mano ottocentesca: 1462. Cabella possessionum. Pp. 1-191: frammenti di due mastri identici della gabella possessionum; i conti risultano aperti nel 1449 (o poco prima) e le partite non ancora riscosse nel 1457 sono trasferite in un cartolare restantium de 1457. Appartiene al medesimo mastro a cui si riferiscono le pp. 146-224 del n. 593; pp. 192-215: frammento di un mastro della gabella possessionum relativa forse al 1460; pp. 216-252: frammento del mastro n. 583, relativo probabilmente alla gabella possessionum del 1455; pp. 253-297: frammento appartenente forse al medesimo mastro del 1426 a cui si riferiscono il n. 563, le cc. LXXXXVII-CXX del n. 592 e le pp. 225-318 del n. 593; pp. 298-310: frammento di un catasto immobiliare, con la registrazione di alcune volture tra il 1437 ed il 1469. 591. 1465 (?). Cm. 29x40; cc. I-LXXII, CXXI-DCCXXXXII (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pelle rinforzata. In copertina, di mano ottocentesca: 1463. Cabella possessionum. Sono i frammenti di un mastro relativo ai contribuenti morosi della gabella possessionum degli anni 1459-1464. I conti ancora aperti nel 1466 risultano chiusi in tale anno - 263 - con l’iscrizione del saldo nel cartolare restancium de 1466, inventariato al n. 594 e, in parte, nel n. 595. In origine il mastro contava almeno 992 carte. 592. 1426, 1453 (?). Cm. 29x41; cc. LXXIII-CXX, CLXXXXIII-DCXXXVIII (mancano molte cc. finali); legatura seriore in pelle rinforzata; miscellanea di fascc. provenienti da due libri diversi. La parte da c. LXXIII a c. LXXXXVI è un frammento di un mastro simile al n. 560 e si riferisce alla gabella possessionum del 1426; deriva cioè dallo stesso libro da cui fu smembrato il n. 563. La parte da c. LXXXXVII in poi è il frammento di un mastro analogo in partita doppia, relativo alla gabella di un anno ignoto, forse del '1453; a giudicare dai rimandi, il libro giungeva almeno a c. DCCLXXXXIII. 593. 1426-1461 (?). Cm. 29x40; pp. 1-606 (paginazione moderna, a matita, che omette le pp. bianche); legatura seriore in pergamena rinforzata; miscellanea di fascicoli provenienti da libri affini, ma appartenenti ad anni diversi. In copertina, di mano ottocentesca: 1466. Cabella possessionum. Si segnalano, per maggiore mole e per piti sicura attribuzione, i seguenti spezzoni, tutti relativi alla gabella possessionum: pp. 1-145: frammento finale di un mastro relativo al 1455; pp. 146-224: frammento del medesimo mastro del 1449 (o poco prima) a cui si riferiscono le pp. 1-191 del n. 590; pp. 225-318: frammento del 1426 appartenente al medesimo mastro a cui si riferiscono il n. 563, le carte da LXXXXVII a CXX del n. 592 e, forse, le pp. 253-297 del n. 590; pp. 319-438: frammento di un mastro del 1432; pp. 439473: frammento degli anni 1457-1461 (?) da unirsi al mastro n. 597; pp. 506-541: frammento del 1442 da unirsi al n. 570; pp. 542-575: frammento del 1446 da unirsi al n. 575. 594. 1466. Cm. 29x41; cc. XXV-LXXII, LXXXXVII-CCCXIII, CCCXXXVIII-CCCXXXVIIII, CCCXIIII-CCCXXXVII, 2 n.n.; legatura seriore in pergamena rinforzata. In copertina, di mano ottocentesca: 1466. Cabella possessionum. Sono i frammenti di un mastro di entrate e uscite, relativo ai contribuenti morosi della gabella possessionum del 1462, del 1463 e del 1464. Naturalmente, nei conti aperti ai debitori il capitale imponibile non è indicato; nel debet sono segnate, senza contro-partita, le imposte del triennio rimaste insolute, mentre nel recepimus sono accreditate, in partita doppia, le somme pagate a partire dal 1466 in acconto od a saldo del debito. Le cc. LXXIII-LXXXXVI, mancanti in questo libro, sono rilegate con frammenti di altri mastri nel n. 595. - 264 - 595. 1431-1466. Cm. 29x42; cc. CCCCXIII, CCLXVII-CCLXVIIII, CCLXXXIII-CCLXXXVI, CCCCXXVIII, LXXIII-LXXXXVI, DLIII-DLXXVI, DCCCXXXXI, CCCLXXXXIII-CCCC, DCCCLX, CCXVIII-CCXXXVIIII, CCLXXXIII, CXXI-CXXXXIIII, CCLXX-CCLXXI, CCCXXI-CCCXXIIII, CCLXXXXIII-CCLXXXXIIII, CCLXXXXVIIII-CCCII, CCCVII-CCCVIII, CCCXXV-CCCXXVIII, CCLXXXII; legatura seriore in pergamena rinforzata; miscellanea di fascc. eterogenei. In copertina, di mano ottocentesca: 1467. Cabella possessionum. Tutti i fascicoli provengono da mastri della gabella possessionum. Le cc. LXXIII-LXXXXVI appartengono al cartolare restancium del 1462-1464 inventariato al n. 594; il resto del libro è smembrato da mastri simili al n. 560 e relativi ad anni diversi non sempre specificati. 596. 1470, 1477. Cm. 28x40; cc. I-CCCCVII, DLXII-DLXIIII, DLXXV; inserti alla c. DLXXV; legatura seriore in pelle rinforzata. In copertina, di mano ottocentesca: 1470. Cabella possessionum. Sono i frammenti di un mastro di entrate e uscite, simile al n. 594, ma tenuto interamente in partita doppia. Il cartolare si riferisce ai morosi della gabella possessionum·, la registrazione dei loto debiti avviene nel 1470 per le imposte insolute del 1445-1454 e nel 1477 per quelle degli anni 1455-1458. Le partite iscritte nel 1470 rappresentano il saldo dei conti rimasti aperti nel cartolare n. 597. 597. 1457-1461 (?). Cm. 28 x 40; cc. III-CXX, CXXXXVII-CLXVI, CLXXXXV-CCXIIII, CCXVII-CCXXXX, CLXVIII-CLXVIIII, CLXXXXII, CCLXXXVIIII-CCLXXXXV, CCCVI-CCCXI, CCCXIIKXCXVI, CCCXVIII-CCCXXXVI, CCCXXXVIIII-CCCLVIII, CCCLXII-CCCLXXXIII, CCLXXXXVI-CCCV, CCCCXII-CCCCXIII, CCCCXXIII-CCCCXXIIII, CCCCXVII-CCCCXVIII, CCCCXXVIII-CCCCXXVIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. Ili, di mano seriore: Possessionum. Di mano ottocentesca: 1474. Sono i frammenti di un mastro di entrate e uscite, simile al n. 594. Il libro concerne i contribuenti morosi della gabella possessionum degli anni 1445-1454 e, in parte, anche del periodo 1455-1458; gli addebiti sono registrati nel 1457 per le imposte fino al 1454 e negli anni seguenti per quelle successive. Nel 1470 le partite non ancora riscosse vengono trasferite in un nuovo cartolare restantium (n. 596). 598-599. 1476, 1498. Mancano. - 265 - Avariae: possessionum officium. 600. 1432-1433. Cm. 14x21; cc. 72 n.n.; inserti in fondo. In copertina: mccccxxxii. Alla I c., di mano seriore: Notulario de’ debitori a’ protettori della compera de’ possessioni. Contiene 1 elenco cronologico delle somme riscosse per la gabella possessionum e per la gabella capitum nel 1432 e nel 1433. 601. 1457-1473. Cm. 15 x 40; cc. 142 n.n. (il penultimo fase., di 22 cc., è bianco); inserti nel IV fase. Alla I c.. Manuale notularum officii possessionum anni presentis quinquagesimi septimi. Contiene gli elenchi cronologici delle somme riscosse dalla casa di San Giorgio per la gabella possessionum del 1457; le riscossioni, che si prolungano dal 1457 al 1473, avvengono sotto forma di contanti, di accrediti in banco e di proventi di luoghi. 602. 1458-1473. Cm. 14x41; cc. I-CXXI, CCCII-CCCVIIII, CCCGCCCCVIIII, D-DIIII; inserti in fondo; nonostante le apparenze, nessuna carta manca: il libro è costruito con fascc. di recupero, già cartulari e poi ricartulati fino a c. CXXI, mentre le cc. successive, bianche con 1 eccezione delle ultime, hanno conservato i numeri originali. In copertina: Possessionum de lviii. A c. I. ^ mcccclviii, die xxim octubris. Nota quod Barnabas de Bargalio quondam lacobi, subscriba captus per me Baptistam Stellam ad subscribaniam avarie possessionum de mcccclviii, incepit servire supradicta die xxim octubris de lviii. La maggior parte del libro contiene gli elenchi cronologici delle somme versate dai debitori della gabella possessionum·, le riscossioni si riferiscono al periodo dal 1458 al 1473 ed hanno luogo sotto forma di contanti, di accrediti in banco e di proventi di luoghi. Alla fine del libro vi sono poche volture del 1458 per aggiornare 1 'extimum del 1454 ed alcune diversa officii possessionum del periodo 1458-1465, tra cui deliberazioni per l’esigenza degli arretrati ed elezione dello scriba. 603. 1552-1554. Cm. 15x24; cc. 24 n.n. (di cui scritte solo le prime 6 e le ultime 5); inserti in fondo; copertina in cartone. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ il libro giornale di Giovanni Agostino Spinola Porrata, sovrastante della zecca, e contiene rinvìi alle carte di un mastro non pervenuto. - 266 - Avariae: possessionum restantes. 604. 1423, 1434. Cm. 22x29; cc. I-DLXXVI; inserti alle cc. LX, CXXXII, CXXXXVII, CLXXXXVI, CCXXXX, CCLVI, CCLXII, CCCVII, CCCXX, CCCLI, CCCLIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. I: Iesus. mccccxxiii, die xvi octobris. Cartularium restantium cabelle possessionum annorum de mccccxx, xxi et xxii. Cristoforus de Camulio scriba. E’ un mastro di entrate e uscite simile al n. 594. Si riferisce ai contribuenti morosi della gabella possessionum del 14204422 e del 1427. Nei conti aperti ai debitori, che sono ripartiti per alberghi e conestagerie, le imposte insolute relative ai due periodi sono registrate rispettivamente nel 1423 e nel 1434; le riscossioni si prolungano sino al 1438 almeno. Il libro si chiude con i consueti conti riepilogativi. 605. 1434-1526, fascc. aggiunti 1433-1436. Cm. 14x41; cc. 6 n.n, altre n.n. bianche, fascc. aggiunti cc. I-LXXII. In copertina: mcccclxxxvii. Manuale cartularii restancium avariarum debitorum de lxx primo. Contiene gli elenchi cronologici delle somme riscosse sotto forma di contanti, di accrediti in banco o di proventi di luoghi, per l’imposta possessionum e per quella capitum·, gli elenchi si riferiscono a periodi diversi (1486-1526 e 1434-1435). I fascicoli aggiunti comprendono i conti intestati ai compratori della gabella capitum e della gabella condemnationum per il triennio dal novembre 1433 all’ottobre 1436. 606. S.d. Manca. Avariae: possessiones comunis Ianuae. 607. 1379. Cm. 22x30; cc. 42 n.n.; inserti nel II fase. In copertina: <ì? mccclxxviiii. Facinus Stella, sindicus comunis Ianue. E’ un inventario di beni immobili di proprietà del Comune, situati a Genova e nelle Riviere. Dei singoli beni si indicano l’ubicazione, la natura, il possessore ed il canone annuo che deve pagare. Il registro, molto unitario, è scritto con cura solenne; si riferisce al 1377-1379. Avariae: possessiones pro mobili. 608. 1431, 1440, 1445-1450. Cm. 29x41; cc. XXVI-XXXXVII, CCCLXI-CCCLXIIII, MXII-MXVIIII, MXXII-MXXVIIII, 3 n.n. bianche, DCCLXXXXIII- - 267 - DCCCIII, 11 n.n. bianche, CCCXXXVII-CCCLX, CCCCXXX-CCCCXXXVIIII, CCCCXXXXI-CCCCLVIIII, DCCGDCCCVIIII, 6 n.n. bianche; legatura seriore in pergamena rinforzata; miscellanea di fascc. eterogenei. Si segnalano, per maggior mole e per sicura attribuzione, i seguenti spezzoni: cc. XXVI-XXXXVII: 1440. Frammento di partitario di debitori prò mobili (da collegarsi al n. 541). Questo spezzone ha motivato l’intitolazione d’archivio; cc. MXII-MXVIIII, MXXII-MXXVIIII, DCCLXXXXIII-DCCCIII: 1445-1449, 1445-1450. Frammenti di cartolari di morosi per la gabella possesssionum; cc. CCCCXXX-CCCCXXXV1111: 1431. Brandelli di mastri concernenti l’avaria; cc. DCCGDCCCVIIII : 1448. Frammento di mastro della gabella possessionum; cc. CCCLXI-CCCLXIIII, CCCXXXVII-CCCLX: frammenti relativi alle compere di San Giorgio. Avariae: focagia. 609.-610. 1353, 1463. Mancano. 611. 1463. Cm. 29x41; cc. II-CCCCVIII; legatura seriore in pelle. Su pergamena legata alla copertina: Cartularium soldorum sex de lxiii et soldorum octo de lxiii. E un frammento di un mastro in partita doppia relativo ai contribuenti delle imposte di soldi 6 e di soldi 8 del 1463; talvolta è registrato anche l’importo del focatico per il medesimo anno. I nomi sono riportati per albergo e per conestageria. La parte ora mancante comprendeva il resto dei contribuenti, i conti riepilogativi di apertura e quelli delle eventuali riscossioni. In origine il mastro doveva contare circa 540 carte. 612. 1465. Cm. 21x29; cc. 1-38, altre n.n. bianche. E una matricola relativa ai contribuenti del focatico. I nomi sono ripartiti per albergo e per conestageria. 613. 1479. Manca. Avariae: impositio duorum jocagiorum. 614. 1467. Cm. 29x41; cc. I-CCXVI; inserti alle cc. LXVII, CXXV, CXXXXVI, CLXXXX, CCXVI (una rubrica alfabetica secentesca relativa ad altro argomento); legatura seriore in pergamena rinforzata. - 268 - A c. I: Cartularium impegnatorum anni 1467. Cartularium impositionis duorum fogagiorum. E una matricola dei contribuenti dell’imposta duorum focagiorum (cioè pari al doppio del focatico ordinario), con l’indicazione della somma dovuta da ciascuno. I contribuenti, ripartiti per albergo e per conestageria, sono soltanto una piccola parte di quelli elencati nella matricola n. 612, ma il tributo è calcolato sui medesimi imponibili. Pet alcuni nominativi vi sono postille di mano posteriore, che alludono all’awenuto pagamento od al trasferimento del debito nel cartolare restantium del 1470-1471. 615. 1477. Cm. 25x34; cc. I-CXXXXIIII; inserti alla c. LXXXXVII. In copertina: 4« mcccclxxvii. E’ una matricola dei contribuenti dell’imposta duorum focagiorum; i nomi sono ripartiti per albergo e per conestageria. In fondo vi sono due conti con il riepilogo dei ruoli: uno per i nobili e l’altro per i popolari. Avariae: focagiorum restantes. 616-617. 1428, 1485. Mancano. Avariae: conestagiariae. 618. 1415. Cm. 22x31; cc. I-CVI, altre n.n. bianche; inserti all’inizio. In copertina: MCCCCXV. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice. I conti iniziali, intestati alle conestagerie ed agli alberghi della Città, contengono i nomi dei contribuenti di una capitazione in denaro (soldi 5 per i popolari e soldi 10 per i nobili) od in giornate di lavoro. Gli importi del tributo in denaro sono registrati in un conto riepilogativo insieme con le entrate e le spese risultanti da altri cartolari. L’oggetto del presente libro e degli altri che in esso confluiscono sembra costituito dai lavori di emergenza eseguiti soprattutto nella darsena e dalla levata di un tributo straordinario per farvi fronte. Avariae: caratata. 619. 1433. Manca. - 269 - 620. 1533. Cm. 21x31; cc. 43 n.n.; copertina originale di cartone; rubrica alfabetica: le cc. sono tagliate sul lato esterno in modo da dare la scaletta con le lettere. In copertina: >ì< mdxxxiii. Pandeta libri castelanie Caltari. E’ la rubrica alfabetica di quello che doveva essere un registro catastale di Cartari. In ciascuna lettera, i nomi dei proprietari delle singole particelle sono raggruppati a seconda delle località in cui sono situati i possessi. 45. Officii monetae massaria. 621. 1457-1470. Cm. 22x30; cc. I-LXXII, I-XXIIII; le tenie di legatura originali sono rotte e i fascc. sono stati legati assieme di recente. A c. I: >i« mcccclxviii, die ma iunii. Cartulariolum obligacionum proventuum loco-rum graciarum officii monete magnifici communis Ianue, factarum per dictum officium monete Nicolao et Batiste Iustinianis, anno de mcccclv, ut apparet in cartularium graciarum dicti officii sub anno de mccccli, et, quia posta satisfactionem dictarum obligacionum dicti proventus dictarum graciarum spectant magnifico officio Sancti Georgii, nomina et quantitates dictarum obtligaci Ionum et excusationes ipsarum annuatim factarum in isto volumine particullariter] descripta sunt pro indemnitate iurium pretacti magnifici officii, ut patfeat] quantum receperint pro dictis obligacionibus eisdem ut supra factis, ne capiant aut capere possint ultra quantitates proventuum eis ut supra obligatorum diversorum annorum. Le prime 72 carte costituiscono un mastro in partita doppia, con le scritture che vanno dall’agosto 1457 al marzo 1470. Le registrazioni, molto accurate, si riferiscono ad un debito dell’officium monete verso Nicolò e Battista Giustiniani e alla sua liquidazione mediante i proventi maturati dal 1457 al 1465 su alcuni luoghi spettanti alla casa di San Giorgio, ma temporaneamente obbligati a favore dell’ufficio. Le ultime 24 carte contengono, sotto forma di mastro in partita doppia, la contabilità delle entrate che l’ufficio di moneta aveva ceduto nel 1458 a San Giorgio: luoghi e contanti versati dai contribuenti dell’avaria del 1458 a saldo del loro debito o a titolo di concordato e somme pagate in contropartita di commutazione di condanne. 622. 1483. Cm. 21 x 30; cc. 1-60 (cartulazione originale, parte in cifre romane, parte in arabe), alcune n.n. bianche; inserto, all’inizio, un mazzetto di mandati di pagamento dell’ufficio infilzati su di una tenia di pelle rossa. In copertina: >{< mcccclxxxiii. Cartularium massarie popularium dominorum Francisci de Francis et Tome Carrege. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, con scritture che giungono sino al termine del 1485. Le registrazioni, non sempre corredate dai totali dei conti, sono molto stringate e non specificano le causali delle operazioni. Il libro riguarda la gestione deìl’officium monete del 1483; le entrate sono rappresentate principalmente — 270 - dal focatico dei popolari per il medesimo anno, mentre le uscite sono costituite per lo più dalle somme distribuite ad altre magistrature, tra cui, prima di tutti, l’ufficio di balia. 623i 1483. Cm. 21 x 30; cc. I-LVIIII, altre n.n. bianche; alla c. I manca la parte esterna, per circa due terzi della larghezza. In copertina: ψ mcccclxxxiii. Cartularium massarie nobilium domini Alexandri de Nigrono et sociorum, anni de lxxxiii. E simile al n. 622, del quale integra il contenuto. Concerne la gestione del denaro pervenuto all officium monete del 1483 per il focatico dei nobili del medesimo anno. 46. Mutuum pro navibus armatis. 624. 1446-1447. Cm. 25x41; cc. I-XXXXVIII. A c. I: mccccxxxxvi, die x decembris. Cartularium scripte florenorum viginti quinque milium facte magnificis dominis pacificatoribus excelsi comunis Ianue expendendorum in navibus armatis contra Benedictum de Auria et in negociis eiusmodi termino pa-garum Sancti Georgii de xxxxvin. E un mastro in partita doppia relativo a un prestito di 25.000 fiorini a beneficio dei 12 pacificatori del Comune. Dal registro si desume che la sottoscrizione (nel dicembre 1446) fu garantita da privati solo in parte e che nel gennaio 1447 le cauzioni furono restituite ed il prestito venne assunto da San Giorgio per una somma ridotta. 47. Galearum fugitivi. I libri rimastici, connessi tra di loro, sono la documentazione lasciata da una magistratura straordinaria, composta di due officiales costituti super officio fugitivorum sexaginta galearum. L’ufficio è connesso con la spedizione navale comandata da Paganino Doria, che ha lasciato ricca documentazione anche negli altri gruppi galearum. La redazione di un registro tutto dedicato ai fuggiaschi non è usuale; abbiamo solo altri due pezzi di questo tipo (i nn. 650 e 699), dei quali il primo non è altro che un grande foglio. Normalmente i fuggiaschi sono indicati nei libri delle matricole (galearum marinariorum rationes) mediante una F vicino al nome. E’ probabile che la compilazione di un intero registro del genere si renda necessaria solo per alcune grosse spedizioni. La normativa nei riguardi - 271 - dei fuggiaschi è stabilita per legge: Le fonti del diritto marittimo ligure cit., pp. 38-39. 625. 1351. Cm. 31x41; cc. I-XXXXVIII, CXXI-CXXXXIIII; inserti alla c. CXXXVIII. A c. I: Millesimo cccli. Cartularium fugitivorum galearum feliciter armatarum co-munis Ianue, in quo continentur nomina et pronomina illorum qui fugierunt de dictis galeis, existentibus officialibus Georgius de Mari et Franciscus de Matheo et scribis in dicto officio Luchinus de Cornilia et Anthonius Raitanus notarius. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. I conti relativi ai fuggiaschi sono disposti in due serie alfabetiche, ora mutile a causa della caduta di molte carte. 626. 1351, 1367. Cm. 22x32; cc. 20 n.n. (in gran parte bianche); copertina di cartone. Contiene la rubrica del n. 625, con i rimandi alle carte, e quella di un altro libro risalente al 1367. 627. 1351. Manca. 48. Galearum marinariorum rationes. Questi libri contengono le matricole degli imbarcati sulle galere al servizio del Comune. Esse sono simili a quelle redatte per gli armati di terra, ma la sistematicità e l’abbondanza di tali registri è molto maggiore per l’armamento sul mare, come è comprensibile che avvenga a Genova. I conti aperti agli uomini di equipaggio sono raggruppati a seconda della loro categoria di appartenenza: stato maggiore, sodi, marinai. Lo stato maggiore, che in alcuni casi non figura nemmeno, costituisce sempre la parte meno dettagliata, perché compaiono solo i nomi, senza altri particolari d’identificazione; si tratta evidentemente di persone ben note e sicure. Naturalmente la serie dei conti intestati ai marinai è di gran lunga la più ricca di nomi e per essi, come per i sodi, si forniscono notizie minuziose e complementari. Per ogni uomo sono indicati elementi personali d’identità (nome, famiglia, patronimico, eventuale soprannome), provenienza, abitazione, attività a terra, mallevadori (per i marinai; per i sodi compaiono raramente). In molti casi è riportata la data d’inizio del servizio e la paga mensile. - 272 - Spesso, sotto ogni nome, figurano gli estremi di un vero e proprio contratto di locatio operis; sovente, se mancano i cenni contrattuali, uno spazio bianco lascia intuire che qualcosa è stato tralasciato con l’intento di completare la scrittura in un secondo tempo. A fronte di ogni nominativo, in corrispondenza del recepimus, compaiono le somme via via pagate, per lo più suddivise in varie rate e corrisposte per mano di cassieri diversi. Non mancano cenni più o meno ampi al giuramento di fedeltà prestato dai singoli. Qualche volta vi è traccia dell’avvenuto sorteggio per l’arruolamento dei marinai e di eventuali sostituzioni. Alcuni scribi indicano i fuggiaschi con una F accanto al nome o con un tratto di depennamento; in questi casi è registrata la restituzione — se avvenuta — della paga già corrisposta. Lo scriba molto accurato redige anche una bella rubrica, quasi sempre alfabetica, di tutti i nomi, con il rimando alla carta in cui è scritto il relativo conto. In qualche caso si riporta, alla fine del registro, la somma delle cifre segnate nelle varie carte. Il libro descritto, composto da serie di conti aperti ai singoli arruolati, costituisce il tipo più diffuso nel gruppo. Nell’ultima parte di alcuni registri figura una contabilità di carattere generale; sovente essa comprende, oltre al riepilogo delle paghe degli uomini, anche altre spese di non grande rilievo e le entrate del massaro. Si può avere insomma un mastro di incassi e pagamenti, tenuto a volte in partita semplice, ma più spesso con metodo misto. Quando manca la contabilità riepilogativa a cui pure si rimanda nella matricola, si deve pensare ad una caduta accidentale o, meglio, ad una volontaria asportazione, forse per fornire alcuni elementi contabili di carattere generale al secondo gradino della piramide organizzativa. La stesura dei registri può essere avvenuta alla partenza ed essere stata aggiornata durante il viaggio1; oppure può aver avuto luogo al termine del viaggio, come una bella copia, sulla scorta di materiale non ancora ordinato. Quest’ultima procedura è stata certamente seguita nei casi in cui gli arruolati sono disposti in ordine alfabetico; per avere un esempio di tale elaborazione si vedano i nn. 665 e 667. 1 Un paragrafo del Liber Gazane stabilisce che per le navi mercantili questo tipo di registro deve essere redatto in due copie, delle quali una viene depositata presso l’ufficio di Gazaria prima della partenza, mentre l’altra resta sulla nave per tutto il viaggio: Le fonti del diritto marittimo ligure cit., pp. 64-65. Sugli obblighi dello scriba, ma sempre per le navi mercantili, si veda anche: G. Barni, Lo « scriba navis » nel diritto marittimo ligure medievale, in Studi in onore di Francesco Mes-sineo per il suo XXV anno di insegnamento, Milano 1959, pp. 107-118. - 273 - 18 Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 134 (in parte), 220, 256, 258, 305 (in parte), 695 (in parte), 707, 715 (per alcuni aspetti), 720, 728, 738, 741 (in parte), 744, 746, 747, 748 e 750. 628. 1351. Cm. 30x42; cc. I, VII-XVIII, XXIIII-CXXXXIIII, altre n.n. bianche. In copertina: 1351. Exemplum duorum cartulariorum hominum conestagiarum et vo-gheriorum, duce Iohanne de Valente, armirato Pagano de Auria, notario Dominico Villanutio. A c. I: In nomine sancte et individue Trinitatis, Patris et Filii ac Spiritus Sancti, beatissime Marie semper virginis et tocius curie celestis, amen. Hoc est esemplum duorum manualium in quorum uno scripti reperiuntur omnes homines conestagiarum quibus sortes obvenerunt et qui ceperunt quantitates peccuniarum, de quibus fit mentio inferius per ordinem, et fideiussores eorum et cuiuslibet eorum, et in altero scripti sunt homines voguerii qui soldum ceperunt a comuni Ianue, sive interpositis personis pro dicto Comuni, et fideiussores eorum et eciam quantitates peccunie quas ceperunt, prout inferius denotatur, que manoalia, sive in quibus manoalibus, scripsit Dominicus Villanucius, notarius et canzelarius Comunis predicti, ad predicta et infrascripta deputatus. E’ un classico libro di matricole del tipo illustrato nella presentazione. Nel conto aperto a ciascun uomo sono indicati i dati individuali (per il primo gruppo anche il mestiere a terra; per il secondo gruppo tale indicazione manca, in quanto deve trattarsi di vogatori professionisti), il giuramento prestato, i mallevadori, la paga dovuta; a fronte sono registrati i pagamenti. Si parla di una magistratura appositamente costituita: Γ officium guerre Venetorum. 629. 1351. Cm. 31x41; cc. 1 n.n., I-LXXIII, LXXXXIIII-LXXXXV; inserti alle cc. XXV, LIIII, LX. A c. I: MCCCLi, d[ie...]1 iullii. In nomine domini nostri Iesu [Christi3, beate [Marie semper] virginis et beatorum Iohanis baptista et avangelista et tocius curie celestis, amem. Hoc est cartularium ac rubica cartularii galee Simoni Lecaveli vocata * * *, itura Deo Γdante...]2 vel quo Deus sibi melius ammenestraverit, scriptum et compositum per me Anthoniotum de Coronato, scribam dicte galee, electum per dominum Simonum Lecavela et sotcium], et in quo cartulario scripta sunt per ordinem nomina onium balistariorum, t...]1, comiti, subcomiti et omnium aliorum qui soldum aceperunt a dita galea vel pro ea, videlicet a dicto patrono pro ipsa galea, [...]* et qui decetero recipient soldum, conductum, seu mutuum pro dita galea et nomina omnium fideiusorum ipsorum, marinariorum, [...]rariorumet famulorum 1 [Cm. 2,8], 2 [Cm. 1,8]. - 274 - et aiorum soldum preditum ut supra, et quantitatem quam quisque eorum habuit et recepit... (Io scriba continua con la registrazione del giuramento degli uomini). E simile al n. 628. Le matricole sono seguite da una contabilità generale, accentrata sulle paghe, ma contenente anche uscite di altra natura, tra cui spese sostenute a Pera. Nell ultima carta vi è un sintetico diario con l’itinerario e le date del viaggio del 1351; il diario ha inizio con la benedizione della nave. Nella penultima carta vi è una breve registrazione analoga, ma relativa a un viaggio effettuato nel 1352. 630. 1351. Cm. 30x41; cc. I-LXXXXIII (mancano cc. finali); copertine mancanti con 1 eccezione di un brandello nella parte anteriore; stato di conservazione cattivo. A c. I: mcccli, die xxx agusti. Cartularium gallee domini Nicolini Piconi armata in Ianua ad soldum communis Ianue. E simile al n. 628. Gli uomini sono di provenienze molto varie (Bonifacio, Savona, Finale, Cervo, Mentone etc.), vengono pagati in monete diverse e sono raggruppati (all interno della stessa funzione a bordo) un po’ a seconda della provenienza e un po a seconda della moneta in cui sono pagati. All’inizio, da c. I v., vi è la descrizione di un ammutinamento che ha avuto luogo in Calabria, durante il viaggio. Nelle ultime due carte comincia una sezione contabile di carattere generale, subito interrotta per la perdita della parte finale. 631. s.d. Cm. 20x29; cc. I-LXXXXVI; inserti alla c. LVI. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di spese per attrezzature marittime di carattere abbastanza spicciolo (come caldaie di rame, zeppe di legno, lanterne); non sembra riferirsi ad una sola imbarcazione, bensì a tutto un gruppo. Le registrazioni sono impostate in partita doppia; mancano però tutte le date. 632. 1354. Cm. 30x41, fase, aggiunto cm. 25x41; cc. 1 n.n., I-LXXI, fase, aggiunto cc. XXV-XXXXVIII; inserti alle cc. VII, Vili, X, XVI, XX, XXI, XXV, XXVIIII, XXXI, XXXII, XXXIII, XXXV, XXXVIIII, XXXX, XXXXIII,XXXXVI, XXXXVII, LU, LV, LX. Alla c. lv.: mcccliiii, die * * *. In nomine Domini, amen. Hoc est cartularium et rubicha cartularii gallee domini Vessconte de Grimaldis, vochata « Sancta Catalina », qui nunc existantes in portu Ianue, Deo dante ituri ad partes vel quo Deus melius aministraverit, scritum et compoxitum per me Angellum de Almano scribe dicte gallee, elletum per dictum dominum Vesconte de Grimaldis, in quo cartulario scripta sunt per ordinem nomina hominum, marinariorum, balistrariorum, comiti, subcomiti et hominum aliorum qui soldum aciperent a dieta gallea, vel prò ea, vel a dicto patrono pro ipsa gallea, vel alio prò ea, et qui de cetero recepit soldum, com-dutum, seu mutuum pro dicta gallea, et nomina hominum fideiusorum ipsorum marinariorum, balistariorum et famulorum videlicet habencium soldum predictum ut supra, quantitatem quisque habuerunt et receperunt seu habebit et recepiet... (Io - 275 — scriba continua con la locatio operis collettiva fatta al patrono e, in sua rappresentanza, allo scriba stesso). E’ simile al n. 628; è particolarmente accurato. Il fascicolo aggiunto è un frammento di un libro analogo; non porta date. 633. 1354. Cm. 15x41; cc. I-CXX; inserti alle cc. XXXX, LXXXIH, LXXXXIII, CXVIII, nelle pliche della copertina posteriore. In copertina: >ì> mcccliiii. Iohannes Blanchus de Arenzano. A c. I: In nomine Domini nostri Iesu Christi, amen, et beate virginis matris Marie et beati Iohannis batiste et evangeliste et beate Sancte Cataline virginis et omnium sanctorum et sanctarum et omnium curie cellestis. Hoc est cartularium rubicham car-tularii cuiusdam gallee comunis Ianue armatam et paratam per Comunio superdicto et patronizatam per dominum Lumbardum de Mari civis Ianue, in quo cartulario sive manoale scripta sunt per ordinem omnia pacta marinariorum et omnium aliarum perssonarum habencium soldum a predicta gallea, per manum mey Iohannis Ianchum, constituytus per dominum capitanium Ianue et eius Comsilium ac edam per sapientibus viris officio guerre, nomina quorum sunt hec: dominus Iacobus Dentutus, dominus Nicolaum de Caneto, dominus Moruellis de Maris, dominus Benedictus de Monleonno. Constituytus fui per nobilibus viris supradictis in exspiditione gallee supradicte et pro maiore cautella apono nomen et signum meum talem. E’ simile al n. 628. Dopo una prima serie di conti aperti agli uomini è inserita una contabilità generale; segue una seconda matricola che concerne arruolati provenienti dalla podesteria del Polcevera. 634. 1354. Cm. 15x41; cc. ICCLX. A c. I: mcccliiii, die xvm [madii]. Manoalle in quo continetur per ordinem infra-scriptis hominibus capti per asolidum Comunis per Nicolaus Lercharius et Palamides de Pinu ut infra. E’ simile al n. 628. La matricola è lunghissima ed i dati sono minuziosi. Probabilmente la destinazione degli uomini è per più navi. 635. 1354-1355. Cm. 31x41; cc. 4 n.n., I-LV, altre n.n. bianche. Alla I c.: mccclv. Cartularium gallee Lodixii de Linguiilia. Alla II c.: In nomine Domini, amen, mcccliiii, die xvii augusti. E’ simile al n. 628. 636. 1356-1358. Cm. 30x41; cc. I-XXXXVII, LXX. In copertina: mccclvi. A c. I: Hoc est cartularium et rubrica cartularii gallee domini Dagnani Pezoni. - 276 - E’ simile al n. 628. Segue una breve contabilità generale. In fondo al libro è registrato un itinerario della galera con le date: il viaggio, di cabotaggio tirrenico, dura dal 12 gennaio al 2 aprile 1357. 637. 1357. Cm. 23x31; cc. I-XXXXVIII. A c. I: MCCCLVii, die Vi aprilis. In nomine Domini, amen, et beate Marie et senper virginis et omnium santorum et santarum et apostolorum Petri et Pauli et beatorum Iohannis batiste et avangeliste et totius curie celestris, amen. Hoc item cartularium seu rubricha cartulari galee domini Manuelis de Bracelis, vocata « Sanctus Mauricius », que nonche est in portu Ianue, itura — Deo dante — ubi placu(e)rit Domino vel Deus melius administraverit, scritum et compoxitum est per me scribam gallee, eletum per ditum patronum, in quo cartulario scrita sunt per ordinem omnia hominum, officialium, marinariorum et omnium aliorum qui soldum aciperunt ad ditam galleam, vel prò ea, vel dito patrono pro ipsa gallea, vel aliqua persona prò ea, et qui decetero reciperunt soldum sui conducii prò dita, et nomina omnium fideiusorum marinariorum, balistrorum et aliorum habentium soldum preditum seu supra et quantitatem quam quisque eorum recipit et habuit seu habebit. E’ simile al n. 628. 638. 1362. Cm. 23x31; cc. I-LXXIIII (da c. XVI a c. XXXXVIII e da c. LII alla fine è bianco). A c. I: mccclxii, die x novembris. In nomine domini nostri Iesu Christi. Hoc est cartularium et rubicha carturalium galee Antonii de Benedito, vocata « Sancta * * * », que nonque est existentis in portu Ianue, itura — Deo dante — ad partes (ubi) Deus melius administraverit, scritum et compoxitum per me Iacobum Cabalerium de Vul-turo scribam, et lectum per Antonium de Bendito, in quo cartulario scrita sont per oldinem omnia hominum, balistratorum, marinariorum et omnium alliorum per soldum aceperunt ad dictam galeam, vel pro ea, videlicet ad dictus patronus pro ipsa galea, vel allia pro ea, et qui decetero receperunt soldum, condutum seu mutuum pro dita galea, et omnia onium fideiusorum ipssorum marinariorum, balistratorum et famulorum et alliorum habencium solidum, condutum per ditum ut supra et quantitatem quantam quantitatem eorum haberunt et receperunt seu habebit et recepiet... (lo scriba continua con la locatio operis collettiva). E’ simile al n. 628. All’ultima carta è riportato solo l’inizio di un documento notarile. Lo scriba si segnala per l’eccezionale tendenza a sgrammaticare. E’ facile che abbia copiato la dicitura iniziale da un altro libro e che non abbia letto bene il suo modello, non comprendendone del tutto il significato. 639. 1362. Cm. 22x31; cc. 72 n.n. (di cui molte bianche). Alla I c.: In Christi nomine, amen, mccclxii, die xi novembris. Ad honorem Dey, beate virginis Marie, beatorum Petri et Paulli, beatorum Iohannis batista et evangelista, beati Anthonii conflesoris, beati Nicolai, beati Laurentii martiris, beate Cateline, — 277 — beate Clare et generaliter omnium sanctorum et sanctarum Dey. Hoc est cartularium cuiusdam gallee comunis Ianue, vocate « St. * * * », de qua gallea est patronus dominus Nicolaus Boverinus, quod cartularium compoxitum est manu mey Nicolay Rubey, scribe dicte gallee, et in quo quidem cartulario scripti sunt omnes officiales, tan bali-strarios quam edam marinarios et nomina ipsorum et habent soldum a supradicto domino Nicolao, et que galea nunc existens in portu Ianue parata pro ire ad guardiani dicti portu, vel ubi et quocumque loco Deus melius ministraverit, cuius gallea Deus prestes salvamentum, amen. (Lo scriba sottoscrive con il proprio signum). E’ simile al n. 628. 640. 1365. Cm. 30x41; cc. 1 n.n., I-LXXXXV; inserti alla c. LII. A c. I: In nomine domini nostri Iesu Christi et beate virginis Marie et beati Io-hanis baptiste et beato Michaellis archangelli et beato Petto et Paullo et beato Bar-tollomeo et beato Andrea et tocius curie cellestis, amen, mccclxv, die X augusti. Hoc est cartularium et rubicham cartularii galee domini Dominici Bibia, vochate et cetera, nunc existens in portu Ianue, parata prò ire Finallem, vel ubi ea melius Dey ami-nistraverit, scriptum et expoxitum manu mey Bernabovis Bayli de Vulturo, scripba diete gallee, in quo quidem cartulario scripta sunt et prò hordine contine(n)tur omnia nomina et pronomina comitorum, scripbe, sociorum, marinariorum et fideiussorum suorum et omnium aliorum qui servicia diete galee tenuntur... (lo scriba continua con l’impegno degli uomini, fatto nelle sue mani). Per Barnabovem Baylum de Vulturo, scripba diete galee, et ad maiorem cautelam pono signum meum tallem. E’ simile al n. 628. Segue una contabilità generale, comprensiva anche di alcune altre spese sostenute a Genova. 641. 1367, fase, aggiunto 1464-1465. Cm. 30x41; cc. I-LXXII, fase, aggiunto cc. CCCCXXXIII-CCCCLVI; inserti alla c. CCCCLII. A c. II: mccclxvii, die xxv marci. In nomine domini nostri Iesu Christi, ad honorem Dei et beate Marie semper virginis et beatorum Ioanis batista et evangelista et beatorum apostolorum Petti et Pauli, Simonis et Iuda et beati Laurentii, patronus eclexie comunis Ianue, et beati Giorgi, vexilifficeris comunis Ianue, et tocius curie celestris. Cartularium gallee domini Iulliano de Castro, armata per comunis Ianue ubi Deus sibi melius menistraberit, in quo cartulario scripta sunt per ordinem per me Andriolus Cappellus scriba, et lectum per dictum patronum, in quo cartulario scripta sunt per ordinem homnia nomina et prenomina marinariorum et balistreri et fideiussorum eorum et hominum soldum qui habebu(n)t a dieta gallea ... (lo scriba continua con il giuramento degli uomini, e sottoscrive con il proprio signum). E’ simile al n. 628. Il fase, aggiunto si riferisce a tutt’altro oggetto. Costituito da una serie di conti in partita doppia, è un frammento di mastro degli incassi e dei pagamenti dell’ufficio di moneta per l’esercizio 1464 o 1465. - 278 - 642. 1367. Cm. 23x31; cc. 96 n.n. In copertina: mccclxvii. Anthonii de Gravaygo, patroni unius gallee comunis Ianue. E’ simile al n. 628. 643. 1367. Cm. 30x41; cc. 1 n.n., I-LXXXXV; inserti alle cc. VIII, LXXVII. Alla I c. n.n.: In Christi nomine, amen, mccclxvii, die vim iauarii. Hoc est cartularium et rubrica cartularii galee comunis Ianue cuiusdam, vocate « Sanctus * * * », que nunc est in portu Ianue, itura, exstitura et navigatura ad quascumque partes et loca prout videbitur et placuerit magnifico domino domino * * *, Dei gratia duci Ianuensium et populi defensori, et eius provido e sapienti Consilio, nec non officio guerre, sub custodia Anthonioti Roveti, ellecti a predictis magnifico domino duce, eius Consilio et officio guerre in patronum et armatorem suprascripte galee, sub certis pactis initis inter eos, ex una parte, nomine comunis Ianue, et dictum Antho-niotum nomine suo proprio, ex altera, de quibus electione et pactis constat in actis publicis cançelarie publica scriptura, seu publico instrumento, scripta, seu scripto, suprascriptis millesimo et die, manu * * *, notarii et comunis Ianue et predicti magnifici domini ducis canzelarii. In quo quidem cartulario scripta sunt per ordinem, manu mei Anthonii Perati, scribe dicte galee, electi per dominum patronum et tacite per eundem magnificum dominum ducem confirmati, omnia nomina marinariorum et cetera. E’ simile al n. 628. Segue una contabilità riepilogativa. In fondo al libro è indicato molto succintamente l’itinerario; la destinazione è Arenzano e il servizio dura dal 13 febbraio 1367 al giorno 11 luglio successivo. 644. 1367. Cm. 30x41; cc. I-L, altre n.n. bianche. A c. I: mccclxvii, die x februarii. Cartularium gallee domini capitanei, cuius erat patronus dominus Ivanese de Mari. E’ simile al n. 628. Alcuni sodi sono pagati in panno, oppure in panno et argento. 645. 1369. Cm. 25x41; fase, inserto e cucito cm. 23x31; cc. I-LXXXXVII, LXXXXVII-C, altre n.n. bianche, CVIII-CXXIII, 2 n.n., altre n.n. bianche (le cc. LXXXXVII-C e le successive n.n. bianche fanno parte integrante del libro in quanto a scritture, ma costituiscono fisicamente un fase, estraneo collocato e cucito in questo luogo per colmare una lacuna; la prima di queste cc. è sostitutiva di quella originaria del registro contrassegnata dal medesimo numero e le cui scritture sono cassate); inserti alla c. C. A c. I: In nomine domini nostri Iesu Christi, amen, mccclxvhii, die xi agusti, in Ianua. Ad honorem Dey omnipotentis, Patris et Filili et Spiritus Sancti, beateque Marie senper virginis, beatorum apostollorum Petri et Paulli et omnium sanctorum - 279 - et sanctarum Dey et tocius churie cellesstris, amen. Hoc est cartullarium seu rubicha dicti cartullarii gallee domini Pellegrini Maraboti, vochata * * * que nunc est in portu Ianue parata ire ad partes orientalles sive in Alessandriam videlicet in anbas-sariam, scriptum et ordinatum disstincte per me Bartholomeum Vacham, scribam dicte gallee, et in quo cartullario contine(n)tur omnes ractiones diete gallee, videlicet saliaria quorum (cum) que sociorum, marinariorum, famuliorum et omnium alliorum stipendiariorum, pactorum convencionis et chorumcumque omnium mutuorum et omnium fideiussorum continetur ut infra ... (lo scriba continua con il giuramento degli uomini, e sottoscrive con il proprio signum). E’ simile al n. 628. Al verso dell’ultima carta e sulla parte interna della copertina posteriore è indicato molto minuziosamente l’itinerario della nave (molti scali tirrenici, altri nello Ionio, poi Rodi, Alessandria, Rosetta; il ritorno è effettuato per la stessa via ed è registrato fino in Sicilia). 646. 1370. Cm. 29x40; cc. I-LXXII. A c. I: >i< In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti, amen, mccclxx, die * * * iullii. Cartularium sive rubicha cartularii unius gallee subtilis ex decem armatis pro comuni Ianue, vochate « Sanctus Iulius », existentis in portu Ianue, parate, Deo dante, ire et navigare cum predictis alliis galeis ad partes Rome, per levando super ipsis santis-simum summum pontificem et ipsum portare Avinionum, cuius gallee est patronus dominus lame Lercarius quondam domini Ihofredy, civis Ianue, scriptum per me Ioha-nem de Pinu, scribam dicte gallee, in quo contine(n)tur bene et distincte omnia nomina et pronomina omnium et singulorum officialium, sociorum, marinariorum, famulorum et quorumeonque stipendiariorum dicte galee et fideiusorum eorum, nec non omnes quantitates pecunie per ipsos habitas et receptas a banchum diete galee ... (lo scriba continua con il giuramento degli uomini e sottoscrive con il proprio signum). E’ simile al n. 628. Seguono le evidenze degli uomini per le somme ancora dovute loro o già corrisposte. Alla c. I, dopo l’intitolazione, sono indicati l’itinerario seguito, con scali e date, ed un accordo con il Comune per un altro viaggio. 647. 1372. Cm. 23x30; cc. I-XXXXI, altre n.n. bianche (con l’eccezione della rubrica dei nomi degli imbarcati, con il rimando alla c. del rispettivo conto). A c. I: mccclxxii, die v septembris. Hoc est cartularium sive rubicha cartularii galee armate domini Anthonii de Salvo, nunhe exhistentis in portu Ianue, iture in benef-ficio comunis Ianue in diverssis lociis vel quo ey Deus melius aministraverit, scriptum et compositum per me Anthonium Homode, scribam galee predicte, et in quo cartulario scripta sunt per ordinem omnes socios, marinarios et omnes alios habentes solidum galee predicte... (lo scriba continua con il giuramento degli uomini e sottoscrive con il proprio signum). E’ simile al n. 628. - 280 - 648. 1372. Cm. 23x30; cc. 96 n.n. Alla I c.: In n[ornine ... m. m] 1 ccclxxii, die [...]2 iunii. Ad honorem Dei et beate semper virginis Marie et beatum apostolum Petri et Paulii ac beato Iohanni batissta et evangelissta ac beato Iacobo ac beato Anthoni ac beato Nicolao et thocius churis cellestriarum, amen. Cartularium gallea domini Blasschi de Marinis, nomine vochata « Sancti Christofani », nuchure extantem in portu Ianue, parata eondi ubi Deus melius aministraverit, in quo cartulario continentur onia pata et convencionem quas habent patrono cum ipsis marinaris et socis, et socis et marinaris cum ipsis patrono, scritum et compoxitum manu mei Nicholaii Honesto, scripbe dete gallee. Ad maiorem cautella pono signo meo tallem. E’ simile al n. 628. 649. 1375. Cm. 23x30; cc. I-LXXII. A c. I: mccclxxv, die vili iullii. In nomine Domini, amen. Ad honorem Dei et beate eius genetricis Marie, beatorum appostolorum Petri et Paulli, beatorum Iohanis batiste et evangelliste, beatorum Laurencii et Stephani martirum, beatorum Simonis et Iude et tocius curie cellestis, amen. Cartullarium marinariorum et sociorum gallee pa-tronizate per dominum Iohanem Dentutum, vochate * * *, et scriptum per me Paullum Savinam notarium, scribam dicte gallee. E’ simile al n. 628. 650. 1375 (in base all’indicazione d’archivio). Cm. 15x41; è un foglio piegato in quattro in senso longitudinale, a soffietto, in modo da ottenere un fascicoletto dalle misure indicate. All’inizio: Marinarii fugitivi gallee Comunis, patronus Lombardus de Mari. E’ simile al n. 628, ma tutti i nomi (con l’eccezione degli ultimi tre) sono segnati con la F. 651. 1378. Cm. 23x30; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. LXII, LXIIII, LXVIII, LXVIIII, LXXII, LXXV, LXXVI, LXXXX. A c. I: In Christi nomine, amen, mccclxxviii, die ***. Cartularium gallee armate prò comune Ianue, cuius fuit patronus dominus Iohannes Iancus de Arenzano, in quo quidem cartulario continentur omnes socii, marinarii et omnes officiales dicte gallee, ac etiam fugitivi signati « aufugit in talle loquo », sive in quo loquo fugiverunt, scriptum per me Nicolaum de Casubrana, scribe dicte gallee, et a maiorem cautellam pono signum meum talle. E’ simile al n. 628. I conti aperti agli uomini (che a volte sono suddivisi in gruppi, in base alla provenienza da altre galere) sono seguiti da una contabilità generale. Ciò che 1 [Cm. 2], 2 [Cm. 1,71. - 281 - non risulta, contrariamente a quanto dice lo scriba, sono i fuggitivi: vi è una breve lista di imbarcati che si sono allontanati in alcuni porti per qualche giorno o qualche notte, ma più che di fuggiaschi sembrerebbe trattarsi di gente in permesso. 652. 1389. Cm. 22x30; cc. I-CXX; la c. I è molto guasta e in parte mancante; la scrittura di tutto il libro è in parte sbiadita dall’umidità, specialmente nella parte superiore, senza che ciò comprometta in modo grave la lettura. A c. I: mccclxxxviiii. Cartularium gallee domini Galeacii de Pinu ad custodiam Comunis, scriptum et [...]* Savinam, scribam dicte gallee, in quo continentur omnes [...]ii2, officiales, stipendiarii [dicte gallee] ac salaria et f[...]uot3 habuerunt a dieta [galea], E simile al n. 628. Seguono alcune annotazioni relative ai fuggiaschi. 653. 1394. Cm. 23x30; cc. XXVII-XXXXIIII, XXXXVIII-LXXXXIII. In copertina: Galea Paganini de Blaxia. Loisius de Bemsa notarius. E simile al n. 628. Tra due serie di conti aperti agli uomini è inserita una contabilità generale. 654. 1394. Cm. 23x30; cc. I-LXXXXIIII. In copertina: >ï< mccclxxxxiiii. A c. I: Cartularium sive rubicha cartularium cumpoxitum per me Angelinum Chapu-rum de Vulturo, scribe gallee dominy Zeno(a)rdy Grilly, in quo cumtinentur omnes oficiales et sociorum et marinariorum et (ad) maiorem chautelam pono signum meum tallem. E’ simile al n. 628. 655. 1394. Cm. 23 x30, fase, inserto all’inizio cm. 15x21; cc. I-LXXII, 10 n.n. (bianche per più di metà), LXXIII-LXXXX, 6 n.n., fase, inserto (di recupero) cc. LV-LXVI. A c. I: >ì« mccclxxxxiiii, die x septembris. In nomine Patris et Fillii et Spiritus Sancti, amen. Ad honorem Dei et beate Marie senper virginis ac beatorum Pettri et Pauli, beatissimis angellis et archangellis Michael, Gabriel et Raphael ad [que] appo-stollis, martires et conffesores ac beatis Anthonii, Bernardo et Pellegrino et undecim millia virginis ac groriossa beata Catalina, Ulsula, Margarita et Clara et omnibus san-tas ac groriossis et archangelis Therami et Iulliano et Nicholao, amen. Galleam pa-tronizatam per dominum Manuelem Roverinum et cetera. Hoc cartularium scriptum 1 [Cm. 6,2]. 2 [Cm. 3,5]. 3 [Cm. 4,8], - 282 - et conpoxitum est manu mei Anthonii Gastaldi, mccclxxxxiiii, die x septembris, et ad maiorem caotelam pono signum meum tallem. E’ simile al n. 628. Seguono una rozza rubrica dei nomi degli imbarcati, un elenco di uomini che sembrerebbero andati in permesso e un breve appunto su altri uomini e sugli importi pecuniari loro corrisposti. Come si rileva anche dall’intitolazione, il libro ha uno stretto nesso con il n. 656, anzi, per una buona parte essi sono identici. Fino alla rispettiva c. LXII, la matricola corrisponde: l’unica differenza è rappresentata dal fatto che il n. 655 contiene qualche registrazione in più, soprattutto nelle rate di paga corrisposte. Le voci uguali sono segnate in entrambi con una R. Dopo la carta indicata, il n. 655 prosegue con la matricola, mentre il n. 656 presenta carte bianche. Quando quest’ultimo riprende le registrazioni, riprendono anche le concordanze; non contiene però la rubrica finale. Il fascicoletto inserto all’inizio del n. 655 contiene un frammento di matricola di marinai che non ha alcun nesso con il libro di cui si parla, dato che il fascicolo è un pezzo di recupero) e poi una bella rubrica alfabetica del n. 655, ricavata dagli abbozzi esistenti nel registro stesso e di cui si è fatto cenno. 656. 1394. Cm. 23x30; cc. I-LXII, 11 bianche n.n. ma conteggiate, LXXIIII-LXXXVII, altre n.n. bianche. A c. I: mccclxxxxiiii, die x septembris. In nomine Domini, amen, et Patris et Filli, Spiritus Sancti, amen. Ad honorem Dei et beate Marie semper virginis et cetera ac beatorum Petri et Paoli, beatissimis angelis et arcangelis Michael, Gabriel et Raphael, adque appostolis, martires et conffaores adque beatis Anthonii, Beri nardo] et Pellegrino et undecim millia virginis ac groriossa beata Catallina, Ulzulle, Margarita et Clara, et omnibus santis ac groriossis archangelis Therami, etiam Iulliano et Nichollao, amen. Galleam patronizatam per dominum Manuelem Roverinum et cetera. Hoc cartularium scriptum et compoxitum est manu mei Anthonii Gastaldi, scripbe supradicta gallee, mccclxxxxiiii, die et cetera, et ad maiorem caotellam pono signum meum tallem. Si veda il η. 655, di cui questo costituisce una prima stesura parziale. 657. 1395. Cm. 22x30; cc. I-LXXII. A c. I: i mccclxx[xx]v, die xxim agusti, in Ianue. In Christo nomine, amen. Ad honorem et beate Marie semper virginis, beatorum apostolorum Petri et Paulli, beate Andree, beate Bartolomee, beate Iacobe, beate Phelipe et tocius curie celestris, amen. Hoc cartularium et rubicha cartularium galee patronizatam per dominum Iohanem Ferandum, in quo scripti sunt omnes habencium solidum a dittam galleam, et ad maiorem cautellam pono nomen et signum meum tallem. Andriolus Mallagamba de Arenzano suprascripta s(cr)ipsit. E’ simile al n. 628. Segue un semplice riepilogo degli uomini e delle paghe loro corrisposte, con il rimando alla carta del rispettivo conto: può anche servire come rubrica. - 283 - 658. 1395. Cm. 22x30; cc. 66 n.n.; inserti nelle pliche della copertina anteriore. In copertina: >& mccclxxxxv. Quilici de Tadeis. E’ simile al n. 628. Segue un elenco dei sodi lasciati nel castello di Moneglia e un altro di quelli che li hanno rimpiazzati a bordo. 659. 1395. Cm. 25x41, fase, inserto nelle pliche della copertina anteriore cm. 11x31; cc. I-XXIV (mancano molte cc. finali), fase, inserto cc. 5 n.n.; copertina posteriore mancante. A c. I: mccclxxxxv, die x iullii. In nomine Patris et Fillii et Spiritus Sancti, amen. Ad honorem Dei, beate Marie semper virginis, beatorum appostolorum Petri et Paulli, archangellorum et angellorum Michael, Gabriel et Raffael, beatorum Iohannis batiste et evangelliste, beatorum Anthonii, Bernardi et Pellegrini, undecim millia virginum, glorioze beate Cataline, Ursulle, Margarite et Clare et omnium sanctorum et sanctarum ac glorioxi Therami et Iulliani et tocius cellestrallis curie, amen. Cartul-larium gallee patronizate per dominum Bartholomeum Roverinum quondam Nicolai et cetera, scriptum et compositum manu mey Oberti de Lazario quondam Anthonii, et ad maiorem cautellam pono nomen et signum meum, in quo continentur nomina et pronomina eciam saliaria sociorum et marinariorum diete gallee. Obertus de Lazario quondam Antonii, scriba supradicti domini Bartholomei et gallee. Incepimus servire die xxii iullii, in festo beate Marie Madalene, et servivimus usque die xxiii augusti. Adsit principio virgo Maria nostro. Obertus de Lazario, scriba predictus. E’ simile al n. 628. Il fascicoletto inserto contiene inventari di attrezzature fatti in occasione di un passaggio di consegne tra patroni. 660. 1400. Cm. 23x30; cc. 92 n.n. Alla le.: In Christo nomine, mcccc, die xmi iulli. >ì« mccccviii, die xvi maii. Presentatum fuit hodie per Elianum Centurionum. >ï< Mccccviiii, die vii ianuarii. Antonius Marruffus de Vulturo, constitutus in iura-mento suo, iuramento dixit quod presens cartularium est cartularium verum galee Martini de Casali. E’ simile al n. 628. Segue una breve e semplice contabilità generale. 661. 1401. Cm. 22x30; cc. I-CXVIII, 2 n.n. A c. I: >i« In Christo nomine, amen, mcccci, die xxx iunii. Ad honorem Dey et beatissime semperque virginis Marie et tota curia sellestris. Hoc est manualle mari-nariorum et sociorum gallee Comunis patronizata per dominum Petrum de Franchis ollim de Levanto, mei Iulliani de Costa, scriba diete gallee, et ad maiorem cautellam pono signum meum tallem. Dopo un breve conto relativo a restituzioni di denaro effettuate dai marinai, segue l’usuale matricola simile a quella del n. 628. - 284 - 662. 1402. Cm. 23x30; cc. I-LXXXXVII; inserti in fondo. Ac. II: In Christi nomine, mccccii, die π aprillis, in Ianua. Cartullarium galle(e) patronizate per nobilem dominum Andream Lomelinum, ad custodiam provincie Corsice et Sardinie pro inquirendo piratarum vuel malle hobedientes comunis Ianue, et ego Anthonius Romeus, scriba dicte galle(e), per maiorem cautelam signum meum pono talle. E’ simile al n. 628. La contabilità generale è all’inizio ed è comprensiva, come spesso avviene, anche di altre uscite, oltre ai compensi corrisposti all’equipaggio; si tratta di spese dovute soprattutto all’acquisto di viveri, sostenute a Genova e nel corso del viaggio (Villafranca, Nizza, Aigues Mortes etc.). 663. 1402. Cm. 23x30; cc. 1 n.n, I-LXVIIII, 18 nn. (forse mancano altre cc. finali); inserti alla c. XXXVIIII e tra le cc. n.n. In copertina: >ï< mccccii. Cartularium marinariorum et sociorum galee. E’ simile al n. 628. 664. 1404. Cm. 22x31; cc. I-LXXXXIIII. In copertina: >t> mcccciiii. A c. I: Cartularium gallee patroniçate per dominum Theramum de Monelia ad custodiam [maris] pro illustro et ma ***. E’ simile al n. 628 ed è particolarmente accurato. 665. 1407. Cm. 22x30; cc 2 n.n., I-CVIII, 26 n.n.; inserti tra le 2 cc. iniziali, alle cc. XVIIII, XXVII, XXXXII, XXXXIIII, LVIIII, LXII, LXXIII, LXXXXVII, nelle pliche della copertina posteriore. Alla le.: >i> mccccvii. Cartularium gallee patronizate per nobillem dominum Petrum de Auria, in quo sunt comitus, socii, marinarii seu stipe(n)dariis diete gallee et pacta et convenciones que dictus dominus Petrus habet cum predictis, scripto et composito manu mey Anthonii Guerffi, scribe dicte gallee, et ad maiorem cautellam pono signum meum talle. E’ simile al n. 628. Come si rileva anche dall’intitolazione, il libro ha uno stretto nesso con il n. 667. La materia è la stessa, con la differenza che nel n. 665 i conti aperti agli uomini sono disposti in ordine alfabetico e arrivano fino alla lettera T; dopo questa lettera vi è un gruppetto di altri conti aggiunti in un secondo tempo e quindi non ordinati come i precedenti. Il n. 667 deve essere il libro composto al momento della formazione dell’equipaggio; il n. 665 quello redatto a viaggio concluso. 666. 1407. Cm. 22x30; cc. 70 n.n. In copertina: Ψ mccccvii. Galee Babilani Salvaigi. E’ simile al n. 628, ma la matricola riguarda solamente i marinai. Nelle ultime carte - 285 - compaiono un abbozzo, subito interrotto, di contabilità generale e brevi appunti sul numero degli uomini, sui fuggiaschi e sul nolo di alcuni panni. 667. 1407. Cm. 22x30; cc. 4 n.n., I-LVIIII, 33 n.n. (in gran parte bianche). Alla I c. n.n.: mccccvii, die prima iuni. Cartularium gallee patronizate per nobil-lem dominum Petrum de Auria, in quo contine(n)tur pacta et convenciones que dictus dominus Petrus habet cum sociis et marinariis seu stipendiariis ditte gallee, in-scribtum et compositum manu meii Anthonii Guerffi, scriba diete gallee, ad maiorem cautellam pono signum meum talle. Si veda il n. 665; i sodi sono nella parte finale n.n. 668. 1408. Cm. 22x30; cc. II-XXI, LXXXXVII-CXVIIII; inserti nelle pliche della copertina anteriore. In copertina: mccccviii. Galee Batiste de Montaldo. E’ simile al n. 628. 669. 1408-1409. Cm. 22x30; cc. 2 n.n., I-LXXXXIII. Alla I c.: >ì« mccccviii, die xm februarii. Liber stipendii marinariorum et sociorum galee nobilis domini Galeacii de Auria, bone et collende memorie quondam domini Lucia [ni] de Auria. E’ simile al n. 628. Si rilevano numerosi fuggitivi, per cui al termine del registro sono notati nuovi arruolamenti, fatti nel corso del viaggio (per esempio a Chio, a Famagosta, a Rodi), evidentemente per colmare i vuoti. La durata del servizio, insolitamente lunga, comprende anche i primi due mesi del 1409. 670. 1408. Cm. 22x30; cc. I-LXXXXVI. In copertina: >i< mccccviii. A c. I: Cartullanum gallee patroniçate per spectabilem virum dominum Baptistam de Montaldo [.,.]1 ad custodiam maris civitatis Ianue et cetera, in quo cartulario continentur omnia nomina et pronomina tam [marinariorum], sotiorum et officialium quam stipendia ipsorum, scriptum manu scribe infrascripti et ad cautellam se s[ub-scripsit] signumque suum litterale talle apposuit consuetum. Quilicus de Iustanexe quondam Raffaelis, dicte gallee scriba. E’ simile al n. 628. 671. 1409-1410. Cm. 22x30; cc. I-LXXXXVI (forse mancano altre cc. finali); ultima c. e copertina posteriore in parte mancanti. 1 [Potrebbe esservi una lacuna di circa cm. 1], - 286 - A c. I: >ì< In nomine Domini, amen. Cartullarium galee patronizate per nobillem et potentem virum dominum Iohanem de Grimaldis in viagio de Sio et de Famagosta, in quo sunt scripti marinarios et socios acordati in dieta gallea, et scripti manu mea Michaelli de Anino, habitatoris Antipolli, scrivanus diete gallee, per dictum nobillem dominum Iohanem de Grimalldi, et inceptum dictum cartularium per me supradictum Michaellem sub anno Domini mccccviiii et die xii marcii. E simile al n. 628. Molti sono gli arruolamenti effettuati nel corso del viaggio, in sostituzione dei fuggitivi. Un buon gruppo di marinai è di Antipoli, come lo scriba. La durata del servizio comprende anche gli inizi del 1410. 672. 1401-1402, 1409, s.d. Cm. 14x41; cc. 5 n.n., I-XIII; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. E diviso in due parti. Le prime 4 carte riflettono l’uso originario di questo fascicolo che è di recupero e contengono un abbozzo di contabilità di un lanaiolo, o in ogni caso di qualcuno legato all’arte della lana. A questa sezione si riferiscono le date indicate. La parte cartulata contiene una delle usuali matricole di marinai; non ha date. 673. 1409 (?). Cm. 11x30; cc. I-LV (cartulazione relativa a 2 facciate affrontate); inserti alla c. XXI; copertina mancante sostituita da un foglio di carta. A c. I: [mccccviiii .. ,]os1 de mandato domini Antonioti Grilli. E’ simile al n. 628, ma la matricola si direbbe ielativa solo a marinai. 674. 1410. Cm. 22x29, fase, inserto all’inizio cm. 21x29; cc. I-LXXXXV, cc. 8 n.n. (bianche per metà), con un inserto; inserti alla c. XXXXIIII. In copertina: mccccx. Librum gallee Casani Spinulle armate prò comuni Ianue, que est [...]2 incepisse servire mccccx, die ultima maii, que die sibi fuit facta cercha, et dezarmavit mccccx, die xii novembris. E’ simile al n. 628. Il fascicolo inserto contiene un conto relativo ad uomini ancora in credito e il completamento di alcuni dati sui salari rimasti bianchi nel libro. 675. 1410. Cm. 22x29; cc. I-LXXII, LXXXXVII-LXXXXVIII, CXVIIII-CXXXXIIII. A c. I: mccccx, die xi iullii. Iohannes de Blaxia. E’ simile al n. 628. 1 [Cm. 0,5 circa. La lettura della data è molto incerta]. 2 [Cm. 1], - 287 - 676. 1410. Cm. 22x30; cc. I-CXXXXII. In copertina: >i< mccccx. Iste est primus liber gallee, inceptus mccccx, die xu mardi, et durat usque in mccccx, die xi novembris. Tamen ad servicium Comunis incipit mccccx, die x aprilis. E’ simile al n. 628. 677. 1411. Cm. 21x29; cc. I-LXXXXVI; inserti nelle pliche della copertina anteriore. A c. I: mccccxi, die xii ianuarii. Cartullarium gallee domini Iohannis de Blaxia prò Sardinia, scriptum manu mey Pasqual de Rapptalo], scribe dite gallee. E’ simile al n. 628. 678. 1413. Cm. 22x30; cc. I-LXXXXVI. In copertina: >i< mccccxiii. Cartularium galee patronizata per dominum Franciscum de Ast, et scriba diete galee Paulus Mazurrus. E’ simile al n. 628. Al termine del registro una semplice contabilità riepilogativa delle paghe degli uomini può anche tenere il posto di una rubrica. 679. 1415. Cm. 15x41; cc. 106 n.n. (è bianco per più di metà). In copertina: mccccxv. Manuale gallee ad custodiam maris patronizate per Luchinum de Goano, existente scriba Iohannes de Lavagio. E’ simile al n. 628. Gli uomini sono in numero minore del solito: forse la matricola è incompleta. Al verso della copertina anteriore vi è un elenco di attrezzature navali con il corrispondente valore. 680. 1416. Cm. 15x41; cc. 1 n.n., 1-119; inserti alle cc. 3, 94, 116. Alla I c.: >i< mccccxvi. Galea Dorini de Auria. Die xxii aprillis. Urbanus Vegerius, scriba galee, dixit quod de reditu de Corsica habuerunt homines χχχπ ultra suam comitivam, et steterunt diebus χιπ. La parte contabile generale, forse più ricca del solito per le uscite non costituite dalle paghe, non è situata al termine del libro: le sue raciones si alternano con le diverse sezioni della matricola. 681. 1416. Cm. 15x41; cc. I-CXX (mancano cc. finali). In copertina: >i< mccccxvi. Gallee domini Leonardi Ravascherii. A c I: i Iesus Christus. In Christi nomine, mccccxvi, die vm iullii, facta fuit monstra gallee nostre in Sigestro per nobillem virum dominum Bernabovem Dentutum et per Batistam Masurum canzellarium. — 288 - E simile al n. 628. L’usuale matricola, particolarmente accurata, è seguita da una contabilità riepilogativa delle quote corrisposte agli uomini e da un’altra contabilità relativa a minute spese. 682. 1416. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI; inserti all’inizio. In copertina: mccccxvi. Manuale galee custodie maris quondam Oberti de Palodio, scriptum manu * * *. E simile al n. 628. Al termine vi sono altri due conti, di cui uno è relativo agli uomini in credito e l’altro a quelli in debito. 683.684. 1417, 1419. Mancano. 685. 1421. Cm. 15x41; cc. 1 n.n., I-CXVIIII. In copertina: ^ mccccxxi. Liber scribanie gallee olim patronizate per Baptistam Ve-xerium. E’ simile al n. 628 (manca però l’indicazione dello stipendio unitario). Seguono appunti relativi a minute spese per l’acquisto di vino e di cibarie ed a pagamenti effettuati a Genova per conto degli arruolati. Al termine del libro vi sono ancora brevi promemoria a proposito di materiale bellico scaricato. 686. 1424. Cm. 22 x 29; cc. 1 n.n., I-LXXIII. In copertina: 4« mccccxxiiii. In presenti cartulario continentur multe fides de so-luptionibus factis per Saonenses diversis introitibus. Sulla copertina posteriore: Liber in quo apparent multe solutiones facte comer-ciariis Ianue per multos Saonenses diversis temporibus, exhibitus per Nicolaum de Camulio, sindicum comunis Ianue. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. Contiene le copie autentiche delle scritture relative a Savonesi tratte da svariati cartolari di imposte sul commercio (per esempio, dai libri dei carati del mare, della gabella censarie, di quella ripe grosse) di anni precedenti. Vi sono la descrizione dell’operazione sottoposta a tassazione, l’importo dell’imposizione, il pagamento. 687. 1426. Cm. 15x41; cc. I-CXXXXIIII (da c. LI a c. CXX e da cc. CXXV alla fine è bianco). In copertina: >i< mccccxxvi. Colardi de Palavania, patroni unius galee. E’ simile al n. 628. Segue una contabilità di carattere generale. Vi è anche un prontuario relativo al periodo di servizio di ciascun uomo e a quello della galera stessa. - 289 - 19 688. 1427. Cm. 14x41: cc. 1 n.n., I-LXXI; inserti nelle pliche della copertina posteriore. In copertina: mccccxxvii. Galee Manfredi de Guisulfis. E’ simile al n. 628. Segue una contabilità di carattere generale. 49. Galearum marinariorum introitus et exitus. E’ un gruppo di registri non raccoglibili sotto una descrizione unica. Si tratta di mastri di entrate e uscite (qualcuno è di sole uscite), ma concernenti situazioni diverse. Una delle più tipiche, ritratta da un buon numero di libri, è l’esercizio finanziario di una galera durante un viaggio determinato, sempre alle dipendenze del Comune. Ciascuna unità contiene la contabilità relativa a una imbarcazione, per il periodo che viene indicato. Le uscite sono per la gran parte costituite da ratei di paga corrisposti agli uomini, da acquisti di cibi e di bevande freschi, da spese occasionali per riparazioni all’imbarcazione. Esempio classico è il bel libro (bello anche esteriormente, con la sua copertina in pelle) della nave di Paganino Doria, ammiraglia della famosa spedizione armata nel 1351, destinata a scontrarsi nel Bosforo con i Veneziani (n. 691). Lo stesso tipo di registro può esistere ad un gradino amministrativo più elevato, e cioè in relazione non ad una sola nave, bensì a tutta una squadra, più o meno numerosa. A fianco di questo filone, altri rientrano nel gruppo. Compare con buona frequenza la contabilità per la costruzione, o per l’allestimento, o per il riattamento di una singola nave o di più di una. Sono riportate, sempre con grande minuzia e precisione, le spese per i materiali, per i maestri artigiani con i loro aiutanti, per il cibo e le bevande corrisposti appunto agli artigiani. E’ chiaro che i lavori possono differenziarsi di molto, dato che si oscilla dalla costruzione di una o più galere a piccole opere di riparazione. Inoltre, non è detto che tutta una operazione sia contenuta nello stesso libro. Per lavori alle medesime imbarcazioni si possono avere amministrazioni differenti, sia distinte cronologicamente, sia distinte in base a massari diversi, che hanno avuto l’incarico di provvedere a cose diverse: ciascuna gestione ha il suo libro, e a noi può essere rimasta un’unica unità. La contabilità può essere tenuta sia in partita semplice, sia in partita doppia. Si può anche trovare il sistema misto, quando le spese vengono — 290 — registrate per specie in grosse voci riepilogative, ciascuna delle quali ha un rimando a un elenco dettagliatissimo. Questi elenchi di uscite possono essere relativi ai materiali e, ancora più spesso, alla mano d’opera. Per tenere l’evidenza delle giornate lavorative di ciascun artigiano è usato un sistema detto per setemaniam per abecedarium·, i giorni della settimana sono indicati con lettere dell’alfabeto (a-f) e, sotto ogni lettera, è segnato chi ha lavorato e il rispettivo compenso giornaliero; oppure, a fianco del nome di ciascun artigiano sono indicate le lettere corrispondenti ai giorni di lavoro effettuato e sempre il compenso giornaliero. Registri in qualche modo affini sono quelli di inventari, che elencano l’attrezzatura mobile già acquistata, consegnata via via ai patroni, o agli scribi, o agli artigiani che debbono porla in opera: per lo più si tratta di materiale marittimo di grossa portata (come alberi o remi); qualche volta di forniture belliche come corazze; in singoli casi troviamo inventari di materiale di bordo in cui figurano anche gli oggetti minuti, come asce e pignatte. In tanta varietà di registrazioni, le intitolazioni apposte dagli scribi sono molto precise e indicative del contenuto del libro. Possono essere uniti a questo gruppo i nn. 206, 631. 689. 1350. Cm. 23x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. Ili, XVIIII, XXXVIII, LXV, LXXXXIII. A c. I: In nomine domini nostri Iesu Christi et beate Virginis et omnium sanctorum et sanctarum, amen, mcccl, die prima septembris. Cartularium [ i Impoxito per nos Cosme de Benamà et Cristiani Lomellini et in quo continentur omnes rationes gal-learum X armatarum pro comuni Ianue, de quibus est capitaneus dominus Babilanus Lomellinus; et cartularium est de cartis nonaginta sex, sive cartis LXXXXVI. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia, sintetico nelle motivazioni, ma molto accurato sotto l’aspetto tecnico. I risultati economici sono riepilogati in un conto intestato al doge e all’officium credertele. La maggior parte degli introiti non è motivata, ma proviene da mutui fomiti da privati cittadini e da un testatico; le altre entrate sono costituite da appalti di gabelle, da noli riscossi per il trasporto di panni e da contributi delle podesterie del Polcevera, del Bisagno e di Voltri. Le spese sono rappresentate principalmente dai compensi agli equipaggi delle galere armate dal Comune, da canoni spettanti ai patroni, da una parte dell’armamento e da molte provviste. In fondo al libro vi sono alcune disposizioni impartite dai mutuatari circa le persone cui spettano i capitali mutuati: tali persone sono probabilmente quelle che hanno anticipato ai mutuatari i soldi che questi ultimi hanno dovuto prestare al Comune. - 291 - 690. 1351. Cm. 30x41; cc. 74 n.n. Alla I c(: In nomine Domini, amen, mcccli. Cartularium officii constituti super pro-vixionis rerum universaliter necesariarum galearum existencium comunis Ianue, in quo scripta sunt omnia furnimenta dictarum galearum manu scribanorum omnium galearum, videlicet quilibet scriba galee fumimentum de qua galea est scriba, et appelatur cartularium appodisarum. E’ un magnifico registro di « ricevute »: galera per galera, il relativo scriba appone il proprio signum e successivamente elenca tutti gli oggetti fornitigli dall’ufficio corri' petente. Le forniture si riferiscono essenzialmente alle parti mobili delle navi (come alberi e remi); pili raramente si tratta di attrezzature belliche (ad esempio corazze). Le galere sono tutte nuove, costruite in cantieri vari (Genova, Sampierdarena, Riviere etc.). 691. 1351. Cm. 30x42; cc. I n.n. bianca, I-XXXXVII; copertina originale in pelle. A c. I: In nomine Domini, amen, mcccli, die in marcii. Cartularium introytus et exitus armiragie nobilis viri domini Paganini de Auria, armirati felicis armate gal-learum sexaginta comunis Ianue, scriptum manu mei Thome Ottonis, notarii et cancellarii comunis Ianue et scribe dicti domini amirati. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la gestione dell’ammiraglia, già armata e in gran parte rifornita. Sono indicate le paghe degli uomini, alcune forniture di cibi e di bevande e, tra le entrate, è compreso il denaro sborsato da coloro cui è toccato in sorte di imbarcarsi e che evitano in questo modo l’arruolamento. 692. 1352-1353. Cm. 30x41; cc. I-CLXXXXII (mancano cc. finali); inserti alla c. XXXVI. In copertina: mccclii. Meliani Catanei, Francischi de Matheo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice contenente gli elenchi cronologici, ripartiti per galera, delle somme corrisposte agli uomini. Si riferisce all’armata comandata da Paganino Doria. 693. 1353-1354. Cm. 23x42; cc. I-LXXII, altre n.n. bianche; inserti alle cc. XXVII, XXXXVII. In copertina: Racio gallee grosse Franceschoti Lomelini. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la costruzione, o il riattamento a fondo, della galera. 694. 1353. Cm. 15x42; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. IIII, XXII, XXVIIII. A c. I: mcccliii, die xii decenbris. In nomine domini nostri Iesu Christi et gloriosse beate Marie senper virginis et beati sancti Anthonii et tocius curie celestris, amen. Manuale gallee domini Francischoti Lomellini, quam facimus fieri in Sancto Petro — 292 — Arene, et in quo manuale continentur omnes avarie facte per dictan gallean per me Griffiotum Griffiotum, scriba diete gallee, et omnes raciones de homnia que per predictam galeam oportemus, et iornate magistrorum asie et calafatum per setema-mam per abecedarium per ordinem. (Lo scriba si sottoscrive con il proprio signum). E un mastro in partita semplice per le spese di costruzione (o di riattamento radicale) della galera. 695. 1354. Cm. 15x42; cc. I-LXXXXVI. A c. I: In nomine Domini, amen, et beate virginis Marie et omnium sanctorum et sanctarum et tocius curie celestis. mcccliiii, die mi decenbris. Manuale scriptum et compoxitum est ante per me Iacobum Cerexiam de Levanto. In manuale scripti sunt guardiani galearum Comunis et nomina eorum et aliis avariis et cetera. E’ un mastro di spese in partita semplice per modesti lavori effettuati a sei galere de Romania di proprietà del Comune. Le prime uscite registrate sono le paghe dei sei guardiani, per ciascuno dei quali vengono fornite le notizie individuali usualmente comparenti nelle matricole. 696-697. 1354. Mancano. 698. 1357. Cm. 30x41; cc. XXVI-LXXII, LXXXXVII-CXX (mancano molte cc. finali); inserti alle cc. XXXXIII, XXXXVIIII, LXVI. In copertina: [Officium guerre], E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia particolarmente accurato; concerne spese di vario tipo facenti capo all’officium guerre (per esempio, trasporto a Genova di prigionieri catalani, lavori di muratura ad opere fortificate in Riviera), ma la gran parte dei conti è relativa a spedizioni navali (una di 20 galere comandata da Lodisio Boccanegra, un’altra di 4 galere diretta a Rodi etc.). Qui siamo al vertice della piramide organizzativo-burocratica: spese e relativi finanziamenti sono visti in un quadro riassuntivo molto ampio. L’anno amministrativo inizia sicuramente nel marzo 1357, anche se la cosa non è subito evidente a causa della mancanza di carte importanti; le date 1358 e 1359, che si leggono con una certa frequenza, si riferiscono a strascichi amministrativi e contabili. 699. 1356. Cm. 23x31; cc. 48 n.n. Alla I c.: mccclvi, die * * *. Manuale fugitivorum galearum Comunis. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro in partita semplice. Le raciones aperte ai fuggitivi sono raggruppate per galera di appartenenza; nel debet contengono i crediti del Comune per le paghe già corrisposte ed i mallevadori degli stipendiati; nel recepimus sono registrati i rarissimi rimborsi. - 293 - 700. 1356. Cm. 23x31; cc. IiXXIII; inserti alla c. XVIIII. In copertina: mccclvi. Manuale galearum domini regis Castelle. Gallee quatuor. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice per le spese di allestimento di un gruppetto di galere. Da una breve contabilità riepilogativa, al termine, si deduce che i finanziamenti, riscossi tramite banchieri, provengono dai massari generali. 701. 1357. Cm. 11x29; cc. I-XXXXIIII (i nn. XXVI-XXXVII sono corretti su di una cartulazione precedente I-XII), 3 n.n. bianche; inserti alle cc. XII, XXII, XXXX. A c. I: MCCCLVII. Manuale factum per Georgium Marchexii et Anthonium de Ma-guerri, in quo continentur marinarii et socii galearum Francisci Saliceti, Valarani de Clavaro, Bartholomei de Viali, Bartholomei Preve, qui soluti fuerint de diebus quindecim, et edam ceteri de aliis galeis et qui omnes vadunt in galleas de quibus sunt infrascripti patroni: Bartholomeus de Viali, Valaranus de Clavaro, Bartholomeus Preve. E’ un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, per la gestione della galera; tra le spese, predominano le paghe degli imbarcati. Tra i conti sono inserite una lista di uomini allontanati perché malati e un’altra di fuggitivi. 702. 1358. Cm. 30x41; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. II, VI, XXIII, XXXXI; un taglio nella parte inferiore attraversa tutto lo spessore del libro e le cc. sono raggrinzite, ma ciò non compromette la lettura. A c. I: Cartularium trium galearum que fiunt in Saona per dominum Ludovicum Buchanigra et que fiunt ad instandam comunis Ianue, sive officii goere dicti Comunis, et de quibus sum scriba ego Leonardus de Berengerio notarius. Et diete galee in-posite fuerunt MCCCLViii, die * * * octubris. Et omnes quantitates peccunie que in dicto cartulario continentur sunt ad monetam Saone, ad racionem solidorum viginti novem prò floreno. E’ un mastro di entrate e usdte in partita doppia per la costruzione delle tre galere. 703. 1358-1359. Cm. 30x42, fase, inserto e legato all’inizio cm. 11x15; cc. I-LXXII, fase, inserto cc. 5 n.n., 3 n.n. bianche; inserti alle cc. II, XVI, XXIII. A c. I: In Christi nomine, amen, mccclviii, die ***. Cartularium in quo continetur id quod constiterunt per ordinem gallee quinque grosse de mensura de Romania et Syria, facte per dominum Symonem Vignosum et de sua moneta nomine comunis Ianue, imposite et complete in Ianua, videlicet gallee tres ad modulum et gallee due ad Sarzanum, quod cartularium compositum est manu mei Babilani Rubei notarii. Sciendum est quod dictus dominus Symon fieri facit dictas galleas quinque pro Comuni, sive per officium Gazarie, de sua propria moneta ad modum et pactum et composicionem ut patet per instrumentum scriptum manu Lanfranci de Vale, notarii et scribe dicti officii Gazarie, scriptum hoc anno, die * * *. Nomina officialium officii Gazarie sunt isti: Angellus de Lo Nigro; Petrus de Sigestro peliparius; Antonius de — 294 — Paulo; Filipus Marchexinus; Dexerinus de Spignano notarius; Paulus de Bancha; Laurencius Sclaverius; Melianus Ferrandus. Popullus. Babillanus Rubeus notarius. In Christi nomine, amen, mccclviiii, die vm iullii. Consignavimus supradictis millesimo et die galleam unam ex illis de modullo, videlicet illam de medio, Petro Longo patrono. Item die ea galleam unam, videlicet illam factam apud viam publicam mo-dulli, Georgio de Illionis. Item die x iullii galleam unam factam in Sarzanum, videlicet illam deverssus Sarzanum, Lanfranco Drizacome. Item die vim iullii galleam unam factam in Sarzano, deverssus Calignanum, Dorino de Paravagna. Item usque die vm iullii galleam unam Raffaelli de Bargallio, videlicet illam factam ad modulum deverssus portum. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la costruzione delle cinque galere de Romania et de Syria. Si è riportata l’intitolazione intera con tanta abbondanza di notizie oltre che per il contenuto perché da sola suggerisce l’accuratezza del libro e la varietà dei dati forniti. Il fascicoletto inserto all’inizio contiene la rubrica dei conti del cartolare. 704. 1366-1367. Cm. 16x42; cc. I-XXXXVII (da c. XXVII è bianco e anche nella parte precedente abbondano le cc. bianche); inserti alla c. XXV; davanti a c. I sono incollati due brandelli di cc.; le prime 6 cc. sono parzialmente mancanti; copertina mancante sostituita da un foglio di carta; stato di conservazione cattivo per guasti da umidità. A c. I: Manualle gallee quam patronizat domino Giorgio Capello, in quo continentur avariis fatis in viagio dite gallee. E’ un mastro di entrate e uscite condotto con metodo misto. Il viaggio è breve, da una località non identificata della Riviera a Genova, e le spese sono contenute. 705. 1366. Cm. 11x31; cc. I-XXIII (da c. XI è bianco); stato di conservazione pessimo, per guasti da umidità e per lacerazioni. A c. I: mccclxvi, die [xxi] februarii. Ad honorem Dey, [beatissime...]1 omnium sanctorum et sanctarum [,..]1. Manoaletum mei Iuliani de [. .■ .3 1 galee Comunis in quo [...]* monetam receptam [...] 1 sicut aparet per [...]* per « debet nobis » de [...] i. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per il modesto riattamento di una galera, per il suo rifornimento e per la paga degli uomini. E’ un riepilogo di voci complessive, per il dettaglio delle quali si rimanda al cartolare dello scriba. 706. 1366. Cm. 15x41; cc. 1 n.n., I-LXXV, altre n.n. bianche; inserti nelle pliche della copertina anteriore, alle cc. IIII, XVIIII, XXXVIII, XXXXVI, nelle pliche della copertina posteriore. 1 [E’ impossibile stabilire, anche approssimativamente, l’estensione della lacuna]. - 295 - Alla I c.: ψ mccclxvi, die xxvi maii, in Ianua. In Christi nomine, amen, et beate Marie semper virginis et vexiliferi Sancti Georgii et omnium sanctorum et sanctarum tocius curie celestis. Hoc est manuale domini Anthonioti Roveti, patroni presentis galee comunis Ianue, deputate ad custodiam et prò custodia dicti Comunis occasione presentis guerre, quod scriptum et compositum est manu mei Anthonii Perati scribe dicte galee, electi per dictum patronum, et in quo manuale scripta est per ordinem manu mei scribe prefati rado introitus et exitus dicte galee. Et ut presenti manuali, seu contentis in eodem, plenissime fides adhibeatur, premisso prius signo eiusdem patroni manu eius propria, signum mei dicti scribe subiungendum duxi, inchoando dictum manuale suprascriptis millesimo, die et loco. Signum domini Anthonioti Roveti patroni ut supra. (II signum non è stato apposto). Signum mei Anthonii Perati scribe ut supra. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la gestione della galera (comprese le paghe degli uomini e alcuni rifornimenti di cibarie). Al termine vi sono due annotazioni, una sulla moneta usata nella contabilità (moneta genovese) e l’altra a proposito di una fornitura di biscotto. 707. 1369-1370. Cm. 23x31; cc. 1 n.n., I-LXXXXV; inserti alla c. LXXXX. Alla I c.: mccclxviiii, die xi augusti, in Ianua. Manualle in quo continetur arma-mentum duarum gallearum armate prò serviciis Alexandrie, in quibus capitaneus et ambasiator dominus Branchaleonus de Spinullis, patroni dominis Pelegro Maraboto ex una, ex allia Iohanne Iancho de Arenzano, pro quibus per dominum dominum ducem et officium Alexandrie electi fuerunt Cosme de Pallavirinis et Raffum Griffiotum ad videndum acipere homines preditarum duarum gallearum, ego Cosme ad illam Pelegri, et Raffo ad illam Iohanni Iancho. Non concerne 1’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole molto dettagliato, relativo a entrambe le galere. Larga parte è fatta ai pagamenti agli uomini; al saldo, avvenuto a Genova, è dedicata una breve contabilità riepilogativa finale. Non manca la parte riservata ai fuggitivi. 708. 1368. Cm. 23x31; cc. 1 n.n., I-XXXX, 10 n.n. (con sporadiche annotazioni); inserti alle cc. VII, Vili, XXVI, XXVIII. In copertina: Ivanexi de Mari. E un mastro di entrate e usdte, condotto con metodo misto, per la costruzione, l’allestimento e la breve gestione in mare — dallo scalo al porto di Genova — di una galera del Comune destinata, assieme ad altre tre, al trasporto del pontefice. Le scritture sono molto sintetiche. Le annotazioni contenute nelle ultime carte riguardano i sodi di una galera e acquisti di panno effettuati dallo scriba. 709. 1373. Cm. 22x30; cc. I-XXXXVIII. A c. I: mccclxxiii, die xxn ianuarii. In nomine Domini, amen. Liber meus [Da-miaìni de Momecio de Recho, in quo continentur exspense per aconciam galearum sex — 296 — ituris [Ci]p[rum] ad custodiam, et ad maiorem cautellam pono slignum] et nomen meum, talle est. Et vera galea domini Dagnani Catanei, capitanei ditarum galearum. In summa galee vii. Damianus de Mornecio de Recho. E un mastro di entrate e uscite in partita semplice. Si veda anche ciò che si dice ai nn. 710 e 711. 710. 1373. Cm. 22x31; cc. I-LXXXX, altre n.n. bianche. A c. I: mccclxxiii, die xxvi aprillis. Cartularium mey Damiani de Mornecio de Recho, masario constituto super reparacionem gallearum comunis Ianue, et ut infra per ordinem: primo galee due de Romania, uscheri tres, galea Anthonii Bibia et galea Nicholay de Zoalio, que sunt in summa navili vii. E’ un mastro di entrate e uscite condotto con metodo misto. Nonostante l’identità del massaro e l’affinità della materia, non ha legami con il n. 709: il periodo cronologico è diverso (questo libro riguarda il periodo aprile-luglio, il precedente quello gennaio-marzo); il gruppo di imbarcazioni sembra differente, anche se la destinazione è la medesima. Si veda anche ciò che si dice al n. 711. 711. 1373. Cm. 25x41; cc. 1 n.n., I-CXXVI, altre n.n. bianche; inserti alle cc. VII, XIIII, XXIII, CXI, CXII. In copertina: mccclxxiii. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia relativo in gran parte all’acquisto di attrezzature belliche (come corazze, polvere da sparo, bussorii di bronzo) destinate a imbarcazioni e, in misura minore, a spese per lavori limitati, sempre effettuati sulle navi. Probabilmente questo registro completa i due precedenti, concernenti una spedizione a Cipro, e riguarda la parte militare, una volta compiuta quella navale. Da queste pagine è evidente l’esistenza di un officium super galeis fiendis, che lavora a fianco dell 'officium Cipri. 712. 1376. Cm. 15x41; cc. 1 n.n., I-XXX, altre n.n. bianche. In copertina: mccclxxvi. Alla I c.: Hoc est manualle avariarum galearum patronizatarum per dominos Fabianum Lomelinum et Nicolaum de Zualio, videlicet de espensis fatis de reparacione et paramento ditarum galearum. E’ un mastro di sole uscite in partita semplice. 713. 1377. Cm. 15x41; cc. 48 n.n.; inserti nel I fase. Alla I c.: >i< In Christi nomine, mccclxxvii, die xvii iunii. Hoc est manualle inventarii gallearum comunis Ianue de quibus est capitaneus domini Araonii de Strupa ut infra, scriptum e compossitum per me Iullianum de Stramandezo scriba officiallis, et a magorem cautellam pono signum meum tallis. - 297 - E un libro di inventari. Nave per nave, sono elencati oggetti di uso corrente (come suppellettili da cucina) e attrezzature navali probabilmente di rispetto: vengono indicati, senza particolare ordine, la grattugia per il formaggio e i timoni latini. Sulla capitana non manca la mannaia prò iusticia. In fondo compare un inventario di oggetti giacenti a terra. 714. 1377. Cm. 23 x 30; cc. I-XXXXVIII, altre n.n. bianche; inserti alla c. XXXX; copertina anteriore quasi interamente mancante. In copertina: ·ϊ« mccclxxvii. A c. I: >ì« Ad honorem Dey, beate virginis matris Marie. Cartularium nostrorum Anthonii de Nigro et Iuliani de Castro, officialium Comunis super reparacione galearum, furnimentis et construendi galeam novam, sicut in dicto ordinaliter continetur, scriptum ordinaliter per « debet nobis » de prima carta usque in fine, et scriptum per me Iulianum supradictum usque hodierna die xxm iunii. Scriba noster in serviciis supradictis est Iulianus de Stramezo et in suo cartulario possunt videri ordinaliter om(n)es expense que feruntur omnia singulariter. E un mastro di entrate e uscite in partita doppia particolarmente minuzioso e accurato. 715. 1378. Cm. 22x30; cc. I-LXXII; inserti alle cc. II, XXXV. A c. I: mccclxxviii, die vim iunii. Manualle marinariorum accordatorum prò galleis quatuor per dominos Boruellem de Nigro et Leonardum Iustinianum ollim de Gari-baldis, in quo continentur nomina ipsorum hominum et saliaria nec non et fideiusso-rum ipsorum nomina. E un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Nei conti analitici intestati agli uomini — i quali sono raggruppati galera per galera — sono forniti anche i dati usuali dei libri di matricole. 716. 1378. Cm. 15x39; cc. I-LXI, altre n.n. bianche; inserti alle cc. XX, XXV, LXI. A c. I: mccclxxviii, die xxvn augusti. Manoale solucionis fatis de marinariis et sociorum galearum Alaoni de Strupa, Meliadus Catanei, Nicolai de Zoalio per Ilarium Lecavelum et Dagnanum Gambonum, aletos per officium guerre. E un mastro di entrate e uscite in partita doppia non sempre perfezionata. 717. 1378. Cm. 15x41; cc. I-XXIIII, altre n.n. bianche; inserti alla c. XV; le prime due cc. sono in gran parte mancanti. In copertina: *ï« mccclxxviii, die xm octobris. Manualle officio s[uper rtmos et arbores] et antennas et scalle g[allea]rum. Ianotus de Maris. Franciscus de Ancona. E un mastro di entrate e uscite in partita doppia per l’acquisto di materiale nautico (soprattutto remi) consegnato a un gruppo di patroni. Questo particolare ufficio super remos etc. lavora alle dipendenze dell’officium guerre. — 298 — 718. 1378-1380. Cm. 15x41; cc. I-CXII; inserti alle cc. III, XXXX, LXXXXI11I, CV, CVIIII; legatura seriore in pergamena rinforzata. A c. II: >ì< mccclxxviii, die vili iunii, Ianue. Hoc manoalle est gallee domini Petri Piconi de Arenzano, in quo quidem manoalle continentur omnes expense cum page et avarie diverse atque mutua marinariorum et sociorum et aliorum, facte pro pre-dicta gallea per me Anthonium Pisanum de Arenzano, et ad maiorem cautellam pono signum meum talle. E’ un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, per la gestione in mare della galera. Concerne le spese sostenute direttamente dallo scriba, in gran parte per lavori di riparazione, per l’acquisto di cibarie fresche, per la corresponsione di una rata di salario agli uomini; molti esborsi hanno luogo a Zara. I totali delle uscite, di cui questo registro dà i dettagli, confluiscono nel n. 719. 719. 1378-1380. Cm. 22x31; cc. I-LXX, LXXII; inserti alla c. III. A c. I: >i< mccclxxviii, die v iunii. Cartularium Anthonii Piconi, in quo contine(n)-tur raciones inter dominum Petrum Pichonum et me. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la gestione in mare della galera. E’ comprensivo anche dei saldi contenuti nel n. 718. 720. 1380 (in base all’indicazione d’archivio). Cm. 21x30; cc. V-CXXXXVIIII, 4 con cartulazione illeggibile, CCLI-CCLXXXIII, 3 con cartulazione illeggibile, altre n.n. bianche; inserti alla c. CCLXX; le prime 4 cc. mancano in gran parte; la copertina è una pergamena di recupero, più piccola del libro; stato di conservazione cattivo per guasti da umidità. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole relativo ad un’armata, con i conti raggruppati imbarcazione per imbarcazione. I dati relativi alle paghe sono anche in monete diverse da quella usuale genovese. 721. 1353-1354. Cm. 11x31; cc. I-XXXV, 61 n.n. (tra cui predominano le bianche). A c. I: mcccliii, die [... novembris]1. In nomine Christi, amen. Hoc est manualle galea una grossa facta in Sancto Petro Aliene, que patronus est infrascriptus dominus Raffael de Auria, ut infra. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice per una parte della costruzione della galera. Le spese sono limitate. 722. 1380. Cm. 24x41; cc. 1 n.n., I-CXXX, altre n.n. bianche; inserti alle cc. II, LXII, LXIIII, CXVIII. > [Cm. 0,51. - 299 - In copertina: 4« mccclxxx. Anthonius Lercarius. Non concerne 1’usuale materia di questo gruppo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia della massaria dell 'officium guerre. Naturalmente le spese sono per scopi militari, ad esempio per paghe di uomini in servizio nel castello di Capriata; hanno anche molto spicco i dati riguardanti l’allestimento di una spedizione diretta tu Clugia. Le scritture non sono particolarmente eloquenti, perché spesso le motivazioni restano celate dietro i nomi propri. 723. 1381. Cm. 15x41; cc. 1 n.n., I-LXXI; inserti alla c. LV. In copertina: mccclxxxi. Manualle massarie Anthonii de Vivaldis et Luciani de Castello ad providendum pro remis novis pro galeis Comunis, ad instanciam sive mandatum officii guerre maritime. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la fornitura di remi (ogni remo costa 21 soldi) alla squadra comandata da Isnardo Gualcus. 724. 1382. Cm. 15x41, fase, inserto e legato all'interno cm. 11x30; cc. I-CXVI, altre n.n. bianche, fase, inserto cc. 4 n.n.; inserti alla c. LII. A c. I: »ì« In Christi nomine, amen, mccclxxxii, die xim ianuarii, in Ianua. Ad honorem Dei omnipotentis Patris et Filii et Spiritui Sancto et beate Marie semper virginis, beati Iohannis babtiste et evangeliste, beatorum Petri et Pauli apostoli et beate Catarine virginis et tocius curie celestris, amen. Cartularium in quo continentur rationes gallee domini Silvestris de Marinis, scripte et compoxite in Ianua per me Iacobum de Compagnono scribam dicte gallee, et in dicto volo quod detur fides et ad mayolem cautellam pono signum meum talle. E un mastro di entrate e uscite in partita doppia concernente dapprima il riattamento della galera e poi, per la maggior parte, la sua gestione in mare. Molte scritture sono registrate dopo la partenza da Genova: si tratta di spese di manutenzione, per cibarie e per pagamenti agli uomini. La galera, chiamata « Sant’Antonio », oltre a compiere la missione ufficiale di condurre due ambasciatori del Comune ad Alessandria, trasporta anche un certo numero di mercanti. Il viaggio contempla numerosi scali e lo scriba stesso esercita un po’ di traffici (in tessuti) in proprio: verso il fondo del registro compaiono i suoi conti personali. Il fascicoletto inserto contiene un semplice conto di spese alimentari sostenute durante il viaggio. 725. 1383. Cm. 22x30; cc. 1 n.n., I-LXXI (tra cui molte bianche); inserti alle cc. VIIII, XXV, XXVII, XXVIII, XXX, XXXI, XXXII, XXXIIII, XXXVI, XXXVII, XXXVIII, XXXVIIII, LI, Lini, LV. Alla I c.: >i< mccclxxxiii, die xxv iunii. In isto contine(n)tur avarie facte in galea Iohannis de Lagneto per me Nicholaum Roverinum, patronizata per Lodixium Iohan-nibono. Et symilliter prò galea nova patronizata per Meluanum Vento. E diviso in due parti. La prima, piuttosto limitata, costituisce un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, per il riattamento della prima galera. La seconda — 300 — parte, divisa dalla precedente da alcune carte bianche, è un mastro di entrate e uscite in partita doppia non perfezionata per forniture di vario tipo, ma soprattutto militari, destinate a entrambe le galere. 726. 1385. Cm. 22x30; cc. 1 n.n., I-LXXXXV; inserti nelle pliche della copertina posteriore. Alla I c.: In Christi nomine, amen, mccclxxxv, die xxm marcii. Cartularium massarie gallearum decem capitanei domini Clementis de Facio, cuius fuerunt massarii domini Crestianus Cathaneus et Iohannes Figonus, et quarum rerum reddiderunt et fecerunt racionem, prout in presenti manualle seu cartulario continetur. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per la fornitura di attrezzature marittime e militari (vele, barili, calderoni, remi, balestre, corazze, etc.). 727. 1384-1385. Cm. 14x41; cc. I-XXXVI, altre n.n. bianche; inserti alle cc. Ili, XII. A c. I: mccclxxxv, diebus diversis. Cartularium expensarum factarum per Bemabo-vem de Flischo et socium, videlicet Nicholaum Roverinum, officialles constitutos ad futrnlendum galleas decem Comunis et allias duas que portaverunt regem Cipri in Cipro, de qui(bus) fecit racionem ipse Bernabos, ut in presenti manualle continetur. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per forniture marittime e militari alle galere. Non ha legami diretti con il n. 726, in quanto sono diversi il periodo cronologico e i massari. 728. 1385. Cm. 15x41; cc. I-XXXVIII, 1 n.n. scritta, altre n.n. bianche; inserti alla c. XXI e nelle pliche della copertina posteriore. A c. I: mccclxxxv, die π augusti. In nomine Domini, amen. In isto libro continetur omnes sollutiones et pagamenti facti per nos Dominicum de Prementorio et Bernabos de Flischo ad omnibus offitiallibus, marinariis et sociis et omnes stipendiariis gallee ollim patronizate per Balhtollomeum Papariarum in viagio Cipri et in viagio pa(r)tis Allexandrie, et de omnia que recipere debebant fecimus cum eis de acordio in summa quod dictis recippere debebant de mensibus vi, et ad hoc fuimus constituti per magnifficum dominum Anthoniotum Adurnum, Dei gratia dux Ianuensis, et eius Consillium et cetera. Nos Dominichus de Prementorio et Bernabos de Flischo et cetera. Non concerne 1’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole, compilato al termine del viaggio sulla scorta del cartolare della galera; vi è dato molto rilievo al pagamento delle rate di salario e in particolare al saldo. Al termine vi è una breve contabilità riepilogativa, da cui si deduce che il denaro proviene in gran parte dalle podesterie suburbane e dalle Riviere. 729. 1390. Cm. 15x41; cc. I-LXXXXVI. A c. I: Manualle in quo [continentur res] consignate per infrascriptos patronos [ga- - 301 - learum], quarum fuit capitaneus Γdominus Iohanne]s Centurionus olim Ultramari-nus, [dominis] Lodixio Gitaneo et Petro [de] Persio massariis et cetera, et de eis translate in Beniedictum] de Monella et Iacobum de [...]’, gubernatores dictarum rerum. Populus. Iohannes Bochinus, filius Stef[ani], n[otarius]. E’ un libro di inventari dei beni consegnati dai singoli patroni ai massari: si tratta di materiale molto assortito, comprensivo di tutto ciò che su di una nave può essere mobile. Una rubrica iniziale, che contempla tutti i responsabili con il rimando alla rispettiva carta, elenca 35 patroni. 730. 1390. Cm. 14x42; cc. I-LXXII; inserti alle cc. L, LIIII, LVII, LVIIII. A c. I: >ï« In Christi nomine, amen, mccclxxxx, die x octubris. Cartularium mei Luciani de Monella. Adsit principio virgo Maria meo, amen. Deo gracias. Cartullarium in quo scriptum est furnimentum gallearum comunis Ianue ut infra. E’ un libro di inventari di consegna. E’ molto simile al precedente nella struttura degli elenchi ripartiti patrono per patrono, con la differenza che qui si indica il materiale consegnato ai responsabili delle singole navi, almeno per quanto si riferisce alla gran parte delle registrazioni. Verso il fondo compaiono anche elenchi di materiale consegnato dai patroni, alternati a note di spese (essenzialmente per lavori alle navi) e a qualche locatio operis (soprattutto di custodi di navi). 731. 1390. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIIII; inserti nelle pliche della copertina anteriore, alle cc. XVII, XXXVIIII. A c. I: mccclxxxx, die xii iunii, in Ianua. Manuale Comunis masserie dominorum Ambroxii de Oliverio et Danielis de Mari, massariorum gallearum Comunis armatarum ad offenssionem barbarorum, de quibus est capitaneus dominus Iohannes Centurionus, in quo quidem manuale continentur raciones soldate cum patronis in Tanua presentate decetero domino capitaneo et massariis, et existente scriba cum eis Nicolao de dominis de Paxano notario. Populus. Nicolaus de dominis de Paxano notarius. Contiene il rendiconto contabile della spedizione. Le entrate e le uscite sono elencate in forma semplice ed affrontate galera per galera. Le spese sono raggruppate per natura; le paghe si riferiscono a tre mesi di servizio. Al termine, compare il quadro riassuntivo dei costi di ciascuna nave, seguito dall’elenco degli imbarcati che durante la spedizione sono morti per cause naturali o de percussione. E’ il primo di un gruppo di libri relativi alla gestione dell’armata comandata da Giovanni Centurione e reduce dall’Africa. In proposito si vedano anche i nn. 732, 733 e 735; probabilmente i nn. 729 e 730 documentano un momento preparatorio della stessa spedizione. 1 [Cm. 1,5]. — 302 - 732. 1390-1391. Cm. 14x41; cc. I-LXXXXV, 1 n.n.; inserti alle cc. XXI, XXVIIII, XXXV, XXXXI, LI, LXVIIII, nelle pliche della copertina posteriore. A c. I: mccclxxxx, die xxx iunii. Manuale comunis Ianue in quo quidem continentur stipendiarii et alii capti in Portuveneris occasione gallearum Comunis armatarum ad offensionem barbarorum, per dominos Ambrosium de Oliverio et Danie· lem de Mari, massarios dicti Comunis dictarum gallearum, et sub capitaneatu nobilis et egregii viri domini Iohannis Centurioni, et existente scriba diete massarie Nicolao de dominis de Passano notario, et eciam in dicto manuale descripta sunt alia diversa négocia. Populus. Nicolaus de dominis de Passano notarius. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per l’armata di cui si tratta nel n. 731. Si riferisce alle spese non registrate nel libro precedente. Le scritture sono molto varie e vanno dalla costruzione di macchine belliche compiuta durante la campagna militare, ai conti dei marinai fuggiti, agli usuali rifornimenti di cibo e cosi via. 733. 1391-1394. Cm. 15x41; cc. I-CLXI, poche n.n. bianche; inserti alle cc. III, mi, VI, XXX, XXXVIII, LXXXVIIII, CII, CL. A c. I: >i< mccclxxxxi, die * * *. Manuale comunis Ianue gallearum armatarum anni preteriti ad offensionem barbarorum, in quo quidem manuale continetur credittores et debitores dicte armate, vissis et examinatis racionaibus patronorum et aliorum per dominos Ambrosium de Oliverio, Danielem de Mari, Nicolaum de Zoalio et Balda-salem Cibo, mior officiales constitutos per magnificum dominum ducem et Consilium super predicta negotia gallearum, existente scriba dictorum officialium Nicolao de dominis de Paxano notario. Populus. Nicolaus de dominis de Paxano notarius. E’ un mastro con la contabilità delle pendenze relative all’armata del 1390, stazionante a Portovenere sotto il comando di Giovanni Centurione. Il libro comincia con un gruppo di conti ordinati alfabeticamente, le cui scritture di apertura fanno riferimento a registri anteriori; prosegue con i conti delle singole cerchae, in cui sono elencati i fuggitivi, le somme dovute dai rispettivi garanti e quelle eventualmente riscosse; si conclude con alcuni conti riepilogativi degli incassi e delle spese. La contabilità, condotta in una partita doppia alquanto scorretta, si riferisce al periodo dal 1391 al 1394. 734. 1392. Cm. 15x41; cc. I-CXX; inserti alla c. XXXX. In copertina: mccclxxxxii. A c. I: Cartularium masarie masariorum comunis Ianue dominorum Anthonio de Benedito et Bernabò de Flischo, prò aconcia et reparacionis galearum ehuntes in Romania et Spagna et in guardia, scritas per ordinem per me Albertum de Anblatorio in dito cartulario, scriba supra ditorum dominorum masariorum, et a magorem chau-tellam pono signum meum talis. - 303 - E' un mastro in partita semplice di spese per il riattamento delle galere. Al termine vi sono i conti per attrezzature militari consegnate alle singole imbarcazioni. 735. 1392. Cm. 15x42; cc. I-XXIIII, 12 n.n. (inframezzate da altre n.n. bianche); inserti alla c. XVIII, tra le cc. n.n. In copertina: mccclxxxxii. Manualia rerum et fumimentorum galearum Comunis armate Africe. Benedicti de Monella. A c. I: >ï« In Christi nomine, amen. Cartularium sive manualle consignacionum fumimentorum gallearum comunis Ianue factum per dominum Beneditum de Mo-nellia, masarium dictorum, ud intus continetur. Ego Lucianus de Monellia, scriba dicti domini Benediti, scripsi. E un libro di inventari per i materiali distribuiti ad alcuni patroni di galera, o ricevuti dai massari, o consegnati a terzi per usarli o porli in opera. 736. 1398-1401. Cm. 22x30; cc. I-XXIIII; inserti alle cc. X, XV, XVI, XVIIII, XXI. A c. I: »J< MCCCLXXXXVIII, die xxvi aprillis. Manualle actorum et gestorum super factis et diferenciis vertentibus inter mercatores et naulizatores mercium et rerum in navi patronizata per quondam Obertum Malagambam et Raffaellem Squarzaficum et alias capta per Alvarum Bizerrum piratam et cetera, et tam occasione recati rerum tunc depredatarum et mercium in dieta navi, quam dicte navis et aliorum dependentium a dicta preda factorum sub examine dominorum Dominici Centurioni et Inofii de Vignollo, magistratus et delegatorum ad premissa, vigore decreti domini gubernatoris et cetera et Consilii, publicati et signati manu Masimi de Iudicibus notarii et cancellarii, mccclxxxxviii, die ultima februarii, existente scriba cum eis me Lodisio de Andoria notario infrascripto. Populus. Lodisius de Andoria notarius. Contiene la documentazione di una lite tra i patroni della nave, i mercanti e gli assi-curatori. Il registro ha inizio con il decreto di nomina dei magistrati incaricati di risolvere la vertenza e prosegue con la documentazione: elenchi delle merci, loro porto d imbarco, proprietari, valori, marcatura delle balle; la sentenza dei magistrati è seguita da una contabilità in partita doppia relativa alla liquidazione della vicenda. 737. 1391-1393. Cm. 15x41; cc. 96 n.n. E un libro di inventari di consegna. In una prima parte vi sono indicate attrezzature nautiche (ad esempio vele) distribuite a gruppi di uomini che presumibilmente sono patroni di galere. Seguono elenchi di res minute date a singoli patroni da parte di Benedetto de Monella. Successivamente sono registrate altre serie di oggetti forniti a funzionari o direttamente ad artigiani. Un elenco di minute spese chiude le scritture. La data sulla copertina (1399) non ha alcun nesso con il contenuto. 738. 1400. Cm. 11x30; cc. 1 n.n, I-XXXXVII, L-LXXXXV; nonostante l’apparenza, non manca niente: da c. L in avanti il libro è formato da 2 fascc. di recu- — 304 - pero, con cartulazione già esistente e adattata dallo scriba in modo da metterla in successione più o meno esatta rispetto alla parte precedente; inserti alla c. lxiiii e in fondo. In copertina: Librum Iacobi [Calpe, depositum per eum die xx prima octobris. Alla I c.: *ff mcccc, die xiii iulii. Non concerne 1 usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole. Tra i conti aperti ai marinai e quelli aperti ai sodi vi è una contabilità riepilogativa. 739. 1412. Cm. 14x42; cc. I-XIII, altre n.n. bianche. A c. I: >i< In Christi nomine, amen, mccccxii. Cartularium introytus et exitus gallee patroniçate per nobilem dominum Constantinum Lercharium, armate pro felici comuni ianue, prò portando ambassatam ad serenissimum regem Aragone et cetera, per nobilem et circumspectos dominos Percivalem Mussum, Dominicum de Mari, ad hec electos et cetera, scriptum manu scribe infrascripti, et in testimonium intrascriptorum se subscripssit signumque suum litterale apposuit consuetum. Quilicus de Iustanexe, decte galee scriba. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per il riattamento della nave e per la paga degli uomini. I lavori sono limitati; l’aspetto nautico è secondario e le spese sono in gran parte dovute all’acquisto di oggetti di carattere formale e di protocollo, come vessilli ed insegne. Il libro è redatto con una scrittura eccezionalmente bella. 740. 1413-1414. Cm. 11x29; cc. 12 n.n.; la I c., bianca, attualmente funge da foglio di guardia. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un frammento di un libro di gestione di una imposta sul commercio marittimo. Registra il movimento di merci (panni) in entrata e in uscita dal porto di Genova e la relativa tassazione. 741. 1416. Cm. 22x30; cc. I-XXIII. In copertina: mccccxvi, die ***. Babilani de Nigro, massarii officii contra Petrum regem. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per il mantenimento di una piccola squadra di due navi per la durata di tre mesi. Insolitamente chiare sono le provenienze delle entrate: tra di esse vi è una tassazione speciale sulle comunità di Noli e di Savona. Al termine del libro vi è una sintetica matricola di sodi. 742. 1417. Cm. 22x30; cc. I-CXX. A c. I: >jf mccccxvii, die ***. Cartularium galee Lodisii de Carmadino, prò primis duobus mensibus. E’ un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, per piccoli lavori alla galera, per minute spese e soprattutto per la paga degli uomini. - 305 - 20 743. A questo numero non corrisponde niente: è stato saltato per errore nella successione. 744. 1418. Cm. 15x41; cc. I-CXXXXIIII (mancano cc. finali). A c. I: *b In Christi nomine, amen, mccccxviii, die xi ianuarii. Facta fuit monstra gallee custodie domini Marchi de Rappallo per dominos Lodixium de Cremme et Cristofarum Calvum, misos ad inquirendum per magnifichum dominum dominum Tho-mam de Campofrego( so ), Dey gracia serenissimum ducem nostrum atque eius populli defensoris. 4« mccccxviii, die ii decenbris. Notum sit omnibus quod, de mandato illustris et magnificis domini domini ducis, consignavimus galleam custodie, patronizatam per dominum Marchum de Rappallo, Raffaelli Testa, cum omne eius furnimentum nec-cesarium, in qua gallea servivimus menses decem et dies viginti, incepto die xi dicti millesimi, et finito die ii decenbris in mane. Matheus Ravascherius quondam Andree, scriba dicte gallee. Non concerne 1’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole. La parte finale, ora mancante, conteneva una contabilità riepilogativa. 745. 1418. Cm. 22x30; cc. I-CLXVIII. In copertina: >ï< mccccxviii. Cartularium galee Urbani Italliani. E’ un mastro di entrate e uscite, condotto con metodo misto, per modesti lavori alla galera, per attrezzature e per la sua gestione (soprattutto per la paga degli uomini). 746. 1419. Cm. 22x29; cc. I-CXXXXI, 13 n.n, altre n.n. bianche. In copertina: >ï« mccccxviiii. Manualle galee domini Cazani de Auria. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole. Alcuni richiami rimasti in bianco inducono a pensare che si intendesse redigere una contabilità riepilogativa, comprensiva dei pagamenti corrisposti agli uomini, che poi non ebbe luogo. 747. 1421. Cm. 15x41; cc. 1-96. In copertina: mccccxxi. A c. 1: Liber racionum marinariorum gallee patronizate per Baptistam Vegerium de Saona. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole. 748. 1422, 1426. Cm. 22x29; cc. I-LXXII, 50 n.n, altre n.n. bianche; inserti a c. LVII. — 306 - In copertina: >ï« mccccxxii. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole diviso in due parti. La prima, relativa al 1422, comprende gli usuali elenchi degli uomini d equipaggio con le solite minuziose indicazioni; non mancano le rate di paga già corrisposte. Nella seconda, relativa al 1426, i dati sono molto più schematici del solito: vi sono i nomi e solo qualche volta la qualifica, mentre le rate di paga sono regolarmente registrate, a volte con rimandi ad altri libri. 749. 1423. Cm. 15x41; cc. I-CLXXXXII; inserti nelle pliche della copertina anteriore. In copertina: mccccxxiii. A c. I: >ì< Iesus. Manuale reparacionis galearum quindecim et unius galeote vocate « Langilla », scripto manu mey Sagini de Flassineto, scribe dicte reparacionis, existentibus massariis nobile et egregiis viris dominis Bernabove Dentuto et Paga-nino de Blasia, nec non reparacionis unius alie galeote patronizate per Petrum Andream Granclum et Lodisium Ihabronam. Adsit principio virgo Maria meo. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia particolarmente dettagliato e accurato. 750. 1425. Cm. 14x41; cc. 48 n.n., altre n.n. bianche (mancano alcune cc.). Alla le.: Ψ Iesus. [...]> nomine, mccccxxv. Iste liber est mey Iohannis de Moyrassana, domini et patroni unius galeote vocate «[Sancta] Catalina», in quo sunt socii et marinarii pre[diete] galeote, et ad maiorem cautelam signum mieum] suposuy. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. E’ un libro di matricole. 751. 1425. Cm. 21 x 29; cc. I-CXXXVIII, poche n.n. bianche; inserti nelle pliche della copertina posteriore. A c. I: >i< Iesus. mccccxxv. Cartularium reparacionis galearum novem existen-cium in darsinata, existentibus massariis nobile et egregiis viris dominis Bema-bove de Sipionibus olim Dentuto et Paganino de Blasito], et reparacionis galearum [s]e[ptem], computata galea [,..]e2 de Cred[enlcia combusta [. ..]2, nec non laudi Nicolai de Diano, reparati de mandato spectabilis domini Otolini Foppi, et galeote Iohannis de Morazana, existentibus massariis dicto domino Bernabove et domino Augustino de Pinu, subrogato loco dicti domini Paganini, existente scriba cum eis Sagino de Flassineto. In dicto cartulario continentur alique expense facte galee Bricii Adurni et Bartholomei Iustiniani, ultra supradictas sexdecim galeas. Adsit principio virgo Maria meo. 1 [Cm. 0,7]. 2 [Cm. 0,8], - 307 - E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia particolarmente minuzioso e accurato. 752. 1428. Cm. 15x41; cc. I-XXVII, altre n.n bianche; inserti alla c. XXVII. A c. I: In Christi nomine, mccccxxviii, die il marcii. Cartularium introitus et exitus expensarum factarum per me Dominicum Bulum, scribam et cetera, de voluntate et comissione dominorum Manuelis Roverini et Percivalis Centurioni, offi cialium ad reparacionem galearum Comunis. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia per l’amministrazione curata dallo scriba nel riattamento delle galere. 753. 1435-1436. Cm. 14x41; cc. I-LXXXXVI; inserti alla c. I. A c. I: * mccccxxxv, die prima septenbris. Manualle notularum Contiene registrazioni contabili e note diverse relative alla raccolta del bottino derivato dalla battaglia di Ponza, alla sua spartizione e ai prigionieri condotti a Genova. L’organismo che si occupa di gran parte della questione è Vofficium deputatum stiper agendis butinorum. Singole scritture arrivano ai primi due mesi del 1437. La parte relativa ai prigionieri è stata pubblicata in A. Agosto, Gli elenchi originali dei prigionieri della battaglia di Ponza, in « Atti della Società ligure di storia patria », n.s., XII, 1972, pp. 403-446. 754. 1460-1461. Cm. 10x29; cc. 96 n.n. (bianche per metà, nella parte centrale); inserti nellultimo fase.; stato di conservazione cattivo per guasti da umidità e per una lacerazione nella parte alta. E’ un promemoria di note e di conti elementari per la gestione in mare di una galera che compie un viaggio da Genova verso Caffa. All’inizio è indicato l’itinerario, con date e scali. Il libro è redatto con scrittura molto affrettata. 755. s.d. (probabilmente fra Tre e Quattrocento). Cm. 11x31; cc. I-LXXXXII; inserti alle cc. LX, LXX. In copertina: Dominici de Staiano. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice per lavori di limitata entità ad alcune galere. 756. 1356. Cm. 10x28; cc. I-XXIII, altre n.n. bianche (con l’eccezione di 2; da c. XI è bianco). 1 La precisazione navis Galeatii Lomellini, aggiunta da mano seriore, non ha nesso con l’argomento. - 308 - A c. I: In n[omine Domini], amen, [mccclvi et...]1. Manoalle mei A[ndaronis E]mbroni, m[ assarii] duarum galle[arum patronizlatarum per [Lom]bardum de Ivi[ari et m]ag[istrum Gabrielem] de Cremona, [in quo con]tine[ntur . ..] 2 et [. · -]3 rerum ca[ptarum] per [,..]las2. E un mastro di entrate e uscite in partita semplice. Le scritture non sono abbondanti, ma sono sufficienti per dedurre che le due imbarcazioni conducono una guerra di corsa e hanno catturato vascelli iberici. Il libro contiene la contabilità relativa alle merci prese e liquidate (per lo più a Marsiglia e a Bonifacio). 50. Officium maris. 757. 1408. Cm. 22 x 29; cc. 63 n.n., altre n.n. bianche. In copertina: mccccviii. Maris. Contiene una serie di disposizioni degli officiales maris seu provisionis navigiorum lanuensium. Sono norme difette ai patroni di imbarcazioni di tipo e portata diversi, in partenza per l’Oriente o l’Occidente, e in genere ai Genovesi che sono già lontano, a Siviglia, Bruges, Londra, Napoli, in Sicilia. Riguardano in particolare l’obbligo di un minimo di attrezzature difensive e di uomini armati. 758. 1402. Cm. 22x30; cc. I (staccata ma collocata al suo posto), III-LXXII (da c. XIIII a c. XXXXVIIII è bianco); inserti alla c. XVI. A c. I: mccccii, die prima iullii. Cartularium diverssorum negotiorum officii provisionis maris, compositum et scriptum manu mei Iohannis de Vesema, notarii et scribe dicti officii. Rex dominus Ianue. Iohannes de Vesema notarius. Contiene, come dice 1’intitolazione, una serie di scritture diverse tutte riferentisi all’ufficio indicato. Nella prima parte vi sono impegni formali di patroni di navi ferme in porto a non partire prima di avere subito ispezioni da parte dell’ufficio; sentenze emesse dall’ufficio; sue disposizioni per ispezioni di navi in attesa in altri porti. Nella seconda parte vi è una contabilità in partita doppia concernente soprattutto importi pagati dalle navi in partenza (e per questo vi sono rimandi a molte imbarcazioni comparenti nella prima parte); non mancano le spese per la gestione dell’ufficio. Le registrazioni arrivano all’ottobre del 1403, ma con annotazioni saltuarie. * [Cm. 0,8]. 2 [Cm. 1,8]. 3 [Cm. 1], - 309 - 51. Officium Gazariae. 759. 1472-1473. Cm. 11x29; cc. 112 n.n.; inserti nel primo e nell’ultimo fase. In copertina: [Manualle notularum officii Gazarie anni de mcccclxxii et anni pre-sentis de lxxiii]. Alla I c.: Manuale mei Dominici de Pretipiano notarii. E’ un notulario di decreti, sentenze, condanne e contratti, emanati o stipulati dall’ufficio di Gazarla. 760. 1445. Cm. 10x28; cc. I-XXV, XXVIICXX; inserti alle cc. XXXXV, CXV; copertine anteriore e posteriore mancanti, con l’eccezione di una piccola parte della prima, in basso. E’ un notulario di merci giunte a Genova e soggette al pagamento della ripa grossa. Il libro è in scrittura semplice e disordinato; la descrizione delle merci è molto sintetica, ma si specificano regolarmente il loro peso netto, il valore unitario e totale, l’importo della ripa e i nomi dei debitori. 52. Catenectae. 761. 1487. Cm. 12x35; cc. 3 n.n, I-XXXVII, altre n.n. bianche; inserti nella plica della copertina anteriore. Alla II c.: mcccclxxxvii, die xm aprilis. Infrascripti sunt cives qui manifestarunt aurum et argentum iuxta formam et in observationem ordinationum factarum et in exeeutionem monitionis facte et cetera. Contiene gli elenchi nominali dei singoli offerenti e la registrazione, al nome corrispondente, dei pezzi di valore presentati (suppellettili e gioielli). Vi sono anche persone che si astengono dal fare dichiarazioni e che presumibilmente non offrono nulla. 762. 1487. Cm. 25x33; cc. I-LXXXXVI; copertina moderna di cartone, sporgente nel senso della lunghezza. A c. I: Cartularium catenectarum et solutionum propterea factarum in mcccclxxxvii, die xxii iunii. Il libro si apre con due delibere (una del 1486 e una del 1487) dei protettori del banco di San Giorgio, con le quali si decide di compensare con luoghi di San Giorgio coloro che hanno offerto catene d’oro, valutate in base al valore intrinseco ed al costo di lavorazione. Le registrazioni successive recano appunto le offerte (si tratta esclusivamente di catenelle: non figurano gli oggetti vari del registro precedente) e i compensi. Tutto l’insieme è caratterizzato da una straordinaria precisione contabile e da una accurata, elegante chiarezza grafica. - 310 - 53. Officium mercandae. 763. 1380-1382. Cm. 11x30; cc. I-LXX, altre n.n. bianche. In copertina: Manuale Nicolai de Frencio, executum per eius postulationem, senten-cie et placetus officii mercancie contra Iofredum Grillum. Contiene la documentazione della causa di cui nell’intitolazione dello scriba, le sentenze e gli appelli. 54. Officium bailiae. 764. 1484. Cm. 11x29; cc. 23 n.n. (per la gran parte bianche); inserto, all’inizio, un brandello molto tarlato; copertina in parte lacerata. In copertina: mcccclxxxiiii. E un libretto di primi appunti, contenente poche annotazioni relative per lo più a spese sostenute per forniture d’armi e di polvere da sparo. Sovente, vicino alle scarne registrazioni, si precisa che i dati sono stati riportati in manude. 55. Aqueductus rationes. 765. 1356. Cm. 11x31; cc. 1 n.n., I-IV, 1 n.n. parzialmente scritta, altre n.n. bianche; inserti all’inizio e a c. III. Alla I c.: Ψ mccclvi, die vini iuneii. Hic in isto manuale continetur idlud quod ego Galeotus de Andrea recepi de racione aquaducium. E’ il giornale delle somme incassate dal 9 giugno al giorno 11 ottobre de racione aquaducium; i pagatori sono per lo più artigiani e le somme rappresentano forse canoni per l’uso dell’acqua. 56. Barixellus Communis. Il n. 766 raccoglie due libri compilati dallo stesso personaggio, il bargello Bottaccio de Braccien da San Gimignano, che si premura di tenere la contabilità minutissima delle spese sostenute e l’evidenza dei propri dipendenti, con relativa situazione salariale. I conti sono molto semplici e rivelano più l’uomo d’azione — sia pure molto accurato e preciso — che quello di penna. Nelle intitolazioni egli appare addirittura inceppato, probabilmente dalla solennità che vuol dare alla cosa; più semplice e corretto si rivela negli appunti. Sia pure nella sinteticità delle registrazioni, Bottaccio appare chiaramente « straniero » per le sfumature della lingua e per i particolari della grafia. Questi libri — assieme al n. 456 — sono un pezzo unico nell’Antico Comune, dove il bargello compare solo indirettamente, e neppure molto spesso, nelle contabilità dei magistri rationales e dei massari generali. Il medesimo numero è relativo a due libri, non distinti tra di loro. Per rendere l’identificazione immediata, indichiamo con la lettera ’ a ’ il pezzo che porta incollata sulla costola la collocazione d’archivio, e con la lettera ’ b ’ l’altro, privo di indicazioni. 766 a. 1382. Cm. 11x30; cc. 68 n.n.; inserti alla penultima c. Alla I c.: Christus. Anno mccclxxxii. Al nome di Dio, amen. Anno Domini mccclxxxii. Qui ap[pre]sso scriverò io, Boctaccio Braccien da San Gimignano, tuc-tii denarii che io spenderò per l’ufficio del bargellato da Genova, la quale spesa cominciai affare a di xxun di giugno, e in dicto di ebbi la elettone dal mio signore messer lo duxsio, e massimame(n)te in questa prima parte tucti e denari che spesi in cose da riavelsi, tucti o parte cose acaderà, e poi seguire tucti gli altri per ordine come spenderò, il quale ufficio ò percipiato a di xmi di luglio. Contiene semplici elenchi di spese. La ripartizione per argomento porta alla presenza di carte bianche tra un elenco e l’altro. Gli oggetti di spesa sono quelli enunciati nell’intitolazione: precedono tutto gli acquisti fatti prima ancora di arrivare a Genova, relativi in particolare a cavalli ed a biancheria da letto; seguono gli esborsi per l’andamento dell’ufficio (soprattutto pagamento di messi ed acquisto di vino e grano). Non mancano annotazioni di oggetti e forniture che il bargello ha dato in uso a dipendenti e del pane che ha fatto cuocere. 766 b. 1382. Cm. 11x30; cc. I-LXXII; inserti alle cc. VII, XXVII, XXXI, LV, LVIIII. A c. I: Christus. Al nome di Dio, amen. Anno mccclxxxii. Io, Boctaccio de Braccien da San Gimignano, eletto al presente nuovo bargello per lo mio signore messer lo dugio e suo Consiglio della città di Genova e della Riviera della detta città, cioè dal Monacho in fine al Corbo, scriverò tucti conostaboli, cavalchatori e compagni che con mecho s’aconceranno e per quanto tempo e a che patti e quelli denari che alloro darò, o farò dare, in prestanza o in pagamento e simile quello tempo che mi serviranno. Il quale libro e principio ò cominciato e facto nel detto anno, del mese di luglio. Anno decto, mesi e di di sotto dinotati. Contiene la matricola dettagliata dei dipendenti, con nome, provenienza, inizio del servizio, patti, denari corrisposti ed eventuali spese sostenute per loro. Seguono le — 312 - registrazioni di debiti del bargello. Alcune voci sono spuntate: probabilmente si tratta di partite chiuse, cioè di dipendenti con i quali si è risolto il rapporto o di debiti pagati. 57. Indulgentiarum debitores. 767. 1455-1456. Cm. 11x29; cc. I-XVI, 7 n.n., altre n.n. bianche. A c. I: >ì< mcccclv, die secunda [februarii]. Manuale notularum indulgentie pro civitate Caphe, concesse per Nicolaum quintum papam et cetera. Il libro si apre con il testo del documento papale che autorizza la raccolta delle elemosine e la distribuzione delle indulgenze; il decreto della sua pubblicazione a Genova e la formula dell’indulgenza sono riportati invece nelle ultime pagine. Il resto del registro contiene gli elenchi cronologici delle somme che il cassiere ha riscosso dagli oblatori tra il febbraio 1455 ed il maggio 1456 sotto forma di contante, di crediti e di oggetti preziosi; inoltre vi sono alcuni appunti contabili di varia natura, ad esempio per le spese di cancelleria. 768. 1457. Cm. 14x41; cc. 52 n.n., altre n.n. bianche. In copertina: Manuale debitorum indulgentie [Saone], E’ impostato come una matricola; i nomi sono disposti in ordine alfabetico, spesso con l’indicazione della professione, e accanto a ciascuno è segnata una cifra senza alcuna motivazione. 769. 1469. Cm. 11x29; cc. 68 n.n. (sono scritte solo le prime e le ultime 4 cc.); inserti tra la III e la IV c. In copertina: % mcccclxviiii, die xxmi marcii. Ibidem, al verso e capovolto: Cartullario primum de indulgentia plenaria. Le prime carte contengono un elenco cronologico delle somme che nel marzo e nell’aprile 1469 gli oblatori hanno promesso di versare per l’indulgenza, con la precisazione in margine dell’eventuale versamento (solvit); seguono alcune registrazioni relative alle obbligazioni fornite al cassiere ed alle spese da lui sostenute. Le ultime carte del libro contengono una serie di riscossioni dal giugno all’ottobre del medesimo anno ed alcune descrizioni delle specie monetarie esistenti in cassa a date diverse. 770. 1469. Cm. 21x29; cc. I-XXXVII, 11 n.n. bianche; inserti alla c. XVI. In copertina: Ψ mcccclxviiii. E’ un mastro in partita doppia contenente crediti per indulgenze e i relativi incassi; alcuni debiti sono garantiti su proventi di San Giorgio. Le somme dovute e pagate dai singoli debitori hanno una contropartita in alcuni conti riepilogativi. L’ultima rado, datata 1472, non deve trarre in inganno sulla datazione di tutto il registro. - 313 - 58. Indulgentiae pro Cafia. 771. 1458-1459. Cm. 24x34; cc. I-LXXXXVI; inserti alle cc. IIII, VII, LI, uni, LV, LXV1I, LXXV. In copertina: mcccclviiii. A c. I, di mano seriore: Indulgentiarum Caffç. E’ un mastro in partita doppia di entrate ed uscite relativo alla riscossione delle offerte. Queste sono costituite sovente da oggetti (in particolare armi, gioielli, oro e argento) oppure da proventi di luoghi. L’importo degli introiti è riepilogato nell’Avere dell’officium indulgentie Sancti Georgii. 772. 1543. Cm. 19x31; cc. 40 n.n. (quasi completamente bianche); la copertina e le prime cc. sono in gran parte lacerate e mancanti. Non concerne l’usuale materia di questo gruppo. Contiene la copia di atti notarili privati stipulati nel 1543 nella casa del commissario di Portovecchio (Corsica). Sulla copertina è segnata una datazione (1535) che non ha nesso con il contenuto. 59. Manuale elemosinae Natalis. 773. 1480. Cm. 12x34; cc. 34 n.n. In copertina: Manuale elemosine Natalis de mcccclxxx. Contiene un elenco alfabetico di persone e di famiglie abitanti a Genova o nel suburbio; a fianco di ogni nome è indicata una somma in denaro e sovente è specificato chi l’ha incassata (per lo più la medesima persona di cui è riportato il nome). I nominativi sono circa 950. Non vi è data né totale. 60. Vulturi potestatiae condemnationes. 774. 1369. Cm. 23x31; cc. 24 n.n.; copertina mancante. Alla I c.: mccclxviiii, die prima marcii. Cartularium condenpnacionum fattarum tempore regiminis nobilis viri domini Anthonii Salvaygi, honorabilis potestatis Vulturis pro felici comuni Ianue, existentibus scribis * * *. E’ un libro di condanne della podesteria di Voltri. Sono specificati i nomi dei contendenti, i particolari dell’accusa, le vicende della causa, la sentenza; a margine è indicata la data in cui è stato effettuato il pagamento della condanna. - 314 - 61. Bissani potestatia. 775. 1382. Cm. 15x42; cc. 1 n.n., I-XXXXVII. In copertina: Manuale Iohannis Leardi, olim potestatis Bissani anni de mccclxxxii. E’ un libro in forma di mastro, impostato in partita doppia ma spesso senza i rimandi, senza i totali di ciascun conto e senza chiusura dei conti. E’ relativo alle stalie arretrate e correnti dovute al Comune, e in parte pagate, dai rettori della podesteria del Bisagno ed alle spese per la loro riscossione in loco. Il debito per le stalie vecchie è registrato in data 1° agosto 1382 e quello per le nuove in data 5 dicembre; le riscossioni arrivano fino al febbraio 1383. 62. Vigintimilii massaria. 776. 1370-1372. Cm. 15x41; cc. I-XXXXVIII; inserti alle cc. XXXIII, XXXX. In copertina: [Cartulario massarie Vintimilii de mccclxx et lxxi usque in lxxii usque in halende madii, pro Laurentio Viali et Oberto de AndoriaL E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia della massaria del comune di Ventimiglia. Sebbene preciso contabilmente (anche se i rimandi ai controconti non sono sempre segnati) è redatto con scrittura affrettata. Le registrazioni, che coprono la gestione degli anni 1370-1372, si estendono fino al 1373* 63. Corniliani pontis massaria. 777. 1384. Cm. 22x31; cc. 6 n.n., I-XVIII; inserti alla c. VII; copertina mancante. Alla I c.: mccclxxxiiii, die xv octubris. Manualle massarie pontis Corniliani in massaria Dagnani Maruffi et Samuellis Gentillis et cetera. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Le registrazioni hanno una certa eloquenza e offrono il quadro del movimento di denaro per la costruzione del ponte; compaiono tra l’altro spese per materie prime e per giornate di lavoro. Vi sono alcune annotazioni relative al 1385. 64. Arociae massaria. 778. 1387. Cm. 22x30; cc. I-LXX; inserti alla c. XXXXVII. In copertina: mccclxxxvii. Liber massarie peccunie solute per homines Ripperiarum Orientis et Occidentis, occasione empcionum vallis Arocie, marchionatus Cravexane -315 - et Varisii, existentibus massariis nobilibus viris dominis Gotifredo Cibo et Guirardo Capparralia et scriba me Nicolao Fatinanti notario, ut interius continetur. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia minuzioso e accuratissimo. Contiene il retroscena finanziario di alcuni non indifferenti successi genovesi nella Liguria di Levante e di Ponente: l’acquisto della zona di Varese Ligure, della Valle dell’Arroscia e di parte del marchesato di Clavesana. Oltre alla sezione contabile, vi figurano disposizioni del doge e del consiglio degli Anziani. Al termine del libro vi è una rubrica di per se stessa illuminante, in cui sono elencate le podesterie tassate e i banchieri interessati in questo movimento di denaro. Alcune registrazioni giungono al 1388 e al 1389. 65. Clavari massaria. 779. 1372. Cm. 11x30; cc. I-LXVIII. In copertina: 4« mccclxxii, die xv marcii. Manualle massarie potestatie Clavari et Lavarne. Grepus de Maxena cum Iacobo de Murta. E’ un mastro di entrate e uscite in partita semplice. Le entrate derivano per la maggior parte dalle condanne; tra le spese predomina il salario del podestà di Chiavari e Lavagna e vicario della Riviera di Levante citra Petram Colicem (si tratta della stessa persona). 66. Stellae massaria. 780. 1394. Cm. 23x30; cc. I-XXXXII. In copertina: mccclxxxxiiii. Manuale Petri Capponi, potestatis et castellani Stelle. E’ un libro di matricole. Ad ogni uomo è aperto un conto in cui sono indicati il compenso mensile pattuito e la data d’inizio del servizio; a fronte è registrato ciò che gli viene corrisposto, sia in denaro, sia, più raramente, in natura (grano, armi etc.). Possono anche essere indicate un’eventuale sostituzione del dipendente o la data di cessazione dal servizio. 67. Vulturi potestatiae avariae. 781. 1426-1428. Cm. 14x22; cc. I-XXXII. A c. I: mccccxxvi. Manualle avarie potestatie Vulturi. E’ un mastro in partita doppia contenente la ripartizione per rettorie dell’avaria dovuta dalla podesteria di Voltri e le somme incassate in conto di tale avaria. - 316 - 68. Saonae massaria. 782. 1440. Cm. 24x33; cc. IrCXXXXIIII; copertina originale in pelle. A c. I: Iesus. m[ccc]cxxxx, die xviiii augusti. Cartularium masarie Anthoni Luzardi de Franchis et Boruelis de Grimaldis super agendis Saône, scripto manu mey Bo-ruelis supradicti. Et nota quod in dicto cartulario incluze sunt partite et rationes diverse quas tenuerant domini Baptista de Marinis et socii in Saona in quodam eorum manuale et effectus est quod presens cartularium est tocius officii Saone et in eo distinta sunt et, dante Domino, ordinate scribentur omnia pertinentia dicto officio. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia. Riflette una situazione eccezionale, collegata con la recente, violenta insurrezione savonese, repressa appunto nel corso del 1440. Come rileva lo scriba, il libro è comprensivo di tutta l’attività dell’ufficio, ossia di ciò che è stato compiuto non solo a Savona, ma anche, per esempio, a Firenze o a Venezia; i conti relativi alle operazioni all’estero sono concentrati alla fine del libro. Il registro si distingue per la ricchezza dei dati: le uscite spaziano dalle spese per la distruzione del molo di Savona a quelle sostenute a Firenze per condurne 400 fanti. 69. Damnificati in regno Granatae. 783. 1452. Cm. 25x34; cc. I-LXXXXVI (da c. XXXII a c. LXXII e da c. LXXXI alla fine è bianco). In copertina: mcccclii. Liber damnificatorum in regno Granate. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia relativo ai danni subiti dai Genovesi a Granada, in conseguenza di una rappresaglia, e ai relativi risarcimenti effettuati con il gettito di un apposito drictus. E’ stato pubblicato in: Genova e Spagna nel secolo XV. Il « Liber damnificatorum in regno Granate {1452) cit. 70. Anglia. I due libri si riferiscono ad una questione di pirateria e di rappresaglie che funestò le comunità genovesi in Inghilterra nel 1457, trascinandosi poi per molti anni. Nel 1457 appunto tre imbarcazioni di mercanti di Bristol furono attaccate da Giuliano Gattilusio in pieno Mediterraneo; due vennero distrutte; i danni furono ingentissimi. L’assalitore apparteneva alla famiglia dei signori di Metelino, di origine ligure. In Inghilterra non si ebbero esitazioni neH’attribuire le responsabilità: il re ordinò Pincarce- -317 - ramento dei Genovesi e il blocco delle loro navi presenti nei porti dell’isola. Il punto è che l’aggressione ai vascelli di Bristol non era un semplice episodio. Robert Sturmy, l’intraprendente mercante che aveva organizzato la spedizione, aveva tentato di rompere il monopolio italiano nei traffici tra le isole britanniche e il Levante mediterraneo; gli atteggiamenti xenofobi che a volte caratterizzavano i rapporti dei locali con le ricche comunità italiane, in particolare genovesi, erano legati anche alla aspirazione della classe mercantile indigena verso un allargamento dei propri orizzonti '. Sono chiari i motivi della dura reazione inglese, voluta da Enrico VI e dal suo Consiglio e fatta eseguire con grande efficienza dai mayors delle città interessate. L’Antico Comune ha conservato al riguardo una documentazione che scaturisce da due osservatòri diversi: uno a Genova ed uno a Londra, della locale massaria dei Genovesi. Essa non è coeva dello scoppio della vicenda, ma ha inizio tre anni più tardi. Ci permette di intuire però quale è stato il tentativo di difesa da parte genovese: l’attacco contro i vascelli di Bristol è stato condotto da Giuliano Gattilusio, greco 2. Il tentativo di scaricare la responsabilità disconoscendo l’autore dell’atto piratesco non ebbe alcun successo; i Genovesi furono condannati a versare al sovrano inglese la somma di 6.000 lire sterline a titolo di risarcimento e dovettero sostenere altre spese, prima di tutto per fare uscire dalla galera i compatrioti. A Londra, un partimentum del 12 % sulle merci e sui crediti dei Genovesi e altre iniziative fruttarono solo una parte del necessario; la madrepatria soffriva notoriamente di deficienza di denaro. La via d’uscita fu quella già applicata molte volte, cioè l’istituzione di una nuova imposta (il drictus Anglie) gravante in varia misura sulle merci dei Genovesi condotte in Inghilterra, di là provenienti e di là transitanti verso le Fiandre; il passaggio di tutta la questione al banco di San Giorgio segui ugualmente una prassi usuale, soprattutto in questo periodo, e fruttò un ulteriore gettito finanziario, mediante una felice operazione commerciale imperniata su di un carico di allume. La spinosa faccenda fu governata da un ufficio straordinario (1 ’officium rerum Anglie)·, San Giorgio, da parte sua, una volta presa in carico la questione, nominò funzionari 1 A.A. Ruddock, Italian Merchants and Shipping in Southampton, Southampton 1951, pp. 173-175. Per tutta la questione e specialmente per la sua soluzione si veda J. Heers, Les Génois en Angleterre cit. 2 A.C., 784, c. Iv.: ...occaxione navium Bristoliensium captarum a Iuliano Gatïluxio, Grecho. - 318 - speciali, soprattutto per l’amministrazione del drictus, che venne rinnovato. Come si può intuire, la vicenda si trascinò per anni e solo intorno al 1470 pare avviata a conclusione. Anglia: officium. 784. 1460-1468. Cm. 23x35; cc. 1 n.n., I-LXXVI, altre n.n. bianche; inserti nelle pliche della copertina posteriore. Alla I c.: >ì< In Christi nomine, mcccclx, die * * *. Liber partimentorum fiendorum per nos Antonium Centurionum massarium, Ludovicum Centurionum et Ieronimum Lomelinum consiliarios et sic deinde per sucessores nostros. E’ un mastro di entrate e uscite in partita doppia della massaria genovese a Londra: documenta le operazioni straordinarie conseguenti alla rappresaglia inglese del 1457. Poco prima del 2 luglio 1467 il libro giunse a Genova (come si deduce dalle ultime carte del n. 785) e qui i funzionari di San Giorgio vi aggiunsero un conto riepilogativo e completarono alcune raciones. Anglia: damnificati. 785. 1463-1470. Cm. 24x34; cc. I-C, 5 n.n, altre n.n. bianche, 23 n.n. scritte in parte; inserti alle cc. XXIII, LXV, prima dell’ultimo fase, in fondo. In copertina: mcccclxiii. Liber damnificatorum in regno Anglie et novi drictus prop-terea impositi. E’ una raccolta ufficiale di documenti della casa di San Giorgio (lettere, nomine di magistrati, deliberazioni etc.) relativi alla questione delle rappresaglie in Inghilterra. Alla fine vi sono un riepilogo delle spese sostenute, tratte dal n. 784 (billancium cartularìi masarie Londinii nuper misi...) e due elenchi di creditori della massaria genovese a Londra. 71. Famagostae debitores communis. 786. 1455. Cm. 22 x 29; cc. 96 n.n. In copertina: mcccclv, die n aprillis. Cartularium debita confitentium curie Fama-goste, temporis regiminis magniffici domini Bartholomei de Levanto, t...]1 capitane! et potestatis Famagoste et cetera, manu notarii infrascripti. Francisais de Pastino notarius. 1 [Cm. 1,8]. -319- E' un libro della curia podestarile di Famagosta, contenente, in ordine cronologico, dichiarazioni di riconoscimento di debito tra privati e di impegno per il pagamento. Nei casi di insolvenza entro i termini stabiliti, sono aggiunte le autorizzazioni per il pignoramento dei beni del debitore o per la sua incarcerazione. 72. Faviagostae avariae. 787. 1464-1466. Cm. 14x41; cc. 138 n.n. (il III fase, e buona parte del II, IV e V sono bianchi); inserti nel I e nel II fase. Alla I c.: Manuale notularum officii Sancti Georgii de lxiiii avarie imposite pro Fa-magusta. Malgrado il titolo, il libro è diviso in due parti che si riferiscono ad argomenti distinti. La prima, che va dal giugno 1464 al luglio 1465, è costituita da semplici elenchi di persone con l’indicazione delle somme che hanno versato in contanti od in proventi di luoghi: non si specificano la causale ed il beneficiario dei pagamenti, che potrebbero anche concernere l’avaria per Famagosta. La seconda parte, relativa agli anni 1464-1466, è formata da una serie di condanne o di scarcerazioni di abitanti del distretto per i tributi dovuti dalle rispettive comunità prò armamento galearum contra dominum arcbiepiscopum-, segue un riepilogo con le somme dovute e con quelle pagate da tutte le comunità delle Riviere per il tributo e per la leva degli uomini 73. Catalanorum introytus. 788. 1392. Cm. 15x41; cc. I-CLXXXXVII, CLXXXXVIII-CCXVI (queste ultime di mano moderna, a matita, in origine n.n. e quasi completamente bianche); inserti alla c. LXXXVIIII. A c. I: mccclxxxxii, die in februarii. Manuale introytus Catalanorum quod coligitur in dugana Ianue a Catalanis, existente collectore dicti introytus Gabriele Iudice notario. E’ diviso in due parti. La prima contiene, nave per nave, l’elenco delle merci sottoposte al drictus, uscite o entrate nel porto durante l’anno di gestione. La seconda comprende la contabilità, in forma di mastro, delle entrate e delle uscite del collettore. Al termine del libro vi sono le copie di una supplica del console dei Catalani a Genova al doge, della risposta e di una disposizione dogale. E’ stato pubblicato in Genova e Spagna nel XIV secolo. Il « Drictus Catalanorum » (1386, 1392-93) cit. - 320 - 74. Catalanorum massaria. ^m· ^ x 29', cc. I-LXXXVIIII, altre n.n. bianche; inserti all’inizio (raccolti in una busta) e in fondo. A c. I. MCCCCLXXV. Cartularium massarie dominorum Pelegri de Monella et Augustini Lomelini, offitii Catalonie. E' un mastro di ««rate e uscite in partita doppia per una spedizione navale organizzata dall officium Catalonie. In seguito all’ordine impartito dall’ufficio, sono armate due flotte, una di 8 e l’altra di 6 galere private, le cui spese sono coperte con denaro di varia origine. Il bottino (una nave e una galeazza cariche di panni e cuoia) è venduto all asta; il ricavo netto è assegnato per metà al Comune e per metà ai patroni delle gaiette. 75. Catalanorum drictus. 790. 1386. Cm. 15x41; cc. I-XXIIII, XXXXVIIII-LXXII, CXXI-CXXXXIIII. In copertina: mccclxxxvi. Catallanorum. E simile al n. 788. E’ pubblicato nello stesso luogo. 76. Fideiussiones. 791. 1419. Cm. 22x29; cc. L-LXXII (da c. XXXVII è bianco, con l’eccezione della c. XXXXVIIII); inserti alla c. XVIIII. In copertina: mccccxviiii. Testium magistrorum. A c. I: mccccxviiii, die x martii. Liber testium. Populus. Guiraldus de Alamania. E un libro di testimonianze rese a favore di ex funzionari, preposti soprattutto al governo dei castelli. Probabilmente va collegato con l’ufficio dei sindacatori. 77. Partimenta taxae prò armando contra Barchinonienses et contra archìepiscopum. 792. 1469. Cm. 22x28; cc. I-LXVII, 4 quasi totalmente mancanti, fase, aggiunto cc. VI-XVIIII; inserti dopo c. LXVII. In copertina: mcccclxvii. E’ un mastro di entrate in partita doppia relativo all’imposizione per il 1469 di un tributo che colpisce le comunità del Dominio e che era stato istituito nel 1466 prò - 321 - armamento navium contra Barchinonienses sub capitaniatu nobilis Lazari de Auria. Alie varie comunità sono aperti altrettanti conti, nei quali si addebitano le somme dovute e si accreditano gli eventuali pagamenti sotto forma di contanti, di accrediti in banco, di paghe di San Giorgio etc. Ad un conto riepilogativo delle imposte spettanti al fisco seguono i conti aperti agli esattori ed alle compere di San Giorgio. Il fascicolo sciolto è il frammento di un mastro di entrate in partita doppia, impostato come il precedente e relativo a due altri tributi dovuti dalle comunità: la taxa pro armamento navium contra reverendum dominum arcbiepiscopum sub capitaniatu nobilis Francisci Spinule dei 1467 e la taxa Castelieti del 1468. Questa seconda imposta è commisurata ad un numero di uomini variante da caso a caso e convertito in denaro sulla base di 6 lire per uomo. 78. Officii provisionis introitus et exitus. 793. 1407. Manca. 1 ‘ L amministrazione pubblica genovese 1· - Le fonti «Antico Comune»......P· 7 2. - La res publica genovese.......» 9 3. - Il predominio del debito pubblico.....» 14 4. - Il dogato e la nuova amministrazione comunale . . » 19 5. - Le magistrature e la fiscalità......»26 6. - I caratteri dell’« Antico Comune ».....» 76 7. - La fortuna dell’« Antico Comune ».....» 87 II - L’archivio « Antico Comune » 1. - La lettura delle schede.......» 95 2. - Communis Ianuae massaria (1-40).....» 99 3. - Massaria pro armamentis Communis (41-41 a) . . » 108 4. - Debitores communis Ianuae (42-43).....» 109 5. - Magistrorum rationalium introitus et exitus (44-61) » 109 6. - Magistrorum rationalium debitores (62-64) . . . » 114 7. - Magistrorum rationalium sententiae (65-95) . . . » 116 8. - Magistrorum rationalium deposita (96) . . . . » 127 9. - Magistrorum rationalium apodixiae (97-115) . » 128 10. - Ambaxiatae..........» 133 Ambaxiatorum expensae (116-121).....» 133 Ambaxiatae Constantinopolitanae expensae (122) . » 136 11. - Viceducum officii introitus et exitus (123-135) . . » 136 12. - Victualium officium (136-165)......» 141 13. - Expensae fabricae palatii Communis (166-169) . . » 148 14. - Expensae fabricae cittadellae Clavari (170). . . » 151 15. - Expensae fabricae Castellarii (171-172) . . . . » 151 16. - Sindicatorum officii introitus et exitus (173-185) . » 152 17. - Artium rectores (186-188)......» 155 18. - Salvatores portus et moduli (189-203) .... » 156 - 325 - j_ Introitus et exitus (204).......p. 160 Reparationis expensae (205)......» 160 19. - Darsina...... .... » 161 Massaria (206-209)........» 161 Introitus et exitus (210-212) 162 Expensae (213-214)........» 163 20. - Guerrae officii introitus et exitus (215-226) ...» 164 21. - Guerrae officium. Massaria Ripariae (227) ...» 168 22. - Stipendiariorum officii introitus et exitus (228-251) . » 168 23. - Stipendiariorum officium. Expensae Ripariarum (252-253)..........» 174 24. - Stipendiariorum solutiones (254-274) .... » 174 25. - Stipendiariorum monstrae (275-307) .... » 181 26. - Castrorum communis Ianuae visitatores (308-325) . » 189 27. - Castrorum visitatorum expensae (326-331) ...» 194 28. - Castrorum communis Ianuae munitiones (332) . . » 196 29. - Castrorum communis Ianuae cerchae (333-334) . . » 196 30. - Castrorum communis Ianuae inventaria (335-338) . » 197 31. - Castri Bulzaneti expensae (339-342) .... » 199 32. - Expensae castrorum (343-346)......» 199 33. - Rebelles...........» 201 Possessiones confiscatae (347-350).....» 202 Bona et res exactae (351).......» 203 Bona et res venditae (352).......» 203 Bona et res inventae (353-355)......» 203 34. - Avariae seu expensae occasione novitatum in civitate (356-358)..........» 204 35. - Condemnationum Communis introitus et exitus (359-385)..........» 205 36. - Condemnationes conservatorum (386-430) . . . » 211 37. - Condemnationes vicariorum et potestatum (431-447) » 221 38. - Condemnationes extraordinariae (448-456) ...» 226 39. - Superstantes Malepagae (457-474).....» 228 40. - Depositorum officii introitus et exitus (475-508) . . » 231 41. - Duganae massaria (509-510)......» 240 42. - Duganae expensae fabricae (511).....»241 43. - Avariae salis (512-513)........» 241 44. - Avariae...........» 241 - 326 - Avaria capitis (514-520).......p. 244 Avaria capitis et posse (521-524).....» 246 Avaria ordinaria (525-536).......» 247 Avariarum introitus et exitus (537).....» 250 Avaria burgi (538)........» 250 Avaria seu spendium exactum a quatuor compagnis (539)...........» 251 Avaria pro mobili (540-541) .... . » 251 Avariarum restantes (542-548)......» 251 Avariarum additiones (549-557).....» 253 Possessionum cabella (558-599).....» 256 Possessionum officium (600-603).....» 266 Possessionum restantes (604-606).....» 267 Possessiones communis Ianuae (607) .... » 267 Possessiones pro mobili (608)......» 267 Focagia (609-613)........» 268 Impositio duorum focagiorum (614-615) . . . » 268 Focagiorum restantes (616-617).....» 269 Conestagiariae (618)........» 269 Caratata (619-620)........» 269 45. · Officii monetae massaria (621-623).....» 270 46. - Mutuum pro navibus armatis (624).....» 271 47. - Galearum fugitivi (625-627)......» 271 48. - Galearum marinariorum rationes (628-688) ...» 272 49. - Galearum marinariorum introitus et exitus (689-756) » 290 50. - Officium maris (757-758).......» 309 51. - Officium Gazariae (759-760)......» 310 52. - Catenectae (761-762)........» 310 53. · Officium mercantiae (763)......»311 54. - Officium bailiae (764).......» 311 55. - Acqueductus rationes (765)......» 311 56. - Barixellus Communis (766 a e 766 b) . . . » 311 57. - Indulgentiarum debitores (767-770) . . . » 313 58. - Indulgentiae pro Caffa (771-772).....» 314 59. - Manuale elemosinae Natalis (773).....» 314 60. - Vulturi potestatiae condemnationes (774) . . . » 314 61. - Bissani potestatia (775).......»315 - 327 - 62. - Vigintimilii massaria (776)......p. 315 63. - Corniliani pontis massaria (777).....» 315 64. - Arociae massaria (778).......» 315 65. - Clavari massaria (779).......» 316 66. - Stellae massaria (780).......» 316 67. - Vulturi potestatiae avariae (781) . . » 316 68. - Saonae massaria (782).......» 317 69. - Damnificati in regno Granatae (783) .... » 317 70. - Anglia...........» 317 Officium (784).........» 319 Damnificati (785)........» 319 71. - Famagostae debitores communis (786) .... » 319 72. - Famagostae avariae (787).......» 320 73. - Catalanorum introitus (788)......» 320 74. - Catalanorum massaria (789)......» 321 75. - Catalanorum drictus (790)......» 321 76. - Fideiussiones (791)........» 321 77. - Partimenta taxae pro armando contra Barchinonien- ses et contra archiepiscopum (792).....» 321 78. - Officii provisionis introitus et exitus (793) ...» 322 Direttore responsabile: DINO PUNCUH, Segretario della Società Autorizzazione del Tribunale di Genova N. 610 in data 19 Luglio 1963 Tipografia Ferrari-Occella - Alessandria — 328 -