ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA Nuova Serie - Vol. XX (XCIV) - FASC. I GIUSEPPE LUNARDI LE MONETE DELLE COLONIE GENOVESI GENOVA - MCMLXXX NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VIA ALBARO, 11 ■ ' ERRATA CORRIGE p- 27 D/ ... davanti al Santo... p- 28 D/ ... lo stendardo. p- 40 6a riga dal basso: Abraham... p- 66 R/ ... col nome ... p- 140 4 a riga: ... dell’iperperto ... p- 174 ia riga: ... senza l’aquila17 p- 193 R/ ❖ DVX IANVENSIVM Croce in cerchio perlinato p- 194 2“ riga dal basso: ...uno all’esergo ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA Nuova Serie - Vol. XX (XCIV) - FASC. I GIUSEPPE LUNARDI LE MONETE DELLE COLONIE GENOVESI GENOVA - MCMLXXX NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VIA ALBARO, 11 eto pe amo de Zena mia moglie PRESENTAZIONE Da almeno un secolo i numismatici genovesi studiano la monetazione della loro città, una monetazione non molto varia dal punto di vista tipologico ma ricca di emissioni e di nominali, che rispecchiano nel loro susseguirsi attraverso i secoli, nel loro mutare, la lunga storia di Genova, prima potente repubblica marinara, vincitrice di Pisa e rivale pericolosa di Venezia, e poi importante centro commerciale e bancario. Credo che nessuna delle monetazioni italiane possa vantare tanti grossi nominali d’oro e d’argento quanto quella di Genova. Uno strano destino ha voluto però che mentre le monete di Genova possono vantare da un secolo ad oggi molti e pregevoli studi, sia analitici su singoli esemplari, sia di carattere generale, l’ultimo dei quali l’ottimo volume datoci alcuni anni fa dal dott. Giovanni Pesce, le monete delle colonie genovesi non hanno trovato, dopo l’opera di Gustave Schlumberger, che ad esse dedica alcuni capitoli nella sua Numismatique de POrient Latin, uno studio complessivo che raccogliesse organicamente il materiale e ne tracciasse l'inquadramento storico e cronologico. Forse a questa lacuna ha contribuito anche il fatto che il Corpus Nummorum Italicorum, come è nolo, si arresta alle monete delVItalia Meridionale, e quindi manca non solo dei volumi relativi alla Sicilia ma anche di quelli riguardanti le emissioni degli Italiani all’estero. Comunque sia, la lacuna in questo settore della monetazione non è di poco peso in quanto Genova, se non può vantare per motivi economici, che qui non è il caso di indagare, imitazioni delle proprie monete, come Venezia e Firenze, presenta invece un’abbondante e varia monetazione delle sue colonie nel Levante, intendendo naturalmente la parola « colonia » non nel senso moderno, ma nel senso che giustamente è sottolineato nell’introduzione del presente volume. A tale lacuna vuol porre rimedio l’ing. Giuseppe Lunardi con l’opera che io ho qui il piacere di presentare. L’ing. Lunardi è già noto ai Numismatici, soprattutto a quelli che si interessano di monete genovesi, per alcuni suoi lavori sulla zecca di Genova ■tra cui Le monete della Repubblica di Genova. Ma l'opera che egli ha com- piuto con l’attuale studio è veramente meritoria. Egli si è proposto di riunire un corpus delle monete coniate dai Genovesi nelle loro colonie e per far ciò ha esaminato personalmente le più importanti raccolte di monete italiane ed estere a cominciare dalla collezione di Vittorio Emanuele III, ora al Museo Nazionale Romano a Roma, oppure ha ottenuto i dati necessari tramite i direttori di altri Musei. La massa di dati raccolti gli ha permesso di avere un quadro, se non completo, sicuramente molto particolareggiato delle emissioni battute da Genovesi nei loro possedimenti del Levante. Senza dubbio, come sempre avviene, ulteriori ricerche e la collaborazione di studiosi e di collezionisti potranno in futuro permettere all’autore di pubblicare un supplemento alla sua opera ma fin da ora ritengo che il materiale raccolto e criticamente vagliato dall’ing. Lunardi consenta una visione ampia e aggiornata delle coniazioni genovesi nel Levante, del loro evolversi, della loro funzione economica nel vasto panorama delle monetazioni che circolavano in Oriente tra il XII e il XVI secolo. L abbondanza delle zecche che hanno coniato per conto dei Genovesi sono una testimonianza viva e precisa della molteplicità di interessi che Genova aveva in Oriente; dei suoi traffici e dei suoi rapporti con le Signorie locali e le monete si rivelano ancora una volta, a chi sappia bene interpretarle, una fonte storica di primaria importanza. E a questo fine l’opera del Lunardi costituisce uno sti umento di lavoro insostituibile per chiunque vorrà dedicarsi allo studio della storia politica ed economica delle colonie genovesi in Levante. Franco Panvini Rosati *»«« C uct Ml HiauO filili» fmimO •«fiO Okiiuàauà =FMAR= ligure O lucci [Oviu *ico**i'0 Ou»»’8 O smino Onmio tracia Oiostivi T E S S AG LIA -TUtftq USTICA anni1 ttùurri fi Violi «i ton tV II ut •■••«III «HUMMl BiCOIH CIIIUIM lit* «IUttl INTRODUZIONE Colonie genovesi: nel significato che si dà oggi alla parola colonia il titolo è completamente errato in quanto, quando i Genovesi si installavano in una località distante dalla loro patria, il loro obiettivo era in generale quello di creare un nuovo centro di irraggiamento della loro attività commerciale. Lo sfruttamento della popolazione locale, l’ambizione di imporre un proprio governo agli indigeni o il proprio modo di sentire la politica e la religione erano in genere lasciati ad altri. Fu anzi una caratteristica genovese la massima tolleranza, in patria e nei territori d’oltre mare, verso gli stranieri, gli infedeli, gli ebrei. Il commercio degli schiavi e l’esercizio della pirateria, attività a cui si dedicavano molti mercanti, erano fenomeni generali che non contraddicono quanto sopra. Diversa fu la politica genovese in Corsica in periodi più recenti, ma i primi insediamenti a Bonifacio e nelle città costiere crearono città genovesi. Al tempo delle Crociate veniva chiesto al signore franco a cui si porgeva aiuto, oltre al compenso per il servizio, un quartiere nella città che avrebbe conquistato. Si voleva un proprio approdo, esenzione fiscale e quel complesso di spazio e di costruzioni che consentissero una vita propria, indi-pendente, soggetta alle leggi di Genova, amministrata e regolata da un console genovese. Quando fu possibile, il quartiere venne fortificato per poterlo difendere, ma se si volle estenderlo non fu mai al punto di far pensare ad una estesa conquista di territorio. Lo scopo era di creare un’altra Genova come dice l'Anonimo Genovese: E tanti sun li Zenoexi e per lo mondo si destexi che unde li van o stan un atra Zenoa ge fan. Durante le prime crociate i Genovesi collaborarono alla presa di Antiochia, Gerusalemme, Arsouf, Cesarea, San Giovanni d’Acri, Tortosa, Gi-belletto (che poi rimase agli Embriaco), Tripoli di Siria, Beyrouth, ecc. Ebbero quartieri a Costantinopoli, erano ad Almyro, a Tebe e nelle isole dell’Egeo. — 9 — Un freno alla loro espansione fu la conquista di Costantinopoli da parte dei Franco-Veneziani nel 1204, ma dopo il trattato del Ninfeo e il ritorno dei Greci a Bisanzio (1261) iniziò la nuova conquista di mercati verso l’Oriente attraverso la Crimea e la Russia meridionale. Ormai ristabilitisi a Costantinopoli, e poi a Pera-Galata con ancora maggiori possibilità di autonomia, fecero poi di Caffa una grande città che dominava tutto il Mar Nero controllando ad ovest Vicina, Chilia, Licostomo, Moncastro, Illice, tutta la costa della Crimea da Cembalo a Soldaja, a Vosporo. Tana divenne coi Genovesi un grande emporio dove si faceva confluire il traffico con l’Asia. Altri insediamenti genovesi furono a Copa, Matrega, Savasto-poli, Trebisonda, capitale di un impero con quartiere genovese, Cerasonte, Simisso, Sinope, città mezza turca mezza genovese, Amastris. Dai tempi delle Crociate i Genovesi furono nella Piccola Armenia (Lajazzo, Mamistra) e a Cipro (Famagosta, Nicosia, Limassol, Baffo). Più tardi Famagosta fu genovese per quasi un secolo. Nell’Egeo i Genovesi furono signori di Creta, poi di Rodi, Scarpanto, Cos, ecc. Gli Zaccaria ebbero in feudo la Vecchia Focea, fondarono la Nuova Focea e conquistarono Chio, che fu poi ripresa dalla Maona con le due Focee, Samos, Nicaria, Enussa. I Gattilusio furono signori di Metelino (Lesbo), Lemno, Taso, Enos, Imbro e Samotracia. Ho voluto ricordare almeno in parte i luoghi dove questo popolo di commercianti lasciò, per tempi più o meno lunghi, il segno della propria signoria. L’esigenza del traffico commerciale imponeva l’uso della moneta e non sappiamo quante volte e dove i Genovesi abbiano ritenuto opportuno di aprire una zecca. Qualche volta sappiamo dai documenti che esisteva in un certo luogo una moneta locale coniata dai Genovesi ma non ce ne è pervenuto alcun esemplare. Forse a causa della crisi economica che portò alla coniazione del geno-vino CIVITAS IANVA, la moneta d’oro genovese lasciò il mercato del Mediterraneo occidentale al fiorino e quello del vicino Oriente al ducato che riempì lo spazio che gli cedeva la crisi dell’iperpero bizantino. Per l’argento furono il gigliato angioino e il matapane veneziano le monete a cui ;>i ispirarono le autorità medioorientali. Le monete in mistura e rame, a parte quelle che imitano il denaro tornese, furono invece derivate dal denaro genovese in misura tale che, come ricorda Giovanni Pesce *, abbiamo denari G. Pesce. Il castello genovese sulle monete medievali del Levante Latino, « Quaderni ticinesi di numismatica e antichità classica », 1977. — 10 - col castello genovese anche dove non risulta che Genova abbia mai avuto modo di esprimere la sua autorità. Ho illustrato le monete conosciute che, sono certo, rappresentano una piccola parte di quanto fu coniato. E’ chiaro quindi che il presente libro-catalogo è ovviamente incompleto dal punto di vista storico e mi auguro che futuri ritrovamenti ci forniscano altre testimonianze della nostra storia. Malgrado il mio impegno so di non essere riuscito a procurarmi tutte le pubblicazioni che hanno portato nuovi contributi e continuerò le mie ricerche, grato a chi vorrà fornirmi notizie, suggerimenti e segnalarmi gli immancabili errori dei quali mi scuso. Ho cercato l’aiuto di quanti pensavo che potessero fornirmelo ed ho sempre avuto più di quanto avevo chiesto. Un ringraziamento particolare al dott. Giovanni Pesce per il costante aiuto di cui mi onora da anni, al prof. Dino Puncuh per i preziosi suggerimenti, al prof. Franco Panvini Rosati che mi ha favorito con la sua presentazione, al dott. Michael Metcalf di Oxford che mi ha fornito materiale di grande importanza, alla prof.ssa Airaldi, al dott. Arslan, al prof. Balard, alla dott.ssa Balbi de Caro, alla signora Baranowsky, alla prof.ssa Boccardo Marchiori, alla dott.ssa Botto, a M.lle Brenot, al British Museum, al dott. Cancellieri, al dott. Cataldi, alla dott.ssa Fava, al dott. Gia-nelli, al prof. Grierson, al prof. Uiescu, al dott. Kahzdan, al prof. Kotlar, al prof. Ljubarskij, al dott. Mannucci, a M.me Moracchini Mazel, a M.me Mor-risson, al prof. Musso, al dott. Nudelman, al dott. Passalacqua, al sig. Ratto, alla dott.ssa Rovere, alla dott.ssa Severova, al prof. Suchodolski, a M.me Turkheim Pey, agli amici del Circolo Numismatico Genovese Corrr.de Astengo, alla traduttrice dal russo signorina Razzetti, al disegnatore sig. Parodi e alla paziente Segretaria signora Bruzzone Parodi. * * * Come ho già fatto nel mio precedente libro-catalogo Le monete della Repubblica di Genova, Genova 1975, anche questa volta per descrivere ciascun tipo gli ho attribuito una scheda dove ho raccolto tutte le informazioni che riguardano il tipo stesso. Divise le monete in dieci gruppi, in linea di massima uno per ogni zecca, ho distinto ogni gruppo con una o due lettere ed ho attribuito una numerazione che dovrebbe dare indicazione di una sequenza cronologica. Non sono descritte in ordine cronologico le monete di Caffa, o almeno lo sono solo a gruppi, e le monete di Rodi. Anche questa volta ho preferito alla fotografia il disegno cne, a mio giudizio, risulta più facilmente comprensibile, specialmente se si consi- - 11 - dera che si tratta sovente di monete prodotte in modo approssimato e pervenuteci talvolta notevolmente usurate. Gran parte dei disegni sono riprodotti da pubblicazioni precedenti (Schlumberger, Retowski, ecc.), mentre altri sono stati eseguiti per questo libro. Dopo profonda riflessione ho rinunciato alla ricerca di caratteri tipografici per le leggende diversi da quelli usati, per due motivi. Ritengo che il disegno della moneta sia sempre abbastanza fedele per dare un’idea della scrittura usata dallo zecchiere e d’altra parte mi sono reso conto che avrei dovuto ricorrere ad un numero troppo grande di caratteri. Di ogni moneta è indicato il metallo, il diametro e il peso. Quando questo non è indicato si intende che non è stato possibile determinarlo. Per le indicazioni bibliografiche delle schede ho usato abbreviazioni che sono illustrate nelle pagine seguenti. Sono anche indicati i musei visitati nei quali la moneta è conservata. Dopo il nome del museo c’è di solito il numero di pezzi esistenti se maggiore di uno. Qualche moneta esistente non è citata perché non è stato possibile individuarla esattamente. I cenni storici riportati in nota hanno lo scopo di fornire alcune indicazioni cronologiche per inquadrare la successione delle emissioni monetarie. Per informazioni più approfondite si rimanda alle bibliografie generali del Vitale 1 e del Balard2. MUSEI VISITATI Mus. Genova = Collezione di Palazzo Rosso, Genova. Mus. Londra = Medagliere del British Museum, Londra. Mus. Milano = Collezione Medaglieri Riuniti del Castello Sforzesco, Milano. Mus. Parigi = Cabinet des médaillés, Bibliothèque Nationale, Parigi. Mus. Roma = Museo Nazionale Romano, Roma. Mus. Torino = Palazzo Madama, Torino. C. Risparmio = Collezione della Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova. 1 V. Vitale, Breviario della Storia di Genova, Genova 1955. 2 M. Balard, La Romanie Génoise, in « Atti della Società Ligure di Storia Patria ». n.s. XVIII, 1978. — 12 - BIBLIOGRAFIA CITATA NELLE SCHEDE Bendal — S. Bendal e P. J. Donald, The later Paleologan coinage, Londra 1979. Carson = R. A. G. Carson, A grosso of Lords of Mytilene, « The Numismatic Chroni-cle », pp. 255-256, 1955. Cumano = C. Cumano, Illustrazione di una moneta argentea di Scio, Trieste 1862. Engel S. = A. Engel e R. Serrure, Traité de Numismatique du Moyen A^e Parigi 1910. Gamberini = C. Gamberini di Scarfea, Le imitazioni e le contraffazioni monetarie nel mondo, Parte terza, Bologna 1956. Gnecchi = F. e E. Gnecchi, Di alcune monete inedite e sconosciute della zecca di Scio, « RIN » 1888, fase. I e IV. Gorini = G. Gorini, Le imitazioni orientali dello zecchino veneziano. Considerazioni stilistiche, « Studi Veneziani » X, 1968. Grierson = Ph. Grierson, Le Gillat ou Carlin de Naple-Provence, Le rayonnement da son type monetane, Centenaire de la Société Française de Numismatique, Parigi 1965. Guadan = A. M. de Guadan, La amonedacion de la Banca de San Jorge en el siglo XV y los problemas del ahastecimiento de la piata en la baja Edad Media, « Acta numismatica », VI, 1976. Iliescu = O. Iliescu, Genovezii la Marea Neagra in secolele XIII-XIV, in Colocviul Romano-Italian, Bucarest 1975. Ives-Grierson = H. E. Ives, The venetian gold Ducat and its imitations, Edited and annotated by Philip Grierson, The American Numismatic, New York 1954. Mannucci = Fr. Mannucci, Note sul sito delle Due Focee e sulla Zecca di Foglia Vecchia, « Quaderni Ticinesi di Numismatica e antichità classica » 1979. Mitchiner = M. Mitchiner, The world of Islam, Londra 1977. Moracchini-Mazel = AA. W., Les églises piévanes de Corse de Vépoque romaine au moyen age, VI, La piévanie de Sagri, in « Cahiers Corsica », 1975. Peyster = W. de Peyster, Un ducat inédit de Dorino Gattilusio, « Revue Numismatique », 11, 1969. Promis 1 = D. Promis, La zecca di Scio durante il dominio dei Genovesi, « Atti Acc. Se. Torino, s. II, XXIII, 1865. Promis 2 = D. Promis, Monete di zecche italiane inedite o corrette, Parte I Torino 1867, Parte II, Torino 1868. Retowski = 0. Retowski, Genuesko-Tatarskija monety, Pietroburgo 1906 e 1914. Schl. = G. Schlumberger, La numismatique de l'Orient Latin, Paris 1878. - 13 - Sear = D. R. Sear, Byzantine coins and their value, Londra 1974. Tzamalis = A. P. Tzamalis, Some new evidence of the coinage of the Gattilusu, Lords of Lesbus, « The numismatic Circular », 88, gennaio 1980, pp. 2 e 4. Yvon = J. Yvon, Monnaies et sceaux de l'Orient Latin, «Revue Numismatique», 8, 1966, pp. 99, 105, pl. III. Cat. Avignone = R. Ratto, Catalogo della Collezione posseduta dagli credi del fu Cav. Avv. Gaetano Avignone di Genova, Genova 1895. Cat. Baranowski = M. Baranowski, Catalogo Illustrato delle monete in vendita a prezzi segnati, Roma 1935. Cat. Cuzzi — M. Baranowski, Collezione Ing. Arturo Cuzzi di Trieste, Milano 19<-9. Cat. Ellman = P. e P. Santamaria, Catalogo della Collezione Ellman di monete di zecche italiane, Roma 1930. Cat. Finarte = Finarte, Monete papali e monete di zecche italiane, Milano maggio 1970. Cat. Gnecchi = L. e L. Hamburger, Catalogo asta collezione Cav. E. Gnecchi di Milano,. Francoforte 1901/2. Cat. Monnaies — Monnaies antiques du Moyen Age et modernes, Auctiones S. Basilea 1980. Cat. Munzen = Munzen und medaillen, Auktion 30, November 1965, Basilea. Cat. Nascia — G. Nascia, Monete di zecche italiane medioevali, moderne e contemporanee, Milano 1962. Cat. Papadopoli = G. Castellani, Civico Museo Correr, Catalogo della raccolta Papado-poli Aldobrandini, Venezia 1925. Cat. Ratto 1 = R. Ratto, Monete italiane (Possedimenti genovesi in Levante), Listino Vendita prezzo fisso, Milano 1933. Cat. Ratto 2 = M. Ratto, Monete di zecche italiane medioevali e moderne, Milano 1952. Cat. Ratto 3 = M. Ratto, Monete di zecche italiane medioevali e moderne, Milano 1962. Cat. Ruchat = P. e P. Santamaria, Collezione Ruchat, Roma 1921. Cat. Ruggero = M. Ratto, Catalogo della collezione del fu Comm. Giuseppe Ruggero, Milano 1915. Cat. Straniero = M. Ratto, Duplicati di un Museo Straniero Monete di zecche italianer Lugano 1925 (parte prima). Cat. Traverso = M. Baranowski, Collezione Valerio Traverso di Genova, Milano 1932. — 14 - MONETE GENOVESI A BONIFACIO NOTE SULLE MONETE GENOVESI A BONIFACIO I Genovesi conquistarono nel 1187 Bonifacio1 dove i Pisani avevano costruito un castello base del controllo del Mare Tirreno. La conquista genovese si estese col tempo a tutta la Corsica e durò sino al 1768 quando fu firmato a Versailles il trattato che segnava la fine del possesso genovese sull’isola. Si conoscono da tempo monete battute in Corsica da Teodoro di Neu-hof nel 1736 e da Pasquale Paoli dal 1762 al 1768 2, ma non si tratta evidentemente di monete coniate dai Genovesi. Sino a poco tempo addietro si era pensato che i Genovesi avessero usato nell’isola soltanto moneta genovese e che, almeno dal punto di vista numismatico, le città costiere fossero state considerate territorio nazionale e quindi che non avessero avuto moneta propria. In molti documenti si parla di moneta di Corsica {solides corseski), moneta di Calvi, moneta di Bonifacio, ma, come spesso avviene con simili riferimenti, si deve pensare a moneta avente corso nella località citata piuttosto che a moneta colà coniata. Durante gli scavi effettuati recentemente a Sari di Porto Vecchio3 sono state ritrovate ventuno monete4 che si prestano ad alcune considerazioni 1 Bonifacio « diventa sentinella avanzata di Genova nel Tirreno centrale e motivo del fallimento di ripetute trattative di pace fra le due repubbliche. Considerato parte integrante del territorio statale, il castello viene sottratto alla giurisdizione del vescovo di Ajaccio e aggregato a Genova che vi stabilisce una colonia ligure con privilegi analoghi a quelli di Portovenere e ne fa il fulcro del dominio genovese in Corsica e porto di armamento della guerra di corsa nel medio, come Portovenere nell’alto Tirreno » (V. Vitale, Breviario cit., I, p. 59). 2 Corpus Nummorum Italicorum, III, Liguria - Isola di Corsica, pp. 597-602. 3 Les églises piévanes de Corse de l’époque romaine au moyen âge, VI, La piévanie de Sagri, in « Cahiers Corsica », Bastia 1975. 4 Identificate da Mr. Déhim del Cabinet des Médaillés le seguenti monete: 1 quartato di Genova (fine XIII secolo) 3 denari di Genova (1139-1339) 1 denaro di Genova (1339-1344) 4 quartari forse di Genova o imitazione del tipo genovese (!) 1 denaro di Barcellona (1291-1327) 1 moneta di Sardegna (1297-1327) 1 obolo di Barcellona (1335-1387) 1 quattrino di Firenze (1346-1400) - 17 - 2 riguardanti il lungo periodo in cui furono smarrite (circa quattro secoli) e la prevalenza, fra le diciotto chiaramente identificate, di monete genovesi (undici). Questo fatto, confermato da moltissimi altri simili ritrovamenti in Corsica, ribadisce la convinzione che fu la moneta coniata a Genova la base dei traffici commerciali dell’isola. A proposito delle monete indeterminate di cui una con OB A. e le altre due con la lettera B è possibile condividere l’ipotesi azzardata da M.me Moracchini Mazel, che ha diretto gli scavi di Sari, che si tratti di moneta coniata dai Genovesi di Bonifacio. Si ha peraltro notizia di altri ritrovamenti di monete simili a queste, sempre nel territorio di Bonifacio. La prevalenza di ritrovamenti di monete coniate a Genova non esclude quindi la possibilità che i Genovesi di Corsica abbiano trovato necessario, almeno per qualche periodo, di disporre di una moneta locale, probabilmente limitata a denari per il traffico al minuto. L’interpretazione di documenti ancora inediti e i futuri ritrovamenti in Corsica potranno forse provare l’interessante ipotesi e fornirci indicazioni sull’epoca in cui le monete genovesi-corse furono coniate. 1 grosso da 5 soldi di Siena (1349) 1 quattrino di Firenze (1433) 1 grosso di Roma (1484-1492) 1 minuto di Genova (1488-1499) 1 minuto di Genova (1499-1506) oltre a tre monete indeterminate di cui una con OB A. e le altre con due B. - 18 - BONIFACIO Colonia genovese 1187-1768 B1 DENARO (?) D/ Una grande B R/ Croce con segni attorno1 Mistura (?) mm gr 0,32-0,51 Variante: a) D/ con OB A. gr. 0,33 1 Moracchini Mazei., p. 83. - 19 - MONETE GENOVESI A PERA NOTE SULLE MONETE GENOVESI A PERA Quando verso la fine del XII secolo i Genovesi arrivarono a sviluppare la loro attività commerciale a Costantinopoli *, vi trovarono quale moneta dominante l’iperpero bizantino e fu quindi questa moneta d’oro la base dei loro traffici. Ricordiamo che a quel tempo Genova aveva moneta propria solo da pochi anni e che comunque anche in seguito, per un complesso di circostanze di difficile indagine, il genovino non divenne mai un diffuso mezzo di scambio nell’Oriente2. L’iperpero rimase la base dei rapporti commerciali anche sino al 1261 malgrado che la fine dei Comneni e la creazione dell’impero Latino3 avessero accentuato gli effetti della lunga fase di svalorizzazione. I trattati conclusi dai Genovesi nel 12614 e negli anni successivi con 1 I Genovesi arrivarono ad inserirsi nel sistema commerciale di Costantinopoli molto più tardi dei Veneziani a causa degli antichi legami storici tra Venezia e Bisanzio e forse anche per l’aiuto fornito a nemici dei Greci come Boemondo di Antiochia. Verso la metà del XII secolo iniziarono trattative che portarono ad ottenere un quartiere nella capitale. L’invidia dei concorrenti Pisani e Veneziani e il rancore dei Greci portarono per ben tre volte (1162, 1171 e 1182) alla distruzione del quartiere dei Genovesi, che ogni volta seppero ricreare le condizioni per un insediamento sempre più importante. 2 M. Balard, La Romanie génoise cit. p. 643. 3 La quarta crociata segnò la totale conquista veneziana del mercato bizantino (1204); ad essa Genova reagì col devetum e incoraggiando la pirateria, ma ben presto si trovò più conveniente giungere ad accordi con Venezia per ottenere almeno una parte di quel mercato (1218, 1228, 1232 e 1248). 4 L’umiliazione inflitta ai Genovesi dai Veneziani a San Giovanni d Acri, seguita dalle sconfitte subite dalla flotta inviata a punire i rivali, pone le premesse per il trattato di Ninfeo, capolavoro diplomatico del primo capitano del popolo Guglielmo Boc-canegra. Mentre Michele VIII Paleologo, imperatore a Nicea, aveva bisogno di una flotta per conquistare Costantinopoli, Genova, oltre alla vendetta e al bisogno di ria -fermare il proprio prestigio, pensava di ricreare le condizioni favorevoli alla sua attività commerciale, ridotta ormai in Siria ed anche in Romania per la sua posizione subordi nata fino a che Venezia fosse rimasta padrona di Bisanzio. Il 13 marzo 1261 Mie e Vili approva l’accordo che Genova ratifica il 10 luglio. Esso prevede 1 aiuto reciproco nella lotta contro Venezia, l’esenzione doganale psr i Genovesi nelle terre dell impero e un quartiere genovese in varie città, fra le quali Costantinopoli, Salonicco, Chio, Smime e Mitilene. Ne viene ai Genovesi il monopolio dei traffici con 1 impero greco a cui so o i Pisani saianno ammessi, specie nel Mar Nero. I Genovesi riavranno a Costantinopo i, oltre al loro quartiere, anche quello dei Veneziani. Michele VIII riuscì a conquistare - 23 - Michele Vili comprendevano l’assegnazione di un quartiere prima a Costantinopoli (1261) poi (1267) nel suo quartiere di Galata (o Pera) nel l’ambito della sovranità bizantina e quindi con l’esclusione per i Genovesi del diritto di coniare moneta. Dal 1267 Genova dispone però di un territorio che, perché è fuori della cinta muraria, è libero del più grande sviluppo e destinato a diventare in seguito praticamente indipendente da Bisanzio 5. Nel 1304 e nel 1317 Andronico II accorda ai Genovesi la facoltà di operare con un proprio sistema di peso ma nei cosidetti statuti di Pera del 1304 6 esiste una clausola che vieta alle autorità d’oltremare di battere moneta. Negli scambi commerciali si doveva quindi seguire le variazioni di valore dell’iperpero in senso assoluto (sue variazioni di peso e di titolo) e quelle relative al genovino e al soldo d’argento di Genova punti di riferimento di valuta2Ìone nella capitale ligure. Verso la metà del XIV secolo7 cessa l’emissione di iperperi d’oro che vengono ancora citati nei documenti notarili sino al 1402 mentre dal 1389 sono citati espressamente gli iperperi capitale prima dell’arrivo della flotta genovese, ma rispettò i patti anche perché quella flotta impediva una rivalsa veneziana. 1 Genovesi furono presto privati del loro quartiere a Costantinopoli e spostati prima ad Eraclea e poi a Galata nel 1267. 5 Talvolta Pera si rese autonoma anche da Genova come quando nel dicembre 1317 a Genova il potere passò ai Guelfi (Carlo Fieschi e Gaspare Grimaldi capitani), consolidato dalla dedizione a Giovanni XXII e a Roberto d’Anjou (agosto 1318). Pera, naturale alleata di Andronico, nemico dei d’Anjou, rimase ghibellina anche perché vi erano molti Doria e Spinola. Da Genova fu inviata (1323) una flotta con l'obiettivo di ridurre i Peroti a riconoscere l’autorità centrale, ma l’ammiraglio Pietro Grimaldi non osò passare all’attacco dei suoi concittadini. 6 A Genova furono emessi Statuti nel 1300, nel 1304 e nel 1317 dove erano stabilite le norme che dovevano regolare la vita della colonia. A capo della colonia era il podestà che si fregiava del titolo di potestas januensis in imperio Romaniae o anche vicarius pro comuni Januae in toto imperio Romaniae et mari majori. Pera col suo porto si trovò ben presto a superare la stessa Costantinopoli nel volume dei traffici e giunse a controllare l’approvvigionamento della capitale. 7 Alla morte di Andronico III (1341) Bisanzio cadde nel più profondo disordine a causa della lotta tra il Cantacuzeno (Giovanni VI) ed il legittimo erede Giovanni V. Nel complesso gioco politico che richiedeva cambiamenti di alleanze Pera arrivò a trovarsi in guerra contro Costantinopoli (guerra latina agosto 1348-marzo 1349) e per salvare la colonia, che aveva bloccato il Bosforo per impedire ai Veneziani l’ingresso nel Mar Nero, Genova fu pei in guerra contro Venezia, Bisanzio e gli Aragonesi loro alleati vguerra degli stretti, 1350-1355). Il ritiro dal Bosforo della flotta veneto-catalana a seguito — 24 - d’argentoR. L’iperpero subisce nella seconda metà del XIV secolo9 il suo massimo processo di svalutazione, mentre le monete d’oro di Genova e Venezia stanno vivendo un periodo di stabilità. Si presentò quindi all’inizio del XV secolo 10 la necessità di disporre di monete di maggiore affidabilità e d’altra parte la debolezza di Bisanzio e le vicende storiche consentivano una indipendenza politica che poteva autorizzare i Peroti a battere la loro moneta: il ducato di imitazione del veneziano, moneta principe dell’Orien-te Latino, ma con chiari segni distintivi nelle leggende e, ben chiaro, il segno della zecca: P. Conosciamo comunque solo due ducati: quello di Filippo Maria Visconti, duca di Milano e della comunità di Genova, chiaro riconoscimento da parte del signore milanese dei privilegi, riconoscimento che la colonia esigeva forse fn misura maggiore della madre patria, e quello di Tomaso di Campofregoso, che ha come caratteristica di pesare poco più della metà del ducato veneziano. Probabilmente non furono coniate successivamente altre monete a di una epica battaglia navale poneva le premesse per una completa indipendenza di Pera da Bisanzio ma la sconfitta navale di Alghero (agosto 1353) che fu causa della dedizione di Genova a Giovanni Visconti, e l’insediamento dei Turchi in territorio europeo fa Gallipoli sui Dardanelli nel 1354) impedirono il verificarsi di condizioni che avrebbero forse consentito una propria emissione di moneta. 8 M. Balard, La Romanie génoise cit., p. 647 e sgg. q Probabilmente anche in questo periodo non si verificarono le condizioni per una monetazione di Pera. Infatti se Genova si trovava in urto con un imperatore (Giovanni V) stava contemporaneamente aiutando un altro (Andronico IV prima e Giovanni VII) a salire sul trono ed aveva quindi sempre convenienza al riconoscimento di una sovranità, riconoscimento che sarebbe cessato nel caso di una coniazione genovese. D altra parte i Turchi, con i quali si cercava di rimanere alleati, erano diventati il problema principale e la stessa Costantinopoli fu direttamente minacciata. Le colonie genovesi e i Cavalieri dell’Ospedale di Rodi stabilirono un accordo con Giovanni V e Manuele II per la difesa della capitale greca e da Genova partì poi Boucicault per fornire rinforzi a Pera e indirettamente a Costantinopoli. In La disfatta inflitta ai Turchi di Bajazid da Tamerlano (Ankara, luglio 1402) ridiede speranze al mondo greco-latino, ma, a seguito del rapido allontanamento dei Mongoli, i Turchi ripresero ben presto la loro posizione dominante ed i Peroti, spesso in contrasto con le direttive di Genova, indebolita dalle continue lotte interne, seguirono una politica clic riconosceva la potenza ottomana. Le monete di Pera che ci sono pervenute sono di questo periodo forse perché gli organi di governo della colonia avevano compreso che non valeva più la pena di riconoscere Bisanzio, troppo indebolita, come sede di una autorità alla quale dovevano essere riconosciuti privilegi esclusivi. - 25 - seguito del conflitto sorto nel 1434 quando Giovanni Vili volle imporre a Pera nuovi diritti doganali. Ci fu un vero e proprio stato di guerra e Pera trovò scarso aiuto nella spedizione guidata da Carlo Lomellino, reduce dalla sconfitta in Crimea. Dopo reciproci bombardamenti, i Peroti furono costretti ad innalzare sulla torre la bandiera dell’imperatore in segno di omaggio. Dopo la caduta di Costantinopoli (1453), i Turchi risparmiarono Pera dal saccheggio, ordinando però la distruzione delle mura. I Genovesi ebbero il diritto a qualche autonomia e ad una certa libertà nel commercio dell impero turco, ma Pera, ridiventata un sobborgo di Costantinopoli, la nuova capitale turca, finì di essere una colonia genovese. — 26 - PERA Colonia genovese 1267-1453 FILIPPO M. VISCONTI DUCA DI MILANO SIGNORE DI GENOVA 1421-1436 PI DUCATO D/ fMAMEDIOLA D • ETCOIS • IA • Il duca in ginocchio davanti a Santo che gli porge lo stendardo. Lungo l’asta DV$ Ai piedi dell’asta una grande P gotica *. R/ SIT • T • OPE • DAT • QTV REGISISTE • DVCAT Il Cristo in aureola elittica con nove stelle2. Oro mm 223 gr 3,513 Varianti: a ) f • MA • MEDIOL • • D • ET • COISIA DV$ P gotica e SITTOPEDATQTV... REGISISTEDVCA3 b) * MEDIOLANI DNSIANVA e IANVA • ME • S ERVIT CARA con P ai piedi del Cristo4. 1 La leggenda del D/ è abbreviazione di Filuppus Maria Mediouni Dux et Comu-nitatis Ianue. 2 Schl., p. 453; tav. XVII 21. 3 Cat. Papadopoli, p. 242. 4 Cat. Monnaies. Sulla moneta vedi anche Ives-Grierson, p. 24; tav. XII 5, e Gamberini, p. 147. - 27 - PERA Colonia genovese 1267-1453 TOMASO DI CAMPOFREGOSO DOGE DI GENOVA 1436-1443 P2 DUCATO D/ T • C • DVXIAN Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo sten-dando. Dietro al Santo SLAVRETI Lungo l’asta DVO Ai piedi dell’asta una grande P gotica. R/ SIT-T#PEDATQ -REGISISTEDVC Il Cristo in aureola elittica con otto stelle 1 Oro mm 232 gr 1,803 - 1,862 Varianti: a) T*C*DUXIANVE SLAVRENT DV P gotica e SITTOPEDATQTV REGISISTEDVCA2 3 1 Schl., p. 454; tav. XVII 22. ? Cat. Papadopoli, p. 242. (Come per Chio i ducati di Tomaso Campofregoso sono talvolta di peso molto ridotto). 5 C. Risparmio. Sulla moneta vedi anche Ives-Grierson, p. 24; tav. XII 6, e Gamberini, p. 147. MONETE GENOVESI A CAFFA NOTE SULLE MONETE GENOVESI A CAFFA Nel suo importante studio sul Levante Heyd1 dimostra che i Genovesi ottennero Caffa dal tartaro Mangu-khan (1266-1281) non prima del 1266 ed anche come questa concessione di feudo non possa essere avvenuta molto tempo dopo2. Nella prima metà del XIII secolo i Tartari avevano costituito, sino al Danubio, il khanato dei Kiptchak che comprendeva anche la Gazaria3, mentre la parte sud-occidentale (Gozia), abitata da una tribù di Goti staccatisi dalle orde che invasero a suo tempo l’Europa, era in potere dei Greci di Tre-bisonda dal 1204 e divenne poi tributaria dei Tartari. Dopo aver ottenuto col trattato del Ninfeo la proibizione per i Veneziani di navigare nel Mar Nero, i Genovesi arrivarono presto ad espellere anche i Greci realizzando così il monopolio dei traffici verso Costantinopoli, specie quelli importantissimi dei cereali e del pesce salato4. Gran parte degli scambi del traffico commerciale che irradiava dalla Crimea verso l’interno avveniva col baratto o mediante il pagamento in argento, di solito in verghe o lingotti che erano veri e propri mezzi di scambio. Secondo Iliescu5, i lingotti erano di forma irregolare mentre le verghe avevano una forma parallelepipeda e sembrerebbero di peso pressapoco costante (circa 198 gr corrispondenti a circa 18.857 mm3, peso e volume, ad esempio, di una verga di circa cm 1,7 x 1,7 x 6,5). Unità di peso dell’argento era il sommo. Schlumberger6 e Balard7, a 1 W. Heyd, Storia del commercio del Levante nel Medio Evo, Torino 1913. 2 Abbiamo infatti atti rogati a Caffa da un notaio genovese nel 1281, l’armamento da parte di Paolino Doria nel 1298 di tre vascelli per soccorrere Tripoli di Siria e nel 1290 uno statuto per dimostrare come la colonia avesse già da tempo una sua struttura organizzativa. 3 La Crimea era chiamata nel medioevo Gazaria dai Kazari di cui era possedimento nei secoli VIII-X. 4 Quando i Genovesi non volevano o non potevano alimentare la capitale questa si trovava ben presto ridotta alla fame. Nel Mar Nero furono ammessi solo i Pisani che fondarono nel Mare d’Azof Porto Pisano ma i Veneziani non ne rimasero per molto tempo esclusi, specie dopo il deterioramento dei rapporti fra Michele Paleologo e i Genovesi, e ripresero a formare coloni: prima a Soldaja poi in altri punti della costa. 5 O. Iliescu, Genovezii la Marea Neagra in secolele XÎII-XIV, in « Colocviul Romano-Italian », Bucarest 1975, p. 165. 6 G. Schlumberger, Numismatique de l’Orient Latin, Parigi 1878, p. 461. 7 M. Balard, Gênes et l’Outre-Mer, I. Les Actes de Caffa du notaire Lamberto di Sambuceto, 1289-1290, Parigi 1973, p. 52 e La Romanie génoise cit., p. 659. - 31 - cui si riferisce la Balletto 8, calcolano il peso del sommo partendo dai dati forniti da Pegolotti9 ( 1 sommo = 8 V2 onde genovesi) e, considerando che la libbra sottile di Genova (usata per i preziosi) pesa 316,75 gr, sostengono che il sommo pesava 224,365 gr con un contenuto di argento di 218,911 gr, dato che il titolo, sempre secondo Pegolotti, era di 11 oncie e 17 denari. Ma Iliescu, ricordando che a Trebisonda il sommo corrispondeva a 197,97 gr, a Tana a 197,97 gr o 205,6 gr e a Caffa 213,37 gr, affaccia l’ipotesi chd Pegolotti si sia sbagliato ed abbia voluto dire che un sommo corrispondeva a 7 oncie genovesi. In questo caso il peso del sommo sarebbe di 197,97 gr come risultava a Trebisonda e a Tana. Se è vera l’ipotesi di Iliescu, abbiamo delle verghe col peso dell’unità di peso, il sommo, usato come unità di scambio, adoperato dai tesorieri di Caffa come unità per i loro conti, che la Balletto 10 definisce unità di peso e monetaria e che talvolta circolava con il marchio del Comune di Genova 11. Quindi, mentre Schlumberger12 attribuiva al sommo « une valeur fictive », saremmo invece portati a dire che il sommo potrebbe essere considerato una vera e propria moneta. Anche Vsevolod Potin parla del sommo come mezzo di scambio 13. Come a Costantinopoli i Genovesi volgevano i loro traffici usando la moneta bizantina, così a Caffa si usava l’aspro baricato che probabilmente, come suggerito da Desimoni, prese il suo nome da Berek, uno dei khan del-l’Orda d’oro (1256-1266), il quale introdusse nelle monete tartare la leggenda araba dopo essersi convertito alla religione islamica. A proposito degli aspri baricati, il Balard 14, riferendosi a! 1299 quando da un sommo se ne ricavavano 120, afferma che, secondo il peso da lui attribuito al sommo, ad un aspro baricato corrispondeva 1,824 gr di argento fino. Paragonando il contenuto di argento (2,80 gr) di un grosso di Genova 8 L. Balletto, Genova Mediterraneo Mar Nero (sec. XIII-XV), Genova 1976, p. 182. 9 F. Balducci Pegolotti, La pratica della mercatura, ed. A. Evans, Cambridge Mass. 1936, p. 41. 10 L. Balletto cit., p. 182, nota 2. 11 Ibidem, pp. 186 e 189. 12 G. Schlumberger cit., p. 464. 13 V. M. Potin, Rrevnjaja Rus' v evropejskie gosudarstva v X-XII1 vv, Leningrado 1968. 14 M. Balard, La Romanie Génoise cit., p. 659. — 32 - nel Ì288 (del valore di un soldo), egli valuta l’aspro baricato 7,82 denari di Genova, valore molto vicino a quello di 8 denari che gli si può attribuire secondo documenti notarili del 1286 e 1287. Ma dagli atti di Caffa del notaio Lamberto Sambuceto 1289-1290, pubblicati dallo stesso Balard 15 a cui si rifa ancora la Balletto I6, risulta che il valore dell’aspro baricato oscillava sulla piazza di Genova da 7 Vz a 8 denari e per le transazioni effettuate a Caffa da 6,66 a 7,13 denari genovesi. Dal peso di 197,97 gr per il sommo, con un contenuto di argento fino di 193,16 gr, risulta un valore dell’aspro baricato di 6,90 denari e l’ipotesi di Iliescu sul peso del sommo troverebbe quindi conferma. L’aspro baricato avrebbe dovuto contenere 1,610 gr di argento. In altra parte del suo rapporto Iliescu 17 parla di aspri del XIII secolo quando dice che nel ritrovamento del tesoro di Oteleni, che si può datare 1298-1299 '8, c’erano 11 imitazioni di dirhem mongoli (aspri baricati) con leggende arabe molto mal imitate e che qualcuno di questi aveva la croce. Egli esprime la convinzione che queste monete fossero genovesi, probabilmente di Caffa. Dopo aver dovuto abbandonare Caffa nel 1308 19, i Genovesi compresero che la città doveva essere convenientemente fortificata e che il traffico marittimo e terrestre doveva essere costretto al transito per il suo porto. Le norme per favorire il potenziamento di Caffa erano dettate dagli Octo Sapiente s super factis navigandi et maris majoris costituiti nel 1314 e diventati poi nel 1341 1 'Officium Gazariae che da Genova controllava e dirigeva tutta l’attività della colonia delegando ogni anno il console. Fra il 1316 e il 1332 fu fondata la colonia genovese di Tana alle foci del 15 M. Balard, Gênes et l’Outre-Mer cit. 16 L. Balletto cit., p. 187. 17 O. Iliescu cit., p. 160. 18 I rapporti tra Genovesi e Veneziani furono sempre di rabbiosa concorrenza tanto che nel 1296 una flotta al comando di Giovanni Soranzo pose l’assedio a Caffa e la conquistò. Fu questa probabilmente la prima volta che i Genovesi dovettero abbandonare la città, ma dopo la partenza del Soranzo, forse anche prima della pace del 1299, i Genovesi rientrarono a Caffa. 19 Nel 1307 il khan Toctai fece prigionieri i mercanti genovesi che si trovavano a Sarai, capitale del Khiptchak e pose l’assedio a Caffa. Dopo otto mesi di assedio i Genovesi e i Greci si resero conto dell’inutilità della resistenza e fuggirono per mare (maggio 1308) dopo aver dato alle fiamme la città. Ambasciatori, mandati da Genova, riuscirono però a convincere Uzbek khan, successore di Toctai, ad autorizzare la ricostruzione di Caffa. — 33 — 3 Don, dove i Veneziani ottennero analoghe concessioni nel 1332, ma Genovesi e Veneziani ne furono ben presto cacciati da Jani-Beb 20 e il commercio con il mondo orientale fu messo in difficoltà dalla perdita del lontano emporio . Iliescu ritiene che siano state coniate in questo periodo a Caffa anche le numerose imitazioni di aspri baricati contenute nel tesoro di Mihail Kogalniceanu, che data 1340 e che comprende tra l’altro barre e lingotti d’argento. Nel 1358, durante il khanato di Birdi-Beg, Genovesi e Veneziani erano nuovamente a Tana. La morte del khan gettò il Kiptchak nell’anarchia e i Caffioti ne approfittarono per occupare Soldaja (luglio 1365) ed altri 18 villaggi, praticamente tutta la costa sud-occidentale della Crimea, la Gozia, rimanendo escluse solo Inkerman e Mangoup all’estremo ovest della Crimea . Trattati con gli emiri di Solgati nel 1381, nel 1382 e nel 1393 riconoscevano i nuovi diritti degli occupanti. I rapporti con i Tartari erano pero difficili e si impose una ripresa di trattative con Toktamish-khan che portarono ad un accordo (agosto 1387) con i suoi incaricati: Cotolboga, signore 20 Nel 1343, durante una delle frequenti zuffe, un Veneziano uccise un Tartaro. La reazione del khan Jani Beg fu di cacciare da Tana tutti gli stranieri e di marciare poi verso Caffa per toglierla ai Genovesi. Questi, ben organizzati per il rifornimento via mare della città e per il controllo di tutta la costa* opposero una resistenza tale da convincere il khan a ritirarsi. 21 Genova e Venezia si accordarono per un intervento in comune che presupponeva una tregua tra le due città e l’interdizione di trafficare con i Tartari finché il khan non avesse ceduto. Subito avvennero le prime dispute, specie perché i Genovesi sostenevano di non aver inteso comprendere nel devetum il traffico commerciale di Caffa ma solo quello che riguardava Tana. Intanto Tani Beg poneva ancora assedio a Caffa dove non giunsero mai gli aiuti che Genova aveva affidato a Simone Vignoso, fermatosi a Chio, e neppure quelli di Umberto, signore del Delfinato, che era stato sollecitato dal papa Clemente VI. Jani Beg tolse l’assedio a Caffa ma, dopo il lancio dei cadaveri di tartari nella città assediata, entrò nella colonia genovese la peste che da Caffa fu poi portata in Sicilia, a Genova, a Ragusa, a Venezia e poi in tutta l’Europa (1347-1350). Fu la terribile peste nera che costò all’Europa un terzo della sua popolazione. 22 Genova si preoccupò di organizzare i nuovi possedimenti dal punto di vista amministrativo e militare. Fu deciso di concedere alla colonia una maggiore autonomia, con qualche limitazione fra cui la nomina diretta da parte del Comune dei consoli di Caffa, Balaclava, Tana e Soldaja (così come quelli di Simisso, Samastri e Trebisonda sulla costa settentrionale dell’Asia Minore). Il console di Caffa potè da allora chiamarsi « Console di tutta la Gazaria », « Console di tutti i Genovesi presenti sul territorio della Gazaria », « Console di tutto il Mar Nero e dell’impero della Gazaria ». Oltre ai consoli, Genova si riservava naturalmente anche la nomina dei massari preposti all’amministrazione delle finanze. di Solgati, si impegnava tra l’altro a far coniare aspri di qualità uguale a quelli del suo predecessore 23. Mitchiner 24 pubblica la foto di un aspro, coniato in questo periodo, col castello e con i simboli di Toktamish (1376-1393). Sino ad ora si è sempre ritenuto che 1 Genovesi di Caffa avessero coniato monete solo nei primi anni del XV secolo facendo riferimento agli Statuti di Gazaria del 1316 che affermavano l’assoluto divieto di zecca e al trattato del 1387 sopracitato. Dallo studio dei ritrovamenti, Iliescu trae invece la conclusione che « en dépit des interdictions formelles, stipulées dans les statuts de Péra et Gazarie, les Génois des colonies de la Mer Noir se sont livrés de bonne heure à l’imitation probablement clandestine des dirhems mongols et même à frapper de monnaies propres »25. Può darsi quindi che l’aspro baricato dei Tartari si sia trovato sul mercato del Mar Nero non solo insieme a sue contraffazioni genovesi, che quindi prendevano lo stesso nome, ma anche con veri e propri aspri di Caffa. Gli Statuti di Gazaria del 1316 possono aver avuto l’intenzione di mettere fine ad una attività in corso e se c’erano ancora aspri genovesi nel 1340 e al tempo di Toktamish è perché non erano state osservate le ordinanze di Genova. Balard 26 ricorda che in alcune città genovesi del Mar Nero (Simisso e Savastopoli nel 1368 e Sinope nel 1391) « circolavano piccole monete d’argento coniate senza dubbio da zecche locali ». Degli aspri di Chilia e di Li-costomo, delle monete probabilmente di Vicina e di quelle di Moncastro si tratta in altro capitolo. Visto quanto sopra, sembra quindi che si possa formulare l’ipotesi che i Genovesi di Caffa abbiano sempre avuto la propria moneta, salvo forse i casi di particolari momenti di grave crisi politica, e che non sia una prova contraria il fatto che i documenti parlino in genere di aspri baricati. Le monete di Caffa, della Crimea e di Tana del XV secolo sono note da tempo e sono state oggetto di uno studio del prof. Retowski27. L’autore potè esaminare migliaia di monete provenienti da ritrovamenti nella Russia Meridionale ed ebbe modo di farsi una collezione che comprendeva quasi tutte le varianti descritte. Questa collezione fu poi acquistata da Vittorio 23 G. Schlumberger cit., p. 464. 24 M. Mitchiner, The world of Islam, Londra 1967, p. 320. 25 O. Iliescu cit., p. 160. 26 M. Balard, La Romanie Génoise cit., p. 664. 27 O. Retowski, Genuesko-Tatarskija monety, Sinferopoli 1897, 1896, 1901. — 35 — Emanuele III, è ora conservata nel Museo Nazionale Romano ed è costituita da circa 500 pezzi. Lo studioso russo riuscì a ricomporre una seconda collezione che insieme a quella di W. W. Weliaminov- Zernov finì poi all Ermi tage di Leningrado dove sono ora conservate circa 1400 monete genovesi tartare di cui solo poche decine sono di rame. Retowski pubblicò uno studio più aggiornato a Pietroburgo nel 1906 e lo completò successivamente con un supplemento2i. E’ da questa opera che sono state ricavate le indicazioni e le figure per descrivere le monete genovesi in Crimea29. A proposito della cronologia delle monete, l’autore ammette che gli aspri con COMVNEIANVEIM, da lui attribuiti in un primo tempo a Ulug-Mohamed, riportano invece al R/ il nome di un altro khan, ma non accetta l'attribuzione a Toktamish o a Timur Kutlug, perché si dice convinto che siano stati coniati nell’anno dell’egira 822 (1419). Non ritenendo di poter escludere che siano state coniate monete prima del 1419, sembra opportuno accettare invece l’attribuzione a Timur Kutlug (1395). Gli aspri successivi sono caratterizzati dalla presenza del tamga, simbolo dei khan tartari. Abbiamo quindi quelli col tamga dell’Orda d oro (tamga conico A), seguiti da quelli col tamga dei khan di Crimea (tamga ghi-reiev Difatti i Tartari di Crimea formarono nel 1433 un khanato indipendente, il cui primo sovrano, Hadji Gerai khan, fu praticamente sempre in guerra con Caffa nonostante tutti i tentativi genovesi di indurlo alla ragione. La leggenda fl-J3 che appare sugli aspri di Crimea col nome di Ulug Mohamed significa « zecca di Crimea » o forse più precisamente zecca della città Eski-Krim (Solgati?). Altre monete non genovesi di Hadji Gerai del 1453 portano lo stesso riferimento. Per questo Retowski30 esprime la certezza che siano produzioni di uno zecchiere genovese alle dipendenze di Hadji Gerai o addirittura della zecca di Caffa su commissione del khan. La posizione eccentrica di Tana rendeva la sua situazione politica particolarmente instabile e ne faceva sovente il primo obiettivo di conquista quando i khan volevano indebolire la posizione genovese 31, ma l’insediamento 23 O. Retowski, Genuesko-Tatarskija monety, Pietroburgo 1906. 1914. 29 Un rapporto sul lavoro di Retowski è stato redatto da G. Pesce cit. 30 O. Retowski, Die Munzen der G irei, Pietroburgo 1901, p. 26. 31 II verdetto di Amedeo di Savoia poneva l’interdetto sul porto di Tana per due anni, ma dopo questo intervallo Veneziani e Genovesi ripresero a frequentare il Mare d’Azof. Nel 1387 Tamerlano sferrò il primo attacco contro Toktamish e nel 1391. du- doveva essere comunque abbastanza stabile ai tempi di Ulug Mohamed (1419-1420 e 1427-1433) se sono genovesi gli aspri con la T, iniziale di Tana, e la curiosa leggenda IMPERATOR, probabile omaggio in latino al khan tartaro che scriveva le sue leggende in arabo. Dopo la conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II (1453), questi fu in grado di effettuare sul Bosforo un blocco analogo a quello genovese di un secolo prima. Il Comune di Genova cedette la colonia al Banco di San Giorgio, mentre Caffa era in una situazione disperata e in attesa della decisione finale di Maometto e degli effetti dell’odio implacabile di Hadji Gerai. Il Banco di San Giorgio organizzò un servizio di corrieri per via di terra (litorale rumeno e Buda) perché, pur avendo ottenuto dal sultano il diritto di passaggio nel Bosforo, solo raramente le navi poterono arrivare a Caffa con aiuti di armi e di mercenari. Sono di questo periodo le monete (aspri e follari) con San Giorgio, che sostituisce il castello e ancora il tamga ghireiev come su quelle precedenti. Col tempo il passaggio del Bosforo divenne meno difficile rimanendo così possibile la ripresa del commercio, buona parte del quale aveva però carattere locale, limitato cioè al Mar Nero, per la continua avanzata dei Turchi (conquista di Trebisonda nel 1472) che ne riduceva le possibilità. Si riuscì anche a stabilire rapporti di pace con Hadji Gerai e alla morte del khan, avvenuta nel 1466, durante le lotte di successione tra i suoi figli, Caffa ebbe l’opportunità di aiutare quello che sarebbe stato il successore, Mangly Gerai, e si trovò quindi ad avere un prezioso alleato. Nel 1470' Maometto II impose però aumenti del tributo e si impadronì di Caffa alla prima occasione favorevole quando cioè le autorità caffiote si misero in urto col rappresentante tartaro nella città. Forse è di questi ultimi anni il follaro con San Giorgio ed il castello, privo di tamga ghireiev e quindi del riconoscimento della sovranità tartara. rante il secondo attacco, i Mongoli, dopo aver inferto una severa sconfitta a Toktamish, si abbandonarono al saccheggio di Tana, risparmiando solo gli Islamici: gli altri ebbero le proprietà confiscate e furono costretti a pagare riscatti per ottenere la libertà. Genovesi e Veneziani ripresero poi la costruzione dei loro edifici e delle opere di difesa, ma la distruzione di Sarai e di Astrakan aveva chiuso le vie di traffico che di là alimentavano Tana. Anche Pulad Beg assalì Tana nel 1410, ma durante la signoria del suo successore Timur solo ai Genovesi era permesso l’accesso a Tana. Un altro attacco a Tana venne da parte del nuovo khan Karim Birdi (1418). — 37 — Il 31 maggio 1475 una flotta turca si presentò davanti a Caffa: la resistenza fu brevissima (neppure una settimana), forse anche a causa di una sommossa popolare di Greci e di Armeni che rappresentavano la maggioranza della popolazione. I Genovesi vennero trasportati a Costantinopoli e fu loro assegnato un quartiere, rimanendo essi sottoposti al pagamento di un tributo. In breve tempo i Turchi completarono la conquista della Crimea, incontrando talvolta accanita resistenza come a Soldaja. Da allora soltanto piccoli insediamenti commerciali genovesi rimasero a Tana e nei pressi di Caffa, mentre i Tartari rimanevano signori della Crimea, tributari dei Turchi. Completando la classificazione di Retowski, si propone di classificare le monete genovesi-tartare nei gruppi seguenti: Aspri di Caffa del XIII secolo; Aspri di Caffa del XIV secolo; Aspri di Caffa del XV secolo; Follari; Aspri di Crimea; Aspri di Tana; Monete con contromarca. A loro volta gli aspri di Caffa vengono divisi in tre sottogruppi: Aspri senza tamga; Aspri con tamga dei khan dell’Orda d’oro (tamga conico); Aspri col tamga dei khan di Crimea (tamga ghireiev). Il tamga è di solito accompagnato da una leggenda araba che, forse per essere stata incisa sul conio da zecchieri genovesi, è spesso molto approssimata. Nelle ulteriori suddivisioni, illustrate nella tabella I, interviene la necessità di distinguere alcuni nomi dei khan32. Circa la datazione delle 32 Quasi tutti i khan con i quali si trovarono ad aver rapporti i Genovesi di Cafla sono discendenti da Genghiz khan. Uno dei figli di Genghiz, Juji, divenne capo dcll'Orda d’oro che alla sua morte fu divisa fra i suoi figli: Orda, capo dell’Orda bianca (Turkestan) e Batu, capo dell’Orda blu, a cui rimase la Russia meridionale. Fra i discendenti di Batu interessano la storia dei genovesi Berek (1256-1266), Mangu (1266-1281), Tuda Mangu (1281-1287), Tuia Buga (1287-1290) Toctai, (1291-1311), Uzbek (1311-1341), Tini Beg (1341), Jani Beg (1341-1357) e Birdi Beg (1357-1358). Segui un lungo periodo di anarchia, con frequenti cambiamenti del khan, che finì quando Toktamish, discendente di Orda, conquistò l’Orda blu. Toktamish fu poi sconfitto da Timur (Tamerlano), discendente di Jagatai, altro figlio di Genghiz, ma Tamerlano si allontanò presto dalla - 38 - monete col nome del khan Ulug Mohamed e di quelle col nome del khan Devlet Birdi, occorre considerare i periodi in cui essi furono a capo dell’Orda d’oro: dal 1419 al 1420 e dal 1427 al 1433 per il primo e dal 1421 al 1426 per il secondo33. Dato che sulle loro monete appare al D/ il riferimento a Filippo Maria Visconti, signore di Genova dal 1421 al 1436, dobbiamo escludere che quelle monete siano state coniate nel primo periodo di Ulug Mohamed, perché il Visconti non era ancora a Genova, e datare 1421-1426 quelle di Devlet Birdi e 1427-1433 quelle di Ulug Mohamed34. Oltre alle monete illustrate da Retowski, la tabella comprende le monete citate da Iliescu e Mitchiner e l’aspro con San Giorgio descritto da A. de Guadan3:>. A questo proposito si deve ricordare che anche principi russi Russia meridionale e il potere tornò così agli eredi di Toktamish: Pulad Beg (1391), Timur Kutlug (1395), Shadi Beg (1401), Pulad Beg (1407-1412), Timur (1406-1411), Jalal al din (1411-1412), Karim Birdi (1412-1418), Kebek (1414), Chakra (1415), Jabban Birdi (1417), Ulug Mohamed (1419-1420 e 1427-1433), Devlet Birdi (1420-1460) e Sayyid Ahmad (1433). Hadji Gerai, figlio di Ulug Mohamed, fondò una nuova dinastia (1420) che pose fine all’Orda d’oro (1433) e a cui rimase la signoria della Russia meridionale fino al 1783. Di alcuni khan si indicano i nomi, completi di attributi in arabo dato che così appaiono sugli aspri: Toktamish vi A oLà ' olKLuuJl Pulad Beg Timur Kutlug IdJLC* jii tjli yo (jlkLJl Ulug Mohamed UJ oWUf Devlet Birdi (j li Hadji Gerai jjL ^»£^1 jjlULJI La leggenda corre da destra a sinistra. Per evidenziare il nome del khan lo stesso è stato sottolineato, le altre parole sono pressoché comuni a tutte le leggende trattandosi di attributi. 33 M. Mitchiner cit., p. 245. 34 Nella leggenda latina degli aspri appare spesso il segno $, deformazione evidente di $ uno dei modi di scrivere la lettera X. 35 A. M. de Guadan, La monedacion de la Banca de San Jorge en el siglo XV y los problemas del abastecimiento de la piata en la baja Edad Media, in « A*cta Numismatica » VI, Barcellona, 1976. — 39 — coniarono al tempo di Pulad Beg (1408-1411) monete con San Giorgio, talvolta erroneamente attribuite ai Genovesi di Crimea36. La tavola III riassume i ritrovamenti di monete genovesi in Romania citati da Iliescu. Recentemente Nikolaj Kotlar37 ha pubblicato un elenco aggiornato di tutti i ritrovamenti nella SSR Ucraina che comprende anche la Crimea. Purtroppo non sembra che tutti siano stati ancora studiati a fondo, come ha fatto Iliescu per quelli rumeni, e quindi è possibile solo fare un esame numerico del contenuto. Dei 1266 tesori, almeno 13 comprendono monete che talvolta sono definite genovesi-tartare e talvolta genovesi di Crimea. Nella tavola II sono indicate le composizioni dei 13 tesori a cui ne sono stati aggiunti uno che comprende monete genovesi ed un altro che comprende ducati veneziani che potrebbero essere di contraffazione. In genere le monete risultano ora conservate nei musei di Leningrado (Ermitage), Teodosia, Odessa, Sosnica, Sinferopoli e al gabinetto numismatico dell’Università di Kiev. Abraaam Nudelman ha da parte sua pubblicato l’elenco dei ritrovamenti nella SSR Moldava 38. A pag. 93 è descritto il tesoro di Kugureshti, venuto alla luce nel 1957, che comprendeva 596 monete d’argento, delle quali 5 con i nomi di F.M. Visconti al D/ e di Ulug Mohamed al R/, oltre a tre monete con contromarca genovese. Il tesoro è conservato nel museo di Kiscinev. 36 O. Retowski, Genuesko (1906) cit., p. 67. 37 M. Kotlar, Znaleziska monet z XIV-XVI1 w. na obszarze Ukrainskiej SSR, Polskie towarzystwo archeologizne i numizmatyczne, Varsavia 1975. 38 A. Nudelman, Topografija kladov i naxodok ediniényx monet. Arxeologi ceskaja karta Moldavskoì SSR - 8 Vypusk - Kiscinev 1976. — 40 — CAFFA CRIMEA TANA Moneta Tamga Leggenda del D/ Tavola Nome del khan Aspro XIII secolo Aspri XIV secolo senza senza Aspri XV secolo — conico A ghireiev m Follari v Aspro di Crimea Aspro di Tana Contromarche conico - ghireiev conico conico COMVNEIANVEM * COMVNEIAVEIN ' * DVSMEDIOLAI .. DVX MED D ... Toktamish Timur Kutlugh ? Mohamed DVX.M.D. ... Mohamed *C CAFFA- * C CAFFÈ * C CARRE t C CARE *C CAFE ■ï* C CARE *C CAFC DVX.M. ... *D.M. ... * C CARRE D C CARRE B *C CARRE S * C CARRE flUY ... CAR ... 'YY Bit Bo-B BS «b IRG YRG Coìr C6S Y3 13 I I I C BY PI SI BI RI AC R v Devlet Birdi ? Devlet Birdi (?) Devlet Birdi Mohamed - Devlet Birdi ? ? ? ? -Hadji Gerai * C CARE .......E * C CAFE *C CAFC * C CARE * C CARE *C IC San Giorgio Castello CARA Castello CAFFA VC Castello CAFFA YY r Castello CAFFA B5B Castello anepigrafe Castello CA ... Castello C ... SU Castello CAF ... San Giorgio San Giorgio (al R/ cast.) araba Mohamed latina e T Mohamed Castello grande e croce su aspro tartaro Castello grande su aspro tartaro Castello piccolo su aspro tartaro 4 tondi su C33 MONETE GENOVESI A CAFFA Contomo del castello Segni particolari circolare circolare circolare circolare quadrilobato ovale circolare incompleto circolare incompleto incompleto mancante incompleto { incompleto -J circolare liscio o mancante J- circolare circolare —quadrilobato _ romboidale (eccez. circol.) circolare circolare liscio mancante circol. o liscio circolare circolare circolare circolare liscio liscio mancante mancante quadrilobato (?) quadrilobato quadrilobato quadrilobato circolare (?) quadrilobato Croce Croce (?) freccie rombi f stelle o punti punti 3 stelle c.s. e stelle anche di interpunzione 4 stelle freccie freccie esterne 3 stelle punti (croce) freccie ‘ punti fiocchi punti (Croce) (senza croce) Nome Epoca N. Sigla città Retowski 1298-1299 C 1 1340 C 2 1376-1393 C 3 1395 1-6 C 4 CARE ? 7-8 C 5 1427-1433 9-12 C 6 f CARE 1427-1433 13 C 7 CAR 1427-1433 14-23 C 8 ,CA 1427-1433 24-26 C 9 CARE 1427-1433 27-30 CIO ,CAR 1427-1433 31-38 Cll CAR 1427-1433 39- C12 1427-1433 40 C13 1427-1433 41-43 C14 CAR 1427-1433 44-47 CI 5 CA 1427-1433 48-54 C16 CA 1427-1433 55-57 C17 CAR 1427-1433 58-59 C18 CAR 1427-1433 60-68 C19 CA 1427-1433 69-72 C20 CARE 1427-1433 73-81 C21 CAR 1420-1426 82-83 C22 CARE 1420-1426 84-102 C23 1420-1426 103 C24 1420-1426 104-107 C25 1427-1433 108-111 C26 1420-1426 112-122 C27 1420-1426 123-124 C28 1420-1426 125-138 C29 ? 139-163 C30 ? 164-166 C31 ? 167-171 C32 ? 172-173 C33 ? 174 C34 1448-1449 (?) 175-184 C35 1458-1459 (?) 185-193 C36 1433- ? 194-198 C37 1433- ? 199-203 C38 1433- ? 204 C39 1465-1466 (?) 205-206 C40 1433- ? 207-208 C41 1433- ? 209-210 C42 1433- ? 211-214 C43 1433- ? 215-220 C44 1433- ? 221-226 C45 1433- ? 227-229 C46 1433- ? 230-232 C47 1433- ? 233-234 C48 1433- ? 235 C49 1473-1474 236 C50 1438 (?) 237 C51 1433- ? 238-246 C52 1433- ? 247-248 C53 1433- ? 249 C54 1433- ? 250-256 C55 1465-1466 257 C56 1453-1475 C57 ? -1433 258-259 C58 ? -1433 C59 ? -1433 260 C60 1433- ? 261 C61 1433- ? C62 1433- ? 262 C63 1433- ? 261a C64 1433- ? C65 1453-1475 263 C66 1453-1475 264 C67 1427-1433 1-3 C68 1427-1433 1-5 C69 p. 71 C70 p. 72 ai p. 72 C72 p. 46 03 Tavola II. RITROVAMENTI DI MONETE GENOVESI IN UCRAINA Data ritrovamento 1909 1889 1894 1908 1901 Zona ritrovamento (1) (1) (1) (1) (1) Epoca (secolo) XV XV XV XV XV Genovesi tartare 3431 4 Genovesi di Crimea 80 180 Contromarche Genovesi 3 Genovesi Orda d’oro 726 27 1 Gerai 523 4 Ungheresi Turche Moldave Polacche Serbe Russe Tedesche Ducati Veneziani 10 1 Ducato romano 1 Altre Indeterminate 3 51 TOTALE 4157 89 736 11 61 Sommi 1901 XXsec. 1926 1898 5867 1886 1863 1920 ? (1) (1) (1) (1) (2) (3) (4) (5) (6) XV XVI XVII XVII XV XV XV XV XV ? ? ? 5 ? 21 17 20 8 8 ? 911 13 1120 ? ? 1 ? 1 ? 3 1 ? ? ? 63 3 2181 742 ? 336 11000 5 1003 2212 ? 1140 5 1862 (7) XV ? ? ? ? (1) Crimea (2) Regione di Kharkow (3) Regione di Chmielnik (4) Regione di Cherkassi (5) Regione di Chernigov (6) Regione di Kiev (7) Regione Podolia (? = quantitativo non determinato) £ <1 S O Pi 2 co W > O 2 W O W H M 2 O H 2 W S < > O Pi H 3 C <.« U -§ ^ o S ^ c "O o c .s< 03 > o c o co o 6 gOr-O ^ ^-C ^2 ë ! « U •-* ~ *2 C ^ G O CO 3‘n (J 03 W) P CQ P H â c ce T3 P H C£) £ ^r QJ .G > ss= u . ^ 5 O ^ G «.b.SP S G o Ol) e>~ -u a CD W) Sn G3 CD -a:§ M ÔD P - SG —i O ^ X3 G o G ■g a w _ >u '£ > 11 " a. v t-, u V o p. M 8 2 c g S g> -a « <§* _. .o « s -ô .9 .-H N L-t 03 CD *-* fri ^ — .U ^ h3 ^ U O W K 2 2 > jg ~s 03 .„©" CO/-ni vQ **~N cm^sq lrN " rsf o « >12$ 03 3 ^ te ^ _ « .H vO S U cl? o .„ ^ S .ts -a > rï ~ eo : ’B .o CL c ^ ri 03 O ?.*§ S"3 tH sû bÛTj- ' ' G\ O i—< C/5 O fM ci -1 hJ g Rcn n ca U ”Ü O C c o (-1 p O O r- ^_o 'o r- rv? cn 00 co co -a Ç UU > co î§:8^ > > O'V'O W t-l fc-l > .ü .a a o G C -—- c ü ü o Jj ? ^ ON co cr \D O '■CNJ ^ co ce ._, 'TD -o k « fcD ^ o Q O 1 Bb - 2 2'o-g c c g-a << e§ ^3 ^ u ^5 1/3 /-s â§> ü ÏJ "■n O 2 a e Ë G (L) Jrj cl» i? i_( CL ce ’o n- bn O O O O o o NN a N “ a si S| g E IIeSI^eS ^ ^ 'B ’B ^ ^ o o O O .-J o «j o3 ce ce ce wî u u u o u u d P P P P P 'TD T3 "O T3 ’TD —i i—* —i i—< tr\ ^ > <3 H U o CL W o O j-t S « G CD W) O w U U o co .Xi O ÌJ c CC « w s-< P OPh o ce U i) 2 ^"o 3 Si _ « s y "S'S >cqhCh2 , — 41 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1298-1299 CI ASPRO Leggende arabe molto mal imitate. Croce 1 Argento 1 Iliescu, p. 160; tav. I, definita imitazione del dirhem tartaro. (Non è stato possibile ricavare il disegno dalla fotografia). — 42 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1340 C2 ASPRO Leggende arabe molto mal imitate. Croce (?) Argento 1 Iliescu, p. 160, definita imitazione del dirhm tartaro. (Non si è resa disponibile la fotografia). CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1376-1393 C3 ASPRO D/ ( COMVNEIANVE )M Castello in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Toktamish khan >. Argento mm 15 gr 1,00 1 Mitchiner, p. 320. — 44 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1395 C4 ASPRO D/ ❖ COMVNEIANVEIN Castello genovese in cerchio pieno ornato da fiocchetti. R/ Leggenda araba col nome di Timur Kutlugh khan Argento mm 15 gr 0,85 - 0,95 1 ; 0,872 Varianti: a) alcuni punti fra le lettere del D/ b) nella leggenda araba. Altri disegni: 1 Retowski, pp. 16 a 18; tav. I 1 a 5. 2 Mus. Roma. — 45 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1421 C5 ASPRO D/ * DVS • MEDIOLAI • CARE Castello genovese e sei piccoli rombi in cerchio perlinato ' R/ Leggenda araba. Tamga conico con punto aH’interno in cerchio pieno2. Argento mm 15 gr 0,83 - 0,893 ; 0,82 Variante: a) senza punto aH’interno del tamga2. Altri disegni: 1 La leggenda del D/ fa riferimento a Filippo Maria Visconti, duca di Milano, Signore di Genova dal 1421 al 1436. 2 Retowski, p. 19; tav. I 7, 8 e tav. I bis 8 a, 8 b. 3 Mus. Roma (n. 3). CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C6 ASPRO D/ DV #.MED(.D.C.A.R.) Castello genovese fra tre stelle in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all’interno e due punti sul segmento orizzontale, in cerchio pieno 1. Argento mm 15 gr 0,78 - 0,90 1 Varianti: a) il castello fra tre punti1 b) il tamga col solo punto interno1 c) CAalD/i. Altri disegni: i Rctowski, pp. 20, 21; tav. I 9, 10, 12. - 47 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C7 ASPRO D/ D(V.M.D.) CARE Castello genovese fra tre punti in contorno pedinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto in cerchio pieno '. Argento mm 15 gr 0,86-0,892 1 Retowski, p. 22; tav. I 13. Mus. Roma (n. 3). - 48 - GAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C8 ASPRO D/ DV1M.CAR- Castello genovese fra tre punti in contorno perlinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all’interno e due punti sul segmento orizzontale, in cerchio pieno '. Argento mm 15 gr 0,82-0,922 Varianti: a) tamga con solo punto interno 1 b) tamga senza punii '. Altri disegni: 1 Retowski, pp. 22, 23; tav. I 14 e tav. I suppl. 23 b, 23 c, 23 d. 2 Mus. Roma (n. 31). La moneta è presente al Mus. Parigi (n. 5). — 49 — 4 CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C9 ASPRO D/ DV^.M.D.CA. Castello genovese fra tre punti in contorno perlinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto in cerchio pieno '. Argento mm 15 gr 0,80 - 0,852 1 Retowski, p. 24; tav. I 25. 2 Mus. Roma (n. 4). - 50 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 CIO ASPRO D/ dv«8>.m:d:care* Castello genovese fra tre stelle in contorno perlinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all'interno e due punti sul segmento orizzontale, in cerchio pieno '. Argento mm 15 gr 0,74-0,872 Variante: a) tamga con solo punto interno1. 1 Retowski, p. 24; tav. I 27. 2 Mus. Roma (n. 10). La moneta è presente anche al Mus. Parigi (n. 2). - 51 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 Cll ASPRO D/ DV$ :m.d.car Castello genovese fra tre stelle in contorno perlinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all’intemo e due punti sul segmento orizzontale, in cerchio pieno Argento mm 15 gr 0,85-0,972 Variante: a) tamga con solo punto interno Altri disegni: • Retowski, pp. 24-25; tav. I 31, 34, 35. 2 Mus. Roma (n. 22). La moneta è presente anche a Mus. Parigi. - 52 CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C12 ASPRO D/ DV( *M* )D*CAR* Castello genovese fra tre stelle in contorno perlinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all’interno, in cerchio pieno *. Argento mm 15 gr 0,88 - 0,932 1 Retowski, pp. 25-26; tav. I 39. 2 Mus. Roma (n 2). - 53 — C13 CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 ASPRO D/ DVS.M... Castello genovese fra quattro stelle in contorno perlinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all’interno, in cerchio pieno Argento mm 15 gr 0,862 1 Retowski, p. 2(r, tav. I 40. 2 Mus. Roma. - 54 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C14 ASPRO D/ DV«M(.D.C)AR Castello genovese fra tre freccie in contorno pedinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all’interno e un punto sul segmenta orizzontale, in cerchio pieno *. Argento mm 15 gr 0,84 - 0,942 Varianti: a) tamga molto allungato senza punti1 b) tamga con stella all’interno. Leggenda al D/ senza interpunzione '. Altri disegni: 1 Retowski, p. 26; tav. I 41, 42 e tav. I suppl. 43, 43a, 43b. 1 Mus. Roma (n. 7). 55 CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C15 ASPRO D/ (D)V§* M(D. CAR) Castello genovese in contorno perlinato quadrilobato. Quattro freccie all’esterno del contorno. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con gambe biforcate. Stella e tre punti all’interno. Due punti ai lati e due sopra il segmento orizzontale. In cerchio perlinato *. Argento mm. 15 gr 0,86 - 0,982 Varianti: a) tamga conico con segmento verticale superiore sostiutito da anello. Due punti solo ai lati. Stella all’interno e mezzaluna sotto. Gamba destra con sporgenza all’interno 1 b) come a), un solo punto a sinistra. Sporgenza della gamba sinistra 1 c) come b) con 2 punti ai lati1 d) tamga allungato con stella e 6 punti in cerchio liscio1. (Segue) — 56 — 1 Retowski, pp. 26 a 28; tav. I 44, 46, 47 e tav. I suppl. 44 a, 46 a, 47 a, 47 b. 2 Mus. Roma (n. 10). CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C16 ASPRO D/ dv$.md:ca. Castello genovese fra tre freccie in cerchio perlinato ovale. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all’intemo in cerchio liscio '. Argento mm 15 gr 0,77 - 0,932 Variante: a) tamga anche con i due punti sopra il segmento orizzontale 1 Retowski, p. 28, tav. I 48. 2 Mus. Roma (n. 17). - 58 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C17 ASPRO D/ DV$* M • D • CA • Castello genovese in contorno perlinato ovale. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all’interno e due punti sul segmento orizzontale in cerchio pieno Argento mm 15 gr 0,86- 1,222 Variante: a) con punti nel contorno3. Altro disegno: ' Retowski, p. 28, 29; tav. I 55, 56. - Mus. Roma (n. 7). 3 Mus. Parici. - 59 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C18 ASPRO D/ * :dv$m(-d-c)A(R) Castello genovese fra 6 punti in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all’interno in cerchio liscio *. Argento mm 15 gr 0,82 - 0,89 Variante: a) tamga senza punto '. Altri disegni: 1 Retowski, p. 29, tav. I 58 e tav. I suppl. 59 a. 2 Mus. Roma (n. 2). — 60 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C19 ASPRO D/ dv(#.m.d.ca)r: Castello genovese fra cinque freccie in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con stella all’interno in cerchio liscio '. Argento mm 15 gr 0,75 - 1,082 Varianti: a) tamga con punto all’interno 1 b) tamga con un solo punto sul segmento orizzontale 1 c) tamga senza punto e senza stella '. Altro disegno: : Retowski, pp. 29 a 31; tav. I 60 e tav. 1 suppl. 63 a. 2 Mus. Roma (n. 30). - 61 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C20 ASPRO D/ DV(X) +M+D+C+A* Castello genovese in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto aH’intemo in cerchio liscio '. Argento mm 15 gr 0,84-0,922 Varianti: a) tamga anche con due punti sopra il segmento orizzontale 1 b) DV + MDCAFA e tamga senza punto3. Altri disegni: 1 Retowski, p. 31; tav. I 69 e tav. I suppl. 69 a, 72 a, 72 b. 2 Mus. Roma (n. 8). 3 Schl., p. 467; tav. XVII 27. La moneta è presente anche al Mus. Parigi. - 62 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 (KM? C21 ASPRO D/ dv#.m.d.care: Castello genovese fra sei punti in cerchio perlinato incompleto perché il segmento di base del castello sostituisce un arco. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all’interno e due punti sul segmento orizzontale in cerchio liscio *. Argento mm 15 gr 0,85 - 0.932 Varianti: a) tamga col solo punto interno 1 b) tamga con due punti interni c) senza punti nella leggenda del D/1 d) con la E capovolta nel D/ 1 — 63 — (Segue) Altri disegni: 1 Retowski, pp. 32, 33; tav. I 73, 78, 80, 81 2 Mus. Roma (n. 16). CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1420-1426 C22 ASPRO D/ DV $ *M*( * )D( * )CAR( * ) Castello genovese fra sei ornamenti a tre punte in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Devlet Birdi khan. Tamga conico con punto all'interno in cerchio liscio '. Argento mm 15 gr 0,85-0,882 Varianti: a) tamga con due punti anche sul segmento orizzontale 1 b) castello fra quattro punti e leggenda senza stelle con un punto *. Altri disegni: 1 Retowski, pp. 33, 34; tav. II 82, 83 e tav. I suppl. 82 a, 83 a, 83 b. 2 Mus. Roma (n. 4). — 65 — s CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1420-1426 C23 ASPRO D/ DV#- M • D • CARE • Castello genovese fra quattro punti in cerchio perlinato incompleto perché il segmento di base del castello sostituisce un arco. R/ Leggenda araba con nome di Devlet Birdi khan. Tamga conico con punto all’interno in cerchio liscio '. Argento mm 15 gr 0,82-0,95 (eccez. 0,69-0,71)2 Varianti: a) tamga con due punti anche sul segmento orizzontale 1 b) tamga senza punti1 c) senza interpunzione nella leggenda del D/ ed E capovolta 1 d) CARi e) D/ senza punti3. — 66 — (Segue) Altri disegni: ' Retowski, pp. 34 a 36; tav. II 84, 90, 91, 92, 93, 94, 95, 96, 97, 102 e tav. I suppl. 84 b, 98 b. 2 Mus. Roma (n. 38). 3 Mus. Parigi. - 67 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1420-1426 C24 ASPRO « D/ * DV$M • CARE Castello genovese in cerchio perlinato incompleto perché il segmento di base del castello sostituisce un arco. R/ Leggenda araba col nome di Devlet Birdi khan. Tamga conico con punto all’interno in cerchio liscio *. Argento mm 15 gr 0,82 - 0,842 1 Retowski, p. 36; tav. II 103. 2 Mus. Roma (n. 3). — 68 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1420-1426 C25 ASPRO D/ DV$*M*CAR • Castello genovese senza contorno. R/ Leggenda araba col nome di Devlet Birdi khan. Tamga conico con punto aU’intemo in cerchio liscio *. Argento mm 15 gr 0,85-0,882 Varianti: a) tamga con un punto anche a sinistra1 b ) tamga senza punto1 c) tamga con due punti anche sul segmento orizzontale '. Altri disegni: 1 Retowski, pp. 36, 37; tav. II 104, 105, 106, 107 e tav. I suppl. 103 a, 107 a. 2 Mus. Roma (n. 4). — 69 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C26 ASPRO D/ * D * M ❖ CARA Castello genovese in cerchio perlinato incompleto perché il segmento di base del castello sostituisce un arco. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico in cerchio liscio Argento mm 15 gr 0,83-0,902 Variante: a) ❖D’i'M’ï'C'A'R'A Altri disegni: 1 Retowski, p. 37; tav. II 108, 109, 110. 2 Mus. Roma (n. 9). - 70 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 C27 1420-1426 ASPRO D/ * D * M ❖ CARA Castello genovese in cerchio perlinato incompleto perché il segmento di base del castello sostituisce un arco. R/ Leggenda araba col nome di Devlet Birdi khan. Tamga conico in cerchio liscio1 ■2. Argento mm 15 gr 0,77 - 0,923 Varianti: a) tamga con due punti interni e quattro esterni1 b) tamga con due punti interni e due esterni1 c) tamga con punto interno e due punti sul segmento orizzontale 1 d) tamga con due punti interni1 e) tamga con un punto interno1. — 71 — (Segue) Altri disegni: 1 Retowski, pp. 38, 39; tav. II 112, 113, 115, 116, 117, 119 e tav. I suppl. 114a, 138 a. 2 Schu, p. 466; tav. XVII 25. 3 Mus. Roma (n. 28). La moneta è presente anche a Mus. Londra e Mus. Parigi. — 72 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1420-1426 C28 ASPRO D/ *D*M(...CAR)A Castello genovese in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Devlet Birdi khan. Tamga conico con due punti interni e quattro esterni in cerchio liscio *. Argento irai 15 gr 0,862 Variante: a) D/ D+MCAFA R/ tamga con tre punti3. Altri disegni: 1 Retowski, pp. 39, 40; tav. II 123. ? Mus. Roma. 3 Schl., p. 466; tav. XII 26. - 73 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 C29 ASPRO D/ & D * M * CARA Castello genovese in sottile cerchio liscio. R/ Leggenda araba col nome di Devlet Birdi khan. Tamga conico con due punti interni e due ai lati in cerchio liscio ’. Argento mm 15 gr 0,81 - 0,91 (eccez. 0,62 0,62 - 0,73)2 Varianti: a) * D * M( * CA)RA1 b) • D • M * CARA1 c) * D * M * C • AR • A d) *D*M*C*A*R*A e) tamga con i punti esterni sul segmento orizzontale anziché ai lati1 f) tamga senza punti, con uno interno e due sopra, con due interni e uno a sinistra *. (Segue) 74 — Altri disegni: 1 Retowski, pp. 40, 41; tav. II 125, 127, 130, 131, 132, 133, 134, 137. 2 Mus. Roma (n. 28). - 75 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 C30 ? -1433 ASPRO D/ * C•ARRED Castello genovese in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba. Tamga conico con punto all’interno, in cerchio liscio Argento mm 15 gr 0,68-0,842 Varianti: a) punto sotto la base del castello1 b) stella sotto la base del castello 1 c) barra sotto la base del castello3 d) con un punto anche all’esterno del tamga3. — 76 — (Segue) Altri disegni: i Retowski, pp. 43 a 45; tav. Ili 139 a 146, 149 a 163 e tav. I suppl. 154 a. t Mus. Roma (n. 41). J Mus. Milano (n. 2). - 77 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 ? -1433 C31 ASPRO D/ * C•CARREB Castello genovese con due punti ravvicinati sotto la base, in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba. Tamga conico con punto all’intemo in cerchio liscio *. Argento mm 15 gr 0,632 Altro disegno: 1 Retowski, p. 45; tav. Ili 164, 165. 2 Mus. Roma. - 78 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 ? -1433 C32 ASPRO D/ * C•CARRES Castello genovese con punto sotto il castello in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba. Tamga conico con punto all’intemo in cerchio liscio1. Argento ram 15 gr 0,70-0,822 Altri disegni: 1 Retowski, pp. 45, 46; tav. Ili 167, 168, 169, 170 e tav. I suppl. 170a. 2 Mus. Roma (n. 10). La moneta è presente anche a C. Risparmio. CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 ? -1433 C33 ASPRO D/ * • C • CARRE • AU • Y • Castello genovese con punto sotto la base in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba. Tamga conico con punto all'interno e due punti sopra il segmento orizzontale in cerchio liscio '. Argento mm 15 gr 0,70-0,832 Variante: a) senza punto sotto il castello1. Altri disegni: 1 Retowski, p. 46; tav. Ili 172, 173. 2 Mus. Roma (n. 5). 80 CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C34 ASPRO D/ ...CAR... Castello genovese con piccolo rombo sotto la base, in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con linea sopra in cerchio liscio Argento mm 15 gr 1 Retowski, p. 48, tav. Ili 174. — 81 — 6 CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1448-1449 (?) ASPRO D/ *:c:a:f:f:a:y:y: Castello genovese con punto sotto la base e due ai lati in contorno perlinato quadrilobato R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con linea sopra in cerchio liscio '. Argento mm 15 gr 0,87- 1,042 Varianti: a) castello senza punti1 b) piccola croce invece del punto sotto il castello 1 c) da uno a sei punti intorno al tamga 1 di) tamga con gamba centrale con piede 1 e) tamga con gamba centrale con freccia 1 f) *c:a:f:f:a — 82 - (Segue) Altri disegni: Vm'-PÌ 1 Retowski, pp. 48 a 50; tav. Ili 175 a 183 e tav. I suppl. 175 a; l’Autore riferisce l’ipotesi che Y Y siano le iniziali di Giovanni Giustiniani, console nel 1448-1449. 2 Mus. Roma (n. 13). Sulla moneta, presente anche al Mus. Parigi, vedi anche Schl., p. 467 e tav. XX 1. - 83 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1458-1459 (?) C36 ASPRO D/ *:c:a:f:f:a:b:o-: Castello genovese con croce sotto la base e due punti ai lati in contorno perlinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev in cerchio liscio '. Argento mm 14 gr 0,98 - 1,04 (eccez. 0,79)2 Varianti: a) tamga con linea sopra 1 b) stella anziché croce sotto il castello1 c) tamga con linea sopra e quattro punti ai lati3. — 84 — (Segue) Altri disegni: ' Retowski, pp. 50 a 52; tav. I 183 e tav. IV 185 a 189 e 192; l’Autore riferisce l’ipotesi che B *< : C : A... : A : B S S con due punti ai lati del castello e piccolo rombo sotto2. — 86 - (Segue) Altri disegni: Retowski, pp. 52, 53; tav. IV 194 a 198 Schl., p. 467; tav. XVIII 29. CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C38 ASPRO D/ *:c:a:f:f:a:b:s: Castello genovese con croce sotto la base e due punti ai lati in contorno perlinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con gamba centrale con piede, linea sopra, punto a destra in cerchio liscio '. Argento mm 15 gr 0,95-1,282 Varianti: a) tamga con due punti a destra e uno a sinistra 1 b ) come a ) senza piede 1 c) tamga con un punto per parte Altri disegni: 1 Retowski, p. 53; tav. I 199, 201, 202, 203. 2 Mus. Roma. 88 CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C39 ASPRO D/ ( *:c:a:f):F:a: s:b: Castello genovese con croce sotto la base e due punti ai lati in contorno perlinato quadrilobato. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con linea sopra, un punto a sinistra e due a destra in cerchio lisciol. Argento mm 14 gr 1,002 1 Retowski, p. 53; tav. IV 204. 2 Mus. Roma. CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1466 (?) C40 ASPRO D/ *:c:caffe:i*rg Castello genovese in contorno perlinato romboidale R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede in contorno perlinato romboidale l. Argento mm 13 gr 0,62 - 0,682 Variante: a) * :c:caffè:i:r:g' Altri disegni: 1 Retowski, p. 55; tav. IV 205 e 206; l’Autore riferisce l’ipotesi che IRG siano le iniziali di Giovanni Lorenzo della Gabella, console nel 1466. 2 Mus. Roma (n. 2). Sulla moneta vedi anche Schl., p. 468; tav. XVII 31. — 90 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C41 ASPRO D/ C • CARRE • Y : R • G Castello genovese in contorni perlinato romboidale. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede in contorno perlinato romboidale Argento mm 12 gr 0,682 Altro disegno: 1 Retowski, pp. 55, 56; tav. IV 207, 208. 2 Mus. Roma. La moneta è presente anche a C. Risparmio. - 91 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C42 ASPRO D/ ❖ • C • CARRE • C • a • a • Castello genovese in contorno perlinato romboidale. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede in contorno perlinato romboi dale ». Argento mm 14 gr 0,70-0,722 Altro disegno: 1 Retowski, p. 56; tav. IV 209, 210. 2 Mus. Roma (n. 3). - 92 CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C43 ASPRO D/ * C•CARRE•a•S Castello genovese in contorno perlinato romboidale. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede in contorno perlinato romboidale '. Argento mm 15 gr Altri disegni: 1 Retowski, pp. 56, 57; tav. IV 211 a 214. CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 C44 1471 (?) ASPRO D/ * C(*CARR)E* Y 3* Castello genovese in contorno perlinato romboidale. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede in contorno perlinato romboidale *. Argento mm 13 gr 0,64 - 0,96 2 Varianti: a) * C(* CAR)RE • Y 3' b) ❖ C(* CA)RRE Y 31 c) esemplare con contorno circolare liscio al D/. — 94 — (Segue) Altri disegni: 1 Retowski, p. 57; tav. IV 215 a 220 e tav. I suppl. 217 a, 217 b, 219 a, 219 b, 220 a, 220 b; l’Autore riferisce l'ipotesi che Y 3 siano le iniziali di Giovanni Gentile Fa-lamonica o di Iacobo Zoagli, console nel 1471. 2 Mus. Roma (n. 9). La moneta è presente anche a C. Risparmio. - 95 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C45 ASPRO D/ *C* CARE» 1*3« Castello genovese in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede in contorno perlinato romboidale *. Argento mm 15 gr 0,64-0,902 Variante: a) * ....RRE-I031 Altri disegni: 1 Retowski, p. 58; tav. IV 221, 222 e tav. V 223 a 226. 2 Mus. Roma (n. 6). - 96 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C46 ASPRO D/ >£ »C0 CAFE*!• Castello genovese in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga conico ghireiev con piede in contorno perlinato romboidale Argento mm 15 gr 0,62-0,76 (eccez. 0,44)2 Variante: a) il tamga in cerchio perlinato o liscio1. 1 Retowski, p. 59; tav. V 227. 2 Mus. Roma (n. 7). - 97 - 7 CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C47 ASPRO D/ *°C°(C)ARE°I° Castello genovese in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede in cerchio perlinato '. Argento mm 14 gr Variante: a) cerchi del castello e del tamga lisci '. Altri disegni: i Retowski, p. 59; tav. V 230, 231. - 98 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 C48 1433- ? ASPRO D/ >ï> » (C » )CAFA « I « Castello genovese senza contorno. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede in contorno perlinato romboidale *. Argento mm 13 gr Variante: a) tamga in cerchio perlinato i Retowski, pp. 59, 60; tav. V 233. — 99 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C49 ASPRO D/ >ï« «...C0 Castello genovese in cerchio liscio. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede in cerchio liscio '. Argento mm 12 gr 1 Retowski, p. 60; tav. V 235. — 100 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1473-1474 (?) C50 ASPRO D/ * C • CARE • B • Y • Castello genovese in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede in cerchio perlinato *. Argento mm 14 gr 1 Retowski, p. 60; tav. V 236; l'Autore riferisce l’ipotesi che B Y siano le iniziali di Battista Giustiniani Oliverio, console nel 1473-1474. — 101 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1438 (?) C51 ASPRO D/ ❖ ... E ° P » I » Castello genovese in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede e punto sopra in cerchio perii nato Argento mm 13 gr 0,69 - 0,832 1 Retowski, p. 60; tav. V 237; l’Autore riferisce l’ipotesi che PI siano le iniziali di Paolo Imperiale, console nel 1438. 2 Mus. Roma (n. 5). — 102 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C52 ASPRO D/ >ï< « C0 CAFE0 b » I » Castello genovese con punto sotto la base in cerchio perlinato. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede e punto sopra in cerchio perlinato l. Argento mm 13 gr 0,56 - 0,732 Variante: a) Tamga senza punto sopra '. Altri disegni: 1 Retowski, pp. 60, 61; tav. V 238 a 246. 2 Mus. Roma (n. 4). — 103 — Caffa Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C53 ASPRO D/ * • C »CAHC » b•I • Castello genovese con punto sotto la base in cerchio perlinato *. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede e punto sopra in cerchio perlinato 1. Argento mm 14 gr 1 Retowski, p. 61; tav. V 247. — 104 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C54 ASPRO D/ ❖•C» CARE • RI » Castello genovese con punto sotto la base in cerchio liscio. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan Tamga ghireiev con piede e punto sopra in cerchio perlinato *. Argento mm 12 gr 1 Retowski, p. 62; tav. V 249. — 105 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C55 ASPRO D/ * ° C ° CARE » AC » Castello genovese con punto sotto la base in cerchio liscio. R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai Khan. Tamga ghireiev con piede e punto sopra in cerchio perlinato ’. Argento mm 14 gr 0,63-0,772 Variante: a) * °C...AFE° A°C' Altri disegni: 1 Retowski, p. 62; tav. V 250 a 254 e tav. I supp!. 251 a, 256a. 2 Mus. Roma (n. 6). Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, vedi anche Mitchiner, p. 320, che legge diversamente la leggenda del D/. — 106 — — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1465-1466 (?) C56 ASPRO D/ Castello genovese con sopra una croce fra due rosette. Ai lati C e J, sotto IC R/ Leggenda araba col nome di Hadji Gerai khan. Tamga ghireiev con piede e linea sopra *. Argento mm 14 gr 0,68-1,002 Altri disegni: 1 Retowski, p. 64; tav. V 257; l’Autore riferisce l’ipotesi che IC siano le iniziali di Giovanni Cabella, console nel 1465-1466. 2 Mus. Roma (n. 9). Sulla moneta vedi anche Schl., p. 468; tav. XVII 32. - 107 — C57 CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1453-1475 ASPRO D/ San Giorgio a cavallo a sinistra trafigge il drago ai suoi piedi. Doppio cerchio liscio. R/ Tamga ghireiev con linea sopra in cerchio lineare. All’esterno quattro stelle a sei punte Argento mm 14 gr 0,920 1 Guadan, p. 203. — 108 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 ? -1433 C58 FOLLARO D/ Castello genovese, con sopra C, a destra A, sotto R, a sinistra A. R/ Tamga conico Rame mm 14 gr 0,96-1,712 Altri disegni: 1 Retowski, pp. 64-65; tav. VI 258, 259. 2 Mus. Roma (n. 5). Sulla moneta vedi anche Schl., p. 468; tav. XVII 33. - 109 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 ? -1433 C59 FOLLARO D/ ( ...c: a:f: f:a:v:c:) Castello genovese in contorno quadrilobato. R/ Tamga conico con stella all’interno in cerchio di punti '. Rame mm 15 gr 0,6 * Mitchiner, p. 320. — 110 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 ? -1433 C60 FOLLARO D/ (*):c:a:f:(f:a :) y: y: * Castello genovese con punto sotto la base e due punti ai lati in contorno perlinato quadrilobato. R/ Tamga conico con stella all’interno e sette punti sotto disposti ad arco *. Rame mm 14 gr Altri disegni: # 1 Retowski, pp. 65, 66; tav. VI 260. — Ili — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? Cól FOLLARO D/ *:c:a:f:f:a:B(tB Castello genovese con croce sotto la base e due punti ai lati in contorno perlinato quadrilobato R/ Tamga ghireiev in cerchio liscio aH’eslerno due stelle2. Rame mm 12 gr 1 D/ come C37. - Retowski, p. 66; tav. VI 261. — 112 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C62 FOLLARO D/ Castello genovese con due punti ai lati e uno sotto. R/ Tamga ghireiev con due punti ai lati e uno sopra1. Rame mm 13 gr 1,20 1 Apparentemente inedita. — 113 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C63 FOLLARO D/ .... C. A.... Castello genovese con croce sotto la base in contorno perlinato quadrilobato. R/ Tamga ghireiev con piede, linea sopra e punto a destra in cerchio liscio. All’esterno quattro stelle Rame mm 14 gr 1,06-2,202 Altri disegni: 1 Retowski, p. 66; tav. VI 262. 2 Mus. Roma (n. 4). CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1433- ? C65 FOLLARO D/ ... CAF... Castello genovese con cinque punti in contorno quadrilobato. R/ Tamga ghireiev in cerchio1. Rame mm 10 gr « Schl., p. 468; tav. XVII 34. — 116 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1453-1475 C66 FOLLARO D/ San Giorgio a cavallo che uccide il drago in cerchio. R/ Tamga ghireiev con piede e linea sopra, in cerchio. All’esterno stelle *. Rame mm 13 gr 0,96- 1,052 Altri disegni: 1 Retowski, p. 67; tav. VI 263. 2 Mus. Roma (n. 3). Sulla moneta vedi anche Schl., p. 469; tav. XVIII 4. — 117 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1453-1475 C67 FOLLARO D/ San Giorgio a cavallo che uccide il drago, in cerchio perii nato. R/ Castello genovese in cerchio perlinato ’. Rame mm 16 gr 1,66-2,662 Altri disegni: 1 Retowski, pp. 57, 68; tav. VI 264. 2 Mus. Roma (n. 2). Sulla moneta vedi anche Schl., p. 469; tav. XVIII 3. — 118 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C68 ASPRO (di Crimea) D/ Leggenda araba (zecca di Crimea). Castello genovese fra quattro punti. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con punto all'interno in cerchio liscio ’. Argento mm 15 gr 0,85- 1,022 Varianti: a) castello fra sette punti1 b) castello in cerchio perlinato incompleto1. Altri disegni: n Retowski, pp. 68-69; tav. VI. ! Mus. Roma (n. 5). — 119 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 1427-1433 C69 ASPRO (di Tana) D/ (IMPE)RATO(R) Una grande T in cerchio liscio. R/ Leggenda araba col nome di Mohamed khan. Tamga conico con anello sull’asta superiore e gamba sinistra con segmento verso l’interno '. Argento mm 16 gr 0,74 -0,83 2 Varianti: a) tamga con segmento alla gamba destra 1 b) tamga senza segmento e senza anello1 c) diverse forme di T1. — 120 — CSegue) Altri disegni: 1 Retowski, pp. 69 a 71; tav. VI 1 a 5 e tav. I 2 Mus. Roma (n. 8). — 121 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 C70 ASPRI TARTARI CON CONTROMARCA Doppia contromarca: una con croce e l’altra con castello genovese Argento mm gr 1 Retowski, p. 71; tav. VI 1. — 122 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 ■> €71 ASPRI TARTARI CON CONTROMARCA Contromarca con castello genovese in cerchio perlinato >. Argento mm gr Variante: a) contromarca con castello fra nove punti *. Altro disegno: 1 Retowski, pp. 71 e 72; tav. VI 2, 3. - 123 — CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 C72 ASPRI TARTARI CON CONTROMARCA Contromarca con castello piccolo in cerchio1. Argento mm gr Variante: a) contromarca con castello piccolo in contorno quadro1. Altro disegno: 1 Retowski, p. 72; tav. VI 4, 5. - 124 - CAFFA Colonia genovese 1265ca-1475 €73 ASPRO GENOVESE CON CONTROMARCA Contromarca con quattro punti in quadro per cancellare il castello Argento mm gr 1 Retowski, p. 46. — 125 — MONETE GENOVESI ALLE FOCEE NOTE SULLE MONETE GENOVESI ALLE FOCEE Focea, la Vecchia Focea, chiamata di solito Fogliavecchia dai numismatici, una città sulla costa dell’Asia Minore di fronte a Chio, era ambita dagli occidentali1 perché vicina a importanti giacimenti di allume. I fratelli genovesi Manuele e Benedetto Zaccaria la ottennero in feudo dall’imperatore Michele VI nel 1267 2 e ne rimasero signori, con i loro eredi, per molti anni, ma non si conoscono loro monete emesse a Focea. Fondarono anche una nuova città, la Nuova Focea, ma nelle monete emesse successivamente le due città non sono mai distinte e sono indicate complessivamente FOLIA. Andreolo Cattaneo della Volta, già governatore per gli Zaccaria, ne divenne signore (1314?-1331)3 e si conosce il suo ducato di imitazione, così come se ne conosce uno del figlio di Andreolo, Domenico (1331-1341) 4. L’attribuzione si deve a Lambros 5 che con felice intuizione interpretò le leggende scritte al posto del nome del doge. Dal 1346 le Focee furono possedimento della Maona di Chio6 e vi circolarono probabilmente le monete dell’isola. I Maonesi nominarono sovente per le Focee degli amministratori, dei governatori o degli appaltatori. Fra questi vi fu Dorino Gattilusio, signore di Metelino (1400-1449), che vi aprì evidentemente una zecca, come è provato dal suo ducato di imitazione e dal denaro. In queste monete Dorino è definito DOMINVS FOLIE 7. Anche Domenico Gattilusio fu governatore della Vecchia Focea, ma la conquista turca (1455) pose fine alla signoria della Maona. Sotto i Gatti- 1 I Veneziani vi ottennero privilegi da Alessio nel 1082. 2 M. Balard, La Romanie génoise cit. p. 119. 3 Nel 1329, dopo la riconquista greca di Chio, dovette cedere la Vecchia Focea all’imperatore Andronico III e rimase governatore della Nuova Focea in nome dello stesso imperatore. 4 Domenico Cattaneo della Volta conquistò per breve tempo anche Metelino che dovette cedere all’imperatore, rimanendo suo feudatario per le Focee. 5 Memoria pubblicata nel 1880, ricordata da G. Schlumberger cit., suppl. p. 19. 6 Salvo una breve interruzione di poco successiva alla conquista. 7 La signoria era in effetti della Maona, riconosciuta daU’imperatore Giovanni V nel 1355 - 129 — 9 lusio circolarono alle Focee monete di Metelino come provano i ritrovamenti 8 e vi fu probabilmente coniata una parte delle monete di contraffazione descritte in seguito. 8 F. Mannucci, Note sul sito delle due Focee e sulla zecca di Foglia Vecchia, in « Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche », 1979. — 130 - DUE FOCEE Signoria dei Cattaneo 1314-1341 ANDREOLO CATTANEO SIGNORE DELLE FOCEE 1314-1331 D/ ANDRDTAO Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro al Santo cvNVENETI Lungo l’asta DV# Punto sopra l’aureola >. R/ SITTOPEDATOIV RIDITCDVCAT Il Cristo in aureola elittica con nove stelle2. Oro mm 223 gr 3,543 Variante: a) 8ITT0PEDAT0TV PEC8I8ITEDVCAT3 1 Secondo Lambros, citato da Schlumberger, la leggenda è abbreviazione di ANDREOLO CATTANEO. 2 Schl., suppl. p. 19; tav. XXI 16. 3 Cat. Papadopoli, p. 237. Sulla moneta vedi anche Gorini, p. 590; Gamberini, p. 142 e Cat. Gnecchi, p. 76. - 131 - DUE FOCEE Signoria dei Cattaneo 1314-1341 DOMENICO CATTANEO SIGNORE DELLE FOCEE 1331-1341 D2 DUCATO D/ PEDRA • DCAIEO Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge Io stendardo. Dietro al Santo SNVENETI Lungo Fasta DVS> Anellino sopra l’aureola '. R/ • SIT • T^PEDTOTV REGSISITEDVCAT Il Cristo in aureola elittica con nove stelle2. Oro mm 213 gr 3,523 - 3,554 Varianti: a) PEDRADCAIE • D3 b) PEDRADCAIEO SMVENETI DVXR e SIT*PEDATCTV RDISISTEDVCAT5 c) REDRADCAIEO6 d) REDRADCATEO MVENETI e • SIT • T«■PEDATO • T ECISISTCDVCAT4 1 Secondo Lambros, citato da Schlumberger, la leggenda è abbreviazione di PE-TRVS GRADENIGVS DOMINICVS CATANEO. 2 Schl., suppl., p. 19; tav. XXI 18. 3 Cat. Papadopoli, p. 237. 4 C. Risparmio. 5 Cat. Gnecchi, p. 76. 6 Mus. Roma. Sulla moneta vedi anche Gorini, p. 590 e Gamberini, p. 142. — 132 — DUE FOCEE Signoria dei Cattaneo 1314-1341 DORINO GATTILUSIO SIGNORE DI MITILENE GOVERNATORE ? -1449 DUCATO D/ DORINUS • GA T(...) Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro al Santo • D • FOLIE • Lungo l’asta DV Punto sopra l’aureola. R/ -SIT-T-XE DAT-Q-TV- REGIS-ISTEDVCA- Il Cristo in aureola elittica con nove stelle '. Oro mm 20 2 - 21 3 gr 3,454 - 3,52 5 Varianti: a) DORINVS • GATLC • D • FOLIE DVX e • SIT • TXPE • DAT • Q • TVREGISISTE • DVCAT • 3 b) DORINVS GATELE • D • FOLIE DV « c) DORINVS-GATEL- D- FOLIE DVX e SIT-T-XE • DAT • Q • TV REGIS • ISTE • DVCAT •7 d ) DORINVS • GATILU • D • FOLIE DV • e • SIT • TXPE • DATQ’ • TV REGIS • ISTE • DVCAT2 e) DORIN • GATILUX D FOLIE DV- e • SIT • TXPEDATQ’ • TV DECIS • ISTE • DVCAT con punto fra i piedi del Cristo2 f ) DORINVS • G • • D • FOLIE DVX punto sull’aureola e SIT • T • XPE • DAT • Q’ • T • REGIS • ISTE • DVCA2 g) DORINVSG- -D-FOLIE DVX e SITT • XPE • DAT • Q -TV REGIS • ISTE • DVCA2 h) DORINUS- GATELU -D-FOLIE XI<8> e • SIT • TXPE • DAT • QTV REGIS • ISTE • DVCAT3 (Segue) - 133 — — i) DORINVS • G • T • M : • D • FOLIE DV<8> e • SIT • TXPE • DATQ • T • REGIS • ISTE • DVCAT 1) DORINO ... CATTILO D • FOLIE e .......... REGISISTE DVCAT l) m) con punto fra i piedi10 n ) DORINVS • G • T • • DFOLIE DV<» e •SIT ... PE • DATQTV • REGISISTE • DVCAT 1 Schl., p. 442; tav. XVII 6. 2 Yvon, pp. 104 e 105. 3 Cat. Papadopoli, p. 236. 4 C. Risparmio. s Peyster, p. 294. 6 Cat. Cuzzi. 7 Gorini, p. 590 e tav. I 5, 6. s Mannucci, p. 343. 9 Mus. Roma. Mus. Parigi. Sulla moneta vedi anche Ives-Grierson, pp. 23 c 24; tav. XII 4, Gamberini, p. 143, Engel S., p. 1420, e Cataloghi Munzen, Ratto 3 e Nascia. - 134 - DUE FOCEE Signoria dei Cattaneo 1314-1341 DORINO GATTILUSIO SIGNORE DI MITILENE GOVERNATORE ? -1449 DENARO D/ * DORINUS • GATELX • Una grande D gotica fra due punti in cerchio perlinato. R/ * DOMINUSFOLIE (...) Lo stemma dei Paleologo in cerchio perlinato >. Rame mm 162 gr 0,853 1,052 Varianti: a) ❖ DORINUS • G • T • L • V e * DOMIN[US]FOLE •1 b) ❖ DOMINUSFOLIE e * DORINUS • GATELU 1 c) D...GATILUX2 d) ❖ DORINUS • G • T • L • U • e ❖ DOMINUS • FOL • E4 e) * DORINUSGATELX • e * DO(MINUSF)OLIE5 f * DORINUS • GATILX • e ❖ DOMINUE • FOLIE6 g) ❖ DORINUS • GATELUXE e * DOMINUS • FOLIE •3 7 - 135 - (Segue) Altri disegni: 1 Schl., p. 442; tav. XVII 7 a 9. 2 Cat. Papadopoli, p. 236. 3 C. Risparmio. 4 Cat. Straniero. 5 Cat. Gnecchi, p. 76. 6 Cat. Ratto 1. 7 Cat. Ruchat. Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra e Mus. Milano, vedi anche Engel S., p. 1420, e Cataloghi Ruggero, Traverso e Ratto 2. — 136 — MONETE GENOVESI NEL LITORALE RUMENO NOTE SULLE MONETE GENOVESI NEL LITORALE RUMENO Si deve ai ritrovamenti alle foci del Danubio e del Dniester una nuova ■serie di monete di indubbia origine genovese illustrate da Iliescu ‘. Interessano il territorio che era controllato dai Genovesi di Vicina 2, di Chilia 3 e di Li-costomo4. Iliescu descrive follari provenienti da ritrovamenti a Enisala, a Isac-cea, a Ostrov e a Pacujul lui Soare col tamga al D/ e la croce e l’anno dell’egira al R/ databili fra il 1310 e il 1375 e, secondo l’autore, provenienti dalle bocche del Danubio. Da atti notarili colà redatti3 si ricava l’esistenza di aspri di Chilia per il fatto che sono definiti asperi de Chili boni et spendibiles in Chili, cioè effettivi. Iliescu6 riferisce che si tratta di moneta locale, probabilmente una imitazione degli aspri baricati mongoli, imitazione le cui caratteristiche erano 1 O. Iliescu cit., pp. 162-163. 2 I Genovesi si insediarono a Vicina, nel delta danubiano quasi certamente nello stesso periodo in cui Cafla divenne genovese. La colonia, che era greca ai tempi di Michele Paleologo, divenne un centro importante per il loro traffico se, come ricorda Balard (La Romanie génoise cit., p. 144), nel 1281 la quinta parte degli investimenti dei Genovesi di Pera riguardava Vicina. Dove fosse esattamente la città non è stato ancora determinato. Grosse difficoltà sorsero per i Genovesi durante il regno del bulgaro Teodoro Svetoslav (1300-1322) e dopo l’arrivo dei Mongoli al Danubio. Forse Vicina fu abbandonata per qualche tempo, ma rientrò nel 1349 nei privilegi accordati da Luigi I d’Ungheria, amico di Genova, e seguì quindi un pcmdo di sviluppo stroncato dalla lunga guerra fra Dubrotitch, dinasta locale, gran nemico dei Genovesi. Quando si arriva al trattato di pace (1387) con Ivanko, figlio di Dubrotitch, Vicina è ormai praticamente abbandonata. 3 A Chilia, più a nord di Vicina, ci fu un importante insediamento genovese. Chilia fu abbandonata forse prima del 1373 e le fu preferita la vicina isola di Licostomo, meglio fortificata e difendibile. 4 Licostomo, dove era un console già nel 1332, si può considerare colonia genovese dal 1360. La colonia genovese reagì all’attacco di Dubrotitch, che aveva confiscato le navi, creando una Maona per armare una nave destinata alla difesa dell isola. Licostomo fu spesso una tappa del cammino via terra di messaggeri fra Genova e Caffa attraverso Buda, quando c’erano difficoltà via mare specie ai tempi di Bajazid. Dopo la conquista turca di Costantinopoli Licostomo fu messa in crisi dal blocco del Bosforo e mantenne sino alla fine strettissime relazioni con Cafla. 5 G. Pistarino, Notai genovesi in Oltremare - Atti rogati a Chilia da Antonio di Ponzò 1360-1361, Genova 1971. 6 O. Iliescu cit., p. 164. - 139 - sufficientemente conosciute dai mercanti che prendevano parte agli atti, notarili. Anche a Licostomo ci fu una moneta locale: l’aspro di Licostomo7.. che valeva un sedicesimo del’iperpero ad sagium Peire 8. L’insediamento dei Genovesi a Moncastro 9 doveva avere alla fine del XII secolo importanti dimensioni se, come sostiene Iliescu, sono da attribuire ai Genovesi di Moncastro i follari ritrovati a Isaccea col tamga dell’emiro Nogai (morto nel 1299) al D/ e la croce, i globuli e la leggenda araba al R/. Ancora secondo Iliescu, sono genovesi i follari (1449-1456) ritrovati a Cetatea Alba con l’uro al D/ e la croce e i globuli con ASPROCASTRON al R/ ed è genovese la contromarca con croce e globuli sugli aspri tartan (1463-1465) ritrovati a Cirpiti. Nudelman 10 ritiene che i follari con ASPROCASTRON debbano essere datati 1435-1447 e li definisce emissione locale. 7 G. Balbi-S. Raiteri, Notai genovesi in Oltremare - Atti rogati a Cajfa e Licostomo ( sec. XIV), Genova 1975. 8 G.G. Musso, Nuove ricerche d archivio su Genova e l’Europa Centro-Orientale nell’ultimo Medio Evo, in « Rivista Storica italiana », 83, 1971, p. 141, nota 50; G. Airaldi, I Genovesi a Licostomo nel sec. XIV, in « Studi Medievali » 3a serie, XIII, 1972, p. 980; D. Metcalf, Coinage in South-Eastern Europe, 820-1396, Londra 1979. 9 Alle bocche del Dniester i Genovesi si insediarono a Moncastro (Maurokastron per i bizantini, o Asprocastron, o Cetatea Alba, oggi Bielgorod Dnestrovski) verso il 1290. Come Vicina anche Moncastro fu danneggiata dal re bulgaro Svetoslav (1315) e da allora sino al 1351 non ci sono testimonianze di presenza genovese. Balard (La Romanie génoise cit., p. 148) osserva che non è mai citato un console nel XIII e XIV secolo e che Verso la fine del XIV a Moncastro doveva esservi una comunità autonoma oppure la città doveva essere passata sotto il dominio moldavo. E’ certo però che dal 1440 ci fu un forte ritorno genovese se Moncastro potè resistere ad un attacco turco (1454). 10 A. Nudelman cit., p. 153. — 140 - LITORALE RUMENO - VICINA (?) Colonia genovese nei secoli XIII e XIV 1310-1375 LR1 FOLLARO D/ Leggenda araba. Tamga dell’Orda d’oro con tratto verticale superiore che finisce ad anello. R/ Croce accantonata dall’anno dell’egira '. 1 Iliescu, p. 162; tav. II 1 (ritrovamenti di Enisala, Isaccea, Ostrov e Pacujul lai Soare). - 141 - LITORALE RUMENO - MONCASTRO Colonia genovese nei secoli XIII, XIV e XV 1299* LR2 FOLLARO D/ Tamga di Nogai, emiro del khan Toctai. R/ Leggenda araba tra globuli. Croce *. Bronzo mm gr 1 Iliescu, p. 162; tav. II 2 (ritrovamento di Isaccea). - 142 - LITORALE RUMENO - MONCASTRO Colonia genovese nei secoli XIII, XIV e XV LR3 1449-1456 FOLLARO D/ Testa di uro con stella, lettere e globuli. R/ ( ASP )RO( CASTRON ) Croce (e globuli)l. Bronzo mm gr 1 Iliescu, p. 161; tav. I 3 (ritrovamento di Cetacea Alba). - 143 - LITORALE RUMENO - MONCASTRO Colonia genovese nei secoli XIII, XIV e XV LR4 1463-1465 ASPRI TARTARI CON CONTROMARCA Contromarca di Moncastro con croce Bronzo mm gr 3 Iliescu, p. 162; tav. I 4, 5 (ritrovamento di Cirpiti). — 144 - MONETE GENOVESI A RODI NOTE SULLE MONETE GENOVESI A RODI Un primo insediamento genovese a Rodi durante la signoria di Giovanni Gabalas ' fu precario; forse il lungo assedio che dovettero subire non permise ai Genovesi di pensare ad una organizzazione che comportasse l’apertura di una zecca. Nel 1278 invece si stabilì una vera e propria signoria genovese che durò sino al 1309 2. Sono state trovate a Rodi, e praticamente solo nell’isola, monete anonime quasi tutte con le B dei Paleologo e certamente posteriori a quelle dei Gabalas e precedenti quelle emesse dai Gran Maestri dell’Ordine. Probabimente alcune potrebbero anche essere attribuite al despota Giovanni Paleologo. Schlumberger3 le attribuisce ai signori di Rodi e giustifica l’essere queste monete anonime e portanti solo le B imperiali col fatto che chi le coniò non aveva probabilmente mai ricevuto dagli imperatori l’autorizzazione ad aprire una zecca. Dato che la monetazione genovese a Rodi deve intendersi come derivazione di quella bizantina, si è attribuito alle monete di rame il nome di follari, comprendendo in questa definizione anche quella di eventuali frazioni. 1 Alla caduta di Costantinopoli in mano ai Latini (1204) seguì in tutto l’Egeo un periodo di disordine e di anarchia. Leone Gabalas, governatore bizantino di Rodi, se ne proclamò Cesare e ne rimase padrone nonostante qualche tentativo degli imperatori di Nicea di ristabilire la sovranità sull’isola. Giovanni Gabalas fu signore dell’isola dopo il fratello ed il primo tentativo genovese di conquista avvenne forse nel 1248. 2 Dal 1261 fu despota Giovanni Paleologo, fratello dell’imperatore Michele Vili, il quale però, perduto il favore del fratello nel 1275, cedette l’isola al governatore Kri-vikiotes, amico e protettore dei pirati genovesi, che a Rodi avevano un sicuro rifugio e una base di partenza per le loro scorrerie. Dopo il 1278 l’imperatore diede Rodi in feudo al pirata genovese Giovanni Dello Cavo, che dovette dividere il possesso dell’isola coi pirati turchi che vi si erano insediati. Anche Vignolo Vignoli ricevette in feudo alcune isole dell’arcipelago dall’imperatore. Nel 1282 Andrea e Ludovico Moresco, nipoti del Vignoli, successero al Dello Cavo. Andrea, che era ammiraglio di Andronico II, finì per cadere prigioniero di Enrico II di Cipro e Ludovico, pressato da Veneziani, da Ciprioti e da Turchi, ricorse all’aiuto dello zio Vignoli. Questi però si accordò con l’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme i quali, cacciati dalla Siria, si trovarono provvisoriamente a Cipro, con lo scopo di conquistare Rodi, dove l’Ordine avrebbe stabilito la sua sede. Vignoli e Folco di Villaret, maestro dell’Ordine, impiegarono più di quattro anni a cacciare dall’isola i Turchi, che furono aiutati dall’imperatore greco contrario a rinunciare alla sovranità dell’isola. Rodi cadde in pieno potere dei Cavalieri nel 1509. 3 G. Schlumberger cit., p. 216 e sgg. - 147 - Sembra opportuno ricordare qui alcune monete dei Gran Maestri del-l’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme che si installarono a Rodi dal 1307 ca. Sono le monete che portano il castello genovese e 1 cui coni furono quasi certamente opera di zecchieri genovesi . 4 G. Pesce cit., pp. 383-384. - 148 RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 RI FOLLARO ? D/ Monogramma di Michele Vili R/ Monogramma dei Paleologo Rame mm 16 - 21 gr Variante: al D/ e al R/ altri monogrammi. Altri disegni: 1 Schl., pp. 219, 221; tav. IX 1 e tav. XIX 18. - 149 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R2 FOLLARO ? D/ n A R/ B A Rame mm 16 gr i Schl., p. 219; tav. Vili 31. - 150 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R3 FOLLARO ? D/ Croce allungata fra II e A. R/ B rovescia con stella >. Rame mm 21 gr Varianti: D/ giglio fra n e A R/ Croce fra due B opposte Altri disegni: s Schl., p. 221, suppl. p. 14; tav. IX 7 e tav. XX 27. - 151 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R4 FOLLARO ? D/ X e M R/ BeG>. Rame mm 16 gr 1 Schl., p. 221, tav. XIX 14. - 152 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R5 FOLLARO ? D/ Tridente con due stelle sopra il tratto orizzontale. R/ Croce accantonata da 3 stelle >. Rame mm 20 gr i Schl., suppl. p- 13; tav. XX 25. - 153 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 H6 FOLLARO ? D/ ... OAOr.. Figura in piedi tiene una croce. R/ Croce accantonata da quattro B '. Rame mm 20 gr Altri disegni: 1 Schl., p. 219, suppl. p. 13; tav. IX 4 a 6 e tav. XX 23; per il R/ vedi nota di R14. - 154 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R7 FOLLARO? D/ Figura che tiene lo scettro. R/ Croce di S. Andrea accantonata da 12 punti e quattro B l. Rame mm 15-16 gr Altri disegni: 1 Schl., p. 220, suppl. p. 13; tav. IX 10 e tav. XX 24. - 155 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R8 FOLLARO ? D/ La Vergine orante in piedi fra due stelle '. R/ Figura in piedi che appoggia una mano su una B. In alto a destra un angelo2 Rame mm 20 gr 1 La Vergine orante è raffigurata sul R/ di un trachy di Andronico II e Michele IX (1294-1320) (v. Bendall, p. 78); un tetarteron degli stessi (ibidem, p. 90); due basi-licon e un mezzo basilicon di Andronico II (seconda volta da solo 1320-1328: ibidem, pp. 104 e 106); un trachy di rame anonimo (ibidem, p. 192). 2 Schl., p. 221; tav. IX 9. - 156 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R9 FOLLARO ? D/ AOVAOZ Una grande B. R/ Una grande B. A sinistra una stella Rame mm 10 gr 1 Schl., pp. 219- 220; tav. Vili 16. - 157 - RIO RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 FOLLARO ? D/ Una grande B fra stella e croce. R/ Una grande B. A destra una croce '. Rame mm 17-20 gr Altri disegni: 1 Schl., pp. 218, 219; tav. Vili 29. - 158 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 RII FOLLARO? D/ Una stella fra due grandi B opposte R/ Croce con bracci ramosi2. Rame mm 17 gr 1 II D/ di questa moneta richiama il R/ di un tetarteron di Andronico II e Michele IX (1294-1320: v. Bendall, p. 94) e il R/ di un trachy di Andronico II (1282-1328) coniato a Tessalonica (ibidem, p. 206). 2 Schl., p. 218; tav. Vili 27. - 159 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 RI2 FOLLARO ? D/ Due grandi B opposte ’. R/ Croce accantonata da I C X C2. Rame mm 17 gr 2,803 Altri disegni: 1 Vedi nota di RII. 2 Schl., p. 218; tav. Vili 26 e tav. XIX 15. 3 Cat. Munzen. - 160 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R13 FOLLARO ? D/ Due grandi B opposte. In mezzo una piccola croce '. R/ Giglio2. Rame mm 17 gr Altro disegno: 1 Vedi nota di RII. 2 Schl, p. 218; tav. VIII 25 e tav. IX 11. - 161 - 11 RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R14 FOLLARO? D/ Croce accantonata da quattro B R/ Croce accantonata da quattro B2. Rame mm 19 gr Altri disegni: 1 II D/ e il R/ richiamano il R/ di due tetarteron di Andronico II e Michele IX. (1294-1320: v. Bendall, pp. 96 e 98) e il R/ di un mezzo basilicon (?) di Giovanni V e Giovanni VI (1347-1351: ibidem, p. 144). 2 Schl., pp. 218, 221; tav. VIII 23 e tav. XIX 13. - 162 - % RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R15 FOLLARO ? D/ Croce accantonata da quattro B R/ Croce accantonata da quattro B obliqui2-3. Rame mm 18 gr 1 Per il D/ vedi nota di R14. 2 II R/ richiama il R/ di un trachy di Andronico II e Michele IX (1294-1320) (v. Bendall, p. 82). 3 Schl., p. 218; tav. Vili 24. - 163 - ^ RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R16 FOLLARO ? D/ Croce accantonata da quattro punti. Attorno quattro B e una crocetta. R/ Croce accantonata da quattro punti. Attorno quattro B e due stelle'. Rame mm 17 gr 3 Schl., pp. 218, 219; tav. Vili 28. - 164 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R17 FOLLARO ? D/ Croce accantonata da quattro B obliqui 1. R/ Croce accantonata da C 0 A 02. Rame mm 17 gr 1 Per il D/ vedi nota 2 di R15. 2 Schl., p. 219; tav. Vili 30. - 165 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R18 FOLLARO ? D/ Croce accantonata da quattro B obliqui *. R/ Monogramma2. Rame mm 17 gr Altri disegni: » Per il D/ vedi nota di R15. 2 Schl., p. 220 e suppl. p. 13; tav. IX 3, tav. XIX 12 e tav. XX 26. - 166 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R19 FOLLARO ? D/ Una grande B. R/ Una grande VL1 -2. Piombo mm 13 gr ì Anche se un pò diverse le lettere B N appaiono sul R/ di un trachy di Andronico II (1282-1328: v. Bendall, p. 46), sul R/ di un trachy di Andronico II e Michele IX (1294-1320: ibidem, p. 82) e sul R/ di un tetarteron di Andronico III (1328-1341): ibidem, p. 126). )■ Schl., p. 221; tav. IX 2. - 167 - RODI Possedimento di Genovesi 1278-1307 R20 DIRHEM TURCO CON CONTROMARCHE D/ Contromarca con due B. R/ Altra contromarca 1 -2. Argento mm 24 gr Altri disegni: ] Schl., p. 220; tav. IX 8 e tav. XIX 16, 17. 2 Mitchiner, p. 324. Sulle monete vedi anche Engel S., p. 1414; ng. 1959. - 168 - MONETE GENOVESI A CHIO NOTE SULLE MONETE GENOVESI A CHIO Signoria degli Zaccaria 1 Dal tempo in cui Schlumberger scrisse La numismatique de l’Orient Latin (1878) non risultano ancora ritrovamenti di monete di Benedetto Zaccaria, mentre venne invece descritto un matapane attribuibile a Paleologo e al figlio Benedetto. Delle monete coniate col nome di Martino e Benedetto, Schlumberger aveva già descritto i due quarti di ducato, uno anche col nome dell’isola e l’altro col solo nome dei fratelli, il mezzo grosso che anticipa il tipo caratteristico di molte monete di Chio, con il castello al D/ e la croce al R/, e i grossi e i matapani con la curiosa definizione di SERVO-RVM IMPERATORIS, omaggio a Costantinopoli di cui Martino e Benedetto si riconoscevano vassalli. Di Martino da solo si conosce il matapane dove è ripetuto il riconoscimento dell’autorità imperiale e un denaro tor-nese. Monete con INSULE SYI Nel Museo Nazionale Romano sono conservate due monete di argento con leggenda che comprende il nome dell’isola e non conforme agli accordi fra Comune e Maona. Si potrebbe fare l’ipotesi che si tratti di monete coniate 1 II trattato del Ninfeo prevedeva la concessione ai Genovesi da parte di Michele Vili di un quartiere a Chio dove essi sarebbero rimasti sotto la giurisdizione del loro console. A causa della crescente debolezza navale dei bizantini, Chio rimaneva senza protezione in occasione dei saccheggi: due volte da parte dei Catalani (1292 e 1303) e altre volte da parte dei Turchi. Focea, poco distante da Chio era sotto il controllo degli Zaccaria da 37 anni quando Andronico II concluse un accordo con Benedetto Zaccaria dopo che questi si era impadronito di Chio, Samo e Cos nel 1304. L’accordo prevedeva la concessione delle isole in feudo per dieci anni aH’ammiraglio genovese che prestava giuramento all’imperatore. A Benedetto, morto nel 1307, successe il tiglio Paleologo che ottenne dall’imperatore un prolungamento dell’accordo. Alla morte di Paleologo (1314) il cognato Andreolo Cattaneo della Volta, governatore di Focea dal 1307, ne divenne il signore e a Chio Benedetto II e Martino successero al padre. L’accordo fra i due fratelli non durò oltre il 1324, quando Martino rimase il solo signore di Chio. Nel 1329 Andronico III con una potente flotta e grazie all’aiuto della popolazione di Chio attaccò e prese prigioniero Martino. Questi rimase prigioniero sino al 1338 e morì poi durante un attacco a Smirne di una flotta cristiana nel 1345. Benedetto II, chc aveva tradito il fratello sperando di ritornare al potere, fu respinto dai Bizantini e morì nel 1330. - 171 - dei Maonesi prima di rendere esecutiva la convenzione del 1347 2. Il riferimento a S. Giovanni è tipico però delle monete coniate dai Gran Maestri dell’Ordine dell’Ospedale a Rodi \ Cronologia delle monete della Maona 4 Nella convenzione fra il Comune di Genova e la Maona firmata il 26 febbraio 1347 5 era stabilito che l’isola sarebbe rimasta in proprietà della Maona sotto la sovranità del Comune e che il Podestà avrebbe avuto il diritto di stabilire il tipo, il peso e il titolo delle monete a condizione che sulle stesse fossero riportate le leggende tipiche delle monete genovesi: DVX IANVENSIVM e CVNRADVS REX ROMANORVM. Analoghe condizioni furono incluse nella convenzione del 1373, dopo che la nuova Maona6 si vide riconosciuti nel 1367 i diritti sull’isola dall’imperatore greco Giovanni V in cambio del pagamento di un tributo. 2 G. Schlumberger cit., p. 416. 3 Ibidem, p. 222 e sgg. 4 Nel 1345 il doge Giovanni da Murta invitò dei privati ad organizzare una flotta per la difesa della città in cambio delFimpegno al rimborso delle spese e di altri notevoli vantaggi. La flotta, comandata da Simone Vignoso, non si scontrò con i presunti assalitori di Genova e ritornò presto in patria dove fu deciso di mandarla in aiuto di Caffa attaccata dai Tartari. Ma Vignoso conquistò invece Chio arrivando nell’isola il 15 giugno' 1346. Dopo la capitolazione del governatore greco Giovanni Cybo Vignoso riuscì in pochi giorni a conquistare anche la Vecchia e la Nuova Focea. Al ritorno di Simone Vignoso a Genova, risultò evidente che il Comune non poteva pagare ai privati le spese che avevano incontrato nella spedizione, per cui il 26 febbraio 1347 si arrivò ad una convenzione fra le città e la Maona, la società costituita dai 29 armatori. Genova si riservava la sovranità sull’isola e sulle Focee e il diritto di farsi rappresentare da un podestà, ma tutti i diritti di sfruttamento delle risorse naturali erano riservati ai Maonesi. Il contratto prevedeva una durata limitata ma in seguito fu sempre rinnovato per 1 impossibilità di Genova di pagare il suo debito. 5 Ph. P. Argenti, The occupation of Chios by the Genoese and their administration of thè island, Cambridge 1958, I, p. 106 e sgg. 6 Nel 1362 alla Vecchia Maona successe la Nuova Maona, i cui componenti presero il nome di Giustiniani. Ben presto la Maona dovette pagare tributo ai Turchi pia per Chio che per le Focee che erano date spesso in feudo a Genovesi: la Vecchia Focea fu per molti anni sotto il controllo dei Gattilusio. I Giustiniani fecero un tentativo di ribellione contro Genova verso la fine del 1408 quando Carlo VI divenne signore di Genova ma persero subito la desiderata autonomia per l’intervento della flotta genovese-d comando di Corrado Doria. - 172 - Secondo Promis7, con cui si trova d’accordo Schlumberger8, consideriamo quindi del primo periodo (e diremo del primo gruppo) i gigliati con DVX IANVENSIVM QVAM DEVS PROTEGAT e CVNRADVS REX ROMANORVM, i quarti di gigliato con DVX IANVENSIVM e CVNRA-DVX REX e i tornesi con CIVITAS SII e DVX IANVENSIVM. Cerchiamo ora di ottenere l’ordine cronologico9 delle altre monete di Chio coniate prima di quelle con le iniziali che appaiono nel 1487 (BI iniziali di Battista Giustiniani Banca podestà di Chio nel 1487-1488). Le iniziali ci permettono, talvolta con qualche incertezza, di risalire al nome del podestà e quindi all’anno di coniazione. Sembra opportuno modificare le ipotesi di Schlumberger se consideriamo le monete illustrate dai fratelli Gnecchil0, monete che passarono poi alla collezione di Vittorio Emanuele III e che sono ora nel Museo Nazionale Romano. Considerato come è scritto il nome della colonia, l’assenza o la presenza dell aquila ", si possono raggruppare le monete nei gruppi successivi come segue: gruppo Terzo gruppo quarto di gigliato - SIY - castello con base orizzontale 12 denaro - SIY - castello con base orizzontale 13 quarto di gigliato - SII - castello con base poligonale u* grosso - ChII - castello con base poligonale 15 quarto di gigliato - ChII - castello con base poligonale 16 7 D. Promis, La Zecca di Scio durante il dominio dei Genovesi, Torino 1865. 8 G. Schlumberger cit., pp. 416 e 417. 9 G. Lunardi, Some reflections on the coins struck in Chios, in « Numismatic Circular» (in corso di pubblicazione). 10 F. E Gnecchi, Di alcune monete inedite e sconoscete della Zecca di Scio, in « Rivista Italiana di Numismatica », 1888, fase. I, pp. 1-14 e tav. I; fase. IV, pp. 399-410 e tav. IX. 11 II 5 maggio 1413 l’imperatore Sigismondo concesse ai Giustiniani di sovrapporre l’aquila al castello nel loro stemma. 12 G. Schlumberger cit., p. 426 e tav. XIV, 24. 13 Ibidem, p. 431 e tav. XV, 22. 14 Ibidem, p. 426 e tav. XIV, 22. 15 Ibidem, p. 427 e tav. XV, 1. 16 G. Castellani, Civico Museo Correr, catalogo della raccolta numismatica Papa-dopoli Aldobrandini, voi. 2, p. 241. - 173 - Quarto gruppo Quinto gruppo Sesto gruppo mezzo grosso gigliato gigliato gigliato gigliato grosso - ChII - nome di GALEAZ - aquila17 - ChII - nome di GALIAZ - aquila 18 - ChII - DVX lANVENSIUM-aquila19 - ChII - DVX lANVENSIUM - aquila20 - ChII - DVX lANVENSIUM - aquila21 - ChII - DVX lANVENSIUM - aquila22 quarto di gigliato - ChII - DVX lANVENSIUM - aquila» tornese - ChII - DVX lANVENSIUM - aquila24 Un settimo gruppo comprende il grosso con REX FRANCIE Conosciamo le seguenti date: 1346 occupazione di Chio da parte della Maona 1466 inizio della signoria in Genova di Galeazzo Maria S orza uca Milano 1477 morte di Galeazzo Maria Sforza 1487 prima presenza delle iniziali sulle monete di Chio 1499 inizio della signoria in Genova di Luigi XII re di Francia 1512 fine della signoria di Luigi XII. Possiamo quindi proporre la seguente tavola cronologica: 1347 . ? monete con DUX IANVENSIVM ?' -?? monete con SII senza aquik (oppure SYI o SIY) senza 1 aqui a ?? - 1466 monete con ChII senza 1 aqui a 17 G. Schlumberger cit., pp. 426, 427 e tav. XV, 2. 18 F. E. Gnecchi cit., pp. 6, 7 e tav. I, 3, 4, 5, 6. 19 Ìbidem, p. 406 e tav. IX, 4. 20 Ìbidem, p. 10 e tav. I, 9, 10. 21 G. Schlumberger cit., p. 427 e tav. XV, 3. 22 Ìbidem, p. 428 e tav. XV, 7. 23 Ibidem, p. 428 e tav. XV, 6. 24 Ìbidem, p. 428 e tav. XIV, 27. 25 F. E. Gnecchi cit., p. 12 e tav. I, 11. - 174 - 1466 - ??? monete con ChII e GALEAZ senza l’aquila ??? - 1477 monete con ChII, GALEAZ e l’aquila 1477 - 1487 monete con ChII e l’aquila 1487 - 1488 monete con Bel 1499 - 1512 monete con REX FRANCIE 1504 monete con Nel (oppure 1512) (oppure 1528) (oppure 1538) 1507 monete con IB e I (oppure 1517) (oppure 1521) 1520 monete con F e I ???? monete con P e I 1529 monete con D e I 1548 monete con L e I, con e senza la data 1562 monete con V e I, con la data. Considerando l’indeterminazione della data in cui il nome dell’isola è passato dalla scrittura SII a quella ChII abbiamo inserito le schede dei dieci ducati di imitazione (1415-1461) dopo il secondo gruppo dato che la S ai piedi dell’asta, che appare verso il 1430, ricorda più il nome vecchio che il nuovo. I primi due ducati, quello emesso durante il primo dogato di Tomaso di Campofregoso e il primo dei due di Filippo Maria Visconti portano al R/ ancora la leggenda del ducato veneziano (SIT TIBI SEMPER DATUM QUE TU REGIS ISTE DUCATUM) mentre al D/ è rappresentato rispettivamente San Lorenzo (quale patrono di Genova) e San Pietro. A partire dal secondo ducato del Visconti, il nome del patrono rimane definitivamente S. Lorenzo ed appaiono le due novità: la S (iniziale di Scio) al D/ e al R/ una nuova leggenda (GLORIA IN EXCELSIS DEO ET IN TERRA PAX HOMINIBUS). Sul secondo ducato di Carlo VII la parola DUX è sostituita da CLI, probabilmente con riferimento al nome del re di Francia2o. 26 G. Schlumberger cit., p. 422. - 175 - Altre monete della Maona Nonostante i circa 50 tipi a noi noti, conosciamo ancora troppo poco la monetazione di Chio. Argenti27 fa l’ipotesi che nel 1418 vi circolasse contemporaneamente un sistema avente come moneta base il ducato con il gi-gliato e il denaro e un altro avente come moneta base l’iperpero con il carato. (Nel 1473 il ducato valeva 10 gigliati di Chio 28 e nel 1480 un carato valeva 6 denari29). L’ultima moneta d’oro di Chio a noi nota è il ducato di Carlo VII (1458-1461), ma certamente vi furono coniazioni successive d’oro, o meglio di lega a titolo molto basso che si voleva spacciare per oro. Nel 1479 infatti i Governatori della Maona, d’accordo con gli Anziani e YOfficium Chii, emisero a Genova un decreto che stabiliva che per tutti i contratti precedenti si poteva effettuare ancora il pagamento con i ducati di Chio (valutati 68 carati), che i gigliati coniati a Chio dovevano essere ritirati e che la zecca di Chio doveva produrre monete d’oro e d’argento e cioè ducati larghi d’oro, come quelli di Genova e Venezia e gigliati d’argento del titolo di 11/4 once, peso tale da ricavarne 88 per libbra e che avrebbero avuto il valore di un undicesimo di ducato largo. Un mese dopo il decreto i contratti dovevano prevedere il pagamento in nuovi ducati larghi o in gigliati, mentre solo un quarto della somma poteva essere regolato in carati (80 per ducato largo). Il decreto non trovò pratica applicazione dato che nel 1484 le autorità genovesi dovevano ancora constatare che a Chio venivano coniate monete di lega a titolo così basso da potersi considerare di rame e che il Podestà, abusando della sua autorità, ne imponeva l’accettazione ai mercanti che da Genova si recavano sull’isola30. Nel 1498 Agostino Adorno, governatore di Genova per Ludovico Sforza, gli Anziani e YOfficium Chii, d’accordo con i Maonesi di Chio, decretano che siano ritirate a cura del Podestà le monete di rame coniate nell’isola. Stabiliscono che siano tolte dalla circolazione anche le contraffazioni di monete straniere (certamente del ducato). Vengono affidati al Podestà 3.000 ducati larghi d’oro (ognuno equivalente a 780 denari) per il cambio, 27 Ph. P. Argenti cit., I p. 397 n. 28 Ibidem, I, p. 614 n. 29 D. Promis cit., pp. 31 e 53. 30 Pu. P. Argenti cit., I, pp. 245-247. - 176 — Tavola IV . MONETE GENOVESI A CHIO Moneta Metallo D/ R/ Nota Epoca Sigla Matapane Argento Due figure in piedi Cristo in trono Paleologo Zaccaria 1307-1314 S 1 1/4 Ducato Oro Scudo degli Zaccaria Croce ik k *ir\ p Benedetto Zaccaria 1314-1324 S 2 1/4 Ducato Oro Croce Cristo in trono Martino e 1314-1324 S 3 1/2 Grosso Argento Croce Castello con tre torri, base or Martino e Benedetto Zaccaria 1314-1324 S 4 Grosso Argento Castello con tre torri base or. Croce Martino e Benedetto Zaccaria 1314-1324 S 5 ., p Benedetto Zaccaria Grosso Argento Cinque torri Croce Martino e 1314-1324 S 6 Matapane Argento Due figure in piedi Cristo in trono 1314-1324 S 7 Matapane Argento Due figure in piedi Cristo in trono 1324-1329 S 8 Tornese Mistura Croce Castello tornese 1324-1329 S 9 1/2 Grosso Argento S. Giovanni (?) Croce fogliata 1347(?) 510 Gigliato Argento Doge - DVX IAN ... Croce - CVNRADVS. 1347-139CX?) 511 1/4 Gigliato Argento Doge - DVX IAN... Croce - CVNRADVS 1347-1390(?) S12 Tornese Mistura Castello tornese CIVITAS SIY Croce - DVX IAN 1347-1390(?) S13 J/4 Gigliato Argento Castello - CIVITAS SII Croce - CVNRADVS base orizzontale 1390(?)-1430(?) S14 Denaro Rame Castello Croce anepigrafe 1390(?)-1430(?) 515 1/4 Gigliato Argento Castello - CIVITAS SII Croce - CVNRADVS base poligonale 1390(?)-1430(?) 516 Ducato Oro ETDVXIANVE - Laureti SIT TIBI... 1415-1421 S17 Ducato Oro DMEDIOLANI - Petrus SIT TIBI... 1421-1430(?) S18 Ducato Oro FMAMEDIOLI - Lauret GLORIA ... con S 1430(?)-1436 S19 Ducato Oro T D CAMPOFRE - Laureti GLORIA... con o senza S 1437-1443 S20 Ducato Oro RAFAELADV Lauret GLORIA... con S 1443-1447 S21 Ducato Oro IANVSDCF Lauret GLORIA... con S 1447-1448 S22 Ducato Oro LODVICDCF Lauret GLORIA... con S 1448-1450 S23 Ducato Oro PETRVSDCF Lauret GLORIA... con S 1450-1458 S24 Ducato Oro COMVEIANVE Laurenti GLORIA... con S DVX 1458-1461 S25 Ducato Oro CONVEIANVE Laureti GLORIA... con S CLI 1458-1461 S26 Grosso Argento Castello - CIVITAS ChII Croce - CVNRADVS base poligonale 1430(?>-1466 S27 1/4 Gigliato Argento Castello - CIVITAS ChII Croce - CVNRADVS base poligonale 1430(?)-1466 S28 1/2 Gigliato Argento Castello ... CHII Croce - GALEAZ Galeazzo Sforza 1466-147CX?) S29 Gigliato Argento Figura GALIAZ ... Castello con aquila .. CHI Galeazzo Sforza 1470(?)-1477 S30 Gigliato Argento Figura DVX IANVENSIVM Castello con aquila .. CHI 1477-1487 S31 Gigliato Argento Figura seduta DVX IANVENSIVM Castello con aquila .. CHI 1477-1487 S32 Gigliato Argento Castello, aquila ChII Croce 1477-1487 S33 Grosso Argento Castello, aquila ChII Croce 1477-1487 S34 1/4 Gigliato Argento Castello, aquila Chii Croce 1477-1487 S35 Tornese Mistura Castello tornese ChII Croce 1477-1487 S36 Doppio Tornese Rame Castello tornese e cast, aquila Croce sigle Bel 1487-1488 S37 Gigliato Argento Figura coronata REX FRANCIE Castello, aquila, croce Luigi XII 1499-1512 S38 Tornese Rame Castello, aquila Croce sigle Nel 1504(?) S39 Tornese Rame Castello, aquila Croce sigle CIB] e I 1507(?) S40 Grosso Argento Castello, aquila Croce sigle F e I 1520 S41 1/2 Grosso Argento Castello, aquila Croce sigle F e I 1520 S42 Doppio Tornese Rame Castello, aquila Croce sigle F e I 1520 S43 Grosso Argento Castello, aquila Croce sigle Pel ? S44 Doppio Tornese Rame Castello, aquila Croce sigle Del 1529 S45 Doppio Tornese Rame Castello, aquila Croce sigle Lei 1548 S46 Denaro Mistura Castello, aquila Croce sigle Lei 1548(?) S47 1 Vz Grosso Argento Castello, aquila Croce sigle V e I 1562 S48 Grosso Argento Castello, aquila Croce sigle V e I 1562 S49 1/2 Grosso Argento Castello, aquila Croce sigle V e I 1562 S50 1/3 Grosso Argento Castello, aquila Croce sigle V e I 1562 S51 Medaglia Argento Castello, aquila Croce sigle V e I ? S52 Medaglia Arg./Rame Castello, aquila Croce Moneta IVSTINIANA ? S53 da farsi appunto in ducati d’oro o in carati (1 carato = 6 denari) e le monete ritirate dalla circolazione saranno inviate a Genova per la fusione. Non si potrà pagare in moneta di rame una somma eccedente il valore di un ducato largo. Il ducato d’oro di Chio (valutato ancora 68 carati) sulla base del quale erano stipulati prima i contratti, doveva essere considerato una unità nominale e l’autorità genovese decise che l’uso fosse abolito e di stabilire che i contratti prevedessero solo l’uso del ducato largo d’oro (valutato 130 carati)31. Ancora nel 1509 il Governatore, questa volta Francesco di Roche-chouart per Luigi XII, gli Anziani e YOfficium Chii ricordano che il ducato di Chio non ha più alcun valore e che gli scambi vanno effettuati in ducati d’oro o in aspri turchi. Fissano comunque un cambio di 27 aspri per ducato di Chio. I debiti minori di 300 aspri, o il 5 % dei debiti superiori a 30.000 aspri, possono essere pagati in denari minuti (1 aspro = 15 denari) o in carati d’argento (1 aspro = 2,5 carati). L’opposizione degli Scioti a queste norme costrinse a modificarle fissando il cambio del ducato di Chio a 26 aspri e del ducato « buono, largo e di giusto peso » a 52 aspri. Il 10 % dei debiti minori di 30.000 aspri poteva essere pagato in denari o in carati d’argento 32. lutte queste vicissitudini monetarie, riflesso di una situazione economica e finanziaria per lo meno confusa, fanno pensare ad una emissione di monete molto abbondante e varia della quale non sono certo una testimonianza sufficiente le scarse monete oggi conosciute degli ultimi decenni del XV secolo33. 31 Ibidem, I, pp. 266 a 268. 32 Ibidem, I, pp. 282 c 283. 33 Proseguivano i rinnovi della convenzione sino al 1528 quando Genova cedeva Chio ai Giustiniani « in tutta proprietà e per sempre ». Gli stretti rapporti con i Turchi comportavano una sempre maggior sudditanza e i tributi divennero sempre più elevati. Talvolta la Maona si alleò con Venezia e i Cavalieri di Rodi, talaltra Chio fu attaccata dai Veneziani come nel 1431, quando dovette subire devastazioni da parte di truppe condotte da Andrea Mocenigo che la resistenza del podestà Raffaele di Leonardo Montaldo costrinse alla ritirata. Dopo la caduta di Costantinopoli, iniziò una serie di attacchi dei Turchi che conquistarono le Focee due anni dopo (1455), attacchi che proseguirono intervallati da periodi in cui si doveva pagare tributi sempre più pesanti tanto che divenne infine impossibile raccogliere le somme necessarie. Il mancato pagamento del tributo preceduto dalla sconfessione della colonia da parte di Genova decise i Turchi all’attacco — 177 — 12 Un manoscritto del ’600 ^4, probabilmente copia di uno precedente,, ricordato che i Giustiniani furono riconosciuti signori di Chio da Giovanni V Paleologo nel 1367 e che nel 1413 ottennero dall’imperatore Sigismondo di sovrapporre l’aquila al castello nel loro stemma, riferisce che il disegno dell’aquila fu inserito nel conio delle monete sia d oro che d argento e di rame. Noi non conosciamo alcun esemplare di monete d oro con 1 aquila che dovrebbero essere posteriori, secondo quanto detto prima, al 1470. Nel manoscritto si parla anche dei coni di una moneta da dieci scudi d oro che vennero rimandati (a Genova?) perché non vi appariva l’aquila. Questo farebbe pensare che fosse coniata alla zecca di Chio anche una moneta da 10 scudi in epoca precedente al 1470. Sul nome di alcune monete di Chio Di alcune monete di Chio non conosciamo il nome e possiamo fare solamente delle ipotesi. Potremo essere più precisi quando disporremo della testimonianza di qualche documento contemporaneo. finale. Nell’aprile del 1566 grazie anche ad una imboscata in cui caddero prigionieri i governatori della Maona, la città si arrese senza opporre resistenza e i Genovesi furono deportati a Costantinopoli. 34 Archivio di Stato di Genova, manoscritto 316, c. 47 r. e v.\ vedi Documenti della Maona di Chio (secc. XIV-XVI), a cura di A. Rovere, in « Atti Soc. Lig. St. Patria », n.s., XIX, fase II, 1979, p. 49. - 178 - CHIO Signoria degli Zaccaria 1304-1329 PALEOLOGO ZACCARIA 1307-1314 SI MATAPANE D/ P7B3SVIIPII S • SIDOR • SYI Due figure in piedi di fronte (a sinistra S. Isidoro, a destra Paleologo) tengono l'asta dello stendardo. Lungo lo stendarlo DVX K R/ Il Cristo in cattedra con un libro sulle ginocchia, ai lati del capo IC e XC2. Argento min 22 gr 1,883 1 La leggenda del D/ è abbreviazione di PALEOLOGUS ET BENEDICTUS ZA-CHARIA SERVI IMPERATORIS - SANCTUS ISIDORUS SYI. 2 Gnecchi, p. 4; tav. I 1. 3 Mus. Roma. Sulla moneta, presente anche a Mus. Par;::, vedi anche Cataloghi Gnecchi, p. 257, Ruggero e Munzen. - 179 - CHIO Signoria degli Zaccaria 1304-1329 MARTINO E BENEDETTO II ZACCARIA 1314-1324 D/ * • M • 7 • B • 3AChARIE Scudo degli Zaccaria in cerchio. R/ * CIVITAS • SYI « Croce in cerchio >. Oro mm 132 gr 0,86 1 - 0,872 S2 QUARTO DI DUCATO 1 Schl., p. 413; tav. XIV 1. 2 Cat. Papadopoli, p. 237. - 180 - CHIO Signoria degli Zaccaria 1304-1329 MARTINO E BENEDETTO II ZACCARIA 1314-1324 S3 QUARTO DI DUCATO D/ * • M • 7 • B • 3AChARIA3 Croce in cerchio. R/ Cristo in trono. Ai lati IC e XC '. Oro mm 13 gr 0,912-0,921 1 Schl., p. 414; tav. XIV 4. 2 Mus. Roma. Sulla moneta vedi anche Cat. Ruggero. - 181 - CHIO Signoria degli Zaccaria 1304-1329 MARTINO E BENEDETTO II ZACCARIA 1314-1324 S4 MEZZO GROSSO D/ * M7 • B • ZAChARIE • Croce con estremità ornate e accantonata da quattro punti in cerchio perlinato. R/ * CIVITAS : SYI • Castello con tre torri con base orizzontale e tre punti sotto la base in cerchio perlinato *. Argento mm 182 gr 0,52-0,783 0,822 Variante: a) senza punti sotto il castello4. 1 Schl., p. 414; tav. XIII 30. 2 Cat. Papadopoli, p. 237. 3 Mus. Roma (n. 5). 4 Promis 1, p. 35; tav. I 1. La moneta è presente anche a C. Risparmio e a Mus. Parigi. - 182 - CHIO Signoria degli Zaccaria 1304-1329 MARTINO E BENEDETTO II ZACCARIA 1314-1324 D/ * CIVITAS • SYI • M -7 • B • ZA • Castello con tre torri grandi in secondo piano e tre piccole in primo piano con base orizzontale. Sotto la base due cerchietti e al centro tre porte. In cerchio perlinato. R/ * SERVORVM • IN?ATORIS Croce con stella a quattro raggi al centro e accantonata da quattro punti, in cerchio perlinato1. Argento mm 212 gr 1,38 -1,713 1,814 Varianti: a) * SERVORVN • INP’ATORIS2 ^ Schl., p. 414; tav. XIV 2. ■2 Cat. Papadopoli, p. 237. 3 Mus. Roma (n. 5). 4 Cat. Munzen. ■Sulla moneta vedi anche Cataloghi Gnecchi, p. 257 e Ruggero. 55 GROSSO - 183 - CHIO Signoria degli Zaccaria 1304-1329 MARTINO E BENEDETTO II ZACCARIA 1314-1324 S6 GROSSO D/ * CIVITAS • SYI : M • 7 • B • ZA • Cinque torri disposte su base orizzontale. Sotto la base una porta fra due croci. In cerchio perlinato. R/ ❖ SERVOR VM • IN? ATORIS Croce con stella a quattro raggi al centro accantonata da quattro croci, in cerchio perlinato K Argento mm 222 gr 1,52! - 1,662 Varianti: a) con punto finale al R/ b) visione di cinta fortificata con cinque torri in secondo piano e tre in primo piano su porta e finestre *. Altri disegni: 1 Schl., p. 414, suppl., p. 16; tav. XIV 3 e tav. XXI 10. 2 Cat. Papadopoli, p. 237. Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra e Mus. Roma, vedi anche Engel S., p. 1418; fig. 1962, e Cat. Gnecchi, p. 257. - .184 - CHIO Signoria degli Zaccaria 1304-1329 MARTINO E BENEDETTO II ZACCARIA 1314-1324 S7 MATAPANE D/ M • 7 : B • Z • SVI • IMP 8 • SIDOR' • SYI Il principe in piedi a sinistra a fianco del Santo che tiene un libro nella sinistra e gli porge lo stendardo. Lungo l’asta DVX R/ Cristo in trono. Ai lati IC e XC >. Argento mm 21 gr 1,972 Varianti: a) M • 7 • B • Z • S V • IMP •3 b) M • 7 • B • Z • SV • IMPR •4. c) M----ERVI • IP , II e • 8 • SIDOR’ • SYI • 5 Altri disegni: 1 Cimano, p. 6 e segg.; tav. I 1. 2 Mus. Roma. 3 Schl., p. 414; tav. XIX 23. 4 Promis 1, p. 36. 5 Cat. Papadopoli, p. 237. - 185 - CHIO Signoria degli Zaccaria 1304-1329 MARTINO ZACCARIA 1324-1329 S8 MATAPANE D/ M • Z • S • V • IMPATOR S • ISIDORSY Il principe in piedi a sinistra a fianco del Santo che tiene un libro nella sinistra e che gli porge lo stendardo. Lungo l’asta DW R/ Cristo in trono. Ai lati IC e XC '. Argento mm 22 gr 1,8453 1,78-2,003 Varianti: a) M • Z • S • V • IMPA •...1 b ) M • ZAH • SVIRATOI S -ISIDORSYI4 c ) N • Z • S’VIMP,ATOIS • S • ISIDOR • SI 5 d) • N • ZAb • SV’ • IP,TOI...5 e) • M • Z-SV’ IMPATOR • S • SIDOR’ • SYI’6 1 Promis 1, p. 37; tav. I 3, 4. 2 Schl., p. 415; tav. XIII 31. 3 Mus. Roma (n. 5). * Gnecchi, p. 5; tav. I 2. 5 Cat. Papadopoli, p. 237. 6 Cat. Gnecchi, p. 257. Sulla moneta vedi anche Cat. Munzen. - 186 - CHIO Signoria degli Zaccaria 1304-1329 MARTINO ZACCARIA 1324-1329 S9 DENARO TORNESE D/ * • MZAChARIE • Croce con estremità sdoppiate e ornate da tre punti, in cerchio perlinato. R/ * • CIVITASSYI • Castello tornese '. Mistura mm 18 gr 0,55-0,702 Varianti: a ) * • M • ZAChARIE e * CIVITAS : SYI •3 b) MZAChARIE e CIVITAS : SYI •4 1 Promis 1, p. 37; tav. I 2. 2 Mus. Roma (n. 3). J Cat. Papadopoli, p. 237. 4 Cat. Gnecchi, p. 257. Sulla moneta, esistente anche a Mus. Parigi (n. 2), vedi anche Schl., p. 415, tav. XIII 32 e Cat. Munzen. - 187 - CHIO Signoria degli Zaccaria 1304-1329 1347 (?) SIO MEZZO GROSSO D/ SIONES 0EOTIOIO San Giovanni (?) benedicente. R/ NSINSVLESYI... Croce fogliata con punto all’esterno di ogni braccio. In un cantone piccola S *. Argento mm 17 gr 0,73 Varianti: a) D/ • SIONES ... EOTIOLO R/ * •... INSVE • SYI • 1 Mus. Roma (n. 2). (Apparentemente inedita). - 188 - CHIO La Maona 1347-1566 1347-1390 ? GIGLIATO D/ * • DVX • IANUENS • QUENDEUS • PTA Il doge, di fronte, seduto sul trono, tiene con la destra uno scettro che termina con un giglio e con la sinistra un globo crucigero. Ha un cappello a tronco di cono dal quale pendono dei nastri. R/ * CO’RADUSREX ☆ ROMANORUM Croce con estremità ornate di fiori e foglie accantonata da quattro gigli che poggiano su una base semicircolare schiacciata '. Argento mm 28-292 gr 3,48-3,98 (eccez 2,75-31,10)3 Varianti: a) * • DVX • IANVENS • QVENDEVS • PTAGAT. e * ☆ CVRADVS ☆ REX ☆ ROMANORVM ☆ 4 b) * DVX • IANVEN • QVEM • DVS • PTEGAT e * CONRADVS • REXROM [ AN J ORVM «1 c) * DVX • IANVEN - QOVEMDVSPTEGA e * CONRADVS • REX • ROMANORVM > d) * DVX • IANVEN • QOVEM «... [AI] con la corona invece del cappello, il globo inclinato a destra e <* CONRADU0 • REX • ROMANOR •...4 e ) * DVX « IANVEN • QVEN : DEVS • PTAGA * • CORADVS • REX • ROMANORVM : gigli su base a cuspide1 f) * DUX • IANUEN... PTEG. T e * CONRADUS • REX • ROM ... RUM 5 (Segue) - 189 - g) ❖ DVX : IANVEN : QVEM :devs:ptega e * : CONRADVS : REX : ROMANORVM 5 h) * DVX • IANVEN • Q • VEN • DEVSi • PTEGAT • * : CONRADVS • REX • ROMANORVM .6 i) ( * DU)X • IANVEN • 80VEM • DVS • PTEGA(T) ( * )CONRA5US • R(EX) • ROMANORUM 7 1) ... QUEN DEUS PAGA 7 m) * DVX* IAIIVENSIVM * il doge con cappello e corona, pettine a 5 denti <- * IANVA i QVAH i DEVS i PROTEGAT :2 n) ❖ DVX • IANVEN • QUEN DEUS • P, TAGT e * CONRADUS • REX • ROMANORU2 o) >i< DVX • IANVEN • 90VEM DVS • P, TEG( AT) * : CONRADVS : REX : OMAnRIIM2 Altri disegni: ' Schl., pp. 416 e 417; tav. XIV 5, 7, 9. 2 Cat. Papadopoli, p. 238. } Mus. Roma (n. 17). 4 Promis 1, p. 39; tav. I 5, 6. 5 Grierson, pp. 52 e 53. 6 Cat. Straniero, p. 85. 7 Cat. Gnecchi, p. 258. Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra (n. 4), Mus. Parigi (n. 2) e Mus, Torino, vedi anche Cataloghi Ellman, Munzen e Ruggero-, Gamberini, p. 329, e Engel S., p. 1418; fig. 1963. - 190 - CHIO La Maona 1347-1566 1347-1390 ? QUARTO DI GIGLIATO D/ DVX • IANVENSIVN • II doge a mezzo busto, col cappello a tronco di cono dal quale pendono due nastri. In cerchio perlinato incompleto. R/ * • CVNRADVS • REX • Croce in cerchio perlinato Argento mml6-172 gr. 0,79 - 1,043 Varianti: a) "DVX IANVENSIVN*; all'esergo una rosetta4 b ) all’esergo un anello e ❖ CVNRADVSREX •4 c) la testa del doge è più piccola e ❖•CVNRADVSREX* con la croce più piccola4 d) DVX • IANVENSIVN • ; il doge è visto sino alle ginocchia, tiene nella mano destra un giglio e nella sinistra uno scettro 4 e) • DVX • IAnVEnSIVn • e ❖ CVnRADVSREX •2 f) all’esergo un anello e >ì< CVnRAVS • REX •2 g) • DVX • IAnVEnSIVn • ; all’esergo una crocetta R/ come f)2 h) D/ come g) senza punto iniziale e finale; all’esergo R/ come f)2 i) • DVX • IANVENSIVN ; all’esergo crocetta e &CVNRADVSREX5. - 191 - (Segue 1 Schl., p. 417, tav. XIV 8, 10. - Cat. Papadopoli, p. 238. 3 Mus. Roma (n. 11). 4 Promis 1, p. 40, tav. I 7 a 9. 5 Cat. Gnecchi, p. 258. Sulla moneta, presente anche a Mus. Genova (n. 3), Mus. Londra, Mus. Parigi e Mus. Torino, vedi anche Cataloghi Avignone, Baranowski, Ellman, Munzen e Ruggero. - 192 - CHIO La Maona 1347-1566 1347-1390 ? S13 DENARO TORNESE D/ >ï< CIVITAS & SIY Castello tornese in cerchio perlinato. D/ * DVX • IANVENSIVM Croce in cercio perlinato Mistura mm 162 gr 0,453 0,60-0,884 Varianti: a) ❖ CIVITAS ° SII • e * CVIRADVS • REX •1 b) ...NTAS e ...SREX' c) * CIVITA88IY e ❖ CVNRA5V8 • REX5 d) * CUNRA5USREX e CIVITASSII5 e) ❖ CI...II e CUI...• R2 Altri disegni: 1 Schl., p. 418, suppi, p. 16; tav. XIV 20, 21 e tav. XXI 1. 2 Cat. Papadopoli, p. 238. 3 Promis 1, p. 45; tav. I 13. 1 Mus. Roma (n. 6). 5 Cat. Gnecchi, p. 258. Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, vedi anche Cat. Baranowski. - 193 - 13 CHIO La Maona 1347-1566 1390 ?-1430? S14 QUARTO DI GIGLIATO D/ * • CIVITAS • SIY • Castello con tre torri a base orizzontale in cerchio perlinato. Linea sotto il castello. R/ * • CVMRADVS • REX • Croce con doppio cerchietto ad ogni estremità in cerchio perlinato Argento mm 16 -172 gr 0,64 -1,173 Varianti: a) >î< CIVITA8 • 8 • Y castello diverso e >î< CVRRA8VS • REX • croce senza doppio cerchietto all’estremità 1 b) ❖ CIVITAS • SIY • castello diverso con un punto su ognuna delle torri laterali e uno ll’esermo e * CVNRA5VS • REX • croce come a)4. - 194 - (Seguef Altri disegni: 1 Promis 1, p. 45; tav. II 17, 19, 20. 2 Cat. Papadopoli, p. 240. 3 Mus. Roma (n. 12). 4 Schl., p. 426; tav. XIV 24. Sulla moneta, presente anche a Mus. Genova, Mus. Londra (n. 4) e Mus. Parigi (n. 3), vedi anche Cataloghi Baranowski, Ruggero e Straniero. - 195 - CHIO La Maona 1347-1566 1390 ?-1430 ? S15 DENARO D/ Castello con tre torri a base orizzontale fra cinque rosette. R/ Croce accantonata da rosette >. Rame mml7-182 gr 0,70-1,523 1,642 1 Promis 1, p. 62; tav. IV 55 (esemplare con contromarca). - Cat. Papadopoli, pp. 240 e 244. * Mus. Roma (n. 5). Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra (n. 3), vedi anche Schl., p. 431; tav. XV 22 e Cataloghi Baranowski e Gnecchi, p. 260. — 196 - CHIO La Maona 1347-1566 1390?-1430? S16 QUARTO DI GIGLIATO D/ CIVITATE ☆ SYI ☆ Castello a tre torri a base poligonale in cerchio perlinato. R/ * • CVRADVS ☆ REX ☆ Croce in cerchio perlinato *. Argento mm 16-17 gr. 0,55-1,262 Varianti: a) ...☆ CIVITATE: ☆: SI e ❖ ☆ CUMRADVS ☆ R... ☆ 1 b ) ❖ ☆ CIVTATE ☆ SYI ☆ e * ☆ CUMRADVS ☆ REX ☆ « c) ❖ CUNRADUSREX e * CIVITASSII > d ) * CIVITAS • SII • e * CONRADVS • REX • > e) * CIVITAS • SII • e ❖ COWRAD • USRES 1 f) ❖ CIVITAS ☆ SIX ☆ e >i< CVRRA8VS <§s REX 1 g) ❖ CIVITAS • SII e ❖ CIVITAS • SII •••1 h) * CIVITAS ☆ REX e * CUNRADUSREX 1 i) ❖ CIVITAS & REX e ❖ CONRADUS • REX 1 1) ❖ CIVTAS ... EX e ❖ CONRADXS l REX l1 m) * • CIVITA8 • 8IY e * • CVNRADV8 • REX •3 n) ❖ CIVITAS • SII • e ... CUNRADUSREX4 o) * CIVITAS • SII • e ... CUNRAD • USREX4 p) ❖ • CIVITAS • SSII e * CUNRAUSREX 4 q) * CIVITAS...IX e * CUNRAD...* REX4 r) *CI...S*SYX* e *CUNRA...4 s ) * CIVITA « REX * e * CVNRA5VS « REX4 t) * CI • VTAS S REX e * CVNRADUSREX4 — 197 - (Segue) u) * CIVTAS « REX « e * CVNRA6VS « REX4 v) ... C... TAS • SII e * CIUTA... SU ••• « z) * CUNRADUSRE :... e * CIVITASSII5 al) come z) e ...CIVITASS ...5 bl) cornez) e CU...ADU...EX5 cl) * CIVITATE ☆ SIU ☆ e * ☆ CVNR)ADVS ☆ REX ☆ 5 dl ) * CIVITATE ☆ SYI ☆ e * ☆ CVMRADVS ☆ REX ☆ 5 el) * CVNRADVSREX e * CVNRADVSREX2 f 1 ) con un punto sotto e due punti ai lati del castello6. Altri disegni: » Promis 1, p. 45; tav. II 14 a 16, 18, 21 a 27. 2 Mus. Roma (n. 45). 3 Schl., p. 426; tav. XIV 22, 23. 4 Cat. Papadopoli, p. 240. 5 Mus. Parigi (n. 11). 6 Mus. Genova (n. 2). Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, Mus. Londra (n. 2) e Mus. Torino, vedi anche Cataloghi Avignone, Ellman, Munzen, Ratio 1, Paiggero e Traverso. - 198 - CHIO La Maona 1347-1566 TOMASO CAMPOFREGOSO DOGE DI GENOVA 1415-1421 S17 DUCATO D/ TDVXIAMVE Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo SLAVRETI Lungo l’asta DV# , nella banderuola x R/ • SIT • T SPEDATO • T REGISISTCVCAT Il Cristo in aureola elittica con nove stelle ( con o senza punto fra i piedi)l. Oro mm 232 gr 1,95 3 1,78-2,19-2,30-2,74-3,52-3,534 Varianti: a) • SIT • TXPEDATQ • T • REGISISTDVCAT1 b) TDV<8>IANVE» SLAVRETI e • SIT • T$PE«DATQTV REGISISTDVCAT 5 c) 4 stelle a sinistra e 3 a destra2 d) T • C • DVXIANVE • SLAVRETI4 e )......... VRENTI4 1 Schl., p. 420; tav. XIV 13. 2 Cat. Papadopoli, p. 239. 3 Iliescu, pp. 168 e 169 (666 per mille di oro). 4 Mus. Roma (n. 6). 5 Promis 1, p. 41; tav. I 10. Sulla moneta vedi anche Gamberini, p. 152; Gorini, pp. 590, 591; Ives-Grierson, p. 22, tav. XI 1 e Engel S., p. 1419. - 199 - CHIO La Maona 1347-1566 FILIPPO MARIA VISCONTI DUCA DI MILANO SIGNORE DI GENOVA 1421-1436 DUCATO D/ DMEDIOLAMI Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo S PETRVS Lungo l’asta DV# R/ • SIT • T • OPEDAYQTV REGSISTE • DVCA • Il Cristo in aureola elittica. Cinque stelle fra due punti a destra, quattro stelle a sinistra ’. Oro mm 21 - 232 gr 3,06 - 3,553 Varianti: a) D • MADIOLA •1 b ) D • ME • DIOLAN e SITTXPEDATQTV ... ISTEDVCAT ; senza punti nell’aureola1 c) D • MEDIOLA 1 d) D • MEDIOLAN e SIT • T • XPE • DATVS • • REGIS • ISTE • DVC’ •1 e) D MEDIOLAN-* ; S • PETRVS ; x nella banderuola e • SITTXPE • DATO • • REGISISTEDVCA > ; senza punti neh l’aureola2 f ) D MEDIOLAN— • ; • S • PETRVS • SIT • T • XPE • DAT’Q’T • • REGIS • ISTE • DVCAT’ • ; senza punti nell’aureola2 g) • D • MEDIOLANI ; • 8 • qETRVg 8ITTXPCDATI -1... • • REDI8I3TEDVCAT ; senza punti nell’aureola2 (Segue) - 200 - h) DMEDIOLAN • cvPETRVcxJ e SITTXPC • DTOTV AVCDSISIDVR ; senza punti nell’aureola2 i) • DME • DIOLAN ; SPETRVS, ® sotto il doge e «JlTTXPEDATQI • REGISISTEDVCA ; senza punti nell’aureola2 1) -DMEDIOLAN; SPETRVS e SITT • OPEDAT • Q • T’ REGISISTE • DVCA4 m) MEDIOLANI e DATQTV...DVCAT4 n ) al R/ 8 lunghe e strette4 o) «D-MEDIOLANI S • PETRVS •5 p ) • SIT • T • XPE • DATQ • REGIS • ISTE • ISTE • DVC 6 q) DMEDIOLAN ; SPETRUS ; stella sotto il ginocchio del doge e £\jITT<8>PEDATOV REGInIcu TEDVCA > Schl., pp. 420 e 421; tav. XIV 14. 2 Cat. Papadopoli, p. 239. 3 Mus. Roma (n. 11). 4 Cat. Gnecchi, p. 258. 5 Cat. Ruchat. 6 Mus. Milano. Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio e Mus. Parigi, vedi anche Gamberini, p. 152; Gorini, p. 591; tav. II 1, 2; Ives-Grierson, pp. 22 e 23; tav. XI 2, Engel S., p. 1419 e Cataloghi Baranowski, Munzen, Ratto 1, Ratto 3, Straniero e Traverso. - 201 - CHIO La Maona 1347-1566 FILIPPO MARIA VISCONTI DUCA DI MILANO SIGNORE DI GENOVA 1421-1436 S19 DUCATO D/ FM • AMEDIOLI • Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo SLAVRET Lungo l’asta DV<8>, ai piedi dell'asta grande S R/ GLORIAIESCELSIS DEOEIITERAPAShO Il Cristo in aureola elittica con nove stelle Oro mm 212 gr. 3,53 2 Varianti: a) f • M • A • MEDI OLI • + sulla banderuola e GLORIAIEXCELSIS • DEOEIIIERTTPAShO2 b) f • M • AMEDIOL SLAVRE(TI) e GLORIAEXCCLSIS DEOEIITERAPAShO3 1 Schl. suppl., p. 17; tav. XXI 7. 2 Cat. Papadopoil, p. 239. 3 Cat. Gnecchi, p. 258. Sulla moneta, presente anche a Mus. Roma, vedi anche Gamberini, p. 152 e Ives- Grierson, p. 23; tav. XI 3. - 202 - CHIO La Maona 1347-1566 TOMASO CAMPOFREGOSO DOGE DI GENOVA 1437-1443 S 20 DUCATO D/ • T•D:CAMPOFRE• Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo SLAVRETI Lungo l’asta DV$ , ai piedi dell’asta una grande S R/ • GLORIA • IE$CEL : • • : DEOET • ITERRA • PA Il Cristo in aureola elittica con nove stelle1. Oro mm 222 gr 1,68 - 2,263 3,47 - 3,514 3,55 5 Varianti: a) T • D • CAMPOFRA e GLORIA • IEXCELS : : • • : DEOET • ITERRAPA1 b) T • D • CAMPOFREG •1 c) TOCAMPOfRC + sulla banderuola e • GLORIA • I : EXCELSI : : DEO : ET • I • TERRA • PA2 d;) senza la S ai piedi dell’asta4 e) esemplari col punto fra i piedi al R/4 f ) T • D • CAMPOFREG al D/ e due punti invece dei piedi al R/5 . 1 Schl., p. 421 e suppl. pp. 17 e 18; tav. XIV 15. 2 Cat. Papadopoli, p. 239. 3 Iliescu, p. 169; tav. IV 3 (da 585 a 700 per mille di oro). 4 Mus. Roma (n. 2). ■5 C. Risparmio. Sulla moneta vedi anche Gamberini, p. 152 e Engel S., p. 1419. - 203 - CHIO La Maona 1347-1566 RAFFAELE ADORNO DOGE DI GENOVA 1443-1447 S21 DUCATO D/ RAFAELADV • Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo SLAVRET Lungo l’asta DVX, ai piedi dell’asta una grande S R/ GLORIA • IEOCEL • DEOET • I • TERRAP Il Cristo in aureola elittica con nove stelle1. Oro mm 212 gr 3,00 - 3,503 Varianti: a) GLORIA • IEXCEL’ • • DEOET -I • TERRAP2 b ) esemplare con punto fra i piedi al R/3 c) SL*AVRETI al D/ e punto fra i piedi al R/4. 1 Schl., p. 421; tav. XIV 16. 2 Cat. Papadopoli, p. 239. 3 Mus. Roma. 4 C. Risparmio. Sulla moneta vedi anche Promis 1, p. 42; tav. I 11, Gamberini, p. 153 e Engel S.„ p. 1419. - 204 - CHIO La Maona 1347-1566 GIANO CAMPOFREGOSO DOGE DI GENOVA 1447-1448 f S22 DUCATO D/ IANUVS•D•C•F• Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo • SLAVRET • Lungo l’asta DV#, ai piedi dell'asta una grande S 1 R/ GLORIA • IEXCE • • DEOETITERAP • Oro mm 21 gr 3,532 Variante: a) esemplare con punto fra i piedi al R/2. < 1 Schl., p. 421; tav. XIV 17. 2 Mus. Roma. Sulla moneta vedi anche Gamberini, p. 153 e Engel S., p. 1419. - 205 - CHIO La Maona 1347-1566 LUDOVICO CAMPOFREGOSO DOGE DI GENOVA 1448-1450 D/ LODVIC • D • C • F Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo SLAVRET Lungo l'asta DV4>, ai piedi dell’asta una grande S R/ GLORIAINECE DEOETITERA • P • Il Cristo in aureola elittica con nove stelle Oro mm 202 gr 3,482 Variante: a) S*LAVRAT»2 (diversa lettura dello stesso esemplare). ; Schl., p. 421; tav. XIV 6. 2 Gorini, p. 591; tav. II 3, 4. Sulla moneta vedi anche Gamberini, p. 153 e Engel S., p. 1419. - 206 - CHIO La Maona 1347-1566 PIETRO CAMPOFREGOSO DOGE DI GENOVA 1450-1458 S24 DUCATO D/ PETRVSDCF• II doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Lungo l’asta DV $, ai piedi dell’asta una grande S R/ GLORIA • I • E3>CE • • DEOET • ITERA • Il Cristo in aureola elittica con nove stelle >. Oro mm 212 gr 2,82 - 3,283 3,564 Varianti: a) PETRVSDCA e • GLORIA • IEXCEL • • • DEOET • I • TER •2 b) PETRVSDCA e • GLORIA • I • E^CE • • DEOETI • TERA • 5 c) PETRXSDCF SLAVRETI e • GLORIAIEOCEL • DEOET • I • TER d) esemplari con punto fra i piedi al R/3 e) GLORIAIC^C DEOETITERAP7 c) PETRVS *DC*F* al D/ e punto fra i piedi al R/4. 1 Schl., pp. 421 e 422; tav. XIV 18. 2 Cat. Papadopoli, p. 239. 3 Mus. Roma (n. 2). 4 C. Risparmio. ' Promis 1, p. 42; tav. I 12. 6 Cat. Gnecchi, p. 258. 7 Mus. Parigi. Sulla moneta vedi anche Gamberini, p. 153 e Engel S„ p. 1419. - 207 - CHIO La Maona 1347-1566 CARLO VII RE DI FRANCIA SIGNORE DI GENOVA 1458-1461 S25 DUCATO D/ COMVEIANVE Il re in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo SLAVRENTI Lungo l’asta DVO , ai piedi dell’asta una grande S R/ GLORIA • IEXCELSI DEOET • ITERRAPAX • Il Cristo in aureola elittica con nove stelle '. Oro mm 21 gr 3,482 Variante: a) esemplare con punto fra i piedi al R/2. 1 Schl., p. 422; tav. XIV 19. 2 Mus. Roma. - 208 - CHIO La Maona 1347-1566 CARLO VII RE DI FRANCIA SIGNORE DI GENOVA 1458-1461 S26 DUCATO D/ COMVNEIANV Il re in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo SLAVRETI Lungo l’asta CLI, ai piedi dell’asta una grande S R/ GLORIA • IE^CEL • • DEOETITERRAP Il Cristo in aureola elittica con nove stellel. Oro mm 20 gr 1 Schl., p. 422; tav. XIV 25 (la descrizione non corrisponde al disegno). Sulla moneta, presente a Mus. Parigi, vedi anche Gamberini, p-, 154; Gorini, p. 591, Ives-Grierson, p. 23; tav. XI 4, Engel S., p. 1419 e Cat. Gnecchì, p. 258. - 209 — 14 CHIO La Maona 1347-1566 1430? -1466 S27 GROSSO D/ * : civitas : © : d • Chii : Castello con tre torri a base poligonale in cerchio perlinato. R/ * CONRADVS & REX ❖ R’ • Croce in cerchio perlinato 1 Argento mm 23 2 gr 1,992-2,00' Varianti: a) * CIVITAS : ® : 0 -Chii e * : CONRADVS : REX • R’ Altri disegni: 1 Schl., p. 427, suppl. p. 18; tav. XV 1 e tav. XXI 9. 2 Cat. Papadopoli, p. 241. Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra, Mus. Parigi e Mus. Roma, vedi anche' Promis 1, p. 47; tav. Ili 28. CHIO La Maona 1347-1566 1430 ? -1466 S28 QUARTO DI GIGLIATO D/ ...CI(VITA)S®ChII Castello con tre torri a base poligonale in cerchio perlinato. R/ * CVNRADVS... Croce in cerchio perlinato *. Argento mm 16 gr 0,95 1 Cat. Papadopoli, p. 241. - 211 — CHIO La Maona 1347-1566 GALEAZZO M. SFORZA DUCA DI MILANO SIGNORE DI GENOVA 1466-1477 S29 MEZZO GIGLIATO D/ >ì< O R ° R0 CIVITAS & CHII & Castello con tre torri a base poligonale in cerchio pedinato. R/ * GALEA3 ° M0 S ° D ° IANVE ° Croce in cerchio pedinato Argento mm 192 gr 1,442-1,603 Varianti: a) ^CIVITAS «CHI e ❖ GALIA3 ® M • D » IAtNE] croce accantonata da punti *. Altri disegni: 1 Schl., pp. 426 e 427; tav. XV 2, 5. 2 Cat. Papadopoli, p. 240. ? Mus. Roma. Sulla moneta, presente anche a Mus. Parigi, vedi anche Promis 1, p. 50; tav. Ili 37 e Cat. Gnecchi, p. 259. - 212 - CHIO La Maona 1347-1566 GALEAZZO M. SFORZA DUCA DI MILANO SIGNORE DI GENOVA 1466-1477 S30 GIGLIATO D / * GALIA3 * MA * SFO * D * IANVE * Il duca di fronte a mezzo figura col berretto e lo scettro che termina a pigna. R/ * CONRAD * R * R * CIVITAS * CHI * Castello con tre torri, sormontato dall'aquila coronata1. Argento mm 242 gr 2,30 - 3,25 - 3,30 - 3,573 Varianti: a) ... *IAN[VE]1 b) ❖ GALIAS ....1 c) * GALEAZ • M • SFORZA • D • IANE • e ❖ CONRAD • R • ROMAtNR] • C • CHII •1 d) ❖ GALEAZ • M • SFORZA • D • IANVE •, giglio invece di pigna e ❖ CONRAD • R • ROMAtNR] • C • CHII •1 e) * GALIAZ » M « SFORZA » D ° IANVE », pomo invece di pigna e * CONRAD • R « ROMA[NR] « C «CHII1 f ) * GALEAZ » M - SFORZA » D » IANVE » e R/ come e)1 g) ❖ GALEAZ » M » SFORZA » D « IA[NE], croce invece di pigna 1 h) * GALIAS ☆ MA ☆ SFO ☆ D ☆ IANVE ☆ e CONRAD’ ☆ R ☆ R ☆ CIVITAS ☆ CHI2 ] Gnecchi, pp. 6, 7, 405; tav. I 3 a 6 e tav. IX 1 a 3. 2 Càt. Papadopoli, p. 240. 3 Mus. Roma (n. 4). Sulla moneta vedi anche Engel S., p. 1420; fig. 1964 e Cat. Gnecchi, pp. 258 e 259. - 213 - CHIO La Maona 1347-1566 1477-1487 S31 GIGLIATO D/ * • DVX • * IANVENSIVM • Il doge di fronte a mezza figura col berretto e lo scettro che termina a pigna. R/ * • CONRAD = R » ROMANOR • C » CHI Castello con tre torri sormontato dall'aquila coronata '. Argento mm 21 gr 3,601 ! Gnecchi, p. 406; tav. IX 4. Sulla moneta vedi anche Cat. Gnecchi, p. 259. - 214 - CHIO La Maona 1347-1566 1477-1487 532 GIGLIATO D/ * * DVX «? IANVENSIVM • «? Il doge seduto di fronte, col berretto e con la spada nella destra. R/ * : CONRAD • R • ROMANOR • C • C • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata ; dietro una croce Argento mm 24 gr 3,17 - 3,24 - 3,47 - 3,49 - 3,57 2 Varianti: a) « CONRAD • R • ROMANOR • C • CHII1 d) ❖ DVX & IANVENSIVM II doge a capo scoperto ha la sinistra appoggiata al fianco e * CONRAD • R • ROMANOR • C • CHII 1 Gnecchi, pp. 10 e 407; tav. I 9, 10 e tav. IX 8, 9. 2 Mus. Roma (n. 5). Sulla moneta vedi anche Cataloghi Gnecchi, p. 259 e Papadopoli, p. 241. - 215 - CHIO La Maona 1347-1566 1477-1487 S33 GIGLIATO D/ * l CIVITAS S © 2 ChII l Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata in cerchio perlinato. R/ * % CONRADVS 2 REX ° R % Croce in cerchio perlinato *. Argento mm 262 gr 2,73 - 3,233 Varianti: a) R’ % a fine della leggenda del R/4 b) ❖ CONRADVS « REX ° R’1 c) castello diverso, fiore della leggenda del D/ diverso, a fine leggenda del D/ ChII * 2, del R/ R’4 d) >& l CIVITAS ° ® l CHII l e ❖ l CONRADVS Ô REX » R’5 e) ❖ S CIVITAS l & ? CHII l e >î< Ô CONRADVS l REX »RS5 f) ° CIVITAS Ô ☆ l CHII & ? e ❖ ° CONRADVS ô REX S R ?5 g) come f) senza fiore al D/5. - 216 - (Segue) Altri disegni: 1 Schl., p. 427; tav. XV 3, 4. 2 Cat. Papadopoli, p. 241. 3 Mus. Roma (n. 7). 4 Promis 1, pp. 47 e 48; tav. Ili 29 a 31. 5 Gnecchi, pp. 9, e 407; tav. I 7, 8 e tav. IX 5 a 7. Sulla moneta, presente anche a Mus. Genova (n. 2) e Mus. Parigi, vedi anche Cata- loghi Gnecchi, p. 259, Munzen, Ruchat e Ruggero. - 217 - CHIO La Maona 1347-1566 1477-1487 S34 GROSSO D/ CIVITAS • CHII • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata, in cerchio. R/ ( * ) • CONRADVS • REX • ROMA • Croce in cerchio '. Argento mm 22-232 gr 2,21 2,70 (eccez. 1,54)3 Varianti: a) ❖ • CONRADVS • REX • R • e al R/ contromarca con castello a tre torri1 b ) ❖ • CONRADVS • REX • RO • e contromarca c. s 1 c) come a) senza contromarca, coppie di punti alle estremità della croce4 d) * • CONRADVS • REX • RO •4 e) come d) con contromarche al D/; castello con aquila2 f) esemplare in rame (gr 1,95)3 - 218 - (Segue) Altri disegni: 1 Schl., p. 428, suppl. p. 18; tav. XV 7, 8 e tav. XXI 11. 2 Cat. Papadopoli, p. 241. ’ Mus. Roma (n. 20). 4 Promis 1, p. 56; tav. Ili 38, 39. Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra e Mus. Parigi (n. 3), vedi anche Cata- loghi Avignone, Ellman e Ruggero. - 219 - CHIO La Maona 1347-1566 1477-1487 i S35 QUARTO DI GIGLIATO D/ CIVITAS • CHII • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata, in cerchio. R/ * • CONRADVSREX • RO • Croce biforcata in cerchio Argento mml7-182 gr 0,75-0,923 Varianti: a) ❖ A C... AS A CHII A e ❖ A C.. .AD... EX A R A 2. Altri disegni: 1 Schl., p. 428; tav. XV 6, 9. 2 Cat. Papadopoli, p. 241. 3 Mus. Roma (n. 3). Sulla moneta, presente a C. Risparmio, vedi anche Promis 1, p. 56; tav. Ili 40 e Cat. Ruggero. — 220 — CHIO La Maona 1347-1566 1477-1487 S36 DENARO TORNESE D/ * CIVITAS « ChII «? Castello tornese. R/ * CONRADVS • REX • Croce in cerchio perlinato *. Mistura mm 13 -152 gr 0,40 - 0,893 Varianti: a) ❖ & CIVITAS * ChII ® in cerchio perlinato e * CONRADVS * REX * R4 b) ❖ CIVITAS & ChII ® S4 c) >ì< CIVITAS S ® l CII l <§5 l e >1< CON... & REX • R4 d) * CONRADVS • REX • R4 e) * CIVITAS • ChII e * CONRADVSRE...4 - 221 - (Segue) f) *1 CIVITAS .. CI.. e * I CO... AD.. « S REX.. 22 g) >ï« CIVIT... Chll • + • C2 h) * CIVITAS * Chll *• C e * CONRADVS * REX...2. 1 Schl., p. 428; tav. XIV 27. 2 Cat. Papadopoli, p. 241. 3 Mus. Roma (n. 7). 1 Promis 1, p. 57 e tav. III 32 a 36. Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra e Mus. Parigi (n. 2), vedi anche Ca- taloghi Baranowski e Ruggero. - 222 - CHIO La Maona 1347-1566 1487-1488 S37 TORNESE D/ ❖ CIVITAS • CHII • Il campo è diviso da una linea verticale : a sinistra il castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata e a destra il castello tornese. All’esergo Bel In cerchio perlinato '. R/ * • CONRADVS • REX • ROMA • Croce in cerchio perlinato. Una V sopra la croce2. Rame mm 20-21 gr 3,47-5,153 Varianti: a) l’aquila non è coronata 1 b) ROMANI c) le lettere Bel non sono divise dalla linea verticale4 d) C..REX-R0MN04 e) INRA... X • ROMA •4. 1 Secondo Promis (p. 58) B e I sono le iniziali di Battista Giustiniani Banca, podestà di Chio dal 1487 al 1488. 2 Schl., p. 429; tav. XV 11. 3 Mus. Roma (n. 16). 4 Cat. Papadopoli, p. 241. Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, Mus. Genova, Mus. Londra (n. 5) e Mus. Parigi (n. 12), vedi anche Promis 1, p. 58; tav. IV 42, 43 e Cataloghi Avignone, Baranowski, Ellman, Gnecchi, p. 259, Ratto 1 e Ruggero. - 223 - CHIO La Maona 1347-1566 LUIGI XII RE DI FRANCIA SIGNORE DI GENOVA 1499-1512 S38 GIGLIATO D/ V • REX • fRANCIE • DNVS • IANVE Il re coronato seduto di fronte con la spada nella destra. R/ * CONRAD’R • ROMANOR • C • Chll ® Castello con tre torri sormontato dall’aquila non coronata e dietro a questa una croce '. Argento mm 212 gr. 3,45 - 3,553 3,601 Variante: a) V REX • FRANCIE • DNVS • IANVE : :1 1 Gnecchi, pp. 12 e 407; tav. I 11 e tav. IX 10, 11. 2 Cat. Papadopoli, p. 241. J Mus. Roma (n. 2). Sulla moneta vedi anche Cat. Gnecchi, p. 259. — 224 - CHIO La Maona 1347-1566 1504? 1512? 1528? 1538? S39 TORNESE D/ * • CIVITAS • CHII • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello Nel1. R/ ❖ CONRADVS • REXROMANO • Croce2. Rame mm 203 gr 2,09-4,664 Varianti: a ) * CONRADVS • REX • ROMANOR •2 b) ... ITA » S ° CHII3 c) esemplare con 1548 in esergo5. 1 Secondo Promis (p. 58) N e I sono le iniziali di Nicola di Andriolo Giustiniani Campi, podestà di Chio nel 1512 e nel 1538, oppure di Nicola di Vincenzo Giustiniani Garibaldi, podestà di Chio nel 1528, oppure di Nicolò di Silvestro Giustiniani Campi, podestà di Chio nel 1504. 2 Schl., p. 429; tav. XV 12. 3 Cat. Papadopoli, p. 241. 4 Mus. Roma (n. 5). 5 Cat. Monnaies. Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio e Mus. Parigi, vedi anche Promis 1. p. 58; tav. IV 44, 45 e Cataloghi Baranowski, Cuzzi, Gnecchi, p. 260 e Ruggero. - 225 - 15 CHIO La Maona 1347-1566 1507 ? 1517 ? 1521 ? S40 TORNESE D/ *• CIVITAS • CHII • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello [IB] e I1. R/ * • CONRADVS • REX • ROMANORV • Croce2 Rame mm 21 -223 gr 3,20-3,954 1 Secondo Promis (p. 59) 1B e I sono le iniziali di Giambattista di Brizio Giustiniani Fometo, podestà di Chio nel 1507 e nel 1521, oppure di Giambattista di Urbano Giustiniano Negri, podestà di Chio nel 1517. 2 Schl., p. 430; tav. X 14. 3 Cat. Papadopoli, p. 242. 4 Mus. Roma (n. 8). Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, Mus. Londra (n. 2) e Mus. Parigi (n. 3), vedi anche Promis 1, p. 59; tav. IV 48 e Cataloghi Baranowski, Gnecchi, p. 259,. Ratto 1 e Ruggero. — 226 — CHIO La Maona 1347-1566 1520 GROSSO D/ * + CIVITAS + CHII + Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello F e I *. R/ + CONRADVS + REX + ROMA + Croce2. Argento mm 23 gr 2,30-2,72 (eccez. 3,25)3 Varianti: a) * CIVITAS + CHII e ❖ CONRADVS + REX + RO + 2 b ) ❖ ... CI V... AS + CHII + e ❖ + CO...ADV...EX + RO + 4. - 227 - (Segue) Altri disegni: 1 Secondo Promis (p. 59) F e I sono le iniziali di Francesco di Lorenzo Giustiniani Banca, podestà di Chio verso il 1520. 2 Schl., p. 430, suppl. p. 18; tav. XV 10 e tav. XXI 12. 3 Mus. Roma (n. 11). 4 Cat. Papadopoli, p. 242. Sulla moneta, presente anche a Mus, Parigi (n. 2), vedi anche Cataloghi Gnecchi, p. 259, Munzen e Ruggero. — 228 - CHIO La Maona 1347-1566 1520 S42 MEZZO GROSSO D/ ❖ + CIV(IT)AS + CHII + Castello con tre torri sormontato dall'aquila coronata. Ai lati del castello Fel1. R/ ❖ CONRADVS • REX( • )R( • ) Croce2. Argento mm 15 gr 0,84 -1,03 i Secondo Promis (p. 59) F e I sono le iniziali di Francesco di Lorenzo Giustiniani Banca, podestà di Chio verso il 1520. Mus. Roma (n. 4) (apparentemente inedita). - 229 - CHIO La Maona 1347-1566 1520 S43 DOPPIO TORNESE D/ * » CIVITAS » CHII » Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello F e 11 R/ * « CONRADVS » REXR » Croce2. Rame mm 20 gr 3,202 - 3,62 - 4,703 Variante: a) * = CONRADVS » REXRO »4 1 Secondo Promis (p. 59) F e I sono le iniziali di Francesco di Lorenzo Giustiniani Banca, podestà di Chio verso il 1520. 2 Schl., p. 430; tav. XV 15. 3 Mus. Roma (n. 5). 4 Promis 1, p. 59; tav. IV 49. Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, Mus. Londra (n. 4) e Mus. Parigi (n. 7), vedi anche Cataloghi Avignone, Baranowski, Papadopoli, p. 242 e Ruggero. - 230 - CHIO La Maona 1347-1566 ? S44 GROSSO D/ * CIVITAS • CHII • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello Pel. R/ * CONRADVS • REX • RO Croce1 Argento mm 212 gr 1,942 2,48-2,543 1 Schl., suppl., p. 18. 2 Cat. Papadopoli, p. 241. 3 Mus. Roma (n. 4). Sulla moneta vedi anche Cat. Ruggero. - 231 - CHIO La Maona 1347-1566 1529 S45 DOPPIO TORNESE D/ * • CIVITAS • CHII • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello Del1. R/ * • CONRADVS • REX • ROMA Croce2. Rame mm 20-213 gr. 2,82-5,254 5,455 Varianti: a) >ì< • CONRADVS • REX • RO •6 b) ... REX + RO3 c) * CONRADV... RO •3 d) CONRADVS • REX • R •3 1 Secondo Promis (p. 58) D e I sono le iniziali di Domenico di Gio. Antonio Giustiniani Campi, podestà di Chio nel 1529. 2 Schl., pp. 429 e 430; tav. XV 13. 3 Cat. Papadopoli, p. 242. 4 Mus. Roma (n. 10). 5 C. Risparmio. 6 Promis, p. 58; tav. IV 46, 47. Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra (n. 4) e Mus. Parigi (n. 9), vedi anche Cataloghi Baranowski, Gnecchi, p. 259, Ratto 1 e Ruggero. - 232 - CHIO La Maona 1347-1566 1548 S46 DOPPIO TORNESE D/ * CIVIT AS «CHII Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello L e I '. In esergo 1548. (La leggenda è interrotta dall’esergo). R/ * » CONRADVS «REX » ROMANOR » Croce2. Rame mm 213 gr 2,00-4,504 Variante: a) «CIVI... • ASCHÏI3 1 Secondo Promis (p. 57) L ed I sono le iniziali di Lorenzo Giustiniani Banca, podestà di Chio nel 1483. 2 Sch., p. 430; tav. XV 16. 3 Cat. Papadopoli, p. 242. 4 Mus. Roma (n. 5). Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra (n. 2) e Mus. Parigi, vedi anche Cata- logo Baranowski. - 233 - CHIO La Maona 1347-1566 1548 ? S47 DENARO D/ * B CIVITAS B CHII Castello con tre torri sormontato dall’aquila. Ai lati del castello L e I '. In cerchio perlinato. R/ * CONRADVS B REX B R B Croce biforcata. In cerchio perlinato2. Mistura mm 12 -13 gr 0,42 - 0,823 Variante: a ) in rame2. 1 Secondo Promis (p. 57) L e I sono le iniziali di Lorenzo Giustiniani Banca, podestà di Chio nel 1483. 2 Schl., p. 429, suppl. p. 18; tav. XIV 28 e tav. XXI 13. i Mus. Roma (n. 16). Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio (n. 2), vedi anche Promis 1, p. 57; tav. III 41 Cataloghi Baranowski, Gnecchi, p. 259, Papadopoli, p. 242, Ratto 1, Ruchat, Ruggero, Straniero e Traverso. - 234 - CHIO La Maona 1347-1566 1562 S48 UN GROSSO E MEZZO D/ • CIVITAS • CHII Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello V e I '. Sotto il castello 1562. R/ *• CONRADVS • REX • ROMA • Croce ornata2. Argento mm 27 gr 5,85-6,073 Altri disegni: a) ❖ CONRADVS • REX • ROM • 1 1 Secondo Promis (pag. 60) V e I sono le iniziali di Vincenzo di Tommaso Giustiniani, ultimo podestà di Chio. 2 Schl., p. 431; tav. XV 18. 3 Mus. Roma (n. 3). 4 Promis 1, p. 60; tav. IV 50. - 235 - CHIO La Maona 1347-1566 1562 S49 GROSSO D/ * • CIVITAS • CHII • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello V e I. Sotto il castello 1562. R/ * • CONRADVS • REX • ROMAN • Croce ornata1. Argento mm 232 gr 3,872 3,92 - 4,043 Varianti: a) *-CIVITAS •CHII e ❖ • CONRADVS • REX • ROMA •1 b ) * • CONRADVS • I + X • ROMANO •4. 1 Schl., p. 431; tav. XV 17. 2 Cat. Papadopoli, p. 242. 3 Mus. Roma (n. 4). 4 Promis 1, p. 60; tav. IV 51. Sulla moneta vedi anche Cataloghi Avignone, Gnecchi, p. 260, Mu.nz.en, Rachat e Straniero. — 236 — CHIO La Maona 1347-1566 1562 S50 MEZZO GROSSO D/ • CIVITAS • CHII • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello V e I. Sotto il castello 1562. R/ * • CONRADVS • REX • ROMA • Croce ornata Argento mm 192 gr 1,852 1,93-2,05 3 1 Schl., p. 431; tav. XV 19. 2 Cat. Papadopoli, p. 242. 3 Mus. Roma (n. 4 oltre a un esemplare in rame). Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra e Mus. Parigi, vedi anche Promis 1, p. 60; tav. IV 52 e Cataloghi Gnecchi, p. 260 e Ruchat. - 237 - CHIO La Maona 1347-1566 1562 S51 TERZO DI GROSSO D/ • CIVITAS • CHII • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello V e I. Sotto il castello 1562. R/ * CONRADVS•REXRO• Croce ornata1. Argento mm 17 gr 1,552 1 Schl., p. 431; tav. XV 21. 2 Promis 1, p. 60; tav. IV 53. La moneta è presente anche a C. Risparmio. - 238 - CHIO La Maona 1347-1566 S52 D/ & CIVITAS • CHII • Castello con tre torri sormontato dall’aquila coronata. Ai lati del castello V e I. Sotto il castello 1562. R/ * • CONRADVS • REX • ROM Croce ornata '. Argento mm 30 gr 7,102 7,633 7,84 1 Schl., p. 431; tav. XV 23. 2 Cat. Papadopoli, p. 242. 3 Mus. Roma. 4 Cat. Avignone. MEDAGLIA DI EPOCA POSTERIORE - 239 - CHIO La Maona 1347-1566 ? S53 MEDAGLIA DI EPOCA POSTERIORE D / CI VITAT • CHIO • MONET • IVSTINIANA Castello a tre torri. Leggenda e castello sovrastati dall’aquila coronata. R/ * • CQRADVS * REX « ROMANORVM • Croce Argento mm 29 gr 7,322 Bronzo mm 29 gr 5,243 1 Promis 1, p. 61; tav. IV 54. 2 Cat. Papadopoli, p. 242. 3 Mus. Roma. Sulla moneta, presente anche in bronzo a Mus. Genova, vedi anche Schl., p. 431; tav. XV 20 e Cat. Avignone. — 240 - MONETE DEI GATTILUSIO NOTE SULLE MONETE DEI GENOVESI A METELINO E ENOS La conquista di Metelino da parte di Domenico Cattaneo della Volta non si consolidò al punto di poter pensare ad una coniazione locale. Dopo il 1355 una delle prime attività di Francesco Gattilusio 1 fu quella di fabbricare contraffazioni del ducato veneto di cui purtroppo non conosciamo alcun esemplare. L’incaricato veneto Rafaino Coresini se ne lamentò con Genova, da dove fu inviata a Francesco una lettera che gli ingiungeva di sospendere subito l’attività lesiva dei diritti della Repubblica lagunare 2. Non si conosce la reazione del primo signore genovese di Lesbo, ma la si può immaginare, sapendo che i suoi successori continuarono a coniare ducati ad imitazione di quelli veneti. Su gran parte delle monete dei Gattilusio appare lo stemma dei Paleolo-go, una croce accantonata da quattro B. Non sembra conveniente riportare le polemiche sull’interpretazione da dare a quella lettera. Come anche per Chio, così pure sembra inutile avventurarsi sulla ricerca del nome di alcune monete: 1 Nel novembre 1354 Francesco Gattilusio, avventuriero genovese padrone di una piccola flotta, aiuta Giovanni V a risalire sul trono occupato dall’usurpatore Giovanni VI Cantacuzeno e riceve in moglie come ricompensa la sorella dell’imperatore, Maria, che gli porta in dote l’isola di Lesbo (1355). Non si può parlare di possedimento genovese, ma di signoria di Genovesi, i quali riconoscevano la sovranità greca, anche se da allora Lesbo fu quasi sempre sicuro rifugio per le navi genovesi e per i pirati che operavano contro i Turchi e i nemici di Genova. Successori di Francesco furono Giacomo, signore di Lesbo nel 1376, e Francesco II nd ] 39S. Lesbo, o Mitilene come è anche chiamata, entrò nelle alleanze difensive anti-nrche con Pera, Chio, Cipro e gli Ospedalieri (1388, 1391) e fornì navi a Boucicault nel 1399. Dopo Francesco II diventa signore di Mitilene il fratello Dorino che manterrà il potere per quasi mezzo secolo (1400-1499) abdicando, carico di anni, a favore del figlio Domenico. Dorino, pur dovendo ber. presto pagare tributo ai Turchi, ottenne in feudo dall’imperatore Lemno e Taso e divenne signore della Vecchia Focea. Domenico cercò di liberarsi dei Turchi ma, sconfitto (1455), fu costretto a pagare un tributo ancora più elevato, dopo aver perduto la Vecchia Focea e Taso. Nel 1459 Domenico fu assassinato dal fratello Nicola, ultimo signore di Mitilene, che governò l’isola con terrore e venne ucciso durante l’occupazione turca nel 1462. 1 Gattilusio di un ramo laterale furono signori di Enos in Tracia. L’iniziatore della signoria nel 1383 fu Nicola fratello di Francesco I, e fu sempre tributario dei Turchi. Nel 1409 Palamede successe al padre ed acquistò dall’imperatore greco le isole di Samotracia e di Imbros. Palamede, morto nel 1455 ha per erede Dorino II, che ben presto (1456) vede Enos, Samotracia e Imbrcs conquistate dai Turchi e si ritira a Genova. 2 G. SCHLUMBERGER cit., p. 436. - 243 - non conoscendolo, possiamo accettare come buona qualunque ipotesi, che rimarrà tale sino a che non sarà confortata dalla testimonianza di qualche documento contemporaneo. Recentemente è stato descritto un soldino d’argento coniato da Francesco I, oltre ai noti denari di rame. A proposito di questi ultimi sembra opportuno condividere l’ipotesi di attribuire a Francesco II quelli col nome scritto per intero 3. Di Giacomo, figlio di Francesco I, oltre al ducato e al denaro, si conosce una serie di grassetti con numerosissime varianti che è sembrato opportuno raggruppare in quattro tipi. A Dorino è attribuito il ducato, il grossetto e il denaro con 1 aquila a due teste che portano il suo nome oltre al denaro con la grande D senza la indicazione del nome, mentre le monete di Domenico, grossetto e denaro con la D, non lasciano dubbi portando entrambe l’indicazione del nome. Dell’ultimo signore di Metelino, Nicola Gattilusio, si conoscono ora, oltre al denaro, anche monete di argento: il grosso descritto da R.A.G. Carson4 ed il grossetto di cui sono conservati due esemplari al British Museum e che risulta apparentemente inedito. Per le monete anonime dei Gattilusio non risulta essere intervenuto alcun elemento nuovo per modificare l’ipotesi di Schlumberger sulla loro attribuzione ai Signori di Enos. Circa l’attribuzione ai Gattilusio del matapane con la Vergine e il Redentore fatta dal Castellani5 le numerose note riportate nella scheda possono giustificare qualche dubbio. L’obolo con la Y pur essendo anonimo, potrebbe essere attribuito a Giacomo. 3 A. P. Tzamalis, Some new evidence of thè coinage of thè Gattilusii, Lords oj Lesbus, in « The Numismatic Circular », 88°, n. 1, gennaio 1980. 4 R. A. G. Carson, A grosso of Lords of Mytilene, in « Numismatic Chronicle », Londra 1955. 5 G. Castellani cit., p. 236. Tavola V - MONETE DEI GATTILUSIO i-icsifATfmvor^oooNO^fN^^iAor^ooONOi-icvjr^ t-H i—i l-H rH i-H »-H r—i *-H i—I t-H f\J (NJ CVJ (N O00000000000O000O0O0000 ca ÜP c/5 ca Q sO vO vO O O O vO vù t'^r^ONChO'ONONON rr^rOir^r^r^r^r^fV^ ir\ l A l/"N IT\ 'O vO vO ^ 'Ó vÒ r— r^- r— r^r^r^f^r^t^r^frifT, ONONONONOSON D Z Z M W W > > > z z z ÜÜÜ < < < u Q C/3 C/5 C/ì D 3 D c c- c fcO 0Û W> < < < « & « E S CJ C/5 D Z C/3 > z o < 3 §b < > . z . I-H ■ s w o * * C5 E Q Z a Ph <3 R on > < >-1 o u 00 >< 2 ~ <3 _8 • *—< ”<3 0 0,0 Q * Q p 5 c e CT te w U < < co co C C o o o o o c/3 G r* • ë 11 « 2 « u- u nj vo c/j 00 O QJ ca cs ca < £ tó u u u y s c o .s o M ~ a, o É?> w H 5) E . P2 » ■ o o o fL< Q « s p S» I < co o la O. co D U co HH U z < Ê • C/2 OJ ■ <À ■ ^ ° zSzzz 5 s £ s s 000( Q Q C C < ca H 1 1 0 0 CJ 0 > ca C5 "a CU Oh Û ca z ca ca ca E E E E £ Ë £ E S c CJ d < l-J o u h—I z c/3 E p u •s p oooo *_» *_» 4-1 *-> c c c c fi U V V W tû CD te C i> O c E? I < pi c GJ OC o o fl> G C fl» C O < ^qQüo^üûqûoqûopüoqSüpûc 245 - -- — METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 FRANCESCO GATTILUSIO 1355-1376 Gl SOLDINO D/ FDOMINVS METELIN Il signore in ginocchio a sinistra tiene un’asta con una croce. R/ * AGNVSDEIADIWANOSB L’Agnus Dei a sinistra, in cerchio K Argento mm 15 gr 0,65 i Tzamalis. (Engel S., p. 1420; fig. 1965, illustra un esemplare in rame). METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 FRANCESCO GATTILUSIO 1355-1376 G2 DENARO D/ 4« F • G • DOMINVS Stemma dei Paleologo. R/ -frMETELINl: Stemma dei Gattilusio >. Rame mm15-182 gr 0,94-100 (eccez. 9,48)3 Varianti: a) R/ * METELINI ' b) D/ ❖ F • G • DOMINVS R/ F • G • DOMINVS > c ) D/ ❖ RA. NqPF • ONRI •2 R/ * F • G.. : METELIN* :2 d) D/ ❖ FG50MINVS R/ * METELINI •2 Altri disegni: 1 Schl., p. 437, suppi, pp. 18 e 19; tav. XVI 4, 5 e tav. XXI 23. - Cat. Papadopoli, p. 235. 3 Mus. Roma (n. 4). Sulla moneta, presente anche a Mus. Parigi (n. 2), vedi anche Tzamalis. - 247 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 GIACOMO GATTILUSIO 1376-1396 DUCATO D/ IACOB•CATELV Il signore in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo DMETELINI Lungo l’asta DVO R/ SITT.&PEDATQV REGISTEDUCAT Il Cristo in aureola elittica con nove stelle '. Oro mm 212 gr 3,49-3,53' 3,50-3,523 Varianti: a) D/ IACOB • GATELV DMETELINI e R/ SIT • T • XPEBAQV REGIS • TEDVCAT 1 b) D/ IACOB-CATELV METELLINI e R/ SIT • T • XPE • DAT : Q • TV REGIS • ITE • DVCAT < c) D/ IACOB » GATELV -METELLINI- e R/ SIT • T • TPE • DAT : Q • TV REGIS • ISTE • DVCAT •3 d) D/ IACOB-CATELV • DMETELIN e R/ SIT.T.^PE.DAT.QTV RECISISTEDVCAT ; punto fra i piedi6 e) D/ IACOB GATELV SMETELIN R/ come d)6. — 248 — (Segue) r Altri disegni: 1 Schl., p. 439; tav. XVI 6, 7. 2 Cat. Papadopoli, p. 235. ? Mus. Roma (n. 2). 4 Cat. Ruchat. 5 Cat. Munzen. 6 Mus. Parigi (n. 2). Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, vedi anche Ives-Grierson, p. XII 2, e Gamberini, p. 146. 23; tav. ■f - 249 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 GIACOMO GATTILUSIO 1376-1396 GROSSETTO D/ * IACBOUSGATELUXIVS L’Agnus Dei a sinistra. R/ * IACOB : 8 : METELINI Stemma dei Paleologo '. Argento mm 15-162 gr 0,84-1,103 Varianti: a) «> IACBOUSGETELUXIUS e * DOMINUS & METELINI ' b) * IACOBVS * GATILVXIVS e DOMINVS * METELINI ' c) *IACOBUS... IUS e * DOMINUSMETELINI &4 d ) * IACO... GATELVSIVS e * DOMI... INVS 5. - 250 - (Segue) Altri disegni: 1 Schl., p. 439; tav. XVI 8, 9. 2 Cat. Papadopoli, p. 235. 3 Mus. Roma (n. 9). * Cat. Ruchat. 5 Cat. Straniero. Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, Mus. Londra (n. 4) e Mus. Parigi . Argento mm 16 gr 1,14-1,17* 0,60-1,192 Varianti: a) * IACOB’ 5 : METELIN : e * AGNVS : CEIQVI : i b) * IACOB’ 5 • METELIN e * Q VI AGNVS • DEI «?1 c) * IACOBUS & GATELU e * ANUS : DEI ☆ 3 d) * DOMINVSIACOBUS4 Altri disegni: 1 Schl., p. 439; tav. XVI 10, 11, 12. 2 Mus. Roma (n. 13). 3 C. Risparmio. 4 Cat. Monnaies La moneta è presente anche a Mus. Genova. - 252 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 GIACOMO GATTILUSIO 1376-1396 G6 MEZZO GROSSETTO D/ ❖ IACOBVS*GATELU: Una grande Y fra due rosette in cerchio perlinato. R/ * AGNVS • DEI : QUITOL L’Agnus Dei a sinistra Argento mm 132 gr 0,422 0,463 Variante: a) IACOBUS : GATEL.. DME2 1 Schl., pp. 439 e 440; tav. XVI 13. 2 Cat. Papadopoli, p. 235. 3 Mus. Roma. Sulla moneta vedi anche Cat. Rucliat. - 253 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 GIACOMO GATTILUSIO 1376-1396 GROSSETTO D/ * DOMINUS ® METELINUS ® Stemma dei Paleologo. R/ AGNUSDEI ft AIUUA & NOS ft : L’Agnus Dei a sinistra Argento mml5-172 gr 0,60- 1,193 1,244 Varianti: a) * DOMINUS «? METELINUS e * AGNUS ft DEI * ... NOS > b) ❖ DOMINUS & METELINU e * AGNUS & DEI * AIUUA ® NOS 1 c) >î> DOMINUZ ☆ METENI ☆ e * ANGV... DMINZME ' d) * DOMINUS ☆ METELIN e * AGNVS ☆ DEIQUI ☆ A ' e) come b) e * AGNVS: DEI ☆1 f ) * • 5 • METELINI e come e)1 g) 4= D • METELINI * • e * AGNVS: DEI4 h) D • METELINI * e * AGNUS : DEI * 5 - 254 - Altri disegni: i Schl., p. 440; tav. XVI 14 a 20. : Cat. Papadopoli, p. 235. 3 Mus. Roma (n. 13). 4 Cat. Cuzzi. 5 Cat. Straniero. Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio (n. 3), Mus. Londra, Mus. Parigi (2), c Mi s. Torino, vedi anche Cataloghi Ellman, Gnecchi, p. 128, Munzcn, Ratto 1, Ratto 2, Ruggero c Traverso. - 255 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 GIACOMO GATTILUSIO 1376-1396 DENARO D/ ❖ IACOBUS « GATELUXE Una grande Y fra due rosette in cerchio perlinato. R/ * DOMINUS « METELINI « Stemma dei Paleologo in cerchio perlinato 1 Rame mml6-182 gr 0,92- 1,202 1,00-2,583 Varianti: a) ❖ IACOBUS ☆ GATELUXE ☆ e * DOMINUS ☆ METELINI i > b) ❖ IACOBUS ☆ GATELUXE e * DOMINUS ☆ METELINI i4 c) * IACOB ...☆ GATELUXE ☆ Y coronata e fra due trifogli e .. DOMINVS ☆ METELINIS > d) ❖ IACOBU8 ☆ GAT... 8 e ... GATELUXIS 1 e) & METELINI • DOMINVS e * IACOB ... XIE •1 f ) * COMINUS & METELINI : : : e *IACOBU8GATELUXE ® g) ❖ IA... ATELUXE & R/ come c)3 h) D/ come c) R/ ❖ DOMINUS « METELINI &3 i ) * IACOBVS & GATELEXE e * DOMINVS ... LINI & 5 - 256 - (Segue) Altri disegni: ' Schl., p. 400; tav. XVI 21 a 24. 2 Cat. Papadopoli, p. 235. 1 Mus. Roma (n. 20). 4 Promis 2, p. 32; tav. II 13. 5 Cat. Straniero. Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, Mus. Genova, Mus. Londra (n. 7), Mus. Milano, Mus. Parigi (n. 19) c Mus. Tosino, vedi anche Cataloghi Ellman, Gnecchi, p. 128, Ratto 2 e Ruggero. - 257 - 17 METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 FRANCESCO II GATTILUSIO 1396 1400 DENARO D/ * FRANCISCUS GATILUXI Stemma dei Gattilusio in cerchio racchiuso da dieci archi di cerchio. R/ * SOMINUS fi METELINI ft Z Stemma dei Paleologo in cerchio racchiuso da dieci archi di cerchio Rame mml6-182 gr 0,44- 1,283 Varianti: a) * FRANCIS ...GATILUXIUS e * DOMINUSMETELINI ☆ 8 ☆ D > b) * FRANCISCUS ☆ GATILUXIU e * DOMINUS ☆ METEL... D1 c) ❖ FRANCISCUS & GA... e * DOMINUS ® METELINI ® Z 1 d) ... NCISUS ® GATILUX... e * DOMINU... TELI2 e) ...GAT... e ... ETELINU • M...2 f) ...CISCVS... e * DOMINVS ft MELELINI «. - 258 - (Segue} Altri disegni: 1 Schl., p. 436 , 437; tav. XVI 1, 2, 3. 2 Cat. Papadopoli, p. 235. 3 Mus. Roma (n. 22.) 4 Cat. Ruggero. Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, Mus. Londra (n. 9), Mus. Parigi (n. 4) Mus. Torino, vedi anche Promis 2, p. 32, Tzamalis, Engel S., p. 1420, e Cataloghi Ellman, Gnecchi, p. 128, Munzen, Ruchat e Straniero. - 259 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 DORINO GATTILUSIO 1400-1449 G10 DUCATO D/ DORINVSGTA Il signore in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo • D • METELI Lungo l’asta DV<$ R/ SIT • TREDATQTVR REGISISTEDVCAT Il Cristo in aureola elittica con nove stelle 1 -2. Oro mm 22 gr 3,49 - 3,563 Varianti: a) DORINVSGTEN e SITTREDATOTV.. REISISTEDVCAT i b) DORINVAGTEA DMETEL e SITTREDATQTVR ECISISTEDVCAT ☆3 c) DORINVSGTEL DMETEL4. - 260 - (Segue) Altri disegni: 1 Schl., p. 441; tav. XVI 25, 26. - Mus. Roma (n. 4). 5 Cat. Gnecchi, p. 128. 4 Cat. Monnaies. Sulla moneta vedi anche Gamberini, p. 146, Ives-Grierson, p. 23; tav. XII 3, Promis 2, p. 33; tav. II 14 e Engel S., p. 1420. - 261 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 DORINO GATTILUSIO 1400-1449 Gli GROSSETTO D/ * DORINUSTOMINUS Stemma dei Paleologo. R/ * ANYS & DEIOIDMIN L’Agnus Dei a sinistra '. Argento mml32 gr 0,50- 1,033 Varianti: a) * DORYNUSTOMI e * ANYSDEOPDTMN 1 b) (❖ )DORYNOSDQRY stemma con sole 3 B 3 Altri disegni: 1 Schl., p. 441, suppl. p. 19; tav. XVI 27 e tav. XXI 14. 2 Cat. Papadopoli, p. 235. 3 Mus. Roma (n. 7). Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra e Mus. Parigi • n. 4), vedi anche Cata- loghi Ellman, Gnecchi, p. 138, Ruchat e Ruggero. — 262 — METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 DORINO GATTILUSIO 1400-1449 G12 DENARO D/ * DOMINUZ « GATELVXE : Una grande D gotica fra due stelle in cerchio perlinato. R/ * DOMINUZ « METEI... Stemma dei Paleologol. Rame mm 182 gr 1,10-2,503 Varianti: a ) ... NVZ # METE... e * DO... METETI1 b) R/ ❖ DO...NINV Altri disegni: 1 Schl., p. 441; tav. XVI 28, 29. Cat. Papadopoli, p. 235. 3 Mus. Roma (n. 5). Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra (n. 3), Mus. Parigi (n. 14) e Mus. Torino, vedi anche Mannucci, Engel S., p. 1420, e Cat. Gnecchi, p. 128. - 263 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 DORINO GATTILUSIO 1400-1449 G13 DENARO D/ * DORONUS « DOMÜNU8M Stemma dei Paleologo in cerchio perlinato. R/ Aquila a due teste, coronata, ad ali spiegate. Ha sul petto lo stemma dei Gattilusio. Ai lati in basso DeM1. Rame mm 15 -182 gr 0,99 - 2,003 Varianti: a) ☆ DORINVS ❖ GATELUXIS e al R/ D 1 b) * DORONUZ * DOMONU8M e al R/ DeM1 c) * DORYNOYS .. OMYNOSM e al R/ DeM1 d) * DORONUS « DOMONS « e al R/ D e M 1 e) * DORSNVS « TOMBN e al R/ DeM1 f ) * DORINVS « DATENVE « e al R/ DeM1 g) * DOM1ÌNVS & METEMIN e al R/ DeM1 h) * DORONVS # DA... e al R/ DeR' i) ... ORINVS « DOMINVS e al R/ ... R 1 1) * D ... ONUS « METENVS e al R/ DeR1 m) 'ìf DORINVS ... TETVE # e al R/ DeR1 n) * DORINVS ☆ MET... e al R/ D e M4 o) al R/ D e G2 p) *DORY...YNOS e al R/ DeM2 q) * DORYNUS « DOMYNSM e al R/ DeM2 r) * DORINUS « METEHV8 e al R/ DeR2 s) * DORINVS « DOMIN M e al R/ DeM5 t) *... DATERVS ... u) ... e al R/ D e G — 264 - (Segue)' Altri disegni: 1 Schl., pp. 441 e 442; tav. XVI 30 a 36 e tav. XVII 1 a 5. 1 Cat. Papadopoli, p. 236. 3 Mus. Roma (n. 37). * Promis 2, p. 33; tav. II 15. 5 Cat. Straniero. Sulla moneta, presente anche a C. Risparmio, Mus. Genova, Mus. Londra (n. 4), Mus. Torino (n. 2), vedi anche Cataloghi Ellman, Gnecchi, p. 128, Munzen, Ratto 1, Rachat, Ruggero e Traverso. - 265 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 DOMENICO GATTILUSIO 1449-1459 G14 GROSSETTO D/ D • DOMINICUS • G • D • M Stemma dei Paleologo in cerchio perlinato. R/ *ANIUSDEI L'Agnus Dei a sinistra in cerchio perlinato ’. Argento mm 122 gr 0,603 - 0,925 1 Varianti: a) >5« D • BOMINICS • * D » M • e ... ANIVS « DEI2 b) *D’DOMiNic-G::;-D-M: e * ANIVS ® DEI > Altri disegni: 1 Schl., p. 443 e suppl. p. 19; tav. XVII 10 e tav. XXI 15. 2 Cat. Papadopoli, p. 236. 3 Mus. Roma. Sulla moneta vedi anche Engel S., p. 1420. — 266 — METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 DOMENICO GATTILUSIO 1449-1459 G15 DENARO D/ * • D • DOMINICUS : g : D : M : Una grande D gotica in cerchio perlinato. R/ * DOMINUS « METELINO Stemma dei Paleologo in cerchio perlinato Rame mm 162 gr 0,60-1,323 Varianti: a) ... OMINICUSG e * DOMINO * METELI > b) >ï< • D • D...CVS • D • M• e * DOMINUS ☆ MET ...2 c) *-D-DOMINI...M e * DOMINUS ☆ MET...4 d) la D gotica fra due stelle4 e) ...DOMINICVS e . .NO&M-T...5. Altri disegni: * Schl., p. 443; tav. XVII 11, 12. -■ Cat. Papadopoli, p. 236. 3 Mus. Roma (n. 9). 4 Cat. Ruggero. 5 Mus. Londra (n. 3). Sulla moneta, presente anche a Mus. Parigi, vedi anche Engel S., p. 1420, e Catalo- ghi Gnecchi, p. 128, Munzen, Ratto I, Rachat, Traverso. - 267 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 NICOLA GATTILUSIO 1459-1462 G16 GROSSO D/ * l S S ® NICOLAVS ? S. Nicola aureolato a mezza figura di fronte con vesti episcopali e col pallium. Tiene nella sinistra il Vangelo e con la destra benedice in cerchio perlinato R/ * NICOLAVS ©ÌGIDIM Stemma dei Paleologo in cerchio perlinato2. Argento mm 23 gr 2,983 ■ L’effige di S. Nicola è identica a quella raffigurata in una placchetta in steatite che si trova alla Biblioteca Nazionale di Parigi. (Lascito Schlumberger). San Nicola appare su monete di Andronico II e su monete di Andronico II e Michele IX. 2 Carson. 3 Mus. Londra. - 268 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 NICOLA GATTILUSIO 1459-1462 G17 GROSSETTO D/ ❖NICOLA... Stemma dei Paleologo in cerchio perlinato. R/ * CVI + ADIU L’Agnus Dei a sinistra in cerchio perlinato Argento mm 11 gr 0,61-0,66 1 Mus. Londra (n. 2) (apparentemente inedita). - 269 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 NICOLA GATTILUSIO 1459-1462 Gl 8 DENARO D/ * NYDOLAOYS ® TOMI Una grande N gotica in cerchio perlinato. R/ * NYDOLAOYS ® DOMI Stemma dei Paleologo in cerchio perlinato >. Rame mm 162 gr 0,63- 1,493 Varianti: a) + NICOLAUSG * D • M con N gotica diversa e * DOMINO * METEL1 b) * NY • DOLAIO • -M • e * DOM...4 c) * NY • DOLAYO... M e *DOM...5 d ) ... LUAU... con lettera N fra 2 rosette e al R/ ... OMNVS3. - 270 - (Segue) Altri disegni: 1 Schl., p. 443; tav. XVII 13,14. 2 Cat. Papadopoli, p. 236. 3 Mus. Roma (n. 6). 4 Cat. Ruchat. 5 Cat. Ruggero. Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra (n. 3) e Mus. Parigi (n. 3), vedi anche Promis 2, p. 34; tav. II 16, Engel S., p. 1420, e Cat. Gnecchi, p. 129. - 271 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 GATTILUSIO DI ENOS (?) 1383-1456 G19 MATAPANE D/ La Beata Vergine nimbata seduta in trono col Bambino con nimbo crociato sul ginocchio sinistro *. In alto (MH) OY Ai lati del trono 3 e B R/ Il Redentore in trono. In alto IC e XC2. Argento mm 22 gr 1,96 1 Una moneta con le stesse caratteristiche è descritta da Bendall, p. 192, da Sear, p. 392 e da Mitchiner, p. 322 ed elencata tra le anonime ma attribuita al periodo 1295-1310. La Vergine in trono, senza Bambino, con le due B ai lati è raffigurata su un basilikon di Andronico II e Michele IX (1294-1320: v. Bendall, p. 68); in trono senza Bambino e senza le due B su un basilikon d’argento degli stessi (ibidem, p. 88), su un basilikon di Giovanni V e Giovanni VI (1347-1352: ibidem, p. 140) e su un basilikon anonimo (ibidem, p. 192). La Vergine in trono appare sul R/ di un trachy di rame attribuito in un primo tempo da Bendall (p. 266) ad Andronico II con riserva. NeH’errata-corrige l’Autore dice che va attribuito invece a Giovanni III Vatatzes. Al D/ ci sono due B. 2 Cat. Papadopoli, p. 236. — 272 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 GATTILUSIO DI ENOS (?) 1383-1456 G20 GROSSETTO D/ Stemma dei Paleologo con dodici punti e quattro stelle. R/ Castello tornese. Ad ogni lato una stella con tre punti sopra e tre sotto. Sotto il castello una croce fra due punti ’. Argento mm 13 gr 0,712-0,723 1 Schl., p. 443; tav. XVII 15. 2 Mus. Londra. 3 Mus. Roma. - 273 - 18 METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 GATTILUSIO DI ENOS (?) 1383-1456 G21 DENARO D/ Stemma dei Paleologo con dodici punti e quattro rosette. R/ Castello tornese. Ad ogni lato una rosetta con due punti sotto e uno sopra. Ai lati della croce due punti ■. Rame mm 16-172 gr 0,55-1,42 3 Varianti: a) al R: ad ogni lato una rosetta con quattro punti sopra e due sotto. Sopra la croce due punti fra due rosette 1 b) grossa contromarca a stella sul R/ la stessa che su G23b)3.. 1 Schl., p. 444; tav. XVII 16, 17. 2 Cat. Papadopoli, p. 236. 3 Mus. Roma (n. 13). Sulla moneta, presente anche a Mus. Parigi (n. 6), vedi anche Promis 2, p. 34; tav II 17 e Cataloghi Ratto 1, Ruchat, Ruggero, Straniero e Traverso. - 274 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 GATTILUSIO DI ENOS (?) 1383-1456 G22 DENARO D/ Busto di San Pietro che tiene la croce. Arno e nETP R/ Castello tornese, quattro crocette accantonate da bisanti. A sinistra figura in piedi. In cerchio di archetti1. Rame mm 19 gr I ! Sci-il., suppl. p. 21; tav. XXI 23. - 275 - METELINO ed ENOS Signoria dei Gattilusio 1355-1462 GATTILUSIO DI ENOS (?) 1383-1456 G23 OBOLO D/ Una grande Y gotica fra tre rosette. R/ Stemma dei Paleologo con otto punti e quattro rosette Rame mm 172 gr 0,64-0,842 0,70- 1,133 Varianti: a) al D/ anche tre stelle e numerosi punti1 b) con stelle e contromarca e stella (la stessa che su G21c)! c) diversa disposizione di stelle e rosette2 d) con D (invece di Y) fra punti e rosoni4 e) con L invece di Y fra quattro rose5. Altri disegni: 1 Schl., p. 444; tav. XVII 18 a 20. 2 Cat. Papadopoli, p. 236. - Mus. Roma (n. 2). 4 Cat. Ratto 1. 5 Cat. Ruggero. Sulla moneta, presente anche a Mus. Parigi (n. 4), vedi anche Cat. Ruchat. — 276 MONETE GENOVESI A FAMAGOSTA NOTE SULLE MONETE GENOVESI A FAMAGOSTA Nell’isola di Cipro il diritto di coniare monete era riservato ai re 1 che avevano stabilito un sistema monetario derivato da quello bizantino. La moneta base era il bisante bianco di gr 3,87 (il cui contenuto d’oro era di un sesto con circa quattro sesti d’argento e il resto di rame), diviso in 24 carati. Durante il regno di Enrico II (1285-1324) cessa la coniazione del bisante bianco ed appaiono le sue frazioni, il grosso d’argento (gr 4,65 all’inizio della sua coniazione e gr 2,48 al tempo di Caterina Comaro 1473-1489), detto talvolta ciprese, equivalente a mezzo bisante e diviso in due grossi piccoli detti anche mezzi grossi o soldi o aspri di Cipro. Il bisante bianco era diviso anche in 48 denari (detti anche cartzia o carci) moneta di mistura il cui contenuto d’argento andò sempre diminuendo. Di tutti i re di Cipro contemporanei alla dominazione genovese2 (Pietro II, 1 Cipro, possedimento greco, divenne praticamente indipendente da Costantinopoli quando nel 1184 Isacco Comneno si proclamò despota dell’isola. La sua signoria durò poco perché nel 1191 Riccardo Cuor di Leone, durante il suo trasferimento in Terra Santa per la terza crociata, la conquistò e Fanno successivo la cedette a Guido di Lusi-gnano che vi si installò come signore. I suoi discendenti presero nel 1197 il titolo di re di Cipro e l’isola fu sicuro rifugio dei Latini. A Famagosta, porto di grande traffico per la sua posizione di fronte alle coste siriane, a Limassol, a Nicosia e a Baffo, Veneziani e Genovesi avevano i lcro quartieri e la loro organizzazione commerciale. Del notaio genovese Lamberto di Sambuceto abbiamo atti a Famagosta dal 1299 al 1301. La perdita di San Giovanni d’Acri (1291) e di tutti gli altri porti della costa siriana e le bolle pontificali, con le quali si proibiva alle navi cristiane l’accesso ai porti degli infedeli, diedero ulteriore sviluppo a Famagosta, che si Trovò ad essere il centro di convergenza di tutto il commercio proveniente dal Medio Oriente. 11 fatto che gran parte del traffico fosse in mani genovesi suscitò la gelosia dei Ciprioti e nel 1305 il re Enrico II obbligò per qualche tempo i Genovesi, residenti nell’isola, a concentrarsi a Nicosia, abbandonando le coste e sovente ci furono scontri fra Genovesi e Ciprioti specie a Famagosta. 2 II 12 novembre 1372 a Nicosia, durante la cerimonia per l’incoronazione di Pietro II a causa di una questione di precedenza scoppiò una rissa fra i Veneziani, aiutati dai Ciproti, e i Genovesi che furono uccisi. Genova decise di vendicarsi: l’anno dopo Pietro Campofregoso si presentò con una potente flotta davanti a Famagosta, l’isola fu quasi interamente conquistata e devastata e il re fu fatto prigioniero. Nell’ottobre del 1374 fu firmato un accordo in base al quale Cipro si impegnava a pagare tributo e Famagosta rimaneva in possesso dei Genovesi sino a che il re non avesse rimborsato le spese della Maona che aveva organizzato la spedizione. Fu fissato un importo talmente elevato che Famagosta rimase genovese. Fu inoltre praticamente proibito alle navi non genovesi di accedere all’isola se non attraverso Famagosta, che vide così accre- - 279 - Giacomo I, Giano, Giovanni II, Carlotta e Luigi di Savoia, Giacomo II), Schlumberger riporta solo i grossi e i mezzi grossi con l’eccezione di sesini (moneta da 6 denari) di Giano e Giacomo II e denari di Giano. Il traffico commerciale con Cipro aveva come base il bisante bianco (il cui valore era 1/5 di ducato nel 1372 ed era sceso a 1/7 di ducato nel 1464) e nell’isola circolavano anche ducati, bisanti saracenati (valore di 3,5 bisanti bianchi nel 1372) e bisanti saraceni. I Genovesi non sentirono forse mai il bisogno di moneta propria salvo per quella del commercio al minuto e coniarono quindi dei denari col castello 3. scere enormemente il suo sviluppo. Solo quando il papa tolse la proibizione di accedere ai porti della Siria, il porto genovese iniziò il suo declino. Tutti i re di Cipro tentarono di riconquistare la città, ma tutti fallirono: il più impegnato fu Giano, nato a Genova durante la prigionia del padre Giacomo I, che ottenne almeno che la bandiera cipriota sventolasse a Famagosta accanto a quella genovese. Lo sviluppo del traffico diretto con la Siria e con Alessandria d’Egitto rendeva meno redditizia la gestione della colonia, che Genova cedette nel 1447 al Banco di S. Giorgio. Diciassette anni dopo Giacomo il Bastardo pose l’assedio alla città che finalmente dovette arrendersi. I Genovesi poterono rimanere a Famagosta sotto l’autorità del re, ma persero il monopolio del traffico dell’isola. 3 D. Promis, Monete di zecche italiane inedite o corrette, Torino 1867 e G. Pesce. cit., p. 381. - 280 - FAMAGOSTA Colonia genovese 1376-1464 DENARO D/ ❖ CIVIT • FAMAG Castello genovese in cerchio liscio. R/ * DVX • IANVEN • Croce in cerchio liscio. Mistura mm 152 gr 0,51 - 0,602 0,843 Altri disegni: a) * CIVI + • FAMAG e ❖ DVX • IANVEN 1 b) ❖ CIVIT • FAMAG • e ❖ DVX • IANVE 1 c) * CIVITFAM... e D(VX)-IVNVCNcu 2 d) *CI...C e *°...2 1 Schl., p. 211; tav. Vili 15. 2 Cat. Papadopoli, p. 216. 3 C. Risparmio. Sulla moneta, presente anche a Mus. Londra (n. 2), vedi anche Promis 2, p. 38; tav. II 23. — 281 — MONETE DI PROBABILE CONTRAFFAZIONE GENOVESE CONTRAFFAZIONI E IMITAZIONI ORIENTALI DI MONETE VENEZIANE D’ORO E D’ARGENTO In una delle sue opere che rappresentano i primi fondamenti dello studio della monetazione dell’Oriente Latino, Lambros 1 attribuì alla zecca di Chio due ducati (ANTOVENEO e TOM-MOCENTO) e lo Schlumberger - seguì il parere di Lambros. Ricordiamo che Antonio Venier fu doge di Venezia dal 1382 al 1400 e Tomaso Mocenigo dal 1413 al 1423. In un altro suo lavoro, Lambros3 ritenne di poter attribuire a Chiarenza sotto Rodolfo d’Angiò, re di Napoli e principe di Acaia, una serie di ducati che sono contraffazioni (ANDKANDVIO) di quelli di Andrea Dandolo doge dal 1343 al 1354. A sostegno di questa seconda attribuzione Lambros affermava anzitutto che la lettera K, evidenziata nel R/ dal fatto di essere scritta ribaltata rispetto alla leggenda, doveva ritenersi l’iniziale di Chiarenza. A quei tempi il nome di Chiarenza era però di solito abbreviato con C. Come secondo argomento Lambros si riferì a quelle monete dove la K era in opposizione ad una 0, cioè KO. Poiché la K poteva ritenersi (come d’altronde in altri punti della leggenda) una R, lettera sconosciuta agli operai greci, KO poteva essere letto RO, iniziali di Roberto. Quindi quei ducati, secondo Lambros, erano certamente di Chiarenza. Anche in questo caso Schlumberger4 si limitava a riportare il pensiero di Lambros. Il Castellanis esprimeva qualche dubbio a proposito di queste affermazioni. Più recentemente Ives e Grierson6 definiscono l’attribuzione di Lambros « rather ha-zardous » e, parlando anche degli altri ducati, imitazioni di quelli di Andrea Dandolo, riportati da Castellani1, dicono « it is probable that one of their chief centers of manufacture was in Chios ». Yvon ricorda anche che le monete con K non vennero ritrovate in Grecia 1 P. Lambros, Unpublisbed coins of thè Lords of Chios, Atene 1886 (in greco). 2 G. Schlumberger cit., pp. 419 e 420 e tav. XIV 11 e 12. 3 P. Lambros, Unpublisbed coins struck by Robert of Anjou duke of Peloponneso counterfeits of Venetians, Atene 1876 (in greco). 4 G. Schlumberger cit., pp. 320 e 321. 5 G. Castellani cit., pp. 231 e 244, nota B. 6 F. E. Ives, The venetian gold ducat and its imitations. Edited and annoted by Philip Grierson in « The American Numismatic Society », New York 1954, pp. 22-28. 7 G. Castellani cit., pp. 249-251. - 285 - ma prevalentemente in Asia Minore e a Costantinopoli8. Egli, inquadrando il suo ragionamento nella situazione storica precedente e seguente la presa di Chio da parte della Maona, afferma « le centre le plus actif dût être Chio » ed in seguito « C’est à Chio qu’il faut sans doute attribuer les contrefaçons donnés par Lambros à Robert d’Anjou prince d’Achaie ». Se si attribuiscono alla zecca di Chio i ducati, diciamo ex Chiarenza, crediamo, come già fatto da Ives e Grierson, che si possano attribuire a Chio anche gli altri ducati col nome deformato di Andrea Dandolo ed elencati dal Castellani 8. Se si tiene conto delle numerosissime varianti, che fanno^ pensare ad una grande quantità di coni, si può supporre una grandissima produzione di monete contraffatte, frutto di una proporzionata organizzazione che aveva trovato i suoi profitti anche al di là della semplice speculazione sul contenuto « di fino ». Si potrebbe anche pensare che le convenzioni fra il Comune di Genova e la Maona del 1347 e del 1373, che imponevano ai Maonesi di coniare solo monete con chiare iscrizioni genovesi (DVX IA-NVENSIVM QVAM DEVS PROTEGAT e CONRADVS REX ROMA-NORVM), non escludessero in segreto il tacito consenso di Genova ad una azione di vera e propria rappresaglia economica contro Venezia, con la quale Genova si trovava o in piena guerra o in quelle condizioni che diciamo oggi di guerra fredda, le quali non escludevano, ad esempio, le continue azioni di pirateria da parte dei privati. Ora, se ci fu una tale organizzazione, è diffìcile pensare che abbia interessato solo i dogi di Venezia, soprammenzionati, che tennero il potere, come detto sopra degli anni 1345-1354, 1383-1400 e 1413-1423, perché sembra più logico pensare ad una produzione senza discontinuità. Già Castellani9 aveva attribuito a Chio anche un ducato (MICRAESTE) col nome di Michele Steno (doge dal 1400 al 1413); si potrebbero pensare provenienti da Chio anche i ducati (IAGRADOAIO) col nome di Giovanni Gradenigo (doge dal 1355 al 1356) riportati dal Castellani10 e quello (YRAXDSORDARI) col nome di Francesco Foscari (doge dal 1423 al 1457) (Castellani11 ). Esiste anche un ducato (.H. SAVLICO) col nome di doge 8 J. Yvon, Monnaies et sceaux de l’Orient Latin, in « Revue numismatique », t. 8,„ 1966, pp. 99-105. 9 G. Castellani cit., p. 238. 10 Ibidem, p. 251. 11 Ibidem, p. 251. - 286 - r^° ■ ^ dogato di Foscari interessa un periodo in cui Chio coniava anche U°ìj C0^ norne di ^°gi0 di signori genovesi. Ricordiamo inoltre lo « scioto » ( NARDVS LAVREDANVS) di stile più moderno (Loredan fu doge 3 moneta tanto nota a Venezia da essere inserita in una tavo a di cambio del 1543 l3. Iliescu14, parlando di recenti e recentissimi ritrovamenti (Braesti, Cirpiti, Vladiceni, Borolea, Orhei, etc.) nel litorale rumeno, condivide il parere che provengano da Chio ducati col nome di n rea Dandolo, di Antonio Venier, di Michele Steno ed altri meno noti di Giovanni Soranzo (doge dal 1312 al 1328) e di Giovanni Dolfin (doge dal 1356 al 1361). Nudelman 15 accenna alla diffusione in Bessarabia dei ducati veneziani e delle loro imitazioni interessanti tutti i dogi da Giovanni Soranzo ad Antonio Venier e ricorda come anche in quella regione il genovino abbia avuto scarsa diffusione. Contemporanee a queste contraffazioni di ducati d’oro ve ne furono di grossi e soldini d argento che per i loro caratteri possono ancora considerarsi orientali e forse provenienti dalla stessa zecca che coniò quelli d oro . Si può anche ritenere che questa attività fosse stata iniziata dagli Zaccaria, signori di Chio dal 1304 al 1329 e che avesse trovato continuità alle Focee sotto i Cattaneo sino al 1341. Certamente in essa furono coinvolti anche i Gattilusio, signori di Metelino dal 1355 al 1462 !7. Sembla utile proporre le tabelle riepilogative delle pagine seguenti. Non è parso necessario fornire un disegno per ogni scheda, ma per comodità del lettore sono riprodotti i disegni delle tre monete contraffatte. 12 Ibidem, p. 251. 13 C. Gamberini di Scarfea, Le imitazioni e le contraffazioni monetarie nel mondo, Bologna 1956, parte terza, p. 154. 14 O. Iliescu cit., pp. 167-169, tav. Ili 1, 2, 3 e tav. IV 1, 2 e 3. 15 A. Nudelman cit., p. 30. 16 G. Castellani cit., pp. 231- 255-258. 17 L. T. Belgrano e A. Neri, in « Giornale Ligustico di Archeologia, Storia e Letteratura » Genova 1882, pp. 105 e 106. G. Gorini, Le imitazioni orientali dello zecchino veneziano. Considerazioni stilistiche, in « Studi Veneziani », vol. X, 1968. S. Savio, Imitazioni e contraffazioni del ducato d’oro di Venezia nei secoli XIV e XV, in « Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità classiche, 1977 e G. Lunardi cit. - 287 - DUCATO Oro mm 22 gr 3,52 - 3,55 (Giovanni Dandolo 1280-1289) GROSSO (MATAPANE) Argento mm 21 gr 1,99-2,35 (Enrico Dandolo 1192-1205) SOLDINO Argento mm 15 gr 0,46 -0>65 (Lorenzo Celsi 1361-1365) 288 — Tavola VI - CONTRAFFAZIONI E IMITAZIONI ORIENTALI DI MONETE VENEZIANE D’ORO E D’ARGENTO Data 1320 1330 1340 1350 1360 1370 1380 1390 1400 1410 1420 1430 1440 1450 1460 1470 1480 1490 1500 1510 1520 1530 Doge veneziano Lorenzo Tiepolo 1268-1275 Contraffazioni Oro Argento Giovanni Soranzo 1312-1328 Bartolomeo Gradenigo 1339-1342 Andrea Dandolo 1343-1354 Giovanni Gradenigo 1355-1356-^* Giovanni Dolfin 1356-1361 —— Lorenzo Celsi 1361-1365 - Antonio Venier 1382-1400 Michele Steno 1400-1413 Tomaso Mocenigo 1413-1423 Francesco Foscari 1423-1457 Lorenzo Loredan 1501-1521 Data 1310 1320 1330 1340 1350 1360 1370 1380 1390 1400 1410 1420 1430 1440 1450 1460 1470 Signore genovese Andreolo Cattaneo 1314-1331 Domenico Cattaneo 1331-1341 Tom. Campofregoso 1415-1421 Filippo M. Visconti 1421-1436 Tom. Campofregoso 1436-1443 Raff. Adorno 1443-1447 Giano Campofregoso 1447-1448—— Lud. Campofregoso 1448-1450 Pietro Campofregoso 1450-1458 Carlo VII 1458-1461 Signore genovese Data Paleologo Zaccaria 1307-1314 Mart. e Ben. Zaccaria 1314-1324 Martino Zaccaria 1324-1329 Franc. I Gattilusio 1355-1376 Giacomo Gattilusio 1376-1396 Dorino Gattilusio 1400-1449 1300 1310 1320 1330 1340 1350 1360 1370 1380 1390 1400 1410 1420 1430 1440 1450 Tav. VII - MONETE DI PROBABILE CONTRAFFAZIONE GENOVESE Moneta Metallo Doge veneziano Epoca Riferimento Sigla Matapane Argento Lorenzo Tiepolo 1268-1275 Papadopoli CS 1 1/2 Matapane Argento Lorenzo Tiepolo 1268-1275 Papadopoli CS 2 Ducato Oro Giovanni Soranzo 1312-1328 Iliescu CS 3 Matapane Argento Giovanni Soranzo 1312-1328 Papadopoli CS 4 Matapane Argento Bartol. Gradenigo 1339-1342 Papadopoli CS 5 Ducato Oro Andrea Dandolo 1342-1354 Papadopoli CS 6 Matapane Argento Andrea Dandolo 1342-1354 Papadopoli CS 7 Soldino Argento Andrea Dandolo 1342-1354 Papadopoli CS 8 Ducato Oro Giov. Gradenigo 1355-1356 Papadopoli CS 9 Ducato Oro Giov. Dolfin 1356-1361 Iliescu CS10 Soldino Argento Lorenzo Celsi 1361-1365 Papadopoli CS11 Ducato Oro Antonio Vernier 1382-1400 Papadopoli CS12 Matapane Argento Antonio Vernier 1382-1400 Papadopoli CS13 Ducato Oro Michele Steno 1400-1413 Papadopoli CS14 Soldino Argento Michele Steno 1400-1413 Papadopoli CS15 Ducato Oro Tomm. Mocenigo 1413-1423 Papadopoli CS16 Ducato Oro Frane. Foscari 1423-1457 Papadopoli CS17 Ducato Oro incerto Papadopoli CS18 Matapane Argento incerto Papadopoli CS19 Matapane Argento incerto Papadopoli CS20 Soldino Argento incerto Papadopoli CS21 Ducato Oro Leonardo Loredan 1501-1521 Gamberini CS22 CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1268-1275 CSI MATAPANE D/ • INTEVCI •1 INVEATI Due figure in piedi di fronte tengono l’asta dello stendardo. Lungo l’asta DUX R/ Il Redentore in trono. Ai lati IC e XC2 Argento mm 18-212 gr 1,46 -1,952 Varianti: a) D/ • L • ATNEV... • ; + sul vessillo ; DVX ; • a destra dell’asta ; stella in basso a sinistra, 8MVENETI2 b) D/ L • ATEVPL’ • ; + sul vessillo; DVX; SMVENET R/ due croci ai lati del Redentore2. Altri disegni: ' Lorenzo Tiepolo fu doge dal 1268 al 1275. 2 Cat. Papadopoli, p. 255. Sulla moneta vedi anche Schl., p. 497; tav. XIX 27. CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1268-1275 CS2 MEZZO MATAPANE D/ AHEVIL1 INVEII Due figure in piedi di fronte tengono l’asta dello stendardo, • a destra dell’asta. Lungo l’asta DVX R/ Il Redentore in trono fra IC e XC2 Argento mml6-172 gr 0,87- 1,382 Varianti: a) ATEVPL ; 8MVEN... ; + sul vessillo 2 b) LATE• V• P• L • ; S .... ; + sul vessillo + sotto il braccio sinistro2. 1 Lorenzo Tiepolo fu doge dal 1268 al 1275. 2 Cat. Papadopoli, p. 256. 291 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1312-1328 CS3 DUCATO D/ (leggenda non determinata con riferimento a Giovanni Soranzo1). Il doge in ginocchio avanti al Santo che gli porge lo stendardo. R/ (leggenda non determinata). Il Cristo in aureola elittica con stelle2. Oro mm gr3,50(?) 11 Giovanni Soranzo fu doge dal 1312 al 1328. 2 Iliescu, pp. 167 e 168; tav. Ili 1. — 292 — CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1312-1328 CS4 MATAPANE D/ 9ADMTIO ' 2HVCMCTI Due figure in piedi di fronte tengono l’asta dello stendardo, + sul vessillo. Lungo l'asta DVX R/ Il Redentore in trono fra IC e XC sotto il braccio sinistro2. Argento mm 212 gr 1,742 i Giovanni Soranzo fu doge dal 1312 al 1328. • Cat. Papadopoli, p. 255. - 293 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1339-1342 CS5 MATAPANE D/ DAVMDOMICO1 SMVEMETI Due figure in piedi di fronte tengono l’asta dello stendardo, + sul vessillo. Lungo l’asta DVX R/ Il Redentore in trono fra IC e XC « sotto il braccio sinistro2. Argento mm 222 gr 1,882 1 Bartolomeo Gradenigo fu doge dal 1339 al 1342. 2 Cat. Papadopoli, p. 255. — 294 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE > CS6 / 1343-1354 DUCATO D/ AZDKDAZDVIO1 Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro al Santo SMVENETI Lungo l’asta DVO R/ • SITTTEDATOTV O- • ÜSISTODUCAT • Il Cristo in aureola elittica con dieci stelle Oro mm 21 -233 gr 3,36-3,583 Varianti: attribuite a Clarenza (nove stelle) (DVX) a) D/ AMDKDAHDUIO ; cv • M VENETI ; sul vessillo :: R/ • tvITTXPEDAT • OTV XGIftjIwIT • EDVCAT •3 b) D/ AHDKDANDVO ; 8HVEMETI R/ • SITTXREDATOTDE ÜGISISTED • VEAT •3 c) D/ ASDKDASDVIO ; cvMVEHETI R/ SITTXPEDATOTV GISISTEDVC’AT3 d) D/ AHDKDAHDVIO ; cvHVEHETI R/ • SITTXPEDATOTV • 2GISISTEDVEAT ; punto fra i piedi3 e) D/ AXDKAMDVIO ; SMVEHETI R/ SITTXPE • DAT • OTDV ^cwIcvISTE • D • V • EAT3 f ) D/ AIDKDA • HD • VIO ; cvHVEHETI R/ • SITTXPEDATO • T • D • V • • »c\jIcvjI8TEDEVEAT • ; punto fra i piedi3 - 295 - (Segue) con un punto a s. dell'asta del vessillo (nove stelle) (DVX) g) D/ ANDRDAZDVO ; SZ>EZETI R/ • SIT • TXP • E • AT • QT • VREGISISTEDVCAT4 h) D/ AZDRDAZDVIO ; • cvNVENETI ; sul vessillo x R/ • 8 • TTXPEDATQT • V • • R : EGI8I8TEDVCAT •4 i) D/ • A • ZDRDAZDVIO ; • cvNVENET • ; sul vessillo x R/ • SIT • TXPEDATOTV REGISISTEDVCAT4 1) D/ AZDRDAZDVO ; * SNVENETI ; sul vessillo x ; DX* R/ TACVCD8I8 • TCIOV CICBACBP • TA* IT4 m) D/ • A • ZDRDAZDVIO ; • cwNVENET ; sul vessillo x; DV* R/ • 8IT • T • XPEDATOTV REGI8I8TEDVCAT4 n) D/ AZDRDAZDVO; cvNVENETI ; sul vessillo + R/ • 8ITTXPEDATOT VR8IIITEDVCA?T •4 o) D/ AZDRDAZDVIO ; cvNVENETI R/ • • SI • T • TXPEDATQ -T • V RIEGISISTEDVEAT • ; punto fra i piedi4 p) D/ ARADANDVIO ; cvNVENETI ; DV* R/ • SIT • T • XPEDATOTV REGSISITEDVCAT4 q) D/ AZDRDAZDVO ; SNVENETI; sul vessillo + ; DV* R/ • 8TTICcvECATOTV IcvIcvPEDVDAT4 r) D/ AZDRDAZDVIO; • cvNVENET ; sul vessillo x ; DV* R/ • SI • T • T : XP : EDATOTV REGISISTEDVCAT • ; « fra i piedi4 senza punto a s. dell’asta (nove stelle) (DVX) s) D/ ANDRD AND AIO ; cvNVENETI ; sul vessillo R/ • SITTXPEDATQTV RENSISITEDVCAT’ ; punto fra i piedi4 t) D/ AOAWDVDAVOAO ; 8VEZEZTOI ; sul vessillo II R/ • cvDTTXPEDATO • RG • cv • cvTE • DVCAT •4 u) D/ AZDRDAZDVO ; SVENETI ; sul vessillo + ; DV* R/ 8TITAEDATCTDTV RCAC8IECVD AT4 v) D/ AECPGASUA- ; SN-VEZETI; -DVX R/ STTEPCDATQTV ... ISIETCDVCAT4 z) D/ AZ-EI-TA-AI; SRI R/ SITTXPEDATOTV ^TGISIcvTEDVCAT4 hi ) D/ AHDKDANDVO ; • SIV • EHETI ; sul vessillo V R/ • SITTXPEDATOTDV ütwIcwItwTEDVCAT4 11) D/ ANDKDANDVO; • SMVEtfETI ; sul vessillo R/ • SIT • TXPEDATOTV KEGIcvIcuTE • DVCA •4 11) D/ ANDKDANDVIO ; SMVEI/IETI ; sul vessillo V R/ • SITTXPEDATOTDV KEGIcvIcvTE • DVCAT •4 mi ) D/ AMDKDAIIDVIO ; SMVEMETI ; sul vessillo :: R/ • SIT • TXPE • DATQ • TV • K • GS • ISISTEDVCAT ; punto fra i piedi4 ni ) D/ AZDK... AXDVIO ; SHVEMETIO • ; sul vessillo : : R/ •SITTXPEDATOTV 2GISISTEDVEAT4 ol) D/ ANDREA1/1D • VIO ; SHVEWETI ; sul vessillo : I R/ • SIT • TXPEDATOTV • XcvIcvIcvT . ED. V. EAT4 pi) D/ ANDKDANDVI ; SXVESETI ; sul vessillo + R/ twTTXPEDATOTV XGIcvIcvTEDVBAT4 ql) D/ A • HDKD • A • HDAI , • cvHVEKETI ; sul vessillo R/ leggenda confusa ri) D/ ANDXDAXDV-O ; SNVNETI > ; DV 4* R/ • SITT ❖ IEDATOTV • HGIcwItvITEDVCAT • ; con dieci stelle4 si) D/ come ri); SNVENETIS R/ • SITT * IEDATOTV • • XSISISTEDVEAT •4 tl) D/ ANDKDANDVIO: SMVENETI R/ • SITT + IEDATOTVO • • XcwISISTEDVCAT • ; con dieci stelle4 ul) D/ come tl)); SMVKETI > R/ • tvITT * IED... OTV • • XISISISTEDVCAT •4 vi) D/ AX KDAZDAIA - O ; 8M ; a sinistra • : R/ SITT<8>PEDTAPIR VTEGISISTEDVCAT Il Cristo in aureola elittica con una croce, una x e sette stelle; punto fra i piedi2. Oro mm 20 - 23 3 gr 2,264 3,34-3,543 Varianti: a) al R/ una stella in più a sinistra3 b) SITTXFEDATQTV REGISïSTEBVDAT3 c) AMTOVENEO ; • SNVEWET ; • : a sinistra dell’asta x sulla banderuola e R/ SITTXPE • DATQTV GEqlSISTEPVDAT3 d) AMTOVEMET ; SMVEMETI ; DX ; *: a sinistra dell’asta e x sulla banderuola, l’asta finisce in basso con un globetto e R/ » SITTXPEDAQTV • • VTDISISTEDVC • AT’3 e) D/ AMTOVEMERIO ; SMVEMETï : • a sinistra dell’asta ; sulla banderuola x e R/ • SÏTTEPE • DATQTV • • REGISISTC • DVCAT 3 (Segue) - 305 - 20 f) D/ c. s., • dopo VENERIO e R/ • SITTXPE • DATQTV • REGISISTEDVCAT3 g) AHTOVENER ; SMV... ETI ; punto a destra alla base del- l'cLStcl C SITTSPEDATV - AISISTEDVCAT con nove stelle5. 1 Antonio Venier fu doge dal 1382 al 1400. 2 Schl., pp. 419 e 420; tav. XIV 11. 3 Cat. Papadopoli, p. 238. 4 Iliescu, p. 168; tav. Ili 2 e tav. V 1, 2. 5 Mus. Milano. Sulla moneta vedi anche Gamberini, p. 151 e Engel S., p. 1419. — 306 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1382-1400 CS13 MATAPANE D/ AMTOVE... RI ' • S • M • VENETI • Due figure in piedi tengono l’asta dello stendardo. Lungo l’asta DVX R/ Il Redentore in trono fra IC e XC Stella a sinistra M a destra2. Argento mm 212 gr 1,762 1 Antonio Venier fu doge dal 1382 al 1400. 2 Cat. Papadopoli, p. 256. - 307 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1400-1413 CS14 DUCATO D/ MICRAESTE* Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo SMVENET Lungo l’asta DVX, a sinistra dell’asta. R/ SITTXPEDATQTV REGSISTEDV CT Il Cristo in aureola elittica con nove stelle2. Oro mm 21 - 222 gr 3,42 - 3,482 Variante: a) MICIAEUSTENI ; cvHVEMETI e SITTXPEDATDTV PECISISTECVCAT e punto fra i piedi3 1 Michele Steno fu doge dal 1400 al 1413. 2 Cat. Papadopoli, p. 238. 3 Cat. Papadopoli, p. 251. Sulla moneta vedi anche Gamberini, p. 151. - 308 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1400-1413 CS15 SOLDINO D/ .. .ETEODVX i Il doge in ginocchio tiene l’asta dello stendardo, una D i con sopra una stella. R/ ( * )S • MARCVS •... ENE... Il leone regge lo stendardo2. Argento mm 14 -162 gr 0,30 - 0,432 Varianti: a) MIChAELSTEN2 altre con leggende variate2 altre con leggende variate e F al D/ 2 altre con leggende variate e M al D/2 altre con leggende variate e N al D/2 altre con leggende variate e P al D/2 altre con leggende variate e U al D/2. ' Michele Steno fu doge dal 1400 al 1413. 2 Cat. Papadopoli, pp. 257 e 258. - 309 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1413-1423 CSI 6 DUCATO D/ TOM • MOCENTO i Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo SMVENET Lungo l’asta DV^ ; •! a sinistra dell’asta ; x sulla banderuola. R/ • SITT<8>PEDATQTV • • TODISISTEBVCAT • Il Cristo in aureola elittica con nove stelle; un punto fra i piedi2. Oro mm 21 - 233 gr 3,34 - 3,453 Varianti: a) TOMMOCENTO e • SITTXIEDATQV • • TODISISTEDVCAT •3 b) TOMMOCEMI ; SMVENETVS e • SITTXPEIIAQTV • • GISISASDVCAT •3 1 Tomaso Mocenigo fu doge dal 1413 al 1423. 2 Schl., p. 420; tav. XIV 12. 3 Cat. Papadopoli, p. 239. Sulla moneta vedi anche Gamberini, p. 151 e Engel S., p. 1419. — 310 — CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1423-1457 CSI 7 DUCATO D/ fRAXDSORDARI ' Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo • SVENETI Lungo l’asta DV* R/ SIT • TXPEDATTIV REGISISTE • DVCAT’ Il Cristo in aureola elittica con nove stelle; un punto fra i piedi2. Oro mm 23 2 gr 3,402 1 Francesco Foscari fu doge dal 1423 al 1457. 2 Cat. Papadopoli, p. 251. - 311 — CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE CSI 8 DUCATO D/ • H • SAVLICO • D1 Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo • X • H • CDA • AF Lungo l’asta DVX ; + sulla banderuola. R/ • SIT • T • XP • EDATQ • • TVREGISTED • T • Il Cristo in aureola elittica con nove stelle a sei punte; un punto fra i piedi2. Oro mm 212 gr 3,552 1 Doge incerto. 2 Cat. Papadopoli, p. 251. - 312 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE CS19 MATAPANE D/ IAV AZIN 1 • SNVCNCTI Due figure in piedi tengono l’asta dello stendardo, sul vessillo + Lungo l’asta DVX R/ Il Redentore in trono tra IC e XC2 Argento mm20-212 gr 1,40-2,112 Varianti: altre leggende con o senza segni aggiunti al R/2. 1 Doge incerto. 2 Cat. Papadopoli, p. 256. — 313 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE CS20 MATAPANE D/ - )TVIO1 OTECIVEO Due figure in piedi tengono l’asta dello stendardo, quella di sinistra ha la testa di profilo. ☆ dietro il Doge e dietro il Santo, • a destra dell’asta. Lungo l’asta DVX R/ «TIRS... « ATEIVO Il Redentore in trono2. Argento mm 23 2 gr 1,502 1 Doge incerto. 2 Cat. Papadopoli, p. 256. — 314 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE CS21 SOLDINO D/ * IVD... IODVX i Il doge in ginocchio tiene l’asta dello stendardo. R/ ❖ RLV ...» VEU ° II leone regge lo stendardo2. Argento mm 12 -15 2 gr 0,18 - 0,37 2 Varianti: altre leggende con K al D/2 altre leggende con L e stella al D/'2 altre leggende con Z al D/2 altre leggende con NE al D/2 altre leggende con IB al D/2 altre leggende con FN al D/2. 1 Doge incerto. - Cat. Papadopoli, p. 258. — 315 - CONTRAFFAZIONI DI MONETE VENEZIANE 1501-1521 CS22 DUCATO D/ LEONARDVSLAVR EDANVS1 Il doge in ginocchio davanti al Santo che gli porge lo stendardo. Dietro il Santo SVENETI Lungo l’asta DVX R/ SIT • T • XPEDAT QTV • REGIS • ISTE • DUCAT • Il Cristo in aureola elittica con dieci stelle2. Oro mm 21 gr Variante: a) LEONARD LAVRED S • M • VENETI3 1 Leonardo Loredan fu doge dal 1501 al 1521. 2 Gamberini, p. 154 (la moneta è detta «scioto» in un decreto veneto del 1543). 3 Mus. Parigi. Sulla moneta vedi anche Ives-Grierson, p. 23; tav. XI 5 e Cat. Finarte. - 316 - INDICE DELLE TAVOLE Tav. I - Monete genovesi a Caffa......p. 40-41 Tav II . Ritrovamenti di monete genovesi in Ucraina . . » 40-41 Tav. Ili - Ritrovamenti di monete genovesi in Romania . . » 41 Tav. IV - Monete genovesi a Chio......» 176-177 Tav. V - Monete dei Gattilusio.......» 245 Tav. VI - Contraffazioni e imitazioni orientali di monete veneziane d’oro e d’argento.....» 288-289 Tav. VII - Monete di probabile contraffazione genovese . . » 289 - 317 - Genova via Albero, 11 INDICE Presentazione..................p 7 Introduzione................y> 9 Bibliografìa citata nelle schede........» 13 Monete genovesi a Bonifacio........» 15 Scheda (Bl)..........» 19 Monete genovesi a Pera.........» 21 Schede (Pi e P2).........» 27 Monete genovesi a Caffa.........» 29 Schede: Aspri di Caffa (da Cl a C57) .... » 42 Follari (da C58 a C67)......» 109 Aspro di Crimea (C68).....» 119 Aspro di Tana (C69)......» 120 Contromarche (da C70 a C73) ...» 122 Monete genovesi alle Focee.........» 127 Schede (da DI a D4)........» 131 Monete genovesi nel Litorale Rumeno......» 137 Schede (da LRl a LR4).......» 141 Monete genovesi a Rodi.........» 145 Schede (da RI a JR20) . .......» 149 Monete genovesi a Chio.........» 169 Schede (da Si a S53)........» 179 - Monete dei Gattilusio.....• • • • - p. 241 Schede (da Gl a G23)........» 246 Monete genovesi a Famagosta........» 277 Scheda FI..........» 281 Monete di probabile contraffazione genovese.....» 283 Schede (da CSI a CS22).......» 290 Indice delle Tavole..........» 317 Direttore responsabile: Dino Puncuh, Presidente della Società Autorizzazione del Tribunale di Genova N. 610 in data 19 Luglio 1963 Tipolitografia Ferraris - Alessandria