ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE STORIA PATRIA VOLUME XXXIV GENOVA TIPOGRAFIA DELLA GIOVENTÙ 1904 I 1 ' * - ·. ■/■ · ' : ' ·* ·· · .· > · . V ■ ν. V' ΐ : : '"1 311* mm ■ Upi ' ν ’ . ·:·. ,\ - >-·« -i.··. 1· SKb .mm \ ·' ••I - : 1 r ATTI DELLA Ί! SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA . » ,·■ ■ · * - • . >.v: ■ ·! . ' - ■ · - · * 1 ■ r _ - ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME XXXIV GENOVA TIPOGRAFIA DELLA GIOVENTÙ ANNALI STORICI DI SESTRI PONENTE E DELLE SUE FAMIGLIE (DAL SECOLO VII AL SECOLO XV) •v PREFAZIONE • X * Historia, quoquo modo scripla, delectat. (Plinio, Epist. Vili, Lib. V, 8). Omni quidem tuba, documenta sunt operum clariora. (Io. Crysost., Hom. 15 in Mattii.) « Non ci sono piccoli avvenimenti nell’umanità, nè foglie piccine nella vegetazione ». (V. Hugo, / Miserabili, III, 1). s Ogni popolo ha le sue glorie da magnificare, le sue colpe da piangere, le sue sventure da tramandare a’ posteri, e per conseguenza sente il bisogno che la penna di uno storico accenni o descriva i suoi fatti, degni di ricordanza, nelle pagine immortali della particolare sua storia. Ma tra le città, le borgate, i castelli, che si chiamano degni di storia 0 di annali, quelle o quelli più meritevoli ne appaiono, che si levan sotto un cielo più limpido, godono più incantevole postura, son favorite di clima più salubre, di vegetazione più rigogliosa, di aria imbalsamata, di tesori minerali, di colline e di spiaggia, e quel che più vale di prole onesta, forte, industre , magnanima e nata alle belle imprese tra i germi di una verace civiltà. Nella fiorita gemina riviera di Genova, là ove il sol cade, una deliziosa ghirlanda di collinette, di dossi, di poggi, di valli e di pendici profumate s’intreccia tra le falde e i lavacri di Apennino al sesto miglio dalla città di Genova, da quella parte solo interrotta, ove lene s’infrange il flutto di un placido e glorioso mare, teatro in pace ed in guerra di memorabili avvenimenti. * * * Che se il raggio di luce è più fervido e più puro quanto più all* astro, donde origina, si appressa, così più dal vero s’impronterà il presente storico lavoro se , a base di irrefragabili documenti, dalla più antica età ripeta i suoi principii, la sua concatenazione, la sua forma, come ne ripete il suo medesimo nome. Se per una parte la Storia si può chiamare : la scienza dell’uomo che invecchia, per altra parte l’antichità è scienza propedeutica, cioè, come espresse tra i sofi romani Cicerone, l’antichità, avvicina di molto agli Dei : « Antiquitas proxime accedit ad Deos », trasferendo 1’ uomo dal presente nelle cose che furono con positivo oggetto e fondamento di scienza. Essa irraggia fasci di luce incandescente attraverso ai secoli , frastagliando il dènso tenebrore, che forma la notte de’ tempi , mostrandosi allo sguardo dello storico quale rutilante meteora, che inghirlanda una provincia , una città, una cospicua borgata. E un vèstigio profondo, che ci avverte del \ luminoso passaggio de’ nostri padri nel sentiero della vita. E uno specchio che, quasi riproducendo 1’ avvenire , ci presagisce quel che sarà nel-l’età ventura, squarciando così un poco il velo della vita futura. Riformatrice de’ costumi, istigatrice a novelle imprese, maestra della -vita, è la storia, i cui volumi immortali e polverosi racchiudono tanti tesori di sapienza, di senno e di virtù. .....O quanti illustri Utili verità ne’ cupi seni D’indigesto saper morte si statino, Che di nobil fulgor cinte, fastose Sarian , se di gentil contesa il raggio Sciolto n’avesse il rozzo ostico manto (i). Or bene questa aureola di sacra vetustà, questo vestigio, questo specchio lucidissimo formano il più bel vanto di quella terra ragguardevole , che in seno di assai remota età fu ed e di presente altrice di uomini grandi. Alteri di tanta invidiata gloria leviamo il capo per riandare col pensiero quei tempi lontani, quando il pelago ligustico, spumeggiando tra golfi di smeraldo, ricamava baciando più angusto lido ; quando a piedi delle avvallate collinette guizzavano i pesci; quando il soffio di vita patriarcale animava i robusti terrazzani di Sestri, dal torrente Marotto alla isoletta di Sant’Andrea, e da Fossa lupara scendeva alla spiaggia del mare. A questo fine , con titolo modesto esce alle stampe un volume , che con più modesta forma di annali si presenta, registrandovi quanto ci cadde in taglio nella gelida rassegna de’ documenti dell’Archivio Parrocchiale, (x) Notti di Young. (traduzione di G. Bottoni, P. I, Nott. II, p. 22). — IX — dalle opere degli istoriografi Italiani e Genovesi, con non piccolo corredo di notizie documentate estratte dai plutei, dalle filze, da’ fogliazzi, da’ regesti dell'Archivio di Stato per illustrare Sestri Antico. * * * Molteplici sarebbero senza dubbio i rapporti in che Sestri antico potrebbe venir per noi considerato. L’etimologia ci appresta e ci esplica di leggieri l’origine, il significato, le fasi del nome romano Sexto, dalla sesta pietra o colonnetta miliare derivato; la topografia ci indica senza fatica i confini primitivi, le questioni insorte, l’estensione del territorio , la natura con i suoi prodotti, le sue maraviglie e il suo incanto. L’etnologia con le consuetudini, le tradizioni, le inclinazioni, ci manifesta il carattere, l’indole, la virtù degli abitanti. Il commercio con i contratti, con le carte di navigazione, le linee tracciate nei mari di Francia, di Spagna, dell’Africa , dell’Asia e di tutto l’Oriente ci mostra l’attività spiegata oltre mare da’ laboriosi Sestresi, che riportarono in patria la ricchezza, la magnificenza, l’abbondanza d’ ogni genere di frutta, di tessuti, di tesori. L’industria crea in Sestri uno dei suoi emporii più importanti e famosi con la produzione della calce, la fabbricazione de’ mattoni, le cave d’alabastro o d’ agata, di dolomite, del rame, di asbesto, di ammianto, di saponaria ecc. Il monachiSmo con dodici diversi suoi istituti levò e sostenne in alto il vessillo della civiltà, sulle ali della preghiera e nel fervore di santificato lavoro, con le badie, i cenobii, i conventi, con le grangie, i poderi ben colti, i giardini, le ville, le colline seminate di prugni, di aranci, di limoncelli, di cedri, di palme, di lauri, di ulivi e di vigneti fragranti. L’ arte militare con le sue torri merlate, i fortilizii, le guardiole, le armi, le navi, i militi, i patti fermati con illustri città, trionfò sempre in terra ed in mare di fianco alla ligure Repubblica. La religione e la civiltà e la pubblica beneficenza con i suoi templi sontuosi, i santuarii, gli ospizii, gli ospedali, gli oratorii pubblici, le cappelle gentilizie, le edicole campestri, gli istituti religiosi ed educativi, le confraternite, le consorzie , le congregazioni, le corpo-razioni d’arti e mestieri, le leggi, i capitoli, gli statuti, le pie fondazioni, i legati, le enfiteusi ecc. formano quello storico edilìzio innanzi al quale lo straniero ed ogni cittadino, appresi da un caldo e spontaneo senso di venerazione s’inchinano plaudenti alla libertà, al valore, alla gloria conquistata da’ nostri avi al caro prezzo di sudore, di sangue, suggellandole a quando a quando con il sacrifizio della propria vita. Nondimeno, per quella brevità di esposizione, che di presente ci viene imposta, solo una cosa ne giova e ci preme, cioè di fermarci alla conside- razione del Comune di Sestri, di svolgere i documenti, che ne segnarono le fasi, di accennare agli atti che gli diedero in ogni età grande importanza. pareggiandolo alcuna volta anche a grandi città. * * * Volsero non pochi lustri, da che menti elevate, affaticando sopra dotti volumi, carte vetuste, cimeli preziosi rintracciarono le origini del Comune italiano fra le tenebre del medio evo. Due erano le storiche norme , che a proprio talento dagli uni e dagli altri in guisa peculiare vennero seguite ad ottenere il iiobile scopo. Altri vedevano sorgere il Comune italiano all’ombra dei vessilli germanici, apportatori di libertà, altri lo volevano come una rinnovazione del Municipio romano, ammettendo che questo nelle sue parti sostanziali a noi pervenisse , senza alcuna interruzione di tempo. Una terza sentenza, quale modificazione d’ entrambe , fondata sopra due passi di Paolo Diacono, veniva sostenuta da Cesare Balbo, De Vesme, Sclopis, Rezzonico, Capponi e Tommaseo, sentenza che portò assai lume, ma, a detta di versati in tale materia, non sciolse il nodo della questione. Non ultimo il Canale, attenendosi a quanto su tale argomento scrisse il Troia ed il Manzoni , con qualche moderazione inspirata al giudizio di Francesco Rezzonico, frammista da proprie congetture, profferì la sua opinione che non ci spiace riferire, trattandosi di un’epoca tanto grave della storia italiana e donde ha origine la storia dell’evo moderno (i). Secondo lui la dominazione dei Longobardi, se (con 1 invasione e la ferocia dei primi re e dei primi duchi scosse l’Italia, la fede e la clemenza di Grimoaldo e di Liutprando, conciliarono 1’ animo dei vinti Romani coi vincitori, e, innestando le feudali istituzioni con le antiche municipali, all’ombra delle chiese, per ragione di sapienza e di giurisdizione, avanzavano la parte italiana all’ordinamento comunale. Non gli sembra però verosimile che questo di balzo sorgesse, avesse vita e legale consistenza, mentre fu opera di secoli la resistenza fatta contro i barbari, nella depressione della loro potenza, nella confusione dei successori di Carlo Magno, nell abbandono di legittimo imperio, in che si trovavano gli Italiani, sicché mentre 1’ oppressione dei Longobardi sopra dei vinti Romani con impeto di violenta conquista tutto devastava e metteva a soqquadro, temperato il germanico furore per il pontefice Gregorio, veniva in luce il così detto terzo Stato, perchè non era nè il Romano, nè il Longobardo, benche d entrambi parte- (i) Cfr. Storia di Genova, Voi. I, p. 45, Discorso storico. — χτ — * cipasse, quindi un nuovo Comune si svolgea più per tolleranza degli imperanti che per diritti verso la legge romana. Al comparire degli Ottoni , nuovo aspetto assunsero le città : il potere dei Vescovi si rese noto, ed i romani pontefici si fecero sostegno, principio e propagine della civiltà europea. Di qui 1 origine del così detto nuovissimo Comune. Sicché l’antico Municipio, non reggendo nella sua integrità, ebbe a soffrire mutazione per il nuovo potere ecclesiastico, che, venuto a considerevole grandezza, raccolse la repubblica sotto la sua protezione ; ma la lotta che s’ ingaggiò a poco a poco tra il consolato ed il sacerdozio fece sì che l’ecclesiastico potere cadesse in guisa che mentre prima la giurisdizione episcopale circoscriveva quella del Comune, indi soltanto lo rappresentava, per cessare totalmente, restando soli i consoli al governo. Intanto il distretto genovese si formava da Laestra, presso Cogoleto, sino a Rovereto, tra Chiavari e Rapallo, sul limitare del futuro dominio dei hieschi, di guisa che, a poco a poco disertati i feudi delle circostanti riviere e montagne, gli uomini, che volevano godere di quel vivere a Comune, si andavano congregando in piccole società, che si dissero Compagne o Compagnie. Ciascuna di esse avea forse al governo uno o più consoli, secondo il numero e l’importanza de’congregati ; tutte poi reggeva il Vescovo insieme ai medesimi consoli. Dapprima queste Compagnie, ingrossando di aggregati, emanciparono i vassalli, poscia gli stessi feudatari si sentirono proclivi al vivere civile e all’ abitacolo, cosichè il primo Municipio dei tempi romani, almeno quel tanto che era scampato alle barbarie conservato da Vescovi, andò a poco a poco riuscendo a quella illustre forma di Repubblica, che distendendosi dalla Magra al Varo operò tante geste preclare, da venir considerata come una tra le più grandi potenze dell’evo di mezzo. La sentenza del Canale ebbe in seguito scientifica dimostrazione nel-1’ opera di Cornelio Desimoni, Le Marche, dimostrazione fondata sopra fatti, tradizioni ed argomenti irrefragabili. L’insegnamento del Desimoni, apprestato con ampiezza di veduta, con veste di peregrine forme illustrato, con lume di sana critica, corredato da un tesoro di rarissimi documenti e, quel che è più, da logica di stringente raziocinio, fu in breve riassunto dal Barrili. * « Genova e tutta la Liguria, scrive egli, corsa e messa a rovina dai Longobardi, che poscia vi posero un duca ; fatta marca dai Franchi o contea di confine, con un conte che certamente fu da prima temporaneo, d’ ufficio e non di possesso ; da ultimo, nella dissoluzione d’ ogni autorità politica ed amministrativa, dissoluzione avvenuta non pure per le guerre fraterne dei successori di Carlomagno, ma ancora per le invasioni degli — XII — Ùngheri da un lato, per le incursioni de’ Saraceni dall’altro, per le contese della corona italica tra duchi e marchesi di varia derivazione, per la calata de’ nuovi avvoltoi di Sassonia, le carestie, le pestilenze e tutte le altre calamità dei due secoli ferrei che cerchiarono il Mille, essa Marca ridotta a campo d’intermittente e non mai pieno dominio feudale , ed allora, per necessaria occupazione della res nullius , come per incremento naturale , delle immunità , o per rinfrescamento delle giurisdizioni largite da Carlomagno a quel potere che gli - parve più universalmente consentito e più stabile, i vescovi delle maggiori città di Liguria assunsero essi di fatto, o tacitamente esercitare il comando ; e intorno ad essi annodarsi, prendendone indirizzo e speranza, i pochi dispersi elementi superstiti di vita civile, come intorno ai monasteri di Benedetto da Norcia, si rifaceva con la domus culta il podere , e la vite e l’olivo rigermogliarono nelle lande isterilite della penisola. Non si negano per alcune città d’ Italia orientale, della media , della centrale , più custodite dai frequenti assalti della barbarie, gli avanzi conservati del municipio romano : son pure avanzati in mano dei re barbari, degli imperatori settentrionali, dei conti, dei visconti e dei vassalli più fortunati i vectigalia, i portoria, i pe-dagia dell’antico fisco imperiale romano.... Ma in troppe città i vecchi ordinamenti municipali erano morti, per estinzione violenta di ordinatori e di ordinati. I tentativi di ricostituzione civile per via di consuetudini.... si fecero a Genova intorno al vescovo da un pugno di artieri e di marinari, mentre nelle valli circostanti duravano i visconti, o vicarii del conte.....A questi, con vescovi di lor sangue richiamati alla spiaggia natale, fatti pur essi cittadini e giuranti la Covipagna in cui si espresse primamente e si atteggiò la vita nuova del nostro Comune , il Belgrano ha ricondotto le file di tutte le antiche famiglie consolari di Genova » (i). Dal principio del secolo XI infatti l’aumento e il progresso della popolazione fece sorgere una caterva di Comuni, di ricchi commercianti, di vassalli intraprendenti, che si ribellavano al suo signore : donde poi 1 in sorgere delle repubbliche e di nuovi nobili e la rovina degli antichi (2). Se infatti moralmente torna impossibile determinare con matematica certezza l’epoca in che sorsero i municipi ed i comuni delle grandi citta, pure il movimento sociale della emancipazione loro, tendente a conseguire quella civile libertà per cui poteano i cittadini andare e venire senza molestia alcuna da un luogo ad un altro, comprare, vendere , testare ecc. si manifestò universalmente verso il secolo XI. Nel principio del secolo XII (1) Atti della Soc. Lig. di Storia Patria, Voi. XXVIII, pp. LIX-LXII - (2) C. Desimoni, Aimali di Gavi, p. 3, an. 1006. -- XIII — le citta principali aveano già istituito il governo consolare con una specie di autonomia, se non assoluta, almeno relativa, cioè soggetta ancora al- 1 alto dominio di qualche imperatore. In tal guisa mano mano vennero segnandosi i confini di ciascuna città, che nel proprio territorio formò un piccolo stato sovrano, faceva guerra o pace, coniava moneta, mutava o modificava lo statuto, senza bisogno dell’ assenso del principe. L’ esempio delle città fu seguito dalle campagne. I campagnuoli (scosso, ove era, il giogo feudale) non volendo o non potendo accorrere alle città — le quali, bisognose di ingrossare le classi del popolo, aprivano le porte a quanti vi cercassero asilo — radunavansi presso una chiesa, vi fabbricavano intorno le proprie abitazioni e si erigevano in comune con proprio statuto. Tali piccoli comuni in quel primo periodo di risorgimento dovettero essere numerosissimi, si ponevano sotto il patrocinio e l’impero di qualche grande città , o venivano da essa ridotti in soggezione. Se alcuno di questi, che chiameremo borghi, ostina vasi a rimanere fedele al proprio Signore, era istigato a muoversi dagli incitamenti de’ Comuni liberi (i). * * * % Sfasciandosi la Marca ligure, i Marchesi d’ Este rinunciano ai loro possessi di Sestri e si forma il Comune sestrese all’ombra dell’unica chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, non senza però il benefico influsso de’ monaci di S. Andrea , faro della civiltà sestrese, i quali, come altrove, concorsero validamente a conservare l’indipendenza comunale. Le famiglie consolari genovesi si eran divisi i beni di Sestri, onde il 29 agosto 115 7 son nominate le terre dei Guercio presso il torrente Ru-scarolo, (2) il 5 settembre 1157 dei della Volta al Gazzo, il 27 giugno 1158, quelle dei della Porta e dei Lercari presso la riva del mare, il 28 agosto 1160 quelle dei Malocello presso il Chiaravagna, quelle dei Vento, dei Pan-zano, (3) ecc. Che se l’embrione comunale di S. G. Batta di Sestri svolgevasi gradatamente e prendeva rilevante proporzione, non si può negare che in questa formazione una parte importantissima, per non dir principale, non (1) Paolo Emiliano Giudici, Storia Politica de’ Municipii Italiani, Proemio 11. XLIV, p. 140; Cantù Stor. Univ., tom. 10, p. 357; Rohrbacher, Storia Ecclesiastica, voi. Vili, * lib. 67, p. 65. (2) Le date, cui si fa cenno nella Prefazione, hanno la loro corrispondenza nei Regesti. (3) Arturo Ferretto, Notizie intorno a Caleca Panzano, Trovatore genovese, e alla sua famiglia in Studi di filologia romanza, voi. IX, fase. 26. — XIV — l’avesse la parrocchia. La supremazia della chiesa metropolitana di Genova si riprodusse nelle plaghe della gemina riviera; tanto è vero che il 15 giugno 1158 il pontefice Adriano IV, con sua bolla spedita da Sutri, confermava ai canonici di S. Lorenzo di Genova Cappellani S. Ioannis de Sexlo (1), avvertendo che col nome di Cappella e di Cappellanus o Minister, nel linguaggio medioevale, intendevasi la parrocchia ed il parroco. La stessa conferma ripeteva il pontefice Alessandro III con bolle speciali del 22 marzo 1162 e 13 gennaio 1181 (2). E nella nostra unica parrocchia di S. Giovanni Battista si faceva ragione, si adunavano i parlamenti, si stipulavano paci e contratti solenni, la chiesa insomma era il palazzo di giustizia. Come prima suona all’orecchio questo nome, esprimente dicastero della ragione, il tempio di Astrea, 1’ abitacolo della giustizia, la fantasia usa al fasto, onde si circonda il giusdicente, s’ immagina un sontuoso monumento dalla torre merlata, che lo signoreggi o dalla severità dello stile, che ne domini la costruzione, o dalla magnificenza dell’ apparato, che aggiunga l’imponente maestà. Nulla di tutto questo. Nei secoli, che vagheggiano il nascimento del nostro Comune sestrese, e principalmente nel secolo XII, un portico, mal protetto dalle irruenti intemperie , era il palazzo di giustizia, il tribunale della ragione offesa, il santuario della giustizia, che, come la verità, ha suggello nella semplicità. La semplice e lodevole costumanza prese ben presto campo dall’ uno all’altro confine della Liguria, e i popoli assembrati a generale consiglio o parlamento, sotto il tetto o portico della chiesa, e d’estate sotto l’albero d’ una piazza, si avevano ragione da chi veniva assunto dalla suprema autorità a distributore della giustizia. In Chiavari la giustizia civile e criminale si esercita sotto il portico della chiesa di S. Gio. Battista (3). In Recco la giustizia si amministra nel secolo XIII nel portico del-1’ ospedale, di fronte alla pieve ; in Genova i Consoli de’ placiti emanano (1) Tola, Codex Diplomalicus Sardiniae, Tom. I, p. 221.— Essendoci sfuggita questa bolla, come pure l’altra di Alessandro III, a p. 64 dicemmo che la chiesa di Sestri pervenne in potei e dei canonici di S. Lorenzo nel periodo, che corre tra il 1150 ed il 1181. È necessario restringere detto perio3o, che corre tra il 1150 e 1158. (2) V. Tola, 1. c., p. 223 e Pfluk-Harttung, Acta Pontificum, Tom. Ili, N. 315, p. 286. Stuttgart, 1884. (3) Un atto del 18 ottobre 1251 ricorda Guglielmo Adàlardo, podestà di Chiavari e di La- ^ vagna, ed è rogato sub porticu ecclesie Sancii Iohannis ubi tenetur curia (Atti del Not. Leonardo Osbergero, Arch. di St. in Gen.). — Un altro atto del 1362 è rogato in Platea ecclesie Sancti Iohannis Corani Curia Clavari (Poch, Miscellanea, Voi. IV, Reg. II, pag. 44, ms. alla Bibl. Civico-Berio in Genova). le loro deliberazioni nel palazzo arcivescovile ; a Rapallo presso 1’ antica parrocchia di S. Stefano, in Gavi nella chiesa di S. Giacomo, e Γ elenco sarebbe interminabile, se dovessimo di tutti questi rozzi templi di giustizia declinare il nome, il tempo, il luogo a sfoggio di storica erudizione. Ciò premesso non si avrà alcuna difficoltà ad ammettere come anche in Sestri la giustizia venisse amministrata sotto il portico della chiesa di S. Giovanni Battista, o sotto il tetto della medesima chiesa, quando non 10 permettessero le intemperie e i rigori del verno. A snebbiare la mente da qualunque dubbio, pregiudizio ed errore, è in pronto il documento del i° gennaio nói. I consoli di Sestri con consenso e con autorizzazione dei comparrocchiani e dei vicini confessano, che prete Alessio aveva loro consegnato lire 5 e mezza, qual prezzo che aveva ricevuto da Martino de Ita per i[g di una piccola terra che è in Sestri in luogo detto Valleno (o Valle ?). E per il nobile intento di ampliare la chiesa di S. Giovanni, in che il detto prete inserviva, confessando qual fosse la somma data a favore della Chiesa medesima e del Comune di Sestri, sentenziarono che tale vendita dovesse essere assolutamente ferma e stabile, dando, per conseguenza, e vendendo a lui tutto che il Comune e la stessa chiesa avevano di loro pertinenza in quella terra : e giudicarono per giunta che la chiesa sia tenuta a sostenere tal vendita contro qualunque uomo e che perciò tutti i beni della chiesa ad essa, in caso di evizione, sieno per diritto vincolati. L’ atto è stipulato sotto il portico della chiesa S. Giovanni Battista de Sexto. Che se la storia ci fu troppo avara di notizie sopra l’origine di questo Comune, della stretta relazione che ebbe colla parrocchia, della florida vita che lo sostenne, pure il silenzio della storia non giunse a tale da defraudarci d’ogni scritta memoria. I Consoli, come vedemmo, siedono nel portico della chiesa, ivi si rende ragione ad Alessio, parroco, ivi si stipulano contratti con intervento di numerosi testi di tutto il distretto parrocchiale e comunale nel i° gennaio 1161, Chiesa e Comune, Comune e Chiesa nominati comQ termini, che giusta la frase dei logici si convertono, sono voci equipollenti, che significano nell’ estensione, nella natura, nella giurisdizione come una stessa cosa ; sono gli stessi i confini, una stessa la fiamma del patrio amore, che 11 affoca, uno stesso il fine sociale che li commuove — Comune e Parroc-rocchia sembrano due rami figliati da uno stesso rigogliosissimo albero. Non ignoriamo che la vita delle comunità delle riviere s’ improntava da quella del Comune di Genova. Costituzioni, forma, leggi, usanze, norme, consuetudini, convenzioni e tanti altri atti di vita sociale riproducevansì non solo in Genova, ma in guisa speciale nella riviera di ponente. Ora parte fondamentale del Genovese Comune era la chiesa matrice di S. Lorenzo ed unica chiesa battesimale. È nominata nella prima Compagna e per dir così innestata al Cornicile medesimo tanto, che sembrerebbero nati ad un tempo. In essa v’ ha l’esercizio della pubblica potestà , 1’ impero della rinata civiltà, la sanzione dell’approvazione delle leggi , l’amministrazione della giustizia, l’antica curia ecc. I consoli genovesi giuravano di recarsi nel 1143, se invitati da alcuno, a tener tribunale nel Duomo di S. Lorenzo, ove si tenevano i parlamenti, si stendevano i decreti etc.; sicché a misura che il Comune cresceva in grandezza, la chiesa matrice cresceva in estensione, bellezza e decoro. Or bene quando 1’ onda marina con le sue spume carezzava le falde erbose dell’ apriche colline della Colombara, di Priano, di S. Gio. Batta, di Can-tarena, di Lupodio e di Multedo, sorgeva il primo Comune di S. Giovanni nelle traccie del Comune di Genova, mentre la bella e regolare scacchiera, inquadrantesi con vaga simmetria tra la collina ed il mare , e che forma l’attuale Comune di Sestri, era ancora nel numero degli enti possibili. Al gruppo de’ consoli di Sestri , altro si allacciava ad est di S. Giovanni Battista ed un terzo ad ovest nel territorio o pieviere di Voltri, come raggi convergenti ad uno stesso centro. Infatti appariscono i consoli di Borzoli, il cui territorio, se per una parte alla Polcevera si protendeva, in maggior parte sotto il nome appellativo di Sestri venia in allora compreso. Il 6 giugno 1203 Solimano, arciprete della pieve di Borzoli, vende per L. 25 a Richelda, vedova di Ugone Spalla, una terra in Borzoli con il consiglio e 1’ autorità di Bartolomeo, chierico di detta chiesa, e di Rolando, console della predetta pieve , e di cinque parrocchiani di Borzoli (1). Per il gruppo dei consoli del pieviere di Voltri abbiamo in pronto il documento del 1177, 27 luglio. Senonchè 1’ età più memoranda del Comune di Sestri antico nell’ aureola della sua autonomia, attraverso le penombre medioevali, si rivela in guisa peculiare nella seconda metà deL secolo XII. Mentre infatti la vetusta metropoli genovese circonfusa di gloria civile, militare e religiosa dominava i mari d’Italia, di Grecia, approdava ai porti più famosi dell’A-frica, dell’Asia , inalberando il suo temuto vessillo dalle colonne d’Ercòle alle rive dell’ Eufrate, il nuovo e rigoglioso comune di Sexto sorgeva da un lido incantevole, e forte di vitalità, di possanza e di una relativa indipendenza, dichiarandosi in via di fatto amico e non servo del grande Comune di Genova, al cui lato però militava d’ordinario contro i nemici di Liguria e del romano Pontificato. Eppure il moderno rettangolo sestrese non ancora si distendeva tra le falde delle colline e le spiaggie del mare. Il salso flutto lambiva ancora i piloni e le moli delle guardiole di S. Martino e \ di Casteiono o Castiglione (i), il pretorio non anche s’adergeva sul piano, la spiaggia delineata da una via comunale s’ arricchiva di leudi, di pam-fili, di saettie, di taride ; gli industri sestresi salpavano da Lardara e da Castiglione noleggiando per gli empori di Scio, di Trebisonda, di Beyrut, di Caffa, di hamagosta ecc., ove stipulavano atti, negoziavano per ivipticite ed accomandite il denaro, loro a tale fine consegnato in patria dai propri concittadini. Sexto disponeva di 60 e più militi pronti a lasciar le patrie file per combattere sotto la bandiera di un comune alleato ; stabiliva un’ alleanza con il potente comune di Savona, non ostante la vicinanza e la potenza di Genova.... Contava nove consoli, tra i quali non pochi di Borzoli ed altri di Pegli, di Prà e del pieviere di Voltri, benché il sestrese consolato già stipulasse e pronunciasse le sue sentenze nella città di Genova nel 1200, come poi in Genova usarono rogare i loro atti i podestà di Bisagno, di Polcevera e di Voltri. Ma l’astro della forte comunità era appena sorto che già volgeva al suo tramonto, con l’erezione della nuova forma di governo, la podesteria, istituita in Genova ed estesa alle due riviere. Voltri fece incontanente buon viso alla nuova istituzione, ma Sestri, vago della sua inviolabilità e della sua autonomia , sdegnava di spiegare innanzi al podestà voltrese (che già appare nell’esercizio della sua giurisdizione sul principio del 1197, nella persona di Guglielmo Bucca) e continuava ad emanare i suoi atti per i suoi consoli nel 1200 fino al 1203 ed oltre ancora, non emergendo prima del 1216 l’unione del pieviere di Sestri-Borzoli con quello di Voltri. Solo il 17 gennaio di detto anno vien registrato il nome di Bertolotto della Volta, podestà delle pievi di Voltri e di Borzoli. * * * Con 1’ istituzione infatti dei podestà, questi enti civili dei consolati vennero confederati, senza esser distrutti, al podestà di Voltri. Al governo de’ consoli fu prescelto quello dei podestà ad imitazione delle città lombarde. Questa specie di reggimento era stato introdotto da Federico Barbarossa per mettere argine ai crescenti spiriti d’indipendenza e tener meglio le città soggette all’impero. E certamente, finché l’elezione (1) Mentre nel secolo VI, come sentono alcuni storici, il mare toccava il golfo o porticciuolo di Priano, S. Lorenzo, nel mille, o in quel turno, pare già obbligasse i pescatori ad incastrare anelli di ferro nella cinta del fortilizio di S. Martino e di Castiglione, come già in quella di San Lorenzo nell’epoca sopra indicata. Il 2 ottobre 1192 troviamo una vigna, che dal piccolo forte o guardiola di S. Martino si avanza confinando con il mare; nel 1235 e nel 1236 abbiamo due case nella parte di Castiglione, confinanti con la strada e con il lido del mare, ed una terza nella parte di Lardara sulla terra dei canonici di S‘. Lorenzo, presso la spiaggia marina. Sestri antico. - II \ — XVIII — dei podestà era nelle mani dell’ imperatore, niun mezzo era forse più acconcio a conseguire lo scopo, ma poiché essa cadde in quelle dei Comuni stessi dovea produrre e produsse l’effetto contrario ; perocché questi procuravano sempre di scegliere uomini nemici del potere imperiale. I Genovesi nel 1191 furono obbligati a sopprimere il governo dei consoli, perchè incompatibile con le fazioni imperiali ed ecclesiastiche, e perchè un reggimento libero e repubblicano era odioso egualmente ai Pontefici romani ed agli Imperatori. Al reggimento consolare, nel quale predominavano i cittadini'più colti e più agiati, succedette un governo meno indipendente e più oligarchico, il quale derivava dall’impero e dal popolo. Ed ecco i podestà. La Liguria fu divisa in podesterie, che più tardi in massima dettero origine agli attuali Mandamenti o Circondarli. Tutta quell’ ampia zona di territorio, che si stende dalla punta di S. Andrea di Sestri e termina a Cogoleto, fu compresa in una sola podesteria, chiamata di Voltri e poi di Voltri e Borzoli. Il 27 gennaio 1197, come esprimemmo sopra, è nominato Guglielmo Bucca, podestà di Voltri e il 17 gennaio 1216 Bertolotto della Volta, i quali in Genova sentenziarono per uomini, appartenenti al distretto di Sestri. L’autorità consolare diminuisce, i piccoli Comuni scompaiono, e la crisalide comunale di S. Gio. Battista si chiude ermeticamente nel suo bossolo, per comparire poi farfalla sotto il reggime napoleonico. Il Comune di S. Gio. Battista sui primordi del secolo XIII scompare, onde all organizzazione, allo svolgimento, al processo dell’ azienda comunale, ai consigli, ai parlamenti, radunati a suon di corno e di campana, agli uffici di polizia urbana, alle relazioni colla Repubblica Genovese, coi nobili, alle elezioni degli ufficiali delle frazioni presiede il podestà di Voltri col suo Vicario e uno o due scrivani, o attuari, scelti fra i genovesi notari, i quali rimangono in funzione Un anno appena. II portico della vetusta parrocchia di S. Gio. Battista di Sestri non serve più a tribunale di giustizia ; questa viene amministrata in Genova , ora in un palazzo, ora in un altro, affinchè il podestà nella città commerciale , nel grande emporio, possa meglio attendere al disbrigo delle faccende spettanti agli uomini di Cogoleto , Arenzano , Voltri, Mele , Prà, Pegli, Sestri, Borzoli, Fegino, Coronata, tutti compresi nella podesteria. La podesteria di Voltri, che racchiudeva i due Sestri, uno dei quali, il borgo al mare , vien chiamato a metà del secolo XV in una raccolta di lettere dell’ umanista Iacopo Bracelli borgo bellissimo (1), e 1 altro in (1) Sextum burgum pulcherrimum iuxta lilus maris diverso fructu ferax ex eo quidem — XIX — collina, era divisa in sei sestieri e distretti. Infatti il \ marzo 1342 è ricordata una tassa imposta nel 1340 agli uomini della podesteria di Voltri e son notati il Sextenum Areiizam, Sextenum burgi Vulturis, Sexterium Gatege, Sexterium Pelli, Scxti, Borzuli et Fegini. Il 3 dicembre 14O1 l’abate della podesteria di Voltri, a nome de’ suoi distretti, giura fedeltà al maresciallo Boucicaut, governatore in Genova per il re di Francia. Ciascun sestiere comprendeva parecchie frazioni, chiamate rettorie, e rettore veniva chiamato il rappresentante di esse. L’ 8 maggio 1378 son ricordate le rettone di Leira, le due di Arenzano soprano e sottano, quelle di Borzoli, Cerusa, Multedo, Prato, Fegino, Lerca e Cogoleto, Gatega, Terrarossa, Castiglione, Panagio, Crevari, Sorriva, Favaie, Gazzo, Pieve, Lardara, Ga-lello, Palmaro, Porticiolo e Coronata, i cui baldi uomini contribuirono all’armamento delle 12 galee sotto il comando di Araone da Struppa. Il 2 dicembre 1412 Raffaele da Bogliasco, podestà di Voltri, ordinava ai rettori, di Leira, Crevari, Surripa, Coronata, Gatega, Pegli, Fegino, Gazzo, Priano, Lardara, Palmaro, Favaie, Prato, di pagare le tasse imposte da Teodoro, marchese di Monferrato, governatore di Genova e del suo distretto. Il 13 marzo 1423 l’abate di Voltri e i suddetti Rettori, radunati nella chiesa matrice di Prà, costituivano due ambasciatori col mandato di presentarsi al cospetto di Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, per trasferirgli il dominio della podesteria di Voltri. Ogni anno per turno gli uomini di ciascuna rettoria eleggevano un abate che chiamavasi abate della valle di Voltri, e presentavano una terna al Comune di Genova. Infatti il 5 marzo 1398 il luogotenente per il re di Francia, Signore di Genova, e gli anziani del genovese Comune annullavano l’elezione fatta dall’abate di Voltri, perchè riconobbero che il turno spettava alla rettoria di Surriva. I rettori e 1’ abate dovevano invigilare per il buon andamento della pubblica cosa, facendo rapporti e relazioni al podestà, distribuendo le tazze ai giovinotti, che si distinguevano nell’esercizio delle balestre (1). La podesteria di Voltri cambiò nome e assunse quello di capitanato 0 capitaneato, nome più onorifico, sulla fine del secolo XV. * * * calx habetur pro omni opere civitatis lanue habet habitatores ultra ducentum distat ab urbe per miliaria quinque (Ms. D bis 4, 4. 24, Bibi. Civico-Berio in Genova). (1) II 7 agosto 1442 il doge Tommaso Pregoso inviava Angelo Gio. Lomellino a Recco col mandato di dire al nipote Giano Fregoso, che per i nuovi successi di Savona occorrevano al genovese Comune i cento balestrieri di Voltri, Pegli e Sestri, i quali stavano a custodia di Recco (Istruzioni e delegazioni, Filza I, Arch. di St. in Genova). — XX — Monsignor Agostino Giustiniani, che terminò di scrivere nel 1537, trova due borghi a Sestri, e così ne discorre : « Si appresenta Sesto, che sono due borghi , e fanno ottocento fuochi (1): e qui in cerco sono miniere di calcina, in abbondanza ed in perfezione , quanto abbia qualunque altra regione in Italia ; e la villa Prien alla montagna con sessanta fuochi, col monastero della Costa ; e lontano da Sesto un miglio la villa Borzoli, con centodieci fuochi ; e su alla montagna due miglia Loncazo, con quaranta fuochi ; e l’abbazia di S. Andrea di Sesto dell’ ordine cisterciense , celebrata anticamente più che a’ tempi presenti, e massimamente che il Papa Innocenzo quarto, sendo ammalato in Genova, si fece portare in essa Abbadia per ricuperare la sanità ; e si detenne ivi alquanti giorni. Aggiungendovi alla marina, la piccola villetta della Colombara, con sei o otto fuochi; ed alla montagna la villa di Fegino, con cinquanta fuochi, quattro di cittadini ed il restante di paesani. E tutto il territorio, da Cogoreto persino qui, è della dizion di Voltri , quale è una delle podestarie quasi colligate con la città : gli uomini delle quali per gli antichi tempi solevano intervenire non solamente ne’ con- ( sigli della città ; ma eziandio avevano un uomo nel numero de dodici Anziani (2) ». Nel frattempo le rettorie di Lardara, Castiglione, Surriva e Gazzo, che componevano il Sestiere di Sestri, e che assunsero il titolo di Università e Comunità, erano giunte a tal segno di grandezza da vagheggiare 1’ idea di una nuova podesteria con sede a Sestri. Già sei anziani, chiamati di Bailìa, erano preposti a gerire la pubblica cosa in Sestri, ed il 18 febbraio 1580 il Doge e i Senatori di Genova già trasmettevano al Capitano, comandante il capitaneato di Voltri, una protesta fatta dai sei di Bailìa di Sestri , i quali esponevano essere cosa ingiusta, che nelle spese fatte per il capitaneato di Voltri, 1’ università di Sestri dovesse essere tassata per la* metà (3). La popolazione sestrese andava man mano crescendo. Il 19 aprile 1579 Pellegro Roletti, parroco di S. Gio. Battista di Sestri, compilando il registro delle anime dice che « le anime viventi nella parrocchia sono (x) La popolazione era allora diminuita dalla peste. Per implorare la cessazione del letale morbo il sestrese Nicolò del qm. Antonio Suppa il 5 die. 1525 donava ai PP. della Costa la cappella dei Ss. Rocco e Sebastiano e della B. V., che avea costrutto al Gazzo (Not. Giacomo Pensa aT I633, f. 71, Arch. della Curia arciv. in Gen.). — Secondo il Giscardi invece, questa donazione sarebbe stata fatta da Nicolò Suppa e dà. Paolo Parodi, in atti di Oberto Venzano Notaro, il 5 ottobre 1520. (Origine delle chiese ms. p. 329). (2) Annali della Rep. di Genova, Ediz. Canepa, Genova, 1834, Voi. I, p. 50. (3) Senatus, Filza segnata al N. .228, Arch. di Stato in Genova. — XXI — · 3827 » (i). Mons. Francesco Bossio, vescovo di Novara, visitando nel 1582 la chiesa di Sestri, trova il popolo numeroso e ordina che il parroco prenda un coadiutore (2). La popolazione il 22 maggio 1582 ascendeva a 4012, formando 816 fuochi (3). Il Senato di Genova, accogliendo le suppliche dei Sestresi, considerando l’aumento della popolazione, smembrava il capitanato di Voltri e con decreto del i° maggio 1609 costituiva il nuovo capitaneato di Sestri con sede nel borgo e dettava i seguenti capitoli, che mi piace riferire integralmente, giacché fanno fede d’un’altra forma di governo, se non comunale, mandamentale nel borgo di Sestri, figliazione diretta , espansione e per dir così avvallamento del vetusto Comune di S. Gio. Battista. Capitoli per l’istituzione del Capitanato di Sestri Ponente. « Nel luogo di Sestri Ponente s’ istituiscono due giusdicenti con titolo uno di Capitano, l’altro di Vicario, per reggere e governare quei popoli e amministrare giustizia civile e criminale, come si dirà di sotto, a cui soggiacciono Sestri e sue ville Briscata, Gazzo, Piandiforno, Sorripa, Borzoli, Priano, Fegino, Coronata e Trasta, ma anche Pegli, Multedo e ville e giurisdizione. Quel capitano dovrà far residenza in detto luogo di Sestri , nè dovrà venire alla città se non per urgenze, nè dormir fuori senza licenza del Serenissimo Senato. » L’ elezione si farà come quella del capitano e vicario di Chiavari, che debba avere più di 35 anni e la loro cura dovrà cominciare al i° maggio e finire il 30 aprile. » Sarà giudice di tutte le cause criminali ecc. esclusi i cittadini che fossero a villeggiare, i delitti de’ quali spetteranno alla Magnifica Rota Criminale e dovrà giudicare conforme alle leggi della Repubblica. » Il Vicario giudicherà le cause civili, esclusi al solito i cittadini villeggianti che saranno giudicati in città. » Dichiarando che sia in facoltà del capitano assumersi ogni causa ' civile che fosse dinanzi al vicario e quella decidere secondo la forma degli statuti e ordini di città ecc. - (1) Il primo registro parrocchiale di S. Giovanni Battista descritto da prete Michele Durante è quello dei battezzati, e comincia dal 2 febbraio 1558, cioè prima sette anni della esecuzione (i.° Maggio 1565) del Concilio di Trento, che imponeva per precetto ai Rettori delle chiese parrocchiali la descrizione dei battesimi e dei matrimonii. II. primo inventario dei sacri arredi venne descritto il 28 dicembre 1561. (2) Liber Visitationum, Arch. c. s., pp. 272-275. (3) Arturo Ferretto, Un maestro eretico a Sestri Ponente nel 1579 in Giornale Storico e Letterario della Liguria, 1900, p. 43. — XXII — » Che il capitano abbia contro il suo bargello e famigli Γ istessa autorità in castigarli come il capitano di Chiavari e altri .famigli. » Avrà il detto capitano obbligo di scoter le avarie e altri carichi de’ suddetti luoghi e ville spettanti alla Repubblica e dovrà farle buone ad essa come son tenuti gli altri giusdicenti ecc. ecc. ecc. » Il salario del capitano dovrà esser di L. 2500 all’anno e 600 quello del vicario da pagarsi dalla Cassa di S. Giorgio e più una parte sulle condanne e confiscazioni di beni, all’ infuori di ciò proibita ogni mancia o compenso. » Si eleggerà uno scrivano e un cavallero come si fa per Polcevera e Bisagno. Il capitano avrà un bargello e sei famigli, dodici soldati pagati dalla Repubblica da cambiarsi di due in due mesi. » L’eletto a capitano dovrà accettare non potendo accampare scuse, non accettando pagherà L. 4000 di multa, non potrà esser rieletto se non dopo dieci anni. » L’ autorità e giurisdizione del Capitano sia senza pregiudizio dell’autorità e bailìa ecc. » (1). Primo capitano del nuovo capitanato di Sestri che di dieci in dieci anni veniva confermato fu il patrizio genovese Andrea Spinolk (2). * * * Eretto il capitaneato di Sestri, si pensò ad erigere una nuova chiesa, desiderando il popolo sestrese del borgo emanciparsi dall’ unica parrocchia di S. Gio. Battista. A tal uopo il 3 ottobre il Sac. Gaspare Carabelli, previa autorizzazione del cardinale Gio. Battista Spinola, arcivescovo di Genova, piantava la croce nel luogo designato per la nuova erigenda chiesa (3), e il 4 ottobre 1610 Gio. Battista Dario, arciprete di S. Lorenzo in Genova, d’ordine e licenza del vicario generale del prefato arcivescovo cardinale, poneva la prima pietra di N. S. Assunta e di S. Gio. Batta, alla presenza di tutti gli abitanti di quel luogo, di Gio. Battista Casatroia , parroco di S. Gio. Battista, di Gio. Battista Lercari, secondo capitano di Sestri, di Fi'ancesco (1) Paesi, Sestri Ponente, Busta 22-362. Arch. di Stato. (2) Serie de’ primi 14 capitani di Sestri in Archivio parrocchiale di Multedo. — La patente per il primo capitano fu rilasciata il 7 maggio 1609 (Istruzioni e relazioni, Filza 7, Arch. di St. in Genova). (3) Archivio parrocchiale di S. G. B., come da Pergamena, in atti di Giacomo Cinico, no-taro cancelliere della Curia, 1620, 8 Giugno. — χχιιί — Strixioli, di Girolamo Rossi, e dei rappresentanti delle famiglie Restano, Peloso, Pesce , cinque tra i sei di bailìa (i). Dopo io anni la chiesa fu quasi del tutto terminata. Infatti l’8 giugno 1620 Felice Tamburello, protonotario apostolico, canonico e vicario generale dell’arcivescovo Domenico de Marini, dietro istanza degli ufficiali di bailìa di Sestri, benediva la nuova chiesa, celebrandovi per il primo la Messa. La Curia arcivescovile l’erigeva in parrocchia il 22 dicembre 1620 (2). Il decreto non ebbe però subito esecuzione. Dopo una serqua di liti tra l’antica e la nuova parrocchia, Mons. Domenico de Marini, arcivescovo di Genova, con solenne decreto del 3 febbraio 1623 smembrava la nuova chiesa dalla vecchia matrice ed assegnava la nuova chiesa dell’Assunta a Gio. Battista Casatroia, parroco di S. Gio. Battista, e ciò con decreto 14 febbraio 1623, e quella di S. Gio. Battista a Giuseppe Carabelli, con decreto 2 marzo 1623 (3). Rimase quest’ultima composta appena di 1290 abitanti, come da censimento di G. Carabelli del 6 aprile 1623 (4) e la maggior parte della popolazione rimase al borgo, aumentata di molto in pochi anni (5). * * * Eretta la chiesa e costituito il capitanato, si pensò a dare miglior assetto al Consiglio, onde il 13 gennaio 1615 il Senato riceveva questa supplica : Serenissimi ed Eccellentissimi Signori: Abbiamo veduto quel che scrisse il signor Tommaso Gentile, capitano di Sestri, del governo di cose pubbliche di quel luogo e i capitoli formati (1) Atti del Not. Giacomo Cuneo, 8 giugno 1620, Arch. di SI. e Arch. della Curia Arciv. di Genova. (2) Atti c. s. — Il 22 ottobre 1622 la Curia Arciv. di Genova permetteva la celebrazione nella cappella di S. Gio. Battista, eretta in detta chiesa da Gio. Battista Costo; il 22 dicembre dello stesso anno permetteva la celebrazione nella cappella del Crocifisso costrutta da Eustachio Migone; il 21 aprile 1626 accordava il privilegio di celebrare in altri altari ; 1’ 8 maggio 1626 Cristoforo Loreto, macellaio, dotava d’annue lire 20 la cappella, che la Comunità di Sestri fondò testé in cornu epistolae; il 14 dicembre 1627 Gio. Battista Peloso otteneva il gius patronato della prima cappella al lato sinistro ; il 10 ottobre 1629 la chiesa veniva solennemente consecrata da Mons. Vincenzo Spinola, vescovo di Brugnato, che ne avea ottenuta licenza fin dal 4 ottobre ; nel maggio del 1637 gli Strixioli, che aveano dotato l’altare di S. Francesco, ne ottenevano il giuspatronato (Atti dei Not. Giacomo Cuneo, Filza io; Silvestro Merello, Filza 8, p. 107, Gio. Battista Badaracco, Filza 4). (3) Not. Giacomo Cuneo, Filza 13, Arch. di Stato. (4) Not. Cuneo, Filza 13. (5) Archiv. parrocchiale, Reg. 5, p. iv. — XXIV — per mettervi ordine e regola certa. Abbiamo sentito li sei e molti altri di detto luogo, uomini di pratica, ex capitani, e riconosciuto che manca ordine e regola in nominare gli ufficiali della cosa publica ci stimiamo che convenga dargli una regola certa e rimedi necessari. Abbiamo compilati articoli che sottoponiamo alle W. SS. Serenissime. i°) Lodiamo che da VV. SS. sia latta nel dicembre 1’ elezione di 15 persone che abbiano nome « Consiglio di Sestri » per l’anno venturo 1615. 20) Detti 15 subito eletti dovranno far l’elezione de’ sei di bailìa per l’istesso anno 1615, nel dicembre 1 ò 15 faranno l’elezione dei 15 per l’anno 1616, e eletti fare i 6 di bailìa per l’anno 1616 e così di seguito. 30) Morendo o stando assenti più di 15 giorni, i 15 con i 6 di bailìa faranno surrogazione del morto o assente fino alla venuta. 4°) Il numero legale de’ /5 sarà di 12 per deliberare. 50) Il numero de 6 di bailìa, sarà di 4 almeno per sentenziare e deliberare. 6°) Congregando il Consiglio con i 6 di bailìa, cioè 12 e 4,'i voti sieno i due terzi. 70) Tutte le deliberazioni del Consiglio saran fatte sempre alla presenza del capitano prò tempore di Sestri. 8°) L’età di ciascun membro di Consiglio e dei sei, sia di 35 anni. 90) L’eletto non potrà esser rieletto se non dopo tre anni. io0) L’autorità e facoltà de’ 6 di bailìa sia di governare e maneggiare e provvedere a tutte le cose pubbliche , come è stabilito sin ora escluso ciò che viene ordinato per questi capitoli. Nelle cose importanti si ricorra al Consiglio e con lui deliberare a voti. Non possano spendere più di L. 5.00 per volta e per una cosa e con il Consiglio fino a L. 25 per volta e per una cosa. ii°) Li 6 del Consiglio rappresentino tutta la comunità di Sestri come se fosse fatto da tutta la comunità. 12°) Il nuovo Consiglio dei /> e i 6 nuovi di bailìa al gennaio 1615 debbano eleggere quattro del luogo di età almeno d’anni 35 compiti, dei più virtuosi e prudenti, e a questi 4 dovranno render conto tutti i passati amministratori del Comune. 130) La medesima elezione di 4 si farà ogni anno per prendere 1 amministrazione de’ cessati. 140) Il Reggitore del 1615 si elegga ogni anno. 150) Le gabelle del vino e dell’olio e altre siccome sono state comprate a utile e benefizio dell’ università di Sestri, così anche si dovrà osservare per l’avvenire. 160) Trattandosi della compera di alcune gabelle si raduneranno il — XXV — Consiglio e i sei costituendo dei Procuratori con facoltà e bailìa di comprare detta gabella. 170) Il Consiglio ed i Sei dovranno eleggere gli amministratori di dette gabelle e il Cassiere, e la cassa sarà con tre chiavi una delle quali spetterà al cassiere, l’altra al più vecchio de’ Sei ed una al maggiore degli amministratori e i denari per pagare si prenderanno nella cassa pagando subito. 180) Gli amministratori daranno conto ogni anno ai quattro a deputarsi. 190) Il Consiglio e i Sei porranno le tasse di Gabella o diminueranno 0 accresceranno. 20°) I debitori debbono pagare le gabelle, e ricusando, debbono essere costretti. 2i°) Il Consiglio e i Sei nomineranno un notaio per le deliberazioni. 220) Il riparto delle spese che toccano al Capitanato si dovrà fare ogni anno da persone esperte nominate dai Sei di bailìa. 230) Il notaio non starà in carica più di tre anni e sarà retribuito (1). * * * I capitoli emanati per la buona amministrazione del Consiglio furono riformati più tardi e il 10 aprile del 1708 si stabiliva tra l’altro: i°) Si eleggeranno 6 ogni anno, cioè due di essi di quattro in quattro mesi. 20) Nel dicembre di ogni anno si farà 1’ elezione de’ Magnifici Consiglieri in numero di 15, cioè otto del borgo Lardara e sette di Castiglione, due pacificatori, quattro censori, quattro padri del Comune , quattro ufficiali della Sanità, 4 protettori delle carceri e cappella di N. S. di Loreto con aver riguardo che una metà sia di un borgo e l’altra dell’altro e tutte reiezioni si facciano dagli Anziani senza il Capitano (2). * * * Come si vede la grande gestione municipale del Capitaneato sestrese si svolgeva unicamente nel borgo, custodito da truppe corse e tedesche (3), e tale rimase anche in virtù della legge del 90 agosto 1797, che divideva (1-2) Ms. alla Bibl. Civico-Berio). ' . (3) Il 27 febbraio 1627 la Curia arciv. di Genova dava licenza al P. Melchiorre Squenti della C. d. G. di predicare in Sestri ai soli Tedeschi, i quali ne avevano fatto istanza (Atti del Not. Giacomo Cuneo, Curia arciv. di Genova). — XXVI — il territorio della Repubblica in distretti. Il distretto della Vctrenna comprese allora 1’ unico Comune di Sestri come capoluogo e altri Comuni (i). Il 18 aprile 1798 però il Consiglio de’ Settanta della Repubblica Ligure « considerando che, senza una divisione definitiva del territorio ligure, non era possibile riparare ai mali incalcolabili cagionati alla Repubblica dal disordine funesto in cui allora si trovavano i Corpi amministrativi, e il Potere giudiziario esige dal Corpo legislativo questa definitiva divisione del territorio, e che qualunque ulteriore ritardo andrebbe ad urtare 1’ espressa disposizione della legge » divideva tutto il territorio della Repubblica Ligure in 20 Giurisdizioni ed in 156 Cantoni. Fu allora costituita (in ordine alla i3a) la giurisdizione della Polcevera col capoluogo a Rivarolo. Le furono assoggettati dodici Capo-cantoni, tra i quali settimo era Sestri Ponente con Giudici di pace di prima classe, assegnando come dipendenze le parrocchie di S. Giovanni Battista, Multedo e Borzoli (2). Il 28 aprile 1798 il Consiglio de’ Seniori approvava il quadro su descritto. Una legge emanata il 24 maggio 1798 dal Consiglio de’ Sessanta stabiliva : i°) Il Territorio Ligure è diviso in 20 Giurisdizioni : ciascuna Giurisdizione è divisa in Cantoni e ciascun Cantone in Comuni, come nel quadro di divisione del territorio ligure, stabilito con legge de’ 18 e 26 aprile. 20) Ciascuna parrocchia forma un Comune (3). La legge favoriva in se stessa la vetusta parrocchia di S. Giovanni Battista, sul cui territorio gettava le basi il nuovo Municipio. La crisalide comunale che, come vedemmo, si era nel secolo XIII chiusa nel suo bossolo, usciva farfalla libera e indipendente. Nessuna legge del Corpo legislativo d’allora fu più emanata per Sestri, ad eccezione della costituzione del Tribunale di commercio, fatta con decreto 8 maggio 1799 (4). Nell’avvicendarsi dei cambiamenti della ligure costituzione i due Comuni di Sestri, viventi ormai di vita propria, più non cambiarono, onde nel Quadro della divisione del territorio ligure, compilato il 17 gennaio 1803, e ratificato dal Senato il 27 maggio dello stesso anno, apparisce che il territorio ligure veniva partito in sei Giurisdizioni, tra le quali prima (1) Progetto di costituzione per il popolo Ligure in Leggi e Decreti. (2) Raccolta delle Leggi ed Atti del Corpo Legislativo della Repubblica Ligure dal 17 gennaio del 1798, Voi. I, p. 151. (3) Raccolta delle Leggi etc. cit. (4) Raccolta c. s., Voi. II, pag. 271. — XXVII — era la giurisdizione del centro. Essa comprese allora parecchi cantoni, di cui il terzo era Sestri Ponente capo-cantone, con popolazione di N. 3225. Seguono i Comuni di S. Giovanni Battista . . . . Anime 1009 Borzoli .... 1269' Multedo..... 828 S. Carlo di Cese . . . 193 Cornigliano...... I 106 Coronata....... 85 Fegino....... 675 In tutto » 9114 Un altra costituzione si fece il 14 maggio 1804. Il territorio ligure fu diviso in Cantoni, onde sotto il Cantone, chiamato di Sestri, abbiamo i Comuni: i° Sestri, 2° S. Gio. Battista, 30 Borzoli, 40 Multedo con S. Carlo di Cese, 50 Cornigliano con Coronata e Fegino (1). I Comuni ormai erano diventati autonomi, e nessuna legge posteriore venne a ledere la loro autonomia. * * * Sestri, dall’ antico Sextus (ab urbe lapis) (2), Sextum (ad lapidem (3), (1) Raccolta c. s., Voi. III. (2) Benché questo addiettivo numerale ordinativo Sexto sia stato tolto alcuna volta dai romani scrittori a dinotare nome di famiglia o prenome, come Sesto Giulio Cesare , pure d’ ordinario ne usarono ad esprimere con nome comune la sesta pietra o colonnetta migliare. Ne abbiamo un esempio in due distici di Ovidio : Est via quae populum Laurentes ducit in agros Illac lanìgeri pecoris tibi termine febris Sacra videt fieri sextus ab urbe lapis. (Fast. Lib. II in fin.). Giova per giunta osservare che il termine dello Stato Romano stava originariamente presso la sesta pietra migliaria sulla strada verso Laurento (Torre di Paterno) presso un luogo detto Festi (Strab. V, p. 230); quindi il nome di via Laurentina, ramo della via Ostiense: a 16 ehm. poi da Roma vi era un ponte, Pons ad Decimum o ad Pontem decimum, donde il nome poi di Decimo ad un casale sito più in là di 2 ehm.; quindi staccandosi a 5 ehm. da Roma dalla via ostiense, ivi pare cominciasse il numero delle miglia, e Genova ad una distanza consimile ebbe il suo ad Pontem Decimum nella valle di Polcevera sulla via Postumia, e il Sextus lapis nella riviera di ponente. (3) Ad Sextum lapidem era frase più comune ed usitatissima agli scrittori delle romane cose, ed in guisa peculiare a Livio (Cfr. L. III, c. 69, e Lib. V). Non di rado da alcuno si omise la parola lapidem ponendosi solo l’addiettivo numerale come sostantivo v. g. ad duodecimum a Cremona locus Castrorum vocatur (Tacit. 2, Histor. c. 24). — χχλαπ — Sexto (ab urbe lapide) (i), è nome, come già accennammo, derivato dalla sesta colonnetta, o pietra migliare, che per romana usanza veniva eretta lunghesso la via. In conseguenza, ad interpretare rettamente questa latina appellazione, non è mestieri ricorrere alle lingue celtiche o alle italiche, tanto più che dall’Ascoli al Flechia e ad E. Parodi , benemeriti cultori della moderna glottologia, etimologia e toponomastica, venne stabilito come canone sicuro che l’italiano ed i dialetti relativi originano dal solo e schietto latino. Scrisse già lo Spotorno a proposito del vocabolo Sestri : « Sestri a ponente (Sextum), Pontedecimo in Polcevera , Quarto e Quinto all’ o-riente di Genova, ne ricordano l’uso romano di segnar le miglie lungo la via con colonne migliari, dicendosi per tal cagione Ad Sextum lapidem , Ad Decimum, Ad Quartum, Ad Quintum Ab Urbe » (2). Questo nome però, come tanti altri della nostra riviera, subì varie fasi o modificazioni nel lungo volgere dei secoli. Nei registri parrocchiali si trova una varietà curiosa , intorno all’ uso di tal nome, e ciò forse seguì secondo la diversità della persona scrivente, ed anche secondo l’idioma, latino od italiano. Ad esempio nell’ Archivio parrocchiale leggiamo S.t0 Gioane di Sestri, nella prefazione del 1,° Registro di Michele Durante curato, (2 febbraio 1558-14 ottobre 1561), così nel Reg, 2° (1564-1570); mentre si trova SJ° Gioane di Siestri nel Reg. 3·° (1577-1581;) e Sestri di ponente nel Reg. 4.0 (1582-1599) e così nel Reg. 5.0 e seguenti. Ai registri parrocchiali del secolo XVI, fanno eco il Pantero Pantera, dicente « a dieci miglia da Portofino è Sestri levante , così detto per distinguerlo da quello di ponente » e Leandro Alberti , il quale nello stesso secolo scrivea « passato il fiume Cherusa appare Sestro di ponente , talmente nominato a differenza di quello di levante ». Fino al 1500 circa troviamo usato Sextum. Infatti il Bonfadio che scrisse la storia fino alla metà del secolo XVI ha Sextmi per Sestresi, e l’annotatore aggiunge : non Sextnni, cum oppidum Sextum non Sexti um appelletur (3). Nullameno il Giustiniani nel 1537 diceva Sesto, ed il federici continuava a dir Sesto fino al 1640. Il Bizaro però per tre volte usa Sextrum ; Leandro Alberti, Sestro (4), come pure abbiamo ancora Sextri nei documenti parrocchiali del 1700 (5), da che di leggieri si ebbe Sestri, che nel principio del secolo XVII continuo a distinguersi con ad- (j) Sexto ab urbe lapide è modo di dire più comune di Sextus e meno usitato di Sextum. (2) Storia Letteraria della Liguria, Tom. I, p. 74· (3) Annali, Lib. I. p. 68, not. 35. (4) Descrittione di tutta Italia, 19 gennaio 1550. (5) Arch. parrocch. di S. G. B., Not. G. B. Galleano, 2 ag. 1709. — XXIX — diettivo a ponente, ovvero occidentale, come si ha dal portolano di Pan-tero Pantera (1568-1625) (1). ' Le strane appellazioni di Sexta del 12 Giugno 1253, di Segesta e di Monte Segestero dell’ Helyot (2), del Sigestro di F. Bosio (3), di Sextim dell’Arnato Amati, del Sestu dell’autore della guida Gcnes et ses environs, sono espressioni rarissime, o corrotte ed infondate, che sogliono d’ordinario sfuggire a qualche scriba, 0 notaro incolto, ovvero ai compilatori di vocabolari], di dizionarii geografici 0 a persone straniere ecc., poco illuminate nella storia particolare di ogni singolo paese, che tolgono ad illustrare, ed a quelle persone, che anche rinomate per dottrina o per dignità, poco curano la proprietà dell’ elocuzione 0 1’ esattezza nella traduzione del nome. Curiosissima poi è la versione, che di un cosi facile nome ammanisce l’avv. G. Poggi. Egli considerando che « i documenti da lui citati del sec. XIII e XIV (il Portolano e il Bracelli) non fanno menzione di Sestri ponente, e che un altro documento ms., forse una copia del Bracelli, dice Sestum pulcherrimum iuxta littus maris con duecento abitanti, mentre nel 1530 numerava in due borghi 800 fuochi» deduce con una induzione sua propria che dal 1448 al /530 data il paese di Ses tri (4). Poco prima però avea già asseverato : nell’epoca romana l’attuale via maestra di Sestri costituiva la spiaggia del mare , mentre la via Aurelia passava dov’ è attualmente la via di S. Caterina. Lungo quella via che la bella spiaggia lambiva dovettero allinearsi ben presto degli abitati ; ma la bufera dei barbari distrusse probabilmente quel paese incipiente, aggiungendo che : « Sisestro o Sestro, vaglio.... i romani tradussero qualche volta Sexhivi , ma il più delle volte Segesto » (5). In un’opera antecedente però avea già il chiaro scrittore espresso « Sestro (σηστρον) Sestri è un bel vaglio dove le piccole ghiaie rappresentano il grano, dove le alghe, le scorie van lentamente eliminandosi per effetto dell’onda » (6). Per distruggere le affermazioni del Poggi basterà a noi rilevare che ai tempi del basso impero romano, quando cioè fu descritta la tavola geografica detta peutingeriana, lo scoglio di S. Andrea dovea essere staccato dal lido, come vaga isoletta, ed il mare batteva la falda della collinetta (ora dei Padri Cappuccini) per cui· la via Aurelia non potea correre .ove (1) Saggio del Portolano di Pantero Pantera, per Cencio Poggi, p. 35. Nondimeno abbiamo già nel 1430, i5 Novembre, « Sestri quod est ab occidente », come troviamo pure registrata una barca de Sestro da Ponente il 27 agosto 1461. (2) Storia degli Ordini Monastici, c. 2, p. 18, T. IV. (3) Liber Visitationum, p. 272. (4) Le due Riviere, p. 76. (5) Ivi, p. 75· (6) Genoali e Viturii, p. 135. — XXX — adesso si trova la via S. Caterina. Nè in secondo luogo si deve datare dal 1448 il paese di Sestri, perchè i numerosi documenti, citati prima di tale epoca, provano proprio il contrario. Il nome poi di Sestro-Vaglio dice troppo. Infatti tutta la riviera di ponente di Genova sarebbe, per la stessa ragione di Sestri, un bellissimo vaglio dall’ arena di San Pietro alle candide arene di Albenga. Avvertiamo pure che nell’ alta Fontanabuona, nella parrocchia di Nei-rone, esiste tuttora la frazione di Siestri, dove non ci son ghiaie, nè onde da formare un bellissimo vaglio. * * * Dei due Comuni sestresi, raggruppati anticamente in un solo, mi piacque dar la serie degli avvenimenti, sino alla scoperta dell’America , aggiungendo gli atti, che rimanevano ancora per chiudere il secolo XVI. La mèsse è ricca e interessante , e da essa spigolo il notiziario del secolo XIII (1). Son limpidi ricordi del passato, un complesso di cose smaglianti, delle quali nessun diario si è mai occupato, un caleidoscopio enorme, entro cui si svolgono mille scene , che ebbero il teatro ora in quelle confuse roc-ciosità dei monti sestresi, ora in mezzo alle dolci e distinte curvature delle collinette, ora presso la spiaggia bagnata dall’onda marina. Il tempo colle sue lente ed incessanti trasformazioni avea fatto dimenticare i fatti più belli di Sestri ; interrogai carte e pergamene e , simile a chi dopo lungo viaggio ritorna al paese natio, rivede i luoghi già obliati, se ne compiace e li osserva, ottenni eloquenti risposte, evocai uomini e cose, date ed eventi, memorie sacre di gioie e dolori, che niuno conosceva, giacché erano assopite nel silenzio degli archivi, aspettando la loro risurrezione. E la risurrezione non si fece aspettare. * * * Alla marineria, a questa eterna sirena, ammagliatrice dei popoli liguri, si applicarono ben presto i Sestresi, i quali con merci e derrate affidavano al mare le saettic, i panfili, le tande, i leudi, che i maestri d ascia e i calafatti aveano costrutti in scarto Sexti, nella patria spiaggia. (1) Il notiziario fu già in parte pubblicato. Cfr. Arturo Ferretto, Sestri e i Sestresi nel Secolo XIII in Decimonono Centenario della Natività di S. Gio. Battista, Genova, Tip. della Gioventù 1900, p. 56. — XXXI — Il 5 febbraio 1191 Oliviero Maruffo da Sestri va in Sardegna, il 2 marzo 1198 Birro da Sestn compra una nave per andare a Bonifazio di Corsica, il 18 dicembre 1209 Abiatico da Sestri va a negoziare a Milano, il 24 settembre 1210 Gandolfo da Sestri va in Sicilia, il 2 maggio 1215 i sestresi Giovanni Grasso e Ido de Donnapurpura vanno col loro leudo alla pesca dei coralli; il 1.2 settembre 1239 i fratelli Nicolò e Corsino Corsi da Sestri vanno colla loro barca, chiamata S. Giovanni, fornita di 28 marinai, vestiti di ferro e armati di balestre, a Montaldo di Maremma, il 22 aprile 1244 Tommaso da Sestri, calafatto, dichiara di essere stato a Murcia in Ispagna, il 19 aprile 1251 Marino da Sestri va in Maremma, il 28 febbraio 1250 Idone da Sestri arma una nave per dare la caccia ai nemici della Chiesa romana e del Comune genovese, il 19 settembre 1259 Ansaldo Anseimi da Sestri va in Calabria, il 13 e 20 luglio 1266 Giovanni Morello e Leone Re sono scelti a rematori nella flottiglia, che sotto il comando dell’ ammiraglio Obertino Doria, dovrà fiaccare la baldanza dei Veneziani; il 25 Maggio 1276 Oberto Saccarello va a Maiorca (1); il 24 agosto 1278 Bonfiglio da Sestri va pure a Maiorca. Il 4 luglio 1281 i fratelli Nicolò, Francesco e Lombardo Cuneo vanno in Provenza (2), il 9 agosto 1281 Giacomino Lavezzo va in Maremma e Sardegna, nell’aprile 1287 Manuele Aicardo è a Maiorca, il 4 ottobre 1297 Francesco Giaferri è a Napoli etc. etc. L’elenco è interminabile e altri anelli potrebbero essere aggiunti alla storica catena. * * * E i Sestresi in Oriente ? Gli antichi Genovesi, non paghi della cerchia troppo ristretta delle montagne, che ne circondano e ne serrano il passo per ogni via, affissarono il cupido sguardo all’Oriente, emporio allora di tutto il commercio, e in premio del senno e del valore, ottennero di ivi porre colonie, onde Genova dalla sua scogliera sedeva a sopraccapo dell’ Eusino , regnava in una parte di Costantinopoli e riempiva del suo nome l’Asia e l’Africa ad un tempo. Nè in mezzo ai Genovesi dovevano mancare i Sestresi. Fin dal 12 luglio 1161 Guglielmo da Sestri riceveva in accomandita L. 88, che prometteva di negoziare in Alessandria d’Egitto. (1-2) Arturo Ferretto, Codice Diplomatico delle Relazioni fra la Liguria, la Toscana e la Lunigiana ai tempi di Dante in Atti della Soc. Lig. di Stor. Patr., Voi. XXXI, Fascicolo II, pp. 128, 389. — XXXII — I nostri annalisti raccontano che nel 1232 furono inviate alla volta di Tunisi cinque galee, delle quali era ammiraglio Guglielmo Mallone. Questi, avuta contezza che Federico II avea ordinato al suo marescalco in Acri di catturare tutti i Genovesi, che si trovavano in Tunisi , si avviò con altre galee alla volta di Acri. Giunta la novella in Genova, vennero prontamente allestite altre dieci galee e due navi, di cui furono ammiragli Ansaldo Boleto e quel Bonifazio Panzano, che nel 1224 fondò con altri la chiesa di S. Francesco diSestri. La flottiglia salpò da Genova l’ii agosto, ma prima che si unisse all’ altra comandata dal Mallone , questi insieme coi suoi marinai, nel numero dei quali era il nostro sestrese Tommaso Grasso, avea già sbaragliato il marescalco dell’ imperatore e fatti prigionieri i suoi soldati. Il marescalco, lasciando e morti e feriti, fuggì a Tiro. II 6 agosto 1233 i sestresi Gir ardo Frixone, Oherto de Priano, Oberto Vaccari, Abracino Campione e Guglielmo Campione fanno società per andare a pescare nelle spiaggie di Acri. Marco della Ferrara del Priano di Sestri era stato eletto in qualità di rematore sulla galea, che gli uomini della podesteria voltrese aveano armato a prò del genovese Comune, per far vela verso Ceuta d’Africa, assediata dai saraceni. La galea chiamavasi galea di Voltri. Il nostro Marco il ^aprile 1235 preferiva consegnare 36 soldi a Marinetto Calegario da Sori -, e questi in cambio del Sestrese prometteva di far parte della flottiglia. Nella galea, armata dagli uomini di Borzoli,* Fegino, Sestri, Multedo, Pegli, Voltri, Arenzano e Cogoleto, componenti la podesteria Voltri-Bor-zoli, dovea trovarsi il fior fiore della nostra marineria, e gli atti notarili, non del tutto avari, ci mettono in mostra il nome di Giovanni Cappa da Sestri, il quale il 18 marzo 1236 chiedeva soldi 15 al Comune di Genova, per aver prestato servizio nella predetta galea di Voltri. Il 18 maggio del 1237 Ansaldo Peloso da Sestn riceveva da Rubaldo Galletta una quantità di panni di Lombardia, che prometteva di portare a Tunisi, come pure Γ11 luglio del 1248 Ansaldo Loco da Sestn incaricava il suo concittadino Enrico Angelien di riscuotere il capitale e il lucro della società commerciale, stabilita per Tunisi con Simone da Pegli. L’8 maggio 1262 Rainerio de Piacentina abitante in Villa Sexti, riceve L. 6 e soldi 30 da Giovanni Ottaviaiu da Sestn , onde promette di andare in cambio suo, in qualità di nocchiere, nelle galee, che il Comune di Genova allestiva per andare in Oriente, al servizio dell’ imperatore dei Greci. Il 16 aprile del 1282 Giacomo figlio del qm. Ganxlolfo da Sestn notaio, promette di servire per lo spazio di due anni nella chiesa, che i Genovesi possedevano in Tunisi. — XXXIII — II 27 giugno 1289 il notaio Sestine Caldino è in Caffa , e negli anni 1281-1291 il notaio Leone da Sestn è in Pera di Costantinopoli, e ivi nelle dei Genovesi stipulano atti come cancellieri e vicari dei podestà. Nel febbraio e luglio 1300 i sestresi Giacomo, Oddone, Ansaldo e Giovanni Gualtieri trovansi a negoziare in Famagosta di Cipro. * * * I mulini dei Fornellino, dei Mallone , dei Malocello, della chiesa del Priano, alimentati dall’acqua del Chiaravagna, forniscono la farina ai nostri abitanti ; le nocciuole, i pomi, i pomogranati, le noci, le castagne secche concorrono a costituire il tributo, offerto dai livellari agli abati di Sestri ; i canonici della cattedrale di Genova affittano le terre, che in Sestri formano le loro prebende ; i Carmandino per le loro terre, che hanno in Sestri , devono dare una mezzarola di musto all’ abazia di S. Siro in Genova ; la calce del monte Gazzo , su cui non torreggia ancora il Santuario, sacro alla Vergine (1), valica i confini della podesteria e si impiega in quei palazzi di Genova superba, che sono nel secolo successivo 1’ ammirazione di Francesco Petrarca ; i calcinarolii di Sestri impiantano le fornaci di calce ad Arcola, a Cogoleto, al Sassello e altrove ; i mattoni di Sestri, fabbricati dagli Alessio, vengono ricercati il 27 febbraio 1228 da Guglielmo Embriaco, che sul piano di Sant’Andrea', presso la Porta So-prana, getta le basi d’ una torre maestosa. L istruzione non e posta in non cale. Dal 30 ottobre 1200 al 6 aprile (1) Soltanto il 13 maggio 1645 la Curia arcivescovile dava licenza al parroco di S. Gio. Battista di Sestri di piantare sul Monte Gazzo una grande croce di legno e di andarvi in processione per supplicare il Signore acciocché liberasse il territorio sestrese dalle-tempeste (Filze dell’Archivio della Curia arciv. di Genova). Nel 1660 si innalzava la prima chiesuola su detto monte e con decreto del 5 ottobre dello stesso anno si dettavano appositi capitoli (lurisdictio-nalium, Filza //, N. 1344, Arch. di St. in Genova). Il 1.° settembre del 1700 il Senato permetteva che gli Agenti di bailia di Sestri chiedessero la licenza di celebrar messa in detta cappella, purché non vi si fabbricasse il campanile, e la licenza della benedizione di esso e della celebrazione della messa sine tamen iurium parochialium preiudicio fu accordata dal Vicario generale Gio. Battista Poggi il 6 settembre 1708 al Rev. Gio. Stefano Maccione , parroco di S. Giovanni Battista (Iurisdiclionalium l. c., e Curia Arciv. di Genoi'a, Filza al ιγο8). lì 24 luglio 1757 Gio. Andrea Rossi e Gio. Battista Calvi, deputati dalla Comunità di Sestri per i ristori della Cappella del Gazzo, espongono che accorrendo in detta Cappella gran numero di persone, e ritrovandosi detta Cappella capace appena di 25 persone, dovendo le restanti sentire la messa sulla piazza, senza la vista e l’udito del sacerdote celebrante, deliberarono di addivenire all’ ingrandjmento della medesima, per cui supplicavano il-Capitano di Sestri di supplire alla spesa di L. 600 occorrente per 1 ’ ampliamento, non essendosi tutta raccolta dai fedeli. Il Capitano ordinava il mandato per L. 80 di genovini (Archivio del Municipio dì Sestri Ponente, Libro delle Deliberazioni). Sestri antico. m — ίχχχιν — 1236 in Sestri esercita con plauso la medicina il medico Baldumo, nè manca lo speziale Arnoldo, ricordato il 9 febbraio 1197. H 10 luglio 1255 alla scuola di prete Giacomo, parroco della chiesa di Cornigliano, si accordano i Sestresi causa adiscendi litteras; il 17 settembre 1252 fa capolino un pittore per nome Piperino, il 20 gennaio 1265 un altro medico per nome Ansaldo, il 19 marzo 1288 un Guglielmo, speziale, che dal genovese Comune riesce ad ottenere le rappresaglie contro gli uomini di Nizza. A tutti questi tiene bordone una serie di notari, che alternano la loro dimora in Genova e Sestri, e si chiamano Gandolfo, Parodino e Leone de Sexto, Giovanni, Giacoìno e Sorleone Busnardo, Stabile Ottaviani, Manuele Loco e Nicolò Bandora. E Sestri raggiunge il suo apogeo. 11 notaio Palodino de Sexto, aule imperialis notarius, e gli atti del quale trovansi tuttora all’Archivio di Stato, è nel 1235 cancelliere del Comune di Alba, essendo ivi podestà Guglielmo Embriaco (1); il 7 giugno 1280 è ricordato Tommaso Loco, dottore in leggi (2); Giovanni Busnardo il 22 settembre 1296 è rettore del collegio dei notari. Il notaio Leone da Sestri, che vedemmo a Pera di Costantinopoli , e nel 1275 inviato ambasciatore a Venezia col mandato di trovare il modo di pacificare le due regine dell’Adriatico e del Mediterraneo, e il 25 giugno 1280 in Cremona, nella chiesa di San Bartolomeo, rogava 1 atto di tregua, firmato dagli ambasciatori di Genova e Venezia (3). Il 2 gennaio 1294 il Comune di Genova eleggeva ambasciatore il no taio Stabile Ottaviani da Sestri col mandato di presentarsi al cospetto del doge di Venezia e far osservare la tregua, stabilita tra Genova e Venezia, febbricitanti per intestini sdegni e cospirazioni, ed esauste da una lotta lunga e snervante. Questo benemerito Sestrese, che ebbi la sorte di togliere dal polve roso oblìo, giungeva il 23 gennaio dello stesso anno a \renezia insieme col suo concittadino Percivalle da Sestri e tanto fece che riuscì a far ac cettare l’osservanza della tregua. A Sestri volge pure gli sguardi Luchetto Gattilusio trovator di lai maestro il quale nel 1295 getta le basi della chiesuola di S. Giacomo del Priano. (1) F. Gabotto e E. F. Eusebio, Rigestum Comunis Albae in Biblioteca della Soc. Sto rica Subalpina, 1903, Pinerolo, Tom. XXI, p. 133. (2) Atti della Soc. Lig. di Stor. Patr., Voi. XXXI, Fascicolo II, p. 298. (3) Camillo Manfroni , Relazioni di Genova coti Venezia dal 1270 al 1290 in Giornale Stor. Lett. della Liguria, An. 19OT, p. 362. — XXXV — Tanto 1’ Ottaviani quanto il Gattilusio si resero benemeriti della patria. Questi fu spedito dai proprii concittadini al pontefice Bonifazio Vili, per le trattative di componimento tra Veneti e Genovesi , così bene incominciate dal notaio sestrese. E Bonifazio VIII, che con bolla del 13 febbraio del 1295 levava la sua voce per il compimento di questa pace, in mezzo alle cure del suo ministero non dimenticò Sestri. Il 13 agosto 1295 accordava da Anagni l’indulgenza d’ un anno e di 40 giorni a chi nella festa di S. Giacomo, e per otto giorni consecutivi, avesse visitato la prefata chiesa di S. Giacomo quam dilectus filius Luchetus Gatilusius civis lanuensis de bonis propriis fundasse dicitur et dotasse. Parimente il 13 aprile 1297 lo stesso Bonifazio Vili scriveva a Giovanni da Rovegno, cittadino genovese. Lodava la sua pietà per aver riparata la chiesa di S. Andrea di Sestri nimia vetustate consumptam , il chiostro, il dormitorio e il refettorio, erigendo presso la chiesa al mare un ospedale, dove l’abate avea promesso di mantenere alla notte un certo numero di poveri, ai quali avrebbe dato frumento e vino, e di alloggiare quei che passavano di giorno offrendo pane ed elemosine. E perchè a questo patto non venisse fatto strappo alcuno, il papa incaricava l’abate di S. Fruttuoso di Capodimonte e il priore di S. Matteo in Genova, di apporre il suggello pontificio alla munifica sanzione. Sestri è grande e batte le ali per terra e per mare. Il nome del notaio Manuele Loco da Sestri in Genova come aquila vola. Nel 1252 vien eletto cancelliere di Portomaurizio, nel 1259 cancelliere del consolato di giustizia in Genova e il 10 luglio 1261 sottoscrive alla conferma dei patti, stabiliti tra gli ambasciatori Genovesi e quelli del-l’imperatore dei Greci. Beneviso dalla S. Sede , ottiene favori per i suoi concittadini, onde mercè sua il 9 agosto 1248 Giovanni da Sestri, d’ordine d’Innocenzo IV, viene eletto canonico della cattedrale di Albenga , Giovanni, fratello del notaio Gandolfo da Sestri, ottiene nel 1247 la prepositura di Castello in Genova, e il 29 gennaio 1252 Tommaso Loco, d’ordine dello stesso pontefice, prende possesso della plebania di Borzoli. * * * Che dire della Badia di sant’Andrea di Sestri, il faro della cività, che nel volvere di parecchi secoli, sprizza una luce che non patisce tramonto ? Là, in quei tempi di fede, in faccia all’ immensità del mare, si assurgeva a Dio sopra due ali, la preghiera e lo studio. Quando tacevano i salmi, il capo cantore o il subcantor, circondato da giovani teste di leviti, rase dall’abbondante chioma, segnalava i tempi ed i toni alle loro ange- liche voci. Altrove , intorno ad una mensa , sparsa di pergamene e conchiglie di cinabro e d’ oltremare, sedevano i monacelli ; gli amanuensi preparavano i bei fogli di velino purificato ; gli scribi facevano scorrere la cannuccia a comporre i caratteri, i pittori si adoperavano al disegno delle adorne maiuscole, e chi spandeva i fondi d’oro lucente, chi vi allu-vnnava sopra fregi e figure. Altri· poi rileg'ava il libro, avvolgendolo in solido mantello di cuoio, chiuso da ferreo serrarne , come uno scrigno, o impreziosendolo di gemme e di aurei ganci di fine rabesco. Le aule più vaste aveano panche gremite di uditori, pendenti dal labbro d un magistero, insegnante dalla cattedra ; intanto qua e là pei chiostri meditava qualche solitario col bianco cappuccio abbassato, o aggirandosi sotto le arcate, o seduto sui gradini del mistico pozzo. E si facevano dispute, duelli intellettuali, dove si acuivano gli ingegni, e mandavano lampi più duraturi delle scintille , che il ferro di cavalieri sprizzava nei tornei. Nelle umili celle i monaci sestresi insegnavano l’arte del bottaio e del fabbro, preparavano i granceni, coloro che presiedevano alle grancie, ossia poderi , o ville rustiche sotto la giurisdizione monacale , altri in apposite formelle poneva il piombo liquefatto, che dovea servire da sigillo agli atti emanati dagli abati jdi Sestri. » Essi avevano un’autorità speciale, perchè più volte furono scelti non solo dal genovese Comune come arbitri in questioni politiche, ma della sagace opera loro si valsero tutti i pontefici del secolo XIII Per delega zioni o missioni le più delicate. Un pensiero di riconoscenza adunque ai Cisterciensi di Sestri ! A sollievo dei pellegrini e degli ammalati fanno sorgere come per incanto infermerie ed ospizi ; agitatori per eccellenza della fiaccola della civiltà, inviano falangi monastiche, che dissodano terreni, piantano ulivi, dettano leggi per il vivere sociale, e i luoghi deserti si tramutano in co Ionie rurali ed in piccole città. La metà del secolo XIII non è ancora varcata e il nome della badia di Sestri echeggia venerato anche presso il pontefice Innocenzo IV, il quale nel luglio 1244 insieme col giovane cardinale Giovanni Orsini, eletto più tardi pontefice col nome di Nicolò IH > lo stesso che per bocca dell’Alighieri dice : E veramente fui figliuol dell’ orsa , - venne a Sestri equitavit ad monasterium sancti Andree de Sexto ut habcret ibi aerem largiorem.-.. ■ - * Il pontefice Alessandro IV, visto che 1’ abazia di Rivalta dell’ ordine di S. Agostino nella diocesi di Torino, andava in isfacelo sì nel temporale — XXXVII — che nello spirituale, interpellò parecchie abazie cisterciensi perchè la prendessero sotto la lor protezione. Guglielmo, priore di Paverano, ne diede solenne possesso a Melchiorre, monaco di S. Andrea di Sestri, ma l’abate sestrese, considerando che era impossibile pagare i debiti della chiesa di Rivalta, nè potendo porvi i suoi monaci, non tanto per la lontananza, quanto per le guerre , costituiva procuratore Guglielmo da Novara , monaco di Sestri, per rinunciarla all’ abazia di Staffarda, il che venne eseguito il 23 novembre 1265 (1). Quale splendide pagine di storia per Sestri ! E appunto dalla badia di Sestri sciamano, come da vivaio inesauribile, intrepidi campioni, che si chiamano frate Oliviero, frate Filippo, frate Benvenuto da Levanto, il primo zir mentis et acumine dius, nel 1257 minister operis portus et moduli, architetto nel 1260 del palazzo di S. Giorgio, il secondo architetto del molo nel 1270, il terzo eletto nel 1296 vescovo di Accia in Corsica (2). E i migliori dei Genovesi beneficano continuamente questo taro di civiltà, e nella chiesa e nel cimitero della badia scelgono la loro sepoltura. * * * Gli Achino, gli Airaldo, gli Alessio, gli Ansaldo, i Balbo, i Balestrino, i Caldino, i Calvi, i Campanaro, i Campione, i Cappa, i Capriata, i Capuccio, i Casella, i Castagneto, i Celesta, i Cepulla, i Cervo, i Chiappori, i Clerici, i Corsi, i Costo, i Cuneo, i Demarchi, i Ferrari, i Foglietta, i Galletta, i Gallo, i Giordano, i Collo, i Grasso, i Lavezzo, i Loco, i Marchese, i Migone, gli Orengo, gli Ottaviani, i Peloso, i Pennuto, i Rebuffo, i Rossi, i Saccarello, gli Strixiolo, i Suppa, i Vaccari, i Zuccarello, e altre famiglie di Sestri, lavorano ora i propri campicelli privati, ora i vigneti e i castagneti, che appartengono ai nobili Mallone, ai Camilla , ai Carman-dino, ai Guercio, ai Lercari, ai Malocello, ai di Negro, ai Lomellino, agli Spinola e ad altri, che arrichiscono le frazioni di Sur riva, Castiglione, Forno, Gazzo e Lardara. Sestri facea pur commercio di pelli e pelliccie, di mezzari a fiorami, che servivano di copricapo alle donne, di fustagni di Pontremoli e di Al-benga, di tele di Reims, di panni listati a colori di Provine, di cendati (1) F. Gabotto, G. Roberti, D. Chiattone, Cariarli della Abazia di Staffarda in Biblioteca della Soc. Stor. Subalpina, 1902, Voi. 12, p. 103. (2) Da questo elenco togliamo Giovanni de Cervo, creduto monaco di S. Andrea , e di cui è cenno a p. 184. Il Prof. Francesco Mannucci sta illustrando la vita di questo poeta Anonimo, il quale, come affermò lo Spotorno, non fu monaco di S. Andrea di Sestri. — 1CXXVIÌI — di Chàlons, di arazzi dorati, di frutta, del vino di Sapello e di quella vernaccia, che colle anguille di Bolsena piaceva a Martino III, che Ebbe la santa Chiesa in su le braccia. L’armonia regnava in'paese; i guelfi e i ghibillini, il triste loglio del secolo successivo, non avevano ancora attecchito, e, acciocché il commercio sestrese non avesse incagli, il io febbraio 1259 i sindaci di Coronata e Cornigliano riattavano la strada , che da Campi conduceva alla Colom-bara di Sestri. I Sestresi, lasciate le colline, continuavano a fabbricare alla spiaggia del mare, non più case di legno, ma case con portici, concorrendo così alla formazione del Sestri moderno. Un notaio esatto non dimentica di farci conoscere che al 31 novembre 1221 in cima del borgo di Lardara sorgeva il palazzo con portici del nobile Lanfranco de Turca, personaggio celebre nei patri annali, come quegli che nel 1210 fu inviato ambasciatore al re di Tunisi per il genovese Comune. II 9 marzo del 1251 i figli del defunto nobile Ugone Lercari, il celebre ammiraglio di S. Luigi, re di Francia, si dividono i. beni, che hanno in Sestri. Nelle loggie dei nobili Carmandino e Malocello (1) si radunavano gli uomini di Sestri per eleggere i loro sindaci e rappresentanti, e nella stagione estiva, anelanti alla felicità del riposo agreste, convenivano in lieta brigata i nobili genovesi, tra i quali eccelleva quel Branca Dona .... che per sua opra In anima in Cocito già si bagna Ed in corpo par vivo ancor di sopra. Il Doria, ricordato da Dante nel Canto XXXIII dell’ Inferno, avea il suo palazzo in Cornigliano (2). (1) Il 20 maggio 1274 in Sestri, nella loggia di Giacomo Malocello, conveniva Oberto Gri maldi, fratello del trovatore Luchétto Grimaldi, e alla presenza di Marino de Mai ino, anna lista del Comune genovese, e di Giacomo Bernerio da Borzoli, riceveva una somma dal sestrese Giovanni da Vernazano, e un’altra consegnava al nobile Lanfranco Vento (Not. Leonaido he grini, Reg. II, f. 159-151, Arch. di St. in Gen.). Il 27 novembre 1464 il governatore in Genova per il duca di Milano e il consiglio degli anziani ordinano agli uomini di Sestri di sospendere i lavori fatti in novo edificio ecclesie per eos inceplo presso la loggia dei cittadini , che hanno possedimenti in Sestri (Diversorum X, Reg. 84, Arch. di St. in Gen.). (2) Arturo Ferretto, Branca Doria e la stia Famiglia in Atti della Soc. Lig. di Stor. Patr. Voi. XXXI, Fascicolo II, p. LXXVII. — I Doria continuarono ancora a Sestri nei secoli successivi. Il 17 novembre 1446 il doge Raffaele Adorno permette a Lamba Doria di ricevere Filippo Doria in rur e suo Sex li (Diversorum X, Reg. 36, Arch. di St. in Gen.). - Altri nobili — XXXlX — La parrocchiale di S. Giovanni, nel cui atrio, all’aprirsi del secolo XIII, come già si disse i consoli, esercitavano la giustizia, e presso la quale era sorto il Comune di Sestri Antico, avea vissuto già in questo tempo una vita parecchie volte secolare. La minuscola chiesa di S. Martino già sorgeva accanto ad un fortilizio o guardiola ; pochi anni contava la chiesa del Priano, che per i canonici di Mortara fondò Sismondo Muscola, console del genovese Comune , ma malgrado la sua giovinezza assistè al sorgere della chiesa di S. Francesco, fondata dai Panzano per i figli del poverello d’Assisi, e al sorgere della chiesa e dell’ ospedale di sant’Alberto, di quella delle Cassi-nelle e di altre chiesuole minori. In tutte queste chiese stende il suo manto la nieve di Borzoli, dotata d’ una collegiata già fiorente di canonici, e in questo secolo XIII quasi in isfacelo. * * * Ho parlato della chiesa di S. Francesco di Sestri. Sappiamo che nell’Umbria mistica e pittoresca, che, alternata da valli profonde e da erte montagne, sembra chiamare alla chiusa meditazione e all’estasi contemplativa, all’ombra delle torri di Assisi e dei boschi lussureggianti, dove, al dire dell’ Ozanam , dovea nascere il canto d’ un amore migliore, umili fraticelli avevano intonata la laude sacra, inneggiando a Dio, alla Madonna, ai Santi ed alla natura, così splendida colà nelle sue stesse ruvide bellezze montane. Una poesia, malata di misticismo, ma pur sempre poesia, vergine e serena, si elevava nell-inizio di quel periodo medievale, mare sempre misterioso e profondo, di cui, nonostante le fatiche di tanti studiosi, non si sono scoperte se non che poche spiaggie, e queste eziandio non bene descritte, nè v’ è speranza si possa mai conoscerle appieno. Un poverello glorioso, serafico in ardore, nato a pensieri contemplativi ed a sensi di universale amore, celando sotto la scorza del Santo l’eroe che amava, benediceva e soffriva, dotato d’ un cuore schiuso alle più vive impressioni, errava per l’Italia, elemosinando e cantando « povero ed umile fraticello che ristorò, ripulì, rimise in fiore la disciplina cristiana trascorsa e arrugginita dalla barbarie dell’ età precedenti, richiamando i cristiani istituti alla santità dei principii » (i). vi bazzicavano pure, e il 21 maggio 1450 il doge Ludovico Fregoso permetteva a Caterina, vedova di Brizio Adorno, di andare a Sestri 0 a Voltri per recarsi a Roma per il giubileo (Di-versorum X, Reg. 51· Arch. cit.). (r) Gorres, Fr. von Assisi ein Troubadour, Strasbourg, 1829; Fr. voti Assisi ein Heili- Al movimento mistico dei Francescani siamo debitori del primo saggio di rappresentazione della Natività. Il tedesco Lang-e scoperse ad Oxford una rappresentazione liturgica entro un rituale già della chiesa di S. Pietro di Sutri. È del secolo XIII, ma il Lange afferma che più antica doveva essere la usanza rappresentativa e che il manoscritto è copia di originale più vetusto (i). Se 1 affermazione è giusta, il codice sutrino ci presenta il tipo più antico di sacre rappresentazioni in Italia. Il D’Ancona però, parlando con quella competenza, che tutti gli riconoscono, delle origini del dramma sacro in Italia , nota che i più antichi ricordi , che abbiansi di spettacoli religiosi, non vanno più addietro del XIII secolo, e che Apostolo Zeno fu primo a far osservare come nel 1244 (o più giustamente 1243) venisse fatta in Padova una rappresentazione sacra, correndo la festa di Pasqua, nel Prato della Valle, dove già prima aveano echeggiato le grida di giubilo di cavalieri e dame, di donzelli e di giocolieri. E il D Ancona sulla scorta di incontrastabili documenti continua a discorrere di altro simile spetttacolo, che nel 1257 face vasi a Siena, come pure il De Bartholomaeis ricorda la rappresentazione della Risurrezione data nel 1267 al cospetto del Doge di Venezia. D: nuovo il D Ancona registra altra memoria del 25 maggio del 1298, appartenente a Cividale del Friuli dove in die Pentecostes et in aliis duo-bus sequentibus diebus facta fuit repraesentatio ludi Christi.... honorifice et laudabiliter per clerum civitatensem.... (2). A questi pochi documenti, che formano il caposaldo dei più antichi spettacoli religiosi, fui lieto di aggiungerne un altro, che occupò non solo nella serie breve delle surriferite memorie un posto onorevole per antichità in Italia, ma costituì altresì il ricordo più vetusto di tali rappresentazioni in Liguria. Nel 1280 si ebbe appunto in Chiavari un ludus de tribus Manis (3). In questo ludus riconobbi ben tosto una di quelle sacre rappresentazioni, che traevano la sorgente da qualche Mistero della Passione di N. S., e che , ravvivate sempre da lampi di affetto, facendo corredo a festività religiose, furono il preludio del nostro moderno teatro. genbild, von D. K. Hasc, Leipzig, 1856 ; Ozanam, Les Poetes Franciscains eri Italie au XIII Siècle, Paris, 1852. (1) Rivista critica della Lett. Ital., Annoili, n. 2; De Bartholomaeis, Ricerche Abruzzesi in Bullettino delVIstit. Stor. It. n. 8, an. 1889, p. 168. (2) D’Ancona, Storia del Teatro Italiano, pp. 87, 97. (3) A· Ferretto, Le Rappresentazioni Sacre in Chiavari e Rapallo, Genova, Tip. R. Istituto Sordo-Muti, 1898, p. 15. — XLI — Un altro ludus più importante, perchè precede il movimento dei disciplinanti, sorto nel 1258 tra le popolazioni dell’Umbria , commosse alla voce di Raniero Fasani (1), ebbe luogo a Sampierdarena nel 1253, ed al quale han preso parte gli uomini di Sestri. Ne parla il seguente documento, che per la sua importanza riferisco nella sua integrità : « Ego Berruminus fihus petri de Raynero de sanctò petro Arene confiteor tibi lanfranco de sancto petro Arene me tibi dare debere solidos vigniti tres et dimidium Ianue. quas prò me soluisti comuni Ianue. occasione condempnationis in vie facte per potestatem Ianue. occasione rixe quam homines plebatus sancti petri de Arena fecerunt cum hominibus sexte in ludo per egri nor ititi renuncians exceptioni noti numerate peccunie et omni Alu exceptioni, quas tibi nel tuo certo misso dare et soluere promitto usque Ad dies octo proximos Alioqum penam dupli tibi stipulanti promito rato manente pacto, cum omnibus expensis quas feceris. » Actum Ianue Ante domum canonicorum sancti laurentii qua habitat Willelmus de valle speciarius. M.CC.LIII. lnditione X. die XII Iunii post nonam Testes Castellus calui et lanfrancus brondus speciarius » (2). Abbiamo dunque un ludus peregrinorum ; ove succede una rissa tra gli uomini di Sampierdarena e quei di Sestri. L’apparizione di N. S. ai due pellegrini di Emaus fu adunque il soggetto scenico, come più tardi fu il soggetto di vari lavori d’ arte. Basta conoscere il Vangelo dell’ indomani di Pasqua per farsi un’idea del fatto; ma v’ha di più. Cornelio A Lapide nel commento ai quattro Vangeli dice che san Francesco « cum quadam vice in die Pasche moraretur in monasterio, nec essent a quibus mendicarent, memor Christi, qui discipulis euntibus in Emmaus hoc ipso die m specie peregrini apparuit, ab ipsis Fratribus eleemosmam petit, ut peregrinus et pauper » (3). I Francescani di Sestri dovevano essere necessariamente i fautori di questo ludus peregrinorum, e dei quale il d’Ancona riferisce non pochi esempi. Sopra un simile rottame di antichità, vivente reliquia di consuetudini secolari, rispettato dall’ ala edace del tempo, e che ormai costituisce uno dei primi ricordi più antichi di sacre rappresentazioni non solo in Liguria, (1) Ernesto Monaci, Appunti per la Storia del Teatro Italiano, in Rivista di Filologia Romanza, I, 4. · (2) Atti del Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. IV, f. 130V. - In margine a sinistra lanfranco de sancto petro arene; in margine a destra cassatum est de voluntate partium M.CC.LIII die XIIII octobris. (3) R. R. Cornelii A Lapide, Commentaria in Quatuor Evangeliis, Venetiis, MDCCLXI Cap. XXIV, p. 608. » - — xlii * % * (i) Si han pure altri ricordi più recenti di spettacoli in Sampierdarena e paesi finitimi. Il giorno di Pentecoste del 1460, mentre a Sampierdarena si correva il palio, Battistino Doria rapì in Genova la cugina Bianchetta Doria e la portò al Sassello. (Atti del Not. Andrea de Cairo, Filza 18, f. 244, Are. di St. in Genova). Il 29 maggio 1538 Andrea Solari, cintraco del Comune di Genova, dichiara di aver procla viato in Rivarolo, Sestri, Cornigliano e Sampierdarena il decreto del doge, che comandava « che nessuno osa nè presuma andare stare conversare nè ballare in lo loco dove si ha da far la festa della Ascensione nel loco di Borzoli e ville circonvicine con arme archibusi balestre nè rudelle e se alcuno se troverà con dette arme prohibite in detta festa e circumstantie per spacio di mezo miglio caderà in pena de doi tratti di corda. (Filze del Senato, N. 36, Arch. di St. in Genova). Dal Diario Pallavicini, che conservasi all’Archivio Municipale di Genova, tolgo pure queste note, Hguardanti il teatro : Domenica 8 8bre 1589. Questo dopodisnare certi giovanetti di poca età hanno recitato una rappresentazione spiri tuale in lo Chiostro delli Fratti di S. Pietro d’Arena, et riuscitte benissimo. Vi era gran concorso di persone particolarmente di donne. Li figlioli· sono doi di Gio. Batta Pallavicino q. Da miano e uno di Ger.° Grimaldo q. Luce; li altri erano figli di huomini di S. Pietro d Arena. Mercordl 11 detto. Questa sera si fece la comedia stata apparecchiata da giovani della villa di Multedo. E stata bellissima e di molto gusto per lo gran concorso di persone e dame che vi furono. Giovedì 12 detto. Questa sera si fece una pastorale in casa di Gio. Francesco Benigasi e fu fatta da giovani non nobili : riuscì molto goffa. Fu in Carignano. ma in Italia, si può facilmente costruire un ampio edifìzio, ben lasciando ad altri congetturare se questo spettacolo fosse in Sampierdarena già in grado di avanzato sviluppo, o se si svolgesse sul sagrato della pieve di S. Martino, o su quello degli Agostiniani di N. S. della Cella, oppure a S. M. di Coronata, o in luogo profano (1), o se 'questo ludo si facesse con isfoggio di suoni o di versi , o come festa di popolo, o come uffizio liturgico. Non si creda poi che il ludus peregrinorum sia una di quelle battagliole comuni nel medioevo, giacché di detto ludus abbiamo in Genova la continuità. Infatti il D’ Ancona (/. c., Voi. II, p. 141, nota) riferisce che nel 1490 si rappresentò in Genova in casa di Giovanni Adorno la farsa dei doi peregrini. L’erudito Comm. Vittorio Poggi, nome ben noto nella nostra repubblica storico-letteraria, nei suoi Appunti Archeologici Storici e Artistici intorno ad Albisola , ci dà contezza che una strofa popolare, eco di tempi ormai lontani, in cui i rapporti tra i paesi limitrofi s’informavano gene- — XLIJI — ralmente a sensi di reciproca malevolenza, che la musa popolare estrinsecava assai spesso in mordaci epigrammi, dice di Albisola Marina : Arbìséa, taera néua Belle figgie no se ghe ne tréua Quelle poche che ghe son Son ciù neigre che u carbon cioè : Albisola, terra nuova — belle ragazze non ce se ne trova — quelle poche che ci sono — son più nere del carbone (i). Or bene questi versi, poco gentili nel concetto e nella forma, si sentono pu^e a Sestri : A Lardaéa de taera antiga Figgie belle no ghe ne iniga Quelle poche che ghe son Son tutte a Casligion (2). Come si vede le due rettorie di Lardara e Castiglione vengono in scena nella cantilena, che dovea non poche volte essere ripetuta dai marinai del secolo XIII sulla tolda delle navi, motivo per cui la sentimmo ripetere in tre punti lontani, Portofino , Sestri e Albisola , paesi marinareschi per eccellenza. * * * Quell’ incantevole lembo di ligure riviera posto sotto la serenità infinita d’ un cielo, non ritagliato ancora dalle moltiforme grondaie, non tormentato dai fumaiuoli delle officine, rotto soltanto dalla mole nereggiante del gotico campanile del bel S. Giovanni, incantevole lembo, ripeto, che ^ come cantava il povero Praga, accoglieva in sè — fin d’ allora — tutta la poesia delle .....note indefinibili, Che han le campagne al mare, avrà, cominciando da oggi, la sua storia documentata, comè l’ebbe Gavi per cura del compianto Comm. Cornelio Desimoni. Giova rilevare però per amore di verità ed a scanso di equivoci, che la maggior parte della Prefazione, specialmente dove si parla dell’ evoluzione del Comune e del (1) Atti e Memorie della Società Storica Savonese, Savona, Tip. Bertolotto, 1889, p. 68. (2) A Portofino la strofa vien cambiata: Portofin de taera antiga Figgie belle no ghe ne wiga Quelle poche che ghe son Son ciù neigre che u carbon. nome di Sestri, e la maggior parte delle note apposte ai documenti ed ai regesti, salvo poche eccezioni, son opera del M. Rev. Teol. Giuseppe PARODI. Canonico Prevosto di S. Giovanni Battista di Sestri, e Membro della Società Ligure di Storia Patria. L’ Archivio di Stato, come si vedrà dalle indicazioni, ha fornito il gran materiale storico, radunato e presentato, come già in altri lavori, da Arturo Ferretto. ERRATA CORRIGE Pag 86 linea i Nicolò da Sestri Nicolò da Chiavari » 86 » 20 Oberto Vaccari e Frixone Oberto Vaccari e. Girardo Frixone » 88 » 8 Marco de Laferrana Marco de Laferraia » s9 » 2 Marchesia Giacoma Marchesio e Giacoma » 100 » 42 prezzo la casa presso la casa » 103 » 3 doc. CCLXIV doc. CCLXV » 130 » 2 bolla speciale, alla morte del Rev. bolla speciale. Dalla morte del Rev. Bartolomeo Quacquaro, cui Pio II Bartolomeo Quacquaro, cui Pio II avea concesso di rivestire le lane avea concesso di rivestire le lane dell’ordine cisterciense. E la serie... dell’ ordine cisterciense, la serie... » 159 » 15 monaci di S. Lorenzo canonici di S. Lorenzo » 163 » 18 Francesco Mediamaniva Francesco Mediamanica » 166 » IO figlia di detto Ughetto figlia di detto Opizzino » 185 » 13 Bonifazio Amoino Bonifazio Anioino » 191 » 25 archivelto archivolto » 261 » 26 Gio. Casuccio Gio. Casiccio' » 271 » 5 Ricobono di Borzolo Ricobono de Bozolo » 282 » 17 Ambrogio de Utrianis Ambrogio de Ultrianis » 294 » 4 Borzogli Borzoli » 296 » 26 Domenico Burzone Domenico Bargone » 335 » 23 Bertola Grosso Bertola Grasso » 335 » 32 Nicolò Grosso Nicolò Grasso t DOCUMENTI E REGESTI DAL SEGOLO VII AL SEGOLO X i. 680-690. — Costruzione della prima chiesa di Sestri, dedicata ad onore di S. Giovanni Battista. A p. 403 v. del V.° Reg. Parr. leggesi : « Io Girolamo Rossi prevosto ho più volte udito l’ora fu Sac. Agostino Cevasco, per molti anni stato cappellano ed economo di questa parrocchiale , che da memorie da esso vedute, questa chiesa è stata principiata a fabbricarsi l’anno 680, e dopo dieci anni terminata, cioè nel 690, con la spesa di 3000 scudi ». Sopra la surriferita memoria osserviamo: i.° Il parroco attestante, che fu il secondo prevosto, durò in carica, dal 1727 fino al Gennaio del 1770. 2.0 Il Cevasco con bella mano descrive accuratamente i nomi de’ battezzati, degli sposi e de defunti lino al 23 Gennaio 1727, come economo, in assenza del parroco Stefano Maccione. Visse poi in qualità di vice-parroco , sotto la prepositura del De-Rossi, fino al Dicembre del 1734 (I. c., p. 319). Non possiamo far cadere dubbio alcuno sopra l’autenticità dello scritto del De-Rossi, come pure sulla sincerità dell enarrato dal Cevasco. Del primo conosciamo la mano; al secondo dobbiamo prestar fede, essendo stato egli per quel tempo non semplicemente economo, ma deputato o reggente, e quindi un pubblico ufficiale innanzi alla legge canonica e civile. I Remondini, (1) mossi da storica induzione nel chiosare un documento, che riferiremo al 1161 , concernente l’ampliamento della parrocchia di S. Giovanni Battista, esclamano : « Una Chiesa che a mezzo del secolo XII viene ingrandita, chi non dirà già esistente avanti il mille? ». (i) Parrocchie, Reg. XIV, Part. II, pp. 239-240. Sestri antico, 1 SESTRI ANTICO II. 900..... — « La Chiesa di S. Giovanni Battista è antichissima.... dicesi che 1 attuale campanile, che prima era gotico, avanti della sua ristorazione portasse l’epoca del 900 ». Le parole lasciate, ove tirammo i puntini, non appartengono al nostro anno, però le riporteremo all’ anno 1080, perchè sono una conferma, benché non grave, di ciò che colà diremo. La mano è del prevosto Carrosio Domenico, che dopo due anni di vicecura fu eletto, all età di 2S anni, parroco di S. Giovanni Battista, nel 1S18, ove stette fino al 1840 (1). szEoom,0 III. 1001, prima del 24 sett. — Gotifredo del qm. Pietro Giudice di legge romana, dona a suo figliuolo terre a Lucoli ed a Sexto. (Atti della Soc. Lig. di Storia Patria, Voi. II, Part. I, p. 59). Forse non sarà agevole la spiegazione della formola di legge romana , che si trova in questo Allegato, a chi non è troppo versato nelle storiche discipline dell’ evo medio. Giova premettere a questo fine che era comunissimo 1’ uso in quei tempi di esprimere nella stipulazione di qualche contratto, v. g. di donazione, di vendita, ecc., la legge che professavano, longobarda, romana, salica, secondo il luogo della nascita loro. Non è ignoto al lettore che la marca (aleramica) di Aleramo, di stirpe salica, giungeva fino al torrente Lerrone, presso Arenzano e andava oltre Savona. Da Albenga, Clavesana, ecc., cominciava la marca (arduinica) di Arduino, di stirpe parimente salica. Da Arenzano, Genova, ecc., si stendea la marca (obertenga) di Oberto, di stirpe longobarda. Ora, come emerge da documenti antichi, si professavano, ex naìicme nostra lege Vivere salica, come si legge della contessa Berta, Manfredo Bonifacio e Anseimo, ecc., in un documento del 12 Maggio 1065 (2) ; altri professavasi ex nativitate mea lege vivere Longobardorum, come si legge della contessa Adila, in un documento riportato dal Moriondo (3). Altri poi facea professione ex natione nostra lege vivere romana , come emerge da un contratto di vendita del cit. Moriondo (4). Ond’ è che sovente in uno stesso casato la madre si professava di vivere di legge longobarda, ed i figli di lei di legge salica, come nel documento citato della contessa Adila. A quanto pare questa professione di legge facea capo al luogo della nascita più che della marca, benché i titolari di una marca avessero sempre una legge da professare, romana, longobarda, salica, etc., secondo che a ciascuno (1) Arch. Parr., Allegato II in ord. cron. (2) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. XXVIII in fine. (3) Mommi. Aquensia, I. p. 34. (4) Op. cit., pag. 46. SESTRI ANTICO 3 meglio talentava. Una volta però dichiarato quale si volesse adottare, non era più lecito ritrattarla. La maggior parte de’ Genovesi d’ordinario professavano legge romana. Tale concessione rimonta ai tempi di Carlo Magno (i). IV. 1053, 4 Maggio. — Oberto, figliuolo di Leda, fa donazione al Monastero di S. Siro di tutti i beni, da esso posseduti in loco et fundo Pclio, e sue pertinenze, confinanti con Lavedosa, Sestri, il lido del mare ecc., con case, vigneti, canneti, con piantagioni di olive, fichi, salici ecc., mulini, acquedotti ecc. La donazione è stipulata nel monastero di S. Siro. (iChartarum, Voi; I, col. 575; Atti c.s., p. 163). Lavedosa, è Laviosa, frazione di Pegli, che ne segna il confine dalla parte occidentale, sulla sinistra riva del fossato de’ Sacchi, volgarmente chiamato da sant’Antonio, a cui è sacro 1111 convento di Minori, elevantesi sopra la famosa scogliera , già prominente sul mare , che fu asilo, nel secolo XIII-XIV, al B. Martino Ansa , poi detto per il luogo, ove fissò la sua pacifica dimora, da Pegli. V. 1080, 14 Ottobre. — « La Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista fu edificata per voto, da due nobilissimi fratelli venuti con ingenti somme dal nobilissimo castello Costiz di Francia, e vi spesero 2800 scudi, come si può vedere in atti del nobile Lorenzo Fravega, cancelliere del suddetto anno ». (Arch. Parrocch., Allegato II). I Remondini (2), citando in nota la memoria preriferita aggiungono: ma poca cosa sarebbe stata, se dopo Si anno si dovesse ingrandire. Se la ragione, che indusse i Remondini a metter in non cale il supposto documento, fosse unica, non dubiteremmo punto di averlo come un buon capo di storia. Una chiesa fatta per sciogliere un voto, non è necessario sia gran cosa, ancorché si profondesse nella costruzione di essa una gran somma, come per quei tempi era quella di 2800 scudi. V’ha piuttosto di altri motivi, che, giusta alcuno, infermano tale memoria, e i.° la mano che lo presenta è del prevosto Capurro , e non indica il fonte, a cui abbia attinta tale notizia, come non è indicato nel documento il nome del Castello di Francia. 2.0 il notaro è un cancelliere, che ai periti in paleologia e paleografia non è noto. 3.0 porta nome e cognome, mentre i cognomi, secondo il Federici, si usarono dopo il 1100 (3). Con tutto ciò noi, poco vaghi di falciare memorie e documenti, se irrefragabili prove non sono in pronto a dissipare il dubbio, o le prove, che si adducono in contrario, sieno soltanto negative, rispondiamo: , i.° Poco monta che sia taciuto il fonte, il numero della filza, ecc. , od anche del Castello di Francia. Questo è argomento negativo, che isolato può ingerire soltanto il dubbio, ma in dubio, dicono i giuristi, standum est prò valore actus, fino a prova contraria. (1) Canale, Nuova istoria della Repubblica di Genova, I, Discorso storico, p. 62. (2) Parrocchie, Reg. XIV, Part. II, p. 240. (3) Canale, I. c., p, 447. 4 SESTRI ANTICO 2.° 11 campo della storia, in ispecie ai nostri giorni, si manifesta a poco a poco, e ciò che non è noto oggi, con la perlustrazione degli Archivii può esser chiarito domani. 3·° 11 Federici asserisce che i cognomi si usarono dopo il noo(i), come riferisce lo stesso Canale (2), questi però ammette che in Genova ve ne fossero anche avanti il 1100, e il Desimoni (3) confessa che i cognomi furono introdotti dopo o entro il 1100. In quanto poi alla costruzione totale della chiesa, non siamo tanto facili ad ammetterla, tanto più non avendo sott’occhi il testo, od una copia dell’originale. Noi la chiameremmo piuttosto^riedificazione , ricostruzione od ampliamento. Con tutto ciò i secoli X e XI, come apparisce dallo Spotorno (4), presentano in Liguria molte chiese ex novo costrutte, ed egli scrive: che la chiesa di S. Nicolò di Albissola Superiore, edificata 11011 più tardi del 1050, nella semplicità somiglia a tutte le altre edificate nei secoli X e XI. Il prevosto Carrosio Domenico poi (1S1S-1S40) scrisse: « La Chiesa di S. Giovanni Battista è antichissima, e si suppone fabbricata 1’ anno 1092 : dicesi però che 1 attuale campanile, che prima era di forma gotica, avanti della sua ristorazione portasse l’epoca del 900 » (5). Vagliando dunque il fin qui detto con il presente supposto documento del 10S0, apparisce che in detto anno, più che una costruzione era una ricostruzione, o ampliamento, 0 riattazione , non potendo supporre che il campanile (accessorio) sia stato fatto 200 anni prima della chiesa (principale). Nullameno, confessiamo ingenuamente, che, se non è raro ai nostri giorni , era cosa più agevole nell’ età passata il coniar nomi proprii , foggiar titoli , fabbricar documenti per dar patina di verità a preconcette ipotesi , o a favoreggiar brame di preferenza o di ambizione storica. Col tempo però, tali nomi, o titoli, o documenti fondati sull' instabile arena di temporanea credenza , finiscono nel vacuo, che dietro a sè lascia vergognosamente la falsità. Che se noi abbiamo voluto inserire questo documento nella serie de’ nostri annali, benché dubitosi alquanto, abbiamo nello stesso tempo esposto i dubbi, che si aggirano sulla sua autenticità , per non isdoganare fiabe colorate a documenti, e non invalidare nel lettore quella fede, che troppo merita una collettanea di memorie, attestazioni ed atti notarili di peso, riflettenti il nobile scopo di illustrare un lembo importantissimo della ligure riviera. Noi 1’ abbiamo collocato nei nostri annali dietro 1’ esempio di altri gravi annalisti, tra-cui il Desimon? (6), il Pfugk-Hartung (7) e l’autore della Bibl. Naz. di Torino (8), 1 quali, riportando una lettera del Pontefice Vittore I a Carino, vescovo di Genova, per l’anno 189-99, la riconoscono nello stesso tempo come apocrifa, sebbene il prelodato Desimoni la ponga a capo de’ suoi Regesti al N. 1. VI. I 100, 20 Luglio. — Airaldo Vescovo di Genova e Maurizio cardinale diacono Vescovo di Porto, legato del pontefice Pasquale, alla presenza di Pietro, abate di S. Andrea di Sestri, e di Lodigario abate di S. Stefano, consacrano la chiesa di S. Teodoro in Fassolo. (Alti Soc. Lig. di St. Patr., Voi. II, Parte 1, p. 207). (1) Scrutinio della Nobiltà Genovese, Famiglia Grimaldi, citato dal Barrili, Alti Soc. Lig■ Stor. Patr., Voi. XXVIII, p. 85, Not. 10. (2) Op. e 1. c., p. 448. (3) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. XXVIII, App, 2, p. 288. (4) Note al Diz. geog. del Casalis, art. Il Santuario di N. S. della Pace, p. 7 e 84. (5) Allegato I in Arch. Parr. (6) Regesti delle Lett. Pontif., p. 43. (7) Acta, II, p. 1, n. 3. (8) E. 44, p. 6. SESTRI ANTICO 5 11 monaco benedettino Pietro è il primo Abate, che figura in tale carica da notizie storiche documentate, quale sarebbe quella che vien data nell’atto surriferito. 11 Gi-scardi (i) parla egli pure di questo primo Abate, almeno come tale nell’ ordine delle notizie storiche, che ci pervennero, e cita un documento autentico, che dice esistere in San ieodoro, ed è lo stesso da noi riprodotto. La Badia di S. Andrea fu senza dubbio una tra le più antiche, che abbiano con luce di vera civiltà illustrato e beneficato non pure la Liguria, ma eziandio la nostra Italia. Sulla fine del secolo VI (597) una schiera di Monaci benedettini, in numero di 40, con a capo Agostino, dalla pendice del monte Celio , dal monastero che da S. Andrea s’intitolava, discese, per ordine di papa Gregorio, per ire a portare il soffio della romana civiltà, battezzata nella religione, di Cristo, all’ Inghilterra, chiamata poi Isola di Santi. Questa missione fu chiamata con ragione dal Tosti, il viaggio inorale civilizzatore di S. Benedetto. Spuntava il secolo VII e per l’Italia, già nota la regola del gran Padre di Subiaco, veniva abbracciata ancora da’ Liguri, popolo per indole disposto a ricevere la civiltà cristiana, a favorire la religione, a difenderla anche con il sacrifizio della propria vita. « Già tutti i monasteri delle provincie Campana, Sannita, Valeria, Toscana, Ligure e di altre, in Italia, fermato aveano di osservare quella certa e retta regola che Benedetto avea istituita » (2). Infatti un documento di papa Gregorio rivela 1’ esistenza dei figli di S. Benedetto nel VI secolo. E una Lettera pontificia, del novembre del 594, in che S. Gregorio, scrivendo al Vescovo di Luni, Venanzio, ne loda la santa industria, duolsi forte della salute di lui, ingiunge di vietare all’ex-prete Saturnino la celebrazione della messa, ordina di richiamare alle cose sacre il Diacono e l’Abate di Portovenere ed altri caduti (3). Non è a dubitare, che non erigessero pure un monastero, sullo scoglio di S. Andrea di Sestri, come ritiene la comune opinione degli storici. I fratelli Remondini infatti fin nel 1871, dando estesa relazione sopra i Cisterciensi in Liguria, scrissero : « La più antica memoria dell’esistenza di tale convento risale al VII secolo. I Benedettini aveano stanza su quella piccola altura, presso il mare, che si chiamava Isola di S. Andrea ed ora Castello di Sestri, di cui si vedeano, pochi anni or sono, i muri sdru-sciti, la quale è ad un trarre di pietra dall’ abitazione attuale , è divisa appena dalla strada, che il governo francese vi aprì sul principio del presente secolo, e rifatta poi sotto il dominio del Re di Sardegna. Ivi in piccolo romitorio durarono i Benedettini della prima regola fino al principio del secolo XII » (4). Senonchè ad altri piacque in base alla tradizione fissare la data di origine nel 540, e dirla fondata dallo stesso S. Benedetto, dopo aver fondato nel 529 il suo ordine. « Nella riviera occidentale della Liguria, alla distanza di quattro miglia da Genova, giace sulla spiaggia del mare un’ antica abaziale chiesa di S. Andrea Apostolo, che è fama 1’ abbia fondata S. Benedetto nel 540 » (5). Tra il vario sentire degli storici, nel difetto di matematica certezza di date , tra l’oscillare delle tradizioni, una e certissima è la conseguenza che noi abbiamo a dedurre che, cioè, il Cenobio di S. Andrea sia stato, da remotissima età, il faro luminoso di scienza, di santità e quindi di vera civiltà, che abbia rinnovellata la ligure riviera. (1) Origine delle chiese, etc., p. 14. M. S. alla Bibl. dei Missionarii Urbani in Genova. (2) Tosti, Vita di S. Benedetto, c. X, p. 291 e p. 300. (3) Regesti delle Lett. Pontif., n. 16, p. 44, raccolte da Cornelio Desimoni. (4) Giscardi, op. cit., p. 13; Giornate degli Studiosi, 1871, voi. III. (5) Historica Monumenta Congregationis S. Petri de Pisis, Memoria ni. s. dell’Areh. Par-rocch. di S. Gio. Ratta. 6 SESTRI ANTICO sim ο o ni, ο χιι vii. MIO. — Il B. Giovanni Orio mantovano è abate di S. Andrea di Sestri. (Giscardi, Orìgine delle chiese. M. S., p. 13). a) Fu scritto che il Semeria nella sua opera I secoli cristiani, voi. I, p. 77 dice « che in quest’ anno a Sestri erano i camaldolesi, ma egli contraddice agli storici , come vedremo e, a quanto asserisce egli stesso a p. 474 , dicendo che i cisterciensi entrarono a S. Andrea nel 1131 » (1). Ciò non è vero. Il Semeria nel citato luogo assevera « con dignità abaziale resse il monastero di S. Andrea, presso Sestri di ponente, dell'ordine cisterciense, cioè dall’anno ino fino al 1129... Dal monastero di Sestri passò... a reggere in qualità di Abate quello di S. Stefano, dell’ordine benedettino de’ monaci neri » (2). In una sua opera anteriore poi dice solamente che detta Badia fu fondata da una colonia di monaci, che ad istanza de’ Genovesi mandò dalla Francia S. Bernardo (3). Ciò che trovasi inesatto piuttosto nelle parole del Semeria è l’ammettere in S. Andrea i cisterciensi o benedettini della seconda regola, prima del 1131, asserzione che non ha alcun fondamento, .come vedremo in appresso. Chi parla di un camaldolese abate di S. Andrea, nel ino, è il Giscardi (4) , ed il P. Aurelio (5)),- benché altri non menino a lui buona questa sentenza, essendo tale ordine in allora appena sul suo nascere (6). b) È da notarsi 111 secondo luogo che prima de’ Benedettini vi erano in Italia monaci detti cenobiti, che viveano ai tempi di S. Benedetto , sotto una regola determinata e manodotti dalla volontà di un Abate , come erano quelli, che egli avea trovato in Subiaco (7). La forma dell’Ordine di S. Benedetto, essendo essenzialmente sociale , come quella della Chiesa, e detta da lui Schola divini servitii, avea ad ammaestrare l’individuo, perchè figliato alla Chiesa, in ordine ad una società da formare nel monacato, come una vera famiglia. Padre di questa famiglia è un abate. I suoi uffici toccano gli individui e la compagine sociale della sua famiglia. Egli più di fatti che di parole è maestro , rigido distributore della giustizia, è il centro, cui convergono le volontà de’ monaci per debito di obbedienza. Di quanta virtù, carità, temperanza debba essere fornito, espone S. Be nedetto nella sua Regola, cap. I. Poteano i monaci eleggere 1’ abate in qualunque luogo essi lo trovassero santo, retto, ne’ proprii monasteri e, per quanto fosse possibile, ne’più vicini e domandailo (8). (1) Giornale degli Studiosi, a. Ili, 1871, p. 202. (2) I Secoli Cristiani, Voi. I, pp. 77 e 78. (3) Storia Ecclesiastica di Genova, p. 292. (4) Op. cit., p. 14. (5) Tract. Chron., p. 344. (6) Giornale e 1. c. (7) Tosti, Vita di S. Benedetto, c. V, p. 179. (8) Mabillon, Praefat. Ord. S. Bened,, sec. V, pp. 224-225. SESTRI ANTICO 7 c) Non è però facile cosa, per chi vada sfogliando 111 de grosso le pagine di questi Annali, il rilevare una questione non lieve, che si leva incontanente all’apparire di un abate di nome diverso, in questo anno, per poi rimostrarsi, nel 1124, lo stesso Pietro, abate, già a noi noto per la prima comparizione che egli fa, nel 1100. Non erano, altri dirà, gli abati Benedettini della prima regola, eletti a vita nella loro carica? Sì certamente. Ce ne fa edotti l’illustre storico dellOrdine benedettino, Μλ-dillon, quando dice: Nessuno in Abate sia eletto, se non dopo la sepoltura del suo antecessore (1). D’ altra parte era prescritto dalla regola di S. Benedetto, fino dall’anno 644, che due abati non potessero essere contemporatieamente nello stesso monastero (2). Come dunque sciogliere il nodo? Chi de’ due sarà l’abate di S. Andrea, Pietro, oppure Giovanni Orio? Meglio 11011 v’ha a dirimere la questione che riferire quanto il più autorevole istoriografo benedettino riporta circa la duplice sorta di abati , che si avea ne’ monasteri del gran Padre di Narsia. Gli abati eri.no altri effettivi, ed altri onorarli. Gli effettivi reggevano il monastero, e, se questo era principale, visitavano gli altri minori per ragione di dipendenza al maggiore soggetti ; e sovente , o per ordine , o per consiglio del Superiore, se ne andavano in lontane regioni a fondare nuovi cenobii, per dilatare, non pure l’ordine loro, sì eziandio diffondere in deserte plaghe, o incolte zone, la vera civiltà. In tale circostanza 1’ abate effettivo eleggeva un monaco in sua vece, che in qualità di Abate avesse la reggenza del monastero. Ordinariamente quegli era addimandato per tale ufficio, che più in virtù, scienza e saggezza risplendesse tra i membri della religiosa famiglia. Questo monaco , che nella carica abaziale sostituiva 1’ abate effettivo , si chiamava abate onorario. Ne abbiamo un esempio nel 988, quando Gunteiio, abate di S. Albino d’Angiò, dovendo assentarsi, eleggeva a suo posto il monaco Rainaldo. Reduce Gunterio al proprio cenobio, come prima ebbe compiuta la sua impresa, continua il Mabillon , entrambi perseverarono in tale dignità vivendo insieme tra le mura del medesimo romitaggio. A convalidare la sua sentenza, il precitato autore, adduce un irrefragabile documento, che porta la data dell’ anno surriferito, concordando le in apparenza discordanti prescrizioni, chiamando Rainaldo abate onorario del monastero , in assenza di Gunterio, abate vero (effettivo) di S. Albino. Nella fattispecie presente sarà seguito lo stesso. Giovanni Orio, monaco, di specchiatissima vita, di santità consumata, di gran perfezione, congiunta con rara prudenza, surrogò senza dubbio l’abate Pietro, che come in Genova, così in altre parti della Liguria, od altrove si sarà portato alcuna volta , o spontaneamente o per mandato, a compiere qualche atto di abaziale giurisdizione. Infatti, mentre non abbiamo atti di preeminenza, di giurisdizione e di amministrazione di Giovanni Orio, dimorante , secondo gli storici, fino al 1129 in S. Andrea, per contrario Pietro nel noo si trova di presenza all’atto della consecrazione di S. Teodoro, in Genova, nel 1124 domanda in locazione una terra sita in Genova, e ricompare in dignità di abate nel 1128. Vili. 1124, 6 Settembre. — Pietro, monaco benedettino della primitiva osservanza, Abate di S. Andrea di Sestri, con Gandolfo ed Anseimo correligiosi, domanda in locazione una terra di spettanza della Collegiata di N. S. delle Vigne, In Burgo Civitatis Ianuae, in luogo detto Domoculta, (1) « Abbas, non nisi sepulto antecessore, eligatur ». Annales Ord. S. Rened., Tom. V, p. 548. (2) Canone 12 del Concilio di Cavaìllon, celebrato sotto Clodoveo: « Duo abbalcs in eodew monasterio non sint », ivi, T. I, p. 548. 8 SESTRT ANTICO presso la suddetta chiesa, confinante da due parti con la terra di Lanfranco Rosa e Giovanni De-Frisco, e da’ altra parte con la mansione della chiesa delle Vigne.. (Giscardi, 1. e., p. r6; Remondini, nel Giornale degli Studiosi, 1871, p. 201). L' Abate benedettino non era un aiitocrciie indisciplinato, e, se S. Benedetto non lo volea tacito, volea che neppure fosse sbrigliato deliberatore de’ negozi del monastero. Se questi erano gravi avea ad adunar Γ universa congregazione de’ monaci ed ascoltarne il consiglio (Reg. c. IV), perchè, egli dice, spesso il Signore rivela ai più giovani il partito migliore : se poi avesse avuto a definire de’ negozi di più lieve momento, gli dovea bastare il consiglio de’ seniori. Con tutto ciò l’Abate, usandone, non soggiaceva al consiglio de’ Monaci (1). A quanto pare stmo nominati Gandolfo ed Anseimo , che, forse come seniori, vennero tolti da Pietro abate per compiere un atto di locazione, che non eccede i limiti della semplice amministrazione, e che si può chiamare negozio di lieve momento. L’Abate di S. Andrea era un vero prelato di ordine secondo o medio. Era Prelato, perchè esercitava giurisdizione ordinaria, nel foro interno, e nel foro esterno, o contenzioso ; di ordine medio, perchè la sua giurisdizione potea essere limitata dal Superiore Generale benedettino (2). IX. 1127, 23 Aprile. — Otta, figlia del qm. Guglielmo, e Lamperto ed Oberto fratelli germani figli del qm. Ottone di legge romana, dichiarano d aver ricevuto da Giovanni sacerdote, priore e mandato della Chiesa di S. Andrea, soldi 407 di buoni denari in argento, per un appezzamento di terreno aratorio di loro spettanza, che hanno in Rovereto , e si trova in luogo detto Ferramenta, ed è della misura di tre pertiche ag'rarie, confinante da una parte la terra degli eredi del qm. Opizzone , da altre due parti la sopradetta terra di S. Andrea, e da altra parte la strada; lo vendono da questo giorno, donano , alienano , soggettano e concedono alla Chiesa di S. Andrea di Sestri. (Moriondo, Monumenta Aquensia, Tom. j, p. 42). Il Desimoni (3) dice a questo proposito : « I comuni di Bisio e Franca villa, facienti parte del territorio di Gavi, sono staccati e donati dal i.° Marchese di Gavi e figli a tre Monasteri cisterciensi di Rivalta, del Ti-glieto e di S. Andrea di Sestri ». Inoltre, non poche volte parla di « donazioni fatte dai Marchesi di Gavi a tre rary" dell’Ordine cisterciense di Rivalta o Francavilla, del Tiglieto, di S. Andrea di Sestri, in Rovereto e dintorni ». All’anno 1181 asserisce che Guglielmo Manfredo e Guido del qm. Giovanni confermano al Monastero di S. Andrea (come vedremo a suo luogo) 40 moggia di bosco situato nel luogo di Rovereto, che già fu donato allo stesso Monastero dal March. Alberto (1127), ed aggiungono altre moggia 60. Può essere che, quelle 40 moggia citate di terreno, sieno quelle che si stendono nel terreno de’ monaci, che confinava per due (x) Tosti, Vita di S. Beriedelto, 1. c., C. V, p. 180. (2) Piato, Praelect. Iur. Regni., I, p. 492. Parisiis, 1896. (3) Documenti di Gavi, p. 130, n. 192. SESTRI ANTICO Q parti, con 1 appezzamento venduto per soldi 407, il 23 aprile 1127 da Otta Guglielmo e Lamperto, proprietarii, a’ monaci predetti. 1 Tali beni vennero poi, col decorso del tempo, in possesso de’ monaci di S. Fruttuoso di Bisio (Gavi), i quali nel 1539 li vendevano ai Sindaci di Gavi, misurando bolche 359 e pertiche 6, per lire 1027. La vendita fu confermata da Clemente VII (1). Così il Desimoni, ma egli riconobbe poi erronea tale data e la riformò, riportando tal atto a Clemente VI e all’anno 1343, vedendo il documento del Liber lurium V, al Ministero Esteri in Parigi (2). La bolla daterebbe quindi non dal 1539, ma dal 1347 a’ 5 dicèmbre. Per giunta egli asserisce che « non sarebbe impossibile che i monaci di Bisio fossero una colonia del Tiglieto, di S. Andrea di Sestri, oppure di Rivalta », e perciò del-l’Ordine de’ Cisterciensi, alla quale ultima in tempi antichissimi era stata donata la vicina Francavilla (3). X. 1128. — È abate del Cenobio di S. Andrea di .Sestri Fr. Pietro. (Giscardi, Origine delle Chiese, p. 14). Questo Abate pare il primo e 1’ ultimo prelato della regola primitiva di S. Benedetto, che abbia avuto dimora nel Cenobio, torreggiante sullo scoglio di S. Andrea di Sestri. Non può ammettersi ciò che altri scrisse, che nel 1128, essendo ivi (in S. Andrea) la Comunità benedettina ridotta ad un numero esiguo, il Beato Pietro da Fermetè, poi Arcivescovo di Tarantasia, vi conducesse i Cisterciensi, dopo di avere fondata nel 1120 l’Abazia di S. M. del Tiglieto, perchè non regge alla critica, come vedremo all’anno 1131. XI. 1128. — Decreto dei Consoli per la guardia della città : « ..... Homines de Sexto et de Priano et de Borzoli et de Burlo debent per imumquemque dare faxium unum de lignis.... » — Gli uomini di Sestri, di Priano, di Borzoli e di Burlo devono dare un fascio di legna per ciascuno — (Liber lurium, Tom. I, col. 34; Atti della Soc. Lig. di St. Patr., Voi. II, Part. II, p. 764). « La guardia della città era l’obbligo, che correva a tutti i cittadini ed abitanti del distretto genovese, di far la guardia alla città, e la tassa (ordinaria-diretta) che pagavano quelli che non la facevano » (4). Homines de Sexto. — « La parola uomo, trasportata dal suo antico e comune, come altre volte, ad un nuovo e proprio significato volgare, cominciò significare una spezie di servitù » (5), la parola liomines significherebbe uomini sotto potestà, homines potestatis (6). Uomini, così cominciarono a chiamarsi i vassalli e i clienti, che in ragione de’ beneficii e de’ feudi per ispeciale professione, che fu poi detta hominium et homaginm, do-veano prestar fede, servizio, milizia o placiti o qualche cosa altro ai loro Signori (7). Il (1) Desimoni, Annali di Gavi, p. 153. (2) Desimoni, Documenti, p. 126, n. 165. (3) Annali cit. ivi. (4) Canale, Nuova Istoria della Repub. di Genova, voi. I, p. 276, epoc. I. (5) Vincenzo Borghini, Trai, della Chiesa e dei Vescovi fiorentini, citato da F. Sclopis. oria della Legislaz. del Piemonte, p. 12. (6) Ducange, Glossarium, ad li. v. (7) F. G. Bigliati, Feudi e Comuni del Mnnferrató, p. 13, IO SESTRI ANTICO DOneaud (i) per contrario, Caldeggiando la classificazione degli abitanti de’ singoli Municipi:, in maggiori (proprietarii) e minori (coloni, ecc.), secondo Γ uso romano , dice che il vocabolo homines equivalea a quello di majores. Questa interpretazione calza assai più a proposito della prima, sendochè in Sestri non regnava il feudalismo, nè perciò vi era negli abitanti dovere alcuno di vassallaggio, servizio, omaggio , ecc. ad alcuno, ma solamente d’ ubbidienza a Genova. Homines de Burlo. — Burlo è una cospicua frazione sopra Borzoli, tra Cianego e Fegino. Qui nel 1567 fu eretta la cappella di S. Maria de Poddio o Poggio, e dal Canonico Giorgio Baiardo, il 3 luglio, fu fatto un legato di messe, da celebrarsi in detta cappella, come da lapide esistente nella Chiesa parrocchiale di Borzoli. I Remondini scrissero 1467, ma la lapide dice 1567. Infatti il Baiardo, come canonico di S. Maria delle Vigne , nel 1568 poneva L. 200 nelle Compere di S. Giorgio, i cui proventi spettassero alP organista di S. Maria delle Vigne, per suonar l’organo la terza domenica di ciascun mese, alla messa del Corpus Domini (2). XII. I 129 dopo il 17 Luglio. — S. Bernardo di Chiaravalle, luminare dell’Or-dine di Cistercio, visita (per la prima volta) il Cenobio di S. Andrea di Sestri, e, come prova la tradizione, mostratisi ancora al forestiere le stanze, nelle quali il Santo ebbe dimora. (Giscardi, Origine delle Chiese, ecc. M. S., pp. 13, 14). Che in questo anno per la prima volta sia stato S. Bernardo in Liguria, è opinione pure di Roberto Rusca (3), in un articolo scritto sopra i Monaci di Cistello in Liguria. Senonchè una questione importante fa capo in questo anno, cioè: Quando sia stato eletto S. Bernardo a Vescovo di Genova? La controversia fu già agitata, a’ tempi del Manrique, da coloro che voleano Bernardo eletto a tal dignità nel 1118, ed a lui ricusante un tanto onore, facean seguire Ottone, oppure da altri che stavano per la elezione di lui, nel lasso di tempo, che corre tra il 1119 e il 1123. Entrambe le ipotesi furono rigettate dal più illustre storico de Cisterciensi sullodato, perchè S. Bernardo non era ancora noto in Italia. È questo storico infatti che così scrive : « Di leggieri io sono persuaso che S. Ber nardo sia stato eletto dopo la morte di Sigifredo, che seguì nel 1129, citando Arnol o Carnotense a corroborare la sua asserzione, lib. 2 Vitae, c. IV ». — « Sigifredo, agaiunBe il Canale, eletto nel 1123, successore di Ottone, tenne il governo della Chiesa (geno vese) anni sei. Dopo la sua morte vacò la sede episcopale un anno, non avendo accettato il vescovado S. Bernardo, per profondo sentimento di umiltà » (4)· Da e uce che egli'venne eletto nel 1129 , mentre per la sua rinuncia, dopo un anno di vacanza, cioè, nel 1130 fu eletto Siro II, ultimo dei Vescovi e primo degli Arcivescovi (5). (1) Sulle or igini del Comune, p. 33. (2) Cartulario S., p. 636. a. 1568, Arch. di Stato in Genova. (3) Origine del S. Ordine Cisterciense, licenziata alle stampe in Milano 7 Agosto I5> , p. 21; Giornale degli Studiosi, p. 201. Dissente in questo il Luxardo, Storia di N. S. Inco ronata, p. 23, senza allegare ragione alcuna. (4) Op. cit., I, p. 411. (5) Canale ivi ; Catalogo de’ Vescovi Liguri di I. Grassi ; Roberto Rusca nel a sua aurea operetta Origine del S. Ord. Cisterc., di volo appena accenna di questa elezione di Ber nardo, dicendo che fu eletto Arcivescovo di Milano, di Genova, ecc., p. 12. Il Belgrano poi (Atti della Soc. Lig. di St. Patr., Voi. II, Parte I, p. 325) dà il catalogo dei vescovi genovesi in questo modo: Ottone 1117-1120, Sigifredo 1123-1129, Siro II 1130, proclamato arcivescovo nel 1133 (20 marzo). SESTRI ANTICO Ciò presupposto, non possiamo restarci di riportare quanto ardi scrivere il Grassi in merito, senza soffolcere la sua opinione da ragione alcuna. « Sigifredo, dice egli, venne eletto nel 1123 e resse la nostra chiesa fino al 1129, nel quale anno moriva ai 17 di Luglio, come ci notifica il già citato Kalend. Metropol. » .... Le guerre pisane e l’oltracotanza milanese preparavano alla S. Sede le giusle e palpabili ragioni per onorare Genova di trono metropolitano. Si creò una tradizione, e si asserì come buona storia, che dopo Sigifredo i genovesi elettori si unissero nella nomina di S. Bernardo. Il fatto sarebbe degno ma non può esser vero. S. Bernardo venne in istima dei nostri dopo che le vertenze fra Innocenzo II papa ed Anacleto antipapa lo scovarono dal suo monastero, per adoperarsi felicemente in Italia ed altrove alla pace della Chiesa. Egli venne a Pisa col Papa nel gennaio 1133 e di là mandatovi dal Papa fu a Genova come pacificatore, ov’ era già Vescovo Siro. » Scrisse dopo ai Genovesi quella famosa lettera che possediamo , quindi forse la corriva supposizione della detta nomina » (1). Così il Grassi, ma la sua asserzione mentre ci ingenera stupore, perchè profferta da un uomo versatissimo nella storia genovese, ce lo dimostra in questo fatto dotato di poco acume critico, meritevole della censura che gli muove più volte l’Olivieri nella sua operetta Carle e cronache manoscritte, di aver cioè poca accuratezza e severità nella disamina degli storici argomenti. La maggior parte degli storiografi liguri, se non fu concorde nel fissare le date del soggiorno di S. Bernardo in Liguria, pure fu unanime nel tramandare ai posteri, che egli per ben due volte illustrò con la sua presenza la grande Metropoli della Liguria. Negar anche indirettamente un tal fatto, o ammetterlo come seguito una volta sola, ed in un’epoca (1133) non istabilita da alcuno, all’infuori di lui, merita con ragione la taccia di storica temerità. D’altra parte quando la maggior parte degli storici lo dice, la tradizione viva lo ripete, nè d’altra parte vi è prova in contrario, a fortiori, se v’è positivo dubbio , insegnano i giuristi, che è d’uopo stare per il valore dell’atto o del fatto, e la sola analisi e la fredda critica, benché ottima a distruggere V errore, non vale mai a riedificare alcunché (2). A conferma del nostro assunto ci piace riferire quanto dice a questo proposito il Serra, « Storico insigne, il primo del secolo nostro che dettasse una storia dell’antica Liguria e di Genova, prendendo lume di dovunque si potesse — e mostrando di non volersi appagare delle solite ciance, di secolo in secolo ripetute e stemperate » (3). « Nel 1130.... i Genovesi non solo gli (a S. Bernardo) prestarono fede, ma gli offerirono ancora la vacante sede vescovile. Preponeva Bernardo 1’ umiltà della cocolla allo splendor della mitra; laonde non accettò. Un’altra volta gli fu offerita nel brevissimo tempo che passò in Genova predicando, e ricusò nuovamente. .. Il Papa ritornò in Italia seguitato da S. Bernardo nel 1132.... Un’antica pittura, la quale presso di noi si serba, il rappresenta alle porte della città in atto di accomiatarsi » (4). I Genovesi poi potevano offrire a ragione la vacante sede episcopale , giacché Siro Porcello, successore di Sigifredo, morto il 17 luglio 1129, fu eletto, come dice l’annalista Caffaro, presente papa Innocentio qui tunc Ianue erat. Ora i Regesta Pontificum moderni, pubblicati dal Iaffè-LOwenfeld, e spigolati dal Desimoni, dicono che Innocenzo II il 20 giugno 1130 era a Pisa, gli ultimi di luglio a Portovenere, dove consacrò la chiesa. Venne a Genova, ove soggiornò dal 2 al 12 agosto, per poi passare a S. Gilles, in Linguadoca. (1) Can. Iacopo Grassi, Serie dei Vescovi cd Arcivescovi di Genova, Genova 1872, p. 38. (2) Desimoni, Le Marche, Lett. Ili in Alti Soc. Lig., Voi. XXVIII, p. 138. (3) A. Giulio Barrili, Atti Soc. Lig. Stor. Patria, Voi. XXVIII, p. LV. (4) Storia dell’antica Liguria, L. III, c. IV, pp. 321 e 323. 12 SESTRI ANTICO XIII. I 129. — Giovanni Orio, monaco benedettino, è Abate del Cenobio di S. Andrea di Sestri, decorato poi del titolo di Beato. (Giscardi, Origine delle Chiese. M. S. p. 14). II Manrique (i) ed il P. Spotorno ('2) scrissero che i Cisterciensi entrarono nel Cenobio di S. Andrea di Sestri nel 1131 , mentre vi era il B. Giovanni dell’Ordine cisterciense. Non può però concordare la sentenza de’ sumentovati autori con la nostra asserzione, perchè questo Giovanni fu mandato prima di tale anno, 1131, a reggere la Badia di S. Stefano a Genova, ove erano i Benedettini della prima regola. La ragione di tale trasfigliazione si avrebbe in ciò che, non mantenendosi que’ monaci nella osservanza della prima regola, venivano, dati a reggere ai Benedettini riformati , cioè ai Cisterciensi. Per conseguenza Fr. Giovanni sarebbe stato nel romitorio di S. Andrea, quando vi erano ancora i Benedettini detti neri , della prima regola , innanzi che il Cenobio passasse ai Cisterciensi, donde poi sarebbe ito a prendere il regime del Cenobio di S. Stefano in Genova. Che se la regola benedettina, proibendo che gli abati fossero chierici o sacerdoti estranei, non permetteva neppure che appartenendo essi a diverso istituto, potessero esser eletti, se non con il consenso de’ monaci del cenobio , pure il muovere ora tale questione ci sembra cosa inutile, avendo dimostrato che realmente Giovanni Orio era abate, benché onorario, di S. Andrea di Sestri, ed appartenesse alla regola primitiva di S. Benedetto, nella quale morì. L’asserzione che egli fosse cisterciense o camaldolese non è seria, e quindi da rigettarsi. Il tempo in che egli avrebbe retto il Cenobio di S. Andrea sarebbe dal ino al 1129, e di questo avviso è pure il Giscardi (op. cit.), Alcuni fecero questo Giovanni abate del Cenobio di S. Andrea , -figlio dell’ Ordine Camaldolese, così il Giscardi (3), il P. Aurelio citando lo Schiaffino (4)· Ma questa opinione è destituita di fondamento e non accettata dagli storici , e non probabile , come esprimemmo sopra, perchè l’Ordine di Camaldoli era allora appena sul suo nascere (5). Un altro punto di controversia sopra questo Beato concerne l’anno di sua morte. Lo Spotorno ed il Casalis (6) consentono che Giovanni abitasse nel Cenobio di S. Andrea, e che morisse dopo non pochi anni, senza determinare la data. Il P. Aurelio (op. cit.) ed il Yinzone (7) lo dicono morto nel 1146. Il Casaccia (8) ed il Semeria (9) lo dichiarano spento nel 1166 , scrivendo: « Nel 1129 dal Monastero di S. Andrea di Sestri passò il B. Giovanni a reggere in qualità di Abate quello di S. Stefano dell’Ordine benedettino de’ Monaci neri, come in allora chia-mavansi, situato in quei tempi fuori delle mura di Genova , al qual reggimento rimase per anni 37, ossia fino alla morte, che avvenne l’anno 1166, in età decrepita (10). Nel 1282— fu ritrovato il corpo di lui talmente incorrotto che parea in quell’ora spirato ». (1) Op. cit. ad annum irji, I. (2) Citato dai Remondini; Giornate degli Studiosi 1871. Voi. III. (3) Origine, ecc., op. cit., p. 14. (4) Tract. Chron., p. 344. (5) Remondini, Giornale cit. (6) Dizionar. Geogr., XX, p. 29. (7) Descrizione e Indice di Genova, p. 18, M. S. alla Bibl. Civico-Berio in Genova. (8) Catalogo de’ Beati liguri, p. 144. (9) I Secoli cristiani della Liguria, I, p. 78. (10) Se il B. Giovanni Orio mori in tal anno, si deve necessariamente ammettere che 11011 morisse, rivestendo ancora la carica di Abate. Le pergamene di S. Stefano parlano chiaro. Otto di esse che vanno dal 1133 al 1159 rivelano il nome dell’abate Giovanni. Un’ altra del 18 febbraio 1164 rivela il nome dell’Abate Arnaldo, il quale trovasi in tal dignità ancora nel 1181. (Pergamene di S. Stefano, Mazzo II, Ardi, di St. in Genova). SESTRI ANTICO 13 XIV. 1129. — « In Italia, S. Andrea, Genovense, tassa ioo fioreni ». (Roberto Rusca, 1, c., i>. 21;. La tassa fu imposta da Innocenzo II a tutte le chiese e cenobii dell’ ordine cisterciense. XV. 1131, 5 Novembre. — Consta a noi che in questo anno il Santo vegliardo Stefano [de Cisterciensi), nella sua provetta età quasi ringiovanito, fondasse quale decima terza figliuola dell’Ordine (di Cìstcrcio), un’ abazia , non vicino a sè in Borgogna o nella Gallia, ma in Italia. Con questa fondazione riformò l’antico Cenobio, 0 ne costrusse un nuovo? È incerto. Pare che il nome del titolare sia stato desunto , non da legge o consuetudine particolare in onore della vergine, ma dall’ apostolo S. Andrea, a cui fu consecrato, ne’ pressi di Genova, e appellato Cenobio di S. Andrea di Sestri. (Annales Cislcrcienscs, P. Angeli Manrique ad annum, Τοιη. I, p. 225). Il moderno storico (1877) de’ Cisterciensi P. Leopoldo Ianauschek accenna all’antica abazia di S. Andrea, e ne assegna l’erezione al 5 novembre 1131 ; voi. I, Pag· LXX 1). Stando a quanto asserisce il surriferito autore, non regge l’asserzione de’ Remondini, i quali vogliono tale Cenobio prima si appellasse da S. Maria e poi da S. Andrea (2)*. XVI. . 1131. — « Questo luogo (il Cenobio di S, Andrea di Sestri) già ce lebre, più famoso lo rese un fratello converso per nome Lamberto, uomo per meriti e prodigi glorioso, di cui le storie narrano fra le altre meraviglie che entrasse in un’ardente fornace senza essere tocco dal fuoco ». (Manrique, Op. cit. ad annum). Lamberto è sinonimo, o meglio è lo stesso che Adalberto, Oberto, Alberto, come si deduce dall’ uso che ne fecero gli scrittori di questo secolo. XVII. 1132. — S. Bernardo di Chiaravalle, Padre dell’Ordine de’ Cisterciensi, trasferisce il Cenobio di S. Andrea, dall’ isola alla falda della soprastante collina (della Colombara, detta volgarmente la Badia), per maggiore comodità de’ monaci cresciuti in numero ; all’ erezione del romitorio concorsero non pochi cittadini genovesi, che vollero poi nel chiostro, o nella chiesa avere il gentilizio loro sepolcro. (Cfr. Giscardi. M. S. cit,, pp. 13-14) (3). (1) Accinelli, Liguria Sacra, p. 222, M. S. alla Bibi. Civico-Berio; Desimoni, I Cisterc. in Lig. nel Giorn. Lig. a. 1878, p. 219; Semeria, / Secoli Cristiani della Liguria, I, pp. 4740475. (2) Giornale degli Studiosi, a. III. (3) « S. Bernardo trasferì il Cenobio dall’isola di S. Andrea alla soprastante altura della Colombara, ove ora s’ apre la villa Peirano, ed ivi fondò la Chiesa che tuttora esiste »; Cervetto, La Chiesa di S. Pietro in Pra, p. 10. 14 SESTRI ANTICO Per dilucidare questo punto, acremente controverso, riputiamo necessario esporre le varie sentenze degli scrittori, che ne parlarono. a) Il P. Aurelio (i) e PAutore del Dizionario geografico di Genova (2) scrissero, che S. Bernardo venne in Sestri nel 1117, riferendo a sostegno della loro asserzione il Giustiniani ed il Foglietta. Ma siccome il Giustiniani tace assolutamente su questo punto, ed il Foglietta erroneamente dice S. Bernardo eletto nel 1117, \rescovo di Genova, così del tutto infondata rilevasi 1’ opinione degli autori sumentovati, come più lucidamente vedremo in appresso (3). ò) L’Autore del Dizionario M. S. citato vuole S. Bernardo fondatore di detto Cenobio nel 111S (4). c) I Remondini vennero nella sentenza, che la presente Badia, che sorge sul vicino ripiano, alle falde della collina della Calombara, sia una costruzione del 1154, mentre Fr. Stefano, Abate di Cistello, dal 1109 al 1113 , avrebbe ristorato il Cenobio di S. Andrea, e messi i suoi frati, che da dieci anni avrebbero avuto stanza a Tiglieto (5). d) Il Grassi scrisse che Bernardo, nel Gennaio del 1133, venne a Pisa con il Papa e di là, mandatovi dal Papa, fu a Genova (6). e) Altri poi assegnarono la venuta di S. Bernardo a Genova nel 1134. Yarii scrittori in ultimo perplessi, fra tanta varietà di opinioni, sorvolando la questione, furon paghi di tramandare ai posteri, che l’illustre Padre della Chiesa dimorò non poco tempo nel Cenobio di S. Andrea (7) senza segnare matematicamente la data. A determinare con istorica precisione l’anno, fa d’uopo escludere le surriferite asserzioni, e cosi almeno indirettamente riuscire nell’intento. E primieramente, oltre il difetto del falso supposto , la prima sentenza non regge, perchè come osserva il Rusca (p. 13) ed il Giscardi (op. e 1. cit.): i.° San Bernardo in allora ventiquattrenne (8) era troppo preoccupato nella gran fabbrica del Cenobio di Chiaravalle, da lui cominciato nel 1115; 2.0 fu per conseguenza ospite di S. Andrea, quando gli convenne fermarsi in queste parti e ciò seguì principalmente nel 1132; 3.0 Bernardo fu ammesso ad probationem nell’Ordine di Cistercio nel 1113 dal padre Stefano (9}, e fece la professione de’ vóti solenni nel 1114 (10), per conseguenza è poco probabile, che sì di verde età passasse a fondare un nuovo Cenobio nella ligure marina. Non quadra la seconda sentenza, perchè priva ancor essa di fondamento, contraria alla comune degli storiografi e di nessuna probabilità, come riferimmo sopra. Non può accettarsi la terza , perchè non può venire in Liguria, e non può essere fondatore di un Cenobio nel 1154, chi passa di vita nel 1153, ai 20 d’agosto, come avvenne di S. Bernardo (11). (1) Traci. Chron., p. 341. (2) M. S. alla Beriana, Voi. II. (3) Cfr. Giornale degli Studiosi, a. 1871. (4) M. S. Voi. II. (5) Giorn. degli Studiosi, III, p 201 e Parrocchie Reg. XV, p. 173; « nel 1154 venne S. Bernardo in Liguria, nel qual anno edificò una chiesa nuova ». (Giornale cit.). • (6) Serie cit. , p- 38. (7) Matteo Vinzone , M. S. Descrizione cd Indice di Genova e dintorni, p. 18; il Se-meria ammette sia ivi stato ospite nel tempo che passò sotto la reggenza del B. Giovanni Orio 1110-1129, Secoli Cristiani, I, sec. XII, p. 77. (8) O meglio di anni ventisei, come ritengono i moderni storici, avvegnaché egli nacque nel 1091, Butler, Vile de' Santi, voi. 50, p. 141 ; Masini , Vite de’ Santi, i.a raccolta, v. 9, p. 147. (9) Surio IV, p. 775; Manrique, op. c. I, p. 66. (10) Manrique, op. cit., p. 72; ovvero 15 anni dopo la fondazione di Cistercio, che segui nel 1098, R. Rusca, pp. 6-11. (11) Butler Albano, Vite de’ Santi, voi. 50, p. 200; Masini, Vite de’ Santi, i.a raccolta, voi. 9, p. 154. Ignoriamo la ragione perché nell’opera di R. Rusca lo si dica morto nel 1183, ivi p. 12. SESTRI ANTICO 15 La sentenza del Grassi poi che , come dicemmo , nega indirettamente la venuta di S. Bernardo a Genova nel 1129, dicendo che « il fatto sarebbe degno ma non può esser vero », non merita confutazione, perchè fondata unicamente sulla sua parola, senza allegare documento alcuno contro il parere di lui perciò, come contro coloro i quali ammettono che S. Bernardo sia stato in Genova nel 1134 , osserviamo, che egli a Genova fu nel^H32, emergendo ciò, x.° dal fine che a Genova lo trasse, il compimento della delicata impresa commessagli dal Pontefice di paciere della Repubblica di Genova, il che seguì nel 1132 (1); 2.0 S. Bernardo medesimo poi « fa menzione che la Repubblica lo ricettava amorevolmente nel 1132 » (2). II Luxardo è dello stesso parere e dice : « S. Bernardo... illustrazione di questo Cenobio da lui abitato... nel 1132 per ordinamento del S. Pontefice portassi nella nostra città, allor capitale , a pacificare i Genovesi con i Pisani; e fu in questa occasione che dimorò in S. Andrea. Infatti ancora nel secolo scorso si additavano le camere di lui ; ed è da queste che movea alla volta di Genova apostolo di pace » (3). Non comprendiamo però la ragione per cui egli asserisca : « Non è vero che a lui si debba la fondazione di questo asceterio (della Colombaia), come altri hanno scritto. A lui si dee solo, soccorso in ciò dai signori genovesi suoi ammiratori, l’erezione del piccol Cenobio, che un dì era nella propinqua penisoletta, detta di Sestri, or secolarizzato ad uso di fortezza » (ivi). Egli a corroborare la sua tesi non cita argomemto alcuno perciò come gratuita non si può ammettere questa sua opinione; gratis asseritur, gratis negatur. XVIII. 1143. — Nella nota delle decime da pagarsi all’Arcivescovo di Genova· Siro, extra civitatem, fuori città, sono numerate le pievi de Serra, de S. Cipriano, de S. Ursicino, de Celanesi, de Langasco, de Borzoli, de Rivarolio. (Registro Arcivescovile, p. 11; Remondini, Parrocchie Reg. XIV, p. 232). Il presente documento è riferito non perchè direttamente concerni S. Giovanni Battista, ma soltanto perchè, riguardando la pieve di Borzoli, indirettamente accenna anche alla nostra parrocchia, come quello che nella Borzolana plebania, era fin d'allora compresa. . XIX. 1144, Gennaio. — Nel palagio dell’Arcivescovo di Genova i Consoli Buon Vassallo di Oddone e Oglerio Vento, Guglielmo Lusio, sentenziarono, che tutti gli uomini di Voltri, di Pegli, di Sesto, di Cornigliano, di Sampierdarena, dieno al Domino Siro, Arcivescovo di Genova, e a’ successori di lui la decima del grano. (Chartarum, Tom. II, col. 254; Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. II, Parte II, p. 67). Il Siro, di che si parla nel presente documento è Siro II della famiglia Porcello, eletto nel 1130, ultimo dei Vescovi e primo degli Arcivescovi di Genova, che morì nel 1163. Fin dal 11x4 i Consoli di Genova aveano fatto un lodo, per cui le navi che venissero (1) Manrique, Annales Cisterc., I, pp. 235 e 240 ad annum; Mabillon , op. cit., T. VI, P· 195· (2) Canale, op. cit., I, pag. 116; Serra, Storia dell'antica Liguria, T. I, 1. 3, c. IV. (3) Storia di N. Signora Incoronata, p. 22. Le opere che egli cita di Teodoro Ratis-borme, Stor. di S. Bernardo, c. 20. p. 306, e la Collezione delle opere del Santo, Venezia 1766, I, p. 60, accennano solo alla pace fatta per lui in Genova, e alla lettera ai medesimi diretta. (4) Ivi P· 23· ι6 sestrt antico dalla lìera di Frejus dessero al Vescovo Airaldo Guaracco, la decima del grano. Siro II nel 1132 fece donazione delle decime, che percepiva nella Città di Genova, borgo e castello, a’ Canonici di S. Lorenzo. Queste donazioni vescovili contrastate e negate dai feudatarii, si facevano da’ Vescovi al Capitolo per indurre più facilmente quelli a pagarle. In tal modo 1’ atto del pagamento non dovea parere però una ricognizione della Signoria secolare. Le decime in Genova trassero origine nel 570, quando per sostentare i ricoverati milanesi si assegnarono le rendite di alcuni benefizi. D’allora in poi i Consoli assegnavano nuove decime, ed in caso di contestazione o di rifiuto ordinavano al Cìntraco di andare e farle pagare da’ debitori ài Ministri archiepiscopali (1). Non pochi, aggiunge il Belgrano, mancavano di pagare le decime a Siro e furono a ciò costretti da placiti consolari (2) ; d’ altra parte la chiesa non sapea far meglio di concederne altrui 1’ utile a titolo di fondo (3). I fratelli Remondini nella parte II delle Parrocchie dell'Archidiàc. Genovese, p. 239, dicono, che nel succitato decreto, non si parla di chiesa o cappella esistente, e aggiungono: Di consueto gli storici, ricercando le memorie della chiesa di S. Gio. Batta, non sapeano indicare "altro che le note Bolle di Adriano IV e di Celestino III , con che questi due SS. Pontefici confermavano al Capitolo di S. Lorenzo le anteriori donazioni di chiese, fatte da Alessandro (II), da Urbano (II) e da Gregorio (VII), enumerando fra le alti e, Capellam de Sexto. Sarà vero, ma se Adriano IV (1154-1159) e Celestino III (1191 lr9^) hanno confermato le anteriori donazioni di chiese, anche tra queste sarà stata 1 antica chiesa di S. Giovanni Battista, come categoricamente risulta da documenti, memorie, tradizioni sumentovate. Se infatti avesse valore questo argomento (negativo) nell’ estesissimo territorio di Sesto non sarebbe esistita alcuna chiesa, prima dell’ edizione del Decreto de Guardia civitatis, dalla Badia di S. Andrea a Multedo. È vero che la storia si prova con la storia, i fatti con i fatti si confermano, ma ammessa la conoscenza della vera religione in Liguria fino dal i.° secolo dell èra volgare (58), ci pare strano che una chiesa non sorgesse al vero Dio in tanta estensione di ter ritorio, mentre 1’ antica Badia, a quanto ci consta da documento, non va oltre al sec. XII, benché con probabilità istoriale abbia a ritenersi antichissima e sembri con ragione rimon tare, se non ai tempi di S. Benedetto, almeno ad epoca assai vicina. Forse pei queste, quali si sieno ragioni, i fratelli Remondini corressero la loro sentenza, come vedremo. XX. I 153. — Il Beato Alberto , converso del Cenobio de’ Cistercensi in S. Andrea de Sesto, dal 1131 ivi dimora fino a detto anno, quindi passa all’ eremo da lui poi chiamato, ove in processo di tempo i paesani fabbricarono una chiesa a suo onore. (Accinelli, Liguria Sacra, Voi. II, p. 425). Alla distanza di 3450 metri circa dalla spiaggia, e 550 m. di altezza dal livello del mare, sorge il Monte della Contessa, che in dossi, rialzi e pendici rivestiti 1 1 marittimi, si avvalla da una parte nel torrente Varenna, e per l’altra nella valle 1 ra o. La sua costa, dolcemente scende a sud, ed a 2400 m. circa dal lido forma un e issim altipiano, che si leva come a cavaliere tra il torrente Molinassi e il torrente aren a 323 m. dal livello del mare (4). (1) Canale, op. cit., pp. 411 e 407. (2) Alti Soc. Lig., II, Parte I, p. 462. (3) Ivi p. 463. (4) Carla dell’Islit. Topog. Mtlil., Levata nel 1878. SESTRI ANITICO I 7 Il Casalis asserisce che nel 1223 dimorasse in S. Andrea S. Alberto dello stesso ordine de Cisterciensi (1). Quanto sia infondata questa sentenza meglio che dal presente asserto dell Accinelli verrà in luce nel documento dell’anno 1216. XXI. 1154. ■_ La badia di S. Andrea di Sestri, terza fondazione italiana, e cinquantesima della serie generale, invia una colonia di cisterciensi a Rivalta di Torino. (Desimoni, I Cisterciensi in Liguria, Giornale Ligustico, a. VI, p. 220). La badia di S. Andrea fu fondata direttamente da Cistercio, laddove quelle di Tiglieto e di Lucedio sono di Cistercio nepoti, sendo entrambe figlie della Firmitas o Fer-nietè, e questa figlia di Cistercio. XXII. 1155, Il Agosto. — I coniugi Bonvassallo Cusiolo ed Ermellina vendono a Giovanni Malocello una terra in Sestri, confinante colla terra della cattedrale di Genova e colla terra dei figli del qm. Ido da, Carmandino. (1Chartarum. Tom. II, col. 29S). a) Tanto nell’atto precedente, come in questo, degno di nota è il nome di Buon Vassallo. Buon Vassallo è nome che significa lo stesso che Bonus Senior. Il primo si dava in Lombardia al beneficiato rispetto al signore, conceditore del beneficio , chiamandosi Capila-netis Regis, e Bassus, Vassus e Vassallus presso i popoli germanici, senor, senior, se-nhior a’ tempi di Carlomagno (2). b) Giovanni Malocello, padre di Guglielmo, del quale fanno fede parecchi documenti in appresso, fu console del genovese Comune nel 1153, 1155 e 1158 (3). c) Ido o Guido è nome famigliare nella famiglia Carmandino. I Carmandino o'Camar-dino sono delle più antiche famiglie di Genova; appartengono a’ Visconti. Ido di Carmandino con Oberto Visconte fabbricano la chiesa di N. S. delle Vigne nel 980. Il nostro Ido de Carmandino, console del Comune negli anni 1102-06, 18, 19, nel 1125 concorse all’impresa di Piombino; fu vassallo dell’arcivescovo nel 1143, e nel 1152 dai Se?iiori di Vezzano unitamente a’ suoi figli e figlie venne investito della quarta parte del monte Lerice per sè e per i figli suoi, nominati nel nostro documento, i quali nel 1143 sono partecipi nelle decime di Orerò e Cornigliano, e nel 1166 litigano coll’arcivescovo pel molino di Morigallo (4). XXIII. 1156, Marzo. — Pietro, abate di S. Andrea di Sestri, e il priore Ogerio, con il consenso de" monaci Onnio Guglielmo, Gandolfo e Alberto Longo e Nicolò, vendono un pezzo di terra, in Sestri. (Foliatium Notariorum, Voi. I, p. 24, M. S. alla Bibl. Civico-Berio in Genova; Remondini, Parrocch. dcl-l’Arch. Gen., Reg. XV, p. 174). (1) Dizion. Geogr., XX, p. 29. (2) Canale, 1. c., v. I, p. 428. (3) Agostino Olivieri, Serie dei Consoli del Comune di Genova in Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. I, pp. 282, 284, 301. (4) Tavole Genealogiche, Belgrano, Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. II, P. 1, Tav. XXIV'. Sestri antico. 2 iS SESTRI ANTICO Priorati erano quei monasteri, che costrutti fuori della città in luoghi muniti erano sovente concessi per rifugio (i). Ai tempi di S. Ugone furono sostituiti i priori (o proposti) agli abati, benché in detti monasteri potesse essere instituita e concessa la dignità di abazia, che dovea essere sottomessa all’arciabazia di Cluny (2). In quanto al consenso dei monaci giova ritenere quanto fu detto sopra. Il priore è, di diritto comune, l’infimo de’ veri prelati regolari, e suona lo stesso che rettore o guardiano (3). XXIV. 1156, 26 Marzo. — Testamento di Sibilla figlia del qm. Ribaldo Xo-cenzio. Lascia L. 10 alla chiesa di S. Andrea di Sestri, dove vuol essere sepolta. (Chartarum, Tom. II, col. 312). Conosciamo, scrisse il Banchero, che fino da’ primi tempi si conteggiava in Genova in Lire da 20 soldi ed in soldi di 12 denari, e questi partivano il soldo in 12, ovvero in 6 parti (4). Il denaro genovino valeva otto centesimi de’ nostri, e 240 denari formavano la lira, che pesava gr. 87,840 e valeva delle nostre lire 19,50. Ma pare che questo peso e valore fosse già diminuito verso il 1172, secondo 1’ eruditissimo Desimoni, di circa 4 gr. e c 1 una delle nostre lire ; diminuzione che si fa più manifesta nel 1244, poiché il peso scen ^e a 64 gr. e il valore corrisponde a lire 14, così gradamente poi di secolo in seco o a lira di Genova, ebbe a subire, come la moneta di tutte le zecche, notevole diminuzione, fino a non valere più che 82 centesimi, sulla fine del XVIII secolo. L’ unità d’argento nel medio evo, disse il Desimoni, era lo steriino, tagliato su an tichissimo sistema di 160 pezzi a marco, e 240 a libbra o lira, e perciò ia^pref5n^jj^ lira giunta fino ai nostri tempi, di 240 denari, o 20 soldi. Senonchè il denaro, c e ne più antica età era di buon argento, e perciò identico allo steriino, ricevendo mente una lega sempre maggiore, fu causa che lo steriino valesse poscia più onde a questi si diè nome di minuti ed a quello di grosso. Nel 1194 Enrico VI, pattuendo con la Repubblica di Genova di battere in eno ^ ^ argento proprio di lui, ma con tipo genovese , per quanto gliene abbisognava conquista della bassa Italia, unificò così la moneta dell’alta e della bassa^ tendo in rapporto eguale le due basi, il tareno con il soldo imperiale; quest u im presentato da denari e da grossi, tra il 1192 ed il 1205 scese da grammi 5. o a g Dal sovraesposto si può conchiudere, che la somma di L. 10 lasciate da chiesa di S. Andrea di Sestri, equivale a Lire 195 circa di nostra moneta, e a ^ ^ se si consideri che il valore dell’oro prima della scoperta dell’America era pregia volte di più nella comune estimazione. XXV. 1157, 3 Aprile. — Testamento di Alda, figlia di Guglielmo ^tan^0n^n moglie di Guglielmo Burone. Vuol essere sepolta nella chiesa di drea di Sestri. (C/iartarnm, Tom. II, col. 378). (1) Mabillon, Praefaction. Ordin. S. Bened., sec. V, p. 391. (2) Mabillon, ivi, p. 393. (3) Piato, Praelection. Iur. Regut., Voi. I, p. 492. (4) Guida di Genova, pp. 360, 361. . yila pri (5) Cfr. il Desimoni, Tavole dei valori delle monete genovesi in Belgrano, vata dei Genovesi, 1875, pp. 506, 532. SESTRI ANTICO I g a) Guglielmo Stancone fu console del Comune genovese negli anni 1149-1152-55-57. b) I Burone, secondo i genealogisti, pare vengano da Finale e da Rapallo. Guglielmo Burone della Volta nel 1139 paga laudemio allArcivescovo, nel 1164 è annoverato tra i creditori del re Harisone d Arborea , è console nel 1137, 1148, 1156, 1157, 1162, 1182, 1192, 1194. Nel 1144 è mandato ambasciatore a Raimondo, principe di Antiochia, e nel 1162 a Federico Barbarossa. Nel 1170 fu eletto con altri specchiati cittadini per aggiustare coll’autorità e prudenza sua ogni dissidio, che potesse nascere tra le avverse fazioni. XXVI. 1157, 29 Agosto. — Ortoito, sorella di Arnaldo giudice, riceve da Ro-bamo de Cafara L. 39 di genovini per prezzo di terra e casa in Sestri cui coheret ruscarolius, confinante con il torrente Ruscarolo, il canneto di Anfosso Guercio e di S. Andrea di Sestri. L’atto è rogato nella cattedrale di Genova. (Chartarum, Tom. II, col. 433). a) La famiglia di Caftara si deve distinguere da quella di Cafiaro, primo degli Annalisti. b) La famiglia dei Guercio fu grande e potentissima. Si dice abbia avuto origine da Chiavari, donde vennero in Genova nel 1120. I Guerci ebbero 31 consoli, 15 de’ Maggiori e 16 de’ Placiti. c) La somma avuta da Ortoito, quale prezzo della surriferita terra, sita ne’ pressi del Ruscarolio, e il canneto di Anfosso Guercio sarebbe di Lit. 760. 50, giusta il sopradetto all’anno 1156, 26 Marzo, e di Lit. 3802.50 giusta il valore che avea 1’ oro prima della scoperta dell’America. d) Il terreno, di che si fa cenno nel precitato documento, pare fosse della lunghezza di poco meno di un chilom. in linea sud-ovest, cioè dal canneto di S. Andrea al mare, e dal canneto di Anfosso al monte, fino al torrente di Borzoli, che forse da una località detta Rusca, d’onde in parte ha origine, fu chiamato Ruscarolius. Se poi altri voglia aver luce sulla parola Rusca, che non è italiana, ma latina e genovese , osserviamo che il Muratori la usa nel senso di corteccia di pomi (1) , come apparisce da un documento del 1147. Secondo i Romani significava la pianta del brusco, o spermeggio, o pungitopo, o pugnitopo , avente gli steli a cespuglio, le foglie acute, pungenti, i fiori piccoli alquanto bianchi, situati sulla parte superiore delle foglie, e i frutti rotondi polposi, di un rosso vivace a mo’ di coccole (2) ; secondo il dialetto genovese sarebbe la polvere di concia, e la corteccia di rovere, o di cerro macinata (3). In qualunque senso giovi prenderla, esprimerà sempre come il rivo, che ora da Borzoli si appella, abbia preso il nome dal genere di piante onde abbondava, come era di costume in allora. XXVII. 1157, 5 Settembre. — Ingone de Volta loca per 27 anni a prete Alessio, a Martino de Ita e ad Oberto Pevere due parti d’una terra posta in Sestri, prope gazimi, e che a lui diede il qm. Merlone de Castro, confinante colla terra degli eredi di Otone Calaurone. Si obbligano di lavorare la terra, dando ogni anno al Natale soldi 17. (Chartarum, Toni. II, col. 435). (1) Ducange, Glossarium, a q. v. (2) F. Fanfani. Vocab. Ital. (3) Casaccia, Dizion. Genov., a q. v. 20 SESTRI ANTICO a) lagone della Volta, fratello del suaccennato Guglielmo Burone, fu console de’ Placiti nel 1134, 1139, 1147, 1157, Π58, 1162. Nel 1151 prende in appalto la gabella del sale. Il 13 luglio 115S compra da Bertolotto Visconti alcune terre, in plebeio de Vulturi dira aquam Ceruse. Nel 1162 fu mandato ambasciatore a Federico I (1)· b) Sebbene il nome Gazzo sia molto comune in Liguria, ed un Dizionario moderno ne abbia enumerato otto, pure nelle vicinanze di Genova, il più conosciuto è quello che è tolto ad indicare il calcareo monte di S. Giovanni Battista, sulla cui vetta torreggia il Santuario, che, dal nome del monte, del Gazzo si appella. Non è però che tal nome si restringa al solo conico monte di S. Giovanni Battista, bensì alle adiacenze e in modo singolare a nord, confinando col monte Spassoia, che con breve catena di dossi gli serve di contrafforte, ad ovest con la vallea di Figo, a sud con Pian di Forno e ad est con la Casella e Panigaro. Havvi eziandio a nord-ovest della Chiesa di Murta una località, che Gazzo si chiama, ma è ristretto tal nome a due case, cioè Dei ranghi e la villeggiatura Prato (2). L^n’ altra pure antichissima è nella parrocchia di Bogliasco. Di una località o quartiere del Gazzo si fa menzione pure in un atto d’investitura, fatta da Olivero Porco qm. Ugone a Rubaldo del qm. Ruffino, unitamente al poggio e corte di Godio e Pozzolo nel 1227 (3). c) Alessio o Alesio è il nome del primo parroco, che a noi si riveli da documenti. Il vedere che questo nome, o cognome, nel 1228 si riscontra in altro personaggio, Guglielmo de Alessio da Sestri, fa congetturare che Alessio parroco, o ministro di S. Giovanni Battista realmente in questa terra sortisse i natali , e che ivi fino da epoca assai remota avesse stanza detta famiglia. Alessio non è detto espressamente parroco, ma prete o ministro (4) per la semplice ragione, che così portava la costumanza in quei tempi. L’Accinelli la rilevò da un atto del Nótaro Leonardo de Garibaldo, del 7 Giugno 1311: « Gli Arcipreti, scrisse egli, sono capi delle Pievi e li rettori subordinati si chiamavano ministri della tale o tal altra chiesa » (5), e C. Desimoni riferisce come nel 1248, 22 Luglio, Giovanni de Muciis o Mussi era ministro della chiesa (parrocchiale) di S. Giacomo di Gavi, a cui un delegato di Innocenzo IV ordinava di ricevere per chierico, o canonico in quella chiesa, Ferrandmo, nipote di Ugo Fornari, in esecuzione del breve pontificio, datato da Lione 26 Maggio 1248, anno V del pontificato di lui (6), e nel 1260, 4 Ottobre, un prete Giovanni, ministro e rettore della chiesa di S. Giacomo di Gavi, ordinava.... ecc. (7). H Belgrano pero dissente, e vuole che i rettori fossero semplici preti e amministratori. Ma egli parla 1 rettori di Genova, ove ancora nel sec. XI e XII era una sola parrocchia , la cattedrale, e le chiese appellavansi semplicemente oratorii o cappelle, e non cure, o chiese con cura d’anime (8). Il canone di soldi 17, che si obbligano Alessio, De Ita e il Pevere, enfiteuti, di dare a Ingone proprietario, è fissato per il giorno di Natale , primo dì dell’ anno civile ge novese, cioè a nativitate. d) Nel Registro Arcivescovile si ricorda il Mansus de Gazio e il planum de Ga~io (9), (1) Olivieri, Serie dei Consoli agli anni citati in Atti Soc. Lig. di St. Patr., Voi. I, e >at larum, Tom. I, col. 504. (2) Persoglio, Memorie della Parrocchia di Murta, p. 274. (3) Canale, Op. cit , Voi. I, p. 460. (4) Cfr. il documento del 28 Giugno 1160 al XXXIII. '(5) Liguria Sacra, Tom. I, p. 377. (6) Documenti, p. 59, n. 132. (7) Annali, p. 60. (8) Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. II, Part. I, pp. 278, 292, 293, 413. Che anzi, il cit. e grano assevera che in Genova fosse una sola chiesa battesimale prima del mille (p. 413)· (9) Atti cit., pp. 45, 46, 47. 218, 220, 248, 363. SESTRI ANTICO rispondenti forse all’ odierna località di Morego, detta Curia di Medolico. A nostro avviso deve pure ritenersi che alluda a questa e non alla nostra località il Casio, nominato in un documento del 1019 (agosto), che suona così: « Domenico del qm. Martino fa donazione a Bonizo, di tutti i suoi beni posti in Lan-gasco, Cravasco, Pietrastretta, Gazio, Paveto, ecc. » (1), qualmente ce lo insinua la linea, che è descritta nella enumerazione dei possedimenti di Domenico donante, per cui certamente si tratta di un Gazzo, sito in Polcevera. » Abbiamo, scrisse il prof. Tomaso Belgrano, le ville di Gazzo o Gazzetto in quel d’Albenga, e i montr Gozzo e Gazzolo in quel di Sestri a Ponente, l’abitato di Gazzolo in quel di Montoggio, ecc. » Il ricordo che abbiamo fatto del Gazzo di Sestri, sul quale sorge un Santuario alla Vergine, ci invita ancora ad un’ altra considerazione, ed è questa : che la miglior parte delle apparizioni della Madonna, onde è memoria nelle nostre leggende, si collocano per 1’ appunto, come rileva il diligentissimo storico della Liguria Mariana, « fra le tacite ombre de’ boschi e la solitaria campagna » (2). XXVIII. 1157, 30 Ottobre. — Guglielmo Vento dona a Pietro, Abate di S. Andrea di Sestri, tutta la terra, che ha nelle parti di Voltaggio. (Cliartarum, Tom. II, col. 448). a) « Oramai, scrisse il Barrili, non è più possibile, usando gli abecedarii capricciosi di qualche secentista, assegnare in Val di Polcevera le sedi prime degli Embriaci, a Pegli dei Saivaghi, a Sestri Ponente dei Crispini e dei Vento , quasi si trattasse di famiglie nate in quei luoghi, nuove, e le une alle altre straniere. Parla il Registro (arcivescovile); parlano le carte congeneri ed autentiche, con le loro stabilite agnazioni; guizzano dal vivaio, sciamano dall’ alveare di Manesseno, di Carmandino, di Castrofino , e d'un solo stipite, tutte le famiglie consolari degli anni famosi, in cui il valor genovese rifulse sulle mura di Antiochia, di Gerusalemme e di Cesarea » (3). b) Guglielmo Vento fu console del genovese Comune nel 1144, 49, 77, 80, 85. Nel 1156 fu inviato ambasciatore a Guglielmo I, re di Sicilia, e nel 1162 a Federico Barbarossa. Nell’ottobre del 1x65 è in Arles e appone la sua firma alla lega, conchiusa fra il Comune di Genova e Raimondo Berengario, conte di Provenza. Nel 1177 è inviato di nuovo al-l’imperatore Federico, che trovavasi in Ravenna (4). Il Vento avea sposato Comitissa, figlia di Lanfranco Pevere, con L. 220 di dote, come da atto del 9 settembre 1156 (5). XXIX. 1158, 27 Giugno. — Braidemul riceve s. 45 da Rubaldo Lercari per vendita di terra in Sestri, presso la riva del mare, confinante colla terra di Marino de Porta. (Chartarum, Tom. II, col. 499). Un Rubaldo Lercari fu console del Comune nel 1173, 74, 78, 94. Marino della Porta nel 1130, 41, 46, 48. (1) Atti cit., Voi. II, Part. II, p. 113. (2) Atti citati, voi. II, Part. I, p. 575. (3) Commemorazione di Γ. Belgrano, Atti Società Ligure Stor. Patr., Voi. XXVIII, p. LXIII. (4) Olivieri, op. e 1. cit. agli anni indicati. (5) Chartarum, Tom. I, col. 357. ό ο SESTRI ANTICO XXX. I 158, 5 Agosto. — Palma figlio del qm. Gatidolfo Rosso dichiara di dover dare !.. 48, a Guglielmo Yent-o, e g'ii fa garanzia per ciò che ha in Sestri. (Chartarum, Tom. II, col. 511), XXXI. Dopo il 1159. — Anno incerto. Lapide a S. Andrea di Sestri: t Sepulclirum · Ionate * Crispini * Patris * qm. Alane ' uxoris * ohm Petri · Venti. f Ionatha * Crispinus · vir · nobilis · Hic ■ Requiescit " Corpore ' Aleute · Polo · Quia · Nonindevia · Cessit · (M. Remondini, Iscrizioni Medio-Evali in Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. XII, P- 39)· a) -Marcello Remondini tradusse il secondo epitaffio cosi : « Gionata Crispino, nobile personaggio, col corpo riposa qui, con l’anima in celo, perchè (« 53· (4) Chartarum, Tom. I, col. 594. Sestri antico 23 a) Martino Detta (De-Ita?) pare lo stesso locatario, che unitamente a Prete Alessio e ad Oberto Pevere , tre anni prima, ricevette in locazione due parti di terra ne’ pressi del monte Gazzo da Ingone della Volta. b) 11 Guglielmo Malocello, che è ricordato nel citato documento, fu console del Comune nel 1140. Nel 1178 firma l’atto di pace tra Genova e Pisa e nel 1190 alloggiò in sua casa il duca di Borgogna, quando questi fece convenzione con la Repubblica; comprò in seguito Varazze. c) In quanto alla parola Valle, venne sostituita a quella di Valerius del documento dai fratelli Remondini e con ragione. Valle, vallea, valloria, sono nomi affini e comuni in Liguria. Mi rammento che una località Valloria è pure in Albissola, come si hanno altri simili nomi in Liguria, p. e. Val de’ Serri, di Pino, Vallenzona, Valgioncata, Valle (S. Bernardo), Valle (Uscio), Valle (Millesimo), Vallebona, Vallecalda, Vallecchia, Valleggio, Vallerano, Vallereggia, Valletti, la piazza Valloria in Genova, ecc. La località detta Valle è quella ove sorgeva la chiesa parrocchiale, detta anche 1 a-lerio, per effetto di mala traduzione, da parte degli ammanuensi, che in Torino per ordine di Carlo Alberto, copiarono detti atti, affine di ordinarli e darli alle stampe. Ad ogni modo sappiamo che i beni di Rolando Calaurone, erede di Ottone, segnavano i confini della terra di Ingone della Volta , sita prope Gazum , vicino al monte Gazzo, epperciò restavano soprastanti al luogo detto Valle. A sud di questa località vi erano i terreni de’ canonici di S. Lorenzo, e nella parte, che china verso il Chiaravagna, vi eran quelli di Guglielmo Malocello, il quale, come per continuare la zona delle sue possessioni, dopo un mese comprò altro appezzamento, confinante con il Chiaravagna ad est, con la riva del mare a sud, la terra de’ Guglielmo de’ Mancio ad ovest, e quella de’ Canonici a nord-ovest. Infatti, verso il 1850, il barone Giuliano Cataldi corrispondeva ai Canonici di S. Lorenzo un annuo canone di L. 9 , per appezzamento di terreno, sito sulla destra del fossato, che divide presentemente la villa del Comm. Ernesto Chiappori da quella dell’avv. Raffaele Cataldi qm. Giuliano, località detta Barbarello, ed or locata a Giacomo Mascardi. Tale appezzamento, che si stende a foggia di striscia ad angolo acuto, ne indica un punto di partenza per segnare la circoscrizione preaccennata, sebbene nel secolo XII fosse senza dubbio detta terra di assai maggiore estensione. Il sullodato Barone acquistava il 20 Maggio 1843 (1) dalle sorelle Nicoletta e Camilla Marchese Durazzo di Marcello tutti i beni stabili, siti in S. Giovanni Battista, in esse pervenuti dalla successione di Agostino De-Mari, vescovo di Savona. XXXIV. UGO, 28 Agosto. — Stefania, figlia del qm. Vassallo de Pasia, riceve da Guglielmo Malocello L. 80, per terra, vendutagli in Sestri presso la riva del mare e un’ altra, confinante con il Chiaravagna, la terra di Guglielmo de Mancio e de’ Canonici di S. Lorenzo, nonché altra terra, confinante colle terre del qm. Ogerio delle Isole e del qm. Guglielmo Guercio. (Chartarum, Tom. II, col. 697). Nel 1149 Guglielmo Guercio insieme con Guglielmo Vento e altri prendeva in affitto i banchi per cambiar le monete (2). XXXV. 1160, 8 Ottobre. — Testamento di Lamberto de Marino. Lascia L. 25 alla chiesa abaziale di S. Andrea di Sestri, dove vuol essere sepolto. (Chartarum, 'Γοιη. II, col. 711). (1) In atti del Not. G. Borsotto. (2) Olivieri, op. e 1. c , pp. 275, 298. 24 - SESTRT ANTICO Lamberto de Marino nel 1149 insieme ad altri prende in appalto la zecca della moneta d oro e d argento e nel U57 pone la firma al trattato, fatto tra il Connine di Genova e il re di Sicilia (1). XXXVI. 1161, l.° Gennaio. — I consoli di Sestri Corrado di Prato e Tomaso, per consenso ed autorità de’ comparrocchiani e de’ vicini loro, confessando che prete Alessio ha dato loro L. 5 ‘/.> , qual prezzo, che egli a\ ea avuto da Martino Detta per 1 ,, di terra, che è in Sexto, nel luogo detto Λ alerio, e, confessando che per ampliamento della chiesa di S. Gio-anni, cui inserviva il prefato sacerdote, quella quantità sarebbe offerta a fa\ ore di detta chiesa e del Comune di Sestri, sentenziarono che tale vendita dovea essere assolutamente ferma e stabile , dando e vendendo per conseguenza a lui tutto che il comune e la chiesa loro avesse in detta terra, e che la chiesa avesse con diritto a sostenere tale vendita contro qualsiasi persona e che a lui sieno, prò evictionè, per diritto di evizione, obbligati tutti i beni della chiesa medesima. Fatto in Sestri, sotto il portico della chiesa predetta. Iesles . Oto de Aiegro — Filibertus — Iohannes Canis — Michel Gracius — \ as-sallus domine Adalasie — Obertus de Molinello — Basilius — Enricus de Prato — An-saldus de Ca. Consules de Sexto Conradus de Prato et Thomasus consensu et auctoritate compa-rochianorum et vicinorum suorum profitentes presbiterum Alexium dedisse eis libras quinque et dimidiam precium videlicet qnod tulerat ab Martino Decta prò nona unius pecie terre que est in Sexto in loco ubi Valerius dicitur et confìtentes quod in dilatanda ecclesia beati Iohannis cui ipse presbiter serviebat ipsa esset quantitas irrogata pro ipsa ecclesia et communi Sexti laudaverunt ipsam vendicionem omnino esse firmam et stabilem dantes propterea et vendentes ei quidquid eorum comune, vel ipsa ecclesia in ea terra habet. Laudaverunt etiam ut ipsa ecclesia eam vendicionem et ab omni homine defendere teneatur et quod omnia bona ipsius ecclesie ei pro evictione sint propterea obligata. Actum in Sexto sub porticu predicte ecclesie die anni novi millesimi centesimo sexagesimo primo prima ianuarii indictione octava. (Chartarum, Tom. II, col. 71S). a) Rilevantissimo è questo atto di autorizzazione per contratto di vendita, fatta al par-loco Alessio da parte de’ Consoli, nel portico della Chiesa, ed è il primo documento, in che ci apprende per due volte la parola Commune di Sestri. Meglio però nella Prefazione tenemmo discorso di questo nome e di questa civile istituzione. Stretta è la relazione, che questo atto ha con il già riferito del 28 Giugno 1160. vi passano dall’uno all’altro circa sei mesi, e 1’uno è preparatorio dell’altro. Alessio prete e ministro, cioè rettore della parrocchia di S. Giovanni Battista, riconoscendo la chiesa a cui era addetto, incapace a contenere la crescente popolazione, avea divisato di ampliarla. Ad ottenere il santo scopo occorreva affrontare spese non comuni, e d’altra parte avere quella somma, che era necessaria per sopperire alla bisogna, non era troppo age-\ole cosa, benché la popolazione unanime concorresse a sua volta in tutto che concerneva la mano d’opera, usi i fedeli ad apporla al lavoro ne’ giorni festivi. Perciò Alessio , (1) V. nota 2 pag. prec. SESTRI ANTICO 2 5 o per sua proposta, o per domanda fatta da Martino, il 28 giugno del 1160 accettò dallo stesso la somma di L. 5 1/2, allo scopo di addivenire poi con pubblico atto, per mezzo dei consoli, alla vendita di detto terreno. b) Ma qui sorge una questione. I consoli presenti alla stipulazione del contratto rappresentavano la civile autorità, oppure, come dagli storici si ritiene, erano in qualità di amministratori delle temporalità della Chiesa, qualmente sarebbero ai nostri giorni in Liguria i fabbricieri, e ne’ secoli andati i massari? Per dirimere irrepugnabilmente la questione sarebbe mestieri avere i nomi dei consoli del 1160, oppure i nomi dei consoli dell’anno corrente, mariferiti in altro documento. Siccome i consoli duravano un anno in carica, di leggieri potrebbesi conoscere se dessi erano presenti alla stipulazione del contratto più rivestiti dell’ autorità civile, che della carica di amministratori delle temporalità della chiesa parrocchiale. Sappiamo che i consoli erano i capi del Connine, con qualche giurisdizione civile, che esercitavano nel portico della chiesa, oppure del palazzo di giustizia, o pretorio, quando questo vi fosse stato a loro disposizione. Erano in numero proporzionato della popolazione, governavano il paese con l’assistenza del Consiglio minore, di credenza, o Delegato (Giunta) e del maggiore, detto Consiglio comunale. I consoli cessanti però restavano consiglieri di diritto un anno, e dove erano più di due, i due seniori divenivano massari della chiesa parrocchiale (1). Ora, che i consoli di Sestri fossero più di due emerge dai documenti del 1177, 1200, ove leggonsi i nomi di tre consoli di Sestri, che rappresentano il Comune locale. È perciò da ammettersi che, secondo la più probabile ipotesi, i due consoli intervenuti rappresentassero 1’ una e 1’ altra autorità, cioè 1’ ecclesiastica e la civile, la Chiesa cioè ed il Comune, come apparirà dall’attenta lettura di varii documenti. Nè questo concentramento della carica civile ed ecclesiastica ne’ paesi e nelle riviere deve ingerire stupore, quando si rifletta che in Genova, in questo secolo i consoli, se non erano come da principio della loro istituzione gli assessori del vescovo , quelli de' placiti almeno eranvi soggetti, amministrando la giustizia nel palazzo episcopale, ed è ragguardevole il notarsi che la decadenza della signoria vescovile seguì la fine del consolato (2). In qualunque maniera però abbia a sciogliersi il problema, noi dobbiamo ritenere il fatto di Alessio parroco, il quale ricorre ai consoli per la stipulazione del contratto, come ai rappresentanti della popolazione, sieno essi rivestiti della civile autorità, oppure amministratori delle temporalità della chiesa, ovvero l’uno e l’altro insieme. Nella attenta lettura dell’atto però una cosa singolarmente ci colpì, inclinandoci a ritenere che i consoli di Sestri sieno intervenuti all’ atlo, come rappresentanti dell’ uno e dell’ altro potere. Infatti si vede chiaro, come essi accedano premuniti del consenso dei comparrocchiani e de’ vicini confessando, (profitentes), di aver ricevuto la somma dalle maìii di Alessio, che detta somma è offerta a favore della Chiesa e del Comune , indi sentenziano, che tale vendita debba ritenersi irriscindibile (firma) e per sempre (stabilis dando e vendendo tutto ciò che il Comune e la Chiesa avessero di diritto in detta terra. Per giunta, ammesso che un documento nella esposizione e nella dicitura non sia composto a vanvera ed a capriccio, è degna di nota la posizione diversa prima e dopo di due parole Chiesa e Comune. Si legge : Confessando (i consoli) di aver ricevuto da Alessio la somma offerta a favore della Chiesa e del Comune ; e dopo, dando e vendendo (i consoli) tutto ciò che il Comune e la Chiesa.... significa che nel primo caso i consoli, riconoscendo il fine e il vantaggio diretto dell’ ente ecclesiastico beneficato, posero prima la parola Chiesa, nel secondo caso poi, usando della propria autorità concedevano e vendevano tutto ciò che il Comune e la Chiesa avessero di diritto in detta (1) Desimoni, Annali, p. 183. (2) Canale, Nuova Istoria, Voi. I, p. 273; 2 6 SESTRT ANTICO terra. Ècco i consoli, rappresentanti 1' una e l’altra autorità, a fianco di Alessio, capo del distretto parrocchiale di Sestri. Sono poi registrati i nomi dei nove testi intervenuti, cioè: Oto de Allegro, Filiberto, Giovanni Cane, Michele Gracio, Vassallo di Adalasia, Oberto di Molinello, Basilio, Enrico di Prato, Ansaldo di Ca. c) I fratelli Remondini tolsero questo documento dal voi. IV, pag. 22 delle Miscellanee del Poch, e segnarono 7 Gennaio, anziché i.° Gennaio (1). Evidentemente questo è un errore, perchè nel citato documento, in lettere, è segnato, die anni novi millesimi centesimo sexagesimo primo, prima lanuarii, indictione octava. d) « Indizione significa una rivoluzione di 15 anni, i quali finiti, si principia di nuovo dall’unità; fu istituita come tutti convengono da Costantino il Grande dopo la vittoria di Masenzio, e siccome in avanti i diplomi segnavansi per olimpiadi, così cominciarono a segnarsi per indizioni; circa lo stesso tempo cominciò in Genova l’indizione imperiale, mentre che l’indizione genovese segnava nel 314 l’anno primo dell’indizione prima, l’indizione romana l’anno 2.0, stile che sempre si è continuato di tal fatta, che muta-vasi il 24 Settembre » (2). L’indizione poi costantinopolitana mutavasi il i.° Settembre, la romana o pontificia, contavasi dal i.° Gennaio. Esse concordavano nell’anno 313 e non nel giorno, a differenza dei Genovesi, che la cominciavano un anno dopo, senza che se ne possa conoscere la ragione. Forse, per errore di qualche notaio, o per negligenza, quindi per consuetudine invalsa, tale determinazione si fece base di legge costante. La memoria più certa che se ne abbia in Genova consta da antiche pergamene, e fra queste da una donazione del Conte di S. Egidio alla cattedrale di S. Lorenzo, nel 1109, indizione 2.a (2). Ciò presupposto, quando al 1108, anno i.° dell’indizione genovese si aggiuugano 3 quindicine, cioè tre rivoluzioni di indizioni abbiamo il 1153, cui aggiungendone 8, viene esattamente la data del nostro anno 1161, indictioni octava (3). Nel 573 nelle Gallie si cominciò a segnare la i.a indizione dal 24 Settembre, in appresso dal i.° Settembre e poi dal i.° Gennaio. Il Moriondo (4) all’anno 1358 scrisse, che, se i Genovesi cominciano l’indizione un anno dopo, non è però un anno intero , ma nove mesi , cominciando essi dal 24 Set tembre, e cita in proposito Giovanni da Genova a corroborare la sua sentenza. In tal caso i nove mesi comincierebbero dal 25 Dicembre al 24 Settembre, sendochè i Geno vesi cominciavano l’anno al 25 Dicembre e non al i.° Gennaio (5). Non crediamo però fosse così ne’ secoli anteriori ; perchè, se nelle Gallie cominciò a numerarsi il tempo, secondo le indizioni dal 24 Settembre, nel sec. VI Genova, che facea parte della Gallia Cisalpina (6), avrà seguito la gallica costumanza, e quindi non di nove mesi, ma di un anno intero sarà stata la differenza. Fu col tempo infatti che, come esprimemmo sopra, cominciando a numerarsi l’indizione al i.° Gennaio, Genova ritenne l’uso primiero. e) Ma quale sarà stato il valore di L. 5 ij2 in allora e a che somma corrisponderebbe, nella nostra moneta corrente? La lira genovese pochi anni prima dalla data del presente atto valea L. 19. 50 delle nostre, perciò il valore di detto appezzamento di terra 1 Lire 5 ij2, corrisponderebbe a quello di Lire italiane 108. 25; che se poi si ritenga eie prima della scoperta dell’America il valore dell’ oro nella pubblica estimazione era pre giato cinque volte di più di quello, che non sia stato apprezzato dopo tale avvenimento, avremo che in realtà il vero prezzo del terreno in questione sarebbe di L.it. 54°· 25· (1) Parrocchie, Reg. XIV, Parte 2 a, p. 239 in Nota. (2) Accinelli, Compendio della Storia di Genova, II, p. 199. (3) Atti Soc. Lig. Stor. Patr., I, p. 266. (4) Monum. Aquens., Tom. II, col. 471, 477. (5) Canale, op. cit., I, p. 381. (6) N. Bergier, Histoire des Grands Chemins dell’Empire romain, I, p. ϊ7· SESTRI ANTICO XXXVII. 1161, 5 Luglio. — Druda moglie di Merlone Guaraco fa testamento. Lascia soldi 20 (operi sancti Andree de Sextoj per l’opera di S. Andrea di Sestri. (Chartarum, Tom. II, col. 745). « Merlo Guaraco insieme col Buongiovanni Malfigliastro del documento successivo sono Tra i 300 de melioribus, che nel gennaio del 1157 apposero la firma al trattato, conchiuso fra il Comune di Genova e il re di Sicilia (1). XXXVIII. 1161, 12 Luglio. — Guglielmo da Sestri riceve in accomandita da Buongiovanni Malfigliastro L. 88, soldi 17 e denari 4, che promette di portare in Alessandria d’ Egitto e ivi negoziarle. (Chartarum, Toni. II, col. 749). a) Alessandria, vasto e generale mercato nellOriente, data alle fiamme, tornò per le crociate a vivere più rigogliosa di prima. Ivi disbarcavano gli arrivi d’ occidente e d’ oriente, ivi stava 1’ emporio del commercio saraceno e cristiano. Il suo porto si divideva in due, 1’ uno detto della Torre, perchè dominava una rocca, sopra che sorgeva una torre, e serviva di ricetto alle navi europee; vi sventolavano la croce di Genova, il leone di Venezia, la volpe di Pisa. Era là (in Oriente) tra quelle gole, su quei poggi, disseminata la superstite vita romana chela minaccia saracena avea cacciata a quel riparo entro terra, ma che presto, rifatta di forze e di spiriti, doveva ritornare alle sue sedi, raccogliendo a popolo volghi dispersi di pescatori, di agricoltori, di artieri dell’argilla e del ferro (2). Caduta Gerusalemme, la maggior parte de’38 legni, che invernarono nei porti di Alessandria, erano genovesi. L’epoche delle spedizioni liguri in Alessandria erano due, la prima di primavera, detta passagium vernale, passagium Martii, transitus vernalis, la seconda accadeva di estate, detta per ciò, passagium Augusti, ovvero, passagium S. Iohannis Baptistae, passaggio di S. Giovanni Battista (3). b) Guglielmo da Sestri ricevendo in accomandita Lire 88, per negoziarle a conto del Mal-figliastro, si prepara alla spedizione di Agosto, o al passaggio di S. Giovanni Battista, o dell’ estàte. c) Tra i contratti di società, frequenti erano tra i Genovesi le participazioni, le accomandite e le implicite. Le accomandite di mare furono contratto sconosciuto ai Romani ; i Genovesi vantano a buon diritto di esserne stati gl’ inventori. Sino agli ultimi tempi della nostra Repubblica le accomende e le implicite erano governate dal cap. 13, lib. 4 , dello Statuto. Secondo I'Azurri l’accomenda è « una sorte di contrattazione marittima, per la quale taluno dà una somma di denaro, o una quantità di merci ad un altro , affinchè le trasporti oltre mare per esitarle a conto dell’ accomandante, e doverne indi riportare il ricavato, mediante la partecipazione dell’ utile, secondo i patti da essi convenuti (4). L’unico contratto del diritto romano, che avesse qualche analogia con 1’ accoman- (1) Olivieri, op. e 1. c., pp. 296 e 294. (2) G. A. Barrili, Atti Soc. Lig. Storia Patr., Voi. XXVIII, p. 63. (3) Cfr. Canale, op. cit., I, p. 300, n 20 segg.; Serra, Storia dell’antica Liguria, Tom. IV, p. 48; Olivieri, Atti Soc. Lig. Stor. Patr., I, p. 228. (4) Dizionario Mercantile a q. v.; Carlo Targa, Ponderazioni marittime, c. 34 e 35 ; Ca-saregis, Discorso 29, n. 5; Canale, op. cit., I, p. 380. 28 SESTRI ANTICO dita, era il Commodato, ammesso anche dal nostro codice civile italiano (art. 1805), ma differisce sostanzialmente nel commodare solamente ad un terzo Γ tiso di una cosa , a titolo gratuito, e da restituirsi dopo un tempo determinato al commodante. XXXIX. 1161, 20 Agosto. — Pietro Clerico fa testamento , e lascia soldi 5 alla Chiesa di S. Andrea di Sestri. # (Chartarum, Tom. II, col. 766). La famiglia nobile de’ Clerico, come quella de’ Giudice e de’ Cancellieri, prese forse il nome gentilizio dalla carica che esercitò alcuno de’ suoi. XL. 1162, 22 Ottobre. — Michele Graze da Sestri è testimone ad una permuta di beni tra prete Pietro, a nome della chiesa di S. Stefano di Campo Fiorenzano, e Filippo Cincia. (Chartarum, Tom. II, col. 821). Michele Graze appartiene forse alla famiglia Grasso, uno de’ quali Merlo è nominato in un atto del Giugno 1157. I Grasso erano nobili e costituivano , secondo il Canale, una stessa famiglia con i Bacemo. La chiesa di S. Stefano di Campo Fiorenzano era sopra Rivarolo. XLI. 1162, 27 Ottobre. — Ottone di Negro, dichiarando essere maggiore d’età, fa una donazione di beni posti in Sestri, in favore di sua moglie Maria, figlia di Oddone de Stacione. (Chartarum, Tom II, col, 822). Ottone di Negro è console del Comune nel 1189 (1). Ottone de Statione o de Stacione nel gennaio del 1157 appone la firma al trattato, conchiuso tra il Comune di Genova e il re di Sicilia (2). XLII. 1163, 18 Agosto. — Pietro, abate del monastero di S. Andrea di Sestri, di consenso di frate Ogerio priore, riceve da Amico Grillo L. 35 Per terra, venduta in Coronata. (Chartarum, Tom. II, col. 871). Amico Grillo fu console nel 1157-59-63-65-72-76-81-94. Nel gennaio del ^1157 appone la firma alle capitolazioni tra il Comune di Genova e il re di Sicilia. Nell otto re ce 1165 è in Arles e sottoscrive il trattato fra il Comune di Genova e il conte 1 r° venza (3). XLIIL 1164, 3 Marzo. — I coniugi Fulco Buferio e Benenca , Anseimo Bu-ferio e Porcella vendono per L. 62 e s. 18 a Guglielmo Malocello 222 tavole di terreno in Sestri, confinanti colla terra di Enrico Amigone e la strada pubblica. (Chartarum, Tom. II, col. 920). (1-2) Olivieri, op. e 1. c., pp. 387, 295. (3) Olivieri, op. e 1. c. agli anni indicati. SESTO I ANTICO XL1V. 1164, 13 Marzo. — Rainaldo Nanfo e Guglielmo Nanfo e le loro mogli vendono a Marchione Castagna una terra in Sestri, confinante colla terra di Guidotto Zurlo, Giordano de Migdonia, Ottone Turco e la terra dei Pancaldi. (Chartarum. Tom. II, col. 922). XLV. 1164, 5 Luglio. — Mangiapane figlio del qm. Buongiovanni Buferio e sua moglie Aimelina vendono per L. 31 e s. 9, tavole 222 di terreno in Sestri a Guglielmo Malocello. (Chartarum, Tom. II, col# 955}. XLVI. 1164, 14 Agosto. — Ogerio Scriba e Guglielmo Cito da Sestri contraggono una società commerciale per negoziare ad Alessandria d’Egitto. [Chartarum, Tom. II, col. 979). a) Non è specificato quale contratto di società sia stato stipulato tra Scriba e Cito, cioè se quello di partecipazione, o di accomandita, o di implicita. Il più comune però era quello dell’accomandita, come riferimmo sopra al N. XXXVIII. b) Ogerio Scriba nel gennaio del 1157 appone la firma al trattato, conchiuso tra il Comune di Genova e il re di Sicilia. Nel 1172 e 73 è scrivano dei consoli dei Placiti (1). XLVIL 1164, 15 /gosto. — Testamento di Oberto Clerico, con che lascia soldi 10 alla chiesa abaziale di S. Andrea di Sestri. (Chartarum, tom. II, col. 9S2). XLVIII. 1161-1173. — Il pontefice Alessandro III scrive all’ arcivescovo di Genova di avere incaricato gli abati di S. Siro e di S. Andrea di Sestri di esaminare la sua supplica, fatta per la distruzione d’una casa dei canonici, la quale deturpava la bellezza della porta maggiore. « Super illo dilectionis ». (C. Desimoni, Regesti dette Lettere Pontificie riguardanti la Liguria, N. 1S7 c p. 107). XLIX. 1174, 6 e 16 Febbraio. — I consoli Guglielmo Longo, Ottobuono degli Alberici, Ottone di Caffaro, Guglielmo Doria, Bonvassallo d’Antiochia, Guglielmo Pevere fanno un decreto , con che si stabilisce che sia devoluta alla fab- (1) Olivieri, op. e 1. c., pp. 294, 344, 348. 30 SESTRI ANTICO briea di S. Lorenzo la decima parte de’legati pii, e la metà delle decime dei canonici della suddetta chiesa, sinché non sarà compita. — L’arcivescovo di Genova e il suo vicedomino ordinano di raccogliere tutta la decima del mare della curia di Sant’Andrea di Sestri sino a Capo di Faro. (Liber lurium, Tom. I, col 2S6; Negrotto, Notizie storiche della chiesa di S. Lorenzo, p 68, M. S. alla Bibl. dell’ Università ; 2.» Reg. Arciv. in Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. XVIII, p. 38·) Il i° documento è da noi riportato, perchè almeno indirettamente ci riguarda, in materia di decime, sendochè tra le chiese, che già rendeano tributo di decime al capitolo, figura pure la chiesa di S. Giovanni Battista de Sexto. Che poi i canonici di S. Lorenzo possedessero terreni in S. Giovanni Battista emerge limpidamente dal documento del 1160, 2S Giugno. Il 20 documento al dire del Belgrano (ivi p. 520) segnerebbe i confini della pieve di S. Martino di Sampierdarena. L. 1175, 20 Settembre. — Il pontefice Alessandro III. da Perentino scrive al vescovo di Tortona (1) e all’ abate di S. Andrea di Sestri. Definiscano la causa, vertente tra l’arcivescovo di Genova ed i monaci di Monte Cristo per la chiesa di S. Marco del Molo in Genova. « Causavi que ». (C. Desimoni, Regesti delle Lettere Pontificie riguardanti la Liguria, N. 191; Remondini, Parrocchie det-l’Arch. Genov., Reg. XV, p. 175). LI. 1177, 27 Luglio. — Convenzioni stipulate tra i Savonesi e gli uomini de Plebe Sextl, essendo consoli di Sestri Beltramino Brondo , Boninfante de Priano, Nicola de Muris, Tommaso Grasso, Vassallo de Pino, Vassallo de Caminata, Ottone de Burlo, Oberto de Carpiano, Calvo de Castello. In quel tempo, Rainaldo de Picembono da Sestri comprò la terza parte d’ una nave in Savona e Carezono, ripuario in Savona per il Marchese (del Carretto), chiedeva il diritto della ripa. Il Picembono si oppose dicendo che ne erano esenti liomines de plebe Sexti. Bertramino Brondo e Boninfante de Priano, due dei consoli con parecchi uomini di Sestri si recarono a Savona, provando con testimoni che nessun uomo de plebe Sexti dovea pagare il diritto di ripa, onde i consoli di Savona sentenziarono di nuovo che ciascuna persona de toto plebeio Sexti possa comprare e vendere liberamente in Savona, come se avesse la cittadinanza savonese. I consoli di Sestri promisero che, ogniqualvolta il comune di Savona farà guerra, Comune de Sexto invierà a -sue spese 60 uomini armati per sei giorni, e per dieci, a spese del comune di Savona. In Savona nella chiesa di S. Pietro , essendo presenti hominibus de Sexto Idone Bonvino, Sexto de Filiberto, Corrado e Ugone de Prato, Gio. (1) Vescovo di Tortona era allora un certo Oberto, di cui si hanno notizie dal H55 al Il8l# (F. Savio, Gli antichi Vescovi d'Italia, Il Piemonte, p. 395, Toiino, 1899.) SESTRI ANTICO 31 de Maiolo, Ghirardo Grasso, Bongiovanni de Casaleto , Aiegro de Pelio, Ansaldo de. Businello, Rainaldo de Sexto. (Primo Registro a catena fol. 9 v., Arch. del Muri, di Savona: N. Garroni , Guida di Savona, 133 Accennato); Muzio, S. Maria di Voltri, M.S. alla Bibl. Civico-Berio in Genova.) Ccirlula inter Savonenses et liomines de Plebe Sexti. « f In nomine Sancte Trinitatis. Hec est conventionis cartula inter Savonenses et homines de plebe Sexti tempore consulum Saone Ansaldi Bucaordei Boni Ioannis Foldrati Arnaldi Zote Pelegrini Rubei et infrascriptis existentibus in Sexto Consulibus Beltrami(no) Brando Boninfante de Priano Nicola de Muris Thoma Grasso Vasallo de Pino Vasallo de Caminata Otone de Burlo Oberto de Carpiano Calvo de Castello. Eo tempore Rainaldo de Picembono compraverat terciam partem in Saona quo cognito Carezono Nuntio Marchionis qui eo tempore erat riparius in Saona querebat ripam a predicto Rainaldo cui Rainaldus respondit non dabo tibi quameumque quod homines de plebe Sexti non debent dare ripam in Saona et hoc quia pluribus testibus probare possunt cui superdicti consules Saone dixerunt quod si aliquis velit aut possit exinde rationem ostendere monstraret quare Rainaldus veniens cum duobus consulibus terre sue videlicet Bertramo Brando et Boninfante de Priano et cum aliis quibusdam pluribus bonis hominibus de Sexto anno predicto Consules Saone quibusdam pluribus idoneis et legalibus textibus suficientibus probaverunt quod nullus homo et nulla penitus persona de plebeio Sexti debet dare ripam in Saona quare supra scripti Consules visis et cognitis et diligenter inquisitis rationibus bonorum hominum de Sexto et in nullo diminuto Juris Ordine et ne ulterius questio exinde oriretur et ut omnis error de medio toleretur laudaverunt quod nulla demum persona de toto plebeio Sexti teneatur vel cogatur dare ripam in Saona de cetero et sic ita libera emat et vendat sicut et cives habitantes in Saona. Ibidem duo ex consulibus de Sexto Beltramus Brundus et Boninfans de Priano missi ab aliis sociis suis prescriptis et communi consensu bonorum hominum de Sexto quorum nomina inferius scripta sunt in testimoniis pro amore et gratia communitatis Saone conservandi promiserunt subscriptis consulibus Saone pro communi Saone Quod habeat guerram extraneam excepto cum Ianua quod commune de Sexto dabit ad suam expensam homines sexaginta cum armis per dies sex et ad expensam Saone pro sola vianda per decem dies Communis Saone si eis requisitum fuerit. Item perpetuo promiserunt sicut superius legitur ex utraque parte bona fide nec malo ingenio. Actum- fuit in Saona feliciter in ecclesia Sancti Petri et ad beatitudinis conservandam memoriam convocatis textibus de predictis hominibus de Sexto Boninfante de Mauro Idone Bevino Sexto de Filiberto Cunrado de Prato Ioanne de Majolo Bono Ioanne de Casaleto Aiegro de Pelio Ansaldo de Businello, Rainaldo de Sexto Girardo Grasso Ugone de Prato et de Saonensibus.... Anno Domini Nostri Iesu Christi millesimo centesimo septuagesimo septimo indictione nona sexto Kalendas Augusti (i) ». Perchè meglio venga in chiaro l’importanza straordinaria di questo atto, firmato tra il Comune di Sestri e quello di Savona, giova premettere certe spiegazioni, che gettano gran luce sopra lo stesso. i.° Si parla in questo atto di plebe Sexti, de tolo plebeio Sexto, de Communi Sexti. Ora che cosa significa la parola plebs? La definizione riportata da Aulo Gellio, j3opo Capitone servì ad esercitare l’ingegno di parecchi letterati. Romolo divise il popolo ro- ti) Questo prezioso documento venne trasmesso all’amico sac. Antonio Carosio, Preposto degnissimo delle Fornaci presso Savona, dal Cav. Federico Bruno di Savona, a cui porgiamo vivi ringraziamenti 3^ SESTRI ANTICO mano i.° in senatori, 2.0 cavalieri e 3.0 popolo che fu. chiamato plebs (1). Ne’ secoli IV e V dell’èra volgare fu tolta a significare diocesi; nel secolo IX, a dinotare le chiese battesimali, ovvero parrocchiali, come la parola plebeio. Plebeium, dice Ducange, è la facoltà o hiogo di giurisdizione , unusquisque judex in suo habeat plebeio____ ciascun giudice abbia nel suo plebeio____ Capii, de villis, c. 24; oppure distretto della parrocchia (2); così dicasi delle voci pleberio, plebatus, plebania, ecc. (ivi). Ciò presupposto è mestieri conchiudere che la voce plebs, intesa, non in senso assoluto, o secondo la etimologia o radice del nome, ma in senso relativo ai tempi in che venne usata — distingue tempora et concordabis tura — significa centro di giurisdizione. In tale senso, nello stesso secolo, a’ tempi dell’arcivescovo di Genova Ugone (1163-11SS) (3), e non altrimenti, si trova in un documento del 1257 , 17 marzo, ove si parla del plebatus Borzoli, ecc. Dell' esistenza del comune di Sestri, o di S. Giovanni Battista, abbiamo avuto una bella prova all’anno 1161, ed ora un argomento non meno irrefragabile viene in pronto nel precitato contratto; ed anzitutto per la ragione puramente civile sotto la quale si mostra, e per la potenza che dimostra nello stare a fronte ad uno de’ più antichi e costituiti comuni della Liguria, quale era quello di Savona. Eppure il moderno Sestri 11011 anche esisteva; il mare con le sue onde lambiva ancora i piedi delle dolci colline di S. Giovanni Battista; il pretorio, o palazzo di giustizia, non sorgeva ancora nel piano sottostante a dicastero di ragione, mentre intanto il Comune avea nome, vita , possanza , noverava nove consoli, tra i quali tre proprii, tre di Borzoli e tre di Voltri, disponeva di forza militare relativamente grande, perchè ordinata al soldo di un Comune lontano e non proprio, e senza pregiudizio della Repubblica di Genova; avea i suoi fortilizi o guardiole a tutela della sua spiaggia; il suo commercio fioriva e dilatavasi in lontane regioni, la chiesa maggiore veniva ampliata, e la civiltà per mezzo principalmente del ministero de’ monaci di Cistercio , dalla Badia della Colombara , si diffondeva non solo in Sestri , ma in tutta quanta la ligure occidentale riviera. Nè, ciò che si dice di Sestri, si può dire di altri paesi dello stesso littorale, come delle comunità di Varazze, d’Albissola, di Celle e di altre che, appena nel secolo XIV, ricuperata la libertà da’ feudatarii, spontaneamente si diedero a’ Genovesi, i quali le accettarono come parte della città e gli abitanti ammessi in qualità di veri cittadini (4). Il luogo di (S. Giovanni Battista di) Sestri offre adunque una prova indiscutibile dell’accentramento della civile magistratura, e quindi del Comune , il quale in seguito venne traslato in Voltri per la costituzione della futura podesteria. 2) La promessa de’ Sestresi di apprestare al Comune di Savona 60 uomini, in caso di guerra, era lecita nel secolo XII, perchè nessun patto o legge convenzionale ancora astringeva i Savonesi da parte della Repubblica di Genova. Questo patto di concordia fu fermato il 19 febbraio del 1251 sulla spiaggia di Varazze tra i Genovesi, i Savonesi ed i cittadini d’Albenga, e stipulato e giurato nella Chiesa di S. Ambrogio in Varazze, tra gli altri articoli si legge che « il Comune di Savona sia obbligato a fare esercito.... e pace e guerra contro chiunque, come farà quel di Genova, e secondo il volere di questo.... » (5). Come prima Bertramino Brondo, e Bonfante di Priano, consoli di Sestri, ebbero sentore dell'onere o tassa di ripa, che il ripuario savonese volea imporre al loro conterraneo o concittadino Picembono, si portarono in Savona per provare al Carezono ripuario del (1) Dissertazione all’Accademia di Parigi, N. 27, pag. 7, Miscellanee alla R. Università di Genova. (2) Glossarium, ad h. v. (3) i° Reg. Arciv., p. 136. (4) Casalis, Dizionario de’ Comuni degli Stati Sardi voc. Genova; Canale, op. cit. II, c. v., p. 104. (5) Canale, voi. II, c. v., p. 103, op. c., artic. 10. SESTRI ANTICO 33 Marchese del Carretto il privilegio di esenzione, che godevano gli uomini di tutto il plebeio, o comune di Sestri. Senza dnbbio furono incontestabili gli argomenti, che eglino addussero, perchè non pure vennero i Sestresi esonerati da tale balzello, ma fu loro concesso il diritto di poter comprare e vendere liberamente in Savona, e forse viceversa, come seguiva tra i grandi Comuni di allora, come per esempio tra Genova, Pisa, Amalfi, ecc. 3) Le navi nel secolo XII dividevansi in luoghi ed in parti, che potevano essere possedute da tanti partecipi, quanto era il numero loro. Non pochi sono gli esempi , che si potrebbero citare a conferma dell’argomento. Come una nave si vendeva per intero, si vendeva anche per luoghi o per parte. Gli esempi più comuni di vendita riflettono la terza parte, v. g. della nave Garj'ona, 21 Ottobre 1241 ; il 7 Marzo 1263 per Lire 100 si compra la 3.a parte della nave S. Giovanni; il 10 Marzo 1264 per Lire 260 la 3.a parte della nave Bonaventura. 4) Il diritto della ripa era una tassa o contribuzione ordinaria indiretta, chiamata anche rivaggio. Infatti rivaggio o ripaggio, dice uno scrittore, era una retribuzione, che si dava all’uomo incaricato di fare la guardia, e impedire che non venisse derubato alcun effetto, depositato sulla ripa. Dicesi anche diritto di ripaggio quello, che si paga per la manutenzione e riparazione della ripa (1). Meglio però, e più a proposito, spiega il Pego-lotti: « Secondo la consuetudine speciale invalsa nella Ligure Repubblica chi vende, dice egli, paga (in Genova) un diritto che si chiama riva, o ripa, e paga soldi 2 per lira, e quello si tiene al compratore appunto di quello che si vende la mercatanzia » (2). Ripario, scrisse pure il Ducange, era un diritto o tassa che si riceveva nelle rive, per conservarle, o per custodire ciò che ivi si teneva , o, secondo il Belgrano, il diritto d’approdo alla riva (3); tale diritto si chiamava ripatico, e ripuarii quelli che dimoravano lungo la riva (4), oppure che riscuotevano il diritto relativo. IH. 1180, 17 Ottobre. — Sepolcro della nobile Anna, chiamata, per purità di vita, novella Susanna, eretto nella chiesa abaziale di S. Andrea di Sestri, con il seguente epitaffio: Octobris postquam lux septima decima fulsit Mille fere et centum bisquadraginta peractis Annis a Christo tumulo requiescit in isto Mente pia cunctis innoxia nobilis Anna Que potuit dici tamquam sine labe Susanna Preteriit sed non obiit. Deus ille Deorum Hanc rapuit simul et statuit super astra polorum. « Come prima risplendette per la diciasettesima volta il sole, nell’ottobre del 11S0, da Cristo nato, riposò in questo tumolo la nobile ed innocente Anna, che novella Susanna, passò di vita, ma non mori. Il Dio degli Dei la tolse e collocò sopra gli astri dei cieli ». (Giscardi, Orig. delle Chiese, M. S. p. 15; Giornale degli Studiosi, anno 1S71, V. II, p. 199; La Nobile Anna in Belgrano, Vita Privata dei Genovesi, Genova 1875, p. 395; M. Remondini in Atti della Soc. Lig. di St. Patr., Voi. XII, p. 2S). (r) Stratico, Vocabolario di marina, a q. v. (2) Pegolotti, Pratica della mercatura, 220. (3) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. II, Parte I, p. 487. (4) Glossarium cit., a q. v. Sestri antico. 3 34 SESTRI ANTICO LUI. 1181, 13 Gennaio. — Il pontefice Alessandro III, da Tuscolano scrive ad Oberto, prevosto, a Bonifazio, arcidiacono, ed ai canonici di S. Lorenzo di Genova. Li riceve in protezione, conferma consuetudini, privilegi, etc. e parecchie chiese, tra le quali... (ecclesiam sancti Iohannis de Sexto cuvi decima et possessionibus eiusdem loci) la chiesa di S. Giovanni di Sestri con la decima ed i possessi del luogo, « Quoties a nobis ». (Integra nel Pfiugk-Harttung, Acta Pontificum, Tom. Ili, N. 315, p. 286; accennata nel Desimoni, Regesti etc., N. 216). a) Il Federici, l’illustre storico del secolo XVII , nelle sue Collcctanca (i) all’ anno 1179 dice che « San Gio. di Sestri con pertinenze » fu con parecchie altre chiese presa in protezione nel Concilio Lateranense da Papa Alessandro III , per intercessione di Cencio romano ». La notizia prematura è forse da porre all’ anno indicatoci da più validi documenti. b) La contribuzione delle decime venne introdotta in Italia solamente da’ Franchi, appo i quali, dopo di essere stata un precetto ecclesiastico, era divenuta eziandio una legge civile. Qualsivoglia terra pagava al vescovo, od al rettore della parrocchia, nella cui delimitazione si trovava compresa, la decima di tutti i frutti ; ed il Capitolarlo longobardico dell’ 803, nonché una legge di Lodovico Pio, determinavano le norme, giusta le quali doveano comporsi in ciascuna pieve le contestazioni, che si fossero sollevate per la riscossione di esse decime fra il clero ed il popolo. Ma come in processo di tempo ogni sorgente di lucro fu tassata, così la decima colpì eziandio le altre proprietà e si estese ai commerci (2). Si divideano in quattro parti , secondo le leggi caroline , o meglio, secondo il gius canonico; una spettava al vescovo, l’altra a’ chierici, la terza a’ poveri, l’ultima alla fabbrica della chiesa. Anche le decime appartenenti a qualche pieve o cappella, oppure derivanti da considerevoli tenimenti, veggonsi amministrate direttamente da’ nostri vescovi, o da essi concedute in locazione. I modi di indurre i debitori erano tre, cioè: 1) i placiti consolari, 2) la scomunica, e 3) il feudo. L’ incaricato a riscuoterle era 1’ economo del vescovo (3). c) L’ Ughelli riferisce una bolla di Eugenio III, aprile 1150, in virtù della quale conferma i privilegi al capitolo di S. Lorenzo, ed altra di simile tenore di Innocenzo II, confermante i possessi di detta chiesa, prendendoli sotto la protezione della S. Sede (4). Ora tra le chiese nominate non si fa cenno di quella di Sestri , ond è che è uopo credere che dessa venisse in potere de’ canonici prelodati nel periodo, che corre tra il 1150 e il 1181 (5). _ d) Il Desimoni, per ispiegare come il vescovo di Genova, e quindi il capitolo della chiesa di S. Lorenzo, avesse una così notevole possessione di territorio, fa due ipotesi. La i.a sarebbe questa: La Chiesa romana avea un largo patrimonio nelle Alpi Cozie, che da Giustiniano in poi comprendevano il Genovesato. Ariperto, secondo re de’ Longobardi, restituì alla S. Sede questo patrimonio: — la 2.a ipotesi sarebbe di credere che le suddette posses- (1) MS. Arch. di Stato in Genova, Voi. I, p. 780. (2) Belgrano, Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. II, P. I, p. 459· (3) Op. e Voi. cit., pp. 460-462. (4) Negrotto, Notizie storiche della chiesa di S. Lorenzo, M. S. e 1. c., p. 46. (5) Italia Sacra, Tom. IV, col. 864. SESTRI ANTICO 35 sioni fossero resti di qualche istituzione monacale, ei cui beni fossero pervenuti, ο per vacanza, o per mutazione, o per assegnazione pontificia al vescovato genovese (1). Queste ipotesi cadono in acconcio anche per il nostro caso ; che se le ipotesi del Desi-moni sono fatte per le decime, che eran di diritto dell’ arcivescovo e non del capitolo, rispondiamo : È vero, ma se gli uomini di Sestri, già nel 1144 davano la decima del grano all’arcivescovo Siro II, come dicemmo al Doc. XIX, e, se questi fece donazione delle decime, che percepiva nella città di Genova al capitolo di S. Lorenzo nel 1132, per la ragione di indurre più facilmente i feudatarii a pagarla , ciò ci fa argomentare che Siro (morto il 30 settembre del 1163) abbia al capitolo di San Lorenzo fatta donazione delle decime, che percepiva anche in Sestri. Cosi si spiega come nel 1150 non ancora la chiesa di San Giovanni Battista sia nominata come tributaria del capitolo di S. Lorenzo, mentre lo è nel 1181 (2). Esempio di simile concessione avea Siro ricevuto da due suoi antecessori. Nel 1106 Airaklo avea donato al capitolo di S. Lorenzo le terre della chiesa di S. Genesio e la decima del sale delle navi (3). Prima di Airaldo , nel 1052, Oberto, vescovo di Genova, avea fatta donazione delle decime a lui dovute, da alcuni nobili e potenti , che erano ritrosi nel pagarle al monastero di S. Siro. Espose nell’ atto, riportato integralmente dal Canale, le ragioni che lo indussero a questa concessione, cioè: r.° che i monaci ne venissero giovati nella loro indigenza ; 2.0 ne avessero suffragio le anime de’ suoi predecessori e successori; 3.0 fosse a’ potenti debitori tolta l’occasione del peccato (4). Atti di concessione di tale natura si leggono di Ugo, arcivescovo nel 1182, per qualunque azione e diritto, che egli potesse avere sulla chiesa di S. Salvatore di Sarzano, a favore del medesimo capitolo di S. Lorenzo (5) ; di Corrado per la chiesa di S. Genesio con terra, annessi e pertinenze nel 1087 (6); del B. Iacopo da Varazze per la Chiesa di S. Maria Maddalena (7). LIV. 1181, 15 Luglio. — Guglielmo, Manfredo, Guido e Giovanni, marchesi di Gavi, confermano la donazione, fatta da Alberto, marchese di Gavi, ad Ugone abate ed Ogerio priore del monastero di S. Andrea di Sestri, di 40 moggia di bosco, in Rovereta, donandone altre 60. Manfredo, marchese di Gavi, se morirà senza figli, darà 1/3 del bosco di Rovereta, che va alla villa di Tassarolo, sino all’acqua del Lemore. Nel suburbio di Gavi. (Foliatium Notariorum, Voi. Il, Parte I, p. 39 v.). a) Il Desimoni riferisce quest’atto di conferma nella dissertazione: I Cisterciensi in Liguria, in Atti Soc. Lig. di Storia Patria, Append., e nel Giornale Ligustico all’anno 1878, aggiungendo : « Manfredo inoltre in caso di morte senza prole, lega tutta la sua terza parte » quindi conchiude : « Manfredo terzogenito di Alberto I deve essere morto, dopo il 1181, e senza prole. Non si vede infatti, più alcuna menzione di lui, dopo tale anno, nè de’ suoi discendenti, in molti atti che si hanno relativi ai Marchesi di sua parentela, in tale epoca » (S). (1) Annali p. 2; Belgrano, Atti Soc. Lig. St. Patr., cit. Voi. II, P. I, pp. 272, 358. (2) Cfr. Note al Documento XXXIII. (3) Banchero, Descrizione di Genova, Part. Ili, p. 87. (4) Op. cit. I, 409. (5) Banchero, op. cit. p. 103. (6) Negrotto, M.S. cit. p. 6. (7) Ivi p. 183. (8) Annali, ad annum, p. 21. 36 ' SESTRI ANTICO b) Il moggio è antica unità di misura del frumento; la mina ne era la metà, il quartino la quarta parte, lo staio la metà del quartino, cioè chilog. 0,713. Il cav· Rocca asserisce che nel secolo XIII la mina era di 9 rubbi, e 1111 moggio di grano, nel 1213, valea Ss. 10, secondo il Canale (1). LV. I 182 , 17 Settembre. — Beidie fa testamento. Benefica ciascun monastero da Sant’Andrea di Sestri fino al Bisagno. Lascia le sue pelli di volpe e di lepre ad Anna Trencherio. II testamento è rogato in Genova. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. I, p. 2, Arch. di St. in Genova). Le conquiste dei barbari ci recarono dal settentrione le rare pelliccie, di cui i medesimi si avvolgevano in quella zona gelata e poiché queste, mercè gli ampli commerci, erano divenute meno rare che non i drappi, molti soleano portarle in estate col pelo al di fuori, e al di dentro 1’ inverno. Più tardi per altro caddero in disuso, nè si portarono che sotto i panni, come semplice foderatura. Giovanni Stella ricorda la via nella quale pelles sub vestibus late venduntur, « sono in gran copia vendute le pelli », cioè 1 attuale Pellicceria. Il Registro del Pedaggetto di Gavi (sec. XIII) rammenta le pelli di volpe, di gatto, di coniglio, di faina e di lepre , che erano nostrali, oppure si traevano di Puglia, Lamagna, Norvegia e Schiavonia (2). LVI. 1182, 29 Novembre. — Sibilia de Bergogno fa testamento. Vuol essere sepolta nel cimitero di Sant’Andrea di Sestri. Benefica le chiese di S. Giovanni dì Quarto, S. Maria della Castagna e . S. Pietro di Quinto. Lascia una terra in Quinto al monastero di Sant’Andrea, in modo che i monaci non la possano mai alienare. (Atti c. s., p. 21). LVII. 1183, 28 Novembre. — Ugone della Volta, arcivescovo di Genova, alla presenza di Tommaso da Sestri, dà in locazione a Michele de Suaro un molino, presso il ponte della Polcevera, colla condizione di dare, per lo spazio di due anni, 10 mine di grano, per la Pasqua, e 15 per la festa di S. Clemente. In Genova. (2.0 Reg. Arciv., Atti Soc. Lig. Stor, Patr., Voi. XVIII, p. 118). LVIII. 1183. — Sulla sinistra sponda del Chiaravagna, in quel di Borzoli, c fondata la chiesa di S. Maria, nella località detta Priano, da canonici regolari di S. Croce di Mortara, i quali fiorirono non pochi secoli in Liguria, fondandovi molti monasteri, ed erigendo molte chiese. (Giscardi, M,S. Origine delle chiese, p. 336). (1) Op. cit., Voi. II, p: 637; Cfr. Belgrano, Reg. Arciv. II, I, p. 485· (2) Panriilani, Porpore e Pelliccie in Belgrano, Vita Privala dei Genovesi, p. 219· SESTRI ANTICO 37 a) Molti sono gli scrittori, che confermano tale notizia. Ci piace citare il Montaldo, Sacra Ligustici coeli sidera , p. 87 ; il Pennoto, Generalis totius Ordinis clericorum, canonicorum etc. Historia Tripartita pp. 329 e 449; il Belgrano, Di alcuni monasteri presso Sestri ponente, pp. 4-5 MS.; le Memorie storiche del santuario di N. S. della Misericordia, p. 13, e un M.S. dell’Arch. del Convento di S. Nicolò ("Voliri). Il Pennoto summentovato riferisce l’introduzione de’ canonici di Mortara, in Liguria, circa il 1100, per cui i sacerdoti Bellando e Pietro, secondo un documento del Cartario Genovese, p. 205, accettarono in detto anno da Richizo prete e da più altri la rinuncia di ogni diritto sopra la chiesa de’ SS. Salvatore e Teodoro, presso la riva del mare (distrutta il 4 ottobre 1870). Tale congregazione sembra sia stata introdotta da Airaldo, vescovo di Genova, e prima Preposito di tale religioso istituto, benché, su questo ultimo punto, non concordi il Grassi con il Belgrano (1). Il fondatore di detta chiesa di S. Maria di Priano (Sismondo Muscula) apparisce chia- , ramente nell’atto o documento dell’11 Marzo 1238, che vedremo in appresso. L’Accinelli aggiunge che tale chiesa si cominciò anche a chiamare col nome di S. Lorenzo, quindi scrive : « Antonio Spinola, priore del priorato (S. Remigio) di Parodi, dell’Ordine di S. Benedetto, ne fe’cessione a Giovanni de’ Gatti, priore di S. Teodoro, con una pensione vitalizia, ottenendo da Eugenio IV, nel 1439, 1’ approvazione con Bolla speciale; onde, nel 1453, trapassò nel monastero di S. Teodoro » (2). Questa chiesa fu nel secolo XVIII intitolata da nostra Donna della Misericordia e volgarmente è anche detta di Virgo Potens (3). b) Chiaravagna, o Claravania , è parola barbaro-latina, che significa Clarus-amnis, Chiaro-fi umicello. LIX. 1183. — Fr. Ambrogio è abate di S. Andrea di Sestri. (Giscardi, Origine delle chiese, ecc., M.S. p. 14). LX. 1184, 19 Marzo. — Giovanni figlio del qm. Bonvassallo Stralleria fa testamento e benefica il cenobio di S. Andrea di Sestri. (T. Belgrano, La Lapide di Giovanni Stralleria in Atti della Soc. Lig. Str. Patr., Voi. XVII, p. 219). LXI. 1184, 25 Aprile. — Ottone de Salcito da Ceranesi e Giovanni de Bo-miardo, da Sestri, ricevono da Ansaldo Tiba unum parpellium, un parpellio, per L. 4 di genovini, che pagheranno prima di Natale. In Genova, nella chiesa d. S. Giorgio. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. I, p. 186, Arch. di St. in Genova). Parpellium, palpellium è sinonimo di papilio , che equivale a tenda ; parpagliones eran dette certe vele utili, quando era imminente qualche fortuna di mare: ' Vele grandi e veloni Terzaruoli e parpaglioni (4). (1) Belgrano, Atti Soc. Lig., Voi. II, P. I, pp. 319, 410. (2) Liguria Sacra, voi. I, p. 282. (3) Memorie Storiche citate, p. 13. (4) Barberini, Docum., p. 259; Ducange, op. cit., Tom. V, p. 104. 38 SESTRI ANTICO LXII. 1184, 28 Aprile. — Torsello da Tassarolo vende a frate Donadeo, comprante a nome del monastero di S. Andrea di Sestri, una terra posta in Bisio, per soldi 20 di denari pavesi, confinante colla terra del monastero predetto. (Not. Lanfranco, Reg. I, p. 187 v.). Nel 1143 « il denaro genovino equivalendo a L. 0.0S ne consegue che un pavese buono deve essere pari a L. 0.16, ed in proporzione il soldo a L. 1.92, la lira 338,40» ^i). Prima del 1245 la lira pavese corrispondeva a L. 20 e qualche frazione di più della presente (2). LXIII. 1184, 26 Luglio. — Prete Guglielmo, priore di S. Giovanni di Pave-rano, dell’ordine di Mortara, riceve da Gerardo de Airolo lire 30, che impiega per acquistare dalla chiesa del Priano di Sestri una casa, posta m Genova , in Sozi glia. (Not. Lanfranco, Reg. I, p 157). LXIV. I 184, 4 Agosto. — Bordella figlia del qm. Ardizzone fa testamento. Lascia L. 10, a S. Andrea di Sestri da darsi a suo fratello Vicino, monaco. L’atto è rogato in Genova, a Castello. (Not. Lanfranco, Reg. I, p. 130). LXV. 1184, 2 Novembre. — Guglielmo Barca promette ad Amico Embrone, procuratore del monastero di S. Andrea di Sestri, che cederà ai monaci di esso il capitale ed il lucro della società commerciale, che fece con Vassallo Gallo. (Not. Lanfranco, Reg. I, p. 167). Di due Guglielmo Barca si hanno notizie. Il primo è giudice delle Compagne nel 1137 e console nel 1140, il secondo è console nel 1203 : il nostro documento concerne orse quest’ultimo (3). Il 4 settembre del 1163 Bonifazio Panzano vendeva a Simone Dona a decima parte d’ un molino, confinante col molino di Guglielmo Barca (4). LXVI. 1184-1185, 9 Settembre. — Il pontefice Lucio III, da Verona, scrive al prevosto e ai canonici di S. Lorenzo in Genova, confermando parecchi loro diritti, sentenze ed istituzioni, tra cui una sentenza, promulgata d or- (1) C. Desimoni, Sulla Monela del Registro Arcivescovile, p. 5. (2) V. Mandelli, Il Comune di Vercelli nel Medio Evo, Tom. Ili, p. 245. (3) Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. I, pp. 257, 259, 411. (4) Chartarum, Tom. II, col. 878. SESTRI ANTICO 39 dine pontificio dall’ abate di S. Andrea di Sestri, nella lite vertente tra il capitolo e prete Giusto « Exhibita sempcr circa ». (Pfiugk-Harthung. A et a Pontificum, III, N, 350, p. 316; accennata dal Desimoni, Regesti ecc., N. 231). « Gli abati del Tiglieto e di S. Andrea di Sestri, scrisse il Desimoni, ebbero una parte importante nel periodo del maggior loro fiore; (furono) delegati spesso da Papi a funzioni delicate, come l’arbitrato tra i vescovi, il componimento di paci anche fra i Comuni più potenti, tra le Repubbliche più temute, la riforma de’ monasteri e degli stessi Ordini religiosi in Italia » (1). LXVII. 1186, 12 agosto. — Il pontefice Urbano III da Verona scrive agli abati di S. Siro, di S. Andrea di Sestri e di S. Benigno di Genova, per la controversia tra il capitolo di S. Lorenzo e il priore di S. Nicolò di Capodimonte, per la chiesa di Sarzano. « Cum controversia ». (C. Desimoni, Regesti delle Lettere Pontificie riguardanti la Liguria, N. 252 ; Remondini , Parrocchie, Reg. XV, p. 175). LXVIII. 1186, 12 Dicembre. — Il pontefice Urbano III, da Verona, scrive al capitolo di S. Lorenzo in Genova. Conferma la sentenza nella causa fra esso capitolo e il priore di S. Nicolò di Capodimonte per la chiesa di Sarzano, pronunciata dai delegati pontificii abati di S. Benigno , di S. Siro e di S. Andrea. « Cum olim adversus vos », (C. Desimoni , Regesti delle Lettere Pontificie riguardanti la Liguria, N. 254 ; Remondini, Op. cit. P· 175)· LXIX. 1187, 19 Luglio. — Il pontefice Urbano III da Verona scrive al prevosto, all’ arcidiacono e ai canonici di S. Lorenzo in Genova. Ad esempio di Alessandro III pontefice, li prende sotto la sua protezione, conferma i beni e possedimenti, tra cui ecclesiam sancti Iohannis de Sexto cum decima et possessionibus eiusdem loci, la chiesa di S. Giovanni con la decima ed i possessi del luogo. « Quoties a nobis ». (C. Desimoni, Regesti delle Lettere Pontificie, N. 260 e p. 116). Questa bolla pontificia è firmata da ben tredici cardinali. LXX. 1188, 30 Gennaio. — I consolide’ placiti lodarono, alla chiesa di S. Siro, tutte le case e il diritto di decimazione della terra , che certo Sismondo Muscola tenea di quel luogo e del suo, in Sesto, ne’ pressi della chiesa di S. Giovanni Battista, come in atti del Notaro Gandolfo di Costanzo (2). (Remondini, Reg. XIV, p. 239). (1) Cfr. Giornale Ligustico, 1878, pp. 221-222. (2) Cfr. il Documento dell’11 febbraio 1209. 40 SESTRI ANTICO Ecco il nome del fondatore della chiesa di S. Maria, poi S. Lorenzo di Priano. È verosimile che la terra surricordata fosse appunto nella bella collina, che si, eleva come per incanto, tra il Ruscarolo ed il Chiaravagna. Sismondo o Sigismondo Muscola ebbe il consolato delle cause forensi nel 1146, nel 1149, IT64, 1172! 1176, 1179. Forse stanco della vita menata nella carriera della magistratura , uscì dalle leggi cittadinesche per respirare il soffio delle aure piene di salute della libera campagna, tra la pace di una solitudine feconda di nobili e sante ispirazioni. Il Muscola nel 1172 fu inviato ambasciatore a Lucca per istabilire la pace tra Pisani e Genovesi (1). Nel 1178 ai 16 novembre appone la firma a un decreto, in cui i consoli di Genova approvano che Γ arcivescovo possa prendere la merce di alcune navi, giunte dalla Corsica a Portovenere, per compenso della decima del grano, che gli venne negata (2). LXXI. 1188, 13 Febbraio. — Guglielmo da Sestri sottoscrive l’atto di pace tra Genovesi e Pisani. (.Atti Soc. Lig. di St. Patr., Voi. I, p. 380). a) Nel 1187 i Pisani, rotta la fede data nel 1175 a’ Genovesi in Pavia, al cospetto di Federigo Barbarossa, depredarono in Cagliari i mercadanti genovesi. Si venne alla guerra, e Fulcone di Castello, per vendicarsi, ruinò da’ fondamenti il castello di Bonifacio, edificato dai Pisani. Clemente III , e prima di lui Gregorio Vili, intenti a stringere pace tra i popoli, per comporre una terza crociata e così francare Terra santa da’ Turchi, avvisò di pacificare i Genovesi ed i Pisani. Alla voce di due cardinali e di Clemente III, si rappattumavano come fratelli i due popoli bellicosi, e la pace stabilita dal papa era a queste condizioni : I. Cessassero entrambi i popoli le usure in Sardegna; II. I Pisani non impedissero da loro pegni e da loro possessi i Genovesi in Sardegna; III. Così facessero i Genovesi verso i Pisani ; IV. Non s’ opponessero i Pisani che ogni giudice sardo e dieci de’ Magnati più potenti in ciascun giudicato promettessero sicurezza a’ Genovesi ed altri del loro distretto, sì in terra come in mare, ecc. V. L’uno e l’altro avesse libera facoltà di navigare il pelago (parte del Mediterraneo che resta al di là della foce di Roma), approdare in qualunque porto e trasportarne le merci. E l’arbitrato pontificio avean prima giurato di osservare i mille Genovesi eletti da’ Pisani, e i mille Pisani eletti da’ Genovesi; un Pisano sull’anima di tutto il popolo di Pisa; un Genovese su quella di tutto il popolo di Genova: era questo il Cintraco de’ due Comuni (2). Tra questi mille Genovesi era Guglielmo de Sexto, che forse è lo stesso nominato nel Doc. XXXVIII. Chi poi fosse vago di leggere i nomi di questi mille giurati firmatarii può consultare l’opera di Agostino Olivieri (3). b) La lettera di Clemente III, in virtù di che inviava i due cardinali Pietro e Sof-fredo, per far la pace tra Pisa e Genova per la lite sulla Sardegna, reca la data del 19 maggio 1188. I predetti composero la pace in Lucca, il 7 luglio del 1x88, confermata poi dallo stesso Clemente III, con bolla del 12 dicembre 11S8 (4). c) Cfr. pure il Doc. LXXIII. (1) Belgrano, Oberti Cancellarii Annales in Ist. Stor. It., an. 1890, p. 254. (2) Chartarum, Tom. II, col. 1067. (3) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. I, p. 369. (4) Desimoni, Regesti delle Lettere Pontificie, N. 266, 269, 271. SESTRI ANTICO 41 LXXII. 1189..... — Frate Tealdo è abate del monastero di S. Andrea di Sestri. (Giscardi, Op. c., 1. c., p. 14). LXXIII. 1190, Il Gennaio. — Ugone Mallone vende ad Enrico figlio di Giovanni Cane da Sestri, e ai suoi fratelli Baldovino e Oliverio due tavole di terra, per L. 6 e s. 5, poste presso i beni di Contessa Malocello, verso il mare. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. I, p. 35, Arch. di St. in Gen.). a) Ugone Mallone fu console dei placiti nel 1188 e nel 1193 (r). b) Un altro figlio di Giovanni Cane, per nome Anseimo, quantunque non sia detto di Sestri, appose la firma all’atto di pace, di cui tenemmo parola al Doc. LXXJ (2). LXXIV. 1190, 12 Gennaio. — Richelma, vedova di Guglielmo Silvagno, i coniugi Giovanni Silvagno e Giulietta vendono a Simone , abate di S. Andrea di Sestri, una terra vignata con torchio, per L. 260, posta a Celle. L’atto è rogato in Genova, nella chiesa di S. Damiano. (Not. c. s., p. 35). Gli atti notarili, come già vedemmo, e come vedremo in seguito , veniano di costumanza rogati nella cattedrale, nelle chiese , nel portico della casa del notaro, ovvero in una camera o nel palazzo stesso, in ispecie quelli che riguardavano il vescovo di Genova ; talora nel pontile o piccolo ponte di congiunzione, tra due case o palazzi (3). Altre volte nel solario, quando trattavasi di persona facoltosa ed agiata, o dello stesso arcivescovo, o di un civile magistrato, ecc. Infatti il Belgrano (4) citando un atto pubblico del 1182, conchiuso con la formola actiwi in solario palatii veteri, dell’arcivescovo di Genova scrive : « Il vocabolo solario non è di lieve momento, per darci un’ idea dell’importanza del-1’ edificio; conciossiachè l’aver case cum solario o, secondo altrimenti dicevasi, insola-ritae, cioè di due piani, era segno di potenza o di nobiltà, per modo che in Ispagna, nelle varie gradazioni nobilesche, fu titolo di onore 1’ esser nobile de solar » (5). Sovente l’atto venia steso nella chiesa, se il contratto coiicerneva la fabbrica, i fedeli, o anche il pubblico in genere; alcuna fiata in un fondaco, ecc.; ma il luogo più usato per tali fattispecie era il portico della casa. LXXV. 1190, 26 Gennaio. — Giulia de Belloculo fa testamento. Lascia soldi 10 alla chiesa di S. Martino di Sampierdarena; s. 10 per messe operi Sancti Iohannis, all’opera di S. Giovanni di Sestri, e L. 3 a S. Maria del Priano. Il testamento è fatto nella chiesa di S. Torpete. (Not. c. s., p. 39 v.). (1-2) Alti Soc. Lig. Slor. Patr., Voi. I, pp. 369, 380, 393. (3) Belgrano, Atti Soc. Lig., Voi. II, p. 435. (4) Atti Soc. Lig. cit., Voi. II, p. 436. (5) Cfr. Cifrario. Della Schiavitù, ecc., II, p. 227. 42 SESTRI ANTICO LXXVI. 1190, 14 Febbraio. — Contessa moglie di Guglielmo Vento fa testamento. Vuol essere sepolta nel cimitero di S. Andrea di Sestri. Benefica alcune chiese, tra le quali, S. Bartolomeo del Fossato. Libera la sua schiava sarda, chiamata Vcircta. Costituisce un legato per la redenzione degli schiavi. Nomina erede la figlia Giovanna, colla condizione di \restire ogni anno un monaco in S. Andrea di Sestri. Il testamento è fatto in Genova, nel fondaco dei Pediculi. (Not. c. s., μ. 47). La famiglia dei Pediculi aveva il fondaco o stazione sulla piazza di S. Giorgio, vicino alle case dei Vento e dei Malocello, ove erano le loggie dei Piacentini, dei Lucchesi, dei Senesi, dei Fiorentini e dei Pisani, quest’ultima presso la chiesa di S. lorpete. LXXVII. 1190, 30 Marzo. — Castellana vedova di Biroccio, col consenso di Guglielmo e di Ugolino Mallone, tutori dei suoi figli, vende, per L. 4 a Stella da Sestri due tavole di terra, situata in Sestri, per supplire alle spese della figlia Adelasia, che entra in monastero. (Not. c. s., p. 66). LXXVIII. 1191, 5 Febbraio. — Prete Zoccolario da Sestri riceve in accomandita da Mordano Clerico, L. 17, che porta a negoziare in Sardegna, dividendosi poscia il guadagno. — Oliviero Maruffo da Sestri ne riceve 12, da Aimone da Sestri, che porta pure in Sardegna. I due atti sono stipulati in Genova, nella volta dei Fornari. (A ti del Not. Guglielmo Cassinense, Reg. I, p. 90, Arch. di St. in Gen.). a) La Sardegna offriva a’ Genovesi molti porti per le galee e spiaggie sinuose, va stissimi boschi per le costruzioni navali, pescagione, cacio , vino abbondante ed ottimi soldati come la Corsica; ma al pari di questa non avea manifatture per 1 indole deB 1 abitanti vaghi di guerre domestiche, quando loro non venissero intimate dagli stranieri. Per conseguenza essa somministrava un perenne alimento alle arti di Genova. La Sar degna però aggiungeva di più un vantaggio sopra la Corsica , cioè una grande abbon danza di grano, che gli indomiti suoi abitanti non cessavano mai di coltivare , rupi ari e feconde di sardonico e cave d’argento, alcune delle quali fecero lavorare nel secolo i principi d’Arborea, non lungi Oristano, offrendone parte al duomo di Genova. Le relazioni tra Genova e la Sardegna furono tratteggiate dal Tola (i). b) I numerosi contratti di accomandita, che abbiamo già riferito, ai quali altri si a0 giungeranno in seguito, ci mostrano l’associazione dei capitali e dell’ industria, d uno o più che somministrano i fondi, di uno o più che li fanno operare. Anche i Sestresi ci presentano antichi esempi della società in accomandita, tanto utile ai progressi e commercio, copiosa sorgente della ricchezza e potenza italiana a’ tempi di mezzo (2). (1) Codex Diplomaticus Sardineae in Hist. Patr. Mon., Tom. I e II. (2) Belgrano, L’interesse del denaro e le cambiali appo i Genovesi dal sec. XII al -λ in Arch. Stor. Ilal., Serie III, Tom. Ili, Parte I, an. 1866, p. 117. SESTRI ANTICO 43 LXXIX. 1191, 22 Marzo. — Ogerio Galletta, prevosto della cattedrale di Genova a nome del capitolo concede in livello, per 29 anni, a Salomone e Rogerio figli del qm. Idone de Campello 3 i\2 tavole e un piede vivo, e ij3 di terra, posta alla spiaggia di Sestri, confinante colla terra di Alberto Lercari, e dà licenza a fabbricare, pagando un canone annuo di 15 denari, per ciascuna tavola, al predetto capitolo. L’atto è rogato in Genova, nella cattedrale. (Not. c. s., p. 17). LXXX. 1191, 17 Giugno. — Vassallo da Sestri, Oliviero Calvo, Vassallo Maxirito, tutti di Sestri e altri di Voltri e di Prato vendono per L. 7 meno 4 soldi a Raimondo Baltigario una schiava sarda, chiamata Giusta con una sua figlia chiamata Vereta. In Genova, sotto il portico del qm. Ugolino de Volta. (Not. c. s., p. 37). La schiavitù ossia la condizione d'un individuo il quale non è padrone della piopria vita, de’ beni e della libertà, ripetesi dagli Ebrei a’ Romani, e durò fino ai nostri giorni, benché in esigua proporzione. Gli schiavi altri erano pubblici, altri privati. Dacché le tribù settentrionali invasero l’impero occidentale e le varie classi di schiavi si confusero in una sola, in quella dei servi della gleba, 1’ istituzione della schiavitù romana fu cancellata. Nullameno non è possibile fissare il periodo di questo cambiamento, essendo esso a varii tempi ne’ diversi paesi. Come prima il cristianesimo divenne la religione predominante del mondo romano, desso esercitò in più modi una benefica influenza sulla condizione degli schiavi, senza però immischiarsi, per varii secoli almeno, nella medesima barbara istituzione, mentre le leggi degli stessi imperatori cristiani emanate ad abolire la brutale prepotenza venian per lungo tempo deluse. Un canone del Concilio di Londra (1102) statuiva: « d’or innanzi non siavi più chi ardisca di esercitare quello sciagurato traffico, per cui in Inghilterra sonsi per 1’ addietro venduti uomini, come se fossero bruti » (1). Ma quantunque cessasse presso le nazioni d’ Europa l’indegno commercio, al tempo delle crociate però continuò a farsi per il Mediterraneo dai Veneziani. Non si rimossero da tale traffico i Genovesi; una prova l’abbiamo nella nostra riviera, in relazione agli abitanti di Sestri. Sendo però la narrazione de’ fatti una esposizione oggettiva e non soggettiva degli avvenimenti, dobbiamo, non senza dolore, registrare, in tal anno, un atto di sì turpe commercio. Taceremmo affatto , scrive il Serra, se le leggi severe della storia il permettessero, un articolo riprovato dall’umanità e praticato dagli uomini costantemente, cioè il commercio de’ loro simili..... Ben è vero che la legislazione genovese proibì in ogni tempo a’ nazionali navigli di trasportare schiavi.... ma il savio divieto si eluse in ragione del commercio di Cafla , ove due navi del Soldano venivano ogni anno a farne compra e caricarli; per cui doveasi ledere la franchigia di quel porto, privarsi di un gran profitto, e trarsi adosso una guerra con il Sultano (2). (1) Wilkin, Concilia, I, p. 383. (2) Storia dell’antica Liguria, IV, p. 72. 44 SESTRI ANTICO Anche il Belgrano così parla della schiavitù : « Erano pure considerati come oggetti di mobilio gli schiavi, al lucroso traffico de’ quali Venezia e Genova assai per tempo si dedicarono. Nell’ inventario dei beni di Guglielmo Scarsaria, sotto il 1164, è notata saracenam unam cum libertatis condicione. In un documento del 1390, vengono pure nominati ferramenta pro f errandis sclavis, e lo Statuto del 1336, punisce con pubbliche battiture e col taglio del naso quel fabbro, che, senza il comando del proprietario, avrà sferrato alcuno di quegli infelici. Finalmente un atto del 1392 fa menzione della bottega di Giorgio da Fegino , rivenditore di schiavi, sita nella contrada de’ Marini » (1). LXXXI. 1191, 25 Luglio. — Sansa figlia del qm, Guglielmo Longo fa testamento. Vuol essere sepolta presso il monastero di S. Andrea di Sestri, cui lega L. 10 per messe, e L. 10 per le sue esequie. In Genova, nella casa degli eredi del qm. Guglielmo Longo. (Not. c. s., p. 430). LXXXII. 1191, 21 Settembre. — Iterio Longo fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Andrea di Sestri, cui lascia L. 40. In Genova, nella casa di detto Iterio e Ingone fratelli. (Not. c. s., p. 56). LXXXIII. 1191, 15 Ottobre. — Matelda, figlia del qm. Giovanni Malocello, vende a Salomone, da Sestri, per L. 8, due tavole di terra, poste in Lardara, presso il lido del mare e ad Ottaviano da Sestri altre due, per lo stesso prezzo. In Genova, sotto il portico di Alberto. (Not. c. s., p. 64). Lardara o Lardaria da Larderia , specie di fune (2). Forse tale quartiere o frazione si intitolò dall’ arte di tirare le funi , come si usa ancora oggigiorno in qualche luogo della riviera, v. g. in Prà. Non ammettiamo come probabile 1’ essersi così appellata tale località da lardare o lardellare, non avendo in pronto nè prova , nè indizio alcuno 1 prova , nè il minimo motivo di induzione, congettura o supposizione , per dedurre c a tale radice il suddetto nome. LXXXIV. 1191, 22 Ottobre. — Ogerio Galletta prevosto della cattedrale^ di Genova, a nome del capitolo, alla presenza di prete Idone da Sestn, dà in livello, per 29 anni, a Gerardo Grasso da Sestri 3 tavole e ‘/3 d una terra, posta in Sexto in arena, confinante colla via pubblica e l’edifìzio di Corrado di (1) Belgrano, Vita Privala dei Genovesi, p. 85 nota. (2) Ducange, Glossarium, Tom. IV, p. 31. SESTRI ANTICO 45 Prato e un’altra tavola meno i[6, dietro la casa di Giovanni Cane, e presso quella di Idone Saladino. In Genova, nel pontile del chiostro. (Not. c. s., p. 650). a) Ido o Idone è il secondo parroco, che emerga dalle notizie documentate, che si può rilevare, con la indagine delle carte polverose dell’Archivio di Stato. I Remondini registrarono questo parroco, ma, soffolti da un solo argomento notarile, lo segnarono al 1222. b) La tavola era una misura agraria , la cui estensione era varia a seconda degli usi locali, come si rileva dal Ducange, a questa voce. In Liguria le misure agrarie erano 10 Iugero di dodici pertiche; la pertica era di 288 tavole; la tavola era di 34456 piedi ; 11 piede di 41472 piedi quadrati (1). Nel i.° agosto 1200, 75 tavole di terra, in Albaro, valevano lire 27; nel 19 giugno 1247, tavole 302 di terra, in Bavari, valevano L. 60 (2). c) Non sarà discaro al lettore che noi sottoponiamo l’osservazione che , a proposito della parola Arena o de Arena fa il Belgrano, accennando alla Cappella di S. Michele di Arena, cioè di Capo d’Arena: « Questa denominazione, scrive egli, di Arena si adoperò manifestamente a significare un lungo tratto del lido marino; e senza fallo confinò a levante coi Prati (Prè) distendendosi a ponente, fino all’odierna città di S. Pier d’Arena. Infatti il Borgo di S. Ίom-viaso e le regioni di Fassolo e del Capo di Faro, nelle quali fu poi diviso questo spazio, recano in sè stesse l’impronta di meno remote appellazioni, come quelle che procedono, o dalla dedicazione di una chiesa, o dal fatto che una parte deìl’Areua stessa fu ridotta a coltura, o finalmente dalla erezione di una torre a benefizio dei naviganti (3). LXXXV. 1192, 2 Ottobre. — Giovanni de Marino dà in locazione, per 20 anni, la sua vigna di Sestri, confinante da una parte colla spiaggia del mare, dall’altra colla strada di S. Martino, da una terza la terra di Baldo Turpe-figura, e dalla quarta la terra di Rubaldo Arcario, ritenendosi alcuni diritti che, presso il Gazzo, ha detta vigna. Riscuoterà annualmente L. 3, per la festa di S. Stefano, e L. 3, per quella di S. Giovanni di giugno. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. II, Parte II, p. 25V., Arch. di St. in Gen.). Benché dall’ atto riferito (per la prima volta) si riveli a noi il nome di un luogo da 6". Martino intitolato, pure, non accennandosi esplicitamente che cosa sotto questo nome venisse consecrato al gran Vescovo di Tours , tale reticenza ci porge il destro ad alcune considerazioni, cioè se in ragione di tempo ivi esistesse a) una chiesa dedicata a S. Martino, oppure b) un fortilizio, ovvero c) l’una e l’altro insieme uniti. Ciò premesso, sembra a noi più probabile la sentenza di chi opina che, prima d’ogni altra costruzione, una cappella sia stata, sul limite di antica strada, dedicata a S. Martino. Tale era la costumanza de’ tempi. Da una chiesa dedicata a S. Giovanni Battista nel secolo VII ebbe nome speciale il territorio di Sestri antico; da S. Alberto si appellò 1’ altipiano sottostante al monte della Contessa, per una cappella ivi costrutta ; da S. Lorenzo 1’ antico Golfo di Priano, per una Chiesa eretta dai canonici di Mortara; da S. Francesco, per un tempio a lui eretto, ad ovest di Lardara in Sestri, da’ fratelli Panzano, ecc., per conseguenza non una guardiola o fortilizio, ma un’ edicola 0 cappella fu il monumento, che a S. Martino da’ Sestresi fu innalzato. (1) P. Rocca, Pesi e Misure antiche di Genova, p. 64. (2) Canale, Op. c., II, p. 636. (3) Atti Soc, Lig. St. P., Voi, II, 1’. I, p. 418. 46 SESTRI ANTICO La sentenza di coloro che ammetterebbero la esistenza di un fortino nel luogo della chiesa e antecedente in ragione di tempo alla chiesa, non avrebbe per prova altro che la deficienza in noi di documenti per provare la priorità della cappella, sopra il fortilizio, d’altra parte se altri ammette che il fortino di Castiglione sia stato costrutto nel 1100(1) non hanno alcun positivo argomento se non che la probabilità dedotta dalla sollecitudine generale de’ Genovesi nel levare torri, fortilizi, guardiole, lungo le riviere a difesa delle loro case nell’ invasione de’ Saraceni ; ma queste secondo gli storici appena nel secolo X e XI indussero i cittadini di Genova a fortificare la metropoli, mentre quindi ritornavano alle deliziose spiagge che , in tanto frangente aveano abbandonate (2). In una memoria MS. dell’Archivio comunale di S. Giovanni Battista in data 14 dicembre 1S36, firmata dal Sindaco C. Carievaro, ed attribuita al signor Pasquale Carbone, si legge : « L’antichità del luogo rilevasi facilmente dalla vetustà dell’antico castello nominato S. Martino, situato ove ora esiste il convento ed orto de’ RR. PP. Cappuccini, ora da più anni distrutto per maggior comodo di detti RR. PP., castello che unitamente ad altro di Santa Maria di Castiglione , situato in poca distanza si suppone ragionevolmente che a difesa di un piccolo golfo, ora torrente Chiaravagna , nelle barbariche irruzioni tanto frequenti nell’antica Liguria, fosse eretto » (3). Secondo il Tagliavacche se ne avrebbe memoria nel 1277 (4). Il eh. Remondini poi accenna al forte ed alla chiesa come esistenti nel secolo XVI. « Era (1588) in Sestri, a quell’ epoca, un’ antica cappella di san Martino con omonimo fortilizio » (5). Dalle quali parole chiaro discende come egli pure tenga per la nostra sentenza. Non è però che lunghi anni dopo della erezione della cappella sia stata fabbricata la guardiola di S. Martino. Noi crederemmo esistenti e 1’ uno e l’altro già nel secolo XII. LXXXVI. 1192..... — Cencio, camerlengo di S. R. Chiesa (poi pontefice col nome di Onorio III, 1216-1227) compone sotto il pontificato di Celestino III il Liber Censuum Romanae Ecclesiae, il libro de’ Censi della Chiesa Romana. Ivi Monasterium Sancti Andree de Sexto è tassato per un marabo-tino, Ecclesia Sancte Marie Ville Priani è tassata pure per un marabo-tino, Monasterium Sancti Petri de Prato, per una libbra di cera, ecc. [Le Liber Censuum de l'Èglise Romane par Paul Fabre, Paris 1S89, pp. 74, 75> 77)- 11 Marabotino era la moneta battuta dagli Almoravidi, signori di Spagna e di Africa. Pesava gr. 3.8645 e il fino 3-5443 (6)· LXXXVII. 1193, 24 Aprile. — Il pontefice Celestino III da Laterano scrive a Ogerio prevosto, a Ottone arcidiacono e ai canonici della cattedrale di Genova. Li prende sotto la sua protezione, e conferma ecclesiam saiicti Iohannis de Sexto cum decimis et possessionibus eiusdem loci, la chiesa di S. Gio- (1) Guida per escursioni, con note di Issel., Mazzuoli, ecc., p. 67. (2) Canale, I, p. 79; Serra, Op. cit, IV, p. 203. (3) Col. I, Nomi, situazione del Comune di S. G. B. (4) Remondini, Parrocchie, Reg. XIV, p. 335. (5) Op. cit., p. 267. (6) C. Desimoni, La Moneta e il rapporto dell'oro all’argento, p. 20. SESTRI ANTICO 47 vanni con le decime ed i possessi del luogo. « Effectum iuxta postulati- tibus ». (Desimoni, Regesti d-elle Lettere Pontificie N. 292 e fonti ivi accennate', La precitata bolla pontificia è firmata da ben venti cardinali, ed è riferita per intero dall’ Ughelli (i). LXXXVIII. 1193, 14 Giugno. — Simone abate del monastero di S. Andrea di Sestri e frate Dondedeo monaco dello stesso ricevono L. 30, da Giacomo de Marino, come prezzo della metà d’un luogo, che suo padre Guglielmo de Marino lasciò al predetto monastero. In Genova, di rimpetto la casa di Guglielmo Malocello. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. II, Parte II, p. 201, Arch. di St. in Gen.). LXXXIX. 1195, 17 Agosto. — Per mezzo di un arbitrato è composta una lite o controversia fra gli uomini e la Comunità di Sestri, e gli uomini e la Co munità di Murta (in Polcevera). I primi erano rappresentati da tre rispettivi Consoli, Gerardo Grasso, Daniele de’ Muri e Idone Caldino; i secondi de Ugone di Prato e Opizo de Erchi. È stabilito sotto pena di lire 100, previo esame delle ragioni di ciascuna parte, che gli uomini di Murta possano avere tutta l’erba, il fieno, le vermene ed i giunchi o vimini per portare il fieno ; cogliere le nocciuole e le ghiande, prendere il pascatico per le bestie, ed ivi tenere i forasteri per guardar l’erba, senza contraddizione da parte degli uomini di Sestri, secondo il corso del fossato di Fossa lupara,, verso Varenna, fino alla strada sottostante di Olezoli, e come indicano i termini che sono nella contrada (Pietre) Prere de olezoli volgendo alla terra Bisacia e fino alla strada de’ Prati de Lamberto; gli uomini poi di Sestri tengano tutta la terra che è ne’ Baltigi, dal sentiero che va al prato de’ Rogeroni di Brasile, fino in fondo, secondo il corso del fossato di Timone o de’ Baltigi verso la strada che va a Sestri verso il mare, permettendo che gli uomini di Murta possano falciare ivi l’erba, ed avere il fieno ed il pascatico per le bestie. L’atto è rogato sul poggio del prato di Lamberto. Per la retta interpretazione dell’ atto surriferito sottoponiamo al lettore il testo genuino del documento : In nomine domini Amen. Lis et controversia erat inter homines et Comunancia de Sexto et homines et Comunancia de Murta de boschis et forestibus de qua lite et discordia posuerunt se Consules preteriti de Sexto et Consules preteriti de Murta prò Comunancia de Sexto et de Murta in eo quod inde dicerent Guillielmus de Barbarello et Donadeus de Muiris et Guido de Maiolo de Murta et Solimanus de Prato sub pena librarum denariorum Ianue quinquaginta inter illos ad invicem promissa veluti continetur (1) Italia Sacra, Voi. IV, col. 829. 48 SESTRI ANTICO in cartis inde factis quas scripsit Bonadiexi notarius et quarum habent unam homines de Sexto et alteram homines de Murta. Insuper Consules de Sexto Gerardus Grassus Daniel de Muris et Ido Caldinus pro Comunancia de Sexto et Ugo de Prato et Opizo de Erchi Consules de Murta pro Comunancia de Murta promisserunt inter se ac invicem sub pena librarum centum denariorum Ianue stare in eo quo predicti arbitri inde videlicet de boschis et forestibus dicerent sententia vel acordio. Qui arbitri visis et diligenter inspectis rationibus utriusque partis per acordium et bonam pacem laudaverunt et firmiter statuerunt quod sicut vadit fossatos de fossaluparia versus varenam usque ad viam de olezoli que est inferius et sicuti indicant terminos qui sunt in contrata prere de olezoli sicuti terminatum est volvendo usque ad terram bissacie et usque ad stratam prati de lamberto quod homines de Murta infra predictas confinias habeant totam erbam et fenum et tortagnas et speros pro feno portando possint capere nizolas et glandes si fuerint possint capere et paschaticum pro bestiis habere et foresterios pro erba custodienda ponere sine contradicione hominum de Sexto et omnium personarum pro eis et homines de Sexto habeant boscum ad usufructandum et custodiendum et possint foresterios ponere in illo bosco pro illo custodiendo sine contradictione hominum de Murta et omnium personarum pro eis. Item laudaverunt quod homines de Sexto habeant et quiete possideant sine contradictione hominum de Murta et omnium personarum pro eis totam terram que est in baltigis a senterio qui vadit ad pratum Rogeroni de Braxilli inferius sicuti terminata est et sicuti vadit fossatus de limono et de baltigis versus stratam que vadit ad Sextum et versus mare salvo eo quod laudaverunt quod homines de Murta habeant et possint in ea accipere erbam et fenum et paschaticum pro bestiis habere. Hec omnia laudaverunt firma esse et in remota in perpetuum inter homines de Sexto et de Murta salvis proprietatibus que sunt in has confinias hominibus illis quorum sunt. Actum est in podio de prato lamberto anno dominice nativitatis MCLXXXXV indictione XII XVII die augusti et huius tenoris duo sunt instrumenta et hoc specialiter factum pro hominibus de Sexto. Ego Iacobus Notarius precepto supradictorum arbitrorum scripsi. Ego Obertus Spinula subscripsi. Ego Rollandus de Carmandino subscripsi. Ego Simon Vataccius rogatus predictam laudem seu sententiam ut supra extraxi et exemplificavi ab autentico publico in pergameno confecto manu dicti Iacobi notarii ad postulacionem Pascalis de Clapeto et Iacobi de Carrubeo de Murta nomine hominum de Murta predicta postulantibus et ad postulacionem sindici de Sexto timentis de vetustate dicti instrumenti et in presencia Iacobi Penuti Iucharelli de Sexto rectoris seu sindici de Sexto nichil addito vel minuto nisi forte littera vel sillaba abreviacionis sententia in aliquo non mutata de mandato tamen domini Oddonis de Caffaris iudicis et assessoris demini Simonis Bonoaldi potestatis Ianue presentibus testibus Petro de Nigro indice Iohanne Vatacio notario Armano tornatore de Predono et Marchisino de Cassino iudice et presentibus predictis Iacharello Pennuto Paschale de Clapeto et Iacobo de Carrubeo. Anno dominice nativitatis MCCLXXIIII indictione prima die XXVIIII Madii post nonam. (Atti del Xot. Manuele Loco, Gabriele de Predono e Simone Vataccio, Reg. I, p. 215 v., Arch. di St. in Gen.). a) I ponenti della questione sono i consoli scaduti o seniori, essendo forse insorta la controversia nell’anno antecedente. I deponenti ovvero i testi sono due per parte di Sestri, Guglielmo di Barbarello e Donadeo de Muris ; due per parte di Murta, Guido di Maggiolo di Murta e Solimano di Prato. b) Communancia o conivmnantia significa communità di abitanti di una città, o castello, incolarum urbis aut oppidi communitas, secondo insegna il Ducange a q. v.; coiu-munalia o comunantiae i beni che sono posseduti in comune , ovvero che appartengono SESTRI ANTICO 49 alla comunità; comuiiitas dice università o moltitudine di abitanti di una città, o castello, o borgo, per concessione di signore, o dire unita da certe leggi, o da speciale convenzione, e vale lo stesso che Comune. c) Barbarello o Barborello è una località di S. Giovanni Battisia sottostante alla chiesa parrocchiale ; ne parlammo a p. 23 ; la famiglia De-Muri è di Sestri come apparisce da varii documenti , fra i quali uno del 1200, in che lo stesso Daniele de Muri del nostro atto figura di nuovo console di Sestri. d) Maggiolo è una frazione di Murta, soprastante all’altra Sciotto o Ceriotto, vicina al torrente Trasta. Lo stesso Guido di Prato, come da un documento del 18 nov. 1184, con lo stesso Opizzone de Erchi ricordato nel nostro atto, si oppone ad Ugone di Prato per la divisione di un territorio di Murta. e) Prato è un’altra frazione di Murta. Lo stesso Ugone de Prato di Murta apparisce, come vedemmo nell’atto citato, del 1184, in contraddizione a Guido di Maggiolo, ma nel nostro atto è rivestito della dignità di console. f) La famiglia Roggerone indicata nel riferito documento è antichissima. Presente-mente risiede nella, località detta Serra, sulla destra del Chiaravagna , a poca distanza dalla Gianchetta. Prima che ivi stabilisse la sua dimora, abitava sull’ altipiano delle Ca-scinelle, ove stette per varii secoli. Donde però provenisse in origine, non era noto neppure agli avi ; è da questo atto di convenzione che emerge il primo suo nido. Ivi si parla infatti di un Roggerone de Braxiìli. Ora tale denominazione indica la collina soprastante a nord-est di Bolzaneto, sulla sinistra sponda del torrente Polcevera, nel punto ove questo riceve il tributo del torrente della Secca. E per verità in questo stesso secolo (XII) troviamo un Filippo de Brasili; nel secolo XIV è nominata l’antica chiesa de Bra-xilli, con il suo ministro Felice de Braxiìli (1), ond’ è che detta stirpe sarebbe passata di Brasile , alla parrocchia di Borzoli, per trapiantarsi in quel di S. Giovanni Battista, ove al presente risiede. g) Dalli località di Timone si avvalla il torrentello o fossato, che a metà circa del suo corso lambisce le falde del poggio o pendici delle Cascinelle, per poi sboccare in fondo della località detta Serra. La parola timone dinota quella parte del monte omonimo che si leva ad est, con il versante relativo del fossato sopradescritto. h) La strada poi, a che si accenna, cominciava in fondo delle miniere (untasse o inorasse) quindi tirava sotto il monte Timone, per continuare sotto l’altipiano, Cascinelle, quindi nella località per Tagliolo, 0 Rocche da Peccia, Coppo, per S. Rocco donde biforcandosi volgeva a Borzoli (est) ed a Sestri (ovest), passando per Priano, il letto del Chiaravagna, Sorriva e Sestri, benché un piccolo sentiero esistesse, che da S. Rocco metteva alle Fornaci di Panigaro (per poi congiungersi con la strada predetta di Sorriva) ed altro volgeva a’ Molini della Serra (2). i) Le tortagne sono ritortole o vermene verdi attorcigliate per legare il fieno ; esse sono formate dalla pianta del castagno e della ginestra : speri sono vimini o giunchi detti presentemente spàei o spei. Di tutte queste piante abbondano le balze circostanti di Prato, Timone, Fossa lupara, ecc. £) Fossa luparia è una denominazione, che rivela un centro donde si diramano cinque sentieri. Uno nord che mena allo Zucchero e alla Guardia, l’altro a Livellato (ovest , il terzo a Murta (sud-est), il quarto a Sestri (sud), il quinto (nord-est) a S. Carlo di Cese. Tal norrfe si estende da Olezoli (Oezzo) (torrentello che da Fossa lupara si avvalla (1) Remondini, Parrocchie, reg. XII, p. 53. (2) Queste notizie ci vennero date da Emanuele Roggerone, perito-agrimensore, profondo conoscitore del territorio sopra descritto, e rampollo di detta stirpe, che come egli seppe dai suoi antenati, dalle Cascinelle si trapiantò nel luogo suindicato, detto Serra.' Sestri antico. 4 50 SESTRI ANTICO per dare il suo tributo al Yareima) lino alla località detta Roiiseggia , che riesce sulla sommità. È luogo diboscato e, benché sparso ancora di qualche pianta di ginestra e rovi, soprasta a Fòssa luparia, ed è (dopo il pian della Croce, presso il Gazzo) la prima prominenza, donde il pellegrino della riviera occidentale si ricrea della vista del santuario della Guardia. /) Bisacia indica la valle che frammezza il torrentello o affluente Ole~oh , e l'ossa lupara. vi) Prati de’ Lamberti è quel vasto prato che si stende dopo Fossa lupara, alla distanza di centocinquanta metri circa. È tagliato dalla strada, che da Fossa lupara va scendendo alla chiesa de’ prati (Prè), a Murta. m) Dopo i Prati di Lamberto nel versante delle Cascinelle succede a sud la località Rivasse dopo questa, ad ovest, vien Exi che si stendono a Timone, quindi Gatte, Aecco, che continua con il luogo Nino, per terminare alla Serra : ad est a Pi ati de Lamberti segue il luogo Rocche nere o brune (Miniere), Garbua, Gazzolo, Cianoin (liano oprato de’ Roggeroni), Lencisetta, Campi, Roscin, Camporoman, bontanette, Rocche negl e (per la seconda volta),- S. Rocco, Priano. Nel versante di Prè o di Gneo ad ovest discendendo appare il Meizo, Rocca da Ciappa, Rondanina, Bardussa, danna di Gneo, Fornacche, Cà de Bosco, Contessa, Pian di Croce, Grillili, Pian delle Streghe, Pian de’ Galli, e in ultimo il monte Gazzo. Dal versante poi di Prè (Prati) segue la località Tuvio, poi Ronco, quindi Bau die (Baltigi), Poggio (Peuzo), Costa (ora Costa Rostan), Colletto, e poi la valle di Prè, Cornix e e Serra. o) Poggio è una bella altura, e la vetta più alta del monte di Prè, chiomata di Pini marittimi , che offre larga veduta delle valli sottostanti , de’ monti limitrofi , e del santuario di Nostra Donna della Guardia. È appunto sopra di questa sommità che venne stipulata la presente convenzione, sotto gli ardori del sole canicolare, temprati dal rezzo delle aure profumate dell’apennino. p) Erchi o Archi è un luogo di Murta che derivò « forse dal cognome di qualche famiglia che vi abitò ne’ secoli passati, giacché da’ libri parrocchiali si ricava essere stati degli Erchi in parrocchia (di Murta). Un Opizzone degli Archi è nominato fin dal 1184, 18 Novembre » (1). È certamente l’Opizzo del nostro documentò. q) La località del Meizo, fino a Olezoli, e al Prato de’ Lamberti, forse per quella trascuranza, che partorisce la prescrizione legale, fu appropriata dal Comune di Pegli, non fanno ancora due lustri, e venduta ai privati; ond’èche gli uomini di .Murta, aventi diritto di falce, di raccolto e di pascolo, come pure gli uomini di S. Gio. Batta, deggiono contemplare con duolo la fatta preda. Sicché il Comune di S. Giovanni Battista si estendeva in tale non rimota epoca fino al Meizo, dopo il quale scende la valle del Tuvio, e quindi il canale dal Tuvio denominato. Ma nel secolo XII maggiore ancora de predeterminati confini era la delimitazione nord-est del Comune di S. Giovanni Battista, come dicono i nostri vecchi, e come insegna la non anche spenta tradizione. r) Se però i semi degli odii antichi lungamente compressi tra i Murtesi e i Sestresi col tempo sfumarono, non seguì in tal guisa tra gli uomini di Borzoli ed i Murtesi, 1 quali, benché covati in segreto, rompono a quando a quando, anche a nostri di, lapa-, storale tranquillità delle due limitrofe parrocchie. Al presente la controversia s aggira tra essi, circa il Prato de’ Lamberti e le Ramasse vulgo Miniere. xc. 1197, 27 Gennaio. — Burone da Pegli, litigando con Pamo da Sestri, per le doti dovute da detto Pamo a sua figlia Giovanna, moglie di Rolando (1) Memorie Hi Murta per V. Persogmo, pp. 51 e 258. L SESTRT ANTICO 5 1 figlio di Burone, alla presenza di Guglielmo Bucca, podestà di Voltri, dichiara aver ricevuto in dote tanti monili e tanta calcina per L. 14. In Genova nella bottega dei Malocello. (M. S. N. 102, p. 32, Arch. di St. in Genova). a) Il notaro contiene parecchi atti, che riguardano sentenze emanate dal predetto podestà, il quale chiamasi promiscuamente potestas Vulturis e potestas plebis Vulturis. L’istituzione del podestà in Genova rimonta al 1191. La Liguria fu divisa in podesterie. Voltri accolse il podestà, ina Sestri, memore della sua autonomia, non volle assoggettarsi al podestà, giacché troviamo ancora un atto dei tre consoli di Sestri, emanato il 10 novembre 1200. Un altro atto, del 6 giugno 1203, riyela il nome dei consoli di Borzoli. Un documento, del 16 gennaio del 1216, ci palesa il nome del podestà di Voltri e Borzoli unite. L’ unione delle due pievi, sotto il comando d’ un solo podestà, dev’ essere stata fatta, tra il 1203 e 1216. La podesteria comprendeva pure il paese di Cogoleto , che ecclesiasticamente non apparteneva alla diocesi di Genova e quindi nulla avea di comune colla pieve di Voltri (ora S. Maria di Prà) ma era di spettanza, come lo è tuttora, della diocesi di Savona. Infatti, il 20 agosto 1250, prete Ottone, rettore di S. Maria di Cogoleto, si appellava al pontefice Innocenzo IV contro una sentenza, pronunciata dall’arcivescovo di Genova, dichiarando che la sua chiesa dipendeva dal vescovo di Savona (1). Due pievi adunque distinte, che vantano pari antichità , quella di Voltri e quella di Borzoli, I’ una dall’altra ecclesiasticamente indipendenti, concorsero a formare la podesteria di Voltri-Borzoli. b) 11 Ducange per addurre un documento portante la parola calcina cita gli Annali di Ogerio Pane al 1215 (2), ma dal nostro atto si vede usata molti anni prima la famosa argilla. c) Dell’arte di cuocere la pietra calcarea parla Plinio, alludendo a Calcarea Fornax in qua calx coquitur (3). Siccome poi Cespites calcarii si chiamavano quelli che a’ tempi de’ Romani aveano a somministrare la calce, p. e. i Terracinesi in Campania, così, cominciando dal secolo XII, cespites calcarii, cespiti o scaturigini di-calce poteano a diritto esser chiamati i Sestresi, in rapporto della città di Genova e della Liguria. d) L’uso della calce invalse probabilmente sullo scorcio del 1143. « La maggior parte delle case de’ cittadini erano di legno fino al tredicesimo secolo, e le signorili di pietra o di mattoni » (4); secondo altri dal 700 al sec. XII (5). XCI. 1197, 9 Febbraio. — Ambrogio, abate di S. Andrea di Sestri, Baiamonte priore, Alberto sottopriore, Alchisio, Giovanni e Pietro, domini e cellerarii, frate Ottone Grasso, irate Alberto da Arenzano, grangerio, frate Odicino de Taggia grangerio, frate Manfredo de Campagna grangerio, frate Gan-dolfo de Carpeneto grangerio e frate Simone e frate Oberto, alla presenza di Guglielmo marchese di Gavi, di Sigembaldo Doria, di Arnoldo speziale, cedono a Guglielmo Malocello tre piedi e otto pollici, che possedono della torre del qm. Balduino Cassina, posta in Genova e lasciati in testamento (1) Notari Ignoti. Reg. XCVIII, Sala 74, Arch. di St. in Gen. (2) Glossarium, voi. II, p. 37. (3) Lib. 17, c. 9. (4) Serra, Op. cit., toni. IV, p* 135, Not. VII. (5) Belgrano, Alti Soc. Lig. SI. P., Voi. II, P. I, p. 270. 52 SESTRΓ ANTICO dalla qm. Alda moglie del detto Cassina, per il prezzo di L. 100 di ge-novini. In Sestri, nel portico, di rimpetto la cantina del monastero. (M. s. c., p. 34). Grangia, Grancea, Granclica, Grancia, Grancica, Granfia, G ranchi a, Grangua significano area, podere, villa rustica e Grangerio o Grangiario chi vi presiede. Questa parola di Grangerio era usitata molto presso i cistercensi , come pure le parole Grangiarium Magistri o Custodes Grangiarum (i), e presso i benedettini. Nei pressi di Taggia infatti aveano i benedettini fra gli altri 1111 monastero nella regione di S. Martino, ed un ritiro nella collina, ed è posto sovr’ esso il promontorio del Don e chiamasi delle Grangie, il che vale podere, villa rusticana, granaio, stalla. Ivi introdussero detti · monaci gli olivi, fra le altre prove di civiltà , onde rifiorì in quella stagione il territorio tabiese (2). < XCII. 1197, 9 Febbraio. — Guglielmo Malocello riceve da Ambrogio abate e dai monaci di S. Andrea di Sestri L. 100, onde cede un luogo che ha in Sestri, 1. d. de Buxeno, con un acquedotto e molino confinante col fossato di Chiaravagna. In Sestri, nel portico del monastero. (M. s. c., p. 34). 1) Buschia, Busca significherebbe sprocco, fustello, rampollo o fascio di legna; ovvero siepe di Busca, oppure moggio (Buscellus). Sì il primo che 1 ultimo senso bene s’attaglia ad indicare l’etimologia di tal nome. Infatti la località indicata, anche ai nostri dì, con il nome di Buscio con 1’ u pronunciato alla lombarda, era abbondante di sterpi, di fustelli, ecc., come non è priva a’ nostri tempi. D’altra parte buscello, moggio, era un’antica misura di capacità tanto in uso ne’ mulini, per cui venia definito in detei-minata quantità il grano e la farina. « Si Buscellus molendinorum perditus fuerit.... alius fieri debet ». Così il Ducange (a q. v.). 2) Il luogo così appellato è sito sulla destra sponda del Chiaravagna, sopra un infima falda (ad est) del monte Gazzo, nella quale sgorga una ricca sorgente di acqua potabile, tra Casella e Panigaro. xeni. 1197, 27 Maggio. — Guglielmo Mangiapane per redenzione della sua anima, e di quella del suo figliuolo Oberto, benefica parecchi ospedali, chiese e monasteri, tra cui S. Andrea di Sestri. In Genova, nella cattedrale. (2.0 Reg. Arciv. in Atti Soc. Lig. Slot·. Patr., Voi. XVIII, p. 29)· XCIV. 1198, 2 Marzo. — Guglielmo de Diano, Giovanni Rosso da Fontanegli, Nicolò de Campo calafatto, Ogerio Cavatorta, Guglielmo Sagimbene e Birro da Sestri comprano in società una nave, per L. 76, e promettono di andare (1) Ducange. Glossarium, T. Ili, p. 553. ♦ (2) G. Martini, Taggia c i- suoi Dintorni; Atti c. s, Voi. II, P. I, p. 446. SESTRI ANTICO a Bonifazio, e nel giudicato di Torres per negoziare , dividendosi poi il guadagno. In Genova, nella stazione vecchia dei Malocello. (M. S. N. 102, p. 117, v. Arch. di St. in Gen.). La Corsica, abbondante di cera, di miele, di castagne, di olio, e fertile di lane per 1’ arte del tessere , formava un centro di operazioni commerciali per i Genovesi, e in ispecie per la pesca dei coralli nel mare, tra essa e la Sardegna, verso Bonifazio, e le ricche Saline della Roia (1). XCV. 1198, IO Ottobre. — Idone Caldino, da Sestri, riceve in prestito L. 11 ' da Pietro Maistro de Rozo e Leo Maestro da Monza, che restituirà prima della festa di S. Michele. In Genova, nella casa di Guglielmo Crispino. (Atti del Not. Guglielmo Cassinense, Reg. I, p. iiiv., Arch. di St. in Gen.). XCVI. 1198, 13 Ottobre. — Guglielmo, da Sestri, riceve da Alessandro Torsello L. 5 e s. 15 in prestito, che promette di restituire prima di Pasqua e intanto dà a pegno uno scudo ed una corazza. In Genova, nella casa di Guglielmo Crispino. (Not. c. s., p. 112). XCVII. 1198, 16 Ottobre. — Giordano Richerio lascia nel suo testamento a S. Andrea di Sestri L. 200 per comprare terre. Il testamento è rogato in Genova, nella curia di Guglielmo de Palio. (Not. c. s., p. 116 v.; Testament de Jourdan Riquieri au XII.me Siècle par le Comte Ca'is de Pierlas, Xice, 1888). Nel Foliatium Notariorum (2) citandosi il testamento, invece di essere scritto ecclesie S. Iohannis de Ianua de Capile Arene libras denariorum Ianue CCC que tribuantur pro emere terram hospitali et monasterio S. Andree de Sexto librds denariorum Ianue CC, dimenticasi 1’ et dopo hospitali, quindi leggesi hospitali monasterii S. Andree de Sexto, per cui il Remondini (3) ci parla erroneamente dell’ospedale di S. Andrea di Sestri. XCVIII. 1200, 9 Gennaio. — Arnaldo Raimondo figlio di donna Giulia fa testamento. Lascia soldi 5 a S. Onorato di Castelletto, soldi 5 al ponte della Polcevera, soldi 5 a S. Bartolomeo del Fossato , soldi 6 a S. Andrea di Sestri. (M. S. 102, p. 122 v., Arch. di Stato in Gen.), (1) Canale, op. cit., I, p. 357; Cfr. Storia di Corsica di Pietro Cirneo, I, p. 69. (2) Voi. I, p. 41. (3) Parrocchie, Regione XV, p. 176. 54 SESTRT ANTICO XCIX. 1200, 13 Maggio. — Idone Tabacco, per soldi 30, vende a prete Giovanni della chiesa di S. Ambrogio di Fegino, la metà di due pezzettini dì terra, che possiede in comune colla chiesa di S. Andrea di Sestri, nel 1. d. m rege de Noli. In Genova, nella cattedrale. (M. S. c., p. 140). C. 1200, 16 Luglio. — Il pontefice Innocenzo III da Laterano scrive al vescovo di lortona, ad Ambrogio, abate di S. Andrea di Sestri e all abate di S. Benigno di Capo di Faro, di decidere nella lite vertente tra prete Giacomo prevosto, di S. Romano di Pavia , eletto prevosto di S. Maria delle \ igne e 1 arcivescovo di Genova « Dilectus filius Ugo ».· (Codice P. A., p. 73; Codice P. B., c. XXII v., Arch. Capitolare di S. Lorenzo). CI. 1200, 30 Ottobre. — Ottone vescovo di Tortona e Ambrogio abate di S. Andrea di Sestri, delegati del pontefice Innocenzo HL stabiliscono che il prevosto delle \ igne debba obbedienza all’arcivescovo e al capitolo Genova. Revocano ciò che fece Mariscotto, prevosto di Canonica ua tieri, già delegato pontificio, ordinando che detto prevosto delle λ ig ottenga lettera dimissoria dal suo vescovo. . La sentenza è pronunciata in Sestri, alla presenza del medico Lai e di altri. (Codice P. A., p. 74, Codice P. B., c. XXII v., Archivio c. s.). Ecco il primo medico sestrese Balduino. In quella età era chiamato anche coi nome 1 fisico. Il documento del 9 febbraio 1197, riferito a p. 51, ci parla del primo sj che chiamavasi Arnaldo. CII. 1200, 9 Novembre. — Ottone Belmosto da Pegli e Guglielmo figlio qm. Oberto de Bernasco vendono a Gerardo Grasso da Sestri compr a nome del figliuol suo Anseimo per s. 13 e den. 4 ciascuno un Pez5® tino di terra posto in Chiaravagna, confinante colla terra di Oberto lineilo il prato de Meia e la valle de Clapuzo. In Genova, sotto la volta dei Fornari. (Not. Guglielmo Cassinense, Reg. I, p. I+I v. e H2> Arch. di st, in Gen-). Il luogo indicato con la parola Meia è quello forse che oggi da’ valligiani è chi 1 eizo, e che segna il confine del comune di Pegli, ad ovest della conca de ?ra 1 1 versante del torrente Varenna, salendo sino alla sommità del monte Tuvio, dalla cui ve si scende alla valle de’ Prati per risalire, dalla parte est, al luogo detto Ciappa o to da Ciappa o Ciapuzzo (Clapuzo). SESTRI ANTICO 55 CIII. 1200, 10 Novembre. — Enrico de Tome, Enrico de Caneto e Sesto de Filiberto, consoli di Sestri, assolvono Verdilia di Bruscata dal pagamento di L. .3 dovute agli eredi del qm. Idone Caldino. La sentenza è pronunciata in Genova, sotto la volta dei Fornari. (Not. e. s., p. 1390). a) Due sono le località, che ne’ pressi di Genova hanno il nome di Bi'iscata. Una è la valle, che a guisa di cerchio e foggiata ad ipsilon s’insena a sinistra del colle di S. Antonino di Casamavari; l’altra è una frazione del comune e della parrocchia di S. Giovanni Battista, che circoscritta dal torrente de’ Molinassi ad est, confina con la località detta di Figo a nord, s’arresta in parte con la valle del Cantarena a nord-est e termina più sotto con la strada, che mette nel luogo detto Piazzetta. La piccola via, che divide la Briscata scende dal sepolcreto Carrega nella pianura di Sestri, e con il medesimo nome s’inoltra al mare, ove a poca distanza dalla spiaggia la Società delle Ferrovie Mediterrane e segnò con tal nome una piccola fermata del treno locale Genova-Voltri. La denominazione di Briscata secondo alcuni trae la sua origine dalla pianta di ginestra, i cui rami adulti e vecchi han nome di brisca ; quindi Briscata significherebbe una località abbondante di dette piante. Nel secolo XIV la brisca era particolarmente usata per il fallodium 0 falò, che accendevasi a S. Benigno ad uso de’ naviganti. (1). Dal contesto dell’atto notarile surriferito il luogo accennato è senza dubbio quello, che forma una frazione importante della parrocchia di S. Giovanni Battista. A’ nostri giorni però non si rintracciano più piante di tal genere nella suaccennata frazione; nel caso, se fosse vera questa versione, si potrebbe dire che Multa renascentur quae jam cecidere, cadentque.... Secondo altri per Brisca avrebbe ad intendersi il favo del miele, dalla parola Brisin, che vuol dire esprimere, estrarre, ecc. (2); infatti la voce Brusca in dialetto Genovese ha questo significato (3). Giusta questa interpretazione il nome proverrebbe da quantità di alveari di api e di miele che in detta frazione fossero un dì: ciascuno in suo sensu abundet. b) Non sembri strano che un atto di spettanza dei consoli di Sestri venga fatto in Genova. Il Notaro Pietro Ruffo (Arch. di Stato) contiene tutti gli atti della gestione di Nicolò de Volta, podestà di Polcevera nel 1211, e anziché a R varalo, sede della podesteria, son fatti in Genova. Gli atti del maggio 1258 di Tignoso de Lagneto; podestà di Polcevera sono fatti sub porticu domus Delomede Maniavache, ubi tenetur curia potestacie Pulcifere (4). Gli atti del giugno 1292 di Martino Leone, podestà di Polcevera, son rogati in Genova in porticu Nicolini de Petraccio qua regitur curia Pulcifere (5). Il 31 agosto del 1275 è ricordato un atto del podestà del Bisagno Guglielmo BolletQ ed è stipulato in platea Lecaveltorum ubi curia Bisamnis regitur (6). Nell’aprile del 1326 il podestà del Bisagno promulga i suoi decreti ad putheum Curii (il distrutto vicolo di Pizzacurlo) ubi regitur curia Bisamnis (7). (1) Francesco PodestL’acquedotto di Genova, 1869, p. 17. (2) Ducange, Glossarium, Tom. I, p. 1307. (3) Casaccia, Dizion. Genov. a q. v. (4) Atti del Not. Oberto Osbergero, Reg. I, p. 104, Arch. di St. in Gen. (5) Atti del Not. Oberto Beltrame, Reg. I, p. 260 v., Arch. c. s. ■» (6) Atti del Not. Giberto da Nervi, Reg. IV, p. 112 v., Arch. c. s. (7) Atti di Notari Ignoti, Reg. XVIII, Sala 74, Arch. c. s. 56 SESTRI ANTICO Il 14 agosto del 1285 si ha un atto stipulato in Genova in domo illorum de Auria ubi regi tur curia potestacie / u/luris (1). Una sentenza del 3 gennaio 1309 di Antonio Bonilazio, podestà di Voltri, è promulgata da Genova, ubi curia regitur Vulturis (2). CIV. 1200, 18 Dicembre. — Abiatico, da Sestri, riceve in prestito da Lorenzo de Milzo tanti genovini, onde in Milano gli darà L. 15 di buoni imperiali. In Genova, presso la casa di Oberto Embriaco. (Not. c. s.. p. 145 v.). CV. 1200.... — Son nominati Corrado Grasso, Daniele de Muri e Agostino Peloso consoli di Sestri. (Federici, Collectanea, Voi. I, p. 97, MS. all’Arch. di St. in Genova). Il Federici, dandoci il nome di questi tre consoli , o sbaglia di anno, appartenendo essi ad altra epoca , oppure devono appartenere al 1200 prima del 2 febbraio, giorno della Purificazione, epoca in cui venivano installati i consoli e i podestà nelle riviere. L atto del 10 novembre 1200 ci dà il nome dei tre consoli , che non sono quelli riferiti dal Federici , per cui se non si vuole ammettere lo sbaglio, è d’ uopo ammettere per necessità che sieno i tre amministratori della giustizia sestrese nel periodo, che va dal 2 febbraio 1199, al 2 febbraio 1200,. SECOLO XIII evi. 1201, 9 Giugno. — Loco, da Sestri, riceve da Guglielmo da Sestri L. 3 e s. 2, che appartenevano a Tommasina figlia del predetto Loco, con altra merce, che pervenne in podestà di detto Guglielmo e dei castellani di Bonifazio. In Genova, sotto la volta dei Fornari. (Atti del Not. Guglielmo Cassinense, Reg. I, p. 155 v., Arch. di St. in Gen.). CVII. 1201, 28 Luglio. — Spezia figlia del qm. Giovanni Rossi fa testamento. Vuol essere sepolta a S. Ambrogio. Lascia s. 20 all’opera della cattedrale, il suo letto con coperta e 2 lenzuola all’ ospedale di S. Giovanni. Alla so- (1-2) Atti di Notari Ignoti, Reg. XIII e DXXI, Arch. c. s. SESTRI ANTICO 5 7 rella Aidelina lascia una mantellina verde , ad Aimelina una camicia , a Sopergia alcune pelliccie, a Idone e Ita suo fratello e sorella, le terre che ha in Sestri. In Genova, nel capitolo di S. Lorenzo. (M. S. segnato al N. 102, p. 199, Arch. di St. c. s.). CVIIL 1203, 29 Gennaio. — Idone de Canale riceve L. io come dote della sua sposa Agnese sorella di Giovanni Buio, da Sestri. Le costituisce l’antefatto in L. 7 ij2. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. II, Parte II, p. 83, Arch. c. s.). L’antefatto significava il Ìerzo delle facoltà del marito; Vantenuptias il quarto in. CIX. 1203, 10 Febbraio..— I coniugi maestro Vassallo da Sestri e Follano vendono a prete Pietro, comprante, a nome della chiesa di S. Biagio di Serra, alcune terre, poste nella villa di S. Biagio, per I.. 35. (Not. c. s., p. 84 v.). ex. 1203, 28 Marzo. — Il Pontefice Innocenzo III scrive da Laterano al-l’Abate di S. Andrea di Sestri (Nicolò), e a maestro Guglielmo Belluccio, canonico di S. Lorenzo in Genova. Loro commette la lite, vertente tra l’arcivescovo e il prevosto della cattedrale di Genova. « Causavi que vertitur ». (Registro II Arcivescovile, in Alti della Soc. Lig. di Storia Patria, Voi. XVIII, p. 211). a) I delegati apostolici il 28 luglio dello stesso anno pronunciarono la sentenza e stabilirono che l’arcivescovo Bonifazio dovesse dare a Rolando, prevosto, soldi 100 annui e il prevosto dare al detto arcivescovo aiuti e consigli nelle faccende sue, e in quelle, concernenti il palazzo arcivescovile, non facendo mai però nulla, che tornasse di pregiudizio al capitolo di S. Lorenzo (2). b) L’Abate Nicolò è ricordato pure dal Giscardi (3). CXI. 1203, 6 Giugno. — Prete Solimano arciprete della pieve di Borzoli vende, per L. 5, a Richelda vedova di Ugone Spalla una terra in Borzoli 1. d. Rivaria, facendo ciò col consiglio e autorità di Bartolomeo, chierico di detta chiesa, di Rolando de Caminata e di Bertramó de Bonifacio consoli della predetta pieve, di Rolando de Burlo, Guglielmo de Castagneto, Lanfranco de Podio, Giovanni Baiardo, Giacomo Costa, parrocchiani, e d’ordine di Bonifazio, arcivescovo, e Ottone arcidiacono di Genova. In Genova, nella casa di Alberto de Paveto. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. II, Parte II, p. ioSv., Arch, c. s.). (i) Belgrano, Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. II, Parte I, p. 555. ■(2) Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. XVIII, p. 212. (3) Origine, ecc. p. 347. \ 58 SESTRI ANTICO 1) Solimano, parroco di S. Stefano di Borzoli, è registrato dai Remondini all’anno 1216, nel catalogo degli arcipreti di quella pieve; non si può quindi negare che, sulla serie de’ pastori di quella chiesa, questo documento non irraggi un po’ di luce, dicendo Solimano esistente 13 anni prima di quel tempo che venne per i Remondini segnato (1). 2) 1 consoli sovraccennati, Rolando di Caminata e Beltramo di Bonifacio, che unitamente a cinque parrocchiani, autorizzano il Solimano a stipulare 1111 contratto di vendita, confermano pienamente quanto dicemmo sopra, all’anno 1160, a riguardo di Alessio parroco di S. Giovanni Battista e de’ consoli di Sestri. Se vi fosse stata un’altra autorità al di sopra dei consoli necessariamente avrebbe dovuto intervenire, segno evidente che la podesteria di Voltri era ristretta e non comprendeva ancora il territorio di Borzoli. Un esempio consimile al nostro offre Sampierdarena. Il 25 agosto 1158 Ottone arciprete di S. Martino vende una terra previo consenso dei consoli e dei parrocchiani (2). 3) Le decime della pieve di Borzoli erano nel 1143 divise in quattro parti , quante erano le parrocchie, compresa la pieve, dalla matrice dipendenti , cioè Sestri, Fegino e Coronata , decime riscosse dalla famiglia dei Pediculi , dai canonici di S. Lorenzo e dai figli di Ingoile dei Rainfredo (3). Nel gennaio del 1167 Ugone della Volta, arcivescovo di Genova, locava per anni 12 a Guglielmo Pagliarino e a Vassallo de Pino totam decimari et introitus tocius decime plebis Borzuli (4), tutta la decima e l’introito di tutta la decima della pieve di Borzoli. 4) Rivaria , è nome che indica due località esistenti nel territorio di Borzoli , 1’ una al disotto di Ramasso nella parte ovest della catena che si eleva e si protende a nord della chiesa parrocchiale , 1’ altra al di qua , cioè ad ovest ed in vicinanza della stessa chiesa. L’ importanza dell’ atto pare che più questa che quella riveli essere stata oggetto del preriferito contratto. CXII. 1203, l.° Luglio. — Purpura vedova di Rubaldo Brignone vende p. s. 5 a Solimano, arciprete di Borzoli, la metà d’un quarto d’ un appezzamento, posto in Acuiariis, avendo fatto ciò col consiglio di prete Idone da Sestri e di Giovanni Baiardo suoi propinqui. In Genova nella casa del qm. Lanfranco Rosa. (Not. c. s„ p. 112). 1) Per prete Idone da Sestri cfr. il N. LXXXIV. 2) Giovanni Baiardo è tra i mille cittadini genovesi, che appongono la firma al trattato di pace, stipulato il febbraio 1188 tra Genova e Pisa (5), e del quale già pailammo. ♦ CXIIL 1203, 14 Ottobre. — Giacomo Mallone, alla presenza di Giacomo Maz-zarello da Sestri, loca per 12 anni un territorio, che possiede 111 Bruscata, 1. d. Insula a Gregorio de Bruscata da Sestri. Questi, toccando i V angeli, promette di dargli metà del raccolto e 13 denari, nella festa di S. Stefano. In Genova, sotto la volta dei Fornari. (Atti del Not. Guglielmo Cassinense, Voi. I, p. 230, Arch. c. s.). (1) Parrocchie, Reg. XIV, p. 347. (2) Chartarum, Tom. II, col. 532. (3) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. I, Parte I, p. 21. (4) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. XVIII, p. 72. (5) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. I, p. 379. SESTRI ANTICO · 59 La nobile famiglia dei Mallone , che diede parecchi consoli al Comune genovese , e un membro della quale (Nicolò Mallone) nel 1208 fu inviato ambasciatore al re del Marocco (1) possedeva beni e godeva di non pochi diritti nell’ampia striscia di territorio, che si stende da Sampierdarena a Cogoleto. Un atto dell’11 gennaio 1214 ricorda i diritti, che avea Ansaldo del q.'" Idone Mallone nelle gabelle, che riscuotevansi a Voltri (2). Il nostro Giacomo Mallone fu uno degli otto nobili , assegnati al podestà di Genova l’anno 1234 (3). XIV. 1205, 12 Dicembre. — Pietro vescovo di Savona, Giacomo abate di Rivalta, Guidone abate di S. Stefano in Genova, giudici delegati del pontefice Innocenzo III, nella lite vertente tra l’arcivescovo di Genova e Palmerio prevosto di Mortara, a nome delle chiese di S. Gio. di Paverano, S. Maria del Monte, S. Maria di Albaro, S. Teodoro, S. Maria di Grana-rolo, S. Gio. di Borbonoso, S. Maria del Priano, tutte dell’ordine di Mortara, pronunciano la sentenza. (Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. XVIII, p. 288). cxv. 1206, 30 Marzo. — Simone Bufferio fa testamento. Lascia soldi 40 a S. Andrea di Sestri. In Genova, nella casa di detto testatore. (Atti del Not. Guglielmo Cassinense, Reg. I, p. 311, Arch. di St. in Gen.). Simone Bufferio fu console del genovese Comune negli anni 1189-1195 (4). Nel 1215, come dicono gli annalisti genovesi, fu inviato ambasciatore a Ventimiglia, CXVI. 1206, 7 Aprile. — Ottone Galletta arcidiacono della cattedrale di Genova fa testamento. Lascia a S. Andrea di Sestri Pentateucum et psalterium continuum. In Genova, nella camera del testatore. (Not. c. s., p. 319 v.). Il Pentateuco (ossia i cinque libri della storia di Mosè) e il salterio (cioè i cinque libri dei salmi di Davide). I cinque libri della storia religiosa , civile , militare , penale ecc. di Mosè sono : il Genesi, 1’Esodo, il Levitico, i Numeri, il Deuteronomio; i cinque libri de’ salmi (150) sono così divisi secondo gli Ebrei : il primo contiene salmi 40, il secondo finisce al salmo 70°, il terzo all’88°, il quarto al 105°, il quinto al cencinauantesimo. (1) Federici , Collectanea, Voi. I, p. 103 v., MS. all’Arch. di St. in Gen. (2) Notari Ignoti, Reg. I, Sala 74, Arch. c. s. (3) Giscardi , Origine e Fasti delle Nobili Famiglie di Genova, Voi. Ili, p. 1285, MS. alla Bibl. Civico-Berio. (4) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. I, pp. 387, 395· 6o SESTRI ANTICO CXV11. 1209 , 11 Febbraio. — Rolando de Carmandino dichiara dover dare al-1 abazia di S. Siro una mezzarola di musto, per il suo luogo, che ha in Sestri. In Genova, di rimpetto la chiesa di N. S. delle Vigne , a rogito del Notaio Giovanni de Galicia. (Poch, Miscellanea, Voi. IV, Reg. vili, p. 33, MS. alla Biblioteca Civico-Berio in Genova). La famiglia viscontile dei Carmandino possedeva, come già abbiamo visto, non poche terre in Sestri. L’ atto del 11S0, 30 gennaio, che ricorda la decima dovuta da Si-smondo Muscola per terre, presso la chiesa di S. Giovanni Battista, dice che le dette terre appartenevano a quei di Carmandino e a quei delle Isole (1)· 11 kolando Carmandino, il 16 maggio del 1179, designato fra i P'ù rispettabili cittadini, e prestò il giuramento solito a prestarsi dai testimoni eletti per l’ordine pubblico (2 ). Nel 1191 è console del genovese Comune (3). Il primo gennaio del H95> trovasi nella chiesa di S. Giacomo di Palermo ed appone la firma ad un atto, mercè cui Guglielmo Bucca (lo stesso che al 27 gennaio del 1197 vedemmo podestà di Voltri) e Lamberto Cane , vicarii di Ottone del Carretto, podestà di Genova, fanno quietanza a Nicolò Lec-eanozze per una quantità di onze, spese d’ordine del Comune eli Genova nell’armamento di galee, destinate alla conquista del regno di Sicilia (4). CXVIIL 12 09, 2 0 Dicembre. — Frate Ansaldo, monaco di Sant’Andrea di Sestri, trovandosi in Sardegna nel porto di Santa Reparata, assiste in qualita di testimone al testamento di Viviano da Borg'o S. Dalmazzo. (Notari Ignoti, Reg. I, Arch. di St. in Gen.). CXIX. 1210, 7 Giugno. — Rubaldo Galletta fa testamento. Benefica chiese, conventi, ospedali e ponti, tra cui lascia L. 10 open Scinoti Andree e Sexto, all’opera di S. Andrea di Sestri, e L. 3 ij2 operi pontium duorum de pulcifera, all’opera de’ due ponti della Polcevera. In Genova. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. IV, p. 7, Arch. c. s.; Canale, op. cit., I, p. 445)· cxx. 1210, 7 Luglio. — Enrico abate , Guglielmo priore, Alberto vestiario, Pietro portinaio, Ansaldo cantiniere, Oberto sottocantore, Simone bottaio, Giovanni sacrista, Simone ferraio, Ottobono tesoriere, Riccardo sottosacrista, Algisio, Giofredo, Guglielmo Caligepalii, Pietro Porcario, Bertolotto, Giacomo da Ponzone, Guglielmo d’Asti e Nicolò Negrone , monaci di (1) Poch, 1. c., p. 20 v. (2-3) Atti Soc. Lig. di Stor. Patr., Voi. I, pp. 358, 391. (4) Pergamena in Materie Politiche, Mazzo II, Arch. di St. in Gen. SESTRI ANTICO S. Andrea di Sestri vendono per L. 20 una casa, posta in Chiavari, di loro proprietà, al Not. Arnaldo da Rivarola. L’atto è rogato nel predetto monastero, nella camera dell’abate, alla presenza di Ottone, arcidiacono di S. Lorenzo. (Not. c. s., p. 21). a) Per Giacomo de Ponzone il Desimoni dice: « il Marchese Giacomo di Ponzone si ritira nel 1210 nel Cenobio di S. Andrea di Sestri » (1). b) Noi non ci stancheremo mai, dice a questo proposito il Desimoni, di meditare sui prodigiosi progressi che la mente e la mano de’ Padri Benedittini seppe promuovere in quei tenebrosi secoli; riducendo i deserti in ville abitate 1’ una all’altra vicine a tale che le loro colonie formavano come una casa sola e non vi ha zolla o pietra che non sia smossa per loro cura o direzione (2). Non dissente dal Desimoni un moderno filosofo, la cui sentenza non è certamente sospetta su questo argomento : « I monaci, scrive egli, lungi dal tenersi solo alla preghiera ed al lavoro delle mani, coltivavano e propagavano la scienza e la letteratura che possedea il mondo a loro tempi. I luoghi deserti in cui da principio si ridussero all’ amore della solitudine , presto si rimutavano, quasi per forza delle cose, in cattedrali, in città, in colonie rurali ed urbane, destinate ad essere centri di scuole, di biblioteche, di opifizi , di cittadelle alle famiglie, alle tribù di fresco convertite » (3). CXXI. 1210, 24 Settembre. — Gandolfo da Sestri riceve da Boninfante da Promontorio L. 6 di genovini in accomandita, che promette di portare e negoziare in Sicilia. (Atti del Not.. Lanfranco, Reg. II, Part. I, p. 37 v.). CXXII. 1211, Il Gennaio. — Prete Donadeo, canonico della cattedrale di Genova, fa testamento. Lascia soldi 5 a S. Maria della Cella e soldi 20 a S. Andrea di Sestri. (Notari Ignoti, Reg. I, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). CXXIIJ. 1211, 8 Febbraio. — I fratelli Opizzone e Ogerio Guercio si dividono terre e case poste in Borzoli, confinanti colle terre di Marino Casiccio, altre in Sestri e altre presso il fossato di Gazzolo. (Notari c. s.). a) « Abbiamo, scrisse già il Belgrano, i, nomi de’ monti Gazzo e Gazzolo, in quel di Sestri Ponente » (4)· Il monte Gazzolo, o piccolo Gazzo, è cosi chiamato il cocuzzolo del Bricco di Tagliolo, la vetta più eminente della Cresta de’ Corvi, in quel di Borzoli. (1) Atti Soc. Lig. cit., Voi. XXVIII, p. 283. (2) Annali, p. 120. (3) Montalembert, Les moines d’occident, Voi. V, p. 158, l’arigi, 1868; Kembler, T. II, pp. 350-358. (4) Atti cit., Voi, II, p. 576; Cfr. il detto a p. 21. 62 SESTRI ANTICO Benché per la sua altezza di 660 metri avrebbe a chiamarsi Gazzone e non Gazzolo, pure tale appellativo forse gli venne acconciato perchè: 1) meno diboscato del Gazzo; 2) e nome ristretto alla sola vetta; 3) perchè sotto il nome del monte Gazzo, benché meno elevato (m. 421), venne indicato tutto quanto il monte che in più ampia dimensione si sfalda per ogni lato, signoreggiando S. Giovanni Battista e la elegante scacchiera di Sestri Ponente. Non torna quindi difficile l’indicazione dell’omonimo fossato Gazzolo, che, pullulando dalle balze della vasta conca delle miniere ad est sotto il prato de’ Lamberti e dal monte 1 imone, scorre sotto 1’ altipiano delle Cascinelle per finire in Panigaro nel Chiaravagna. 6) Opizzo di Guglielmo Guercio, giudice, è console del Comune di Genova negli anni 1196, 1199, 1201, 1203, 120S, 1210, 1213, 1215 (1). CXXIV. 1211, 19 Settembre — Prete Rubaldo addetto alla chiesa di S. Martino di Sestri , a nome di detta chiesa , e Simone , procuratore della chiesa di S. Siro, stabiliscono che la decima, che deve dare Simone Camilla per la terra che tiene in Sestri e che appartenne già a Gimbo da Carmandino, debba dividersi fra di loro. In Genova, presso la torre di Enrico di Negro a rogito del Notaio Giovanni de Galicia. (Poch , Voi. IV, Reg. Vili, p. 33). Simone Camilla fu console del Comune di Genova negli anni H99> 1210 (2)· Fu il benemerito costruttore della chiesa di S. Paolo in Campetto, come risulta da una lettera del pontefice Onorio III del 25 ottobre 1217 (3). Di lui così parla il Giscardi : « Simone Camilla fu uno degli otto nobili, assegnati al podestà di Genova per governo della Repubblica ed insieme capitano di quattro galere e due navi colle quali prese e distrusse il Castello di Eres e liberò ivi molti prigionieri genovesi l’anno 1199. Console di Genova ed ambasciatore all’imperatore (Ottone, che trovavasi a Piacenza) l’anno 1210 » (4). cxxv. 1212, Il Giugno. — Anna moglie di Lanfranco Bancherio fa testamento. Vuol essere sepolta nella chiesa di S. Andrea di Sestri. Benefica chiese, conventi e ospedali, tra cui quello di S. Spirito di Roma. In Genova, nella casa di Giovanna Ascherii. (Atti del Not. Pietre Ruffo, Reg. I, p. 53 v., Arch. di St. in Gen.). CXXVI. 1213, 28 Aprile. — Ottone Galletta, arcidiacono della cattedrale di Genova e maestro, Ugone canonico di essa, subdelegati dall’arcivescovo, delegato dal pontefice Innocenzo III, annullano il matrimonio contratto tra Gandolfo de Trojola e Giovanna nipote di Avisto da Sestri. Costei prova (1) Atti c. s., Voi. I, pp. 399, 405, 408, 411, 418, 425, 429, 432. (2) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. I, pp. 404, 424. (3) Pressuti, Fegeslum Honorii Papae III, Voi. I, p. 847. (4) Origine e Fasti delle Nobili Famiglie ecc.. Voi. II2 p. 296. SESTRI ANTICO 63 di essere stata prima degli sponsali conversa del monastero di S. Andrea di Sestri e di aver fatto professione di fede nelle mani dell’ abate Ambrogio. (Not. c. s., p. 124 v.). CXXVII. 1214, I I Gennaio- — Nicola Campomaggiore accorda licenza a Donodeo de Pomo, a Beltramo de Muris e a Giovanni Loco, di andare e tornare nella sua terra, che ha nel Priano di Sestri 1. d. Panigaie, terra die conduce alla loro calcinara a patto che gli dieno ogni anno 1 5 soldi e quattro capponi. In Genova, nel fondaco dei Pediculi. Atti di Notari Ignoti, Reg. I, Sala 74, Arch. di St, in Gen.). La frazione della parrocchia e Comune di S . Giovanni Battista che si chiama l’anigaro, tra la Serra e la Casella, chiamavasi ne’ secoli andati Pattinale, come ne risulta da documenti ed atti notarili dell’archivio parrocchiale, ove è riferito tal nome nelle carte predette fino dal secolo XVI e XVII. Panigaie è pure un quartiere di Albaro, in Genova, ove nel 1296 alcuni cittadini genovesi fondarono la chiesa di san Luca (i), e Panigaie o Panigaglia presentemente è un seno nelle vicinanze della Spezia. CXXVIII. 1214, 9 Giugno. — Vassallo de Orengo da Sestri riceve lire sei, come dote della sposa Adelasia, figlia di Agnese Maggiocco de Priano e le costituisce 1’ antefatto in L. 4. In Genova, nel fondaco dei Pediculi. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. Ili, p. 1S0, Arch. di St. in Genova’. CXXIX. 1214, 15 Settembre. — Gando da Sestri riceve L. 10 e s. 17 di geno-vini, a mutuo da Ugone de Fassolio da Struppa, onde gli darà 5 onze d'oro di tarini in Palermo, quando la nave di Portovenere, chiamata Saconc, sulla quale s’imbarcheranno, sarà giunta a Palermo. In Genova, nella stazione dei Pediculi. (Not. c. s., p. 62). 1215, 2 Maggio. — Giovanni Grasso da Sestri e Ido de Donapurpura da Sestri ricevono a mutuo L. 4, da Ugone de Belmusto da Sestri, onde restituiranno poi il capitale e soldi 6 per ciascuna lira d’interesse, quando torneranno col leudo sul quale vanno ora alla pesca dei coralli. (Not. c. s , Reg. IV, p. 175). CXXXI. 1215, Il Luglio. — Oberto Gallo da Sestri riceve in dote dalla moglie Giovanna, vedova di Ottone Revello, una terra del valore di L. 4, posta (1) Atti Soc. Lig. cit., Voi. IV, p. 101. 64 SESTRI ANTICO in Sestri 1. d. Campellus, confinante colle terre di Ansaldo Belloculo, Giordano Alfachino e Anseimo Mallone. (Not. c. s., p. 1S2). CXXXII. 1215, 20 Ottobre. — Giovanni de Rainerio da Corneto, alla presenza di ÌTUglielmo Balbo da Sestri, promette di consegnare a Stefano, calzolaio in l· ossatello, 50 moggia di grano sulla spiaggia di Corneto, franco da qualsiasi gabella, per L. 47 i/ì. (Not. c. s., p. 196). CXXXIII. 1215, 4 Dicembre. — Verdelia del qm. Vassallo Tasca , alla presenza di Enrico de Sala da Sestri e Ottone de Burlo, fa testamento. Λ uol essere sepolta nel monastero di S. Bartolomeo del Fossato; benefica gli ospedali di S. Giovanni, di S. Lazzaro, tutti quelli che si trovano da S. Antonio di Porta di Vacca sino a quello di S. Fruttuoso, e quello di S. Spirito di Roma, i ponti di Lavagna, Carasco e Polcevera. Lascia L. 3 a Bartolomeo, canonico della pieve di Borzoli, e un salterio a detta pieve, soldi 40 a Sopergia conversa del monastero del Fossato , L. 20 in aiuto delle crociate, ecc. L atto è stipulato in Borzoli, 1. d. Fontana. (Not. c, s., p. 201 V.). CXXXIV. 1216, 17 Gennaio. —- Giovanni Capuccio da Sestri fa donazione, in ter vvuos d’ un terzo di tutti i suoi beni mobili e immobili, alla nipote Erme-gina figlia del qm. Gandolfo suo figlio, e detta donazione viene approvata da Bertolotto de Volta, potestas plebium Borzoli et Vulturis, podestà delle pievi di Borzoli e di Voltri. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. c. s., Reg. IV, p. 205). Bertolotto d’Ingone della Volta il 14 aprile 1235, essendo podestà di Groppo, dele gava ad assumere la reggenza il fratello Lanfranco , finché non fosse tornato da Ceuta d Africa, dove andava colle galee del Comune (1). Nel 1183 avea disimpegnato la carica di console dei forestieri in Genova (2), e ne 1204 amministrò la giustizia tra gli abitanti delle due giurisdizioni (3). CXXXV. 1216, Il Maggio. — Drua da Nervi dichiara a frate Pietro Caiievano (cantiniere) del monastero di S. Andrea di Sestri, che ricevette da Pietro abate di detto monastero L. 20 che diede a mutuo all’abate de Paulo in Sardegna. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. II, Parie il, p. 8, Arch. di St. in Gen.). (i) Not. Gio. Enrico de Porta, Reg. I, p. 135, Arch. di St. in Gen. (2-3) Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. I, pp. 361, 413. SESTRI ANTICO 65 a) Canevario o Canovario, cosi appellato da Canova, o magazzino, che è a dire il custode delle provvigioni di bocca e della cantina, ufficiale di gran considerazione, dacché trovasi per più riscontri com’ ei godesse talvolta dei beni delle chiese col titolo onorifico di beneficio (feudo). Così i beni del vescovo di Trento erano distribuiti per canove ; e dell’ 805 il canovario della Chiesa di Bergamo era in pari attore della medesima. Nel 1169 si ha memoria di Fazio canevario dell’arcivescovo. Anche oggi di presso i montanari la cantina dicesi caneva. E della caneva del vino e dell’olio è frequente memoria in un codice del secolo XVI, già del monastero di S. Gerolamo della Cervara. b) Il monastero di Santa Maria di Paulis o de Padulis dell’ordine cisterciense venne fondato nel 1205 da Comita II, giudice di Torres (1). CXXXVI. 1216, 8 Marzo. — Il pontefice Innocenzo III scrive agli abati di S. Andrea di Sestri e del liglieto. Esposero l’arcivescovo di Genova e 1’ abate di S. Siro, a nome del clero di Genova, e Giovanni, canonico della pieve di S. Stefano di Langasco, a nome di parecchi arcipreti della diocesi , di essere gravati a riguardo delle collette, imposte dalla S. Sede, al clero secolare e regolare. Assumano informazioni in proposito, avvertendoli di avere già scritto al vescovo eletto di Acqui (Anseimo) al primicerio della chiesa maggiore di Tortona e all’abate di S. Marziano di Tortona. « Venerabilis frater noster ». Da Laterano. (Pergamene, Mazzo segnato 1551-A, Arch. di St. in Gen.). CXXXVII. 1216, 23 Maggio. — Marco da Lavagna, abitante a Sestri, riceve da prete Idone da Sestri L. 12, come dote della sua sposa Adalasia, sorella di detto prete. In Genova, nel mercato, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Lanfranco, Reg. II, Parte II, p. 28, Arch. c. s.). CXXXVIII. 1216, 19 Giugno. — Rubaldo prevosto e due canonici della chiesa di S. Pietro di Mezema insieme con quattro converse di detto monastero, alla presenza di Cappa da Sestri e col consenso di Giacomo di Pelle e di Ugone Fornari, patroni, immettono nel possesso del monastero e dei beni Aidela, priora di Montemoro. L’atto è rogato nella chiesa di S. Pietro di Mezema. (Not. Lanfranco, Reg. IV, p. 222 v.). Il monastero di S. Pietro di Mezema, ora Vezema , posto nel territorio parrocchiale di S. Eugenio di Crevari tra Voltri e Arenzano fu eretto prima del 1160 dalla famiglia Vento (2). Il pontefice Onorio III il 21 dicembre 1216 confermava ad A(idela) priora e alle monache del monastero di S. Giacomo di Montemoro dell’ ordine cisterciense nella (1) Tola, Codex Diplomaticus Sardiniae, Tom. I, col. 307. (2) Remondini, Parrocchie, Reg. XIV, Parte II, p. 198. Sestri antico. 5 66 SESTRI ANTICO diocesi di Savona la loro traslazione in detto monastero di Mezema , non potendo più abitare a Montemoro, stante la corruzione dell’ aria. Dichiarava nello stesso tempo che Alessandro III ad istanza di Siro, arcivescovo di Genova, e del capitolo della cattedrale, avea preso sotto la sua protezione immediata il monastero di Mezema; onde confermava la predetta libertà (i). Il monastero fu prima stanza di monaci, ai quali dobbiamo l’erezione dell’ospedale di Arenzano, come risulta da un atto del 3 luglio 1205 (2). Di Aidela, priora di Montemoro, parla pure il Verzellino, recando un atto dell’ 11 settembre 1213 (3). CXXXIX. 1216, 20 Giugno. — I coniugi Angelerio de Prinello e Verdelia, Ido de Prinello e Sibilla, vendono per L. 5 a Ugone Calegario una terra in Sestri, 1. d. Tintorio, confinante colle terre di Oberto Spinola, di S. Maria del Priano ed il fossato, e a Idone de Conrado un’ altra terra per L. 3 */2 in Sestri, 1. d. Albare, confinante colle terre di Guglielmo de Turri, di Boterico e col fossato. (Not. c. s., Reg. II, Parte II, p. 34). a) Timono o Timone è un monte o costa di monte, che separa, presso alla sorgente, il Chiaravagna dal fossato o torrentello di Gazzolo o delle Cascinelle ; la cresta di questo monte , o come altri la vuole chiamare, cresta di Coppa (4), si eleva a 410 metri. Presentemente il signor Pietro Rusca, non è molti anni, costrusse una strada non tanto lata, ma carreggiabile , che dalla località detta Serra ascende fin presso la vetta di questo monte. Facciamo voti che la civile impresa presto sia compiuta , e renda più agevole l’accesso del Figogna a’ popoli di riviera, pellegrinanti al santuario di Nostra Donna della Guardia. b) Albare sembra una località sita ne’ pressi di Chiaravagna; si ignora se sulla destra o la sinistra sponda ; albare infatti significa, secondo il Ducange, vallo o fossa, e alba-rum alveo di fiume, o torrente. c) L’ Olivieri registra un Oberto Spinola console del Comune negli anni 1144, 57· ^3> 67, 72, 73, 88, 1207, 1214 , firmatario nel gennaio 1157 dei patti tra il Comune di Genova e Guglielmo, re di Sicilia, ambasciatore a Federico I nel 1158, ambasciatore a Venezia nel 1210 (5). Lasciamo ad altri il non lieve incarico di decidere se ci troviamo di fronte allo stesso personaggio. E neppure con certezza possiam dire se 1 Oberto Spinola, che il 14 settembre 1188 otteneva da Bonifacio, arcivescovo di Genova, licenza di edificare la chiesa di S. Luca (6), sia lo stesso individuo del nostro documento, e che da una lettera del 2 dicembre 1217 emerge ambasciatore del Comune genovese al pontefice Onorio III (7). CXL. 1216, 10 Agosto. — Romana, moglie di Guglielmo Grasso fa testamento. Vuol essere sepolta nel monasteto di S. Andrea di Sestri. Lascia (1) Pressutti, Regestum. Honorii Papae III, Voi. I, N. 189. (2) Atti del Not. Guglielmo Cassinense, Reg. I, p. 285 v., Arch. di St. in Gen. (3) Delle Memorie particolari di Savona di Giovanni Vincenzo Vezzelino , curate dal can. Andrea Astengo, Voi. I, pp. 211, 495. Savona, 1885. (4) Carta topografica militare, 1878. (5) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. I ad an. (6) Atti Soc. Lig. St. Patr.. Voi. I, p. 386. (7) Pressutti, Regestum Honorii Papae III, Voi. 1, p. 896. SESTRI ANTICO 67 L. io alla chiesa di S. Maria di Coronata. Lascia un luogo suo in Albaro all’arcivescovo di Genova coll’obbligo di venderlo, erogando la metà della somma ricavata a prò dei Cristiani in Oriente. In Genova, nella cattedrale. (Not. c. s., Reg. IV. p. 231 v.). In parecchi testamenti troviamo in questi tempi non pochi legati per 1’ impresa di Terra Santa , alla cui liberazione era intento il pontefice Onorio III, come in una sua lettera speciale del 25 luglio 1216 facea conoscere all’arcivescovo di Genova (1). Da un’altra poi del 24 luglio 1217 risulta che un’ eletta schiera di crociati si era dato convegno in Genova per poi andare a Cipro e ivi andar incontro a Leopoldo, duca d’Austria , e ad Andrea, re d’Ungheria (2). CXLI. 1216, 30 Settembre. — Aidela moglie di Alberto Negrino fa testamento, con che lascia soldi 5 a S. Alberto de Sesto. (Notaro c. s., Parte II. p. 61 v.). Di fronte a questo irrefragabile documento , mentre acquista valore storico la sentenza di Angelo Manrique e del Semeria (3), i quali accennano a S. Alberto converso cisterciense nel secolo XII, all’anno 1131, cadono come infondate le osservazioni della maggior parte degli storici, che tennero parola di questo Santo Romito. Essi ammettono che S. Alberto sia vissuto nel XIII secolo, asseverando esser egli dimorato nel 1223, 1233 e 1239 'n detto antico convento. Ciò che ci fa maggiormente meravigliare poi è il marchiano errore di non pochi religiosi eremitani del B. Pietro da Pisa, i quali « pretendono », dice 1’ Helyot, che S. Alberto di Genova, di cui parla il Martirologio romano (che è senza dubbio il nostro santo) sia stato un monaco della Congregazione del monte Segestero (di Sestri) e che morisse nel 1450 (4). CXLII. 1216, 9 Ottobre. — Balduino Riccio fa testamento. Lascia s. 40 al monastero di S. Andrea di Sestri, L. 5 per la Crociata, L. 5 per la redenzione degli schiavi, ecc. (Not c. s., Reg. IV, p. 257 v.). CXLIII. 1216, 25 Novembre. — Il pontefice Onorio III dal Vaticano scrive al-l’Abate di S. Benigno e al priore di S. Maria del Priano. Commette l’esame della lite, nata tra i canonici delle Vigne e quelli di S: Lorenzo per la presentazione d’ un canonico « Cum olim prepositus ». (Potthast, Regesta Pontificum, Voi. II, N. 5677; Pressutti, Regestum Honorii Papae III, Voi. I, 121). (1) Pressutti , 1. c., Voi. I, N. 3. (2) Theiner , Monumenta Hung., Voi. I, p. 7, N. 12; Pressutti, 1. c., Voi. I, N. 672 e fonti ivi accennate. (3) Secoli cristiani, nella qual opera eliminò alcuni errori, inesattezze ed opinioni infondate che si leggono nella sua opera Storia ecclesiastica della Liguria. (4) Storia degli ordini monastici ecc., Τ. IV, P. III, p. 19. 68 SESTRI ANTICO CXLIV. 1219, 24-30 Gennaio. — Atti rogati [in Burgo Pelii) nel borgo di Pegli, e in Voltri. È nominato Rainaldo Ceba, podestà di Voltri e di Borzoli. (Alti di Notari Ignoti, Reg. 621, Arch. di St. in Gen.). CXLV. 1220..... — La parte dell’imperatore (Federigo II) ponea in ribellione la riviera occidentale, che più d’ogni altra dominava. È imposta una tassa personale, da Portovenere (Sestri) a Cogoleto, per aver modo di sopperire alla guerra grossa e potente che si volea farle. (Canale, Nuova Istoria, Voi. II, Epoc. 2.a, p. 29). CXLVI. 1220..... — Gli uomini di Ventimiglia delegano ambasciatori Raimondo, giudice di Ventimiglia e il priore di S. Andrea di Sestri, col mandato di presentarsi al Comune di Genova, e far liberare i prigionieri, promettendo a lor nome di esser fedeli. (Marchisii Scribae, Annales in Pertz. Mori. GeritiTom. XVIII, p. 144)· CXLVII. 1221, 3 Gennaio. — Giovanni Pennuto , Lanfranco Berrò , Sismondo e Vassallo de Orega alla presenza di Bongiovanni Calvi e di Bertramo de Buxonello prendono, per 5 anni, in società la calcinara di spettanza dei Malocello. L’ atto è rogato in Sestri , nella casa di detto Pennuto. (Not. Giannino de Predono, Reg. I, p. 79). L’atto riferito, i successivi e altri, che per brevità tralasciamo, non furono rogati dal Notaro Giannino de Predono, ma bensì dal Notaro Gandolfo da Sestri , che per tan anni fu cancelliere del consolato di giustizia. Come il Notaio Parodino da Sestri a itava in Genova in una casa di spettanza della chiesa di S. Maria di Castello. CXLVIIL 1221, 8 Gennaio. — Gregorio de Bruscata fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Giovanni di Sestri. Benefica gli ospedali di S. Lazaro e di S. Giovanni di Prè e il ponte di Polcevera. Lascia soldi 2 [operi sancti Iohannis de Sexto) all’ opera di S. Giovanni di Sestri. Lascia a Giovanni suo figlio una terra posta in Sestri, 1. d. Bruscata, confinante colle terre di Guglielmo Grasso e Oberto de Gregorio. Il testamento è fatto in Sestri, nella casa del testatore, alla presenza di Enrico Vaccari, Oberto de Multedo, Ugo Caldino, Marino Pellaloca. (Not. c. s., p. 79 v.). SESTRI ANTICO 69 La famiglia Caldino è una delle più antiche del territorio di Sestri. Nel 1143 un Rai-nerio Caldino vende all’arcivescovo di Genova una sua terra posta in Morego (1). Ro-gerio Caldino nel febbraio del 1188 apponeva la firma al trattato tra Genova e Pisa (2). CXLIX. 1221, 24 Gennaio. — Frate Oddone cellerarius e sindaco del monastero di S. Andrea di Sestri, dà in locazione per 21 anno a Rolando de Cam-pora la terra che al predetto monastero lasciò Druda, vedova del nobile Guglielmo Tornello. Il Campora si obbliga di pastinarla, di piantar viti e non tagliare gli alberi di castagne, dando L. 3 ogni anno il giorno di S. Stefano e la metà del vino e delle castagne. L’atto è rogato in Sestri, sotto il portico, che è di rimpetto l’ospedale di S. Andrea. (Not. c. s., p. 80). a) Guglielmo Tornello fu console del genovese Comune negli anni 1178, 1179, 11S1, 1184, 1193, 1197, 1202, 1205, 1214. Nel febbraio del 1188 firmava il trattato tra Genova e Pisa (3). L’ 8 ottobre del 1186 stipulava alcuni patti con Agalbursa regina di Arborea, vedova di Barisone re di Sardegna (4). Il 22 aprile del 1193 è ambasciatore all’ imperatore dei Greci (5). b) Ospizio, ospedale, è il luogo dove si ricettano i viandanti e gli infermi, come lo indica vagamente anche la sua etimologia, dal latino hospes, quasi sospes, che significa ospite, forestiere posto in salvo, al sicuro, allo schermo di sofferenze e fastidii. Ritenendo pertanto la definizione surriferita, l’ospedale è un luogo in che sono raccolti, non già i viandanti come tali, ma gli impotenti ed affetti da qualche morbo, privi di mezzi per liberarsene nel loro viaggio e nella loro peregrinazione; ai nostri giorni però l’ospedale, ospitale, ostale, è nome tolto a designare un luogo, in che sono accettati gli infermi di ambo i sessi, gratuitamente se poveri, e con retribuzione pecuniaria, se agiati, ed inoltre gli orfani, i vecchi poveri ed acciaccati, gli esposti, i cronici ed incurabili, principalmente oppressi dalla povertà e dalla sventura. L’origine di simili stabilimenti risale a’ primordii del consorzio civile, e tutti i popoli, che dal vivere selvaggio passarono alle istituzioni della civiltà ebbero, fra le prime, quella di dar ricetto e ricovero a quanti abbisognavano di vitto e di alloggio, o per trovarsi in viaggio senza mezzi di sussistenza, o per essere travagliati da morbi od infermità. I romani chiamavano questi ricetti più che ospedali, ospizii e diversorii, differenziando questi due nomi in ciò che quelli erano nel luogo cui tendevano, e questi a mezzo il viaggio, entrambi per pellegrini e ad tempus (6); gli ospitali hospitalia (loca) de’ romani eran, ciò che suona presso di noi, foresteria. I greci li appellavano pantachei (alloggio per tutti); catagogii (ospizii) e catalisi (luoghi di fermata). Come prima la carità cristiana si diffuse a conforto del povero, dell’afflitto e dell’ infermo, non occorrevano ospitali od ospizii, perchè la casa di ogni credente era aperta a ciascun confratello, che avesse uopo di soccorso; i vescovi ed i preti davano asilo agli ospiti che loro ricorrevano, e dividevano con essi il tetto e l’alimento. Ma moltiplicatisi (1) Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. II, Parte II, p. 136. (2) Atti Soc, Lig. Stor. Patr., Voi. I, p. 376. (3) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. I, ad an. (4) Tola, Codex Diplomaticus Sardiniae, Tom. I, col. 256. (5) Materie Politiche, Mazzo I, Arch. di St. in Gen. (6) Ancoini, De differentiis verborum, p. 241. 70 sestri antico i bisogni, le cure , le infermità , lo zelo caritatevole de’ privati non bastò alle richieste, quando specialmente il lavoro divenne libero, e 1’ artigiano, libero di sè stesso, dovette procacciarsi giornalmente il proprio lavoro. Di qui la necessità de’ pubblici ospedali, nelle città, o stabilimenti collettivi. Senonchè uno speciale e proprio scopo aveano gli ospitali , che si elevavano attigui o contigui a’ cenobii, ai monasteri ed ai conventi, nei secoli X, XII e XII» quello cioè di raccogliere il viaggiatore, il forestiere e in guisa peculiare il pellegrino. Non è ignoto al lettore, come l’affluenza de’ pellegrini a Gerusalemme, a Roma, ed altrove , fosse già considerevole verso la fine del IV secolo e sopratutto al VI secolo dell’ èra volgare; ciascuna cappella diveniva a tale epoca un luogo di rifugio, sempre aperto ai pellegrini, dove trovavano ad ogni ora generosa ospitalità, perchè in generale aveano la borsa leggiera e viveano di elemosine.... Essi ritornavano spesso malati , intermi e più poveri ancora che prima, ma ricchi d'indulgenze, di consolazioni e sovente di reliquie, che erano alteri di portare con sè (i). La maggior parte di questi pellegrini erano diretti in Terrasanta, a Roma, a S. Giacomo di Compostella. Infatti non pochi di questi ospedali erano amministrati dai Cavalieri della spada, ossia di S. Giacomo di Gallizia, oppure da ordini ospitalieri. Non è raro ne’ documenti di queste età, rovistando gli archivii, apprendere legati di somme, anche vistose, fatti da pie persone a chiese, a conventi, ad ospedali prima di congedarsi dalla famiglia, o lasciare il patrio suolo per trarre alla volta del sospirato santuario. c) Cellelarius o Cellarius significa quella persona cui incombe 1’ ufficio di custodire il vino ed il cibo, ovvero chi è capo della cella, ove quegli elementi si contengono. Benché fosse parola nota o latina, nullameno il Ducange aggiunge che venne tolta in guisa peculiare a denotare un ufficio monastico, come si rileva dal nostro stesso documento. CL. 1221, 2 Febbraio. — Marchisio Basso promette a Bonaventura Caldino di tagliare tante tavole, onde con esse possa ristorare la sua barca lunga 14 cubiti. L’atto è rogato in Sestri, nella casa di Ottaviano da Sestri. (Not. c. s., p. So v.). CLI. 1221, 25 Maggio — Rogerio de Bruscata fa testamento. \ruol essere sepolto presso il monastero di S. Andrea di Sestri, e lascia per la sua sepoltura soldi 40, che verranno distribuiti dal cognato Oberto de Resta. Lascia soldi 20 alla chiesa di -S. Giovanni Battista di Sestri, per setteni e trenteni. Benefica il ponte della Polcevera, gli ospedali di S. Lazaro e di S. Giovanni di Prè e la chiesa di S. Maria del Taro. Ricorda le fornaci, che possiede in Varazze. Istituisce erede la moglie Adalasia. Il testamento è fatto in Sestri, nella casa di detto testatore. (Not. Giannino de Predono, Reg. I, p. 115I. (1) Vie Militaire et religieuse an moyen-dge, par P. Lacroix, Paris, p. 4°4· SESTRI ANTICO 7* CUI. 1221, 25 Maggio. — Oliverio Cullerio e Lorenzo suo figlio alla presenza di Lorenzo Maglio, di Sesto Chiappori e di Nicolò Ottaviani, promettono di consegnare in Sampierdarena a Bonagiunta Caldino 60 tavole lunghe 10 cubiti, larghe 1 */2 palmo e dello spessore di due dita. Prestano garanzia i fratelli Rubaldo e Giacomo Chiappori. L’atto è rogato in Sestri, sotto il portico della casa di Giovanni Pennuti. (Not. 1. s., p. 115 v.). La famiglia Chiappori, come dal documento apparisce, è originaria di S. Giovanni Battista, e quivi diffuse col tempo largamente i suoi rami. Sul principio del secolo X\ Il era talmente numerosa che nella frazione di Pian di Forno 1’ unica piazza esistente da essa s’intitolò. Leggiamo infatti nell’Arch. parrocch., Reg. I, p. 608: « Item un annuo censo di Lit. 11 che risponde al parroco sopra Lire 275 , fondato sopra una casa di Messer Girolamo Chiappori del q.m Francesco, posta nella piazza de' Chiappori, in Pian del Forno sotto suoi confini, da mezzogiorno Gio. Maria Chiappori del q.m Pietro Batta; da tramontana Gio. Batta e fratelli Chiappori del q.m \ in-cenzo; da oriente la via pubblica; da occidente la piazza de’ Chiappori mediante la via pubblica, come in atti di Gio. Domenico Pietra all’anno 1705, 28 dicembre. La detta casa, scrive il sac. Agostino Cevasco, reggente (1718-1727), al presente è del S.°r Giuseppe M.a Miccone q.m Francesco, il quale suole sino al presente pagare al parroco le suddette Lire undici. CLÙL 1221, 24 Giugno. — I coniugi Idó de Pinello e Sibilla ricevono in prestito da Oberto Montanario L. 6 1/i, che restituiranno, per la festa di S. Martino. L’atto è rogato in Sestri, di rimpetto alla casa della chiesa di S. Giovanni, posta nel borgo. (Not. e. s., p. 80). CLIV. 1221, 8 Novembre. — Oberto de Casaleto da Sestri riceve in prestito dalla moglie Sofia L. 9, che restituirà fra 5 anni. In Genova, nella stazione di Nicolò Usodimare. (Not. Giannino de Predono, Reg. I, p. 75 v.). CLV. 1221, 8 Novembre. — Solia de Canavella fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Giovanni di Sestri. Lascia 12 denari all’ospedale di S. Giovanni, 12 a quello di S. Lazaro e 12 al ponte di Polcevera. Lascia s. 4 alla chiesa di S. Martino di Sestri, 4 a quella di S. Maria del Priano, 4 alla Pieve di Borzoli, 4 a S. Martino di Pegli e s. 8 operi Sancti Iohannis de Sexto, all’opera di S. Giovanni di Sestri. Il testamento è fatto in Sestri, alla presenza di Giovanni Buxone, Giovanni Galibo, Enrico Malocorde e Ansaldo tagliatore. (Not. c. s,. Reg. I, p. 75 v.). 72 SESTRI ANTICO CLVI. 1221, 8 Novembre. — I coniugi Giovanni Calcario e Aimelina vendono ad Ansaldo Pietro una terra nelle pertinenze di· Sestri 1. d. Tongio per soldi 3. La vendita è fatta in Sestri, nella casa di Tommaso Doria. (Not. c. s., p. 75 v.). CLVII. 1221, 12 Novembre. — Giovanna figlia di Alda Caldino, alla presenza di maestro Oliverio de Curia, Boninfante Fornari e Bonagiunta Caldino da Sestri, fa testamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa di S. Andrea di Sestri. Benefica la cattedrale di Genova. L atto è rogato in Sestri, nella casa di Guglielmo Musilico. (Not. e. s., p. 76). CLVIII. 1221, 23 Novembre. — Frate Giacomo ministro del monastero di S. Giacomo di JMontemoro, alla presenza di Giovanni Englesio e Simone Ferrari, cede a Enrico, abate del monastero di S. Andrea di Sestri, tutti i diritti, azioni, ragioni personali e reali che alla chiesa di Montemoro competono sopra Mabilia, madre di Filippo Spezzapietra, facendo ciò coll’ autorità di Guglielmo abate del Tiglieto e di Giacomo, abate di Chiaravalle, i quali erano stati eletti arbitri. La cessione e fatta sotto il portico, che è di rimpetto al chiostro di S. Andrea di Sestri. (Not. c. s., p. 76). CLIX. 1221, 23 Novembre. — Guglielmo Balbo da Sestri promette a Dolce, vedova di Gandolfo Grillo, di tenere una sua terra in Sestri presso la calcinara, onde le darà annualmente s. 40 per la festa di S. Stefano e s. 40 per il primo di ma§gi°· Si obbliga di donare un quartino di fichi secchi e un quartino di vino al monastero di S. Benigno o all’ospedale di S. Giovanni di Pre, nonche la metà delle olive, un quartino di noci e i pomogranati. L atto è rogato in Sestri, nel portico di Borbonino. (Not. c. s., p. 76 V.). Il Borbonino, che avea casa e portico in Sestri, nel 1214 facea parte di quei nobili genovesi, che insieme a Rosso della Turca e Nuvellone Camilla, fratello di Simone, assaltarono in Genova Sorleone Pevere , mentre tornava dal Bisagno, del che fanno fede gli annalisti genovesi. CLX. 1221, 30 Novembre. — Aidelina vedova di Giovanni Mallone alla presenza di Giovanni Pegino, Anseimo de Gerardo e Giovanni Spegio dà in SESTRI ANTICO 73 locazione per 8 anni una sua terra in Sestri. Questi si obbliga di lavorarla e migliorarla, dando nei primi due anni s. 30 l’anno, negli altri due s. 35 e soldi 40 negli ultimi quattro. L’atto è rogato in Sestri. (Not. c. s., p. 76 v.). CLXI. 1221, 31 Novembre. — Giusta vedova di Nicolò Segnorando riceve L. 25 per dote di Adalasia figlia di Giordano de Alessio , la quale sposa suo figlio Giacomo, e le costituisce l’antidote in tanti beni del valore di L. 12 V2> facendo ciò col consiglio di Oliverio Suppa e Signorando Piperata. (Not. c. s., p. 76 v.). La famiglia Suppa, che i nostri genealogisti vorrebbero oriunda di Voltri , è nominata in documenti anteriori al nostro. Un Oberto Suppa nel 1157 appone la firma alle convenzioni, stipulate tra il Comune di Genova e il re di Sicilia (1). CLXII. 1221, 31 Novembre. — Pietro de Anna, alla presenza di Giovanni Goncio, di Idone di Gugliermoto e di Sesto de Marco riceve L. 25 come dote della sposa Sofia figlia di Bonagiunta Caldino. L’atto è rogato in Sestri, nella casa di detto Pietro. (Not. c. s., p. 77). CLXIII. 1221, 31 Novembre. — Tommaso Doria per L. 4 promette di fare a Bonagiunta Caldino 10 canelle di muro, ricevendo però la calcina della cal-cinara e i mattoni della fornace e le pietre, terminandolo prima del-l’aprile. L’atto è rogato in Sestri, sotto il portico del nobile Lanfranco de Turca, posto in cima al borgo di Lardara, essendo presenti Lavegio da Sorriva e Giordano de Alessio. (Not, c. s., p. 77). Lanfranco de Turca nel 1209 interviene alla pace fatta coi Pisani, nel 1210 fu inviato ambasciatore al re di Tunisi, nel 1216 era console di Genova e nel 1221 degli otto nobili del Comune , nel 1225 è consigliere di Stato e nel 1228 sottoscrive alle convenzioni, stipulate col marchese di Monferrato (2). CLXIV. 1221, 6 Dicembre. — Simone Ferrari-e la moglie Sibilla per L. 20 vendono a Giovanni Pennuti la metà d’ una casa che hanno in Sestri in Lar- (1) Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. I, p. 298. (2) Pertz, Mon. Gemi., Tom. XVIII, pp. 129, 136, 146; Federici, Collectanea, Voi. I, pp. 104, 115, 119, MS. all’Arch. di St. in Gen. 74 SESTRI ANTICO dara, confinante col vicolo degli eredi del nobile Oberto Guercio e il lido del mare. In Sestri, nella casa di detto Simone. (Not. c. s., p. 77 v.). CLXV. 1222, 2 Febbraio. — Prete Idone, ministro della chiesa di S. Giovanni di Sestri, e Rogerio del qm. Giovanni alla presenza di Bartolomeo, canonico della pieve di Borzoli, di Giovanni da Fontana e di Ansaldo Sporta da Sestri ricevono da Gio. Buono del qm. Guglielmo Pere 37 soldi, che restituiranno in due rate a Pasqua e per la festa di S. Giovanni Battista. Inoltre per 20 soldi ricevono dallo stesso i diritti che ha nelle pertinenze di Sestri 1. d. Valle, Inguersa e Incrure. In Sestri nella chiesa di S. Giovanni. (Atti del Not. Maestro Salomone, Reg. I. p. 158 v.). CLXVI. 1222, 2 Febbraio. — Prete Idone, ministro di S. Giovanni di Sestri, promette a Giovanni Buono chierico e fratello di detta chiesa, che annualmente gli darà nell’ Ottava di' Natale per le vesti soldi 20 , obbligando, qualora mancasse al patto, i beni della chiesa. In Sestri, nella chiesa di S. Giovanni. (Not. c. s., p. 159). CLXVII. 1222, 16 Luglio. — Prete Guirardo, arciprete di Nervi, essendo in lite con prete Arnaldo rettore di S. Ilario di Nervi per 1’ elezione d’un chierico in detta rettoria, compromette in Maestro Ugone canonico della cattedrale di Genova. È detto che la vertenza era stata dal pontefice Onorio III affidata all’ esame dell’ abate di S. Stefano e del priore del Priano di Sestri. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo. (Not. c. s., p. 21 v.). CLXVIII. 1222..... — Litigando l’arcivescovo di Genova (Ottone Ghilini d Alessandria) col podestà di Genova (Spino de Soresina da Milano) per causa di diritti, che il Comune tentava di usurpargli, si ritira a S. Andrea di Sestri, ove sta per parecchi giorni, partendo poi alla volta di Pavia e implorando dal pontefice Onorio III una sentenza definitiva. (Marchisii Scribae, Annales, 1. c., p. 150). Il 6 settembre del 1222 il prevosto e l’arcidiacono della cattedrale di Genova a nome del capitolo, gli abati di S. Siro e di S. Stefano, i prevosti di S. Donato, di S. Pietro de Porta , di S. Ambrogio, di S. Cosimo e di S. Nazzaro, a nome di tutto il clero, co- SESTRI ANTICO 75 stituivano procuratore il canonico di S. Lorenzo Guglielmo da Rivarolo, col mandato di presentarsi al cospetto di Onorio III per troncare scandalum et controversias que inter archiepiscopum et comune vertuntur, per le quali detto arcivescovo era esule (i). CLXIX. r 1224, 6 Marzo. — Guglielmo Clerici da Sestri, alla presenza di Giovanni de Furno da Sestri, dichiara che per atto del 3 maggio 1214, rogato dal Not. Bresciano, ricevette in dote L. 23 dalla sposa Dolce. In Genova, nella casa dei canonici di S. Lorenzo. (Atti del Not. Maestro Salomone, Reg. I, p. 172, Arch. di St. in Gen.). CLXX. 1224, 28 Marzo. — Aimellina de Cunizo fa testamento. Vuol essere sepolta a S. Andrea di Sestri. Lascia a Luchetto e Bonifazieto de Cunizo la sua terra posta in Coronata. In Genova, nella casa di Amico Strigliaporco. (Not. c. s., p. 179 v.). CLXXI. 1224, 18 Maggio. — Lanfranco Berrò da Sestri riceve a mutuo L. 5 da Ambrogio, maestro muratore, che restituirà fra un anno. In Genova, nella casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. c. s., p. 210 v.). CLXXII. 1224.... — Epigrafe, ricordante la fondazione della chiesa di S. Francesco di Sestri : f MCCXXIV . BONIFACIUS . IACOBUS . ALINERIUS . PAN ZA NI . FILII . QM . GUILIELMI . EDIFICAVERUNT . ISTAM . ECCLESIAM . ET . DEDERUNT . TERRAM . CUM . OMNI . SUO . APPARATU . AD . HONOREM . DEI . ET . SANCTI . FRANCISCI t (Frammento antico d’Annali N. io in Arch. Parr. di S. Francesco d’Albaro). a) Lo stesso frammento dice « sancii Francisci Sigestri fuit edificata anno 1224 absque aliqua dependentia a Conventu Ianuensi ». b) « Panzani nobili ed antichi cittadini Genovesi tranno origine da Sestri di Ponente ; sono venuti ad habitare a Genova l’anno 1190. Bonifacio, Giovanni, Alinero, Giacomo figli di Guglielmo Panzano. Del 1197 Guglielmo fu console di Genova, del 1227 Guglielmo il minore fu consigliero, del 1231 Bonifazio fu capitano di 10 galee genovesi per le cose di Soria contro Mori, del 1231 Alinero fu de Ambasciatori mandati dalla Re-publica di Genova a Federico II imperatore , del 1232 Bonifazio fu de otto nobili del pq4està di Genova et fu uno de due capitani di dieci galee genovesi contro Imperatore (Federico II nemico di Genovesi, del 1237 Alinero e del 1251 Giacomo furono di otto (1) Atti del Not. Maestro Salomone, Reg. I, p. 39. ' SESTRI ANTICO nobili del podestà di Genova, del 1256 Giovanni con suo collega fu mandato dalla Rep. ,11^f.n°xa con ^Lie &a^ee & prender la possessione di un castello in Sardegna, donato dal Signore di essa alla Republica » (r). CLXXIII. 1225, 23 agosto — Ansaldo Mallone invita Giovanni Pennuto da Sestri a porre i termini nella terra, che ha comprato dai nipoti di Guglielmo Deinfante. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. II, Parte I, p. 92, Arch. di St. in Gen.). CLXXIV. 1225, 28 Agosto. — Sigengello, giudice e vicario del podestà di Ge-no\ a, a nome del Comune di Genova, stipula cogli ambasciatori del Comune di Montpellier una lega offensiva e difensiva per anni 34, alla presenza di Gandolfo da Sestri, Notaio. In Genova , nella casa dei Fornari. L’atto è giurato da Giacomo Mallone e Lanfranco de Turca. ^ ^azz0 IH, Arch. di St. in Genova; Lib. lurium, Voi. I, col. 760'· CLXXV. 1225, 29 Agosto. — Bottario Doria dona a Martino Doria , suo figlio, una casa in legno posta a Cornigliano, confinante coi possedimenti degli Spinola e dei Lercari e che gli fu aggiudicata nella lite , che sostenne contro i monaci di S. Andrea di Sestri. (Follatiti,n Notariorum, Voi. I, p. 285, MS. alla Bibl. Civico-Berio in Genova). I Doria aveano possedimenti a Sampierdarena, Cornigliano, Borzoli e Sestri. Un atto ricorda la degenza, fatta nel suo palazzo di Cornigliano (2) da Branca Doria .....che per sua opra In anima in Co cito già si bagna Ed in corpo par vivo ancor di sopra. II pugnale parricida di Branca Doria spegneva nel 1275 la vita del suocero Miche Zanche, ultimo regolo di Torres, che per sette lustri avea governato iniquamente il regn turritano. Ambizione di maggiori ricchezze tolse il bene dell’ intelletto a Branca Dona, e, corrompendogli il cuore, lo diede in balìa a quel demone dantesco, che governa su terra i corpi dei traditori, sicché paion vivi, mentre l’anima loro sprofonda nella ghiac ciaia Tolommea e vi dura crudeli supplizi : Cotal vantaggio ha questa Tolommea, Che spesse volte 1’ anima ci cade Innanzi ch’Atropas mossa le dea. E perchè tu più volentier mi rade Le invetriate lagrime dal volto, Sappi che tosto che 1’ anima trade, (1) Famiglie, MS. al N. 520, p. 323, Arch. di St. in Genova. (2) Not. Giacomo da S. Savina, Reg. I, p. 259 v., Arch. di St. in Genova. SESTRI ANTICO 77 Come fec’io, il corpo suo l’è tolto Da un Dimonio, che poscia il governa , Mentre che il tempo suo tutto sia volto. Ella ruina in siffatta cisterna : E forse pare ancor lo corpo suso Dall’ ombra, che di qua dietro mi verna. Tu ’l dei saper, se tu vien pur mo giuso: Egli è ser Branca Doria , e son più anni Poscia passati, eh’ ei fu si conchiuso. Io credo, diss’ io lui, che tu m’ inganni, Chè Branca Doria non morì unquanche , E mangia e bee e dorme e veste panni Nel fosso su , diss’ ei, di Malebranche , Là dove bolle la tenace pece, Non era giunto ancora Michel Zanche, Che questi lasciò un diavolo in sua vece Nel corpo suo, e d’ un suo prossimano, Che il tradimento insieme con lui fece. Inf. XXXIII, 124 e segg. CLXXVI. 1227, 30 giugno. — Tesoro, moglie di Oberto de Mari, lega in testamento di esser sepolta presso il monastero di S. Andrea di Sestri. (Foliatium Notariorum, c. s., p. 87). CLXXVII. 1227, 20 Settembre. — Oberto Bonizo fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Egidio, dove abitano i frati predicatori, e , qualora non fosse permesso, presso quella di S. Andrea di Sestri. Benefica il porto di Camogli, il ponte della Polcevera, i frati minori : lascia L. 20 per soccorso di Terra Santa, ecc. (Atti del Not. Pietro Ruffo, Reg. I, p. 261, Arch. di St. in Gen.). CLXxvni. 1228, 3 Febbraio. — Nicolò da Chiavari e Gandolfo da Sestri, Notai, sono eletti cancellieri di Dato Conforti, console di giustizia per i cittadini e i forestieri. (Bartholomaci Scribac, Annales in Pertz, Mon. Gemi., Tom. XVIII, p. 170). CLXXIX. 1228, 27 febbraio. — Guglielmo de Alessio da Sestri e Brugnone del qm. Tommaso Mazapè promettono a Guglielmo Embriaco , figlio del qm. Ugone di dargli nella Ripa del Porto di Genova 12000 mattoni, buoni e bene cotti per fare una torre per il prezzo di bizanti 11 per ciascun migliaio. 78 SESTRI ANTICO L atto e rogato in Genova, nella casa di detto Guglielmo, alla porta di S. Andrea. (Atti del Not. Ursone de Sigestro, Reg. I, Parte II, p. 36, Arch. di St. in Gen.). •La toire sorse sul piano di S. Andrea, passando alla fine del secolo XIII in proprietà dei Fieschi. Il 16 giugno del 1251 Guglielmo Embriaco ed Embriaco suo fratello locano a Burgo del qm. Pietro da Firenze detta torre con tutto il palazzo, che hanno alla porta di S. Andrea (1). CLXXX. 1228, 16 Novembre. — Frate Giacomo d’Arcola, priore dei frati predicatori di Genova, costituisce procuratore Anseimo figlio del qm. Guidotto Marzano col mandato di difenderlo nella lite, che ha con frate Bonifazio, il quale lasciò il convento dei predicatori e andò in quello di S. Stefano. La lite era stata affidata dal pontefice Gregorio IX all’ esame dell’ abate di S. Andrea di Sestri e al priore di Paverano. (Not. c. s., p. 67 v.). · CLXXXI. 1229, 3 Febbraio. — Nicolò da Chiavari e Gandolfo da Sestri, Notai, sono eletti cancellieri di Alberto Nozardo da Pontremoli , console in Ge nova di giustizia per i cittadini e i forestieri. (Bartholomaei Scribae, Amia/es, I. c., p. 172). CLXXXII. 1229, 13 Marzo. — Giovanni Vesulla, tutore di Guglielmino del qm. Lanfranco Bevino, considerando che i fratelli Giacomo e Rubaldo Chiappori furono esigliati per aver ucciso detto Lanfranco, promette a Enrico Cassicelo da Borzoli e Bartolomeo de Muris , procuratori di detti frate i, di fare la pace. Presta garanzia Ansaldo del qm. Marchisio de Mari a Sestri e Storace da Borzoli. In Genova, sotto la casa dove abita Guglielmo Tartaro. ^Atti del Not. Ursone de Sigestro, 1. c., p. 33). CLXXXIIL 1229, 21 Maggio. — Il banditore del Comune di Marsiglia, a nome del Comune e dell’ intiero consiglio, giura di osservare il bando, pronunciato da Giacomo de Balduino, potestà di Genova, nella sua qualita di arbitro eletto dai fratelli Enrico e Guglielmo Barattiero, Ugone Sardo e Detesalve giudice del Comune di Marsiglia e da Oberto Pisano e Boamondo de Corvo, ambasciatori di detto Comune, portante il pagamento di alcune somme nei termini in esso prescritte a favore di detti fratelli, nonché l’osservanza (1) Pandette Richeriane, Voi. II, p. 2031, MS. all’Arch. di St. in Gen. SESTRI ANTICO 79 del contenuto nelle sentenze, proferte da Aicardo Cazolino, Antelmo de Andala e Oliverio da Sestri. In Marsiglia nel palazzo del Comune. (.Materie Politiche, Mazzo III, Arch. di St. in Gen.). CLXXXIV. 1229, 7 Agosto. — Il pontefice Gregorio IX ordina a Confalonerio, arciprete di Vigo nella diocesi di Luni e a Bartolomeo da Cicagna, canonico della chiesa maggiore di Genova, di far osservare ad Oberto, rettore di S. Giovanni Battista de Sexto, anche per via di censura, la sentenza definitiva, promulgata dall’ abate di S. Stefano a ciò delegato da Guifredo, prete cardinale del titolo di S. Marco, a favore di Giovannino Ottaviani chierico de Sexto, sopra un beneficio della stessa chiesa di S. Giovanni. Gregorius episcopus servus servorum dei dilectis filiis Confalonerio archipresbitero de Vigo lunensis diocesis et Bartholomeo de Plecagna canonico ianuensi salutem et aposto-licam benedictionem. Supplicavit nobis Iohanninus Octaviani de Sexto clericus ut diffinitivam sententiam quam abas Sancti Stephani ianue pro eo contra Obertum rectorem ecclesie sanctis Iohannis de Sexto ianuensis diocesis super beneficio eiusdem ecclesie auctoritate dilecti filii nostri G.(uifredi) tituli Sancti Marci presbiteri cardinalis Apostolice Sedis legati cognitis cause meritis promulgavit apostolico dignaremur munimine roborare. Ideoque di-screcioni vestre per apostolica scripta mandamus quatinus sententiam ipsam sicut est justa faciatis per censuram ecclesiasticam appellatione remota firmiter observari. Datum Perusii VII Id. Augusti pontificatus nostri anno tercio. (Atti del Not. Ianuino de Predono. Reg. I, p. 85, Arch. di St. in Genova). Gioffredo Castiglione, milanese, monaco cisterciense dell’abazia di Altacomba in Savoia, fu creato cardinale dal Pontefice Gregorio IX nel settembre del 1227. Fu spedito legalo apostolico a Federico II, in Toscana, Genova, Lombardia, Gallia cisalpina, ecc. Fu eletto pontefice il 25 ottobre del 1241 col nome di Celestino IV, ma morì il 10 nov. dello stesso anno, senza essere stato incoronato (1), CLXXXV. 1229, 7 Settembre. — Giovannino chierico presenta a Oberto, ministro della chiesa di S. Giovanni di Sestri, una lettera di Confaloniero, arciprete di Vigo e di Bartolomeo da Cicagna canonico di S. Lorenzo. Essi, in qua lità di delegati del pontefice Gregorio IX , ingiungono a detto rettore di presentarsi in Vigo al loro cospetto per rendere, giustizia al detto chierico. La presentazione è fatta in Sestri, sotto il portico della chiesa di san Giovanni. (Atti c. s., p. 85). CLXXX VI. 1229 , 16 Ottobre. — Palodino da Sestri del qm. Brignone costituisce procuratore Alamanno figlio di Ugone da Sestri, calzolaio, col mandato (1) Giaconio, Vitae et Res Gestae Pontificum et Cardinalium, Tom. II, col. So, 95; Pot-thast, Regesta Pontificum, Voi. I, p. 940. 60 SESTRI ANTICO di ricevere da Bura da Voltri, pescatore, una lancia, un elmo e altri arnesi, lasciati presso di lui in deposito. L’ atto è rogato in Genova nella casa di Guglielmo Strigliaporco. (Atti c. s., p. 86 v.). CLXXXVII. 1230, 4 gennaio. — Lamberto Fallini, abitante nella villa di Burlo, vende a Dondedeo de Pomo da Sestri tante terre poste in Paravanico per L. 12 i\2. L’atto è rogato c. s. (Not. c. s., p. 91 v.). CLXXXVIII. 1230, 3 Febbraio. — Nicolò da Chiavari e Gandolfo da Sestri sono e-letti cancellieri di Giacomino da Saragozza, console di giustizia in Genova per i forestieri. (Bartholomaei Scribae, Annales, 1. c., p. 174). CLXXXIX. 1230, 27 Giugno. — Beltrame de Priano, alla presenza di Giovanni Malocello e di Nicolò de Domo vende per s. 24 a Guglielmo Basta una terra, che ha in comune colla chiesa di S. Maria del Priano nel luogo detto Reco, confinante col fossato e colla terra di Giovanni Baiardo e di Strigliabarba. In Sestri, sotto il portico del qm. Ottaviano. (Atti del Not. Ianuino de Predono, Reg. I, p. 97 v.). CXC. 1230, 22 Agosto. — Adalasia e Benvenuta, figlie del q.m Embrone Pa-nizario vendono a Ugone Caldino da Sestri due parti d’ un pezzo di terra vignata con casa e canneto in Multedo per L. 4, soldi 6 e den. 8. L’atto è rogato in Genova, nel palazzo di Guglielmo Strigliaporco. (Not. c. s., p. 101 v.). CXCI. 1231, 15 Gennaio. — Sardo, arciprete di Alba, e .frate Guglielmo da Voltaggio, ministro di S. Giovanni di Prè, arbitri tra i Comuni di Genova e di Alessandria, di consenso pure di frate Bartolomeo da Vicenza dei PP. Predicatori, terzo arbitro aggiunto, stabiliscono che il castello, villa e terra di Capriata appartengano al Comune di Genova e che 1’ abate di S. Andrea di Sestri e il prevosto degli Umiliati di Alessandria custodiscano per un anno il presente arbitrato. L’atto è rogato in Basagnavilla, grancia del monastero di Rivalta. (Materie Politiche, Mazzo IV, Arch. di St. in Genova). SESTRI ANTICO 81 a) Gli arbitri erano stati eletti il 7 novembre del 1230 (Bartholomaei Scribae , 1. c., p. 175). b) Le crudeltà degli Alessandrini nel 1228 in Capriata, e per contro il sacco ad Ovi-gliq, dato da’ Genovesi nello stesso anno, l’assalto degli Alessandrini dato, benché respinti, nel 1229, furono le cause che procacciarono questo arbitrato. CXCII. 1231, 2 Febbraio. — Sardo, già arciprete di Alba, ed ora vescovo eletto di Alba, frate Guglielmo da Voltaggio, ministro di S. Giovanni di Prè, arbitri eletti dai Comuni di Genova e Alessandria, di consiglio di frate Bartolomeo da Vicenza, altro arbitro assunto, ordinano di nuovo che Capriata appartenga al Comune di Genova e che gli uomini di Piacenza, Pavia, Bergamo, Lodi e altri al di là del Po sino a Torino e quei d’Asti, venendo a Genova, passino per Alessandria, deliberando pure che una copia del presente arbitrato si conservi presso 1’ abate di S. Andrea di Sestri e un’altra presso quello di Tiglieto. In Novi, sotto il portico della chiesa di S. Pietro. (.Materie Politiche c. s.). a) Il fatto è riferito pure in parte dall’annalista Bartolomeo Scriba. Il Giscardi (1) impropriamente dice che gli arbitri si radunarono a Sestri. Il Desimoni dà i regesti dei documenti, non notando però ciò che riguarda l’abate di Sestri (2). b) Sardo, che il 15 genn. del 1231 è arciprete di Alba e il 2 febbraio dello stesso anno è vescovo eletto di Alba , e come tale appare nel documento del 17 febbr. 1232, è nome sconosciuto nella serie dei pastori di Alba e siamo ben lieti di poterne registrare il nome , riempiendo la lacuna, dataci dal Savio, il quale pone come vescovi di Alba Rainerio (1211-1226) e Guglielmo (1237-1253) (3). cxcin. 1231, 13 Marzo. — Giovannino, chierico della chiesa di S. Giovanni di Sestri, costituisce suo procuratore Lanfranco da Monleone col mandato di impetrare per lui dal pontefice Gregorio IX un benefizio nella città o nella diocesi di Genova. In Genova, nel palazzo dell’ arcivescovo, che appartenne a Giovanni Porco. (Atti del Not. Gianuino de Predono, Reg. I, p. ni). CXCIV. 1231, 5 Giugno. — Giovanna moglie di Guglielmo de Murta si rende conversa e oblata nel monastero di S. Andrea di Sestri e pronuncia il giuramento, alla presenza del priore frate Oddone di Asti. Lascia tutti i suoi beni, che ebbe in testamento da Enrico Piccamiglio, il 24 settembre (1) Origine delle chiese, ecc., p. 15. (2) Documenti ed Estratti di Documenti pei la Storia di Gavi, p. 57. (3) Gli Antichi Vescovi d'Italia, p. 62. Sestri antico. 82 SESTRI ANTICO del 12 io, cioè casa in Genova al Campo, un mulino che possiede con Bonifazio di Volta in Voltri, presso il ponte del Leira, e terre in Montanesi. L’atto è rogato in insulis, nel luogo detto Corticella. (Atti del Not. Nicoloso de Beccaria, I, 35, Arch. di St. in Gen.). CXCV. 1231, 29 Luglio. — Pietro abate del monastero di S. Andrea di Sestri, Oberto de Carentino, Oberto de Rapallo, Nicolò di Negro, Giacomo sacrista, Giacomo portinaio, Solimano, Dalfino, Guglielmo da Tortona, Ugo, Riccardo, Giuliano, Umberto, Pietro, Giriberto e Raimondo, monaci, costituiscono procuratori Guglielmo da Murta. converso, Guirardo sottopriore, e Guglielmo d’Alessandria nella causa, vertente tra il monastero e i coniugi Giovanni Massa e sua moglie Simona, figlia del qm. Guglielmo Pic-camiglio, e Rubaldo Resta e sua sorella Elena per i beni, lasciati dalla qm. Giovanna, moglie di detto Guglielmo de Murta. In Sestri, nel parlatolo del monastero. {Not. c. s., p. 29 v.). CXCVI. 1232, 2 Febbraio. — Oddone, abate di S. Andrea di Sestri, alla presenza di Guirardo priore , Oberto de Carentino, Giacomo d’Asti, Delfino, Giacomo sacrista, Solimano cantore , Guglielmo d’Alessandria , Giuliano, Ricardo, Giordano, Pietro de Bonomonte, e Aimone, monaci di detto monastero, in seguito all’ istanza dei Comuni di Genova e di Alessandria, 4 apre una scheda sigillata, depositata con atto del 12 marzo 1231 nelle sue mani da frate Bartolomeo da Vicenza nella qualità di terzo arbitro assunto, contenente il testo della sentenza arbitramentale, profferta il 2 feb-braio 1231, da Sardo vescovo eletto di Alba e da frate Guglielmo da Voltaggio. L’ atto è rogato nel palazzo del monastero di S. Andrea di Sestri, fatto fare dal vescovo di Sora. (Materie Politiche, Mazzo IV, Arch. di St. in Gen.). 1 a) Oddone d’Asti, prima priore , ed ora abate di Sestri fu 1’ immediato successore dell’abate Pietro, di cui si fa menzione nel documento antecedente. b) La pergamena riferita tace il nome del munifico vescovo di Sorres, antica diocesi in Sardegna, il quale fabbricò un palazzo per i monaci di Sestri. Giovanni Spano nella sua Monografia VAntico Episcopato di Sorres, edita a Cagliari nel 1858, segna come vescovi Angerio dal 1198 al 1201, Pietro dal 1205 al 1211 e un anonimo nel 1259. Nè in mezzo alla penuria di documenti sardi possiamo con sicurezza affermare se il vescovo della nostra pergamena sia lo stesso nominato in una bolla del 30 aprile 1247. Innocenzo IV scriveva da Lione all’ arcivescovo di Arborea, al vescovo di Ploaghe e al vescovo eletto di Castro di informarsi se il vescovo di Sora era privo della vista , e in caso affermativo loro commetteva di avvisarlo a rinunciare alla sede , · assegnandogli una pensione, e, non rinunciando, di assegnargli un coadiutore (1). (1) Berger, Les Regislres de Innocent IV, N. 2646. I SESTRI ANTICO 83 CXCVII. 1232, 3 Febbraio. — Nicolò da Chiavari e Gandolfo da Sestri , notari , vengono eletti cancellieri di Ardingo de’ Conti, console di giustizia in Genova per i forestieri. (Bartholomaei Scribae, Annales, 1. c., p. 199). CXCVIII. 1232, 5 Febbraio. — Testimoniali di protesta e di dichiarazione fatta da Enrico, priore dei padri predicatori di Genova, e di frate Guglielmo da Voltaggio, precettore dell’ospedale di Prè, tendenti a stabilire i raggiri, usati a riguardo dei fatti di Capriata, da frate Bartolomeo da Vicenza, contenuti nella sentenza, depositata presso l’abate di S. Andrea di Sestri. In Genova , nel palazzo nuovo dell’ arcivescovo. (.Materie c. s., Mazzo IV). CXCIX. 1232, 12 Febbraio. — Il pontefice Gregorio IX scrive ad Enrico, vescovo eletto di Savona, a Rubaldo, prevosto della cattedrale di Genova, e a maestro Raimondo, canonico delle Vigne. Commette l’esame della causa, mossa da Oddone, abate di S. Andrea di Sestri, contro alcuni membri della famiglia Piccamiglio. La lite era già stata affidata dallo stesso pontefice all’esame del vescovo di Tortona (Pietro) e all’arcidiacono di S. Lorenzo « Significarunt nobis dilecti ». Da Rieti. (Not. Nicoloso de Beccaria, Reg. I, p. 33 v., 1. c.). cc. 1232, 17 Febbraio. — Testimoniali di protesta per parte di Sardo, già arciprete di Alba, ora vescovo eletto di detta città, di non aver mai prima d’ora veduta o letta la scrittura, di cui ora gli si dà lettura, e copia della quale dovea custodire 1’ abate di S. Andrea di Sestri , quantunque il suo nome comparisca nella compilazione e pubblicazione di detta sentenza. In Alba, nel chiostro di S. Lorenzo. (Materie Politiche, Mazzo IV, Arch. c. s.). CCI. 1232, 26 Febbraio. — Frate Bartolomeo da Vicenza, alla presenza di frate Stefano, priore provinciale dei padri predicatori di Lombardia, di frate Enrico, priore dei padri predicatori di Genova, dichiara di aver commesso una grave mancanza nel lasciarsi eleggere arbitro nella quistione di Capriata, contro il divieto del capitolo di Milano, e contro la volontà del suo priore di Genova, onde dichiara nulla e fatta con inganno la sentenza, es- 84 SESTRI ANTICO sendosi cambiata la scheda, presentata agli abati del Tiglieto e di S. Andrea di Sestri. Chiede pubblicamente perdono. In Milano, nella chiesa di S. Eustorgio. • (Materie Politiche, c. s.). Una persona, che si pente di un fallo e fa pubblica ammenda è sempre degna d’ammirazione. Il frate in discorso, che avea pure soggiornato nel convento dei padri predicatori di Genova, era prescelto da Dio a rendere immensi servigi alla chiesa. Frate Sa-limbene nella sua cronaca di Parma scrive : « Bartholomeus de Vicentia de ordiiie fratrum Praedicatorum qui tunc temporis (MCCXXXIII) magnum locum habebat in Parma et fuit bonus homo et postea fuit episcopus terrae suae unde fuerat oriundus.... » (i). Il Cappelletti così ne paria : « II beato Bartolomeo, uomo da tutti gli storici encomiato, per dotto e santo, nato dalla illustre famiglia dei conti di Braganza, uno dei primi discepoli di S. Domenico, dalle cui mani in Padova ricevette l’abito di quel claustrale istituto. Egli fu autore dell’ordine cavalleresco dei così detti gaudenti, fondato in Bologna, nel 1233, sotto il Papa Gregorio IX, approvato poscia da Urbano IV e finalmente soppresso da Sisto V. Fu maestro del sacro Palazzo, poi vescovo di Nimosia, ossia di Limissa in Cipro. Promosso a questa sede nel 124S dal pontefice Innocenzo IV.... fu costituito legato apostolico de latere nella Siria, ad accompagnare il re di Francia san Ludovico IX, che recavasi colà alla conquista della terra santa. Poscia dal Papa Alessandro IV fu trasferito al governo della chiesa vicentina il giorno 18 dicembre 1255. Tuttavolta non potè venirvi, se non dopo la caduta del tiranno· Ezzelino, nel 1260.... A lui nell’anno 1259 il santo re Ludovico donò preziose reliquie della santissima Croce e della spinea Corona del Redentore. Fece testamento il 23 settembre del 1270 e codicillo del 16 ottobre dello stesso anno.... Dopo la sua morte egli fu sepolto in terra, come aveva egli ordinato nel suo testamento, davanti l’altare della sacra Spina , nella chiesa di Santa Corona, e tosto gli si vide prestato divoto culto dalla moltitudine del popolo che accorreva al suo sepolcro— » (2). CCIL 1232, 25 Maggio. — Frate Oddone, abate del monastero di S. Andrea di Sestri e Guglielmo de Murta , converso e sindaco, da una parte, e^ 1 coniugi Giovanni Massa e Simona di comune accordo compromettono in Rubaldo, prevosto della cattedrale di Genova, e Raimondo, canonico di S. Maria delle Vigne, sottodelegato di Enrico, vescovo eletto di Savona, altro legato apostolico. In Genova, nella camera del magiscola (Ugone da Zerega). (Not. Nicoloso de Beccaira, Reg. X, p. 28 v.). ccm. 1232, 26 Maggio. — Enrico, vescovo eletto di Savona, essendo stato scelto dal pontefice Gregorio IX per giudicare nella lite, vertente tra il monastero di S. Andrea di Sestri e Simona Piccamiglio, per i beni della eredità del qm. Enrico Piccamiglio, subdelega il prevosto di S. Maria delle Vigne. In Savona, nel chiostro di S. Maria. (Not. c. s., p. 34). (1) Monumenta Historica ad Provincias Parmensem et Placentinam pertinentes, p. 241. (2) Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d’Italia, Voi. X, p. 861 e segg. SESTRI ANTICO 85 CCIV. 1232, 7 Settembre. — Maestro Giovanni, arcidiacono della cattedrale di Genova, riceve da Stefano, canonico di essa, la prebenda, che possiede in Sestri e Borzoli e pertinenze e tutta la terra, che a suo nome tien prete Oberto, rettore di S. Giovanni di Sestri. In Genova, nella casa nuova presso il monastero di S. Spirito. (Atti del Not. Maestro Salomone, Reg. II, p. 12, Arch. di St. in Gen.). Maestro Giovanni da Cogorno, della famiglia dei Rossi, arcidiacono della cattedrale di Genova e prevosto di Santa Maria di Castello, fu eletto arcivescovo di Genova l’indomani della morte dell’arrivescovo Ottone Ghilini. (| 31 ottobre 1239) (1). ccv. 1232, 15 Ottobre. — Giovanna, moglie di Rogerio Portonario, fa testamento. Vuol essere sepolta, presso la chiesa di S. Andrea di Sestri. In Genova, nella casa di detto Rogerio. (Atti del Not. Gio. Enrico de Porta, Reg. I, p. 59 v., Arch. c. s.). CCVI. 1232, Il Novembre. — Ogerio de Surri va da Sestri dichiara a Guglielmo, canonico della cattedrale di Genova, che Giovanni de Rovereta, che conduce le terre della sua prebenda, gli darà soldi 35 per la festa di Natale. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo. (Atti del Not. Nicoloso de Beccaira, Reg. I, 52, Arch. c. s.). CCVII. 1232, 23 Dicembre. — Giovanna, moglie di Ingone Tornello, fa testamento. Vuol essere sepolta presso il monastero di S. Andrea di Sestri, cui lega L. 30. Lascia L. 5 al monastero di S. Pietro de Prato, L. 3 a quello di S. Pietro de Mezema, L. 20 al ponte di Morigallo e L. 5 per Terrasanta, se partirà la·crociata. Istituisce erede la sorella Cara, purché ritorni dal pellegrinaggio di Gerusalemme. In Genova, nella sacrestia di S. Lorenzo. (Atti del Not. Gio. Enrico de Porta, Reg. I, p. 59). CCVIII. 1233, 15 Gennaio. — Agnese, abbadessa di S. Maria de Vezola, e io monache dichiarano a Ottone Roccaforte, abitante in Genova alla Ripa , procuratore del monastero di S. Andrea di Sestri, che dal qm. Pietro, a-bate di detto monastero, ebbero in prestito L. 23. In Genova. (Atti del Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. I, Parte II, p. 100 v., Arch. di St. in Gen.). (1) Pertz , Moti. Germ., Tom. XVIII, p. 190. 86 SESTRI ANTICO CCIX. 1233, 3 Febbraio. — Nicolò da Sestri e Gandolfo da Sestri, notari, vengono eletti cancellieri di Inguifredo del qm. Gonella da Lucca, console di giustizia in Genova per i cittadini e i forestieri. (Bartholomaei Scribae, Annales, 1. c., p. 181). ccx. 1233, 7 Febbraio. — Nicolò da Chiavari e Gandolfo da Sestri, Notai, cancellieri del consolato dei forestieri, promettono a Inguifredo del qm. Gonella da Lucca, console di giustizia, di custodire in buona fede tutti i pegni dei bandi. In Genova, nel palazzo dell’arcivescovo. (Atti del Not. Nicoloso de Beccaria, Reg. I, 53 v.). CCXI. 1233, 3 agosto. — Ugone, figlio di Enrico Vacario da Sestri, riceve da Ottobono, figlio di Ugone Grafione , L. 25 per dote della sposa sua Gia-comina, figlia di detto Ottobono. Girardo Frixone da Sestri riceve in accomandita L. 6 da Giovanni Pi-nardo, che promette di portare e di negoziare in Oriente sulla nave chiamata Falcone. In Genova, nella bottega di Giacomo Reca (2 atti). (Not. Giovanni de Vegio, Reg. I, Parte II, p. 219 v., 220 v., Arch. di St. in Genova). CCXII. 1233, 6 Agosto. —- Oberto de Priano, da Sestri, promette a Oberto Vaccari e a Frixone e ad Abracino e a Guglielmo Campioni, tutti di Sestri, che suo figlio Lanfranchino e suo genero Vassallino s’imbarcheranno con essi per andare in Oriente ed in Acri, e lavoreranno con essi nell’arte del pescare. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 222). Acri (Accon , Tolemaide) dopo Tolomeo, che da sè l’intitolava, passò a’ Persiani, quindi a’ Romani, a’ Mori, cui fu tolta da’ cristiani. Saladino la sottrasse al dominio cristiano e la chiamò Accon o Acon; venne distrutta da’ Saraceni nel 1291. Ai tempi de’ crociati era pressoché la capitale della Siria e il suo porto era il più acconcio al commercio che ogni altro. Quivi le armate de’ crociati convenivano, sbarcavano le flotte, giungevano le provvigioni, le armi , le mercanzie. Fin dalla prima conquista i popoli marittimi, che avevano somministrate navi, viveri ed armi ai crociati per occuparla , vi ebbero famosi e ricchi stabilimenti; i Genovesi, i Veneziani, i Pisani, i Marsigliesi si impossessarono ciascuno d’ una parte d’Acri, vi esercitarono i proprii traffici. I privilegi concessi a’ Genovesi nel 1195 in Tiro, ove aveano due quartieri , in Acri, ove aveano una torre, ed in Sidone, dicevano : i° Libertà assoluta di mercatare , aver magazzeni, SESTRI ANTICO 37 ecc.; 2° aver proprie leggi e tribunali e misto impero; 30 di ragguagliare le misure e pesi stranieri ai nazionali; 40 Esenzione d’ogni dazio o pubblica gabella; 50 Partecipazione della terza parte del reddito detto della Catena, così in Acri, come in Tiro, ecc. CCXIII. 1233, 16 Agosto. — Tommaso Grasso da Sestri costituisce procuratore Pietro Malocello col mandato di chiedere L. 4 e s. 10, che deve ricevere per essere stato per 4 mesi sulla galea di Oberto Penello, che facea parte della flottiglia, della quale fu ammiraglio Guglielmino Mallone. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Atti del Not. Lanfranco, Reg. II, Parte I, p. 123, Arch. di St. in Genova). I nostri annalisti raccontano che nel 1232 furono inviate alla volta di Tunisi cinque galee, delle quali era ammiraglio Guglielmo, figlio di Nicolò Mallone. Questi, avuta contezza che Federico II avea ordinato al suo marescalco in Acri di catturare tutti i Genovesi, che si trovavano in Tunisi, si avviò con dette galee alla volta di Acri. Giunta la novella in Genova, vennero prontamente allestite altre dieci galee e due navi, di cui furono ammiragli Ansaldo Boleto e quel Bonifazio Panzano, che nel 1224 fondò con altri la chiesa di S. Francesco di Sestri. La flottiglia salpò da Genova 1’ 11 agosto, ma prima che si unisse all’altra comandata-dal Mallone , questi insieme coi suoi marinai , nel numero dei quali era il nostro sestrese Tommaso Grasso, avea già sbaragliato il marescalco dell’ imperatore , e fatti prigionieri i suoi soldati. Il marescalco, lasciando e morti e feriti, fuggì a Tiro (1). CCXIV. 1233, 25 Agosto. — Giovanna, moglie di Dondedeo da Sestri, approva un compromesso, fatto da suo marito a nome suo nelle persone di Guglielmo de Gregorio e Nicolò da Voltaggio, essendo in lite con Giacoma, moglie di Fredenzone Rasoria. Fa ciò col consenso dei suoi vicini Lanfranco Birro da Sestri e prete Guglielmo suo cognato. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 127). ccxv. 1233, 12 Dicembre. — Oliviero da Sestri e Giovanna da Bergamo, notaio sono eletti arbitri nella lite tra Aidela Tigna e Gio. Sirio. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 150). CCXVI. 1234, 3 Febbraio. — Nicolò da Chiavari e Gandolfo da Sestri, notari, vengono eletti cancellieri di Guifredo da Lodi, console di giustizia in Genova per i cittadini e i forestieri. (Bartholomaei Scribae, 1. c., p. 182). (I) PERTZ, 1. C., pp. 178, 180. 88 SESTRI ANTICO CCXVII. 1235, 12 Aprile. — Oberto de Achino da Sestri riceve L. 4 e s. 7 da Λ assallo Barbieri, che promette di restituire fra 15 giorni, quando sarà tornato dalla Sardegna, dove adesso va colla sua barca. Fa garanzia Ansaldo Marchese da Sestri. In Genova, nella bottega di S. Lorenzo, tenuta dal Not. Lantelmo. (Not. Gio. Enrico de Porta, Reg. I, p. 134) CCXVIIL 1235, 14 Aprile. — Marinetto Calegario da Sori, alla presenza di Giacomo da Sestri, riceve soldi 36 da Marco de Laferrana del Priano, onde in sua vece andra sulle galee del Comune di Genova, che devono partire alla volta di Ceuta, in Africa. In Genova, c. s. (Not. c.-s., p. 136). a) Dei moti di Ceuta in Africa, dell’armamento delle galee e degli avvenimenti svoltisi negli anni 1234-1235 parlano diffusamente i nostri annali (1). Le riviere aveano concorso per 1 allestimento della flottiglia, fatta dal Comune genovese. Gli atti notarili ci parlano delle galee armate da quei di Ventimiglia, Diano, Albenga, Bisagno, Polcevera, Voltri, Recco, Camogli, Rapallo, Chiavari ecc., che partirono alla difesa di Ceuta. Il Documento CCXXI\ ci fa conoscere che sulla galea di Voltri era imbarcato in qualità di marinaio il sestrese Giovanni Cappa. b) La paga del marinaio non era sempre la stessa. Il 20 settembre del 1234 Martino da Nervi per s. 47 va in cambio di Lavagnino dei Planelli da Lavagna sulla galea, armata dal Comune di Lavagna per Ceuta (2) Il 21 settembre dello stesso anno Monte da Firenze per L. 5, soldi 3 e denari 8 promette a Lamberto Portascuti da Lucca d’imbarcarsi sulla galea armata dagli uomini della podesteria di Corvara , che deve andare a Ceuta (3). CCXIX. 1235, 3 Settembre. — Idone Calvo e Bonadonna sua moglie vendono per L. 4 i j2 a Ugone Calvo una casa in Sestri, 1. d. ad cantum , confinante colla strada, col lido del mare , colla terra di S. Martino di Sestri e col muro dei figli del qm. Giovanni de Canto e la casa di Marchisio de Solario. In Genova, nella casa della chiesa di Castello, dove sta il Not. Gandolfo da Sestri. (Not. Palodino da Sestri, Reg. I, P. I, p. 21 v.). (1) Pertz, 1. c., pp. 183, 184. (2-3) Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. I, P. I, pp. 101 v. e 102, Arch. di St. in Gen. SESTRI ANTICO 89 ccxx. 1236, 29 Gennaio. — Gandolfo da Sestri, Notaio, eletto arbitro, pacifica Ansaldo Scotto e Amadore, entrambi da Sestri, i quali litigavano tra loro. In Genova, dietro la tribuna di S. Lorenzo. (Not. c. s., p. 1). CCXXI. 1236, 29 Gennaio. — Guglielmo Embriaco, alla presenza del Not. Gandolfo da Sestri, costituisce procuratore Guglielmo da Varazze col mandato di riscuotere dal Comune di Alba le spese fatte nella battaglia di Raviola, per ambascerie fatte dal detto Guglielmo per detto Comune, dove stette 30 giorni. In . Genova, nella casa del predetto Embriaco. (Not. c. s., p. 1). Guglielmo Negro Embriaco fu nel 1230 eletto podestà di Alba ed insieme col figliol suo Giovanni e altri ambasciatori di Alba fu catturato presso il castello di S. Stefano da Umberto de Revello (1). CCXXII. I23S, IO Febbraio. — Vivaldo Vetulo de Pelio riceve L. 18 come dote della sua sposa Giovanna, figlia di Giovanni Maggiocco e le costituisce 1’ antidote o antifatto in L. 9. L’atto è rogato in Sestri, sotto il portico del Not. Gandolfo da Sestri e fratelli, essendo presenti Crescimbene de Fossato e Ottone, maestro. (Not. c. s., p. 2 v.). CCXXIII. 1236, 18 Marzo. — Giovanni Calcario e Marchesia Giacoma, figli del qm. Nicolò Calcarii, vendono a Gandolfo da Sestri, Notaio, una terra con casa e vigne nella pieve di Voltri, presso il lido del mare, nel luogo detto Palmata. In Genova, nel consolato dei forestieri. (Not. c. s., p. 5). Palmarius, palmatus, si chiamava il pellegrino che , dopo aver fatto per voto o per pietà verso Dio il viaggio di Gerusalemme, ritornava in patria, recando rami di palma in mano onde è si feconda la Siria, come in prova del cammino percorso, ovvero in segno di esser soldato di quel Re, che in Solima fu con palme accolto dalla plebe. Palmarium o palmario era detto il luogo o la casa ove erano albergati i pellegrini (2). _ Altri vorrebbero chiamare Palmaro dalle palme, come se fosse in altra età terra di palme produttrice. Di tali idee non è però il Poggi, che in questo modo spiega 1’ origine di Palmata : « Il moderno paese di Prà segna approssimativamente il luogo dell’antico astu, l’Hasta (1) Pertz, 1. c., p. 175. (2) Ducange, Glossarmm etc., Tom. V, pp. 41-42. 90 SESTRI ANTICO della tavola Peutingeriana. Me ne convince la storia di questa Pieve che vantò sempre, ed in più contingenze dimostrò la sua antichità sul Voltri odierno, come si legge nel Remondini. La Pieve si chiamò nei primi tempi Plebs de Vulture in seguito Palmaro, ed oggi Prà. Questi tre nomi appartengono tutti, a mio avviso, all’epoca primitiva, e servono molto bene a chiarire l’esistenza dell’antica città. Vólri, βότρος, che significa uva, vigneti, era il nome generico della regione; Parmea o Parma, come dice il Giustiniani, era il luogo ove si faceva mercato di formaggi , capretti e porcellini ed ha lo stesso significato di Parma (φήρμα) ; Prà era il solito prato ove il popolo si radunava. Si riuniscono in queste tre parole tutti i caratteri di un asiu ligure antico. Probabilmente le contese fra Voltri e Prà, quando si disputavano la precedenza e l’antichità, dipendeva da ciò ; Prà aveva per sè la ragione storica, perchè il suo abitato era sul posto dell’antica Hasta, Vótri aveva conservato il nome antico che apparteneva un tempo a tutta la regione. Plebs de Vulturo, avran detto i Voltresi, vuol dire Pieve di Voltri, la qual cosa era vera e non vera a seconda del modo con cui il Voltri s’intendeva. Quei di Prà a-vranno risposto, o potevano rispondere con ragione, che 1’ espressione Plebs de Vulture non si riferiva a Voltri paese, ma a tutta la regione che un tempo si chiamava de Vótri, dell’ uva » (i). CCXXIV. 1236, 18 Marzo. — Giovanni Cappa da Sestri costituisce procuratore il fratello Bruno, col mandato di chiedere s. 15 dal Comune di Genova, la sua paga da marinaio, essendo stato nella galea di Voltri, che fu al servizio del Comune. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 5). La galea della podesteria di Voltri, sulla quale era imbarcato il nostro Sestrese, facea parte della flottiglia, armata dal Comune di Genova per difendere Ceuta d Africa, assalita dai saraceni. Cfr. il Doc. CCVIII. CCXXV. 1236, 28 Marzo. — Giacomo del qm. Guglielmo Basilii da Sestri, riceve dai suoceri Nicolò de Pastino da Sestri e Sibilla L. 25, per dote della moglie Leonetta, cui costituisce l’antidote in L. 12 i\2. In Genova, nella casa di Ugone Fornari. (Not. c. s., p. 5). CCXXVI. 1236, 4 Aprile. — Ansaldo Scotto da Sestri rinuncia ad ogni diritto, che gli compete verso Amadore, Pietro Anne e Bertolino Gusmano da Sestn, purché stieno assenti dalla villa di Sestri e dal suo territorio, per quattro anni. In Genova, nella casa di Ugone Fornari. (Not. c. s., p. 7 v.). (1) Genoati e Viturii in Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. XXX, p. 341 nota. SESTRI ANTICO 91 CCXXVIL 1236, 6 Aprile. — Giulia, moglie di Tommasino de Aimelina da Sestri, alla presenza di Sesto Garino, Alessio Peloso, Oberto de Casaleto, Siro de Marco e Guglielmo Morandino fa testamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa di S. Giovanni di Sestri e lascia s. 30 per le sue esequie. Istituisce erede il marito. In Sestri, nella casa di Balduino medico, dove abita la testatrice. (Not. c, s., p. 8 v.). CCXXVIII. 1236, 21 Aprile. — I fratelli Corrado e Giacomo Porcello locano a Bon-fante la calcinara, che hanno in Sestri nel luogo di Roccabruna, dandogli pure la facoltà di estrarre le pietre dalla lor terra, del Gazzo. In Genova, nel fondaco degli Scotti. (.Foliatium Notariorum, Voi. I, p. 304). Della località Roccabruna abbiamo già fatta menzione nelle chiose del doc. del 17 agosto 1195. Questa Calcinara probabilmente è quella che di presente è detta della Cianchetta. CCXXIX. 1236, 29 Aprile. — I coniugi Giovanni Peloso da Sestri e Giovanna vendono per L. 4 a Tommaso Serexolio una casa posta in Sestri , 1. d. Castiglione, confinante colla strada, il lido del mare, la terra dei Malocello e quella di Rubaidino Verdilia. In Genova, nella casa della chiesa di Castello, ove abita il Not. Palo-dino da Sestri. (Not. Palodino da Sestri, Reg. I, Parte I, p. 10). ccxxx. 1236, 30 Aprile. — Maestro Ugo, magiscola della cattedrale, eletto arbitro fra prete Gandolfo, rettore di S. Biagio di Serra, e Giovanni figlio del qm. Ottaviano da Sestri, canonico di detta chiesa (come da arbitrato fatto il 18 Aprile 1235 in atti del Not. Gandolfo da Sestri), dichiara che il predetto rettore dia ciascun anno per il vestito a Giovanni soldi 40 nel-l’ottava di Natale sia che studi nelle scuole, sia che faccia residenza in detta chiesa. In Genova, nella camera di detto magiscola. (Not. c. s.. p. 1 v.). CCXXXI. 1236, 30 Aprile. — Simone Ferrario da Sestri e la moglie Giovanna fanno garanzia per Rubaldo Chiappori, il quale a sua volta fece sicurtà per Giovanni Pennuto da Sestri. In Genova, nel palazzo del consolato dei forestieri. (Not. c. s., p. 1 v.). 92 SESTRI ANTICO CCXXXII. 1236, 15 maggio. — Antonio Porcello vende a Giacomo Chiappori, per L. io, una terra in Sestri, 1. d. Sparatus, confinante colla tetra di Simone da Carmandino, il fossato e la terra di Olino de Suppa, altra m Bruxeto, 1. d. Petra de Feleito, confinante colla terra dei Malocello, di Ugone de Marino e la strada, altra nel 1. d. Taiolus, confinante colla costa e il fossato di Chiaravagna, le terre di Rubaldo Chiappori, Tommaso Doria, Bertola Casale. In Genova, sotto la volta dei Fornari. (Not. Bonvassallo de Cassino, I, 24 v., Arch. di St. in Gen.). CCXXXIII. 1236, 17 Maggio. — Guglielmo Capparone da Sestri dichiara aver ricevuto dai fratelli Rico e Guglielmo del qm. Giovanni de Canto da Sestri L. 17 come dote della sposa sua Marchisia, loro sorella, e le costituisce 1’ antefatto in L. 9. In Genova, c. s. (Not. c. s„ p. 27). ccxxxiv. 1236, I Agosto. — Giovanni de Mandina per s. 10 vende a Rollando Lavagnino 1/16 d’una casa posta in Sestri 1. d. Castiglione, confinante col lido del mare, la terra dei Malocello e la casa della chiesa di S. Giovanni di Sestri. L’ atto è rogato in Sestri, di rimpetto la casa di Pietro Anne. (Not. Palodino da Sestri, Reg. I , Parte I, p. io v.). ccxxxv. 1236, I Agosto. — Bonaventura de Barbarello vende per L. 5 a Bruno figlio di Secondo, e a Rica sua moglie , un edifizio posto sulla terra dei canonici di San Lorenzo in Sestri, 1. d. Lardarla, presso la spiaggia del mare. In Sestri, sotto il portico della casa di detta Bonaventura. (Not. c. s., p. 11). ccxxxvi. 1236 , I Agosto. — Alasia, vedova di Rogerio de Bruscata , alla presenza di Enrico d’Angelo, Ansaldo Porco, Giovanni Ottaviani, Enrico^ scornua e Oberto Fioria, fa testamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa di S. Andrea di Sestri, e lascia s. 40 per le sue esequie. Lascia L. 8 a Oberto de Resta suo fratello , L. 5 a Giacoma Mallone , che nutrì, s. 3 all’ospedale di S. Giovanni, s. 2 agli infermi di S. Lazzaro, s. 2 al ponte SESTRI ANTICO 93 della Polcevera, s. 2 alla pieve di Voltri, s. 15 alla chiesa di S. trio vanni di Sestri, s. 5 all’arciprete di Borzoli, lascia un mezzaro a sua nipote etc. In Sestri, nella casa di detta Alasia. (Not. e. s., p. 10 v.). L’ arciprete di Borzoli beneficato chiamavasi Bartolomeo e di lui si hanno ricordi negli anni 1229-1239 (1). CCXXXVII. 1236, 3 Agosto. — Bonaventura de Barbarello, alla presenza di Marchisio de Solario, di Ansaldo Loco e altri, fa testamento. Vuol essere sepolta a S. Giovanni di Sestri e lascia per la sua sepoltura s. 20. Lascia a prete Oberto s. 20 per messe. Alla nipote Verdetta lascia una pelliccia bruna. In Sestri, c. s. (Not. c. s., p. 11 v.). Prete Oberto era il parroco di S. Giovanni di Sestri, come risulta dal documento del 7 ag. 1229 al N. CLXXXIV. ' CCXXXVIII. 1236, 9 Settembre. — Maria, figlia del qm. Bonvassallo de Antiochia, fa testamento. Lascia L. 2 ai frati Minori di Castelletto e L. 2 ai frati Minori di Sestri, e s. 20 per una pietanza da darsi ai monaci di S. Andrea di Sestri. In Genova,· nella cattedrale. (Not. Giovanni de Vegio, Reg. I, Parte I, p. 12, Arch. di St. in Gen.). ccxxxix. 1237, 28 Marzo. — Maestro Sesto da Sestri, fratello del Notaio Gandolfo, dà L. 80 in dote alla figlia Dolcetta, che va sposa di Guglielmo Nervasco. L’ atto è rogato in Genova, presso il palazzo del console di giustizia. (Not. Giannino de Predono, I, p. 172 v.). CCXL. 1237, 12 Aprile. — Dolcetta, figlia di Sesto da Sestri, cede ai fratelli Gandolfo e Nicolò da Sestri, suoi zii ogni diritto, che le compete nei beni della qm. Anna sua madre. In Genova, nella casa di detto Gandolfo. (Not. Giberto da Nervi, Reg. I, p. i, v., Arch. di St. in Gen.). (1) Remondini, Parrocchie, Reg. XIV, Parte II, p. 347. 94 SESTRI ANTICO CCXLI. 1237, 17 Maggio. — Ansaldo Mallone costituisce procuratore Enrico di l'ommaso Doria da Sestri col mandato di riscuotere ciò che gli devono i suoi mugnai di Sestri. In Genova, nella casa di S. Maria di Castello, dove abita il Notaio Palodino da Sestri. ("Not. c. s., p. 4 v). CCXLII. 1237, 18 Maggio. — Ansaldo Peloso da Sestri riceve da Rubaldo Gaietta , in accomandita , tanto panno di Lombardia per L. 6, che promette di portare a Tunisi. In Genova, presso la stazione dei Fornari. (Not. c. s., p. 4 v.). CCXLIII. 1237, 29 Agosto e 17 Settembre. — Giovanni Strixiolo da Sestri, per il prezzo di L. 21, vende ad Enrico Marchese da Sestri una casa posta nel borgo di Sestri , confinante colla terra di Ottone Lercari. Bonello, arciprete di Gavi, costituisce procuratore Bartolino Giudice col mandato di difenderlo nella lite che ha col Monastero di S. Andrea di Sestri. In Genova, nella casa di Giacomo Reca, notaio (2 atti). CCXLIV. 1237, 6 e 12 Novembre. — Il Pontefice Gregorio IX scrive al scola della cattedrale di Genova circa i lamenti, mossi dall abate di S. n drea di Sestri. I. Gregorius episcopus servus servorum dei dilecto filio Magistro Ugoni ma°'^nventu_ clesie ianuensis salutem et apostolicam benedictionem. Dilecti filii Abbas et co tus sancti Andree de Sexto cisterciensis ordinis nobis conquerendo monstravit testas et consiliarii Alexandrie aquensis diocesis super quadam pecunie summa gc ■ ta quantitate ac rebus aliis iniuriantur eisdem. Ideoque discretioni tue per aPOS*° ^ ^ne mandamus quatimus partibus convocatis audias causam et apellacione remota ov;s0 decidas faciens -quod decreveris per censuram ecclesiasticam firmiter observar ηο^;δ ne in universitatem excomunicacionis vel interdicti sentenciam proferas n super hoc mandatum receperis speciale. Testes autem etc. Datum Laterani VIII Id. Novembris pontificatus nostri anno undecimo. II. . Gregorius episcopus servus servorum dei dilecto filio Magistro Ugoni ma^conventus clesie ianuensis salutem et apostolicam benedictionem. Dilecti filii Ab as e mong^ravj). monasterii sancti Andree de Sexto cisterciensis ordinis nobis conqueren o consj_ quod nobiles viri Guilielmus de Bosco Aldo de Carreto marchiones potes ' ^ liarii Alexandrie et quidam alii aquensis ianuensis et astensis civitatum et loces SESTRI ANTICO 95 exactionibus indebitis gravantes iniuriantur eisdem. Ideoque discretioni tue per apostolica scripta mandamus quatimus partibus convocatis audias causam et apellacione remota debito fine decidas faciens quod decreveris per censuram ecclesiasticam firmiter observari proviso ne in terras dictorum nobilium et comunis Alexandrie exconiunicacionis et interdicti sentenciam proferas nisi super hoc a nobis mandatum receperis speciale. Testes autem etc. Datum Laterani II Id. Novembris pontificatus nostri anno undecimo. (Poch, Miscellanea, Voi. III, p. 85, MS. alla Biblioteca Civico-Berio in Genova). CCXLV. 1238, Il Marzo. — È detto che Sismondo Muscula (1) fondò la chiesa del Priano, proibendo l’alienazione dei beni. Pietro Agostini, parente prossimo di detto fondatore, considerando le gravezze della chiesa, rinuncia a prete Giovanni, priore di essa, ogni diritto che possiede. Inoltre rinunzia ai fratelli Lebeto e Ogerio da Sestri e a Pietro de Anna ogni diritto sulle terre della chiesa, che essi hanno acquistato. In Genova, nella camera di Ugone, canonico della cattedrale. (Not. Gio. Enrico de Porta, Reg. I, p. 165). CCXLVI. 1238, I Ottobre. — Il pontefice Gregorio IX scrive al priore di S. Andrea di Sestri e al prevosto della cattedrale di Genova. Prete Gandolfo da Caperana espose alla S. Sede che, essendo stato eletto rettore di S. Ambrogio di Voltri da Nicolò, arciprete della pieve di Voltri, l’arcivescovo di Genova annullò l’elezione. Decidano in proposito « Gandulphus presbi-ter sua ». Da Anagni. (Not. Maestro Salomone, Reg. II, p. 127 v., Arch. di St. in Gen.). La bolla pontificia fu presentata il 7 giugno del 1239 dal detto prete Gandolfo a Ugone, prevosto della cattedrale di Genova (Not. c. s.). CCXLVII 1238, 17 Ottobre. — Tommasino, figlio di Ansaldo Loco da Sestri, costituisce procuratore Giovanni de Pellegrino, col mandato di presentarsi al cospetto del pontefice Gregorio IX e chiedere la conferma del canonicato nella pieve di Ceranesi, essendo stato eletto dall’ arciprete e dal capitolo di detta pieve. In Genova, nella casa dei canonici di Castello. (Notari Ignoti, Reg. LXI, Arch. c. s.). CCXLVIII. 1239, IO Febbraio. — Solimano, abate di S. Andrea di Sestri, da una parte, e il prevosto e i canonici di S. Nazario dall’altra, eleggono arbitro (i) Cfr. la Nota apposta all’Allegato del 30 genn. 118S a p. 40. SESTRI ANTICO Bertolotto, canonico della cattedrale di Genova, onde pronunci la sentenza per le discordie , tra essi esistenti, e che il pontefice Gregorio IX aveva affidato prima all’ esame degli abati di S. Siro e di S. Benigno e poi all’abate di S. Stefano e al prevosto di S. Maria delle Vigne. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo. (Not. Maestro Salomone, Reg. II, p. 169 v.). Il documento fa conoscere che il pontefice Gregorio IX avea scritto due volte per la lite , mossa dall’ abate di Sestri. Le due bolle però non trovatisi nei nostri atti notarili, e neppure nel bollano di Gregorio IX, pubblicato daWAuvray. La lite era forse originata per la questione dei molini , che il capitolo della chiesa di S. Nazario di Genova possedeva su quel di Pegli e confinanti con terre, spettanti all’abbazia di Sestri. CCXLIX. 1239, 13 febbraio. — Ottone d’Asti, Guglielmo da Gavi, Amico Em-brone, Giacomo d’Asti, Nicoloso di Negro, Pietro, sottopriore , Delfino, Alberto, sottocantore, Giacomo, cantore, Guglielmo da Tortona, Giuliano, Enrico, Giordano, Amico, Rolando, Guglielmo, Nicolosio e Oliverto, monaci di S. Andrea di Sestri approvano un compromesso fatto il io febbraio da Solimano, abate di detto monastero (i). In Genova. (Foliaiium NotariorumVoi. I, p. 232 v.). CCL. 1239, 30 Luglio. — Raimondo, abate del monastero del Tiglieto, e-Solimano, abate di S. Andrea di Sestri, delegati dal pontefice Gregorio IX con bolla del 27 maggio, scritta loro da Laterano, prefiggono un termine ad Ottone, arcivescovo di Genova, per il versamento di L. 400 ripartibili, in proporzione delle sostanze, sopra tutte le chiese di Genova in rimborso di pari somma dal detto Comune spesa, per la difesa della fede cattolica e della libertà della chiesa. In Genova, nella camera dell’ arcivescovo. (Materie Politiche, Mazzo IV, Arch. di St. in Gen.). Le somme spese dal Comune di Genova , furono certamente impiegate per opporre un argine alla potenza di Federigo II. A tal uopo il 22 luglio del 1239 maestro Berar o, suddiacono e cappellano pontificio, trovandosi in Genova, patteggiava col piacentino 1 lippo Visdomini, podestà di Genova, per l’armamento di 50 galee, che dovevano occu pare il regno di Sicilia. I Genovesi si obbligavano di non far pace con Federico (2). 11 26 settembre del 1239 il pontefice Gregorio IX scriveva ai Genovesi di aver ricevuto in Anagni i loro ambasciatori, col mandato di firmare i patti precedenti per la spe 1 zione di Sicilia , onde li pregava di prestare il debito giuramento al Cardinal piacentino Giacomo Pecorara, vescovo di Palestrina (3). E il 31 ottobre del 1239 parecchi Genovesi promettevano al cardinale predetto di osservare i patti, prima stipulati (4). (1) Cfr. Annali di C. Desimoni, pag. 51 ad annum ; I Cisterciensi in Liguria , appendice voi. XXVIII, Atti Soc. Lig. St. Patr.; Giornale Ligustico, 1878, pp. 229-234. (2) Poch, Miscellanea, Voi. V, p. 447, M. S. alla Bibl. Civico-Berio. (3) Liber. lurium, Voi. I, col. 983; Potthast, Regesta Pontificum, Voi. I, N. 10793. (4) Poch, 1. c., p. 446. SESTRI ANTICO 97 CCLI. !239, Il Settembre. — Il pontefice Gregorio IX scrive all’ arciprete e al capitolo di Albenga di ricevere in canonico Giovanni, figlio del qm. Gandolfo da Sestri. Gregorius episcopus servus servorum dei dilectis filiis archipresbitero et capitulo Al-binganensi salutem et apostolicam benedictionem. Dignum est ut in sortem domini evocatis provisionis ecclesiastice gratia impendatur pro qua ipsi clericatus officium avidius amplectentes liberius quam deo placuerit exe-quatur. Hinc est quod pro dilecto filio Iohanne scolare nato Gandulfi de Sexto civis Ianue nullum sicut asserit ecclesiasticum beneficium assecuto universitatem vestram rogamus et hortamur attente per apostolica vobis scripta mandantes quatenus eumdem Io-hannem 11011 obstante certo canonicorum numero iuramento seu quacumque firmitate vallato vel si pro aliis vobis direximus scripta nostra quibus auctoritate presencium nolumus prejudicium generari in canonicum recipientes et in fratrem beneficium quam cito se facultas obtulerit sibi liberaliter conferatis si aliud racionabile non obsistat preces et mandatum nostrum taliter impleturi quod devocionem vestram possimus merito comendare. Datum Anagnie III Id. Septembris pontificatus nostri anno terciodecimo. (Notari Ignoti, Reg. 621, Arch. di St. in Gen.). CCLII. 1239 , 12 Settembre. — I fratelli Corso e Nicolò Corsi da Sestri danno a nolo a Guancino e a Benincasa de Albertino, toscani, una tarida chiamata S. Giovanni, con 28 marinai, tra i quali 10 vestiti di ferro con balestre, per andare a Montalto in Maremma e caricare 40 moggi di grano, ricevendo soldi 6 per ciascun moggio, come diritto di nolo. In Genova, sotto la volta dei Fornari. (Not. Bonvassallo de Cassina, Reg. I, p. 106, Arch. c. s.). a) Montaldo o Montalto, è il Comune di questo nome, che sorge nel territorio romano, con delegazione e distretto di Civitavecchia, governo di Corneto. Conta 727 abitanti. Ha spiaggia, una torre ed un piccolo porto. È antichissimo, e pare sorga sulla vecchia città di Cossa. L’aria già poco sana vi è migliorata di molto. Il suo territorio è coltivato a grano, e vi pascolano molti armenti di ottime razze. È detto anche Montalto di Castro, e perchè anticamente era un castello, e per distinguerlo da 19 luoghi di questo nome. Appartiene alle maremme romane. b) Per sapere che cosa fosse il moggio, V. p. 36, b. c) « A qual genere di navi si debba ascrivere la sunnominata, non esito a dire che essa può essere molto facilmente una delle così dette taride, che erano appunto le navi di commercio più in voga presso i Genovesi nel tempo indicato. Difatti, secondo ci narra il De Albertis (1), l’annalista genovese Bartolomeo Scriba parla, discorrendo dell’anno 1242, dell’armamento di alcune taride ». Così scrisse l’illustre Semper Nauta, Monsignor Domenico Parodi, ex-Capitano di Corvetta nella R. Marina Italiana (2). « La denominazione in discorso è probabilmente di origine araba e non saprei dire che cosa significhi. Certo è che dai marinai Genovesi dicevasi tarida , tareta da Veneti, ta-furea dai Catalani. Da esse navi originarono le così dette tartane, che sono ancora in (1) De Albertis, Le costruzioni navali. — Roma, 1893, p. 16. (2) «. Decimonono Centenario Della Natività di S. G. B. », p. 65. Sestri antico. 98 SESTRI ANTICO uso in lutto il Mediterraneo. Avevano queste /aride , una o due vele , tuli al più , e di forma triangolare, dette anche vele latine, appunto perchè usate solo nel Mediteiraneo, vele piuttosto grandi, e difatti dice il Marin Sanuto (i): Tarete cum paucis nautis... velis extensis, vasa longa, melius incedunt ad « orsam » et lucrantur cum vento sibi contrario quam alia navigia breviora. E vuol dire: le taride con pochi marinai, grandi vele e molta lunghezza (di chiglia), camminano meglio sull'orsa (cioè col vento contrario) e guadagnano di più cammino, in questo caso, che le altre navi più curte. E ciò è perfettamente vero e confermato dalla costante pratica e teoria della navigazione a vela. La tarida veniva di rado assai adoperata ad uso guerresco, ma solo valeva pel trasporto di merci. E se qui vediamo messi a bordo dieci uomini d’arme, catafratti, ciò doveva essere per difendersi dagli assalti dei pirati ed altri, come sempre si è praticato fino a poco tempo addietro su tutte le navi mercantili , anche più grandi , anzi alcune avevano persino qualche cannoncino. Lo stesso Scriba ci fa sapere che i Crociati del santo re Luigi IX si va sero app delle taride e ce ne dà i relativi contratti. ... · ilin_ Quanto poi alla forma, queste taride, oltre all’essere, come già si disse, più os ghe, erano altresì di forme svelte e fine, almeno relativamente, ed avevano, a p ciò, maggior rapidità di marcia. Oltre le vele , in tempo di calma, facevano po remi, da io a 20 per parte. . . Il Belgrano (2) ci dà alcune dimensioni delle taride fornite nel 1246 ai enov Luigi IX. Tali misure variano per la lunghezza da 20 a 35 metri, larghezza a 4 metri, altezza da 3 a 4 metri, il che dà rispettivamente un tonnellaggio di stazza , o di capacità da 40 a 80 tonnellate circa. A mio avviso, la tarida contemplata ne no documento dovea essere delle più piccole , giacché , oltre all avere un equipaggio P tosto scarso, non portava più di 40 moggi di grano, il che, a farla grossa, giacc moggi vi hanno svariate qualità, non giungeva certo a portare più di 20 tonnellate, oss a 200 quintali. , Tali erano le navi, dirò così, rudimentali di quei tempi felici per la patria nostra ve ramente risorta dal lungo tenebrore della barbarie. Quando nullk si potea fare per mare (1) M. Sanuti , Secreta fidelium Crucis (Crociati) Hanoviae, II, 58. (2) Belgrano, Doc. inediti, p. 19. SESTRI ANTICO 99 senza dei Genovesi, dei Veneti, dei Pisani, degli Amalfitani, quando Flavio Gioia inventava la bussola che poi il nostro Colombo doveva tanto perfezionare , prima ded.it naulis, usum magnetis Amalphis , quando le navi dei gloriosi Comuni italiani facevano sventolare i loro splendidi vessilli e risuonare il dolce nome d’Italia su tutti i mari conosciuti, quando, inneggiando a quei tempi, potea dire il poeta moderno dell’ Italia: Patrizia impareggiabile cadea, E si levò plebea : Discesa imperatrice entro la bara, Risorse marinara. Che splendida di maglie, Corse 1’ Oceano, come in pria la terra, A’ commerci, a battaglie : E se lo scettro avito avea perduto, Fe’ del remo uno scettro e fu temuto ». CCLIII. 1239, 14- Settembre. — Michele Capriata, da Sestri, vende a Giovanni Balbo de Canali, da Turbi, terre poste in Turbi 1. d. Cavegiam, confinante colle terre di Nicolino Spinola, di Ansaldo Carievaro e la terra della chiesa di S. Lorenzo di Turbi. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 104, Arch. c. s.). « Nicolino Spinola nel 1241 almirante dell’ Imperatore Federico II morse. Ansaldo de Mari almirante di detto Imperatore successe in suo luogo » (1). CCLIV. 123.... — Richelda, vedova del giudice Guglielmo Bocella, vende a Gandolfo da Sestri, Notaio, totum corpus legum excepto libro institutio7ium scilicet codicem de littera nova cum apparatu Alexandri in cartis pecorinis et digestuvi vetus de littera nova in cartis edinis cum apparatu comuni digestum novum cum tribus partibus in uno volumine in cartis edinis cum apparatu Azonis, quatuordecim quaternos inforciati tres libros codicis et summam decretorwn.....per lire 43. — Ansaldo Tonso fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Giovanni di Sestri. Lascia soldi 4 alla chiesa di S. Maria del Priano nonché la sua barca chiamata S. Giovanni di Sestri. In Genova, nella casa della chiesa di Castello (2 atti). (Notari Ignoti, Reg. XXVI, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). a) Il Notaro contiene inoltre un atto del 26 luglio 1229, in virtù di che Giovannino Ot-taviani da Sestri costituiva procuratore maestro Calcedonio, scrittore pontificio, per ottenere da Gregorio IX la conferma della sentenza, emanata dall’abate di S. Stefano, delegato di Guiffredo cardinale legato, per il beneficio nella chiesa di S. Giovanni Battista di Sestri, conferma che ebbe luogo il 7 agosto del 1229 (Cfr. il n. CLXXXIV). E come se detto atto abbastanza interessante non bastasse, altro ne succede, che fa conoscere le relazioni d’ un nostro sestrese con quel cardinale Guiffredo Castiglione , di (1) Federici, Collectanca, Voi. I, p. 131, MS. all’Arch. di St. in Gen. ioo SESTRI ANTICO cui parlammo a p. 79, diventato più tardi pontefice col nome di Celestino IV. Il cardinale, il 16 dicembre del 1228, scriveva la presente lettera, uno dei pochi monumenti che ci rimangono intorno il suo soggiorno in Genova. « Guiffredus miseracione divina tituli sancti Marci presbiter cardinalis et apostolice » sedis legatus dilectis in Christo filiis archipresbitero et clericis plebis de Celanexi ìa-» nuensis diocesis salutem in domino. Ad promissionem illorum qui clericali milicie sunt » ascripti officii nostri debitum et pietas nos inducit. Hinc est quod universitatem ve-» stram tenore presencium rogandam duximus attencius et hortandam vobis qua fungi-» mur auctoritate mandantes quatenus dilectum filium Iohannem Otaviani de Sexto ob » divinam et apostolice sedis reverendam et nostram recipiatis in canonicum et m fra-» treni prebendam si qua in ecclesia vestra vacat ad presens vel quam cito se facultas » obtulerit eidem liberaliter collaturi dummodo sit ad huiusmodi beneficium obtinendum » idoneus et aliud ecclesiasticum beneficium non obtineat et in eadem ecclesia debitam » et consuetam residenciam facere sit paratus preces et mandatum nostrum taliter ad-» missuri quod devocionem vestram possimus in domino comendare. » Datum Ianue XII Kal. Ianuarii ». II 22 gennaio del 1229 Andrea, arciprete, e Pietro, canonico di Ceranesi, accoglievano in canonico il nostro sestrese. 6) Il Digesto o pandette, la più importante delle collezioni che compongono la legislazione riformata di Giustiniano, andò soggetta a varie disposizioni, la terzà delle quali attribuita al giureconsulto Bulgaro è a sua volta in tre parti : La prima Digestum vetus e comprende dal I Libro al Titolo II del Lib. XXII, e fu così chiamata perchè fu stampata per la prima. La seconda parte , Digestum infortiatum , contiene importanti materie v. g. successioni, testamenti ecc.; dal III Tit. del Lib. XXII va al Lib. XXXVIII. La terza parte con che finisce l’opera, Digestum novum, o Digesto ultimo, si appella c) Stimma Azonis. Il giureconsulto Azzone da Bologna (1190-1230) godeva di tanta autorità che in molti luoghi non era accolto nel collegio dei giudici se non chi possedesse la sua Somma, quindi il proverbio ; Chi non lia Azzo non vada a Palazzo. Di lui restano le Glosse, la Lettura sopra il Codice, la Somma al Codice, la Somma alle Istituzioni, la Brocarda e le Questioni. Ai suoi tempi in Bologna eranvi diecimila sco lari, tra i quali Iacopo Balduini e Martino da Fano, entrambi podestà di Genova. Ne e sue prelezioni rimprovera al Balduini d’aver nel 1229 in Genova profferito una sentenza stando a cavallo e armato (1). . d) Apparatus Alexandri — Alessandro da Sant’ Egidio, discepolo di Azzone , or nel 1227, trascrisse le prelezioni del suo maestro sul Codice e diffuse poscia i proprn quinterni, come se fossero un libro (2). CCLY. 1240, 7 Maggio. — Guglielmo e Lanfranco della Volta, figli del qm. Bonifazio, tutori di Guglielmino e Franceschino, figli del qm. Ugone loro fratello, d’ordine di Egidio Baianionte (da Brescia), console di giustizia, fanno l’inventario dei beni, spettanti a detti minori. Son nominate le case di Palmaro in Voltri, prezzo la casa di Giovanni Carrozzo, e i beni del Gazzo in Sestri. In Genova, nella casa di Rubaldo de Volta. (Not. Gio. Enrico de Porta, Reg. I, p. 227, Arch. di St. in Geli.). (1) F. Carlo de’ Savigny, Storia del Diritto Romano nel Medio Evo, pp. 235, 238, 240. (2) Savigny, 1. c., p. 243. SESTRI ANTICO ΙΟΙ CCLVI. 1240, 2 Ottobre. — Giovanni, canonico della chiesa di S. Maria di Castello, costituisce procuratore il fratello suo Gandolfo da Sestri , notaio, e Parodino da Sestri, col mandato di riscuotere i frutti della sua prebenda, e a prendere possesso delle camere, aggiudicategli dall’abate di S. Stefano e dall’arciprete di Nervi, nella canonica di Castello. In Genova. (Vigna, L'Antica Collegiata di S. M. di Castello, p. 181). Il Vigna opina, che il Giovanni da Sestri sia stato prevosto di Castello, dal 1248 al 1259. (Vigna, 1. c., p. 96). CCLVII. 1240, 31 Ottobre. — Gandolfo da Sestri, notaio, Giovanni Vesula, Giovanni Amore e Rolando de Monticello, sindaci dell’ università del plebato e della villa di Borzoli, ricevono da Marchisia Robini s. 40, per danni e incendi fatti nella terra e nei castagneti di Mauro de Campi, in detta pieve. In Genova, nella casa dei canonici di San Lorenzo , dove abita Viva q Feno. (No Maestro Salomone, Reg. II, p. 217 v.). CCLYIII. 1241, Febbraio. — Parecchi uomini e militi di Arenzano, Pegli, Sestri, Fegino, Borzoli etc,, ed altri delle podesterie di Voltri, del Bisagno e di Polcevera, si uniscono con un nerbo di militi milanesi e piacentini e balestrieri genovesi, e marciano contro i ribelli di Savona, e arrecano danni dal ponte di Lavagnola sino a Vado. Il primo giorno di quaresima tornano a Genova provenienti da Varazze, dove passarono il carnovale. (Bartholomaei Scribae Annales, in Pertz, 1. c., p. 193). CCLIX. 1241, I Maggio. — Gregorio da Romania, delegato del pontefice Gregorio IX , scrive al prevosto della chiesa di S. Maria di Castello in Genova e gli ordina, che, avendo mandato ad Oberto ministro e prete e ai chierici della chiesa di S. Giovanni de Sexto di ricevere Giovanni chierico, figlio di Gandolfo, cittadino genovese, in chierico e come fratello, se alcun beneficio fosse vacato, oppure al più presto possibile sia a lui conferito ed assegnato, autorizzando il sullodato prevosto ad indurre all’esecuzione dell’ordinamento pontificio il ministro Oberto e i suoi chierici, se nulla si opponga di ragione, anche con ecclesiastica censura. Gregorius de Romania Apostolice Sedis legatus dilecto in Cristo sibi Canzellerio preposto ecclesie sancte Marie de Castello Ianuensis salutem in domino. SESTRT ANTICO Cum nostris litteris dedimus in mandatis presbitero Oberto ministro et clericis sancti Iohannis de Sexto ianuensis diocesis ut dilectum filium Iohannem clericum natum Gan-dulfi civis Ianue ut ipsum si pro alio eis non direximus scripta nostra recipiant in clericum et in fratrem beneficium si quod vacat ad presens vel quam cito se facultas obtulerit sibi liberaliter conferant et assignent discretioni tue qua fungimur auctoritate pre-cipiendo mandamus quatenus dictum ministrum et clericos ad id per censuram ecclesiasticam compellas nisi racionabile quid obsistat. Datum Ianue Kal. Maii Pontificatus domini Gregorii noni pape quintodecimo. (Not. Maestro Salomone, Reg. II, p. 257, Arch. di St. 111 Gen.). a) Gregorio da Romania, insieme con Roberto, patriarca di Gerusalemme, trovavasi in Genova per allestire la flotta, che dovea portare i prelati al concilio di Lione, i quali lurono catturati il 3 maggio dello stesso anno dai Pisani e dai Siciliani , alleati^ con Federico II, presso 1’ isola del Giglio. In mezzo al fervore dell’allestimento navale e al copioso carteggio colla S. Sede, che doveva sbrigare, il legato pontificio, due giorni prima della disfatta navale, trovò ancor tempo di rivolgere il pensiero ad un nostro Sestrese. ò) Cancelliere), prevosto della chiesa di Castello, è nome sconosciuto al P. Vigna, che scrive: « 1241. Creato Arcivescovo il Cogorno il primo giorno di novembre 1239, egli ebbe nella prevostura di Castello un successore, del quale ignoriamo il casato ed il nome. Nel libro del notaio Salomone è un atto di accettazione in canonico della chiesa di san Giovanni di Sestri fatta da Oberto ministro e da Giovanni di Larvego, canonico di detta chiesa , nella persona di altro Giovanni, alla quale accettazione i suddetti si dichiarano indotti dal prevosto di S. Maria di Castello di cui non recitano il nome, a ciò delegato dal Nunzio della Santa Sede » (1). CCLX. 1241, 25 Maggio. — Prete Giovanni, canonico di S. Maria di Castello, figlio del qm. Rubaldo de Carana, consegna s. 60 ad Ansaldo de Loco da Sestri per prezzo di calcina impiegata nei lavori del nuovo chiostro. In Genova, nella casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. c. s., p. 249 v.j. CCLXI. 1241, 25 Maggio. — Prete Oberto, ministro della chiesa di S. Giovanni di Sestri, Giovanni de Lavezo e Giovanni de Toma, chierici di essa, d ordine del prevosto di S. Maria di Castello, esecutore di Gregorio de Romania, già legato apostolico, ricevono in chierico e fratello di detta chiesa Giovanni figlio di Gandolfo. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo. (Not. c. s., pp. 250, 256, v.). CCLXII. 1241..... — Ansaldo de Mari, ammiraglio di Federico II, colle sue galee si ferma a Voltri. Il podestà invia uomini alla custodia del borgo e con un forte esercito parte da Genova, si accampa sopra5 i monti di Voltri. Ansaldo de Mari va colle galee ad Arenzano. (Bartholomaei Scribae, Annales i. c., p. 200). (1) L’antica Collegiata di Santa Maria di Castello in Genova, Genova, 1^59, Ρ· Φ· SESTRI ANTICO ίθ'3 Questo documento non concerne direttamente Sestri ; nullameno è in breve riprodotto, e per il passaggio del De-Mari per il sestrese territorio, e per la relazione che l’astringe al doc. CCLXIV. CCLXIII. 1242, 20 Febbraio. — Oberto Alessio da Sestri del qm. Giordano Alessio costituisce procuratore Ugone Caldino da Sestri col mandato di fare una permuta di terre in Sestri, 1. d. Croce, coi canonici della cattedrale di Genova. In Genova, nella casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Maestro Salomone, Reg. II, p. 288 v.). La località denominata Croce , si trova tra il monte Gazzo ed il Bricco detto Spas-soia , in direzione nord-ovest. È il primo cosi detto perdono pe’ pellegrinanti di Pegli, Pra, ecc. al Santuario della Guardia. CCLXIV. 1242, 13 Maggio. — Il capitolo della cattedrale di Genova concede in locazione, per cinque anni ed Ansaldo Caro, da Pegli, una terra in Sestri, 1. d. Fossatelli in ragione di s. 3 annui solvibili, il giorno di S. Stefano. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 362) CCLXV. 1243, 27 Luglio. — Il podestà di Genova fa la rassegna delle galee armate contro i fautori di Federico II a Sampierdarena, ubi fuit mirabilis et innumerabilis bellatorum proborum et gentium multitudo quod de facili posset scribi. Galearum et lignorum armatorum tanta fuit jocunda visio et multitudo quod in tota plazia nullo ?nodo stare poterant.....Il giorno 21 agosto altre 83 galee nuovamente armate si avviarono a Sampierdarena, ove stettero sino al 23 partendo poi alla volta di Sestri, Pegli, Voltri, Arenzano per cingere poi d’assedio Savona.... nel settembre le galee di Ansaldo de Mari vengono presso Cogoleto e Arenzano e abbruciano parecchie case.... Il podestà con un esercito mosse per alla volta di Arenzano e munì detto luogo.... Nell’ ottobre parecchie galee genovesi vengono a sbattere alle spiaggie di Arenzano e di Voltri, ove furono mandati tutti i maestri calafatti per ripararle. (Pertz, 1. c., pp. 206, 207, 208). CCLX VI. 1244, 22 Aprile. — Tommaso da Sestri, calafatto, fa testamento. Vuol essere sepolto nella chiesa di S. Giovanni di Prè. Lascia s. 5 ai frati minori di Sestri, s. 5 ai frati minori di Castelletto, s. 5 alla chiesa di S. Giovanni di Sestri. Ai poveri lascia soldi 10, che deve avere da un ebreo, cui li imprestò, essendo a Murcia in Ispagna. Benefica chiese, ospedali ecc. In Genova, nella cattedrale, presso l’altare di S. Nicolò. (Noi. Matteo de Predono, Reg. I, Parte I, p. 45 v·» Arch. di St. in Gen.). 104 SESTRI ANTICO CCLX VII. 1244, I Maggio. — L’abate di S. Andrea di Sestri, visitatore di frate Bonifazio, eremita in clausura a Granarolo, gli permette di uscire da detto romitorio per presentarsi a proseguir la sua lite e gli dà lettera di licenza munita col suo sigillo. ϊη Granarolo, in detto romitorio. (Not. c. s., p. 4S v.). « 1244. Il monastero di S. Barnaba, a Carbonara, fu fabbricato quest’anno per habitatione di ti a Bonifacio eremita e Compagni, con licenza de’ monaci di S. Siro, di cui era 1 terreno, dove si fabbricò detto eremo e monastero, che doveva riconoscere per superiore S. Siro » (1). CCLXVIII. 1244..... Agosto « Il pontefice Innocenzo IV, come piacque a Dio, in-ermò. 1, mandò per i medici più valenti affinchè venissero a lui. Ma siccome da qualche giorno egli giacea infermo, per consiglio de’ medici, si porto a cavallo fino al monastero di Sant’Andrea di Sestri, per aver quivi una cura più salutare. Per più giorni infatti giacendo infermo, riposò finché, essendosi restato alquanto il morbo, ordinò, che il podestà di Genova con suoi paggi dalla citta a lui si portasse. Partì il pontefice il mercoledì 5 ottobre per recarsi a Varazze ». (Bartholomaei Scribae Annales in Pertz, 1. c., p. 215). 1 ^'^er'amo volontieri il testo del severo annalista per meglio sincerare il lettore del fatto. sicut Deo placuit egrotavit. Et mandavit ut meliores medici qui invenirentur ad ipsum \enirent. Qui cum per dies plures egrotasset de consilio medicorum equitavit » ad monasterium sancti Andree de Sexto ut haberet ibi aerem largiorem. Et per dies » P ures requievit ibidem iacens infirmus. Et cum eius infirmitas modicum tranquillasset mandavit ut potestas Ianue cum pluribus sapientibus Ianue iret ad ipsum.... Movit » autem dominus Papa die Mercurii V octobris et ivit Varaginem ospitari.... ». 0) Un teste contemporaneo così ne paria : « Dopo pochi giorni (dal suo arrivo in Genova , nell’ ottava degli apostoli Pietro e ao o) avvenne che egli per la troppa stanchezza per l’intemperie e per il fiotto so stenuto, venisse colpito dalla febbre e da dissenteria, cosichè fortemente si cominciasse ubitare della sua salute. Per conseguenza fu mestieri che egli dimorasse per tre mesi ne monastero di Sant’Andrea dell’ordine cisterciense, vicino alla città. Ma come prima rimise alquanto le forze, nella breve convalescenza, uscendo da Genova , venne con un veicolo trasportato or dagli uomini ed or da’ cavalli, fino al castello della Stella » (2)· c) Innocenzo IV, assediato in Sutri da Federico II, mandò a Genova sua patria ed a pizzone Fieschi suo fratello di esser liberato. Accorsero volonterosi i Genovesi con il rate lo di lui, e, il 29 giugno, lo tolgono da Civitavecchia, ove erasi portato di nascosto a notte precedente, e dopo fiera tempesta, il 7 luglio, lo resero a Genova ; ma estenuato 1 orze e consunto dai disagi e dal mare, cadde infermo. (1) Federici, Collectanea, Voi. I, p. 135, MS. all’Arch. di St. in Gen. (2) Nicolo da Curbio, Muratori, Renivi Italicarum, T. IH, P. I, col. 59, SESTRI ANTICO 105 d) Giovanni Gaetano Orsini (poi eletto pontefice col nome di Nicolò III, 1277-1280), sè appellante secondo l’Alighieri : E veramente fui figliol dell’ orsa , trovavasi pure a Sant’Andrea di Sestri insieme con Innocenzo IV, giacché « giovane ancora da Innocenzo IV, addì 28 maggio del 1244 , fu creato card. diac. di S. Nicolò in Carcere, e circa un mese appresso accompagnò Innocenzo IV nel suo viaggio da Civitavecchia a Genova, e poi a Lione e quindi fu sempre accanto alla persona del Papa fino alla morte di Innocenzo e quasi sempre pure alla corte di Alessandro IV, successore di lui » (1). e) Il Giscardi vuole che Innocenzo IV nella dimora che fece a Sestri elevasse agli onori dell’altare il B. Alberto, converso cisterciense (2). /) Una lapide commemorativa fu apposta nel convento di Sant’Andrea, in un piedistallo di contro alla porta della chiesa, del seguente tenore : INNOCENTIUS IV PONT. MAX. INDICTO LUGDUNENSI CONCILIO CUM GENUAE AEGROTASSET LOCUM HUNC PRO CURANDA VALETUDINE ELEGIT ANNO DOMINI MCCXLIV. CCLXIX. 1244, 3 Dicembre. — Pagano de Bagarotis (da Piacenza), console in Genova dei cittadini e forestieri, alla presenza del Not. Gandolfo, da Sestri, ordina al Notaio Palodino da Sestri di estrarre un atto del 27 agosto 1235 in virtù del quale Ottone, marchese del Carretto, investe Giovanni, figlio di Guglielmo Embriaco, della castellania di Dego, ponendo sicurtà Alberto, marchese di Ponzone. In Genova, nel palazzo dell’arcivescovo. (Not. Palodino da Sestri, Reg. I, P. I, p. 21, Arch. di St. in Gen.) CCLXX. 1245 , 11 Maggio. — Si raduna il generale consiglio e si stabilisce di formare un esercito per saccheggiare i ribelli Savonesi. Filippo Ghirin-ghello da Milano, podestà, con tutta la milizia e il popolo di Genova e cogli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri componenti la podesteria di Voltri etc. marcia contro di essi. (Pertz, 1. c., p. 216). CCLXXI. 1245, IO Dicembre. — Michele, abate di Sant’Andrea di Sestri, alla presenza e col consenso di Guglielmo priore, Guglielmo sottopriore, Montano, Amico, Giacomo d’Asti, Nicoloso di Negro, Ricardo da Pavia, Giuliano (1) Ciò si ricava dallè sottoscrizioni del Card. Orsini alle bolle pontificie, Potlhast, Regesta Pontificum, Voi. II, 1285-1473; Civiltà Cattolica, Ser. XV, Voi. IX, p. 137. (2) Origini delle Chiese, ecc., p. 15· ΐθ6 · SESTRI antico da Bologna, Umberto d’Asti, Giacomo da Praello, Enrico da Taggia, Guglielmo da Gavi, Nicoloso da Sbarri, Rainaldo Simoni, Giovanni Lercari, Ugone da Varazze , Og'erio Cutica , Giovanni Olearii , Giacomo Catalani , Andrea da Capriata, Lanfranco de Turca, monaci, vendono a Ugone Lercari, una casa posta in Genova nel vico dei Calderai, di dietro al palazzo arcivescovile, lasciata al monastero dalla qm. Alda , vedova di Amico de Murta, per L. 70. In Sestri, nell’ infermeria del monastero. (Not. Giannino de Predono, Reg. I, p. 1S7, Arch. di St. in Gen.). CCLXXII. 1246, 28 Novembre. — Guglielmo Ceba, alla presenza di Giacomino Pan-zano del qm. Bonifazio, loca per anni 8 a Giacomo Panzano un appezzamento di terreno, posto in Sestri, 1. d. ad Podium, p. s. 12 annui. In Genova, presso la casa del qm. Simone Boccaccio. (Notari Ignoti, Reg. II, Sala 74, Areh. di St. in Gen.). CCLXXIII. 1247, 30 Gennaio. — Tommaso Morello, tutore costituito da Guglielmo de Tiba, podestà di Voltri e di Borzoli , per Giovannina e Dolcina , figlie del qm. Guglielmo Mocodeffo, alla presenza del Not. Gandolfo da Sestri, vende al Not. Palodino da Sestri una terra in Sestri, 1. d. Spexa , confinante con Giacomo Pennuto e Tommaso Doria, per s. 38. In Genova , sotto il portico della casa, dove abita detto podestà. (Not. Lanfranco, Reg. II, P. II, p. 220, Arch. c. s.). Altri atti della gestione del podestà Guglielmo de Tiba interessano in modo speciale il borgo di Voltri e sue pertinenze. Notevoli le proteste di parecchi uomini de quai teno Burgi de Vulturis che dichiarano che la chiesa, oratorio ed ospedale, edificati nel borgo di Voltri sulla terra dell’ ospedale di S. Giovanni di Prè, furon di loro volontà eretti dagli ospedalieri di Prè, onde erano contenti che ivi fosse posto un sacerdote (i). CCLXXIV. I247, 25 Marzo. — Giovanni Tonso, tutore di Tommasino, Giovannino e Giacomino, figli del qm. Ottone... costituito tale da Napoleone, giudice e vicario di Guglielmo de Tiba, podestà di Voltri e di Borzoli, a nome dei pupilli, vende a Giacomo Basilio da Sestri una terra posta in Sestri, L d. Campocorvono confinante col fossato di Chiaravagna e le terre di Gugliel -mino Bellogio e Bartolomeo de Ansaldo de Supa, per s. 17, essendo presente Lorenzo Storace da Borzoli. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 194). (1) Not. Lanfranco, 1. c., p. 139 e segg. SESTRI ANTICO IO? CCLXXV. 1247, 4 Giugno. — Corso da Sestri, alla presenza di Sacheto e di Giovanni Rossi, entrambi di Sestri, cede a Sofia del q.m Idone da Sestri la metà d una casa, posta in Sestri, 1. d. Lardara, verso ponente, confinante colla spiaggia del mare e di dietro colla terra di Ansaldo Mallone e da un lato colla casa di Amico Saccarello. La predetta .Sofia gli cede in cambio una terra posta a Belvedere. L’atto è rogato in Sestri ubi dicitur Lardarla. (Not. c. s., p. 223 v.). CCLXXVI. 1247, 7 Settembre. Frate Rainaldo Simione, sindaco e procuratore del monastero di Sant’Andrea di Sestri (procura dell’11 febbr. 1246) riceve da Nicolò de Ghisulfo L. 25, lasciate al predetto monastero dal qm. Enrichetto Ghisulfo. In Genova, sotto il portico della casa di detto Nicolò. (Not. c. S., p. 226 v.). CCLXXVII. 1247, 20 Ottobre. — Gisla, moglie del qm. Giacomo Malscuderii d’Alessandria, a titolo di donazione inter vivos, dà a Druda, sua figlia, la metà d’una casa posta in burgo Sexti deversus pontem de Ruscarolio, di sotto al ponte del Ruscarolo, confinante colla spiaggia del mare e colla terra di Giacomo de IVlarini, purché dopo la sua morte doni L. ^ al monastero di Sant’Andrea di Sestri. L’atto è rogato nel borgo di Sestri, sotto il portico di detta casa, essendo presenti Rico de Canto ed Enrico Baiardo da Sestri. (Not. c. s., p. 229). CCLXXVIII. 1248, 23 Gennaio. — Prete Rubaldo, priore della chiesa di Santa Maria del Priano, loca per sei anni a Giovanni Bastone da Sestri una terra con casa , che detta chiesa ha in Sestri, 1. d. Ferrarla , confinante colle terre dei Malocello e dei canonici di S. Lorenzo, e colla erosa, dando L. 5 annue, cioè s. 50 alla Pasqua e 50 al Natale. In Genova, nella casa di Ugone Fornari. (Not. Matteo de Predono, Reg. I, P. I, p. 7 v., Arch. di St. in Gen.). CCLXXIX. 1248, 8 Febbraio. — Il pontefice Innocenzo IV scrive al maestro del-l’Ordine degli Umiliati. Essendo regola che i chierici precedano i laici, sì in chiesa , che nel capitolo, nel refettorio e in ogni luogo, essendo nata questione tra i chierici e i laici della casa di S. Michele di Alessandria, Ιθ8 SESTRI ANTICO annuncia aver commesso 1’ esame della lite agli abati di Sant’Andrea di Sestri, e del Tiglieto « A primordio sur gentis ». Da Lione. (Tirabosehi, Vetera Humiliatorum Monumenta, Voi. II, pag. 219. Poltliast, Regesta Pontificum, Tom. II, N. 12836). CCLXXX. 1248, 8 Febbraio. — Il pontefice Innocenzo IV scrive al priore di Sant’Andrea di Sestri di provvedere un benefizio al chierico Lanfranco Vegio « Presentitivi tibi auctoritate ». Da Lione. (Not. Palodino de Sexto, Reg. I, P. I, p. 26 v., Arch. di St. in Gen.). CCLXXXI. 1248. 20 Giugno. — Giovanni Bastone da Sestri, alla presenza di Ansaldo Loco e Tomaso de Fornace da Sestri, riceve da Ansaldo Bozzo da Coronata L. 14, per doti della nipote Giacomina, sua sposa, figlia di An-selmino Bertollo. In Genova, dirimpetto la casa dove abita Aimone speziale. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. i, p. II, p. 124, Arch. c. s.) CCLXXXII. 1248, Il Luglio. — Ansaldo Loco da Sestri costituisce procuratore Enrico Angelerii da Sestri col mandato di riscuotere il capitale e il lucro dell’accomandita, stabilita per Tunisi con Simone da Pegli, e dell accoman dita, fatta con Rollando Bernardi e Ansaldo Anseimi, entrambi di Sestn. Inoltre consegna al predetto Enrico s. 31, che promette di negoziare in Oriente. In Genova, c. s. (3 atti). (Not, c. 3., pp. 151 v., 152). CCLXXXIII. 1248, 9 Agosto. — Adamo, canonico della chiesa maggiore di Albenga, volendo obbedire alla lettera del pontefice Gregorio IX, diretta al capito o d’Albenga, riceve nel bacio della pace in canonico di detta chiesa Gio\ anni figlio del qm. Gandolfo da Sestri. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo. (Notari Ignoti, Reg. 621, Arch. di St. in Gen.). CCLXXXIV. 1248, 20 Agosto. — Guglielmo Sabino da Sestri, alla presenza di Giovanni Vesola da Sestri, riceve L. 20, come dote della sposa Sibilina, figlia di Rubaldo de Clapullis (Chiappori) da Sestri. In Genova, nella chiesa di S. Torpete. (Not. Palodino da Sestri, Reg. I, P. I, p. 23). SESTRI ANTICO 109 · CCLXXXV. 1248, 25 Agosto. — Giovanni, prevosto della chiesa di S. Donato, e tre canonici di essa, ricevuto un mandato dal priore di Sant’Andrea di Sestri, delegato del pontefice Innocenzo IV, che con bolla del 10 giugno scritta da Lione gl’ ingiungeva di accordare un benefizio allo studente Lanfran-chino Vegio, lo ricevono in canonico. In Genova, nel pontile della chiesa di S. Donato. (Muzio, Chiesa di S. Donato, MS. alla Bibl. Citfica-Berio in Gen.). CCLXXX VI. 1248, 25 Agosto. — Tommaso de Molinello, Simone suo figlio e Giovanni de Amore da Sestri ricevono in accomandita L. 14, dal giudice Ansaldo d’Asti, che impiegano nelle calcinare fino al i° agosto p. v. In Genova, presso la chiesa di S. Torpete. (Not. I’alodino da Sestri, I, Parte I, μ. 28 v. CCLXXXVII. 1248, 26 Agosto. — I coniugi Guglielmo Mallone e Simona vendono, per L. 175, a Giacomo Fieschi dei conti di Lavagna una terra con casa in Sestri, 1. d. Marci, confinante colla strada, colla terra del qm. Balduino medico e con quella del qm. Giacomo Mallone. In Genova, in casa di detti coniugi. (Not. c. s., p. 30 v.). Giacomo Fieschi, fratello di Guglielmo, cardinale del titolo di Sant’Eustachio (φ 1256), era nipote del pontefice Innocenzo IV. Il 29 giugno del 1244 insieme con suo padre Opizzone Fieschi era stato a Civitavecchia e ne avea levato segretamente lo zio pontefice. Nel 1251 è consigliere del Comune genovese (1). CCLXXXVIII. 1248, 29 Agosto. — Ogereto da Vernazza accorda il figlio Bonaora insieme con Sesto da Sestri, maestro d’ascia, per lo spazio di 10 anni. Questi promette di tenerlo sano e infermo , calzarlo e vestirlo e insegnargli l’arte, portandolo pure in mare, e, alla fine del tempo prefisso, gli darà una mannaia, un mannarone, un’ascia e una serra. In Genova, presso la chiesa di S. Torpete. (Not. c. s., p. 32 v.). CCLXXXIX. 1249, 3 Marzo. — I notai Gandolfo da Sestri, e Nicolò da Chiavari vengono eletti cancellieri del consolato dei forestieri. (Pertz, 1. c., p. 226). (1) T. Belgrano , Conti di Lavagna ed altri Signori Esterni, Tavola X, in Atti della Soc. Lig. di Stor. Patr., Voi. II, Parte I. I IO SESTRI ANTICO CCXC. 1249... — Innocenzo IV scrive all’abate di Sant’Andrea di Sestri e al prevosto di S. Maria di Castello (Giovanni da Sestri) di decidere le differenze , vertenti fra il prevosto e il capitolo delle Vigne e il precettore e i frati di S. Giovanni di Prè per la giurisdizione parrocchiale. Da.... (Poch, Voi. IV, Reg. Ili, p. 92, MS. alla Bibl. Civica-Berio). CCXCI. 1250, 22 Febbraio. — Idone da Sestri e Andriolo del Bisagno promettono a Giovanni Galvano da Pegli che suo figlio Giacomo prenderà parte alla corsa, che essi fanno in mare colla saettici chiamata Meliorata, dando la caccia ai nemici della Chiesa Romana e del Comune di Genova. In Genova, nella casa dove abita Giovanni Lombardo. (Not. Palodino da Sestri, Reg. I, Parte I, p. 177 v.). Saettia, saetya, sagitta (sagina) era lina specie di nave; barca sottile. Nel 1163 i Pisani ordinarono 10 galee e 11 saettie (x). Nell’ uso comune il tipo sagitta pare confondersi con quello di panfilo. Tant’ è vero che il contratto di costruzione del legno S. Michele, conchiuso fra Genova e S. Luigi IX nel secolo XIII , viene chiamato sagitta sive pamphilus (2). La sagitta era un legno a remi più piccolo della galea, e ricordato nelle fonti pisane e genovesi, come legno ausiliario. Le sagitte simili alle galee aveano talvolta da 95 a 100 remi, talvolta 48, 52, 60. Heyck errò distinguendo tra sagitte e sagine (3). CCXCII. 1250, 25 Febbraio. — Guglielmo Pomo e Lanfranco de Surripa , ambi da Sestri, alla presenza di Rogerio da Sorriva, e di Ansaldo e Tommaso Loco da Sestri, dichiarano che Idone da Sestri e la moglie Giovannina tolsero in prestito L. 40, da Giovanni Galvano da Pegli. · In Genova, presso la casa dove abita Aimo speziale. (Not. c. s., p. 180 v.). CCXCIII. 1250, 28 Febbraio. — Idone da Sestri riceve da Andriolo del Bisagno L. 12, quindi restituirà L. 24 sulla prima preda, che farà colla sua saettia, chiamata Meliorata, armata contro i nemici della Chiesa e del Comune Genovese. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 182). (1) Muratori, Tom. VI, col. 174. (2) Belgrano, Docum. ined. sulle due Crociate, p. 26, Nota. (3) Camillo Manfroni, Storia della Marina Italiana, 1899, p. 457. SESTRI ANTICO I I I CCXCIV. 1250, 29 Febbraio. — Maestro Giovanni, pittore, e la moglie Mabilia e la suocera Mantinaria comprano da Gandolfo da Sestri tanta merce per Lire 8. In Genova nel palazzo dei Fornari. {Prof. Santo Varni, Appunti artistici sopra Levanto, Genova, 1870, p. 132). ccxcv. 1250, 15 Ottobre. — Il pontefice Innocenzo IV scrive all’abate generale dei cisterciensi. Considerando che il monastero di Vezola, nella diocesi di Tortona, per le guerre presenti, non potea dar ricetto all’ abadessa e alle suore, 1’ unisca a quello di Sestri, e , qualora in esso non possa più fiorire la disciplina, disponga anche dei suoi beni « lustis petentium ». Da Lione. (Manrique, Ann. Ord. Cist., Tom. I, p. 225; Berger, Les Registres d'Innocent, N. 4884). CCXCVI. 1250, 23 Ottobre. — Enrico Saliceto da Sestri compra da Oberto de Campo una corazza con maniche di ferro del valore di L. 3. Presta garanzia Giovanni, figlio di Oberto Narice del Priano. In Genova, nella casa, dove abita Aimone, speziale. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. II, p. 6 v.). CCXCVII. 1251, 21 Gennaio. — Simone de Burzatico, giudice e vicario di Gerardo de Corrigia da Parma, podestà di Genova, ordina al Notaio Nicolò de Porta di registrare l’atto del 1181, 15 luglio, in virtù del quale Guglielmo, Manfredo, Guido e Giovanni, marchesi di Gavi confermano la donazione fatta ad Ugone, abate di Sant’Andrea di Sestri. In Genova, nel palazzo dei Fornari, dove ha la curia il podestà. (Not. Gio. de Vegio I, Parte I, p. 88, Arch. di St. in Gen.). CCXCVIII. 1251, 28 Gennaio. — Prete Rubaldo, priore di Santa Maria del Priano, e prete Guglielmo canonico di detta chiesa, locano, per anni io, ai fratelli A^assallo e Guglielmo Cappa da Sestri un castagneto, posto nel territorio del Priano, 1. d. Gatara, confinante col fossato e la terra di Giovanni Ce-pulla da Sestri per s. 40 annui. (Not. Matteo de Predono, Reg. I, Parte I., p. 85). CCXCIX. 1251, 4 Febbraio. — Prete Rubaldo, priore della chiesa di Santa Maria del Priano, loca ai coniugi Gregorio de Comago e Ventura una terra con 112 SESTRI ANTICO casa, che detta chiesa possiede in Comag'o, 1. d. Vigo, confinante col fossato e colle terre di Alda Spalla, Alberto Marchese e Oberto de Canova, per L. 7 annue e coll’ onere d’ una g'allina per Natale, e di un altra per Pasqua. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. SS v.). ccc. 1251, IO Febbraio. — Giovanni Boliacio da Sestri riceve in accomandita da Enrico, spadaio in Soziglia, s. 40, che porterà in Corsica e Sardegna per negoziare. In Genova, presso la casa dove abita Aimone speziale. (Notari Ignoti, Reg. 621, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). CCCI. 1251, 2 Marzo. — Gerardo Corso da Sestri compra da Obertino Vallarli da Struppa, formaggiaro, due barili di tonnina per s· J5> c^e darà prima di Pasqua. In Genova, c. s. (Notari Ignoti, Reg. L, Parte II, Sala 74, Arch., c. s.). CCCII. 1251, 6 Marzo. — Nicolò, abate di S. Fruttuoso, e Pagano, prevosto di S. Pietro della Porta, delegati da Innocenzo IV, dichiarano che la sen tenza, pronunciata da Giacomo, già vescovo di Torino, delegato di Innocenzo IV, nella lite vertente tra il monastero di S. Andrea di Sestri e Lorenzo, maestro muratore, fu giusta, onde rigettano l’appello, presentato da detto Lorenzo. In Genova, nella casa di Ugone Fornari. (Not. Matteo de Predono, Reg. I, Parte I, p. 96). CCCIIL 1251, 9 Marzo. — Guglielmo Idone e Belmosto Lercari, figli del (lrn Ugone Lercari (ammiraglio di S. Luigi IX re di Francia), si dividono^ possedimenti, tra cui le terre con case poste in Sestri presso la terra canonici di S. Lorenzo e il fossato. In Genova, nella casa di detti Lercari. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. II, p. 109 v.). CCCIV. 1251, 19 Aprile. — Marino da Sestri riceve in accomandita da Oberto de Tricosta un mantello scarlatto per donna senza pelliccie, che promette di portare in Maremma e ivi negoziarlo. In Genova, nella casa di Ugone Fornari. (Not. Matteo de Predono. Reg. 1, Parte II, p. 115). SESTRI ANTICO 113 CCCV. 1251, 26 Maggio. — Enrico Altadone de Sexto riceve in dote dalla moglie Sibilla, figlia di Girardo Gaidi de Sexto, la metà d’ una casa, posta m burgo m Sexto, 1. d. Casteionus, confinante colle terre dei Malocello e colle case di Rollerio de Bernardo e di Simone Preve, cui fu lasciata in testamento dalla qm. Matilde del qm. Bernardo de Montanario da Sestri. In Genova, nella casa di Bonvassallo Usodimare. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. Ili, Parte I, p. 94). Casleion, Casteionus, ο Castellio-onis dice lo stesso che Castellulum, cioè piccolo Castello, che secondo il Ducange a q. v. è una voce diminutiva di Castellum, come questa di Castrum. Dal piccolo castello infatti, o meglio guardiola di Castiglione , prese nome la parte orientale del moderno Sestri e della spiaggia orientale àt\V antico. Questa guardiola era stata, a un di presso, ove or sorge la chiesa di S. Nicolò. CCCVI. 1251, I Giugno. — Il pontefice Innocenzo IV scrive a Giovanni (da Sestri) prevosto di S. Maria di Castello. Provveda un benefizio al sud-diacono Giovanni da Rapallo, già raccomandato all’ arciprete della pieve di Sori, e da questi all’arciprete di Bavari « Exhibita nobis Iohcimiis ». Da Genova. (Not. Matteo de Predono, Reg. I, Parte, I, p. 146; A. Ferretto, Regesti delle Relazioni Pontificie riguardanti la Pieve di Rapallo e i Rapailesi dal 1199 al 1320, p. 49). CCCVII. 1251, 4 Giugno. — Il pontefice Innocenzo IV scrive a Giovanni (da Sestri) prevosto di S. Maria di Castello. Faccia eleg'gere in canonico della cattedrale di Siracusa il chierico Aicolo Caligepalii, studente genovese « Volentes dilectum filium ». Da Genova. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. Ili, Parte I, p. 29). CCCVIII. 1251, 5 Giugno. — Matteo de Arpino, cappellano pontificio , d’ ordine d’Innocenzo IV scrive a Giovanni (da Sestri) di indurre in possesso del canonicato prete Giacomo da Sant’Agnese. Da Genova. (Not. c. s., p. 2S v.). CCCIX. 1251, 5 Giugno. — 11 pontefice Innocenzo IV scrive al maestro ed ai fratelli dell’ospedale di Gerusalemme. Volendo aderire ai desiderii del podestà, del consiglio e del comune di Genova, vendano ad essi il castello Sestri antico. _ S I 14 SESTRI ANTICO del Cervo, di loro spettanza, e l’abate di Sant’Andrea di Sestri ne stabilisca il prezzo « Prompto debetis affectu ». Da Genova. (Libe,Ϋ lurium, Voi. I, col. 1065; Potthast, Regesta Pontificum, Voi. II, N. i43°9)· cccx. 1251, 17 Giugno. — Guglielmo Guercio da Sestri riceve in prestito s. 30 da Giacomo Migone da Sestri, che restituirà prima della festa di San Michele. In Genova, presso la bottega dei Pediculi. (Not. Palodino da Sestri, Reg. I, Parte I, p. 18S). CCCXI. 1251, 19 Giugno. — Sesto da Sestri, maestro d’ascia, affitta a Guglielmo de Casalegio da Nervi 1J3 d’ una sua barca di remi sei, per un anno, per soldi 22, solvibili ogni quattro mesi. In Genova, c. s. (Not. c. s., 1S9 v.). CCCXII. 1251, 20 Giugno. — Il pontefice Innocenzo IV scrive a Giovanni (da Sestri), prevosto di Santa Maria di Castello. Faccia dare per 5 anni i frutti della prebenda a Giovanni da Chiavari, canonico di San Giorgio in Genova, che dà opera agli studi, e che è raccomandato dal nipote Giacomo Fieschi « Volentes obtentu dilecti ». Da Genova. (Not. e. s. p 199 v.) CCCXIII. 1251, 31 Luglio. — Prete Rubaldo, priore della chiesa di S. Maria del Priano, vende a Guglielmo Soldano Mallone un pezzo di terra e un bosco, posti in territorio Sexti 1. d. Malpe , confinante colle terre dei Malocello, di Tommaso Doria e di Tagliavigna Pennuto. Il ricavo deve essere erogato per fare un muro, presso detta chiesa. In Genova, nella casa di Ugone Fornari. ("Not. Matteo de Predono, Reg. I, Parte I, p. 160). La parola territorio d’ ordinario non ha significato preciso o categorico. « Forse si riferirebbe meglio alla giurisdizione locale. Tale almeno è l’avviso di Proudliron, il quale invoca la 1. 39, par. 8, D. de verb. signif.: « Quod ab eo dictum aiunt, quod magistra tus eius loci, infra eas fines terrendi idest summovendi ius habet ». È certo però che il termine territorio è meno estensivo della parola locus, usandosi d’ordinario in territorio loci, nel territorio del luogo di.... (1). (1) Bigliati, op. cit., p. 55. SESTRI ANTICO 115 CCCXIV. 1252, 29 Gennaio. — Giovanni, arciprete di Rivarolo, dichiara di aver avuto ordine dal pontefice Innocenzo IV di accordare un benefizio a Tommaso, figlio di Ansaldo Loco da Sestri. Sapendo che è morto Bartolomeo, arciprete di Borzoli, incarica Enrico, canonico della pieve di Rivarolo, di porre in possesso dell’arcipretura il detto Tommaso. In Genova, nella volta di Tommaso Fornari. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. Ili, Parte I, p. 54 v.). cccxv. 1252, 4 Marzo. — Prete Rubaldo, priore della chiesa di S. Maria del Priano, dichiara aver ricevuto da Enrico Mallone ciò che il qm. Ottobono, suo padre, doveva a detta Chiesa. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 60 v.). CCCXVI. 1252, 5 Maggio. — Il notaio Manuele Loco da Sestri comincia a rogar atti in Porto Maurizio, in qualità di cancelliere di Tagliaferro Avvocato, podestà di Porto Maurizio e di Taggia. (Gli atti conservatisi all’Archivio di Stato e i rogati a Porto Maurizio vanno sino al 20 aprile 1253, da p. 1 a p. 27, altri sono rogati in Genova e Sestri e vanno da p. 27 sino a p. 63. CCCXVII. 1252, 23 Maggio. — Nicoloso, figlio di Guglielmo Guercio de Bruscata da Sestri, riceve in accomandita da Ansaldo Anseimi da Sestri s. 50, che porta in Oriente. In Genova, di rimpetto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Valle, speziale. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. II, p. 245 v. CCCXVIII. 1252, 23 Maggio. — Ugo Caldino da Sestri dichiara dover dare I.. 41 a Grimaldo de Arenzano, e ad Ughetto, figlio del qm. Ardizzone Bona-gamba, per pensione d’una fornace, tenuta da suo figlio Sestolino. In Genova, di rimpetto la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Giberto da Nervi, Reg. i, p. 89 v., Arch. di St. in Gen.). CCCXIX. 1252, I Giugno. — Guglielmo, canevarius del monastero di Sant’Andrea di Sestri, riceve da Corrado Calvo L. ,30, che dice utilizzare per detto monastero, e che restituirà fra 15 giorni. In Genova, di rimpetto la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. II, p. 251 v.). ι ιό SESTRT ANTICO CCCXX. 1252, 17 Settembre. — Prete Giovanni, rettore e ministro della chiesa di Sant’Ambrog'io di Fegino, ricevuto l’ordine dall’arcivescovo Giovanni da CogOrno, alla presenza di Inghetto di Negro, di Frate Guglielmo da S. Martino, di Piperino, pittore, dà possesso del chiericato nella chiesa di S. Giovanni di Sestri a Tommasino, figlio di Ansaldo de Loco, facendogli toccare i panni dell’altare, le corde delle campane e assegnandogli un posto in coro. In Sestri, nella chiesa. (Not. Manuele de Loco, Reg. I, p. 50). Le cerimonie , che vengono descritte nel presente atto, pare alludino ad una presa di possesso, non però di beneficio parrocchiale, a) perchè è vivente Oberto, rettore di S. Giovanni, come emerge dal documento CCCXXI; 6) perchè il possesso del beneficio parrocchiale d ordinario vien dato, 1) con l’ingresso nella chiesa, 2) con atto di sedere in coro, 3) con il suono della campana, 4) con il bacio dell’altare, 5) con aprire e chiudere il messale ed altre cerimonie di simil genere (1) v. g. sedendo nel confessionale, salendo sul pergamo ecc., e secondo il Wan-Espen con l’aspersione dell’acqua benedetta, ovvero con il semplice tocco della chiave o della porta, oppure con il semplice sguardo o veduta del pinnacolo della chiesa, per chi fosse impedito (2). Non è atto di immissione nel possesso di qualche canonicato : perchè 1) non vi è concorso del Capitolo, (3) radunato al suono della campana ; 2) nè l’assegno del proprio posto nel capitolo ecc. (4). L oggetto di tale cerimonia, pare sia piuttosto l’immissione in possesso di uwz. vicaria temporanea, o almeno un beneficio semplice, a) perchè vi concorrono le principali formalità prescritte e sopra riferite del gius circa il possesso ; b) il Tommasino era chierico sì, ma già ordinato al sacerdozio, e quindi veniva eletto in qualità di vice-parroco o cappellano. Così appare nel doc. CCCXIV, circa Tomaso Loco, fratello di lui, che da chierico o cappellano di S. Giovanni era eletto a parroco di Borzoli ; c) chierico è nome generico, preso sovente per canonico, parroco, cappellano ecc., come si legge qua e là nelle disposizioni del diritto canonico ; d) dei tre personaggi presenti forse due figuravano come testi, ed uno qual rogante dell’atto, come è prescritto; e) benché ne’ primi cinque secoli della Chiesa vi fossero de’ chierici promossi agli ordini sacri, ed altri non ordinati, ma segnati nel canone o matricola della chiesa, come v. g. i difensori, gli economi, i notari, i sacristani, i man-sionarii (5), senzachè si distinguessero dai laici nel vestimento (6), pure nella fattispecie il Tommasino apparisce quale sacerdote, massaro e ministro delle temporalità della chiesa, convivente con il parroco ecc. (vedi doc. CCC); ponendo atti , v. g. 1’ occupazione del posto in coro ecc., che rivelano piuttosto condizione di sacerdote, che non di semplice chierico. Nè deve muovere a meraviglia la modestia del nome ; così si usò molt’anni tra gli ecclesiastici, non dimenticando che, come i semplici preti chierici venivano nominati, così i parrochi ed i rettori delle chiese parrocchiali si chiamavano semplicemente ministri opreti, come risulta e dal pres. doc. e dal nostro arch., dal 1157 al 1558, da Alessio a Michele Durante, entrambi parroci di S. Giovanni Battista ; f) d’altra parte la presa di possesso (1) Card. Soglia , Inst. Iur. priv., par. 96 ; Craisson , Manuale totius luris Can., I, n. 465. (2) Ius Eccl., p. 2, t. 26, c. 2, 11. 2 ; Canestri , Giurisprudenza Cati, e Civ., c. I, p· 22. (3) Soglia, op. et loc. cit. (4) Ferraris, Biblioteca Canonica, « Canonicatus », 11. 15. (5) Thomassinus., Velus et Nova Eccl. Disciplina, II, 34, 1, 2, etc. (6) Bened, XIV, De Synod. Dioec., II, 8, 1; Bouix, De Capit., P. I, par. 8, p. 32. / SESTRI ANTICO i I 7 de semplici chierici, dell'altare, delle campane e del coro, nè presentemente nè in epoca rimota, nè per legge o per consuetudine si ha che sia giammai avvenuta; g) se poi il Tommaso fosse stato semplice chierico di S. Giovanni, avrebbe dovuto essere iniziato entro l’anno, o almeno assai presto, a’ sacri ordini per poter fare il parroco, mentre di questo nel doc. CCCXIV non se ne fa alcuna menzione; quindi lo stesso si può dire del Tommasino che si mostra quasi un successore di lui ; h) il Tommasino infatti appare fratello di Tommaso. Per asserire poi che sia la stessa persona, bisognerebbe supporre che il Tommaso eletto parroco di Borzoli, abbia, appena eletto, rinunciata dopo qualche mese 1’ arcipre-tura di Borzoli, e quindi rieletto a chierico o cappellano di S. Giovanni; supposizione per nulla ammissibile e destituita di fondamento. Si potrebbe però obbiettare che il nome di vicario temporaneo, o di cappellano parrocchiale, non era ancora usitato nel secolo XIII, scrivendo il Tommassini : Dopo il mille si chiamavano nelle chiese cappellani quei ministri inferiori del coro (del capitolo), che in ragione di prebenda ottenevano certe cappelle a loro favore ivi designate (op. cit., T. Ili , c. 70), pure per analogia poteano essere chiamati anche cappellani coloro, che nelle chiese parrocchiali fungevano da coadiutori del parroco, come si rivela dalle cerimonie, usate nella collazione di questo semplice beneficio, e dalla natura dell'ufficio stesso. D’ altra parte in questo secolo vediamo già usati i nomi di vicario e cappellano parrocchiale, come risulta dal citato autore (T. Vili, c. 36). CCCXXI. 1252, 6 Ottobre.— Prete Oberto, rettore e ministro della chiesa di San Giovanni di Sestri, costituisce Tommaso Loco e Giovanni Lavegio, chierici di detta chiesa, in massari o ministri delle cose temporali di essa, sino al giorno di sua morte. Essi promettono di ricevere e tenere tutti i redditi e le obbligazioni in comune e provvedere il rettore di vitto e vestito. In Sestri, nella casa della chiesa. (Not. Manuele de Loco, Reg. I, p. 51). a) Questo Tommaso Loco è lo stesso che Tommasino, di cui parla il precedente documento. Non abbiamo ragioni che ci mostrino il contrario, ma piuttosto, per deduzioni fondate possiamo sostenere la nostra asserzione, sendo Tommaso già investito dell’ ar-cipretura di Borzoli ; nè sembraci probabile che Ansaldo Loco avesse tre figli che si chiamassero con lo stesso nome Tommaso, Tommasino e Tommaso, nè sia necessario per dare una spiegazione del diminutivo di Tommasino del documento CCCXX , ricorrere ad inutili congetture. b) Tommaso Loco e Giovanni Lavegio ci appariscono chierici insieme e matricolarli, cioè massari, ministri delle cose temporali. Sotto il nome di matricolarii anticamente venivano indicati i sacerdoti ed i diaconi della chiesa cattedrale, da matrice o madre chiesa (1) cui erano ascritti ; quindi vennero chiamati con tal nome tutti quei che come campanari , custodi, sacristani ecc. inservivano alla chiesa, rimunerando tali uffici con i loro proventi nella classe dei beneficii ecclesiastici (2). Altri erano preti, altri chierici ed altri laici, e loro incombeva 1’ amministrazione delle temporalità della chiesa, la distribuzione di una quarta parte di beni della chiesa nelle riparazioni. Senonchè sul finire del secolo XIII (12S7) il Concilio di Eseter, in Francia, cominciò a permettere ai laici tale amministrazione. Essi si dissero col decorso del tempo massari, fabbricieri, ecc. (3). (1) Bouix, De Capit. P. I, par. IV. (2) Thomassinus, op. cit., T. II, c. 33, 14. (3) Trattato sulle Fabbricerie, Buona Semente, A. Ili, p. 243. 118 SESTRI ANTICO c) Il diritto di collazione di tale officio e beneficio era alcuna volta del vescovo, altra volta del parroco ed anche degli altri chierici (i), quindi non è a stupire che il parroco Oberto assuma e costituisca Tommaso Loco e Giovanni Lavegio in massari della sua chiesa. CCCXXII. 1252, 16 Dicembre. — Frate Umberto d’Asti, monaco e sindaco del monastero di Sant’Andrea di Sestri, eletto sindaco il 5 marzo 1251, riceve in prestito da Pasquale de Balneo e Nicolò Tortorino L. no, che servono per comprare una terra posta in Sampierdarena , 1. d. Sala. Presta garanzia Federico, marchese di Gavi. In Genova, dirimpetto la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Notari Ignoti, Reg. I). CCCXXIII. 1252, 20 Dicembre. — Il pontefice Innocenzo IV scrive a Giovanni (da Sestri) prevosto di S. Maria di Castello. Accordi un benefizio a prete Si-mone, raccomandato da Luchetto Grimaldi «. Ad provisionem illorum ». Da Perugia. (Not. Giovanni Vegio, Reg. , p. I, Parte I, 230 v.). CCCXXIV. 1253, 12 Febbraio. — Ugone Vaccari, Giovannino RebufFo, entrambi di Sestri, e Guglielmo da Pegli, ricevono da Ogerio Caldino, erede del qm. Oberto Alexii, un sacco di lana di Tunisi. In Genova , di rimpetto la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. Ili, Parte II, p. 18). CCCXXV. 1253, 3 Aprile. — Pietro Polpo de Mari ordina che si dia 27 1 \2 mez-zarole di musto bianco al monastero di Sant’Andrea di Sestri, invece di L. 20, aggiudicate ai monaci dal qm. Ottone Polpo de Mari, suo padre. In Genova. [Foliaiium Notariorum, Voi. I, p. 4S9 v., MS. citato). CCCXX VI. 1253, 24 Aprile. — Sesto del qm. Ottaviano da Sestri loca per un anno a Giacomo Ginata da Sestri una barca catalana a sei remi, coll’ albero, 1’ antenna, la vela e ogni attrezzo, del valore di L. 4 , dandogli per fitto soldi 4 il primo dell’anno. In Genova , di rimpetto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Valle, speziale. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. IV, p. 60 v.). (1) Thomassinus. Vclus et Nova eie., T. II, c. 33, 16. SESTRI ANTICO 119 CCCXXVII. . 1253, Il Maggio. — Corso de Armoino vende a Enrico de Spegio una terra nel territorio di Sestri, 1. d. Burgum de Terrucio. L’ atto è rogato in villa Sexti, sotto il portico della casa di Ansaldo de Loco, essendo presenti Mignone Pennuto, Nicolò Mangino e Giovanni Bonalevato. (Not. Manuele de Loco, Reg. I, p. 28 v.). CCCXXVIII. 1253 , 17 Maggio. — Bencio Riccio e Pietro Doria dànno piena facoltà a Giacomo Doria di locare due magazzeni, che hanno in Sestri, e che possedeva Adorno, pellicciaio. In Genova. (Folìatium Notariorum, Voi. I, p. 502 v.). cCcxxix. 1253, Il Giugno. — Giovanni, figliò di Rollando Montanaro da Sestri, alla presenza del Not. Manuele Loco e dei fratelli Guglielmo e Ansaldo, tutti di Sestri, riceve L. 40 come dote della moglie Oliveta , figlia di O-recchia da Sestri. In Genova, presso la cattedrale. (Not. Palodino da Sestri, Reg. II, p. 146). cccxxx. 1253, 14 Giugno. — Guglielmo Galiano da Sestri riceve L. 16 come dote della moglie Verde, figlia di Oberto de Guasco. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo dove abita Oberto Bonifacio. (Not. c. s., p. 147 v.) CCCXXXI. 1253, 24 Giugno. — Guglielmo Calvo da Sestri e la moglie Mindonia , alla presenza di Giovanni Bastone, di Sisto Maggiocco, di Guglielmo Chiappori, tutti di Sestri, vendono a Lorenzo Maggio una casa posta nel borgo di Sestri, presso il lido del mare e la terra di Giovanni Dentuto, che fu dei Guerci. In Sestri, sulla piazza presso la casa del Not. Palodino. (Not. c. s., p. i49'r CCCXXXII. 1253, 21 Luglio. — Giovanni, figlio di Bartolomeo de Muris, e Rolando de..., Gigio e Pietrino Musatore da Multedo promettono a Rolando di Bernardo, a Giovanni suo figlio, a Oberto Traverso e a Gidio Calvi da Sestri di andare colla lor nave in Oriente. In Genova, nella casa di Guieto de Vedereto. (Not. Manuele de Loco, Reg. I; p. 31 v.). 1 20 SESTRI ANTICO CCCXXXIII. 1253, 23 Luglio. — Palodino da Sestri, notaio, vende a Giacomo Baia-monte del Finale una casa posta in Sestri in Burgo Lardarle, confinante colla strada, colla terra di Giovanni Dentuto e di Pelieto da Pegli. In Genova. (Not. c. s., p. 31). CCCXXXIV. 1253, 31 Luglio.— Giuliano, figlio di Ghisalberto da Sestri, dichiara dover dare L. 7 ai fratelli Faziolo e Guglielmo del qm. Alinerio Panzano seniore, per 10 mine di grano acquistate. In Genova. (Not. Gio. Enrico de Porta, Reg. II, Parte I, p. 103). cccxxxv. 1253, 2 Agosto. — Lanfranco de Carmandino del qm. Simone, a nome suo e dei fratelli Gentileto e Leonino , vende a Enrico Lombardo da Sestri terre in Sestri, 1. d. in barchis, confinante colla terra dei Cappa e dei Malocello.. In Genova, di rimpetto la casa di detto Lanfranco. (Not. Palodino da Sestri, Reg. II, p. 152). CCCXXXVI. 1253, 5 Agosto. — Aldana, moglie di Ansaldo di Anseimo, fa testamento. \7uol essere sepolta presso la chiesa di S. Francesco di Sestri. Lascia alla figlia Marchesina una tunica verde, ad Adalasina, moglie di Oberto de Oliva, una pezza di drappo tessuto bianco dOriente, a Sibellina, figlia di Rosa de Serena, una camicia di cotone. In Sestri, nella casa di Anseimo di Elena. (Not. Manuele de Loco, Reg. I, p. 32). CCCXXXVII. 1253, 13 Agosto. — Nicolò da Chiavari e Gandolfo da Sestri, scrivani del consolato dei forestieri, dichiarano ad Aicardo de Camodeia da Novara, console dei forestieri, di aver ricevuto tutti i pegni per i bandi, cominciando dal giorno di S. Biagio, e ciò alla presenza di Delfino Gam-baro, console in città, e di Amedeo, figlio del Not. Palodino da Sestri. In Genova, nella casa di detto Gandolfo. (N'ot. Palodino da Sestri, Reg. II, p. i54). «estri antico I 2 I CCCXXXVIII. 1253, 16 Settembre. — Tommaso Loco da Sestri, chierico di S. Bartolomeo di Livellato, alla presenza di Amedeo , figlio del Not. Palodino da Sestri, costituisce procuratore suo padre Ansaldo Loco. In Genova , nella casa dei canonici di Castello , dove abita il Notaio Palodino. (Not. c. s., p. 164). CCCXXXIX. 1253, 9 Ottobre. — Prete Belmosto, rettore di Sant’Eugenio di Crevari, alla presenza di Enrico Calvo da Sestri, riceve da Guglielmo Riccio, sindaco degli uomini di Crevari, soldi 10, spettanti a detta chiesa per le cante gore. In Genova, di rimpetto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Valle, speziale. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. IV, p.234. Il riferito documento dimostra non essere abbastanza fondata la sentenza di chi opina esserle cantagole, cantagore, cantégue una derivazione d’oltremonte. Infatti, scrive il Rossi, nelle chiese di Milano erano in uso nel XIV secolo certe processioni, così chiamate in che le fanciulle, sfilando e cantando, questuavano per la fabbrica del duomo (1); queste venivano proibite in Savona, sullo spirare del secolo XVI, dal vescovo Costa ; ma usano tuttavia ne’ paesi della rivieva e delle valli più vicini a Genova, per la questua, che comincia dopo le vendemmie, a suffràgio de’ defunti (2). Il Costa proibiva le cantegore, come abuso che comincia nella solennità delle Palme e perviene fino a’ giorni solenni di Pasqua, cantando le fanciulle canzoncine amatorie (3). Ora le cantagore risuonavan prima almeno di un secolo ne’ vici, nelle contrade, nelle spiaggie e nelle valli della Liguria, nel secolo XIII, e piuttosto giovinotti che donzelle erano quelli che circuivano per tale popolare costumanza. CCCXL. 1253, 21 Ottobre. Adalasia de Guidone, volendo entrare in religione, fa testamento. Lascia L. a Sant Andrea di Sestri e s. io ai frati minori di Sestri. In Sampierdarena, in una camera della chiesa di S. Maria della Cella. (Not. c. s., Reg. Ili, Parte I, p. 119 v.). CCCXLI. 1253, 21 Dicembre. Adalasia de Murta, vedova di Guglielmo Lomel-lino, ratifica il suo testamento, scritto dal Not. Guglielmo da Pegli. Vuol essere sepolta, presso il monastero di Sant’Andrea di Sestri. In Genova. (Foliatium Notariorum, V. I, p. 524 w). (1) B01T0, Oblazioni per la fabbrica del Duomo di Milano, dal 1386 al 1402 ; Nuova Antologia, 1888. (2) G. Rossi, Il rito ambrosiano, IV. Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. XIX, p. 534. (3) Constit. Synod. Savon., p, 46. 12 2 SESTRI ANTICO CCCXLIL Anno 1253. — Epitaffio. φ : M:CC:LIII SEPVLCRVM DOMINI GVILENZO NI DE CAMPELLIO ET HEREDVM EIVS. MCCLIII SEPOLCRO DEL SIGNORE GUILENZO NE DE-CAMPEGLI E DE’ SUOI EREDI. « La presente iscrizione è sopra due pezzi di marmo, il primo dei quali contiene la data sotto uno stemma gentilizio, composto di due sbarre orizzontali, ed esiste sulla facciata della cappella già Badia di Sant Andrea di Sestri Ponente ». (Alti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. XII, Parte I, p. 84). CCCXLIII. 1254, 31 Gennaio. — Sesto, figlio di Ugone Caldino da Sestri promette a Corrado Vento di fargli avere 10,000 mattoni della sua fornace, che ha in Panagio, per s. 9 e den. 6 per ciascun migliaio. In Genova, presso la bottega dei Pediculi. (Notari Ignoti, ’Reg. XXVI). Il io gennaio del 1229 Sibilla, vedova di Nicolò Leccanozze, locava per un anno a Giovanni Vaccari da Sestri fornacem de Panagio per L. 5 (x). CCCXLIV. 1254, 3 Febbraio. — Ricobono Cassotana da Pegli vende a Giacomo Cacciavia del Priano la metà d’ un castagneto, posto nel territorio di Pegli 1. d. Vallis de Pinu, che ha in comune coi monaci di Sant Andrea di Sestri, presso il fiume Varenna, verso il mare, confinante colle terre dei Casale e dei Bonavia. In Genova, di rimpetto la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. V, P. I, p. 16). CCCXLV. 1254, 19 Febbraio. — Giacomo, marchese di Ponzone, alla presenza di Giovanni Grosso da Comago, riceve dal notaio Palodino da Sestri, am basciatore di Giacomo Malocello, alcune somme dovute. In Genova, nella casa dei Baldizzoni. I Marchesi di Ponzone aveano venduto i diritti, che godevano sopra λ arazze , Malocello. (Not. c. s., p. 26). CCCXLVI. 1254, 5 Marzo. — Ianuino de Predono del qm. Oberto dà in locazione per 10 anni ad Alessio da Sestri, ed a Magnone Pennuto tutti i boschi, che ha nel territorio di Sestri, 1. d. Cavaculi e m bruxetis e la metà del bosco, (1) Notari Ignoti, Reg. L, Parte I, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). SESTRT ANTICO ■ 123 che ha nel Gazo, in ragione di soldi 17 annui, colla condizione che detto Ianuino possa prendere le spine per fare le siepi alla sua terra, e i ceppi per cuocere il pane nel suo forno di Sestri, e far pascere in altri boschi i suoi muli, asini e cavalli. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. c. s., p. 34 v.). CCCXLVII. 1254, 23 Marzo. — Giacomo Migone da Sestri dichiara dover dare lire 93 ad Antonio de Asture per terra con casa posta in territorio Sexti 1. d. in Bruscata, vendutagli in atti del Not. Guglielmo da Pegli. In Genova, di rimpetto la bottega dei Pediculi. (Not. Guido de S. Ambrosio, Reg. I, p. 35). CCCXLVIII. 1254, 25 Marzo. — Sesto da Sestri vende a Nicola Cavalerio da Messina, a Guglielmo de Lerida, a Guglielmo de Plamerio di Montpellier una barca, chiamata ,5". Stefano, con remi 7, che è sulla spiaggia di Sampierdarena, per L. 11. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 36). CCCXLIX. 1254, 25 Marzo. — Gianuino de Predono vende a Guglielmo Urseto da Sestri e a Bennata sua moglie un pezzo di terra con casa, posta nel territorio di Sestri, al Gazzo. confinante colla terra del qm. Rubaldo Anivino. In Genova. (Foliatium Notariorum, Voi. I, p. 529). CCCL. 1254, 29 Maggio. — Giovanni Peloso da Sestri e Giannino suo figlio dichiarano dover dare L. 5 e s. 10 a Lanfranco de Planis, per prezzo d’un mulo. Presta garanzia Guglielmo de Pomo da Sestri. In Genova, di rimpetto la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Bartolomeo de Fornari. Reg, V, P. 1, p. 116 v.). CCCLI. 1254, 14 Luglio. — Alda, figlia del qm. Ugone Spalla da Sestri e moglie del qm. Oliverio Arnaldo, dichiara di avere ottenuto dal capitolo della cattedrale di Genova il passaggio in un fondo, posto in Borzoli, 1. d. Cella. In Genova. (Codice P. A., p. 199, Codice P. B., p. 62. Arch. Capitolare di S. Lorenzo). 124 SESTRI ANTICO CCCLII. 1254, 5 Settembre. — Palodino da Sestri, notaio, vende a Oberto Merlo per L. 33 ij2 una casa, posta in Sestri, in hurgo Lardarle, confinante colla strada e colla spiaggia del mare, la terra di Giovanni Dentuto, la casa di Oberto Tachino. In Genova, presso la casa, dove abita Guglielmo Rossi da Cogorno. (Not. Guido de S. Ambrosio, Reg. I, p. Si). CCCLIII. 1254, 10 Settembre. — Nicoloso da Sestri costituisce procuratori Riccio de Buxono da Sestri, Guglielmo de Mari e Bonifazio de Mari suo figlio, col mandato di riscuotere L. 6 dagli eredi del qm. Lanfranco da Sestri. In Genova, nella cattedrale. (Not. Antonino da Quarto, Reg. I, p. 27 v.). CCCLIV. 1254, 29 Dicembre. — Bruno de Riccadona, curatore della nipote Giovanna , cede ad Amicheto de Airaldo alcuni diritti, che ha detta sua pupilla sui beni del qm. Anseimo. L’ atto è rogato in Sestri, nella casa del Not. Palodino, essendo presente Giacomo Chiappori. (Not. Palodino da Sestri, Reg. I, Parte II, p. 4 v.). CCCLV. 1254, 29 Dicembre. — Frate Montano, monaco di Sant’Andrea di Sestn, sindaco, procuratore e attore costituito da Guglielmo abate, Guglie mo priore, Giacomo d’Asti, Guglielmo da S. Donato, monaci, Guglie mo sot topriore, Umberto d’Asti, Oberto da Sori, Enrico da Taggia, Oliviero da Genova, Guglielmo da Gavi, Giovanni Lercari, Ogerio Cutica, n Capriata , Enrico da Maddalena, Giovanni Oleario, Guglielmo da Castei-nuovo, Riccardo da Pavia, Guglielmo da Montegrosso e Obertino a cenza (come da procura del 25 febbraio 1254), loca a Guglie mo acca rello tre mulini, che il monastero possiede nell acqua di Varenna, co pa di dare ai monaci 18 mine di frumento al mese, e di non tagliare g 1 a en, la vigna, etc. Nel chiostro del monastero (2 atti). (Not. c. s., pp. 7 v., 8). CCCLVI. 1255, 12 Gennaio. — Gandolfo da Sestri riceve da prete Giacomo, ministro della chiesa di S. Biagio di Serra, L. 5, che deve a Giannino, suo figlio, per frutti di due anni della prebenda che e per avere. In Genova, nella casa del qm. Ugone Fornari. (Not. Matteo de Predono, Reg. I, Parte II, p. io). SESTRI ANTICO 1*5 CCCLVII. 1255, 13 Gennaio. — Bonavito de Cervo riceve L. 15, come dote della sua sposa Alasia, figlia dei coniugi Giovanni Tonso da Sestri e di Sibilla. L’atto e rogato in Sestri nella casa del Not. Palodino , essendo presenti Raimondo de Bombregaria, Lorenzo Calvi e Ansaldo de Berta. (Not. Palodino da Sestri, Reg. I, Parte II, p. 2 v.). CCCLVIII. 1255, 13 Gennaio. — Giacomina, figlia del qm. Biagio da Sestri, alla presenzia di Ansaldo Suppa, dona come parte di dote allo sposo Ansaldo del qm. Anseimo di Girardo un edifizio con forno del valore di L. 13, e s. 8, posto in Sestri, sulla terra dei canonici di S. Lorenzo, confinante colla strada, col lido del mare e colla casa di Giovanni, venditore di sevo. (tre atti). Gli atti son rogati in Sestri, di rimpetto la casa del Not. Palodino. (Not. c. s. p. 2 v.). CCCLIX. 1255, 14 Gennaio. — I coniugi Bartolomeo de Muris e Aidela vendono ad Ansaldo Loco da Sestri una terra, alberata di castagni, per L. 6, posta nel territorio di Sestri, 1. d. Praello, confinante colle terre di Sorleone Busnardo, (notaio) dellar chiesa di S. Giovanni di Sestri e col fossato. L’atto è rogato in Sestri, sotto il portico della casa di detto Ansaldo. (Not. c. s. p. 3 v.). CCCLX. 1255, 27 Gennaio. — Giacomo da Sorriva da Sestri, essendo in lite con Gugliemo da Quigliano per una quantità di calcina, estratta dalla sua calcinara di Panigaie, e che gli vendette, lite affidata' all’ esame del podestà di Voltri, di comune accordo elegge arbitri Alessio da Sestri, Tommaso de Casella, Enrico Doria e Ansaldo da Sorriva. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 16). CCCLXI. 1255, 21 Febbraio. — Druda, moglie di Villanino Cibo , fa testamento. Vuol essere sepolta presso il monastero di S. Andrea di Sestri. Lascia L. 200 per comprare calici, paramenti e per sostentare un sacerdote per utilità di detto monastero. L’atto è rogato presso il monastero in cappella, essendo presenti Guglielmo abate, Guglielmo priore, frate Enrico, portinaio, frate Giacomo Bo-rello e frate Rollando da Genova. (Not. c. s., p. 22). _ I 2 6 SESTRI ANTICO CCCLXIL 1255, I Aprile. — Ingo Caldino, a nome suo e a quello di suo fratello Simone, vende per L. 13 a Giovanni Merlo da Sestri una casa, posta in Sestri alla spiaggia, oltre Lardara, verso occidente, confinante col lido del mare e colla casa e piazza di Sesto Caldino. Presta garanzia Guglielmo, figlio emancipato di Ugone Caldino da Sestri. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (3 atti). (Not. c. s. pp. 30, 30 v.). CCCLXIII. 1255, 7 Aprile. — Bruno de Riccadonna da Sestri, alla presenza di Guglielmo Calderone, di Rollando Suppa, di Bresciano, calzolaio, di Favallo de Marchisio, fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Andrea di Sestri. Lascia s. 5 alle chiese di S. Giovanni e di S. Francesco e di S. Martino di Sestri, e di S. Maria di Coronata : benefica gli ospedali di S. Giovanni e di S. Lazzaro di Genova. L’atto è rogato in Sestri, nella casa di detto Bruno. (Not. c. s. p. 39 v.). CCCLXIV. 1255, 11 Aprile. — Giovanni Iosorio da Sestri, alla presenza di Giovanni Tonso e di Lorenzo Calvi riceve L. 4 e s. 10 da Alessio de Barbarello che pone in società, negoziandole nella sua fornace, fino al giorno di S. Michele. L’atto è rogato in Sestri di rimpetto la casa del Not. Palodino. (Not. c. s. p. 32 v.). CCCLXV. 1255, 21 Aprile. — Boninfante Pennuto da Sestri, sopranominato Taglia-vigna, dà al genero Giovanni Belmosto da Pegli, come dote della sposa Simona, una casa del valore di L. 40, posta nel borgo di Sestri, ove abita Buongiovanni Calvi, confinante colla strada, il lido del mare e le case di Giovanni Dentuto e Oberto Duchini. In Genova nella casa di Pietro Elefante. (Not. c. s. p. 360). CCCLXVI. 1255, 21 Aprile. — Lanfranco, figlio emancipato di Celesia da Sestri, dichiara aver ricevuto L. 12, come dote della sposa Divizia, figlia di Gaia da Priano. In Genova presso la cattedrale. (Not. c. s., p. 37). SESTRI ANTICO 127 CCCLXVII. 1255, 21 Maggio. — Pietro Azario costituisce procuratore il Not. Gandolfo da Sestri, nella causa di divorzio colla moglie Castellina figlia di Guglielmo Castello da Casanova, e che il pontefice avea affidato all’esame di frate Nicolò, vescovo di Noli. In Genova, c. s. (Not. c. s. p. 62). Questo documento è interessante per la serie dei vescovi di Noli. Il Semeria si limita a dire : « Di questo vescovo (fra Nicolò) non ebbe cognizione 1’ Ughelli. Tuttavia non può mettersi in dubbio la sua esistenza, trovandosi memoria di lui nell’archivio episcopale, al giorno 2 dicembre dell’anno 1262, in cui apparisce avere il vescovo fra Nicolò stipulato una convenzione coi decurioni della città di Noli » (1). CCCLXVIII. 1255, 25 Maggio. — Guglielmo Gatto della podesteria di Sestri Levante, e Giovanni figlio di Ansaldo Anseimi di Sestri Ponente, fanno società per andare a pescare, imbarcandosi nella flottiglia che ora viene preparata. Avranno reti e barca e per la Pasqua si divideranno il lucro. · In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. c. s. p. 62 v.). CCCLXIX. 1255, IO Luglio. — Giovanna, vedova di Guglielmo Peloso da Sestri, promette a prete Giacomo, ministro della chiesa di Cornigliano , che suo figlio Ricchetto starà con lui per 12 anni occasione addiscendi litteras, per apprendere le lettere, facendo pure tutti i servizii, sì in casa che fuori di casa, sì in Genova che in Cornigliano. In Genova, nella casa del qm. Ugone Fornari. (Not. Matteo de Predono, Reg. I, Parte II, p. 122 v.). * CCCLXX. 1255, 30 Luglio. — Giannino, figlio del notaio Gandolfo da Sestri, riceve da David da S. Ambrogio, notaro, L. io in accomandita, che promette di portare e negoziare in Oriente. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 136 v.ì. CCCLXXI. 1255, 3 Agosto. — Prete Rubaldo, priore della chiesa di S. Maria del Priano, dell’ordine di Mortara, e Nicoloso Silvagno eleggono arbitri Martino Marabotto nella lite, tra essi vertente , per causa d’un muro, fatto (1) Secoli Cristiani della Liguria, Voi. II, p. 321. 128 SESTRI ANTICO fabbricare nel territorio di Borzoli da detto Silvagno, vicino alla terra della chiesa del Priano. In Genova, c. s. (Not. p. 140). CCCLXXII 1255, 9 Agosto. — Giovanna, vedova di Abracino da Sestri, e suo figlio Giovanni vendono per s. 50 a Guiliono Montanario una terra in Sestri 1. d. al Gazzo dove è un’ aia, confinante colle terre di Giovanni Lercari e di Ansaldo Loco. In Genova nella casa della chiesa di Castello, dove abita il Not. Palodino. _ (Not. Palodino da Sestri, Reg. I, Parte II, p. 73). CCCLXXIII. 1255, 14 Agosto — Giacomo, figlio di maestro Ottone da Sestri, e la moglie Catania vende a maestro Sesto da Sestri, ij3 d’una casa in Sestri, presso la spiaggia, confinante colla casa del qm. Rubaldino de Marini per L. 18. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 48). CCCLXXIV. 1255, 14 Agosto. — Bruno, figlio del q.m Secondo da Sestri, riceve da Raimondo Belmosto da Pegli, L. 11 di genovini, per cui darà tre bi-zanti di Siria, quando la nave di Simone de Galiana sarà giunta nell Οτι ente. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 48). CCCLXXV. 1255, 6 Settembre. — Giovanni, figlio del q.m Peloso da Sestri, riceve L. 20, come dote della moglie Giovannetta, sorella di Giovanni Cassina da Murta. In Genova, nella casa dei canonici di Castello. (Not, c. s., p. 42 v.). CCCLXXVI. 1255, 17 Settembre. — Giacomo, già vescovo di Ί orino, delegato dal pontefice nella causa matrimoniale d’ appello tra Matteo Barberio e Mar chesina da Sestri, impedito per la infermità della persona, suddelega prete Lanfranco, prevosto di S. Maria delle Vigne. In Genova nel chiostro di detta chiesa. (Notari Ignoti, Reg. XVI). SESTRI ANTICO CCCLXXVIL r p256r ,M Gennaio· — Gandolfo da Sestri, d’ordine di Ansaldo d’Asti e ί omazio Panzano, consoli in Genova di giustizia, trascrive un lodo, pronunciato contro Guilienzono Guasco da Noli, il quale, tornando di Provenza con una nave, carica di sale, dovea pagare i- diritti all’arcivescovo. In Genova. (II Reg. Arciv., in Atti Soc. Lig. di St. Patria. Voi. XVIII, p. 435). CCCLXXVIII. 1256, I Febbraio. — Pietro Anne da Sestri e Giovanni da Sorriva danno in locazione a Rogerio de Anseimo le parti, che hanno nella calcinara, chiamata Borella. In Genova presso la cattedrale. (Not. Giovanni de Vegio, Reg. I, Parte II, p. 171). CCCLXXIX. 1256, 8 febbraio. — Frate Guglielmo, rettore della chiesa di S. Martino di Sestri, da in locazione per 25 anni a Pagano Basso le terre, che detta chiesa possiede nella podesteria di Polcevera, nelle ville di Torbi e Para-vanico. In Genova di rimpetto la cattedrale. (Not. c. s. p. 173 v.). CCCLXXX. 1256, IO Febbraio. — Giovanni (da Sestri) prevosto di S. Maria di Castello, già delegato del pontefice Innocenzo IV , scrive all’ arciprete e ai canonici de Turanno, nella diocesi di Piacenza, di assegnare, secondo il mandato apostolico, un benefizio nella pieve de Carmiano, della stessa diocesi, al canonico Colombo. Da Genova. (Not. c. s., p. 175). 1256. « — Gli inquisitori di Sestri Ponente ottennero da Innocenzo IV la bella badia di S. Andrea, ov’egli era stato per cagioni di salute innanzi di andare in Francia. L inquisitore che egli vi deputò la prima volta fu il domenicano Anseimo della stessa città, entrato nell’ordine quando morte rapivagli il suo fondatore. Egli compilò maturatamente le regole e le costituzioni del Santo Ufficio di Genova, presentolle al governo con ingiunzione di farle trascrivere nel libro degli statuti e capitoli della città, conforme a un antico decreto di Innoc. Ili pubblicato in Viterbo ». (Serra, op. cit., IV, p. 115). Sestri antico. „ 13° SESTRI ANTICO Il Serra è in errore. La badia di S. Andrea fu data da Pio V in proprietà al P. Inquisitore domenicano soltanto il 19 die. 1569 con bolla speciale, alla morte del Rev. Bartolomeo Quacquaro, cui Pio lì avea concesso di rivestire le lane dell ordine cisterciense. E la serie degli abati di S. Andrea continua. Come potrebbe mai ciò seguile, se ceduta la badia al Ρ. Inquisitore di Genova nel 1256, desso vi avesse abitato come in luogo di sua proprietà fino al secolo XVI? Quindi mentre 11011 neghiamo il fatto, non ammettiamo la cessione della badia agli inquisitori fatta per Innoc. IV. _ CCCLX XXII. 1257, IO Marzo. — Michele Zerbi da Borzoli, accorda la nipote Sibillina con Rosa da Sestri per imparare 1’ arte di tagliare e cucire i panni di lino. Latto è rogato in Genova nel portico degli eredi di Nicolò Usodimare dove reggesi la curia di \roltri, essendo potestas plebium Vultui is et Boritili (essendo podestà delle plebi di Voltri e di Borzoli) Guglielmo Usodimare. (Not. Angelino de Sigestro. Reg. I, pp. 4S, 50 \\). Altri atti emanati dallo stesso podestà sub porticu quo regitur curia que est Baldoini Ususmaris et Petrini Ususmaris trovatisi in Not. Ignoti, Reg. XXVII. CLCLXXXIII. 1257, 16 Marzo. — Guglielmo Alfachino, alla presenza di Guglielmo Boccanegra, capitano del popolo, vende a frate Oliverio monaco di S. Andrea di Sestri ministro operis portus et moduli una terra con casa e cava pietre in Carignano presso il mare. In Genova, presso la chiesa di S. Marco. (Liba- lurium, I, col. 1254). CCCLXXXIV. 1257, 17 Marzo. - Guglielmo de Giordano, sindaco dell’università degh uomini di Sexto, riceve da Oberto Manfredo, sindaco del pieviere di Borzo , tanti fustagni per l’università o quartiere di Sexto. In Genova presso la torre del q.m Nicolò Usodimare. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. I, p. 73). « Al Comune venne aggiunto un altro nome , cioè quello di Università e una relazione diretta con i membri componenti l’università medesima» (1)· In at ] due termini Comunità e Università furono in seguito usati con facile promiscu atti notarili. CCCLXXXV. 1257, 19 Maggio. — Prete Guglielmo, priore, e frate Giacomo, canonico della chiesa di S. Maria del Priano, locano per anni 10 ad Andrea da Sestri, mugnaio, un mulino, posto nel fiume di Chiaravagna, presso a (1) G. Donaud, Sulle origini del Comune, p. 24. SESTRI ANTICO ' 13 I terra di Giovanni Cepulla, e a Giordano de Vincenzo locano un bosco nel 1. d. Costalta, confinante col bosco degli uomini di Murta e di Sestri, colla terra dei Bucucci, colla strada, e colle acque del Chiaravagna e della Rondanina. In Genova. (Not. c. s., pp. 106 v., e 107). CCCLXXXVI. 1257, Il Ottobre. — Il vescovo di Savona « scomunicò tutti i cittadini, e li interdisse senza sentir la loro scusa ; però essendosene eglino appellati, mossi da giuste ragioni, Papa Alessandro IV essendo in Viterbo l’anno terzo della sua incoronazione, addì 11 ottobre , delegò la causa all’ abate G. ... di S. Andrea di Sestri, dell’ ordine cisterciense, al preposito di S. Secondo d Asti ed a redisio di Camilla, canonico di Amiens, commo-rante in Genova, che udite le parti decernessero la verità del fatto, i quali la suddelegarono a Salvo, arciprete della pieve di S. Martino di Sampierdarena ». (Verzellino, Melnorie storiche di Savona, 1. c., p. 210). a) Il nome dell’abate di Sestri, ricordato colla sola iniziale, è Guglielmo, del quale si fa menzione nell’atto del 21 febbraio 1256. b) Per la serie dei vescovi di Torino si sapeva di già che un Tcdisio (di cognome controverso), canonico di Amiens, il 6 novembre del 1300 era stato prescelto dal pontefice Bonifazio Vili, a reggere la sede episcopale torinese (1). Ormai non vi è più dubbio sul cognome e sulla patria, giacché il 2 maggio del 1319, trovo il testamento di Tedisio de Camilla, vescovo di Torino, il quale, trovandosi in Genova, sceglieva sua sepoltura presso la chiesa di S. Domenico (2). È inutile aggiungere che nel Tedisio Camilla del nostro documento, giudice delegato coll abate di Sestri, si deve riscontrare il futuro vescovo di Torino. CCCLXXXVII. 1258, 8 Marzo. — Il pontefice Alessandro IV scrive all’abate di S. Andrea di Sestri, di approvare la permuta della chiesa di S. Martino de Via (alla Pace) appartenente all’arcivescovo di Genova, con quella di S. Stefano in S. Remo, appartenente al monastero di S. Stefano in Genova. « Ex parte venerabilis ». Da Viterbo. (Poch, Miscellanèa di St. Lig.. Voi. II, p. 33, MS. alla Bibl. Civieo-Berio'. CCCLXXXVIII. 1258, 14 Marzo. — Guglielmo Bucuccio de Mari e Giovanni Bucuccio de Mari, per sei anni e mesi 7 7, locano a Guglielmo Busnardo da Sestri, due pezze di terra, poste nei luoghi detti m gaz-io e in sparato ricevendo soldi 12 annui, per la festa d’Ognissanti. In Genova, presso la torre degli eredi di Nicolò Usodimare. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. I, p. 237). (1) Semeria, Storia della Chiesa Metropolitana di Torino, Torino, 1840, p. 1S7. (2) Not. Benedetto Vivaldi, Reg. Ili, Parte II, pp. 50, 60, S4. sestri antico CCCLXXXIX. 1253, 2 Agosto. — Pietro Pinardo da Voltri riceve in accomandita da Ansaldo Loco da Sestri L. 5, che suo figlio Francesco porterà in Provenza per negoziare , restituendogli poi il capitale e la quarta parte del guadagno. In Genova. (Not. Oberto Osbergero, Reg. I, p. 43, Arch. di St. in Gen.). cccxc. 1258, 28 Agosto. — Enrico Baiardo del Priano loca per 5 anni a lom-maso Cervo da Sestri */12 della-sua Calcinara, detta Caroco, per soldi 150 denari 2 di annuo fitto. In Genova. (Not. c. s., p. 63 v.). CCCXCI. 1259, IO Febbraio. — Martino Piota, sindaco degli uomini di Coronata, e Lanfranco de Furno, sindaco degli uomini di Cornigliano e di Campi, anno alcune convenzioni per riattare le strade. Gli uomini di Cornigliano si o bligano di fare la strada de Arata sino alla Colombara di Sestri. (Foliatium Notariorum, Voi. II, Parte I, p. 16 v.). % CCCXCII. 1259, 22 Marzo. — Giovanni Gollo riceve alcune somme, dovutegli da Giacomo Migone. — Sorleone Busnardo figlio di Giovanni nce\ e 3 > per dote della moglie Adelina. I due atti son rogati in Sestri, dal Notaio Manuele Loco, ne a di Ansaldo Loco, essendo presenti Guglielmo Graterico, Lanfranco, g di Sesto Ceresia, Giovanni Peloso, Giacomo Gollo e Giovanni (Not. Nicolò de Porla, Reg. I, p. io e io v.). CCCXCIII. 1259, 27 Aprile. — Giovanni da Sestri, giudice, figlio del q.m Gandolfo da Sestri, riceve L. 400 per dote della sposa Franceschina, nipote Ogerio de Crispa. In Genova, nel chiostro di S. Maria di Castello. (Notari Ignoti, Reg. 621). CCCXCIV. 1259, 27 Aprile. — Oberto di Cepulla da Sestri compra da Lanfranco Rebuffo da Sestri un mulo per L. 14 e d. 10. _ In Sestri di rimpetto la casa di Ansaldo Loco, essendo presenti om maso Casella e Soccorso Calvi. (Not. Nicolò de Porta, Reg. I, p. 18). SESTRT ANTICO 133 CCCXCV. 1259, 27 Aprile. — Prete Giovanni, rettore e ministro della chiesa di S. Giovanni di Sestri, alla presenza di Guglielmo de lordano e di Rollando Caldino, dà in locazione ad Ansaldo Loco , a Magnone Pennuto e altri socii della calcinara di Roccabruna, un pezzo di terra boschiva e ca-staneativa, posta in Sestri 1. d. Ledite, dando licenza di tagliare piante, eccetto che quelle di castagno, per lo spazio di quattro anni in ragione di s. 8 annui. In Sestri, sotto il portico di Ansaldo de Loco. (Not. c. s., p. 18 v.). CCCXCVI. 1259, 14 Maggio. — Il Notaio Manuele Loco da Sestri è cancelliere di Nicolò de Sclaratini da Regio, console di giustizia in Genova ρΛ· il borgo, e roga gli atti nel portico del q.m Murialdo de Turca, dove è il consolato del borgo. (Not. c. s., p. 26'. CCCXCVII. 1259, 19 Settembre. — Ansaldo de Anseimo da Sestri riceve a mutuo da Marchesino l· assolo da Cornigliano soldi 30 di genovini , onde in Calabria gli darà mezza onza d’oro di tarini, secondo il giusto peso del regno di Sicilia. In Genova, presso la stazione dei Malocello. (Not. Giberto da Nervi, Reg. II, p. 29). CCCXCVIII. 1259, 19 Novembre. — Guglielmo de Pomo da Sestri riceve alcune somme da Panzanino Panzano per terre vendutegli in Sestri 1. d. Faja, confinanti colla costa, il fossato, la terra di Ansaldo di Negro e Lanfranco Chiappori. la Genova, nel banco di Guglielmo Leccacorvo. (Not. c. s., Reg. I, p. 139). Panzanino Panzano fece parte del consiglio genovese, che il 15 luglio del 1254, d’accordo col podestà Rodolfo de Graidano, elesse il notaio Enrico de Bisamne , cancelliere del Comune, col mandato di nominare arbitri il capitano, il podestà e gli anziani di Firenze nelle discordie , che venivano col Comune di Pisa , intorno al dominio e alla superiorità territoriale di Lerici ed altre castella (1). Il 25 febbraio del 1265 veniva elttto procuratore da Guglielmo da Montale (2). (1) IAbcr lurium, Voi I, col. 1184. (2) Not. Corrado Capriata, Reg. I, p. S9, Arch. di St. in Gen. 134 SÈSTRI ANTICO CCCXCIX. 1259, 16 Dicembre. — Enrico Malocello, a nome dei suoi fratelli e nipoti,^ da in locazione per io anni ad Ansaldo Loco, per */3, a Sorleone a Sestri, per /s, a Giovanni Campanaro per 1/G, e a Tommaso de Castagneto per 1 ;e, la sua calcinara posta in Sestri ì. d. In Cuneo, per L. 7 annue. In Genova, presso la chiesa di S. Pietro di Banchi. (Not. c. s., Reg. II, p. n). CD. •260, 13 Gennaio. — Oberto Polpo de Mari concede a frate Oliverio, onaco di S. Andrea di Sestri, operario et ministro moduli, di estiarre p etre dalla sua terra, che ha in Albaro presso il mare, n Geno\ a sotto il portico di Opizzone Fieschi. (Liber lurium, I, col. 1316). CDI. 1260, 5 Maggio. — Bovarello Grimaldi per rimedio dell’anima sua dona a rate Oliverio, operano et ministro moduli et portus, monaco di S. Andrea Sestri, facoltà, di estrarre pietre dalla sua terra, che ha in Carignano presso il mare. In Genova nel palazzo del Comune quod fit in Ripa· (Liber lurium, I. col. 1317). CDII. 1260, 18 Maggio. — Alda vedova di Giacomo da Levanto per 1 permette a frate Oliverio monaco di S. Andrea di Sestri, ministro et offi ciano operis portus Ianue et moduli, di estrarre pietre dalla sua terra Albaro per lo spazio di 19 anni. In Genova nella villa d’Albaro. (Liber luiium, I, col.. 1320). CDIII. 1260. ... — Frater Oliverius vir mentis acumine dius, monaco della badia di S. Andrea di Sestri, d’ordine di Guglielmo Boccanegra, capitano del popolo, innalza in Genova il palazzo di S. Giorgio. (Epigrafe riferita da M. Remondini in Atti Soc. Lig. Stor. Patria. Voi. XII, P* 93)· « Il Cuneo, benché diligente scrittore, non lesse bene in quella epigrafe, difficile, epe l’altezza e per la forma de’ caratteri e per un foro, che la passa nel muro, ad intendersi, e la sua lezione come priva di senso, mi consigliò, dice l’Alizeri, a salire con gran c sagio, e scrutare con ogni diligenza le cifre di quel marmo. Ed eccone il tenoie qua e io il leggo, e come mi pare da leggersi per intelligenza della storia : « Urbis praesentis capitancus exislens Buccanìgra Guilielmus fieri me jussit ; postulo SESTRI ANTICO 135 pigra non cura sursum me transtulit aetatis in usum frater Oliverius vir mentis acumine dives ». Vedremo come la torta lettura dell’ epigrafe guidasse quel degno uomo in un labirinto, da cui tenta d’uscire per mezzo di congetture anche meno ragionevoli. Egli si duole che manchi nel marmo la data, o sia nascosta sotto il cordone dell’arco; nulla-dimeno vuol supplire al difetto colla cifra che si vede incisa in una di quelle rozze teste di leone sporgenti sull’esterna facciata, cifra (come egli dice) che indica 1’ anno 1260. ■Tali teste di forma cilindrica, e quell’altra che vediam collocata al disotto della suddetta iscrizione, si credono recate da’ Genovesi dalla città di Costantinopoli, come spoglie del distrutto palagio de’ veneti; sembra anzi assicurarcene il Caffaro quando scrive che di colà si recaron pietre e furono depositate in Genova, in domo aedificaia ad clapavi olei, che è quanto dire nella presente fabbrica. Ora, così ragiona il Cuneo, come furono adoperati nella costruzione di questo palazzo i marmi di Costantinopoli, che non giunsero in Genova colle navi di Antonio Doria prima del 1262, se nell’anno stesso veniva espulso vilmente dal Governo il capitano Boccanegra, che fece innalzare da’ fondamenti 1 ’edifizio ? Per altra parte il maggior numero degli scrittori ci narra che la costruzione di questo palagio venne cominciata nel 1262; ma è a credere che questa data debba riferirsi al tempo in cui venne ultimato. ... ». Dobbiamo noi avvertire ch’egli non lesse con esattezza neppur 1’ anno inciso presso la testa di forma cilindrica murata a destra sopra il prospetto, che è il 1250 e non il 1260... È evidente che questa data esisteva sul marmo prima ch’esso insieme agli altri venisse recato da Costantinopoli e accennava fuor di dubbio o alla fondazione o ad altra particolarità riguardante il palazzo edificato colà da Veneziani e distrutto da Genovesi. La data è così scritta / MCC \. Quanto all’innalzamento del nostro non mi par d’uopo di vagare insupposizioni,\ L . t ' o tacciar di fallo gli storici.... la lapide ci dice chiaro che il palazzo fu ordinato dal Boccanegra mentre teneva la dignità di capitano del popolo, che poscia la edificò sollecitamente per uso de venturi 1’ architetto Fr. Oliverio..... Due particolarità sono da osservarsi specialmente nel contesto di quei caratteri il postmodo e 1’aetatis in usum; l’uno pare indicarci che alla fabbrica si diede opera sbalzato che fu dalla sua carica il Boccanegra; l’altro, che il palazzo fu destinato a chi altri gli succedesse nel governo per andare di secoli. Ed ecco il come si concilia , che i marmi portati da Costantinopoli si usassero nella costruzione, e come gli scrittori movessero da sicure notizie, registrandola sotto il 1262 ». Il Remondini tronca qualsiasi questione e legge : ^ (IN MI) LLE\T0 BIS CENTUM DECIES Q(UOQUE SENO) URBIS PRESENTIS CAPITANEUS ENS BUCANIGRA GUILLELMUS! FIERI ME JUSSIT POSTMODO PIGRA NON CURA! JUSSUM! ME TRANSTULIT ENTIS IN USUM FRATER OLIVERIUS VIR MENTIS ACUMINE DIUS. (Giorn. Lig.·, an. 1874, p. 408). A pag. 461 dello stesso Giornale leggesi ancora : « Il socio D. Marcello Remondini richiamando ancora 1’ attenzione dei colleghi sulla epigrafe del Palazzo di S. Giorgio emette l’opinione che possa risultare dalla medesima, non essere frate Oliverio il primo architetto di siffatto monumento. Altri per avventura ebbe in origine da Guglielmo Boccanegra il carico di edificarlo, e il levò dalle fonda-menta, e (potrebbe anche darsi) ne condusse a buon punto la costruzione; quando Oliverio subentrò a modificarlo, per renderlo acconcio agli usi del capitano prò tempore. In tal guisa la fabbrica, mercè il consiglio e l’opera dell’ ingegnoso frate, sarebbe scampata dalla rovina a cui il furore popolare l’avrebbe condannata in odio di quel tiranno, allorché questi venne a cadere in disgrazia dei propri concittadini. SESTRI ANTICO La storia ben nota del Boccanegra, la parola jussum che legge si nella pietra e che rimarrebbe priva di significato senza questa interpretazione, ed i quattro segni posti nella lapide a guisa di punti ammirativi a speciale rimarco di a'cune parole, persuadono al Remondini sì le accennate vicende dell’edificio e sì questa nuova interpretazione della epigrafe : Λ ι/l anno 1260 Guglielmo Boccanegra essendo capitano di questa città ordinò che io ossi cos/rullo. Poco tempo dopo, giacché io era ordinato (jussum) frate Oliver io, uomo unno per acutezza di mente, mi adattò con sollecitudine ad uso di chi è in carica di capitano ». CDIV. 1261, 23 Gennaio. — Oberto Grasso da Ceranesi vende a Lanfranco Re-buffo da Sestn un mulo rosso per lire 11, e questi a sua volta lo vende ad Anseimo de Suppa da Sestri per lo stesso prezzo, n Genova, presso la torre degli eredi Usodimare. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. II, p. 247'. CDV. 1261, 12 Febbraio. — Sesto Caldino da Sestri loca per un anno a Lan-ranco Panizario da Multedo la fornace per fare i mattoni, di proprietà di Oberto Rossi, per L. 4 annue. In Genova, presso la casa dove abita Oberto Dondero, speziale. (Not. e. s., p. 255 v.l. CDVI. 1281, IO Luglio. Alanuele Loco da Sestri sottoscrive alla conferma ei patti , stabiliti tra i Genovesi e gli ambasciatori dell’ imperatore dei Greci. In Genova. (Liber lurium, Voi. I, col. 135S'. CDVII. I2o2, 18 Aprile. Prete Giovanni, priore della chiesa di S. Maria del Priano di Sestri, riceve da Obertino del qm. Lanfranco Porco L. 10, che sua madre Alda, prima di morire, lasciò a detta chiesa. In Genova, sotto 1 archivolto della stazione dei Fornari. (Not. Castellino de Portovenere^ Reg. I, p. 169 v.). CD Vili. 1262, 5 Maggio. — Baldassarre, figlio del qm. Gandolfo da Sestri, costituisce un procuratore col mandato di presentarsi nella curia del pontefice Urbano IV, e impetrare per lui un benefìzio in qualche chiesa della diocesi genovese. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Notari Ignoti, Reg. XX, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). sestri antico 137 CDIX. 1262, 8 Maggio. — Rainerio de Placentina, abitante in villa de Sexlo, riceve da Giovanni Ottaviani da Sestri L. 6 e s. 20 , onde andrà in sua vece per rematore nelle galee armate dal Comune di Genova, che devono andare in Oriente. In Genova, presso la cattedrale. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. I, fogli volanti al principio). Le galee armate dal Comune di Genova furono 10, delle quali fu ammiraglio Ottone \ento, che « nei mari di Costantinopoli pigliò una grossa nave de’ Veneziani di gran valuta, la quale nave, per l’eccessiva moltitudine di Greci e di Latini, che vi montarono suso, si sommerse, e si annegò la gente per la maggior parte » (1). CDX. 1262, 13 Dicembre. I coniugi Guglielmo de Rubigia da Sestri e Sibilla , alla presenza di Enrico di Spegio da Sestri, ricevono a mutuo da Panzanino Panzano del qm. Bonifazio Lire 10, che restituiranno fra un anno. In Genova, presso la stazione del qm. Nuvolone de Camilla. (Not Urso de Sigestro, Reg. I, Parte II, p. 201 v.). CDXI. 1263, 5 Febbraio. — Prete Ottone, canonico di S. Maria di Castello, d’ordine di Giovanni, prevosto, alla presenza di Baldassarre, figlio del qm. Gandolfo da Sestri, fa sapere che se vi fosse presente qualcuno appartenente al consiglio e Anziani di Genova, che furono scomunicati dal papa, esca subito di chiesa. In Genova, nella chiesa di Castello. (Notari Ignoti, Reg. LXI, Sala 74, Arch. dì St. in Gen.). Il Comune di Genova era stato interdetto per essersi alleato con Paleologo, imperatore dei Greci. Infatti il pontefice Urbano IV, scrivendo il 28 luglio del 1263 al predetto imperatore , diceva.... nos contra laniienses pro eo quod se tibi vinculo confedera-tionis astrinxerunt excommunicationis duxeramus sententiam promulgandam apud ipsos ut ab huiusmodi confederatione discedant preceptis et monitis apostolicis insistendo... (2). CDXII. 1263, .13 Giugno. Litigando Stabilino e Giacomina, figli del qm. Sesto da Sestri e Lanfranco de Corrado, marito di detta Giacomina, per la successione dell’eredità paterna, vengono ad un concordato. In Genova, sotto il portico dei Fornari. (Not. c. s.) (1) Giustiniani, Annali della Rcpubbl. di Genova, ediz. Canepa, Genova 1834, Libro III, p. 429. (2) Sbaraglia, Eullar. Frane., 78; Potthast, Regesta Pontificum, Voi. II, N. 18605. 138 SESTRI ANTICO CDXIII. 1263, 3 Novembre. — Guglielmo, figlio del qm. Giovanni Beaqua da Sestri, e le sue sorelle Giacoma , Benvenuta, Giovanna e Divizia dichiarano che suo padre e Sorleone , tìglio di Giovanni Campanaro da Sestri, comprarono da Giovanni Beaqua, loro fratello, 117 di terrà castaneativa , posta in Sestri 1. d. in vallibus, confinante colla strada, la costa e la terra di Giovannino de Cruce. In Genova. (Not. Giberto da Nervi, Reg. II, p. 234 v.). CDXIV. 1234, 16 Gennaio. — Onorato, figlio del qm. Amico de Laferraia da Sestri, riceve L. 20 per dote della sposa Giacomina, figlia di Giovanna di Alda de Qualia da Sestri. In Genova, nella casa di Guglielmo Vento. (Not. Fazio da S. Donato, Reg. I, p 70 v.). CDXV. 1264, 27 Agosto. — Lamentasi Oberto Cevolla da Sestri che gli sbirri di Tortona nella strada di Tortona gli derubarono un mulo, che poi vendettero ad alcuni uomini di Asti, e questi a lor volta a Pietro da Varese, onde cita in giudizio detto Pietro. I due contendenti eleggono arbitri II-lione Draperio e Falco, chierico della chiesa di S. \rittore. In Genova, nel palazzo di Sorleone Grimaldi, ove è la curia del console del borgo. (Not. Giberto da Nervi, Reg. II, p. 183). CDXVI. 1264, 20 ottobre. — Gualtiero da Vezzano, arcivescovo di Genova, scrive a Maestro Enrico, canonico della cattedrale di Genova, suo \icario, di terminare la lite vertente tra prete Oberto da Sestri e prete Cartenuto, a riguardo deH’amministrazione della chiesa di S. Martino di Murta, tanto più che i Camilla, patroni di essa chiesa, scrissero in favore di detto prete Oberto qui satis in suo ufficio sufficientem et ydoneuvi reputamus. Da Ceriana. (Not. Leonardo Negrini, Reg. I, p. 10.) CDXVII. 1264 , 10 Novembre. — Lanfranco Rebuffo Rollando Balbo e Contessina un mulo per L. coniugi Giovanni Galletta e Franceschina. In Genova, di rimpetto la cattedrale. da Sestri vende ai coniugi 12, e un altro per L. 13 ai (Not. c. s., p. 14,'. SESTRI ANTICO 139 CDXVIII. 1264, 17 Novembre. — Gerardino, figlio del qm. Tommaso de Ezo da Sestri, vende ad Agostino Lombardo, per L. 5, un asino bianco col basto. Inoltre vende al notaio Giacomo Belmosto da Pegli un bosco , posto in Sestri, 1. d. tn Curio, confinante colle terre dei Malocello. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. c. s. [). 19). CDXIX. I2S4, 8 Dicembre. — Giovanni Calcietirate da Sestri, figlio del qm. Andrea Malio, riceve Lue s. 10 per dote della sposa Aldina, sorella di Signorino de Broxanno ; inoltre compra da detto suo cognato un mulo di pelo nero per L. 11. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not, c. s., p. 2 v.). . CDXX. 1265, 17 Gennaio. — Lanfran'co, Giacomo, Enrico e Lanfranchino Malocello si dividono i beni che hanno da Cogoleto a Quinto. Son nominate le calcinare che hanno vi Sexto in monte Gazii, una delle quali detta Alpexella e 1’ altra Zucanis, nonché i molini posti presso il fiume Chiaravagna. In Genova. (Not. Corrado Capriata, Reg. I, p. 78). Le Calcinale sopraccennate non si trovano nel monte Gazzo propriamente detto, ma varii chilometri distanti dallo stesso. La prima detta Alpexella ara dove tuttora con lo stesso nome si eleva un poggio a nord-est del Figogna, in comune di Ceranesi, parrocchia di Livellato. La seconda è tra la vallea nella quale nasce il rivo Acqua fredda, e tra la valle del Varenna ad ovest dello stesso Figogna, in parrocchia di S. Carlo di Cese e comune di Pegli, e probabilmente nella località chiamata tutto di Zucchero, da che si intitola un casale con osteria frequentata assai nei mesi di agosto e di settembre dagli abitanti della riviera di Ponente che pellegrinano al Santuario della Guardia. Non vi è di presente però traccia alcuna di calcinala 0 di fornace. L’ altezza della prima località pare sia di ni. 500, e di 111. 610 la seconda. CDXXI. 1235, 20 Gennaio. — Enrico del qm. Ottobono Mallone da Sestri loca a Giovanni de Rebuffo da Sestri una terra con casa posta in Sestri e che fu di Montanaro Guercio, 1. d. Marci, confinante colla strada e colla terra del medico Ansaldo. In Genova, presso la casa dei Pediculi. (Not. Giberto da Nervi, Reg. Ili/ p. 19 w). 140 SESTRI ANTICO CDXXII. 1265, 3 Febbraio. — Il notaio Leone da Sestri è nominato cancelliere di Graziadeo da Reggio, console in Genova di giustizia. (Pertz, 1. c., ad annuum.....) CDXXIII. 1266, 9 Gennaio. — Tommasino, fig'lio del qm. Enrico Doria da Sestri, riceve L. 27 come dote della sposa Simonetta, figlia di Lanfranco de Costa de Galello e le costituisce l’antidote in L. 13· 113. In Genova, sotto l’archivolto della stazione dei Fornari. (Not. Ursone de Sigestro, Reg. I, Parte II, p. 108 v.). CDXXIV. 1266 , 6 Giugno. — Giacomino de Palude, podestà di Genova , arbitro eletto dai Mallone sentenzia che la terra chiamata Monte Ferrato, posta nel territorio di Sestri, confinante colla terra dei Caudino e dei Pennuti e col mulino de Insurella e che fu comprata il 17 agosto 1263 da Nicoloso Fieschi e dal monastero di S. Pietro de Prato l’S settembre 1265 e altra posta nel 1. d. Terrucio, presso il lido del mare e il fossato, di Rivolungo, è di spettanza di Guglielmo Mallone. In Genova, nel palazzo del podestà. (Not. Guglielmo de S. Georgio, Reg. I, p. j42J. Nicolò Fieschi era nipote del pontefice Innocenzo IV e fratello del cardinale Otto bono Fieschi, più tardi, e per poco, pontefice col nome di Adriano V. Fu esigliato da Genova, essendo guelfo. CDXXV. 1266, 13 Luglio. — Abbino Figallo riceve da Leone, figlio di Marche sino .Re da Sestri, L. 6 e s. 12, onde andrà in sua vece per due mesi sulle galee armate dal Comune di Genova, delle quali è ammiraglio Ober tino Doria. In Genova presso la casa di Fulcone Zaccaria. (Not. c. s. p. 157). Il 23 giugno del 1266 nelle acque di Trapani il genovese ammiraglio Lanfranco Bor bonino, la cui famiglia avea beni in Sestri e Sampierdarena, toccò una disfatta per parte dei Veneti. Morirono circa 1000 Genovesi, 600 caddero nelle mani dei nemici, delle galee neppure una scampò, 3 furono arse e 24 trascinate a Venezia. Genova con una celerità indicibile dopo cinque giorni preparava un’ altra flotta di 25 galee , che salparono dal parto di Genova nel mese di agosto sotto gli ordini di Obertino Doria homo l'Cilde famosus, tornato vittorioso in patria il i° novembre. SESTRI ANTICO 141 CDXXVI. 1266, 20 Luglio. — Giovanni Morello da Sestri , essendo stato scelto per rematore sulle galee allestite contro Venezia, consegna L. 6 a Domenico da Napoli, onde vada in suo cambio su dette galee. In Genova, sotto l’archivolto della stazione del qm. Fornario. (Not. Giovanni da Corsio, Reg. I, p. 63 v.). CDXXVII. I2G6 , 29 Novembre. — Alasia, vedova di Giacomo Vegio da Pegli, a nome del suo figliuolo Marchesino, alla presenza di frate Guglielmo da Gavi, converso del monastero di S. Pietro di Prato, vende per L. 6 a frate Melchiorre, priore del monastero di Sant’Andrea di Sestri, i\<\ d’un bosco posto in Pegli, 1. d. Dentexello presso il fiume Varenna. In Genova, presso la casa dei Pediculi. (Not. Giberto da Nervi, Reg. Ili, p. 275 v.). CDXXVIII. 1267, 10 Gennaio. — Gianuino de Predono, notaio, vende ai fratelli Tommaso, Oberto e Giovanino Castagneto una terra posta in Sestri 1. d. Croce e Fontanile, confinante col fossato, le terre degli eredi del qm. Antonio de Loco, la terra di Antonio Barbasterio e di Riccio de Barono per L. 24. In Genova, presso la volta dei Fornari. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. II, p. 201 v.). CDXXIX. 1267, 23 Gennaio. — Leonino da Sestri, notaio, cede al notaio Enrico Dardella i diritti della società commerciale, contratta con Alberto da Chiavari, spadaio. In Genova, nella casa di Lanfranco Grimaldi. (Not. Urso de Sigestro, Reg. I, Parte II, p. 151). Altri atti del 26 gennaio 1267 riguardanti Arenzano e Voltri sono rogati in Voltri, sotto il portico di Obertino de Cruce, dove è la gabella del sale (pp. 151 v. e 152). 1267, 30 Gennaio. — Giovanna de Canto fa testamento. Lascia soldi io ai frati eremiti de Tirnono. In Genova, nella casa di Bartolomeo Baiamonte. (Not. Giovanni de Corsio, Re^. II, p. 217 v.). Il documento ci offre la prima notizia d’ una cella posta alle Cassinelle, ove facevano vita eremitica alcuni frati. 11 luogo poi nel primo decennio del secolo XIV fu donato, come vedremo, dagli stessi eremiti alP Ordine di Mortara. Γ4- SESTRI ANTICO CDXXXI. 1267, 5 Febbraio. — Giovanni Abrazaben da Sestri , a nome del socio Marchisio da Sestri, riceve da Pietro Cazaroesco soldi 40 di genovini, onde darà L. 6, s. 6 e d. S de //liscia, correnti in Corneto. L’atto è rogato in Genova, presso la casa dei Pediculi. (Not. Corrado Capriata, Reg. I, p. 100). CDXXXII. 1267, 5 Aprile. — Francesco del qm. Tommaso de Elena da Sestri e Lanfranchino da Montanario comprano da Marino de Tutobono, filatore, tanta canapa per s. 64, che daranno prima della festa di S. Giovanni. Presta garanzia Andrea, figlio di Guglielmo Lomellini. In Genova, presso la casa del qm. Tommaso Vento. (Not. Guglielmo de S. Georgio, Reg. II, p. 4). CDXXXIII. 1267, 3 Agosto. - Nicoloso, figlio del qm. Nicolò de Piazzalunga, parrocchiano della chiesa di S. Donato, fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di Sant’Andrea di Sestri, cui lascia I- io. Lascia L. 100 che vengano distribuite da sua madre Albina e da suo fratello hrate Filippo, monaco di Sant’Andrea. In Genova. (Not. c. s., Reg. I, p. 273). CDXXXIV. 1267, 12 Ottobre. — Guglielmo Cuneo da Sestri promette a Corrado Vento di andare colla sua barca a Ventimiglia e prendere 58 metrete di vino da Fulcone Curio, esigendo per nolo soldi 21. In Genova, presso la casa del qm. lommaso Vento. (Not. c. s. Reg. I, p. 255 v.). CDXXXV. 1267, 13 Ottobre. — Giacomina, moglie di Tommaso de Castagneto da .Sestri, e figlia del qm. Guglielmo Bossii da Coronata , cede a Tomaso Loco da Sestri, giudice, procuratore del fratello Manuele Loco, notaio, alcuni diritti che le competevano verso Ansaldo Loco, loro padre. In Genova, nel portico della casa di Macia Fieschi. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. I, fogli volanti al principio'. SESTRI ANTICO 14.3 CDXXXVI. 1267, 15 Dicembre. — Stabile Ottaviani da Sestri, notaio, promette di sposare Gioieta, figlia del qm. Giovanni Guercio da Moneglia, con L. 300 di dote. In Genova, nella camera di Giovanni, prevosto di Castello. (Notali Ignoti, Reg. LXI, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). CDXXXVII. » 1267, 17 Dicembre. — Nicolò, abate di Sant’Andrea di Sestri, Alberto, prevosto di S. Ambrogio, maestro Andrea , canonico di S. Maria di Castello, presentano ad Andrea Fieschi, arcidiacono della cattedrale di Genova, una lettera scritta loro dal pontefice Clemente IV in favore di Oberto, prevosto di S. Maria delle Vigne. In Genova. (Notari Ignoti, Reg. LXI). La lettera pontifìcia manca della metà. Vi son notati tre sigilli : uno dell’ abate di Sestri, imago cuiusdam abatis cum pastorali in manu dextra; l’altro del prevosto di Sant’Ambr.ogio, rappresentante una colomba con un ramo d’olivo, e il terzo di Giovanni, prevosto di Castello, rappresentante un albero con tre uccelli. CDXXXVIII. 1268, 25 Aprile. — Rubeo, figlio di Giovanni Vassallo, Andriolo de Montea, genero di Oberto Crastone e Francesco del qm. Guglielmo de Peteno, tutti di Sestri, ricevono da Manuele, figlio di Lanfranco Malocello, L. 6 in prestito. In Genova, presso la torre di Ottolino di Negro. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. II, p. 33 v.). CDXXXIX. 1268, 12 Maggio. — Sorleone Busnardo da Sestri compra da Vivaldo de Magdalena 43 mine di orzo per L. 7 di genovini, che darà prima del 15 agosto. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Azone de Clavica, Reg. I, p. 66). CDXL. 1268, 3 Luglio. — Monaghino, figlio di Enrico Frexoni da Sestri, e Ansaldo Tebaldi da Sampierdarena, vendono a Vitalino, venditore di a-razzi in Domoculta, i\8 d’una rete per pesci e d’una barca per soldi 45. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. II, p. 65'. 144 SESTRI ANTICO CDXLT. 1268, Il Luglio. — Guglielmo Mallone Soldano loca a Oberto Galletta da Sestri un mulino, posto in Sestri, 1. d. Rio longo, per lo spazio di due anni, dando 21 mina di farina nitida per ciascun anno. In Genova, presso la casa del qm. Tomaso Amento. (Noi. Guglielmo de S. Georgio, Reg. Ili, p. 23 v.). CDXLII. 1268, 24 Luglio. - Giannino, figlio del qm. Gandolfo da Sestri, notaio, accorda suo tìglio Nicolino al servizio di Pietro da S. Donato, sarto, non pei mettendo però che porti il pane al forno e che attinga l’acqua. Il sarto si obblica di tenerlo per sei anni e insegnargli l’arte, senza batterlo. In Genova, sulla piazza dei Fornari. (Not. Gioachino Nepitella,. Reg. I, p. 85 v.). CDXLIII. 1268, 31 Luglio. — Pietro Curto fa testamento. Vuol essere sepolfo presso la chiesa di Sant’Andrea di Sestri. Benefica la pieve, l’ospedale di S. Biagio e il ponte di Rivarolo, le chiese di S. Stefano di Fossis e di S. Margherita di Morigallo, il ponte di S. Pier d’Arena etc. In Genova, presso la casa dei Vento. (Not. Guglielmo de S. Georgio, Reg. III, p. 33}.· CDXLIV. 1268, I Agosto. — Maestro Adamo, medico, alla presenza di Giovanni da Sestri , giudice , libera il suo schiavo Asmet dal vincolo della servitù, il quale promette dargli L. 40. In Genova, sulla piazza dei Fornari. (Not. Gioachino Nepitella, Reg. I, p. 87). CDXLV. 1238, 7 Agosto. — Enrico Lombardo, mugnaio a Sestri , compra un mulo nero da Marino de Campi per lire 6, che darà prima della vigilia, di Natale. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. II, p. 90 v.). CDXLVI. 1269, 16 Maggio. — Giovanni Capra e Amichetto Strixone da Sestri permutano alcune terre, poste nel luogo del Priano, confinanti colla terra di Oberto Grimaldi. In Genova, sotto l’archivolto della stazione dei Fornari. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. Ili, p. 6.). SESTRI ANTICO 145 CDXLVII. 1269, 23 Maggio. — I notai stabilirlo Ottaviani, Ansaldo de Fulcaino e Ogerio Osbergero vendono a Giovannino de Petramala la sottoscrivania della podesteria di Polcevera, colla decorrenza dal i° aprile, per L. 16. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Oberto Osbergero, Reg. I, p. 64 v.). CDXLVIII. 1269, 8 Giugno. — Leonino da Sestri roga atti, in virtù dei quali vengono noleggiate alcune navi agli ambasciatori del Re di Francia. In Genova. (T. Belgrano, Documenti inediti riguardanti le due crociate di S. Luigi IX Re di Francia, pp. 308, 311). CDXLIX. 1269, 21 Giugno. — Giacomino Celesia da Sestri compra da Marchisio de Recco, filatore, tante corde per s. 60. In Genova, presso la stazione dei Fornari. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. Ili, p. 93). CDL. 1269, 19 Ottobre. — Giacomo Malocello del qm. Guglielmo vende a Sorleone Busnardo, Giovanni Campanaro, Tommaso Casella, Giovanni Costo e Amico Strixiolo 3J12 d’una calcinara, detta Zunco, nonché una cava di pietre, posta presso il fiume Chiaravagna. In Genova, di rimpetto la chiesa di S. Pietro di Banchi. (Not. Bartolomeo de Pareto, Reg. I, p. 216). Zunco o Zunchetto è una località elevata alla sinistra del Chiaravagna , in quel di Borzoli, nella frazione di S. Rocco. CDLI. 1269, 8 Novembre. — Camoglino da Sestri vende a Obertino de Carexe da Chiavari 1’ ottava parte d’ una barca e sartie, e d’una rete con tutto l’occorrente per pescare. In Genova, nella casa della chiesa di S. Lorenzo. (Not. Filippo de Saulo, Reg. I, p, 9 v.). CDLII. 1269, 3 Dicembre. — Carbone Panzano, priore della chiesa di S. Maria de Draghignano nella Diocesi di Frejus, alla presenza di Prete Giovanni, rettore della chiesa di S. Giovanni da Sestri, costituisce procuratore e baiulo in detta chiesa Gualtiero da Tortona. In Genova, nel chiostro della cattedrale. (Not. c. s., p. 14 v.). Carbone Panzano, appartenente alla nobile famiglia, che in Sestri avea possedimenti, era pure canonico della cattedrale di Genova. Sestri antico. 10 146 SESTRI ANTICO COLUI. 1270, 16 Gennaio. — Giacomo Suppa da Sestri dichiara aver ricevuto L. 5 e s. 7 da Palodino da Sestri, notaio, onde cede i diritti che ha verso Pietro de Roboreta della pieve di Voltri, al quale vendette un mulo, essendo presente Ansaldo Suppa, Giacomo Picembono, ed Enrico Spia da Voltri. In Genova, nella casa di S. Lorenzo. (Not. Filippo de Saulo, Reg. I, p. 26). CDLIV. 1270, 6 Febbraio. — Lanfranco Lomellino, per sè e per i suoi soci, appaltatori della gabella sui panattieri del borgo di Sestri e ville circostanti, concede a Lanfranco de Corrado da Sestri, per un anno , il diritto di riscuotere detta gabella, cioè soldi 2 per ciascuna mina di pane , che si fa in Sestri, per esser poi venduto al minuto, cominciando dalla festa della Purificazione. In Genova, presso la canonica di S. Lorenzo. (Notari Ignoti, Reg. II). CDLV. 1270, 13 Febbraio. — Guglielmo d’Amico da Sestri noleggia a Zamerle Marino da S. Remo la sua barca, chiamata -5”. Salvatore, per trasportare dalla spiaggia di S. Remo sino a Genova 93 metrete di vino, pagando 22 denari per ogni metreta, con diritto di nolo. In Genova, c. s. (Notari o. s.). CDLVI. 1270, 28 Marzo. — Frate Filippo, monaco di S. Andrea di Sestri e ar chittetto del molo, riceve da Enrico Sardena del qm. Bonvassallo, · n> soldi 17 e denari 3, rimanenza di L. 33, lasciate dal detto qm. non vassallo.· In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. Leonardo Negrini, Reg. I, p. 53). CDLVII. 1270, 29 Marzo. — Benvenuto de Oculis da Firenze e la moglie Gio vannina dichiarano dover dare due pezze di panno al monastero di S. Agata del Bisagno, come da sentenza, pronunziata il 7 Maggio 1269 da Marco, abate di S. Andrea di Sestri, visitatore del predetto monastero. In Genova, nel portico della casa di Nicoloso de Porta. (Notari Ignoti, Reg. VI). SESTRI ANTICO 147 CDLVm. 1270, 29 Marzo. — Aloisina, figlia del qm. Giovanni Tonso da Sestri e della qm. Sibilla, giugali, cede al marito Bernardo de Cervo la quarta parte d una casa, posta in Sestri in cambio, presso la casa di Pietro Sar-dena, per L. 3 di dote, promesse il 13 gennaio 1255, in atti del notaro Palodino da Sestri. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. Leonardo Negrini, Reg. I, p. 53). CDLIX. 1270, 13 Aprile. — Giovanni, prevosto della chiesa di S. Maria di Castello, costituisce procuratore maestro Andrea, canonico di detta chiesa, per ricevere 1 atto, in virtù del quale Guglielmo Caldino da Sestri si obbligò di dargli alcune somme, come da rogito del 21 agosto 1266, in notaro Palodino da Sestri. In Genova. (Not. c. s., p. p. 54). CDLX. « 1270, 29 Aprile. — Giacomo da Sestri e i fratelli Mazone e Roberto, figli di Vassallo de Loco da Sestri, ricevono da Giacomino de Gualterio L. 40 di genovini, onde fra due mesi daranno 120 bizanti saracinali di Siria, quando la galea chiamata Inglesita, su cui si imbarcheranno, approderà in Oriente. In Genova, presso la casa del qm. Tommaso Vento. (Not. Guglielmo de S. Giorgio, Reg. Ili, p. 56). CDLXL 1270, 16 Luglio. — Prete Giovanni, ministro della chiesa di S. Giovanni di Sestri, Lanfranco Lavezzo e Giacomo Danna da Sestri dichiarano che Ogerio Caldino fece per essi garanzia verso Simone de Mari e Tommaso Rapallino. In Genova, presso l’angolo della bottega di Tealdo, drappiere. (Not. Ambrosio de Rapallo, Reg. 1, p. 15 y.). CDLXIL 1270, 31 Luglio. — Tommasino del qm. Oberto de Merla da Sestri riceve da Nicolino Belengeri da Quarto e da Giovannino Rossi da Quarto L. 7 di genovini, che restituirà, quando la nave di Simone de Mari e dei socii, che fa parte della flotta di re Edoardo, sarà giunta in Tunisi o in Buzea, per caricare cavalli, c. s. In Genova, c. s. (Notaro c. s., p. 24). I4-S SESTRI ANTICO Gli Annalisti Genovesi dicono : « 1271 ... . eodemque anno dominus Odoardus qui in Sicilia vernaverat se movil de mense aprilis cum societate sua et totu exercitu et ad partes Acconis mensis madii fune seqtientis pervenit navigio » (Pertz, 1. c., p. 271). « Nello stesso anno 1271 il sovrano Edoardo, che avea svernato in Sicilia, mosse nel-1’ aprile con la sua comitiva e tutto il suo esercito per alla volta di Acri, che afferrò in maggio con il suo naviglio ». CDLXIII. 1270, 2 Agosto. — Amicheto Strixiolo e Giacomo Doria da Sestri, arbitri eletti dai coniugi Nicolò Mangini da Sestri e Mindonia da una parte, e da Tommaso Fenuggio dall’altra, condannano detti coniugi al risarcimento dei danni, fatti nelle terre di detto Tommaso, poste in Portetelo, avendo ivi detta Mindonia bruciato parecchi alberi. In Genova, nel portico della casa di Pietro di Negro, giudice. (Not. Filippo de Saulo, Reg. I, p. 67 v.). CDLXIV. 1270, 18 Agosto. — Giovanni Bruno da Sestri compra da Oberto Re, formaggiaio alla Ripa, tanto olio per soldi 50, che darà per la festa di S. Michele. In Genova, presso l’angolo della bottega di Tealdo, drappiere. (Not. Ambrosio de Rapallo, Reg. I, p. 28 v.). CDLXV. 1270, 23 Agosto. — Frate Bonifazio, priore della chiesa di S. Maria del Priano, di consenso di frate Giacomo, cede a Ruffino Gazzello di Asti tutte le ragioni, che competono a detta chiesa verso Giovanni da Roccatagliata e Ogerio de Turri. Iu Genova, nella contrada di Banchi, nel banco dei Malocello. (Not. Filippo de Saulo, Reg. I, p. 74). CDLXVI. 1270, 30 Agosto. — Ogerio Caudino e Guglielmo Pennuto da Sestn eleggono arbitri Guglielmo Giordano da Sestri e i notari Manuele de Loco e Bertolino de Fassolo, litigando per una casa, posta in Sestri nel luogo di Briscata. In Genova, presso l’angolo della bottega di Tealdo, drappiere. (Not. Ambrosio de Rapallo, Reg. I, p. 36). CDLXVII. 1270, 24- Settembre. — Bovarello Grimaldi vende per L. 400 a Pastone di Negro, figlio del qm. Ansaldo, una terra con due case, una delle quali diroccata, con torchi e botti, poste in Sestri, presso il fiume Chtaravagna. In Genova, sotto il portico di Oberto Grimaldi. (Not. Filippo de Saulo Reg. I, p. 83 v.). SESTRI ANTICO 149 CDLXVIIL 1270, 30 Settembre. — Sorleone Busnardo, i fratelli Tommaso e Oberto Castagneto, i fratelli Lanfranco e prete Giovanni Lavezzo, Tommaso Chiappori e Nicolò Mangini, tutti di Sestri, dichiarano dover dare L. 50 a Giovanni Roccatagliata e ad Ogerio de Turri, notaro. In Genova, nel portico della casa di Pietro di Negro. (Notaro c. s., p. 85 v.). CDLXIX. 1271, 21 Febbraio. — Lanfranco de Vivo da Sestri promette a Giovanni Cintraco che per il primo d’aprile gli porterà in Rapallo presso la sua casa, posta al Pozzo, 15 moggia di calce di Sestri per il prezzo di soldi 18 al moggio. In Genova, sulla piazza di S. Donato, di rimpetto la casa di Marino de Bulgaro. (Not. Gio. de Amandolesio, Reg. Ili, p. 134). CDLXX. 1271, 5 Maggio. — Filippo del qm. Guglielmo de Camilla dichiara dover dare ai fratelli Franceschino e Gavino Camilla la parte spettantegli dei beni posti in Sestri, lasciati dallo zio Nicolò Camilla. In Genova, nel palazzo di Pietro Doria, dove è il consolato del borgo. (Not. Corrado Capriata, Reg. I, p. 19 v.). CDLXXI. 1271, 14 Giugno. — Lanfranco Vitale e Giovanni Sparverio , entrambi di Sestri, con parecchi uomini di Voltri e di Pegli, costituiscono il procuratore per riscuotere ciò che devono da Simonino de Claritea. In Genova, nella cattedrale. (Notari Ignoti, Reg. DCXXI). CDLXXII. 1271, 26 Giugno. — Stabile Ottaviani da Sestri, notaio, di consenso di Buongiovanni da Langasco, suo socio , vende a Bernardino del qm. Dedomini da Rivarolo la sottoscrivania e il diritto di essa della podesteria di Polcevera, per un anno colla decorrenza del i.° aprile. In Genova, nel palazzo dove sta Ugone Altoviti da Firenze. (Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. IV, p. 20 v.). CDLXXIII. 1271, 29 Luglio. — Frate Lanfranco da Sestri, fratello della penitenza, ambasciatore e nunzio di frate Ugolino, custode della chiesa di S. Francesco di Sestri, riceve da Simone da S. Ambrogio L. 3 per prezzo d’una barca acquistata. In Genova, presso la casa del qm. Tommaso Vento. (Not. Guglielmo de S. Georgio Reg. I, p. 13). SESTRI ANTICO CDLXXIV. 1271, 26 Settembre. — Giovanni Rossi del qm. Tommaso da Sestri, alla presenza del notaro Stabile Ottaviani da Sestri, riceve da Giacomina, moglie di Lanfranco Corradi de Casaleto da Sestri, l’importo d’una terra, posta in Sestri, 1. d. Prato, vendutale oggi. In Genova, nel palazzo del consolato dei forestieri. (Not. Gioachino Nepitella, Reg. I, p, 138). CDLXXV. Anno 1271 .... —Sepolcro di Marino de Marini. « Sepulchrum D. Marini de Marinis filii Q (uondam) D (omini) Ogern de Marmo et heredum ». « Così il Pasqua, il quale la dice alla Badia di Sant’Andrea di Sestri Ponente — Cercata invano ». (Atti della Società Ligure di Storia Patria, Voi. XIII, parte I, p. 103). CDLXXVI. 1272, 5 Aprile. — Bellocchio dei Bellocchi, cittadino di Pavia, console di giustizia per i cittadini e forestieri, nomina il notaio Leone da Sestri curatore dell’eredità giacente della qm. Aldina Leone. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Not. Oberto de Langasco, Reg. I, p. i4I). CDLXXVII. 1272, 16 Agosto. — Nicolò Barilario fa testamento. Lascia soldi 5 ai frati de Timono di Sestri. In Genova, nella casa di detto Nicolò. (Not. Leonardo Negrini, Reg. II, p. 3). CDLXXVIII. 1272. È eretto un sepolcro gentilizio nel cenobio di S. Andrea di. Sestri a Dario de Marino qm. Ugone. (Remondini, Epigrafi medioevali in Atti della Soc. Lig. di Storia Patria, voi. XII, p. 105)· CDLXXIX. 1273. 28 Maggio. — Amelina del qm. Ottone de Marchi da Sestri, vedova di Grasso del Priano, accorda per anni sei il figlio Giovannino con Oliverio da Rivarolo, calzolaio. L atto è rogato in Sestri, nel chiostro della chiesa di S. Giovanni di Sestri, essendo presenti prete Giovanni, ministro di detta chiesa, Giacomo, chierico e servitore di detto ministro, e Rollando Lavezzo da Sestri. (Not. Fazio da S. Donato, Reg. I, p. u3). SESTRI ANTICO CDLXXX. 1273 ----Maggio. — Lanfranco Malocello, ribelle del Comune di Genova, con 300 soldati inviatigli dal seniscalco di Lombardia per Carlo I d’Angiò, re di Sicilia, entra nel territorio di Savona.... Giacomo Doria, podestà degli uomini di Sestri, Borzoli e di altri della podesteria di Voltri, cum quingentis sue potestacie bellicosis hominibus, si mette in marcia per difendere Savona assediata..... (Pertz, 1. c., p. 277). Iacopo, figlio di Pietro Doria e di Mabilia Cassiccia, fratello dei celebri ammiragli Oberto, Lamba e Nicolò, consignore di Calvi, nel 1261 e 1262, sedea fra gli anziani del Comune. Nel 1270 ebbe incarico di scrivere con altri i patrii annali, che terminò nel 1279, e, ripigliando poi da solo il filo dei racconti, arrivò nella storica narrazione sino al 1293. Da parecchi valenti scrittori è chiamato « gravissimus scriptor » , < letteratissimo ed erudito quanto altri vivesse a’ suoi tempi », « isterico di fidatissima penna », « haud incelebris scriptor », « uomo d’alto affare nella repubblica, grave scrittore i cui annali hanno pregio di esattezza, sano giudizio ». (1) CDLXXXI. 1273, 7 Settembre. — Maestro Giovanni da S. Giorgio, canonico della cattedrale di Genova, procuratore di Percivalle Fieschi, canonico della stessa, riceve da Tommaso Chiappori da Sestri L. 3 dovute. In Genova, nella bottega dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Ugolino de Scarpa, Reg. I, p. 147 v.). CDLXXXII. 1273, 21 Settembre. — Il Comune di Genova ordina a Giacomo Doria, podestà degli uomini di Sestri, Borzoli e altri componenti la podesteria di Voltri, di andare coi suoi uomini al castello di Lerma per cingere d’assedio il Castello di Tagliolo tenuto dai marchesi del Bosco. (Pertz. 1. c., p. 279). Del valore dimostrato dal podestà e dagli uomini della podesteria voltrese parlano i nostri annali diftusamente. I nostri Sestresi furono del bel numero, e , guidati dal loro capo supremo concorsero pure alla presa di Ovada. CDLXXXIII. 1274, 20 Gennaio. — Bonfiglio del qm. notaio Gandolfo da Sestri dà in locazione a Guadagno da Monleone, macellaio al Molo , due pezze di terra, poste in Molassana, 1. d. Vallecallida, con alberi di rovere, fichi, canne e salici. In Genova, presso l’angolo della casa dei Pediculi. (Not. Leonardo Negl'ini, Reg. II, p. 37 v.). (1) Iacopo Doria. La Chiesa di S. Matteo Genova, 1860, pp. 122, 125. 152 SESTRI ANTICO CDLXXXIV. 1274, 30 Gennaio. — Tommaso figlio del qm. Lanfranco Rebuffo da Sestri dichiara dover dare a Giovanni RebufFo suo zio s. 42. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Notari Ignoti, Reg. II). CDLXXXV. 1274, 31 Gennaio. — Lanfranco de Vivo da Sestri, d’ordine dei sestresi Tommaso Casella e Giovanni Govello, Segnorando Amore, Oberto Cipolla, Amico Strixiolo e Tommaso Molinello, dichiara dover dare a Mabilia, vedova di Raimondo Belmosto da Pegli, L. 8 per pensione della calcinara de Calocho, che hanno in comune. In Genova, c. s. (Not. Bartolomeo de Pareto, Reg. I, p, 41). CDLXXXVI. 1274, 15 Febbraio. — Giacomo Chiappori da Sestri ed Enrico del qm. Lanfranco Chiappori dichiarano dover dare a Sofieta figlia del qm. Bruno de Secundo L. 5 e s. 18, come restituzione di doti, che il predetto qm. Lanfranco ebbe per istrumento dotale, rogato il 5 agosto 1263 dal notaro Giovanni Busnardo da Sestri. In Genova, presso la casa del qm. Tommaso Vento. (Notari Ignoti, Reg. XX). CDLXXXVII. 1274, 6 Marzo. — Fulco de Castro, appaltatore della gabella sui panat-tieri di Borzoli, Sestri e altri della podesteria di Voltri, la cede per un anno, colla decorrenza dalla festa di S. Biagio, ad Armanno de Garibaldo, non comprendendo però le ville di Arenzano e di Cogoleto. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. Bartolomeo de Pareto, Reg. I, p. 70 v.). CDLXXXVIII. 1274, 9 Marzo. — Oberto Clapeto da Sestri vende per L. 60 a Manuele figlio di Lanfranco Malocello una terra con casa, posta in Sestri 1. d. in Bruscata, confinante colla terra di Giacomo Migone. — Giovanni Mascarello da Sestri riceve L. 18 da Giovanni Busnardo, notaro. In Genova. (2 atti). (Not. Angelino de Sigestro, Reg. IV, Parte I, p. n v.). CDLXXXIX. 1274, 9 Marzo. — Bertolotto Panizario de Multedo da Pegli, suo nipote Simonetto Panizario e Guglielmo de Cunio da Sestri dichiarano dover dare L. 50 a Raimondo Carbonio de Grasse, il quale si obbligò di SESTRI ANTICO 153 redimere Ughetto, figlio di detto Bertolotto e Giacomino, fratello di detto Simonetto, i quali sono trattenuti nelle carceri del Comune di Nizza per ragione di guerra. In Genova, presso la bottega di Giannino Murrino, drappiere. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. IV, p. 67). La guerra , a cui accenna il presente documento, si riferisce a quella tra il Comune di Genova, ghibellino, e tra il guelfo Carlo I d’Angiò, re di Sicilia. CDXC. 1274, 27 Marzo. Tommaso del qm. Enrico Doria da Sestri riceve da Nicolino Mallone s. 20, che restituirà prima della festa di S. Michele. In Genova, presso la casa dei Pediculi. (Not. Leonardo Negrini, Reg. II, p. 86 v.). CDXCI. 1274, 28 Marzo. — Filippo, venditore di pece e stoppa in Ripa vende a Oberto Clapeto da Sestri e a Giacomino de Marchi del Finale un decimo d’un panfilo, chiamato Sparviero, con 80 remi, due vele, due alberi, tre ancore e formato di tutti gli attrazzi per L. 20. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 87). CDXCI1. 1274, 3 Aprile. — Mazono de Loco da Sestri dichiara di aver dato alcune somme dovute a Mabelina, vedova di Rollando Rolla da Sestri. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. Bartolomeo de Pareto, Reg. I, p. 18). CDXCIII. 1274, 16 Aprile. — Egidio figlio del qm. Gidio Calvi da Sestri, riceve L. 23 di genovini, come dote della sposa Giacoma, figlia del qm. Oberto Vaccarie le costituisce l’antefatto in L. n. In Genova, c, s. (Not. c. s., Reg. I, p. 31). CDXC1V. 1274 , 24 Maggio. — Oddone de Caffaris, giudice dell’anconitano Simone Bonoaldi, podestà di Genova ad istanza di Pasquale de Clapeto e Giacomo Carrogio da Murta e di Giacomo di Pennuto Zuccarello, sindaco di Sestri, fa trascrivere l’atto del 17 agosto 1195. In Genova. (Cfr. Sestri Antico, p. 48)· CDXCV. 1274, 28 Maggio. — Oberto Chiappeto da Sestri e Giacomo de Marchi da Finale ricevono da Bonvesino de Resemonti s. 20 per aver fatto garanzia per Giacomo Pellicciaio, il quale avea promesso di imbarcarsi sul !54 SESTRI ANTICO panfilo di detti Oberto e Giacomo e socii per dare. la caccia ai nemici del Comune di Genova. In Genova, presso la stazione dei Fornari. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. IV, p. 170). CDXCVI. 1274, 30 Maggio. — Tommasino Mallone-Soldano loca a Lanfran-dino V itale da Sestri il suo mulino de Insulela insieme con un orto, per lo spazio di un anno, coll’ obbligo di dargli 16 mine di farina. In Genova, presso l’angolo dei Pediculi. (Not. Leonardo Negrini, Reg. II, p. 164). CDXCVII. 1274, 4 Giugno. — Enrico Lombardo da Sestri, mugnaio, subaffitta ad Aiegro da Staglieno, mugnaio, un mulino con case, chiuse, ruote, mole, ferramenti etc., posto nel fiume Varenna, e di proprietà della chiesa di S. Nazaro de Palazzolo in Genova. In Genova, presso la cattedrale. (Notaro Simone Vataccio, Reg. II, p. 102). CDXCVIII. 1274, 14 Giugno. — Guillione Caldino e Lanfranco de Corrado, ambi di Sestri, avendo percosso Lanfranco Vitale da Sestri, mugnaio, e, vertendo la lite in Genova al cospetto del giudice dei malefizii, volendo porre un termine alla lite, alla presenza di Oberto Galletta da Sestri e di Nicella de Priano, mugnaio, eleggono arbitri Tommasino Mallone-Soldano e Pie-trino di Ansaldo de Pietro da Sestri. In Genova, presso la casa dei Pediculi. (Not. Guglielmo de S. Georgio, Reg. IV, p. 56). CDXCIX. 1274, 15 Giugno. — Giacomo de Marcho da Finale e Oberto Clapeto da Sestri ricevono da Pietruccio Ingilberti da Orvieto, tanta merce p L. 15, che restituiranno, quando ritornerà il panfilo chiamato Sparviero^ sul quale s’imbarcheranno per dare la caccia ai nemici del Comune Genova. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 56 v.). D. 1274, 17 Dicembre. — Ruffineto da Sestri abitante nel mulino di En rico Malocello, e Rogerio Cepulla da Sestri, mugnaio al Priano nel mu lino di Curto da Sestri, comprano da Pietro d’Uscio, maestro d ascia, una barca con 6 remi, l’albero e l’antenna per L, 5 e soldi 15. In Genova, c. s. (Notaro c. s., p. 27). SESTRI ANTICO 155 DI. 1274, 2 Ottobre. — Daniele, figlio di Guglielmo de Cunio da Sestri dà a nolo a Michele da Montenegro la sua nave, chiamata S. Francesco, con tutti gli attrazzi, per andare a Rimazore e caricare 60 metrete di vino. In Genova, presso la stazione dei Fornari. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. II, p. 304). DII. 1274, Il Ottobre. — Tommaso Loco da Sestri, giudice, per sè e per Giacomino e Raffaele, figli del qm. Manuele, suo fratello, loca a Giovanni Conte da Sestri, una calcinara colla cava di pietre per cuocere la calcina, detta la Calcinara nuova, posta in Sestri al Gazzo sotto il fossato. La locazione durerà due anni, colla decorrenza dal Natale, per L. 5 annue di fitto. In Genova, presso la cattedrale. (Notari Ignoti, Reg. II). Dm. 1274, 25 Ottobre. — Giacomo Cappone da Voltri promette a Giovanni Govello da Sestri di recare sulla sua barca da Sestri a Monaco 1 o moggi di calcina, esigendo per nolo L. 3 e s. 10. In Genova, presso la casa dove abita Rogerio di Bennama. (Not. Filippo de Saulo, Reg. I, p. 95). DIV. 1274, 26 Ottobre. — Ogerio Caldino e i fratelli Lanfranco e Dondo Angelini da Sestri fanno società tra loro per una barca, capace di 80 mine, e promettono di navigare, negoziando, nella riviera di ponente sino a Monaco. In Genova, c. s. (Notaro c, s. p. 96). DV. 1274, 12 Novembre. — Riccio de Rategia da Sestri alla presenza del notaro Manuele de Loco da Sestri riceve da Bergognone di Rollando de Bernardo da Sestri, s. 45, che questi ebbe in Maiorca dal qm. Tommasino Rategia, suo figlio, ivi defunto. In Genova, c. s. (Notaro c. s., p. 99). DVL 1274, 23 Novembre. — Manuele Loco da Sestri, notaro, riceve da Ber-gognono di Rollando de Bernardi da Sestri, L. 8 e s. io che porta a negoziare in Sardegna. In Genova, c. s. (Notaro c. s., p. 108 v.). SESTRI ANTICO DVII. 1274, 30 Dicembre. — Agnesina compra dal notaio Stabile Ottaviani da Sestri tanta tela per s. 52. — Franceschina vedova di Giovanni da Sestri, giudice, loca a Giovanni de Prato da S. Biagio alcune terre poste in S. Biagio di Polcevera. In Genova.... (2 atti). (Notari Ignoti, Reg. II). DVIII. 1275, 8 Gennaio. — Giacomo Bartolomei, giudice e assessore di Raffaele Gualterio, podestà di Voltri, assolve dal pagamento delle pubbliche avarie Giacomo Oliva da Sestri, perchè settuagenario. In Genova, nel portico della casa di detto podestà. (Not. Nicolò Dente, Reg, I, p. 124 v). DIX. 1275, Il Marzo. — Raffaele de Gualterio potestas plehium Borzuli et Vulturis sentenzia che Mabilia, vedova di Ogerio, figlio del qm. Tommaso Fenicolo da Sestri, possegga senza contraddizione di prete Tommaso, tutore dei figli del qm. Ogerio, la parte spettante nella casa con portico, posta in Villa et burgo Sexti 1. d. Businello. In Genova, sotto il portico di detto podestà. (Not. Castellino da Portovenere, Reg. I, p. 78). DX. 1275, 12 Marzo. — Raffaele de Gualterio, podestà di Voltri e di Borzoli, nomina Giovanni Zuccarello di Sestri, curatore dell eredità del qm. Guglielmo Zuccarello, e a nome del pupillo Tommasino tesse 1 inventario, tra cui una tunica con un mantello verde e una dichiarazione, in virtù della quale detto Guglielmo dovea ricevere dal Comune di Firenze L. 15° 1 moneta pisana. In Genova, c. s. (Notaro c. s., p. 79). DXI. 1275, 13 Marzo. — Raffaele Gualterio, podestà di Voltri, decreta che prete Enrico del qm. Guglielmo Bianchi da Rovereto vada al possesso i alcuni beni posti in Ceranesi e d’una casa con portico posta nel borgo di Sestri 1. d. ad Buxinellum, confinante coi beni dei Lercari, di Manuele de Spaldo e di Guglielmo Campione, già di spettanza di Ogerio Feniculo da Sestri. In Genova, nella casa del consolato dei forestieri. (Not. Nicolò Dente, Reg. I, p. 73 v.). SESTRI ANTICO 157 DXII. 1275, 14 Marzo. — Nicolò de Freenzono e Guglielmo Caldino, fratello della Penitenza, entrambi di Sestri, dichiarano dover dare L. 18 a Ba-solino, taverniere a S. Lorenzo, per aver preso in appalto la gabella sul pane. In Genova, dietro la tribuna di S. Nicolò nella cattedrale. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. II, p. 166 v.). DXIH. 1275, 24 Marzo. — Frate Bonifazio, priore, e frate Germano, canonico di S. Maria del Priano, locano a Tommasino da Sestri, mugnaio, la terra col saliceto, vigna, fichi, olive, mulino, torchio, al di qua dell’ acqua del Chiaravagna, e che prima teneva Oberto Cipolla, per lo spazio di due anni, coll’onere di 12 mine di frumento, un quartino cioè ogni 15 giorni e due capponi il giorno di S. Stefano. Nella villa del Priano, sulla piazza della chiesa. (Not. Nicolò Dente, Reg. I, p. 86). DXIV. 1275, 22 Agosto. — Nicolò, figlio di Giovanni Rossi da Sestri, e Michele, figlio di Giacomo Rossi da Sestri comperano da Enrico filatore a Castello tanta merce per s. 22. In Genova, dietro la chiesa di S. Tecla. (Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. II. p. 18). DXV. 1275, 23 Ottobre. — Prete Giovanni da Sestri, prevosto della chiesa di S. Maria di Castello, fa testamento e nomina suoi esecutori testamentarii prete Ottone canonico di detta chiesa e i notari Palodino e Stabile Ot-taviani da Sestri. In Genova. (Not. Oberto de Langasco, Reg. I. p. 164). DXVI. 1275.... — Il doge di Venezia scrive a Leone da Sestri, ambasciatore del Comune di Genova, per cose spettanti alla pace. (Federici, Collectanea, vo\. Ili, p. 168. MS. all’Arch. di St. in Gen.). DXVII. 1275 ----— Sepolcro di Giacomo Gattilusio e dei suoi eredi, esistente a S. Andrea di Sestri. Sepolcro di Corrado de Mari e dei suoi eredi esistente a S. Andrea di Sestri. (Remondini, Atti, c., p. no). Giacomo Gattilusio fu padre del trovatore Luchetto Gattilusio il quale, come vedremo a suo tempo, per onorare la memoria del genitore, innalzò la chiesa di S. Giacomo del Priano. 158 SESTRI ANTICO DXVIII. 1276, 12 Febbraio. — Prete Baldassarre, figlio del qm. notaro Gandolfo da Sestri, dona a prete Giacomo, ministro della chiesa di S. Biagio di Serra, una terra alberata di castagni, posta nel territorio della pieve di Ceranesi 1. d. in Cunio. Iu Genova, presso la cattedrale. (Not. Oberto de Langasco, Reg. I, p. 167). DXIX. 1276, 23 Febbraio. — Guglielmo abate, Guglielmo de Noatario, Guglielmo da Gavi, sottopriore, Guglielmo da Piacenza, Bonifazio, Gregorio, Giovanni Rainaldo, tutti da Piacenza, Ivano da Milano, Tommaso delle Piane, Imberto da Borgogna, Oldrico da Susa, Filippo da Piazzalunga, monaci di Sant’ Andrea di Sestri, costituiscono procuratori i frati Bencio e Pietro da Borzone, priore, col mandato di vendere alcune terre in Ales-lessandria, acquistate da suor Giacomina abadessa di S. Colombano in Genova, e di difenderli nella lite che hanno con prete Ugone, ministro di S. Maria di Coronata. In Sestri, nel parlatorio del monastero. (Not. Gio. de Amandolesio, Reg. I, p. 250). DXX. 1276, 19 Marzo. — Contessa, moglie di Giovanni Vendisevo da Sestri, vende per L. g a Sibilla, vedova di Sesto Caldino, una sua casa, posta in Sestri nel vico della casa del qm. Pietro Anna. In Genova, presso la cattedrale. (Not. Simone Vataccio, Reg. II, p. 161). DXXI. 1276, Il Aprile. — Giacomo Migone da Sestri compra per L. 3° ^a parte della barca, di proprietà di David Pellizzone. Inoltre loca allo stesso la fornace, che ha in Sestri nella sua terra. In Genova, c. s. (Notaro c. s., pp. 121 e 121 v.). DXXII. 1276, 13 Maggio. — Frate Manfredo , priore dei frati Predicatori del convento di S. Domenico, costituisce procuratore il notaio Semino da Sestri. In Genova. (Not. Ugolino de Scarpa, Reg. Il, p. 62 v.). SESTRI ANTICO 159 DXXHI. 1276, 26 Giugno. — Tedisio Bisaccia costituisce procuratore Albertino Gatto da Sestri col mandato di ricevere alcune somme dovute. In Genova. (Not. Gio. Enrico de Porta, Reg. II, Parte I, p. 198 v.). DXXIV. 1276, 15 Agosto. — Enrico Dardella, notaio, sindaco e procuratore del podestà, dei consiglieri e del Comune di Genova, alla presenza di frate Filippo, priore di S. Andrea di Sestri, giura fedeltà e obbedienza alla Chiesa di Roma, nelle mani di Giovanni de Rocca, ambasciatore di Adriano V, pontefice eletto, il quale toglie l’interdetto alla città. In Genova, nella cattedrale. (Pergamena in Materie Politiche, Mazzo VI). DXXV. 1276, 21 Ottobre. — Guglielmo Clerichino e i fratelli Parento e Guglielmo Morello, sestresi, vendono a Manuele Aiano da Sestri un ottavo d’una rete da pesca per s. 55. In Genova, presso la casa dei monaci di S. Lorenzo. (Not. Leonardo Negrini, Reg. II, p. 199). DXXVI. 1276 27 Ottobre. Guglielmo figlio di Oberto Riccio da Coronata riceve L. 20 per doti della sposa Aldina, figlia del qm. Macarone Calvi da Sestri, e le costituisce l’antefatto in L. io. In Genova. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. IV, Parte I, p. 75 v.). DXXVII. 1277, 30 Aprile. — Frate Bendo, monaco e cellerario, e frate Tommaso, monaco e tesoriere di S. Andrea di Sestri, ricevono da Umberto Milanese da Portomaurizio L. 4, dovute a Guglielmo, abate del monastero predetto per atto del 19 novembre 1276. In Genova, in Canneto. (Not. Parentino de Quinto, Reg. II, Parte I, p. 178). DXXVIII. 1277, 12 Maggio. — Conrado Marcone fa testamento. Lascia L. 2 ai frati Minori di Sestri, s. 20 alle monache di S. Pietro de Prato, s. 20 a quelle di S. Pietro di Vezema, s. 20 alla chiesa di S. Marziano di Pegli. In Genova, presso la stazione dei Fornari. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. VI, p. 18). ι6ο SESTRI ANTICO DXXIX. 1277, 4 Luglio. — Aidelina, figlia del qm. Riccardo de Redulfo, e vedova di Ingone Gaietta da Sestri, fa testamento. Lascia s. io al ponte fra Cogoleto e Arenzano, s. io al ponte tra Cogoleto e Latronorio, e s. 20 al monastero di S. Pietro di Vezema. in Genova, nella casa di detto Ingone. (Notaro c. s., Reg. V, p. 99). DXXX. 1277, 21 Agosto. — Giovanni Pignattaro , podestà di Voltri, nomina Bertolotto Panizzaro di Multedo e sua figlia Giacomina, vedova di Tommaso Chiappori da Sestri, a redigere l’inventario dei beni spettanti a Giacomino, Giovannino, Simonino e Antonio, figli di detto Tommaso. In Genova. (Not. Bartolomeo de Pareto, Reg. I, p. 88 v.). DXXXI. 1277, 5 Novembre. — Clarello del qm. Corrado Ferrari da Sestn riceve in prestito da Oberto figlio di Giovanni Gualdevor da Sestri L. 4 e s. 19, che restituirà prima di Pasqua. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo, essendo presente Guglielmo da Sestri, speziale. (Not. Leonardo Negrini, Reg. II, p. 179 v.). D XXXII. 1277. — Sepolcro di Faciolo de Mari e dei suoi eredi: S. (epulchrum) Facioli de Mari et haeredum eius. Così leggesi in una epigrafe a Π drea di Sestri. (Remondini, Parrocchie dell’Ar chidio cesi, Reg. XV; Atti della Soc. Lig. di Storia Patria, voi. XII, P- 113 DXXXIII. 1278, Il Maggio. — Frate Marchisio da Sestri de regula fratrum pe nitentie fa testamento. Vuol essere sepolto presso i frati Minori i e nova. Lascia L. 5 ai frati Minori di Sestri. Lascia alla moglie Bomca e sue terre in Ceranesi. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Notari Ignoti, Reg. DCXXI). D XXXIV. 1278, 11 Maggio. — Leonino da Sestri, notaio, sindaco, attore e prò curatore del convento di S. Domenico in Genova riscuote alcuni legati, fatti al predetto convento. In Genova, c. s. (Notari, c. s.) SESTRI ANTICO DXXXV. 1278, 27 Giugno. — Frate Enrico, priore di S. Giovanni di Paverano, e frate Bonifazio, priore di S. Maria del Priano, alla presenza di Marino de Marino, giudice, dichiarano di non voler obbedire a frate Bonifazio, prevosto di S. Croce di Mortara, e si pongono sotto la protezione del pontefice. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Not. Bartolomeo de Fontemaroso, Reg. I, p. 5. v.). DXXXVI. 1278, 24 Agosto. - Bonfiglio da Sestri del qm. Gandolfo, scrivano, riceve da Giovanni Negrino alcune pezze di tele in accomandita, che porta a negoziare nelle parti di Maiorca. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Notari Ignoti, Reg. II). DXXXVII. 1278, 25 Agosto. Guglielmo Pennuto del qm. Bonfante da Sestri, vende a Lanfranco Pennuto e a Guglielmo Busnardo tanta legna per L. 25, per far cuocere la calcina nella calcinara de Alpexella. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. Bartolomeo de Pareto, Reg. I, p. 133 v.). DXXXVIII. 1278, 29 Agosto. — Manuele, figlio di Giovanni Peliani da Pegli, promette al notaio Stabile Ottaviani da Sestri, eletto cancelliere in Oriente, di venire Con lui in qualità di sottocancelliere colla paga di L. 12, compreso il vitto. In Genova, c. s. (Not. c. s. p. 139 v.). DXXXIX. 1278, Il Ottobre. — Tommaso Loco da Sestri, giudice, a suo nome, e a nome dei nipoti Giacomino e Raffaele, figli ed eredi del qm. Manuele, suo fratello, dà in locazione a Giovanni Cuneo da Sestri la calcinara nuova, posta al Gazzo. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Notari Ignoti, Reg. II). DXL. 1278, I Dicembre. — Giacoma, vedova di Lanfranco de Conrado da Sestri dichiara dover dare a Giacomo Migone da Sestri, L. 10, per rimanenza di dote di sua figlia Sibelina, sposa di Giovanni Migone, figlio di detto Giacomo. In Genova, presso la cattedrale. (Not. Simone Vataccio, Reg. II, p. 29. v.). Sestri antico. I 02 SESTRT ANTICO DXLI. 1278, 20 Dicembre. — Prete Prando, ministro della chiesa di S. Ambrogio di Fegino, loca a Giovanni de Podio e a Giacomo Manfredi, ambi di Borzoli, le terre della chiesa, confinanti colle terre di Enrico Bellotti da Sestri e di Lucchetto Grimaldi. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Not. Bartolomeo de Pareto, Reg. I, p. 106). DXLII. 1280, 6 Maggio. — Nicoloso de Lanfrancheta e Oberto de Marco, sestresi, ricevono in prestito L. io da Leone Rusca. In Genova, presso la cattedrale. (Atti del Not. Bartolomeo Pareto. Reg. I, p. 93, Arch. di St. in Gen.). DXLIII. 1280, 28 Maggio. — I sestresi Simone Pixaloca, per sè e per suo figlio Daniele, e Oberto del qm. Tommaso Cervo, per sè e per suo nipote ar chesino del qm. Lanfranco Canelli, essendo in lite, eleggono gli ar In Genova, presso la casa del qm. Egidio di Negro. (Atti del Not. Simone Vataccio, Reg. XII, p. 45 v., Arch. c. s.). DXLIV. 1280.... — Sepolcro di Belmosto Lercaro presso il coro di S. Fra di Sestri, nella cappella Lercaro. (Atti Soc. Lig. di Stor. Patr., Voi. XII, p. 1x4). DXLV dei 1281, 13 Febbraio. - Stabilino Ottaviani da Sestri, notaro, riceve Simone Cochono, mercante-in panni, L. 49 dovute. In Genova, presso l’archivolto della stazione del qm. l· ornano. (Atti di Notari Ignoti, Reg. IX, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). DXLVI. 1281, I Aprile. — Tommasino, fratello di Giannino da Sestri, abitante in Sassari, riceve dai sassaresi Icono Pintus e Guantino Pinna a somme , che dovevano dare a detto Giannino, come da atto del 23 e braio 1280,' stipulato dal Not. Pietro, detto dolo Dignità. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Lan franco Tartaro, speziale. (Atti del Not. Leonardo Negrini, Reg. I, p. 96 v., Arch. c. s.). SESTRI ANTICO DXLVII. 1281, 2 Aprile. — Irate Tommaso delle Piane, priore e sindaco del monastero di Sant’Andrea di Sestri (procura del io ott. 1280) concede in locazione a Guglielmo Bonizo da Langasco una casa con terra , alberata di castagni e vigne, posta in Langasco, 1. d. Costa Prevea. In Genova, presso la chiesa di S. Marco. (Not. c. s., Reg. III, p. 64 v.). DXLVIII. I28|, 21 Aprile. — I sestresi Giovanni Anseimi e Guglielmo Chiappori ricevono a mutuo da Nicolino Mallone L. 20. In Genova, presso l’angolo della casa dei Pediculi. (Genova, c. s., p. 72 v.). DXLIX. 1281, 24 Maggio. Alberto Mallone-Soldano del qm. Tommaso, per sè e per Savinetto, suo fratello, vende a Soldano Doria da Sestri una casa murata con una terra alberata di fichi, olive, vigne, terra e casa, che lommasino, fratello di Otto Soldano, vendette al qm. Tommaso Mallone, padre di Alberto, il 19 Gennaio del 1277. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 91 v.). DL. 1281, 28 Giugno. — Francesco Mediamanina costituisce nunzio e procuratore Leone da Sestri, vicario del podestà in Romania, per riscuotere alcuni crediti. In Pera di Costantinopoli, nella loggia dei Genovesi. (Atti del Not. Simone de Albario, Reg. I, Parte I, p. 51 v., Arch. c. s.). DLL 1281, 4 Luglio. — Simone de Monleone riceve in accomandita da Stabile Ottaviani da Sestri, notaio, la parte del suo legno, chiamato Santo Spirito, che ha in comune con Giacomo ed Enrico Squarzafico, computata in 430 perperi, che porterà nel Mare Maggiore. In Pera. c. s. (Not. c. s., p. 59). DLII. 1281, 4 Luglio. — Bertolino Giosorio da Sestri, alla presenza di Oberto Busnardo da Sestri, e di Daniele da Sestri fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Michele di Pera. Lascia soldi 5 alla chiesa di S. Gio. Battista di Sestri, s. 2 al ponte di Sestri. Nomina eredi i figli IÓ4 SESTRI ANTICO Giovannino e Luchino ed esecutori testamentarii il fratello Giovanni e la moglie Benvenuta. In Pera, nella casa di Maria de Giovanni da Trapani, dove abita detto Bertolino. (Not. c. s., Reg. I, p. 3 v.). DLIII. 1281, 9 Agosto. — Ricobono de Rustighino da Vernazza dà a nolo a Rollando de Monte da Pegli e a Giacomino Lavezzo da Sestri una barca, chiamata S. Salvatore, per andare in Maremma e Sardegna a caricare 100 mine di grano. In Genova, presso la casa di Nicolino, venditore di pece. (Atti del Not. Guglielmo de S. Georgio, Reg. VI, Parte II, p. 76 v., Arch. di St. in Gen.). DLIV. 1281, IO Agosto. — Giacomino, figlio di Rollando Lavezzo da Sestri , riceve da prete Giovanni, ministro della chiesa di S. Giovanni di Sestri, L. 5 in accomandita, che porta a negoziare in Maremma. In Genova, presso l’angolo della casa dei Pediculi. (Not. Leonardo Negrini, Reg. III, p. 136 v.) DLV. 1281, 16 Agosto. — Dagnano, pellicciaio, riceve in accomandita da Leone da Sestri 107 perperi d’oro, che porta a negoziare in Adrianopoli. briele de Mangano riceve da Stabile Ottaviani da Sestri, notaio, a cune somme, spettanti alla società commerciale, contratta tra Andriolo e Francesco de Mangano. In Pera, nella loggia dei Genovesi (2 atti). (Not. Simone de Albario, Reg. I, Parte I, p. io). DLVI. 1281, 18 Agosto. — Gregorio da Sestri riceve L. 4 da Pagano Gnecio, e gli promette di imbarcarsi in sua vece sulla galea dei frate 1 im Peschetto Angelini, banchieri. In Pera, c. s. (Not. c. s., p. 11). DLVII. 1281____Settembre. — Sepolcro gentilizio di Ottobono e Piccamiglio de’ Piccamigli nella chiesa abaziale di S. Andrea di Sestri ; come da a pide ivi esistente. (Giornale degli Studiosi, 1871, p. 200). SESTRI ANTICO 165 DLVIII. 1282, I Gennaio-27 Dicembre. — Il notaio Leone da Sestri roga atti a Panesi, Bargagli, Traso, Viganego, Capreno, Canepa, nel castello di Tor-riglia e in Genova, nella contrada di S. Vincenzo. Conservatisi all’Archivio di Stato e trovansi gli atti uniti con quelli del Notaro Giovanni de Finamore. DLIX. 1282, 20 Gennaio. — Giovanni Musso, Ballano Sabino, Mazono de Loco, tutti di Sestri, comprano da Enrico Baroccio, filatore, una quantità di lana per L. 6. In Genova, presso l’angolo del Capitolo di S. Lorenzo. (Alti del Not. Giovanni Finamore e Leone eia Sexto, Reg. I, p. 17, Arch. di St. in Gen.). DLX. 1282, 23 Febbraio. — Giovanni, figlio del qm. Giacomo Oliva da Sestri, riceve L. 15, come dote della sposa Giacomina, figlia di Giovanni Zerbi da Borzoli. In Genova, nella cattedrale, (Atti del Not. David de S. Ambrosio, Reg. I, p. 12, Arch. c. s.). DLXI. 1282, 13 Aprile. — Amicheto Ansaldo da Sestri e la moglie Giovanna dichiarano dover dare L. 14 ai fratelli Belmostino e Clerico Lercari, e dànno a pegno la loro casa con terra, alberi e vigna, posta in Sestri nel 1. d. Campello, che detto Amicheto comprò da Giacomo Suppa da Sestri, procuratore di Lazara, figlia del qm. Picembono di Multedo, e vedova di Oberto Aicardo. In Genova, nella casa di Egidio Lercari. (Atti del Not. Vivaldo de Porta, Reg. II, p. 172 v., Arch. c. s.). DLXII. 1282, 15 Aprile. — Giacomo, figlio del qm. Gandolfo da Sestri, notaio, chierico della chiesa di S. Maria di Castello, riceve da maestro Andrea, canonico di detta chiesa, L. 30, che gli lasciò nel testamento il qm. Giovanni, prevosto di detta chiesa. In Genova, presso il chiostro di Castello. (Not. c. s., p. 1S4 v.). DLXIII. 1282, 30 Aprile. — Oberto Rosso da Soziglia riceve da Lanfranco La-vezzo e Amicheto Arnaldo da Sestri tutto ciò che gli devono per aver da lui preso in appalto 1’ introito del pane in tutta la podesteria di Voltri. In Genova, presso la casa del capitolo di S. Lorenzo. (Not. c. s., p. 205). ι66 SESTRI ANTICO DLXIV. 1282, 16 Ottobre. — È nominato il Not. Sorleone Busnardo da Sestri. (Not. Simone Vataccio, Reg. I, p. 69). DLXV. 1283, 17 Marzo. — Giovanni de Gonello da Sestri, calcinarolius, compra da Ricobono da Rapallo, lanaiuolo, tanto panno di Lombardia per L. 22. In Genova, presso la stazione dei Fornari. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. VII, p. 346, Arch. di St. in Gen.). DLXVI. 1283, 10 Dicembre. — Castellino del qm. Ugheto Calvo da Sestri, riceve da Opezzino Oliva da Chiavari L. 25 , come dote della sua sposa Filippina, figlia di detto Ughetto, essendo presente prete Oberto, addetto alla chiesa di S. Giacomo di Cornigliano. In Genova, c. s. (Not. c. s. p, 153 v.). DLXVII. 1284, 2 Settembre. :— Sestino Caldino da Sestri, di consenso di su padre Guglielmo riceve L. 25 da Nicolino Mallone , che promette di negoziare in Romania. In Genova, presso la casa di detto Mallone. (Atti di Notari Ignoti, Reg. XLIX, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). DLXVIII. 1284, IO Settembre. — Turello d’Ovada, procuratore di Albertino locello, loca per un anno a Tommaso Calige tirate, mugnaio di Sestn, mulino, che detto Malocello possiede in Sestri in aqua Claravagne, finante coi mulini di Giacomo Mallone e di S. Maria del Priano. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Atti del Not Angelino de Sigestro, Reg. II, p. 223, Arch. c. s.) DLXIX. 1284, 24 Settembre. — Francesco, abate eletto di S. Siro in Genova, alla presenza di frate Uguccione da Cremona, priore di Sant’Andrea di Sestri, e di prete Guglielmo, arciprete di S. Stefano di Sestri Levante, giura fede ta a Bernardo da Parma, arcivescovo di Genova. Nella chiesa di S. Maria di Latronorio. . (Codice P. A., p. 181, Codice P. B., p. 57, Archivio Capitolare di S. Lorenzo). SESTRI ANTICO’ DLXX. 1284, 21 Dicembre. — Tommaso Campanario da Sestri riceve da Sor-leone Chiappoli da Sestri soldi 40 per una terra, vendutagli in Sestri nel luogo detto Rocca. In Genova, presso la stazione di Malocello. (Atti di Notari Ignoti, Reg. LXI, Sala 74, Ardi, di St. in Gen.). DLXXI. 1285, 27 Gennaio. — Giovannina, figlia del qm. Ansaldo de Subripa da Sestri, riceve da Giovanni Busnardo, notaio, il capitale di L. io, che il qm. Giacomo Balbastrello diede in accomandita al qm. Sorleone Busnardo suo padre, come in atto del Not. Pietro de Planis, rogato il 12 febbraio 1272, e il lucro ricevuto dalla società. In Genova, nel palazzo dell’ arcivescovo, ove si regge la curia del consolato. (Atti c. s. p. 79 v.). DLXXII. 1285, 16 Febbraio. — Giacomo del qm. Guglielmo Giliolo da una parte, Naele Calvo, Bando del qm. Giovanni Cagna, i fratelli Obertino e Gregorio Buda dall’altra, tutti di Sestri, stipulano un atto di pace , ponendo termine alle liti, originate per una rissa, succeduta tra essi. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Atti del Not. Gabriele de Predono, Reg. I, p. 97, Arch. c. s.). DLXXIII. 1285, 30 Marzo. — Giacomo Pessina, podestà di Voltri e di Borzoli, amministra la giustizia agli uomini di Sestri, Pegli, Arenzano e altri della podesteria. In Genova, nel palazzo dei Doria. (Atti di Notari Ignoti, 'Reg. XXVI, Sàia 74, Arch. c. s.). Gli atti vanno sino al primo maggio ; alcuni sono stipulati in Pegli, presso la loggia, e nella frazione di Galello, 1. d. Castellacelo. DLXXIV. \ 1285, 13 Aprile. — Giacomo Pessina, podestà di Voltri, alla presenza di Mazono de Loco da Sestri, assegna un curatore all’eredità giacente del qm. Giovanni Bartolomei da Prato. In Genova, nella casa dei Doria, ubi regitur curia potestacie Vulturis. (Not. c. s.). DLXXY. 1285, 23 Aprile. — Guglielmo Clerici da Sestri e la moglie Giacomina vendono a Sibellina, vedova di Trencherio dei Baldizzoni, una terra, posta 1DO SESTRI ANTICO a Rivarolo presso la terra di Guglielmo Grosso e di Gabriele Angioino per L. 40. In Genova, nella casa di detta Sibellina. (Atti del Not. Giberto da Nervi, Reg. IV, p. 215, Arch. di St. in Gen.). DLXXYI. 1285.... Luglio. — Il Comune di Genova prepara una flottiglia di 65 galee contro i Pisani, assumendo il comando di esse 1’ ammiraglio Oberto Spinola. Gli uomini di Sestri, Borzoli, Pegli e altri della podesteria di Voltri forniscono 84 nocchieri e 800 remiganti. (Pertz, 1. c.. p. 311). DLXXVII. 1286, 18 Settembre. — Simone Frumento lascia in suo testamento soldi 5 ai frati de Timono (su quel di Borzoli). In Genova, in Canneto. ì (Atti del Not. Ursone de Sigestro, Reg. I, Parte II, p. 218 v., Arch. di St. in Gen.). DLXXVIIL 1286, 29 Ottobre. — Corrado Doria, capitano del popolo, alla presenza di Leone da Sestri, notaio, di Guglielmo da S. Stefano, abate del popolo, ecc., decreta che le donne e gli uomini di mala fama vengano espulsi da quella striscia di territorio, rinchiuso tra la porta di S. Andrea, vico del Prione, Castello, S. Agostino e S. Salvatore. In Genova, sotto il portico del qm. Alberto Fieschi, dove è la curia del podestà. (Atti del Not. Ugolino de Scarpa, Reg. II, p. 16 v., Arch. c. s.). DLXXIX. 1287, Il Gennaio. — Magnono Pennuto da Sestri vende a Buxalina, moglie di Ottolino di Negro, tre case poste nel borgo di Sestri, confinanti colle terre di Simone Ferrari e di Belmostino Lercari per L. 35. In Genova, nella casa di detta Buxalina. «I (Atti del Not. Parentino de Quinto, Reg. II, Parte II, p. 14, Arch. c. s.). DLXXX. 1287, 18 Gennaio. — Negro del qm. Giovanni Grossi da Paravanico dà a Giovannino da Sestri, figlio del qm. Guglielmo Campione, L. 50, come dote di Rosina sua figlia, sposa di detto Giovannino. In Genova, in Fossatello. (Atti del Not. Oberto Beltrame, Reg. I, p. 47 v., Arch. c. s.). DLXXXI. -1287, 2 Marzo. — Martino Asinelio da Sestri, avendo prestato garanzia per Alberto Piccamiglio da Savona e per Ottolino della porta di Sant’Andrea, SESTRI ANTICO 169 marinai fuggiaschi da una galea, promette di pagare una certa somma a Giovanni de Savignone, scrivano in detta galea. In Genova, presso la casa dei canonici di S. Lorenzo. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. IV, Parte II, p. 39 v.). DLXXXII. 1287, 19 Marzo. — Leone da Sestri, notaio, costituisce procuratore 1 ommasino de Bucuccio da Rapallo col mandato di esigere le tasse, imposte sui poderi e sulle vendite, colla decorrenza del 2 febbr. 1285, e che gli furono date in appalto dal Comune di Genova. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 66 v.). DLX XXIII. 1287, 20 Maggio. — Cazano da Voltri vende a Tommaso de Carro da Sestri due muli, per L. 34. In Genova, presso la stazione del qm. Lanfranco Malocello. (Not. Guglielmo de S. Giorgio, Reg. II, p. 163). DLXXXIV. 1287, 17 Giugno. Giacomo, speziale a S. Giorgio, vende a Simonino de Casella, figlio del qm. Tommaso Casella da Sestri, le sue terre con due case poste in Sestri, 1. d. Casella. In Genova. (Not. Oberto Beltrame, Reg. I, p. 51). DLXXXV. 1287, 26 Luglio. Manuele Aicardo da Sestri dichiara aver ricevuto da Guglielmo Bocaro 60 doppie, che si era obbligato di dargli, trovandosi entrambi in Maiorca neH’aprile dello stesso anno. In Genova. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. IV, Parte II, p. 123). DLXXXVI. 1287, 9 Ottobre. — È nominato Bendo, abate del Monastero di S. Andrea di Sestri. (Foliatium Notariorum, Voi. Ili, Parte II, p. 27 v., MS. alla Bibl. Civico-Berio in Genova). DLXXXVII. 1287, 29 Dicembre. — Giovanni Galletta da Sestri e sua moglie dichiarano di aver ricevuto quattro mine di grano dai figliuoli Pereto, taverniere, e Bartolino, i quali si obbligarono dare ai loro genitori ogni anno detto grano, come da atto del 15 maggio 1285. In Genova, a Prè, nella casa dove abita detto Giovanni. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. VII, p. 102). 170 SESTRI ANTICO DLXXXVIII. 1288 , 10 Marzo. — I sestresi Enrico Galletta e Obertino Doria, ricevono da Francesco Galletta da Sestri L. io in accomandita , che promettono di portare nelle parti di Siria e ivi negoziarle. In Genova, presso la stazione dei Fornari. (Not. c. s., p. 158). DLXXXIX. 1288, 15 Marzo. — Ruota da Sestri riceve da Pietro Pignattaro, drappiere, una pezza di panno di Lombardia del valore di L. 5, che porta in Romania, imbarcandosi sulla galea dei Savignone. Al ritorno restituirà il capitale e metà del guadagno. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 170). DXC. 1288, 19 Marzo. — Il Comune di Genova accorda le rappresaglie contro gli uomini di Nizza a Guglielmo da Sestri, speziale. In Genova. (Atti di Notari Ignoti, Reg. LXI, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). Le rappresaglie cessarono il 3 marzo 1293 in virtù d’un concordato, stipulato tra Pietro Aiegro, ambasciatore del Comune di Nizza, e Giovanni, fratello di detto glielmo. DXCI. 1288, 7 Luglio. — I sestresi Nicolino Barbieri e Ballano del qm. Oberto Ansaldo dichiarano al notaio Giacomo Busnardo che Leona, vedova Giacomo Barbastello da Sestri, promise dare dopo la sua morte lire 10 a Lanfranco suo figlio , marito di Isabella , figlia di Tommaso Torre Sestri. In Genova, nella stazione dei Malocello. (Not. Parentino de Quinto, Reg. Ili, p. 29 v.). DXCII. 1288, 16 Luglio. - Manuele, figlio del qm. Corrado Ferrario da Sestn, vende per L. 11 a Giovanni Pallavicino uno schiavo olivastro d anni 1 , chiamato Saito, e che egli acquistò nelle parti di Maiorca. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 42). DXCIII. 1288, 16 Dicembre. — Tommaso Costo da Sestri riceve da Costantino Lercari L. 10 e s. 10, onde promette consegnargli 15 moggi di calcina per la sua casa di Sampierdarena. In Genova, c. s. (Atti del Not. Guglielmo de Zoalio, Reg. I, p. 153 V., Arch. di St. in Gen). SESTRI ANTICO 17I DXCIV. 1289, 3 Febbraio. — Frate Bencio, abate, Alcherio, Enrico e Manfredo da Gavi, Giovanni Pesce da Tortona, Giovanni, Francesco e Pietro d’A-lessandria , Nicolino, sottopriore, Benvenuto da Levanto, Andrea da San Giorgio, Giovannino da Genova, Pietro de Magdalena, Cigalino da Quarto, Giacomo, Ruffino ed Enrico dAlessandria, e Guglielmo da Milano, monaci di Sant’Andrea di Sestri, dichiarano che prete Percivalle , canonico di S. Maria di Castello, non professò mai in detto monastero, quantunque per rimedio deH’anima sua fece ad essi donazione de’ suoi beni. In Sestri, presso il monastero. (Atti del Not. Francesco Morasso, Reg. I, p. 39, Arch. c. s.). DXCV. 1289, 8 Giugno- — Federico, abate del monastero di S. Stefano in Genova , collettore dei censi, dovuti alla chiesa romana in Genova e diocesi, deputato da Cristoforo dei Tolomei, collettore generale in Genova e Lombardia, costituito dal pontefice Nicolò IV, riceve da frate Bonifazio, priore della chiesa di S. Maria del Priano, L. 14 e s. 10 per il censo di 29 anni passati, in ragione di un bizante all’anno. In Genova, nel portico del palazzo del monastero. (Not. Antonio Fellone, Reg. II, p. 184). DXCVI. 1289, 11 Giugno. — Antonio Rebuffo da Sestri del qm. Lanfranco compra tanta merce da Bernardo de Avundo per 637 asperi. In Caffa, nella loggia dei Genovesi. (Atti del Not. Lamberto de Sambuceto, Reg. I, Parte II, p. 72, Arch. di St. in Gen.). DXCVII. 1289, 27 Giugno. — Pietro Omodei costituisce procuratore il notaio Se-stino Caldino da Sestri col mandato di riscuotere l’importo di 67 cuoi di bue, venduti a Brucio da Soziglia, abitante a Pera. In Caffa, nella loggia dei Genovesi. (Not. c. s., p. 87 v.). DXCVIII. 1289, 16 Agosto. — Oberto da Gavi e Oberto de Plebe fanno una società per commerciare a Trebisonda. Testi Landò e Daniele, entrambi di Sestri. In Caffa, c. s. (Not. c. s., p. 125). 1 1 -:—--—— • , · · . ' ; i»?· V f '72 SESTRI ANTICO DXCIX. 1290, 4 Gennaio. — Oberto Casella da Sestri compra da Boneto da Promontorio, drappiere, tanto panno di Lombardia per L. 3. In Genova, presso la stazione dei Fornari. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. VIII, p. 5). DC. 1290. « L’ ufficio della credenza di Genova fece descrivere tutta la riviera e tutto il distretto. E trovarono che si potevano armare centoventi galere, delle quali subito ne armarono dieci.... e pigliarono gli uomini delle infrascritte terre..... Voltri cento.... Polcevera settantacinque..... e quando avessino dovuto armare venti galere saria duplicato il numero, e quando t>enta, si saria triplicato; e così successivamente alla rata ». (Pertz, 1. C., p. 322; Giustiniani, Annali, lib. Ili, voi. II, p. 4S7). DCI. 1291, 3 Marzo. — Percivalle Lavezzo da Sestri, alla presenza di Tom maso Magarotto da Sestri, compra da Franceschino de Micheli tanto panno per L. 6. In Genova, presso la casa degli eredi del qm. Nicolò de Volta. (Atti del Not. Corrado de Castello, Reg. I, p. 74, Arch. di St. in Gen.). DCII. 1291, 5 Maggio. — Gugliemo de Montelungo riceve dai fratelli Guiliono e Oberto Re da Sestri alcune somme dovute. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 280). DCIII. 1291, 15 Luglio. — Il pontefice Nicolò IV accorda indulgenza a chi vi^ siterà la chiesa dei Minori di Sestri nelle quattro festività della Madonna, nei giorni di S. Francesco, S. Antonio, S. Giovanni Battista e nella Comme morazione di tutti i Santi « Splendor patente glorie ». Da Orvieto. . (Langlois, Les Registres de Nicolas /V, n. 5650, p. 763). DCIV. 1291, 21 Agosto. — Ballano Piccamiglio fa testamento. Vuol essere sepolto presso il monastero di S. Andrea di Sestri. In Genova, a Prè. (Atti di Notari Ignoti, Reg. III, Sala 74, p. 255). SESTRT ANTICO 173 DCV. 1291, 22 Agósto. — Tobia Pennuto da Sestri vende a Baliano Picca-miglio una terra con casa posta in Sestri, 1. d. in Briscata, confinante colle terre di Guglielmo Vacchetta, di Luca Corso e degli eredi del qm. Nicolino Gollo, e altra terra con vigne e castagni, posta a Multedo, 1. d. 'Camerii per L. 300. In Genova, nella via del Campo, sotto il portico della casa di Corrado Piccamiglio. (Notari e. s., p. 258 v.). DCVI. 1291, 7 Ottobre. — Il notaro Leone da Sestri è in Pera di Costantinopoli e nella loggia dei Genovesi roga atti per il Comune di Genova in qualità di cancelliere del podestà. (Atti di Notari Ignoti, Sala 74, Reg. DCIX, Areh. c. s.). DCVII. 1291, 6 Novembre. — Giovanni Anseimi da Sestri, alla presenza di Lu-chetto de Castagneto da Sestri, compra da Gandolfo Cassano, drappiere, una quantità di panno di Lombardia per L. 5. In Genova, presso la casa del qm. Nicolò de Volta. (Not. Corrado de Castello, Reg. I, p. 101 v.). DCVIII. 1291, 14 Dicembre. — Guglielmo Anseimi da Sestri, calcinarolo, riceve da Bonifazio Zurlo L. 18, onde gli porterà 25 moggi di calcina. Presta garanzia per l’Anselmi Raffo Mallone. In Genova, presso la Casa di Giorgio Vento. (Not. Guglielmo de S. Georgio, Reg. VI, Parte I, p. 161 v.). DCIX. ' 1292, 5 Maggio. — E nominato in Genova carubium Stabilis Octaviani da Sestri, notaio. (Not. Leonardo Negrini, Reg. Ili, p. 232 v.). DCX. 1292, 27 Maggio. — Luchetto de Corso da Sestri dichiara aver ricevuto L. 40, come dote di Ricadonna, figlia di Manuele Panizario da Moltedo, sposa di Giacomino, suo figlio. In Genova, presso la stazione dei Malocello. (Not. Angelino de Sigestro, Reg. IV, Parte I, p. 173). 174 SESTRI ANTICO DCXI. 1293, 4 Maggio. — Nicolò Ferrari da Sestri, abitante in Genova nella contrada di S. Vincenzo, fa pace con Giovannino da Varese , tintore , ed entrambi si perdonano le reciproche offese. In Genova, nella cattedrale. (Atti del Not. Ugolino de Scarpa, Reg. II, p._I05 y, Arch. di St. in Gen.). DCXII. 1293, 12 Maggio. — Drudo de Buxono da Sestri, curatore dell eredità del qm. Pagano de Buxono, vende a Pasquale de Buxono da Sestri al pubblico incanto una terra castaneativa, 1. d. Croce, coll’approvazione di Stabile Ottaviani da Sestri, notaio, podestà di Voltri e di Borzoli. In Genova, sotto il portico degli eredi del qm. Giacomo de Bartolomeo, giudice, ubi regitur curia Vulturis. (Atti del Not. Castellino de Portovenere, Reg. I, p. 103, Arch. di St. in Gen.). DCXIII. 1293, 28 Giugno. — Prete Giovanni, ministro della chiesa di S. Giovanni Battista di Sestri, dichiara aver avuto da Giacomo del qm. Guglielmo Giordani da Sestri alcune somme dovutegli da suo padre. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 105). DCXIV. 1293, 6 Agosto. — Tommaso da Sestri, abitante in Lerici, compra Giovanni Badola da Sestri tante reti da pescare per L. 5· In Genova, presso la casa del qm. Nicolò de Volta. (Not. Corrado de Castello, Reg. I, p. 291). DCXV. 1293 , 3 Settembre. — Guillione de Rege da Sestri, alla presenza di Oberto Testa, Luco de Corso e Pietro de Ansaldo, tutti di Sestri, ven e a Bianco Carenzono da Diano una barca con tutti gli attrazzi per L. 60. L atto è rogato nel borgo di Sestri, di rimpetto la casa di Guglielmo Caldino. (Not. Castellino de Portovenere, Reg. I, p. 291). DCXVI. 1293, 15 Dicembre. — Giovanni de Govello da Sestri promette di vendere a Ughetto Lomellini 20 moggi di calcina della sua calcinara de, Calocho. In Genova, presso la stazione dei Malocello. (Not. Simone de Albario, Reg. I, Parte I, p. 135). SESTRI ANTICO 175 DCXVII. 1294, 2 Gennaio. — Pietro dei Carbonesi, podestà, e Simone de Gru-mello, capitano del popolo di Genova, di consenso degli anziani, dei consiglieri e del consiglio maggiore, costituiscono procuratore .Stabile Otta-viani da Sestri, notaio, col mandato di presentarsi al cospetto del doge di Venezia e far osservare la tregua, stabilita tra Genova e Venezia. In Genova, nel palazzo dei Doria. (Materie Pólitiche, Mazzo VII, Arch. di St. in Gen.). DCXVIII. 1294, 5 Gennaio. — Il podestà e il capitano del popolo di Genova scrivono a Pietro Gradenigo, doge di Venezia, dando contezza di avergli trasmesso in qualità di ambasciatore il notaio Stabile Ottaviani da Sestri. Da Genova. (Materie c. s.). DCXIX. 1294, 23 gennaio. — Stabile Ottaviani da Sestri, ambasciatore del Comune di Genova, insieme con Lanfranco de Podio, notaio, e di Percivalle da Sestri, genovesi, si presenta al cospetto del doge di Venezia ed espone l’oggetto della sua ambasceria. In Venezia. (Materie c. s.). DCXX. 1294, 25 Gennaio. — Pietro Gradenigo, doge di Venezia, scrive al podestà e al capitano del popolo di Genova di aver ricevuto il loro ambasciatore Stabile Ottaviani da Sestri e di accettare l’osservanza della tregua. Da Venezia. (Materie c. s.). La tregua non fu osservata, onde il 13 febbraio del 1295 Bonifazio Vili scriveva ai Veneziani di far pace coi Genovesi (1). DCXXI. 1294, 17 Marzo. — Simone Casella da Sestri loca a Bazano Narixe de Priano una terra posta in territorio Priani, confinante colla costa, col fossato e colla terra dei fratelli della chiesa di S. Maria delle Cassinelle. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. IV, p. 233). (1) Archivio Stor. Ital., Appendice, Toni. Vili, p. 390. 176 SESTRI ANTICO DCXXII. 1295, 24 Marzo. — Giovanni de Golo e Lanfranco Pennuto, entrambi da Sestri, ricevono da Filippo de Volta tante somme, per le quali ciascuno consegnerà a lui in Genova e Albaro 10 moggi di buona calcina. In Genova, presso la casa di Giorgio Vento. (Atti di Notari Ignoti, Reg. XIX, Sala .74, Arch. St. in Gen.). DCXXIII. 1295, 19 Aprile. — Giovanni de Aldana da Sestri, alla presenza di Ca-valcabò dei Medici da Pavia, podestà di Genova, emancipa dalla paterna podestà il fìgliuol suo Marchetto. In Genova, nel portico del palazzo del Comune. (Atti del Not. Giacomo de Albario, Reg. I, p. 12, Arch. c. s.). DCXXIV. 1295, 30 Maggio.— Giovanni de Fossato, notaro, appaltatore della gabella sul vino, cede ai sestresi Sachino de Aldana e a Mignono de Marco il diritto di percepire detto introito nel territorio di Sestri, cominciando dal fossato illoruvi de Cunio, verso Genova. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 18). DCXXV. 1295, 21 Giugno. — Oberto Galletta da Sestri, alla presenza del podestà Cavalcabò de Medici da Pavia, emancipa i figliuoli suoi Giacomino, Ami-cheto, Guglielmo e Lanfranco. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 21). DCXXVI. 1295 , 13 Agosto. — Il pontefice Bonifazio Vili scrive a tutti i fedeli cristiani. Accorda indulgenza d’ un anno e 40 giorni a chi nella festa 1 S. Giacomo e per otto giorni seguenti visiterà la chiesa di S. Giacomo de Priano « quam dilectus filius Luchetus Gatilusius civis Ianuensis bo?ns propriis fundasse dicitur et dotasse ». « Vite perennis gloria Da Anagni. (Thomas, Les Registres de Bomface Vili, N. 640). « Lucchetto de Gattalusi, genovese, vissuto sino oltre la metà di quel secolo, e degno per più ragioni che la storia non si dimentichi affatto di lui ». Così scrisse om maso Casini in un articolo: Un trovatore ignoto del secolo XIII (1). Il Crescimbeni lo chiama Lughetto o Ughetto Gastello, e in francese Loguet Ga e > (1) Rassegna Settimanale 6 giugno 1880; ne parla anche il Desimom, Giornale Ligustico, a. 1878, p. 255. SESTRI ANTICO 177 Fu poeta provenzale che scrisse contro le tirannie de’ principi. Fiori in tempo di Per-civalle D Oria e di Pietro di Castelnuovo. Egli nacque nel primo terzo del secolo tredicesimo da quell’ Iacopo che i genealogisti assegnano a stipite de’ più tardi Signori di Eno e Metellino nell’ arcipelago. Sua moglie fu Lino o Leonora di Corrado D’Oria due volte capitano del popolo. Nel 1272 fu podestà di Bologna, quando ivi era prigioniero Enzo di Svevia poeta e re di partito guelfo. Diede consigli e suggerimenti al conte di Provenza. Fu in Lucca capitano del popolo nel 1273, quindi podestà del Comune di Milano, poi ambasciatore de’ Genovesi a Bonifacio Vili, per le trattative di componimento tra veneti e genovesi, ed m tale occasione ottenne dal pontefice una Bolla a favore della chiesa, che egli stesso avea edificata in Sestri di Ponente, nel luogo detto di Priano, dedicandola a San Giacomo, nome che avea portato suo padre. Nel 1299 era podestà di Savona , nel 1301 di Cremona (1). DCXXVIL 1296, 24 Marzo. — Pelieto Galletta da Sestri subaffitta a Giovanni de Goano la taverna, che conduce al Molo e che ebbe in locazione da Bo-navere da Portovenere. In Genova, nella casa dove abita Marco de Gropo. (Not. Giovanni de Corsio, Reg. VII, p. 201). DCXXVIII. 1296, 17 Aprile — Fulco Asinari, podestà di Genova, alla presenza del notaio Giovanni Busnardo da Sestri, esenta dalle pubbliche avarie tutti i notari di Genova. In Genova, nel palazzo nuovo del Comune. (Not. Giacomo de Albario, Reg. I, p. 40). DCXXIX. 1296, 18 Aprile. — Frate Giovanni Ottaviani da Sestri, a nome del figlio Francesco, riceve alcune somme dovute da Simone Saliceto. In Genova, presso la casa degli eredi del qm. Nicolò de Volta. (Not. Corrado de Castello, Reg. II, p. 38 v.). • DCXXX. 1296, 17 Maggio. — Frate Cigalino da Quarto, monaco del monastero di S. Andrea di Sestri, sindaco e procuratore di Bencio, abate, e dei monaci infrascritti..... {manca l’atto). (Not. c. s., p. 133 V.). DCXXXI. 1296, 4 Luglio. — Pelieto Galletta da Sestri riceve da Tommasino del qm. Giovanni Merlo da Sestri L. 80 per terre vendutagli. In Genova, presso la casa del qm. Nicolò de Volta. (Not. c. s., p. 234 v.). (1) Belgrano, Giornale Ligustico, a. i882, voi IX, p. 3. Sestri antico. 12 178 SESTRI ANTICO DCXXXII. * 296, 5 Luglio. — Andrea, arciprete della pieve di S. Stefano^ di^Bor-zoli, alla presenza di prete Oberto da Sestri, canonico di S. Maria i^ a-stello, assegna per il vestito a Franceschino, figlio del qm. Giovanni da Sestri, canonico di detta pieve, s. 40 annui esigibili il giorno di S. te ano, dichiarandolo pure inamovibile in detto benefizio. Gli assegna parimenti una terra in Borzoli, 1. d. in Begino. In Genova, nella canonica di S. Maria di Castello. (Not. c. s., p. 235 v.), Già abbiamo visto far capolino in qualche atto il capitolo della plebana di Bo^ \ dalla quale dipese per parecchi secoli la nostra chiesa di Sestri. H capito o, ^ maggior parte di quei che aveano vita nelle altre pievi della Liguria, età coiti' ^ quattro canonici. Il 26 Aprile del 1257 Alberto, canonicus plebis deBorzuo, e ^ ad una procura, fatta dal capitolo delle Vigne (1). Il 17 settembre del 12 7 jy’ canonicus plebis Borzuli, assiste alla presentazione d’una bolla del pontefice en latta dal prevosto di S. Giorgio (2). Dcxxxin. 1296, 22 Settembre. — Fulco Asinari, podestà di Genova, annj all ufficio del notariato Pietro Bonaccorsi, il quale giura fedeltà a 10 Busnardo da Sestri, notaio, rettore dèi collegio dei Notari- In Genova, nel palazzo nuovo del Comune. (Not. Giacomo de Albario, Reg. I, p. 60). DCXXXIV. , 1; c Andrea 1296.... — Benvenuto da Montale da Levanto, monaco di Sestri, è eletto vescovo di Accia in Corsica. • τio-uri (3) scrive a) Il somasco P. Gio. Stefano Remondini nella Serie dei Vescovi S nova, mo-che nel 1296 fu eletto vescovo d’Accia Benvenuto, e non Benedetto da e naco cisterciense da Sestri. Il Cappelletti lo chiama impropriamente Alono e']iejj,jnSU_ lo segna al 1297 ad Accia, ove poco dimorò, poi fu traslocato, continua eg 1, bria, ove consecrò gli altari di Morimondo e morì nel 1332. stat0 Il 4 settembre del 1311 l’arcivescovo di Genova Porchetto Spinola, esse n0Str0 chiamato dal pontefice Clemente V al Concilio di Vienna, lasciava in Genova vescovo Benvenuto (4). , or(jinava Il 17 febbraio del 1325 Benvenuto, sempre in qualità di vescovo di Accia, ^ un chierico nella cappella di S. Paolo, posta nella chiesa di S. Andrea di Sestri Come si vede, tenne il vescovato di Accia non per breve tempo. _ ^ docu- b) La patria del nostro monaco, non segnata da alcuno, appariva di già n mento del 3 febbraio 12S9, essendo ivi nominato frate Benvenuto da Levanto. (1-2) Atti dei Notari Angelino de Sigestro, Reg. I, p. 95 e Guglielmo de S. Giorgio, p. 243, Arch. di St. in Gen. (3) MS. presso l’Archivio di S. Maria Maddalena in Genova, p. 217. (4) Not. Leonardo de Garibaldo, Reg. I, Parte I, p. 149, Arch. di St. in Genova. (5) Atti c. s., an. 1313-18, fogli volanti al principio del Registro. SESTRI ANTICO 179 Un atto però del 16 aprile 1304 ci offre alcuni particolari della massima importanza. Sotto tal data frate Benvenuto, vescovo di Accia, costituisce procuratore Oberto Comunale, drappiere, col mandato di vendere i beni spettantigli sull’eredità del qm. Aprile de Montale da Levanto, suo padre, e che avea in comune col fratello notaro Angelino .da Montale (1). DCXXXV. 1297, 13 Aprile. — Il pontefice Bonifazio VIII scrive dal Vaticano a Giovanni de Rovegno, cittadino di Genova. Loda la sua pietà per aver riparata la chiesa di S. Andrea di Sestri nimia vetustate consumptam , il chiostro, il dormitorio e il refettorio, erigendo presso la chiesa al mare un ospedale. Promise l’abate di mantenere in detto ospedale alle notti un certo numero di poveri, ai quali avrebbe dato frumento e vino, e di alloggiarvi quei che passavano di giorno, offrendo pane ed elemosine. Promise pure di tener sempre nel monastero quattro monachi sacerdoti e due conversi. Gli fa sapere che manda altra bolla all’ abate di S. Fruttuoso di Capodimonte e al priore di S. Matteo, perchè approvino la convenzione. « His qui pietatis ». (Thomas, Les Rcgislres de Boniface Vili, A. 2046). Uso antichissimo era quello che vigea in rimote età, di cóstrurre lungo la strada principale o più frequentata qualche chiesa con annesso o contiguo ospedale per i pellegrini frequentissimi in Italia, recantisi al celebre santuario di Compostella , oppure a Roma. E ciò si deduce , scrive il Desimoni (2), non solo un po’ di lontano da un’ interrogazione fatta ai testi in un processo di competenza ecclesiastica, ma si deduce da altri esempi in Italia e specialmente a Barbaresco d’Acqui, ove la presente chiesa fu ospedale , come lo fu quella di S. Giovanni di Prè in Genova. Nel 1310 vedremo già costrutto un ospedale presso la chiesa di S. Alberto, come pure sullo scoglio di S. Antonio in Pegli, vivere in solitudine il S. Martino Anza per albergar nella sua caverna i pellegrini, e nella notte rabberciare loro le sdruscite vestimenta, come si ha da Bol-landisti (3); e ciò seguiva sulla fine del sec. XIII e sul principio del sec. XIV. DCXXXVI. 1297, 23 Aprile. — Sturione dei Belesii, giudice e assessore di Sorleone Curolo, podestà di Genova, stabilisce che Eliana, figlia del qm. Simone de Camilla e moglie di Bernabò, figlio di Pellegrino del qm. Pastone di Negro, possegga alcuni beni in Sestri. In Genova, nel palazzo nuovo del Comune. (Not. Giacomo de Albario, Reg. I, p. 93 v.). DCXXXVII. 1297, 4 Giugno. — Prete Giovanni da Sestri, alla presenza del notaro Stabile Ottaviani da Sestri, dichiara aver ricevuto da prete Sestino, mi- fi) Atti del Not. Guglielmo Osbergero, Reg. I, pp. 18 e 41, Arch. di St. in Gen. (2) Annali di Gavi, p. 193. (3) Voi. I, all’8 aprile, p. 805. 1 ΰο SESTRI ANTICO nistro della chiesa di S. Giovanni Battista di Sestri, L. 12 , in acconto di altre ih che e tenuto dargli ogni anno, come da atto del 18 marzo 1296. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Atti del Not. Stefano Corradi, Reg. I, p. i0S, Arch. di St. in Gen.). DCXXXVIII. 1297, 26 Luglio. — Frate Benvenuto, vescovo di Accia, alla presenza d.i Andrea, monaco di S. Andrea di Sestri, dichiara aver ricevuto da Pelieto Gaietta da Sestri, taverniere, L. 4, che spese per la sua consecrazione e che restituirà a sua richiesta. In Genova, c. s. (Not. c. s„ p. 93 v.). DCXXXIX. 1297, 17 Agosto. — Tommaso Casella da Sestri per soldi 5 vende a Tommaso Campanario da Sestri una terra boschiva, posta nei monti 1 Sestri, 1. d. Lo Clapuzzo, confinante col fossato Chiaravagna e le terre Oriovanni Idone da Sestri e consorti. In Genova, sotto il portico della casa di Egidio Lercari. (Not. Giovanni Finamore e Leone de Sexto, Reg. I, p. 162 v.). DCXL. 1297, 4 Ottobre. — Giovanni, figlio del qm. Rollando Rossi da Peg » fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Nicolo e stronovo di Napoli. Lascia soldi 20 a S. Martino di Pegli e sol 1 10 ponte che deve costruirsi in Pegli; lascia la sua tunica bianca a schino Giaferri da Sestri che lo curò nella malattia. L’atto è rogato in Napoli. (Atti del Not. Fazio da S. Donato, Reg. I, p. 163, Arch. di St. in Gen.). DCXLI. 1297, 16 Ottobre. — Bertolino Fieschi, canonico della cattedrale di nova, loca per 20 anni a Oberto Narixe del Priano una terra e casa ^ sua prebenda, posta in Sestri, 1. d. Subripa, confinante colla stra a, p cui si va al molino della chiesa del Priano, e colla terra tenuta da 0 maso Campanaro, dando L. 10 annue e un paio di capponi. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Not. Stefano Corradi, Reg. I, p. 101 v.). DCXLII. 1297, 20 Ottobre. — Lo stesso loca per 10 anni a Tommaso Campa nario da Sestri una terra con casa appartenenti alla sua prebenda p°® m Villa- de Sesto, 1. d. Surriva, confinante colla strada e col fossato, dan sestrì antico ogni anno per la Pasqua L. 7 φ e in fine d’anno L. 7 i]2 di capponi. In Genova, nel chiostro della cattedrale. (Not. c. s., p. 51 v.). DCXLIIL 1298, 12 Febbraio. — Antonio, figlio di Manuele de Suppa da Sestri, mugnaio, riceve in società da G.uirardo da Milano, abitante in Soziglia, tre porci del valore di s. 57, che terrà fino alla festa di S. Andrea. In Genova, sotto il portico della casa di Egidio Lercari. (Atti del Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. II, p. 133, Arch. di St. in Gen.). DCXLIV. 1298, 22 Aprile. — Giacomino, figlio di Giovanni Vendisevo da Sestri, dichiara dover dare L. 3 e s. 14 a Giacomo dei Signori di Valperga, canonico della cattedrale, che ha la sua prebenda nel borgo di Sestri. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Not. Stefano Corradi, Reg. I, p. 49 v.). DCXLV. 1298, 16 Luglio. — Guglielmo de Pamparato di Arenzano fa testamento. Lascia L. 25 , malamente acquistate, da distribuirsi ai poveri per mezzo del guardiano dei frati minori di Sestri. In Arenzano, nella casa del testatore. (Atti del Not. Gabriele Bochino d’Arenzano, Reg. I, p. 135, Arch. di St. in Gen.). Altri atti rogati nello stesso anno 1298 in Arenzano interessano le famiglie Meglia-rina, Fossato, Valle, Malagamba, Truffa, Marini, Boccadebò, Balbi, Casanova, Lambruc* ciò, Guasco, Vairone, Pisani, Bianchi, Porrini, Branca, Stambusso, Pelle, Piccone, Casella, Alamanno, Caito, Delfino, Mina, Uccelli, Vallarino, Buga, Longo, Ottino, Colombo, Bellone, Piana, Bruxavigna, Caffeca, Aicardi, Nazano, Maggiolo, Arnaldi, Gia-ferro, Campi etc. È nominata la chiesa di S. Nazaro, il cui parroco Oberto era pure canonico di Pavia, l’ospedale di Arenzano, il ponte del Lerone ecc. DCXLVI. 1299, 13 Gennaio. — I fratelli di S. Maria de Cassìnellis eleggono procuratore il notaio Pietro Bonaccorsi. In Genova. (Atti del Not. Ambrogio de Rapallo, Reg. II, p. 45 v., Areh. di St. in Gen.). DCXLVIL 1299, 19 Marzo. — Enrico Bibi, alla presenza di Antonio da Sestri, riceve da Giovanni Musso da Pegli alcune somme dovute. In Famagosta, nella loggia dei Genovesi. (Atti di Notari Ignoti, Reg. X, Sala 74, Arch. di St. 111 Gen.). l8l e un paio 182 SESTRI ANTICO DCXLVIII. 1299, 15 Giugno. — Simone Casella da Sestri costituisce procuratori i sestresi Leone de Ricandone e Pietro de Casella. In Genova, nel portico della casa di Egidio Lercari. (Atti del Not. Andriolo de Laneriis, Reg. I, Parte I, p, 49 v. Areh. c. s.). DCLIX. 1299, 22 Giugno. — Caterina, figlia di Luchetto Grimaldi e moglie di Pietro Fieschi, fa testamento. Lascia soldi 20 ai frati minori di Sestri, e altrettanti a quelli della Chiappella e di Albaro. In Genova, nella casa di Percivalle Fieschi. (Not. c. s., p. 54). DCL. 1299 , 23 Luglio. — Prete Giovanni Lavezzo da Sestri dichiara a prete Sestino da Sestri, ministro di S. Giovanni di Sestri, di aver ricevuto lire 18, che deve ricevere ogni anno per gli alimenti. In Genova, nel portico della casa di Egidio Lercari. (Atti di Notari Ignoti, Reg. IX, Sala 74, Areh. di St. in Gen.). Non è raro trovare dei nomi assunti dai paesi. Altro esempio all’anno 1292 oftr notaio Pelieto de Casuptana de Pelio (i). DCLI. 1299, 9 Settembre. — Pietro Bonaccorsi, notaio, procuratore di San Maria di Cassinelle, costituito tale il 9 gennaio 1297 da irate Benvenuto, attore di detto monastero, loca a Giovannino Ugardi da Ceranesi una terr del monastero. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Notari Ignoti, Reg. X). DCLII. 1300, 3 Febbraio-13 Giugno. — Oddone da Sestri ha casa in Famagosta di Cipro. Per i contratti stipulati tra detto sestrese e nella sua casa cfr. il Desimoni Ac Passés à Famagoste par le Notaire Lamberto de Sambuceto, 1883, p. 20. DCLIII. 1300, 22 Aprile. — Vassallo Cazano, podestà degli uomini di Fegino, Borzoli, Sestri e altri della podesteria di Voltri, condanna in L. 400 Gre gorio Bianchi d’Arenzano. In Genova , nel palazzo dell’arcivescovo, dove si regge la curia della podesteria di Voltri. (Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. V. p. 3 v.). (1) Atti di Notari Ignoti, Reg. IX, Sala 74, Arch. di St. in Gen. SESTRI ANTICO 183 DCLIV. 1300, 18 giugno. — Giacomino, figlio di Michele de Balestrino, alla presenza di Giovanni Busnardo, notaio, riceve L. 10 da Percivalle Scaragio da Sestri. In Sestri, nella casa di Bandora. (Not. c. s., p. 11). Il Notaro ha parecchi altri atti rogati in Sestri, in Pegli, in Voltri nella casa di Oberto Garrone, in Genova nella casa dei della Turca, essendo vicario del podestà Gabriele Notorano. DCLV. 1300, 3 Luglio. — Amiceto del qm. Bonasera de Airaldo da Sestri, alla presenza di Pagano di Nicolò Foglietta, riceve L. 25 per dote della sposa Agnesina, figlia di Tommaso de Cella da Borzoli. In Pegli, di rimpetto la casa del qm. Oberto Macaiuffo. (Not. Antonio Fellone, Reg. I Parte I, p. 82 v.). DCLVI. 1300, 19 Luglio. — Oberto Cepulla da Sestri dichiara di voler essere sepolto nella chiesa di S. Giovanni Battista di Sestri, e fa un legato a favore del porto e del molo di Genova. In Genova, nella loggia dei Camilla. (Atti di Notari Ignoti, Reg. XIII, Sala 74, Arch. di St. in Gen. DCLVII. 1300, I e 3 Agosto. — Ansaldo di Sestri dichiara sia mantenuto ogni suo diritto che potrebbe domandare ed avere in una schiava, non ostante tutta la libertà ed esenzione, concessa a Maria di Smirne da Daniele di Chiavari, cui detta schiava appartenea. — Lo stesso dichiara di aver ricevuto mille bisanti bianchi da Isabella sua consorte in ragione di dote. In Famagosta. (Desimoni, 1. c., pp. 103, 104). DCLYIII. 1300, 25 Agosto. — Giovanni Gualterio da Sestri e Giacomo da Sestri figurano quali testi in un pubblico instrumento. In Famagosta. (Desimoni, 1. c., p. 113)· DCLIX. 1300, 4 Dicembre. — Frate Giovanni da Carpineto, converso del monastero di Sant’Andrea di Sestri, riceve da Percivalle Scheraggio e Nicolò Strixiolo 14 vacche e 4 vitelli, che terrà in società per 4 anni. In Sestri, di rimpetto la casa di Bandora, essendo presente Giovanni Ferrari del Priano. (Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. V, p. 24. v). 184 SESTRI ANTICO DCLX. 1300.... — Fiorisce in S. Andrea di Sestri il monaco Giovanni de Cervo, cui si attribuisce un commentario sopra il quarto libro delle Sentenze, autore di poesie scritte tra il 1270 e 1320. (Spotorno, S/or. Leti, della Liguria, I, 280-84). a) Le poesie sono stata pubblicate prima dal Bonaini nell 'Archivio Storico Italiano, PP ice , \ ol. IV, an. 1847, p. 660, e poi in edizione più corretta da N. Lagomag-Arc’nvio Glottologico Italiano, an. 1875, Voi. II, Parte II, ΡΡ- WW-eruditissimo prof. Gerolamo Rossi scrive che « Giovanni, monaco cisterciense na no 1 Cervo, lasciò un volume di commentarii sul IV Libro delle Sentenze » (1). rh •.amis *a <~eri0’ secondo i documenti riferiti, abitava in Sestri , onde ci sembra nostro poeta e scrittore possa appartenere a detta famiglia. SECOLO XIY DCLXI 1301, 12 Gennaio. — Gabriele Notorano, podestà di Borzoli e Voltri, alla presenza di Guadagnino, cintraco di Sestri, di Giovanni Vernazzano e di Gio\ anni Busnardo, notaio, assegna curatore dei beni del qm. Tommaso de Marco da Sestri la vedova Mabilia, figlia di Agostino Molinario da Sestri. In Genova, nel palazzo dei della Turca, dove reggesi la podesteria di Voltri. (Atn del Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. V, p. 97, Arch. di St. in Gen.). DCLXII. 1301, 4 Febbraio. — Stabile Ottaviani da Sestri, notaio, erede istituito da Pietro Lancia, come da testamento fatto il 7 marzo dal Not. Manuele Beminzone, adisce l’eredità di consenso del mantovano Zambono de Teiza, console in Genova di giustizia. In Genova, nel palazzo dell’arcivescovo. (Atti del Not. Rollando Belmosto da Pegli, Reg, I, p. 27 v., Arch. c. s.). (1) La Valle di Diano e i suoi Statuti Antichi, Torino, 1900, p. 10. SESTRI ANTICO 185 DCLXHL 1301, 21 Febbraio. — Brunetto da Firenze riceve in accomandita da Oddone da Sestri tanti ciamelloti per 415 bizanti bianchi, che porta in Luiazzo d’Armenia. In Famagosta, presso la bottega di Baamonte di Bria. (Atti del Not. Lamberto de Sambuceto, Reg. Il, p. 162, Arch. c. s.). DCLXIV. 1301, 23 e 24 Marzo. —- Bernardo da Parma ed Enrico Casiccio, abitanti a Sestri, alla presenza di Gabriele Notorano, podestà di Voltri e di Borzoli, emancipano i figli Lanfranco e Giacomino. In Genova, nel portico dei Fornari, ove reggesi la podesteria di Voltri (2 atti). (Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. V, pp. 109 e 114). DCLXV. 1301, I. Aprile. — Sestino Caldino da Sestri riceve in prestito da Bonifazio Amoino una quantità di bizanti bianchi di Cipro per cui restituirà 10 lire di genovini. In Famagosta, presso la bottega di Filippo Clerici, drappiere. (Not. Lamberto de Sambuceto, Reg. II, p. 193). DCLXVI. 1301, 6 Maggio. — Lanfranco de Romea, cittadino di Genova, alla presenza di Guglielmo da Pegli e di Antonio da Sestri fa testamento. In Famagosta, nella casa dove sta detto Lanfranco. (Not. c. s., p. 207). DCLXVII. 1301, Il Maggio. — Graciolo del qm. Martino de Asini da Sestri versa alcune somme, per aver prestato garanzia a due marinai, che fuggirono dalla galea di Bernabò Spinola di Lucoli, che era in viaggio per la Sardegna. In Genova, presso il carcere Malapaga. (Atti del Not. Francesco Morasso, Reg. I, p. 116 v., Arch. di St. in Gen.). DCLXVIII. 1301, 17 Maggio. — Domenico de Valle da Rapallo riceve in accomandita da Oddone da Sestri 2382 bizanti bianchi di Cipro, che porta in Armenia e Cipro. In Famagosta, presso la farmacia di Bertozio Latini da Firenze. (Not. Lamberto de Sambuceto, Reg. II, p. 210 v'.). i S6 SESTRI ANTICO DCLXIX. 1301, 27 Maggio. — Filippa Figallo, moglie di Corrado Panzano, fa testamento. Lascia lire 2 ai frati minori di Sestri. In Genova, nella casa del Not. Guglielmo da S. Giorgio. (Not. Francesco Morasso, Reg. I, p. 119). DCLXX. 1301, 19 Giugno. — Giacomina, vedova di Giovanni Ligandoni di Mul-tedo da Pegli fa testamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa di San Giovanni di Sestri, lasciando soldi 6 per i funerali. Benefica la chiesa di S. Nazaro di Multedo e il porto e il molo di Genova. In Multedo, sotto il portico della casa di Giovanni Tavano. (Not. Rollando Belmosto, Reg. I, p. 93). DCLXXI. 1301, 9 Luglio. — Agnesia Rossa da Spigno, abitante in Pegli , fa te stamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa dei frati minori di Sesto. Lascia s. 2 alla chiesa di San Martino di Pegli. Lascia tutti i suoi beni ai poveri, delegando per la distribuzione il guardiano di detti frati. In Pegli. (Not. c. s., p. 97). DCLXXII. 1301, 29 Agosto. — Francescano Bachemo fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Andrea di Sestri. Lascia L. 5 Per un anm versano da celebrarsi in perpetuo in detta chiesa. In Genova, nella chiesa di S. Giorgio. (Atti di Notari Ignoti, Reg. XXV, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). DCLXXIII. 1301, 28 Settembre. - Giacomino, figlio di Manuele Cavanna da Sestn, riceve da Obertino Sachello da Sestri soldi 21 di genovini, che resti ui fra sei mesi. In Famagosta, presso la farmacia di Bertozio Latini da Firenze. (Not. Lamberto de Sambuceto, Reg. II, p. 279). DCLXXIV. 1301, 5 Ottobre. — Baldoino Benvenuti dAncona riceve da Ansaldo da Sestri tanto cotone per 265 bizanti, che carica sulla nave di Barone de Pellegrino d’Ancona, e che promette di negoziare in Ancona. In Famagosta, c. s. (Not. c. s., p. 284). SESTRI ANTICO 187 DCLXXV. 1301, 17 Ottobre. — Pietro Calvo loca a Giacomo Balbo di Arenzano e a Grimaldo Ardoino il mulino, posto sul fiume Lerone, di proprietà del monastero di S. Andrea di Sestri. In Arenzano. (Atti di Notari Ignoti, Reg. XXIV, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). DCLXXVI 1301, 19 Ottobre. — Corrado da Chiavari, abitante in Famagosta, riceve da Oddone da Sestri una quantità di olio, che porta a negoziare in Armenia. In Famagosta, presso la stazione di Bertozio Latini. (Not. Lamberto de Sambuceto, Reg. II, p. 293) DCLXX VII. 1301, 27 Ottobre. — Giovanna, vedova di Pelieto Galletta, taverniere, figlio di Giovanni da Sestri, alla presenza dei sestresi Giovanni Galletta, barilaio, e Tommaso Merlo, taverniere, d’ordine di Bomontisio de Bonate da Bergamo, console in Genova di giustizia, tesse Γ inventario dei beni, appartenenti ai suoi figli Michele, Bertolotto e Obertino, minorenni In Genova, nella casa di Lombardo Cartagenova, dove abitava detto Pelieto. (Not. Rollando Belmosto, Reg. I, p. 130 v.). DCLXX Vili. 1301, 30 Dicembre. — Giacomina, vedova di Lanfranco Corradi de Ca-saleto da Sestri, alla presenza dei sestresi Stabile Ottaviani, notaio, Nicolò Mangini, Tommaso Curto, Andrea e Nicolò Strixiolo e Gisulfo de Moro, fa testamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa di San Francesco di Sestri. In Sestri. (Atti del Not. Guglielmo Osbergero, Reg. I, p. 188 v., Arch. di St. in Gen.). DCLXXIX. 1302, 4 Gennaio. — Nicoloso Strixiolo da Sestri promette di portare da 50 a 80 moggi di calcina per la casa, che Andriotto di Negro fa co-strurre in Sarzano, in ragione di soldi 24 per ciascun moggio. In Genova, presso la chiesa di S. Lorenzo. (Not. c. s., p. 189 v.). 188 SESTRT ANTICO DCLXXX. 1302 , 9 Gennaio. — I fratelli Lanfranco , Martino e Oberto Natino da Sestri comprano da Nicolò da Noli tantσ formaggio per L. 31 e s. io. In Genova, presso il banco di Giovanni da Terpi, banchiere. (Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. V, p. 38 v.). DCLXXXL 1302, 18 Gennaio. — Lodisio Calvo, cancelliere del Comune di Genova, come sindaco di detto Comune , e Filippo de Massa di Passitano, ambasciatore del Comune di Amalfi , alla presenza di Giovannino da Sestri, speziale, stipulano un trattato di reciproca difesa. In Genova. (Giornate Ligustico d'Archeologia, Voi. Ili, p. 165). DCLXXXII. 1302, 20 Gennaio. — Giacomo Suppa da Sestri riceve L. 4 e un soldo per diritto alla dote della qm. Aldina sua figlia, già moglie di Piperino Grafione da Pegli. La dote fu di L. 40, come da atto, stipulato dal notaio Pelieto de Cassotana da Pegli. Aldina fece testamento l’8 maggio del 1300 m atti del notaio Manuele Berninzone da Pegli. In Genova, nel portico della casa di Marino da Voltaggio, giudice. (Atti del Not. Ambrosio de Rapallo, Reg. II, p. 26 v., Arch. di St. in Gen.). DCLXXXIII. 1302, 28 Febbraio, — Lanfranco Calvo da Sestri compra da Antonio Cocone tanto grano e tantum zebibuvi per L. 8. In Genova presso la casa di Giorgio Vento. (Not. Francesco Morasso, Reg. I, p. 138 v.). DCLXXXIV. 1302 , 8 Maggio. — Isabella, vedova di Ansaldo da Sestri, riceve da Danenzono Osbergato 605 bizanti bianchi, frutto d’ una società, contratta con suo marito. In Famagosta. (Atti del Not. Antonio Fellone, Reg. I, p. 15, Arch. di St. in Gen.). DCLXXXV. 1302, 16 Maggio. — Lorenzo de Porta, drappiere, podestà degli uomini di Borzoli, Sestri e altri della podesteria di Voltri, fa tessere l’inventario dell’eredità, spettante al qm. Giacomino Rabuaria di Arenzano, defunto a Nìmes e che lasciò erede Grimaldo de Fossato di Arenzano. In Genova, nella casa dei Vedereto, dove è la curia della podesteria di Voltri. ((Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. V, p. 65). SESTRI ANTICO DCLXXXVI. 1302, 16 Maggio. — Guglielmo de Mirabello, a nome del re di Gerusalemme e di Cipro, alla presenza di Oddone da Sestri, presenta a G., vescovo di l'amagosta, una lettera di Bonifazio Vili, scritta in favore di detto re. In Famagosta, nel palazzo del vescovo. (Not. Antonio Fellone, Reg. I, Parte I, p. 16 v.). dclxxxvil 1302, 2 Giugno. — I fratelli Guglielmo ed Enrico de Cervo da Sestri, calcmarolu, comprano da ledisio Pevere e Leone Guano 4 mine di grano per L. 3 e s. 16. In Genova, presso la stazione dei Malocello. (Atti del Not. Corrado de Castello, Reg. VI, p. 69 v., Arch. di St. in Gen.). * DCLXXXVIII. 1302, 15 Luglio. — Nicolò Anioino costituisce procuratore Antonio Anioino, suo figlio, per ricevere un mutuo di L. 300 da qualsiasi persona. In Sestri, al Gazzo, nella casa di detto Nicolò. (Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. V, p. 38 v.). DCLXXXIX. 1302, 15 Luglio. — Nicolò Mangini da Sestri riceve da Sachino, figlio di Guglielmo Busnardo, L. 32, dovute per prezzo di terra. In Sestri, nel luogo detto Lagoscuro, essendo presenti Bernardo La-vaggio , Guizardo Sacharello, sestresi, e Bernardo da Parma, abitante a Sestri. (Not. c. s., Reg. V, p. 52). DCXC. 1302, 7 Agosto. — Agostina de Augusto, alla presenza di frate Ar-manno, converso di S. Andrea di Sestri, fa testamento. Lascia soldi 20 a frate Pietro suo fratello, monaco di Sestri. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo. (Not. Ambrosio de Rapallo, Reg. Il, p. 242 v.). DCXCI. 1302, 11 Agosto. — Nicolino Lemo da Sestri e Antonio Ballano da Sestri , alla presenza di frate Pietro de Augusto, monaco di S. Andrea di Sestri, eleggono Alberto da Monleone, fabbricante di guaine, arbitro nella 19° SESTRI ANTICO lite, che hanno per il possesso d’ una casa posta in Sestri, alla spiaggia del mare, confinante colle case di Giovanni Bandora e di Oberto de Na-tino, colla terra ortiva di Giorgio Malocello e colla terra della chiesa di S. Giovanni di Sestri. In Genova, nella bottega di Alberto de Bonifacio. (Atti del Not. Iacopino Nepitella, Reg. I, p. 6, Arch. di St. in Gen.). DCXCII. 1302, 2 Settembre. — Luchino Bianchi, procuratore di Simone Riccio c di Meliano de Mari, vende a Guglielmo Clerichino da Sestri e a Bertolino , suo figlio, ogni diritto che compete ai predetti Simone e Meliano contro il marinaio Lanfranco Clerichino, figlio di detto Guglielmo, che fuggì dalle loro galee, che erano in viaggio verso la Romania. In Genova, negli orti di S. Donato. (Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. V, p. SS v.). DCXCIII. 1302, 20 Settembre. — I notari Deodato Bonaccorsi e Giovanni Rusca, alla presenza del Not. Francesco Loco da Sestri, promettono di custodire insieme i cartularii e registri dei notari defunti, appartenenti alle quattro campagne. In Genova di rimpetto la cattedrale. (Not. Ambrosio de Rapallo, Reg. II, p. 286). DCXCIV. 1302, 21 Settembre. — Stefano, prevosto della chiesa maggiore di Ge no\ a , Giovanni da Bagnara, arcidiacono, Savino de Solerio, Giacomo da Cogorno e Giovanni Taverna da Parma, canonici, vendono per L. 3^8 a prete 1 ommaso, ministro di S. Giovanni di Sestri, una terra vignata con casa, posta presso detta chiesa e presso le case di Tommaso Campanella e Amicheto de Airaldo. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, nella camera dell’arcidiacono. (Not. c. s., p. 280). DCXCV. 1303, 16 Aprile. — Giovanni Pestarosa da Sampierdarena vende a Giacomo de Cunio da Sestri 1J3 d’una barca, chiamata S. Giacomo, e che trovasi in scario Sexti, per L. 30. In Genova, nel portico di Egidio Lercari. (Atti di Notari Ignoti, Reg. LXI, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). SESTRI ANTICO 191 DCXCVI. 1303, 14 Giugno. — Piacentino da Corneto, taverniere, dichiara di dover dare soldi 40 a Guglielmo Capriata da Sestri per una barca, che tolse a nolo. In Genova, presso la casa di Giorgio Vento. (Atti del Not. Guglielmo de S. Giorgio, Reg. V, p. 108, Arch. c. s.). DCXCVII. 1303, 20 Giugno. — Buscarello Ghisolfo fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di Sant’Andrea di Sestri. Lascia eredi la moglie Grimaldina, i figli Raffetto, Argone, Odoardo e Vivaldino, Manfredina , Argentina e Preziosa, vedova di Lanfranco Cantello. In Genova, sotto il portico della casa di Egidio Lercari. (Notari Ignoti, Reg. LXI, P. II, Sala 74, Arch. c. s.). Nel Rendiconto dei Lavori fatti dalla Società Ligure di Storia Patria negli anni 1862-1864, leggesi : « Il socio Cav. Desimoni comunicava un cenno di quattro atti riguardanti quel Buscarello di Ghizolfo che due volte, nel 1289 e 1302, venne dal Mongollo re di Persia Argon inviato Ambasciatore al pontefice e ai re di Francia e d’Inghilterra per tentare un alleanza comune contro de’ turchi ; del che discorre il eh. Remusat nel volume V11 delle Memorie dell Istituto di Francia (1). Ora questo Buscarello è nominato fra’ vivi e padrone di una galea nel 1274, 1280 e 1281 ; nel 1317 è ricordato come defunto e col titolo signorile di dominus lasciando un figliuolo per nome Argon , ad evidente imitazione del re persiano suo protettore » (2). Il Desimoni parla pure del nostro Buscarello nel Giornale Ligustico (3). DCXCVIII. 1303, 19 Settembre. — Manuele de Cunio da Sestri riceve da Giacomo de Cunio L. io in accomandita, che porta a negoziare in Provenza. In Genova, sotto 1 archivelto della stazione del qm. Nicolò de Volta. (Notari Ignoti, Filza DCXI, Arch. c. s.). DCXCIX. 1304, 4 Gennaio. — I priori delle chiese di Paverano, di S. Teodoro, di Albaro, di Granarolo, del Priano a Sestri e di S. Giovanni di Borbo-noso, tutti dell’ Ordine di Mortara, promettono a Porchetto Spinola, arcivescovo di Genova, di osservare la sentenza, pronunciata il 12 dicembre (1) Ramusat, Mémoires sur les relations politiques des Princes chrétiens avec les empe-reurs Mongols 1824 (nelle Mémoires de V Académie des Inscriptions), Voi. VII, pp. 113, 362. 388. (2) Atti Soc. Lig. St. Patr., Voi. III, p. C; Voi. IV, pp. 134-138. (3) An. 1874, p. 346. 1 92 SESTRI ANTICO i~°5 dal patriarca di Antiochia, dal vescovo di Savona e dagli abati di Ki\ alta e di S. Stefano, nella quale si ordinava che le predette chiese do\ essero pagare il 4 ojo per le collette apostoliche, concorrendo pure per i doni soliti farsi ogni anno dall’arcivescovo al pontefice. In Genova. (Lodile I. A., p. 172, Codice P. B., p. 54 v > Archivio Capitolare di S. Lorenzo). λ DCC. 1304, 4 Aprile. — Guglielmo Galletta da Sestri promette di lavorare nella fornace , che Nicoloso d’Arcola sta facendo nella terra di Arcola, coll onorario di soldi 50 nel primo mese e di soldi 60 per ciascuno degli altri mesi e spesato di vitto e alloggio cominciando l’8 aprile sino al i.° settembre. In Genova, presso la casa di Giorgio Vento. (Not. Guglielmo de S. Georgio, Reg. V, p. 16S v.). DCCI. 1304, 20 Maggio. — Il pontefice Benedetto XI scrive all’arcivescovo di Weno\ a di dar facoltà a Lmmanuele, Gabriele, Antonio e Leonardo Panzano di costrurre una chiesa nella villa di Sestri in onore della B. Μ. V. Da Perugia. (Grandjean, Les Registres de Benoit XI, N. 986, p. 596). DCCII. 1304, 9 Agosto. — Simone Panzano cede a Giberto del qm. Giacomo de 01nra da Sestri i diritti, che gli competono contro Guglielmo Anseimi da Sestri. Questi prestò garanzia per Paganino da Sestri, mugnaio, il quale, imbarcatosi sulla galea di detto Panzano in viaggio per 1’ Oriente , se ne fuggì. In Genova, presso la stazione dei Malocello. (Not. Jacopino Nepitella, Reg. I, p. 54 v.). DCCIII. 1304, 30 Agosto — Eleonora, vedova di Antonio de Corrado da Sestri, alla presenza di Giovanni Cipolla, di Giacomo de Corrado da Sestri, promette dare ancora L. 5 a Luchino del qm. Dagnino Celesia da Sestri, sposo di sua figlia Corrada. In Pegli. (Atti del Not. Gioacchino Nepitella, Reg. II, p. 2, Arch. di St. in Gen.). DCCIV. 1305, 25 Maggio. Il notaio Pietro Casella da Sestri roga atti in Tunisi. (Atti del Not. Benedetto Vivaldi, Reg. XIII, p. 280, Arch. C. s.). SESTRI ANTICO 193 DCCV. 1305, 12 Luglio. — Tedesca, vedova di Tedesco Belmosto da Pegli fa testamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa di S. Martino di Pegli. Lascia soldi io ai frati minori di Sestri. In Pegli, nella casa del Not. Rollando Belmosto. (Not. Gioachino Nepitella. Reg. li, p. 35 v.). DCCVI. 1305, 25 Luglio. Raffetto del qm. Oberto Cipolla da Sestri riceve in accomandita da Giovanna, vedova di Giovanni de Marsilio, e figlia di Peliano Porco, L. io, che, promette di portare in Calabria e ivi negoziarle. In Pegli, c. s. (Not. c. s., p. 38 v.). DCCVII. 1305, 31 Luglio. Sibillina, moglie di Clariele da Sestri, alla presenza dei sestresi Simone Scagnelli e di Antonio Petrella, riceve in prestito alcune somme da Francesco de Mari. In Genova, sotto il portico della casa di Manuele de Mari, giudice. (Atti del Not. Bartolomeo de Sambuceto Reg. I, p. 24, Arch. di St. in Geli.). DCCVIII. 1305, 31 Ottobre. Leone de Suppa da Sestri promette a Marinetta, vedova di Ansaldo Baguli da Pegli, di tagliarle tutti gli alberi di castagni silvestri, posti in Pegli a Baraxi, e porre al principio di aprile in ciascun ceppo 6 ferie per innestarli. In Pegli, nella casa del notaio rogante. (Not. Francesco Morasso, Reg. I, p. 222 v.). DCCIX. 1305, 2 Dicembre. — Francesco de Loco da Sestri riceve da prete Francesco da Castiglione , canonico di S. Maria di Castello, fideicommissario del qm. Giacomo (da Varazze), arcivescovo di Genova, L. 20 , dovute da detto arcivescovo come da atto del 1298. In Genova, nel portico della casa, dove abita Giacomo da Gavi. (Atti del Not. Andriolo de Laneriis, Reg. I, Parte I, p. 90 v., Arch. di St. in Gen.). DCCX. 1305 ..... Sepolcri per gli eredi del qm. Giacomo Ghisolfo , eretti nella chiesa di SantAndrea di Sestri. ' (Giscardi, Origine delle Chiese, MS., pp. 13-14). Sestri antico, x, T94 ' SESTRI ANTICO Detti sepolcri sono eretti a’ due lati della porta d’ingresso della Chiesa fatti ad arco e sorretti da colonnini binati , imitazione e composizione di antichi avanzi. Si scoigono in essi due epigrafi , con istemmi, bene scolpite ed ottimamente conservate , appartenenti alla famiglia Ghisoltì. Esse, non è molt’anni furono vedute incastonate ai due lati del fìnestrone. Lo stato però di perfetta interezza fa sorgere il dubbio sopra la loro forma presente. Dopo circa 6 e più secoli ! Lo stemma è in ciascuna un solo, collocato nel mezzo della lastra marmorea, sopra la iscrizione, mentre quando erano piesso il fine-strone , lo stemma era duplicato in ciascuna, e secondo la più comune usanza di quei tempi antichi , stava a fianchi dello scritto ; cosi ricavasi dal facsimile del signor Lodovico Bensa consegnato alla Società Ligure di Storia Patria. Ciò ia credere che le tre lapidi sieno state rifatte (i). Giacomo Ghisolfi per ben tre volte fu uno degli otto nobili, che dal 1196 fino al 1249 assistevano il podestà di Genova nel governo. Lo fu nel 1221, nel 1224 enei 1232. Un altro Ghisolfi degli otto nobili che fu in carica nel 1232, fu qui sepolto nel 1280. DCCXI. 1306, 19 Marzo. - Oberto Natino da Sestri vende 3° m°ggi di cal; cina a Pietro de Volta, il quale fa costrurre un palazzo nella contrada di S. Giorgio. In Genova, presso la casa del qm. lommaso Malocello. (Atti del Not. Bartolomeo Pareto, Reg. Ili, p. 62, Arch. di St. in Gen.). DCCXII. 1306, 16 Maggio. — Giovanni Gaietta da Sestri e la moglie Pranceschina vendono al Not. Guglielmo de Albara una terra con casa in Sestri, 1. d. Barbasarda , confinante colle terre di Raffaele e di Simone Spino a Giovanni de Guasco. . . ,. In Genova, sotto il portico della casa di Simone Cancelliere, giudice. (Atti del Not. Buongiovanni de Langasco, Reg. I, P· 156 v-> Arch· c- s ^ DCCXIII. 1305, 13 Giugno. — Giacomo Pezancato da Bobbio,· avendo avuto da Ghislerio de Landi, podestà di Bobbio, 1 ordine di andare in · 8 decreto dell’8 Giugno, si presenta a Leone de Suppa da Jes ri, uno dei quartieri di Pegli, dichiarando di scegliere ivi la sua In Pegli, nella loggia dei Genovesi. (Not. Rollando Belmosto, Reg. III, Parte I, p. 67 v.). DCCXIV. 1306, 18 Giugno. - Alessio Cappa da Sestri, avendo ricevuto non po-chi benefizii da Giovanni Bruno da Sestri, fa donazione ra 1 vivi rico, suo figlio, di alcune case, che possiede in Sestri. In Genova, presso la casa del qm. Tommaso Malocello. (Not. Bartolomeo Pareto, Reg. Ili, p. 212). (1) Giorjiale degli Studiosi, an. 1871, p. 198, SESTRI ANTICO 1 95 DCCXV. 1306, 24 Giugno. - Giannino Boninsegna del Priano, abitante in Sestri, a a presenza i Raffetto Cipolla da Sestri, riceve da Giovanni Penello da Coronata L. 16 e s. io per un mulo venduto. In Pegli, nella casa del notaro rogante. (Not. Rollando Belmosto, Reg. Ili, Parte I, p. 7o v.). DCCXVI. 1306, 25 Giugno. — Eleonora, vedova di Antonio Corrado da Sestri , aHa presenza dei frati Giovanni Ottaviani, Egidio e Segnino da Sestri, di Nicolo Riccio, Ricobono Busnardo, Guagnino Celesia, Nicolò Segnini, sestresi, fa testamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa di S. Giovanni di Sestri. Lascia un letto all’ospedale di frate Lanfranco de Campiono da Sestri. Benefica ospedali, ponti etc. In Sestri, nella casa di detta Eleonora. (Not. c. s., p. 71). DCCXVII. 1306, 23 Luglio. — Alasina, vedova di Marino Bulgaro fa testamento. Benefica la chiesa e l’ospedale di S. Margherita di Morigallo. Lascia soldi 20 ai trati minori di Sestri, soldi 50 a frate Giacomo da Pegli, degente nel convento di Castelletto. In Genova, nella casa di Giuliano Bulgaro, figlio di detta Alasina. (Not. Corrado de Castello, Reg. X, p. 189). DCCXVIII. 1306, 5 Agosto. Francesco de Loco, notaro, Giovannino e Pietrino, figli del qm. Tommaso de Loco da Sestri, vengono ad un accomodamento per un bosco, che possedono in Coronata. In Genova, sotto il portico della casa di Giannino de Curia, dove abitano detti fratelli. (Not. Rollando Belmosto, Reg. Ili, Parte I, p. 86). DCCXIX. 1306, 8 Settembre. — Prete Giovanni, ministro dello chiesa di S. Martino di Pegli, riceve da Nicolò Casella da Sestri, rettore della rettoria de Portetelo di Pegli, s. 40 e den. 4, dovute da detti uomini per le can-tegore. In Pegli, nella canonica di detta chiesa, essendo presente il notaro Manuele Berninzone da Pegli. (Not. c. s., p. 113). ig6 SESTRI ANTICO DCCXX. 1306, 25 Settembre. — Obertino Malpagato da Pegli, barbiere, prende al suo servizio Giacomino, nipote di Nicolò Natale da .Sestri, insegnandogli 1 arte per lo spazio di 11 anni, spirato il qual termine gli dara un bacile, una tovaglia, due rasoi, una lancetta, un pettine , due forbici e L. io. In Pegli, presso la casa di Ricobono Celesia. (Not. c. s., p. nS). DCCXXI. 1306, 5 Ottobre — Il pontefice Clemente V scrive contro gli Spinola, detrattori dei beni dell’abazia di S. Andrea di Sestri. (Not. Leonardo de Garibaldo, Reg. I, Parte I, p. 43, Arch. di St. in Gen.). « Clemens episcopus servus servorum dei dilecto filio archidiacono ecclesie sancti » Petri Alexandrie aquensis diocesis salutem et apostolicam benedictionem. Conquesti » sunt nobis Abbas et Conventus monasterii Sancti Andree de Sexto cisterciensis ordinis » ìanuensis diocesis quod Vinciguerra et Aragonus fratres filii qm. Baliani Spintile cives » lanue super terris debitis vineis domibus et aliis rebus iniuriantur eisdem. Cum au-» tem predicta conquerentes sicut asserunt dictorum iniurantium potenciam merito per-» horrescentes ipsos infra civitatem seu diocesim lanue nequeant convenire secure dis-» cretioni tue per apostolica scripta mandamus quatinus partibus convocatis audias cau-» sam et appellacione remota usuris cessantibus debito fine decides faciens quod decre » veris per censuram ecclesiasticam firmiter observari. Testes autem qui fuerint notni-» nati si se gracia odio vel timore subtraxerint censura simili appellacione cessante com » pellas veritati testimonium perhibere. » Dactum Pictavis tercio nonas Octobris pontificatus nostri anno secundo ». DCCXXII. 1305, l.o Dicembre. — Ioeta, figlia del qm. Giovannino Ottaviani, figlio del notaio Stabile Ottaviani da Sestri, riceve dai suoi fratelli Giacomo e Romanino L. 100, dovendo andare sposa al Not. Domenico Durante. In Genova, nel borgo del Bisagno, nella casa di Giacomo Gambone. (Not. Rollando Belmosto, Reg. Ili, Parte I, p. 132 v.). DCCXXIII. 1306 .... — È eretto un sepolcro nella chiesa dei conventuali in San Francesco de Sexto per Caterina de Iso, moglie a Gaspare de Iso, che poi lasciò ai figli di S. Francesco di Sestri il suo palazzo d’Albaro. (Giscardi, 1. c.). DCCXXIV. 1307, 8 Febbraio. — Oberto Natino da Sestri promette di consegnare alla spiaggia di Chiavari 20 moggi di calcina a Enrico Castagna. In Genova, presso la casa di Giorgio Vento. (Not. Corrado de Castello, Reg. VII, p. 50 v.), SÉSTRI antico DCCXXV. 1307, 30 Maggio. — Prete Giovanni, rettore di S. Marco, costituisce procuratore frate Andrea da S. Giorgio monaco di S. Andrea da Sestri, col mandato di riscuotere sei fiorini d’oro da Giacomo de Serra d’Alba, cursore del papa, e che ricevette il 20 gen. 1304, come da atto stipulato dal Not. Nicolò Simonuccio da Osimo. In Genova..... (Not. Corrado de Castello, Reg. VII, p. 183 v.). « La Cronaca di Filippo da Bergamo, citata dagli storici della nostra Letteratura , fa menzione di un anonimo genovese, preposito della chiesa di S. Marco ; il quale nel 1306 ebbe a conversare con alcuni ambasciatori dell’ imperatore di Etiopia che , reduci da Avignone e da Roma , stavano in Genova, attendendo il tempo propizio per navigare alla loro patria. Frutto di queste conversazioni fu poscia un diffuso Trattato, che il buon prete pigliò a distendere sugli etiopi ed i loro costumi, nonché un Mappamondo » (1). Il nostro Giovanni (da Carignano), rettore della chiesa di S. Marco al Molo, è il primo cartografo genovese, di cui si abbia notizia. DCCXXVI. 1307, 10 Agosto. — Giacomo de Castro, venditore di porpore, protesta che l’arcivescovo, di consiglio dell’abate di S. Andrea di Sestri, visitatore, abbia sotto pena di scomunica impedito a parecchie persone le visite alle monache di S. Maria de Vezola, che abitano in Genova, nella contrada di S. Maria del Carmine. Si appella al cardinale Napoleone (Orsini, legato apostolico in Genova e Toscana). In Nervi, nella loggia di Simone di Negro. (Not. c. s., p. 3Ì5). DCCXXVII. 1307, 6 Settembre. — Vitale da Sestri riceve dal Not. Taddeo da Bo-gliasco, fideicommissario eletto dal qm. Simone de Carlo , il quale lasciò un capitale per dar la dote a 25 ragazze maritande, L. 20, che devono servire per la dote di Alasina, figlia del qm. Segnorino de Marco, che va sposa a Restagno, figlio di detto Vitale. In Genova, nel portico degli eredi del qm. Simone Cancellieri. (Not. Andriolo de Laneriis, Reg. I, Parte li, p. 35 v.). DCCXXVIII. 1307, 15 Settembre.— Simone Gollo da Sestri, Obertino Volpe da Cornigliano, Bertola del Priano, Giovanni Fante da Borzoli, Stefano Bruxa-castello da Borzoli, Simone Montone da Cornigliano, Martino Costa da (1) Atti della Soc. Lig. di St. Patr., Voi. IV, p. 90. I9S SÉSTRI ANTICO Coronata, Lanfranco de Loco da Fegino, ricevono alcune somme per figlie maritande, lasciate in testamento il 25 gennaio 1306 dal qm. Simone de Carlo. In Genova, sotto il portico del qm. Simone Cancellieri. (Not. Gioachino Nepitella, Reg. II, pp. 119-122). DCCXXIX. 1308, 9 Gennaio. — Rainerio di Negro dichiara che Giovanni Riccio da Sestri fece garanzia per suo genero Signorino, figlio di Alessio da Sestri, il quale s’imbarcò nel 1306 sulla galea di detto di Negro, chiamata S. Giuliano, che partì per l’Oriente. In Genova, nella logg-ia di Novello da Gavi. (Atti del Not. Oberto Musso, Reg. I, p. 25 v., Arch. di St. in Gen.). DCCXXX. 1308, 13 Gennaio. — Nicolò de Cagno da Sestri e la moglie Giacomina, figlia del qm. Nicolò Rosso da Pegli, vendono a Rollando Belmosto e a Giovanni da Pegli, cintraco, una terra posta in Pegli, 1. d. in Monte. In Genova, nel palazzo dell’ arcivescovo. (Not. Rollando Belmosto, Reg. Ili, P. II, p. 6). DCCXXXI. 1308, 23 Aprile. — Suor Aiguina del terzo ordine di S. Francesco, figlia del qm. Guglielmo Bianco e vedova di Grimaldo Portino di Aren zano, fa testamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa dei frati minori di Sestri. Benefica le chiese di S. Maria di Cogoleto, di S. Giacomo di Cogoleto e di S. Nazaro di Arenzano. Istituisce eredi i poveri. In Pegli, nella casa del notaro rogante. (Not. c. s., p. 64). DCCXXXII. 1308, 23 Aprile. — Suor Giachina d’Arenzano del terzo ordine di san Francesco fa testamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa di S. Na^ zaro di Arenzano. Lascia L. 3 ai frati minori di Sestri. Istituisce ere 1 1 poveri. In Pegli, c. s. (Not. c. s. p. 65). DCCXXXIII. 1308 , 10 Maggio. — Benedetto de Rico, priore, Benvenuto, Manfredo e Giovanni da Lunigiana dell’ordine dei canonici di Mortara, fondano la chiesa di S. Maria delle Cassinelle. (Remondini, Parrocchie, Reg. XIV, P. II, p. 339.). SÈSTRI ANTICO · 199 i° Esiste ancora, benché in privato dominio del sig. Giambattista Conte, a nord-est della parrocchia di Borzoli. 2° Più che una fondazione , potrebbesi chiamare ricostruzione con successiva donazione all’ordine di Mortara, giacché molto tempo prima di quest’ epoca eravi, come già abbiamo visto, un romitorio detto de Timono sive de Cassinellis, a p. 150, ove quei frati figurano legatarii di Nicolò Barilari. Della località Timone poi se ne parla a p. 48 ed a p. 66. DCCXXXIV. 1308, 9 Giugno. — Giovanni Zuccarello e Michele Massardo, sestresi , ricevono da maestro Giovanni Dardella , medico, L. 30, onde gli porteranno in Pegli 30 moggi di calcina in ragione di tre moggi alla settimana. In Pegli, presso la loggia dei Genovesi. (Not. Rollando Belmosto, Reg. Ili, Parte, lì, p. 97). DCCXXXV. 1308, 16 Giugno. — Enrico del qm. Giovanni Baiardo da Sestri e la moglie Isabella, figlia del qm. Tommaso Pixaloca di Sestri, Antonio, figlio di Nicolò Strixiolo da Sestri e la moglie Simonetta, figlia del detto Pixaloca, locano a Facio Panizario da Multedo una casa con terra posta nella contrada di Sant’Alberto, confinante colle comunaglie di Pegli e le terre di Guglielmetto de Amico, Verde de Camilla, Alberto Mallone e il fossato. In Pegli, c. s. (Not. c. s., p. 103). DCCXXXVI. 1308, 20 Giugno. — Frate Filippo da Merate, abate, frate Manfredo da Gavi, priore, Tommaso delle Piane, Andrea da S. Giorgio, Guglielmo de Bisio da Milano, Asterio, Pietro da Noli, Giacomo Burone, Oberto da Voltaggio, Enrico de Amico, Raffo de Vignolo, Nicolò da S. Lorenzo, Paolo da Castello, Giacomo de Fossatello, Antonio de Domoculta, Paolo da Piz-zacurlo, monaci di S. Andrea di Sestri, costituiscono procuratori i frati Andrea da S. Giorgio e Asterio d’Alessandria. In Sestri, nel chiostro del monastero. (Not. Gioachino Nepitella, Reg. II, p. 99 V.). DCCXXXVII. 1308, 21 Giugno. — Prete Nicolò, cappellano della chiesa di S. Donato, figlio del qm. Giacomo Barbastello da Sestri e fratello del qm. Ansaldo, riceve da Oberto de Olivastro da Sestri L. 5, che doveva al predetto Ansaldo. In Genova, nella chiesa di S. Donato. (Atti del Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. VI, p. 102). 200 SESTRt ANTICO DCCXXXVIII. 1308, 14 Luglio. — Filippo da Merate, abate, Manfredo da Gavi, priore, 1 ommaso delle Piane, Andrea da S. Giorgio, Guglielmo Bisio da Milano, Pietro da Augusto, Pietro da Noli, Oberto Beaqua da Voltaggio, Raffo da Λ ignolo, Nicolò da S. Lorenzo, Antonio da Domoculta, Paolo da Piz-zacurlo, Giacomo da Fossatello, monaci di S. Andrea di Sestri, ricevono da Luchetto de Costa le pensioni delle terre, che detto monastero ha in Cornigliano. In Sestri, nel chiostro del monastero. (Not. Gioachino Nepitella, Reg. II, p. 124 v.). DCCXXXIX. 1308, 2 Agosto. — Antonio de Bonifacio, podestà di Borzoli e Voltri, v isto il testamento della qm. Tommasina de Curici de Coronato de Sexto, tatto nel luglio p. p. dal Not. Nicolò Bandora da Sestri, elegge Gabriele de Carmandino curatore dell’eredità giacente. In Genova, dove si regge la podesteria di Voltri. (Atti di Notari Ignoti, Reg. XXXVIII, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). DCCXL. I 309, 4 Gennaio. — Filippo da Merate, abate, Manfredo da Gavi, priore, Tommaso delle Piane, Andrea da S. Giorgio, Asterio dAlessandria, Pietro da Noli, Pietro de Aug'usto, Giacomo Burone, Enrico da Gavi, Oberto da V oltaggio, Raffo Vignolo, Nicolò da S. Lorenzo, Paolo de Piola, Giacomo da Fossatello, Antonio de Domoculta, Giovanni da Moneglia, Paolo da Pizzacurlo, monaci di Sant’Andrea di Sestri, dànno in livello per anni io a Francesco da Rovereto una terra posta in Genova. In Sestri, nel chiostro del monastero. (Atti del Not. Francesco de Loco, Reg. I, Arch. di St. c. s.). DCCXLI. 1309, 10 Gennaio. — Acellino Piccamiglio fa testamento. Vuol essere sepolto a S. Andrea di Sestri. Ordina che si vendano le sue terre di Cornigliano e che dei proventi si istituisca una cappellania in S. Marcellino, distribuendosi la rimanenza alle nobili povere. In Genova, nella camera di detto Acellino. (Not. c. s.). DCCXLII. 1309, 20 Gennaio. — Verdina, figlia del qm. Detesalve da Piazzalunga, e vedova di Francesco Camilla, vende per L. 55 a Guglielmo Bestagno due parti di terra e casa, posta in Sestri, confinante colla terra della chiesa SESTRI ANTICO 201 del I riano, dove abita Giovanni Saccarello da .Sestri e colla terra del Capitolo di S. Lorenzo. In Genova, nella casa dove abita detta Verdina. (Not. c. s.). DCCXLIII. 1309, 7 Ma zo. — Simone del qm. Tommaso Pasio , per la divozione, che nutre verso 1’ ordine di Mortara, e desiderando far parte di detto ordine, dona a frate Benedetto, priore della chiesa di S. Maria de Timone una terra con casa, cantina, torchio e botti in Coronata. In Genova, nella casa di Giacomo Pasio. (Not. c. s.). DCCXLIV. 1309, prima dell’Aprile. — Opizzino Spinola di Lucoli, capitano perpetuo del Comune di Genova, scrive agli uomini di Sestri, Pegli etc. e altri della podesteria di Voltri, agli abati del Bisagno, della Polcevera e di Voltri che in ciascuna Pieve e terzera si elegga un sindaco con facoltà di scegliere gli uomini in difesa di detto capitano. Da Genova. (Atti di Notari Ignoti, Reg. Ili, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). Gli uomini di Sampierdarena, radunati nel prato di Bolzaneto, alla presenza di Gia-notto de Magdalena, podestà della Polcevera, eleggono sindaci Giovanni Giaireme, Giovanni Barbera , Guglielmo Riccio e Brenerio de Runcc da Rivarolo. Gli uomini di San Cipriano il 6 aprile 1309 eleggono in Bolzaneto Giovanni Gervasii, Giacomo de Guascia e Giacomo Sacco. DCCXLV. 1309, Il Aprile. — Il pontefice Clemente V scrive ad Arnaldo, cardinale di S. Maria in Portico, legato apostolico in Genova, Toscana, etc. di confermare l’enfiteusi, che per 29 anni l’abate di S. Andrea di Sestri fece di alcune terre nella località detta Bisio a Opizzino Spinola, capitano di Genova, e ai suoi eredi « Sincere devotionis affectus ». Da Avignone. (Regesùun Clementis Papae V, Tom. Ili, p. 69). DCCXLVI. 1309, 14 Maggio. — Giovannino Busnardo da Sestri, orefice, costituisce procuratore Giovannino Busnardo, notaro. In Genova, sotto il portico della casa di Egidio Lercari. (Not. Corrado de Castello, Reg. Ili, p. 163 v.}. 202 SESTRI ANTICO DCCXLVII. 1309, 2 Luglio. — Enrico Saccarello da Sestri riceve da Giovanni Bandora da Sestri L. 40 in acconto di L. 60 , dovute per la vendita fattagli d’ una barca il 2 gennaio. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 53 v.). DCCXLVIII. 1309, 7 Luglio. — Frate Alessandro, priore della chiesa di S. Giovanni di Borbonoso, dell’ordine di Mortara, e frate Benedetto, priore della chiesa di S. Maria de Timono de Cassinellis di detto ordine, citati per lettera dal prevosto di Mortara a trovarsi in Pavia per 1’ elezione dell abate 1 S. Pietro in Ciel d’Oro, trattenuti da impedimenti legittimi, essendo etto frate Alessandro ammalato e detto frate Benedetto intento all edificazione della chiesa delle Cassinelle, subdelegano frate Guglielmo, priore di S. τΐο vanni di Paverano. In Genova, sotto il portico della casa degli Illioni. (Not. Francesco de Loco, Filza I). DCCXLIX. 1310, 20 Gennaio. — Manuele Spalla, eletto curatore dei beni di Oberto Vernazana e di Guglielmo Striziolo da Sestri, alla presenza 1 Corrigiario, podestà di Voltri, tesse l’inventario dei beni. In Genova, nella curia di Voltri. (Not. Lamberto de Sambuceto, Reg. Ili, p. 57)· DCCL· 1310, 6 Febbraio. — Frate Benvenuto da Levanto, vescovo Corsica , alla presenza di frate Giacomo, monaco del ™onaSte™ . t’Andrea di Sestri, costituisce procuratore Raffaele de Pino i Corsica a presentar le lettere pontificie della sua elezione. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Not. Leonardo de Garibaldo, Beg. I, Part. I, p. 9)· DCCLI. 1310, 7 Febbraio. — Pietrina, figlia del qm. Giovanni Ghisolfi fa testa mento. Lascia L. i ai frati minori di Sestri. In Genova, nella chiesa di S. Francesco di Castelletto. (Atti del Not. Giovanni de Fossato, Reg. I, p. 5° v., Arch. di St. in Gen.). Sestri antico 203 DCCLIL 1310, 8 Febbraio. Giacomo Corso da Sestri dà a nolo a Giacomino Coltellieri da Chiavari la sua nave da carico, chiamata Sant’Antojiio, per andare a Chiavari. In Genova, presso l’angolo della casa di Lanfranco Bacemo. (Atti del Not. Ianuino Vataccio, Reg. II, p. 21, Arch. c. s.). DCCLIII. 1310, 10 Febbraio. Boto Mercai da Lucca cede a Baliano de Porta ogni azione e diritto reale e personale, che gli compete su Tommasino Torello, mugnaio in Sestri. In Genova, nella cattedrale. (Atti di Notari Ignoti, Reg. DCIX, Sala 74, Arch. c. s.). DCCLIV. 1310, Il Febbraio. — Giovannina, figlia del qm. Drudo da Sestri, riceve da Giovanni da Monterosso, console dei maestri d’ascia, soldi 50, che depositò Antonio Strixiolo da Sestri, il quale litigava con Ansaldo Ce-pulla da Sestri. In Genova, a Banchi. (Not. c. s.). DCCLY. 1310, 23 Febbraio. — Martino Natino, tutore e zio di Michelino e Lodi-sino, figli del qm. Oberto Natino, vende a Giovanni de Castagneto e ad Antonino Amoretti, sestresi, una barca , d’ordine di Federico Corrigiario, podestà di Voltri. In Genova, nella curia di Voltri. (Not. Lamberto de Sambuceto, Reg. Ili, p. 80 v.). DCCLVI 1310, 29 Marzo. — Lo stesso vende ad Amico de Airaldo da Sestri una casa, posta nel territorio di Sestri, presso il lido del mare, confinante con Antonio de Baliano e Giacomino Rosso; e a Tommaso Natino ΐ|2θ d’una calcinara, posta a Panigaie, per L. 3. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 72). DCCLVII. 1310, 2 Giugno. — Oberto Orso da Sestri, alla presenza dei sestresi Francesco Rebuffo e Simone Moscatello, riceve da Giovanni figlio di Guglielmo Chiappori da Sestri, L. 27, come dote di Francolina, figlia di detto Giovanni, che va sposa a Federico, figlio di detto Oberto. In Genova, nella loggia di Novello da Gavi, giudice. (Not. Corrado de Castello, Reg. Vili, p. 94), 204 SESTRI ANTICO DCCLVIII. 1310, 10 Giugno. — Accenno ad un combattimento, avvenuto pressò S. Andrea di Sestri. MCCCX die decima Iunii Opicinus Spinula Ianuae Capitaneus exivit de mane contra illos de Ai cria, Grimaldos et de Flisco usque ad monasterium Sancti And reae de Sexto et ibidem proelians conflictus fuit ab eisdem linde fugiens Gavium se transtulit. In eo quidem proelio habebat secum ipse Opicinus equites quingentos et pedites circam decem millia et secum erat Potestas Ianuae qui fuit ibi peremptus. Victoresque Urbem ingressi do/nos ipsus Opicini Rainaldi et Odoardi Spinulorum ignibus destruxerunt. (Georgii Stellae, Annales in Muratori, R. I. S., Toni. XVII, coi. 1023). Opizzino Spinola , capitano del popolo in Genova, dietro fiera sommossa avvenuta in Genova il 6 febbraio 1306, venne eletto con Barnaba Doria a tale onorifico uffizio, con Γ elezione però non cessarono i tumulti, e dopo tre anni , cacciato Barnaba Dona , Opizzino Spinola rimase solo in carica. Il malumore de’ guelfi, anziché scemare, crebbe ognor più in maniera che nel giugno 1310 diedero l’assalto alla città. Opizzino radunò un buon nerbo di militi e mosse incontro a’ rivoltosi e fuorusciti Grimaldi, Fieschi e Doria (come riferisce la cronaca astense) con molti altri de’ loro fautori, e questi a loro volta erano venuti con grande sfarzo di gente a piè ed a cavallo per rientrare in Genova sotto il comando di Manfredino del Carretto. Uscito loro incontro Opizzino Spinola con 500 cavalli e 10,000 pedoni, si attaccò co’ nemici presso il monastero di S. Andiea di Sestri a 4 miglia dalla città, ma fu vinto e messo in fuga, ricoverandosi in Gavi. 1110 rirono de’ suoi più di 200, fra i quali il podestà di Genova ed Ansaldo Balbo di Ca stello. I fuorusciti rientrando in città proscrissero Opizzino in perpetuo per decreto pub blico ed atterrarono le di lui case insieme a quelle di Rinaldo e di Odoardo Spinola (1). DCCLIX. ' 1310, 23 Luglio. — Giacomo Cassiccio da Sestri, figlio emancipato di Enrico , riceve L. 3 da Egidio Calvo da Sestri, frate della Penitenza, le quali procedettero dai beni del qm. Gabriele Davino da Sestri. In Genova, a Banchi. (Notari Ignoti, Reg. XVII). DCCLX. 1310, 4 Agosto. — Prete Simone da Rapallo, procuratore di Porchetto Spinola , arcivescovo di Genova, loca a Giovannino del qm. Cucurnino Bambaxarii de Sigestro e a Giovannino del qm. Rollando da S. Donato 1’ ospedale e la chiesa di S. Alberto di Sestri, con tutte le possessioni, terre , redditi e pertinenze per lo spazio di anni nove, pagando di pen sione L. 3 e soldi 10. I predetti si obbligano di difendere 1 ospedale e la chiesa, che promettono di far servire da idoneo cappellano. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Not, Leonardo de Garibaldo, Reg. I, P. I, p. 42 v.). (1) Annali storici, cil. di Cornelio Desimoni, p. 71. SESTRI ANTICO 205 DCCLXI. 1310, 5 Agosto. — P'rate Pietro de Augusto, sottopriore di S. Andrea di Sestri, ad istanza di Filippo, abate di detto monastero, fa pubblicare il processo, redatto da Bartolino- de Pietro, arcidiacono di Alessandria , il quale, come delegato di Clemente V, dichiarò scomunicati i fratelli Vinciguerra e Argone Spinola. In Genova, nel chiostro di S. -Maria delle Vigne. (Not. c. s., pp. 43, 44). DCCLXII. 1310, 5 Settembre. — Gregorio Vignolo e Luchino Pasio, canonici di S. Maria delle Vigne, vendono per L. 140’ a Parmerio del qm. Faziolo Panzano una terra vignata con casa, posta nel territorio di Sestri , 1. d. Loreto, terra, che detta chiesa doveva vendere ad Alinerio Panzano, suo zio paterno, per atto del 23 gennaio 1244. In Genova, nel pontile del palazzo arcivescovile di S. Silvestro. (Not. c. s., p. 49). DCCLXIII. 1311, 8 Febbraio. — Filippo de Merate abate e 17 monaci del monastero di S. Andrea di Sestri eleggono un procuratore. In Genova. (Foliatinm Notariorum, Voi. Ili, Parte II, p. 27 v.). DCCLXIV. 1311, 2 Marzo. — Pietro e Oddone figli del qm. Manuele dei marchesi di Gavi vendono a Giovanna, figlia del qm. Giovanni dei marchesi di Gavi, l’introito del pedaggio che riscuotono sugli uomini, che da Voltri vanno a Sestri, Cornigliano e Genova. In Genova. (Not. Damiano de Camulìo, Reg. I, Arch. di St. in Geu.). DCCLXV. 1311, 19 Aprile. — Giacomina, figlia del qm. Simone Miliano d’Aren-zano, fa testamento. Vuol essere sepolta presso la chiesa di S. Xazaro di Arenzano ; lascia s. 4 al monastero di Mezema, s. 4 al monastero di S. Francesco di Sestri e un letto fornito all’ospedale di Arenzano. In Arenzano. (Ignoti, Reg. XXIV, Sala 74, Arch. c. s.). DCCLXVI. 1311, 21 Aprile. — Giovanni del qm. Enrico Papa vende a Giacomo Corradi, a Giovanni Bandora, a Nicolò de Naa, tutti di Sestri, il diritto, -206 SESTRI ANTICO che ebbe in appalto dal Comune di Genova, di percepire le gabelle, imposte sui fornai dal fiume Cunio di Sestri per tutta la podesteria di \roltri. In Genova, nella bottega di Ogerio da Voltaggio. (Not. Guglielmo Osbergero, Reg, I, p. 127 w, Arch. c. s.). DCCLXVII. 1311, 19 Maggio. — Antonio Strixiolo, figlio emancipato di Giovanni da Sestri, riceve da Corrado de Campi, drappiere, tanta merce che porta a negoziare in Sardegna. In Genova, presso la casa dell’ ospedale di S. Giovanni, posta in Canneto. (Not. Ambrosio de Rapallo, Reg. IV, p. 149). DCCLXVIH. 1311, 7 Giugno. — Archipresbiter plebis di Borzulo cum infrascriptis ministris capellarum diete plebis ΛΙinister ecclesie sancti Iohannis de Sexto Minister ecclesie sancti Ambrosii di Fegino intervengono al Sinodo, celèbrato dall’arcivescovo Porchetto Spinola. (Nqt. Leonardo de Garibaldo, Reg. I, Parte I, p. 115, Arch. c. s.}. Vi intervenne pure frate Rainerio, priore del Priano. I Remondini, che basarono tutta la loro Storia Ecclesiastica su questo documento, ignorarono che fosse 1 elenco degli intervenuti al Sinodo, che i nostri annalisti anticipano d’un anno, attribuendolo al 1310. DCCLXIX. 1311, 26 Luglio. — Lanfranco Pica da Sestri promette dare L. 25 per dote di sua figlia Giovannina, sposa del tessitore Giacomino Bennati di S. Giorgio di Bonasola. In Genova, alla presenza di Oberto da Sestri, tessitore. (Not. Damiano de Camulio, Reg. II, Parte II, p. 124 v.). DCCLXX. 1311, 26 Luglio. — Dondo Angelerii da Sestri riceve da Giovanni de Caseina, notaio, L. 18 in accomandita, che promette di negoziare in Sardegna. In Genova, in Canneto. (Not. Vivaldo de Sarzano, Reg. VII, p. 170, Arch. di St. in Gen.J. DCCLXXI. 1311, 2 Agosto. — Giovanni di Belgiovanni di Campi da Coronata la testamento. \"uol essere sepolto presso la chiesa di S. Maria di Coronata. SESTRI ANTICO 207 Lascia L. 5 ai frati di S. Andrea di Sestri. Lascia soldi 10 alla congregazione di S. Caterina, s. 20 alla Congregazione della Passione di N. SM che si fa nella casa dei PP. Predicatori. In Genova. (Notari Ignoti, Reg. I, Parte II, Sala 74, Arch. c. s.). DCCLXXII. 1311, 14 Agosto. — Nicolò Panizzari di Multedo da Pegli e Tomma-sina, sua moglie, figlia di Oberto de Urso da Sestri, ricevono in prestito L. 100 da Odoardo Lercari. In Genova, nel portico della casa di Egidio Lercari. (Notari c. s.). DCCLXX1II. 1312, 14 Aprile. — Ballano Panzano fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Francesco di Sestri. In Genova, negli orti di S. Andrea. (Not. Ambrogio de Rapallo, Reg. V, p. 3. Arch. di St. in Gen.). DCCLXXIV. 1312, 21 Aprile. — Oberto Buda da Sestri vende a Sorleone Piccami-glio una casa posta nel borgo di Sestri, confinante colla strada, colla terra di Benedetto Malocello e colla casa di Landò de Mora, per L. 80; inoltre la metà di altra, posta in detto borgo, e che possiede in comune con Mineto de Carato da Sestri, vicino alla spiaggia del mare, per L. 20. In Genova, in Campo, nella casa dei fratelli Piccamiglio. (Not. Oberto de Langasco, Reg. II, p. 174, Arch. c. s.). DCCLXXV. 1312, 24 Aprile. — Leonetta, figlia del qm. Ottolino di Negro, e vedova di Marchesino Lercari, fa testamento. Lascia soldi 20 ai frati minori di Sestri. Benefica il monastero di S. Pietro de Prato, la chiesa di Santa Maria di Cogoleto, l’ospedale di S. Maria Maddalena di Cogoleto etc. In Genova, nella chiesa di S. Marco. (Not. Corrado Castello, Reg. IV, p. 271 v\, Arch. c. s.). DCCLXXVI 1312, 29 Maggio. — Il notaio Pietro Casella da Sestri è in Tripoli e roga atti per i Genovesi. (Not. Bartolomeo Pareto, Reg. II, p. 158, Arch. c. s.). 2θ8 SESTRI ANTICO DCCLXXVIL 1312, 5 Ottobre. — Nicolò Bandora da Sestri, notaio, figlio di Giovanni, riceve L. 350 come dote della sposa Leona, figlia del qm. Fenogio da Monterosso, taverniere, e vedova di Procaccio de Bruno. In Genova, nella casa dove abita Ambrogio da Monterosso. (Not. Antonio Fellone, Reg. II, p. 72 v., Arch, c. s.). DCCLXXVHI. 1313, Il Gennaio. — Bertone Archerio, drappiere, riceve L. 50 da prete Tommaso, rettore della chiesa di S. Giovanni di Sestri, come lucro e capitale della società commerciale con esso contratta. In Genova, in Canneto. (Not. Parentino de Quinto, Reg. I, p. 11, Arch. c. s.). DCCLXXIX. 1313, I Marzo. — Tommasino Saccarello da Sestri, dichiara a prete Giovanni, ministro di S. Marco in Genova, di essere stato soddisfatto di tutto ciò, che dovevagli Giuliano d’Albaro. In Genova, presso la casa di Giorgio Vento. (Not. Pedone de Pignono I, 143, Arch. c. s.). DCCLXXX. 1313, 7 Marzo. — Giacomo, lanternaio in Sarzano, procuratore di Nicolò da Sori, riceve da Stefanino Dente, pescatore a S. lominaso, L. 3, avendo questi prestata garanzia per Giovannino, figlio del qm. Ornine da Sestri, marinaio fuggiasco dalla galea di detto Nicolò, che nel 1312 faceva il viaggio da Pisa a Roma, accompagnando l’imperatore dei Romani (En rico VII). In Genova, nel portico della casa del notaio rogante. (Not. Parentino de Quinto, Reg. I, p. 4S v.). DCCLXXXI. 1313, IO Aprile. — Dondo Angelerio da Sestri, e Giovannino suo figlio, ricevono da Lanfranco da Struppa pezze 4 di panni di Lombardia onde daranno L. 21, fra quattro mesi, dopo il loro ritorno da Napoli. In Genova, in Canneto. (Not. c. s., p. 56 v.). DCCLXXXII. 1313, 26 Maggio. — Bertolino figlio del qm. Saccherio Fraxeloni da Sestri, riceve a mutuo L. 12 di genovini da Prata de Barenzasco da Mol-tedo di Pegli, onde in Trebisonda gli darà 26 asperi d’ argento. In Genova, c. s. (Not. c. s., p. 224 v.). SESTRI ANTICO 209 DCCLXXXin. 1313, 5 Giugno. — Manuele Galletta da Sestri riceve da Guglielmo Galletta da Sestri L. 10, che gli promise dare per atto del 21 novembre 1312. In Genova c. s. (Not. c. s., p. 127). DCCLXXXIV. 1313, 7 Giugno. — I coniugi Nicolò de Iuliano da Sestri e Franca vendono per L. 18 a Pagano Foglietta da Sestri una casa, posta in Sestri, 1. d. Cambio, confinante colla casa di Guglielmo de Monacho, di Andrioto e Percivalle Lercari. In Genova, nel portico della casa del qm. Egidio Lercari. (Not. Gioachino Nepitella, Reg. II, p. 200, Arch. c. s.). DCCLXXXV. 1313, 14 Giugno. — Tommasino di Enrico Sacarello da Sestri vende per L. 42 a Musso Lercari un terzo d’una sua barca chiamata S. Bartolomeo, un terzo d una gondola e un terzo di tutti gli attrezzi di esse. In &εηο\^, c. s. (Not. c. s., p. 216). DCCLXXXVI. 1313, 8 Luglio. — Nicolò da Monleone, podestà degli uomini di Borzoli, Sestri etc., e altri della podesteria di Voltri, ordina agli uomini del terziere superiore di Arenzano di mandare un loro rappresentante al suo cospetto. Da Voltri. ■ (Not. Giovanni de Fossato, Reg, I, p. 195, Arch. di St. in Gen.j. DCCLXXXVTt. 1313, 18 Luglio. — Tommaso Sacarello da Sestri vende per L. 40 a Francesco Romano la metà di una barca colla sua barchetta e ogni suo corredo necessario, che trovansi nello scalo di S. Marco. In Genova, in Canneto. (Not. Parentino da Quinto, Reg. I, p. 158 v.). D CCLXXX Vili. 1313, 5 Agosto. — Franca, vedova di Tommaso Perioto da. Sestri, tutrice del figlio Andriolo, riceve da Giovanni Gonello da Sestri’ L. 35 come da condanna pronunciata da Raffo Cattaneo, figlio del qm. Enrico Mallone. In Sestri, nella casa del notaio Nicolò Bandora. (N'otari Ignoti, Reg. XXV, Sala 74, Arch. c. s.). Sestri antico. 14 2 10 SESTRI ANTICO DCCLXXXIX. 1313, 5 Settembre. — Michele de Prato da Sestri, avo e curatore di Giacomina e Simonina, figlie del qm. Giacomino suo figli®) a^a presenza di Nicolò da Monleone, podestà di Voltri, e di Simone Casella e Enrico Anseimi da Sestri, fa l'inventario dei beni appartenenti a detti pupilli. In Genova, sotto il palazzo dell’arcivescovo ubi regitur cuna vulturis. (Notari Ignoti, Reg. DCXI, Sala 74, Arch. c. s.). DCCLXXXX. 1313, 17 Ottobre — Rainaldino de Sexto da Cremona, alla presenza di Giovanni Gonello da Sestri, riceve dai coniugi Branca Doria e Caterina Lire 50 per dote della sua sposa Agnese. In Genova, nella casa di detto Branca. (Atti del Notaro Giacomo da S. Savina Reg. I, p. 172, Arch. di St. in Gen.). DCCLXXXXL 1313, 19 Novembre, — Franceschino e Damele del qm. Daniele de Mari vendono a Valarano Cattaneo una terra con casa posta in territorio Sexti in quarterio Priani. In Genova. (FoKathm Notariorum, Voi. Ili, Parte II, p. 38). DCCLXXXXII. 1313, 29 Novembre. — Nicolò da Monleone è podestà di Voltri e Bor-zoli e amministra la giustizia agli uomini di Sestri, Pegli e altri della podesteria. — I notari Antonio Framba e Geraldo de Meleto sono cancellieri di detto podestà. (Notari Ignoti, Reg. XXVIII, Sala 74, Arch. c. s.). DCCLXXXXIII. 1314, Il Gennaio. — Nicolò Strixiolo da Sestri e Antonio de Fran-cheto da Sestri, ricevono alcune somme da Nicolò Roveto, giudice. In Genova, in Scuderia, nella loggia del qm. Marino Dona. (Not. Benedetto Vivaldi, Reg. I, p. 185, v. Arch. c. s.). DCCLXXXXIV. 1314, 12 Gennaio. — Giacomino Baiardo da Sestri e Isabella vedova di > Enrico Baiardo da Sestri, alla presenza di Nicolò da Monleone, podestà di Voltri, di Daniele Pisaloca da Sestri, di Guglielmo Profumo da Murta, tessono l’inventario dell’eredità, appartenente a Giovannina, figlia del detto qm. Enrico. In Genova, sotto il palazzo dell’arcivescevo, dove si regge la podesteria di Voltri. (Notari Ignoti, Reg. XXXII). SESTRI ANTICO 21 I DCCLXXXXV. 1314, 15 Gennaio. — Nicolò da Monleone, podestà di Voltri, alla presenza di Geraldo de Meleto e Antonio Framba, cancellieri della curia voltrese e di Michele del qm. Sorleone Chiapori, elegge Antoniotto ili Negro curatore dell eredità del qm. Percivalle Lavezzo del qm. Lanfranco da Sestri. In Genova, c. s. (Not. c. s.). DCCLXXXXVI. 1314, 30 Marzo. — Guadagno, cintraco del borgo di Sestri, riferisce a Nicolò da Monleone, podestà di Voltri, di avere pubblicamente annunciato che se qualcuno voleva far l’aumento alla casa del qm. Antonio de Tajolo, posta in Sestri presso la loggia dei Carmandino, e che veniva messa all’ incanto, si fosse presentato alla spiaggia di Sestri, dove avea luogo l’incanto. In Genova, nel palazzo dell’arcivescovo. (Notari Ignoti, Reg. XXXVIII). DCCLXXXXVII. 9 1314, 20 Maggio. — Manuele Perno del qm. Oberto da Sestri riceve L. 32 come dote della sua sposa Alasina, figlia di Giacomo Foglietta da Sestri. In Genova, nella casa del notaio rogante. (Notari Ignoti, Reg. IV, Sala 74, Arch. c. s.). DCCLXXXXVTII. 1314, 23 Luglio. — Francesco de Loco da Sestri, notaio, eletto arbitro tra Cigala, speziale, e Luchino Clerichino, tutore di Franchino , figlio ed erede del qm. Nicolò de Nave, barbiere in Sestri, pronuncia la sentenza. In Genova, nel palazzo arcivescovile. (Notari Ignoti, Filza XLIX, Sala 74, Arch. c. s.). DCCLXXXXIX. 1314, 12 Agosto. — Giovanni Loterengo d’Arenzano fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Nazaro di Arenzano. Benefica l’ospedale di detto luogo, i monasteri di S. Maria di Latronorio e di San Pietro di Vezema. Lascia L. 5 a S. Francesco di Sestri per 100 messe. In Arenzano. (Notari Ignoti, Reg. XX, Arch. c. s.). 212 SESTRI ANTICO DCCC. 1315, 20 Luglio. — Antonio di Francheto da Sestri, dichiara di aver consegnato a Pallavicino Pallavicini 25 moggi di calcina in ragione di soldi 22 per moggio, che viene impiegata nel palazzo, che sta costruendo in Genova detto Pallavicino. In Genova, nella piazza dei Pallavicini e dei Calvi. (Notari Ignoti, Rsg. XI, Arch, c. s.). DCCCI. 1314, 27 Settembre. — Stefano de Arena fa testamento. Benefica le chiese di S. Bartolomeo della Costa, di Coronata, di Cornigliano, della Cella, di S. Zita e di S. Francesco di Sestri. In Sampierdarena. (Nat. Corrado de Castello, Reg. XI, pag. 190, Arch. c. s.). DCCCII. 1315, 13 Febbraio. — Pietro de Loco da Sestri riceve da Giacomo Ottaviani L. 18, s. 4 e den. 7, che porta in Romania per negoziare tenendosi per sè una parte del lucro. In Genova, nella loggia di Novello da Gavi. (Not. Ugolino Cerrino, Reg. II, p. 71, Arch. c. s.). DCCCIIL 1315 20 Aprile. — Tommasino Sezardo da Sestri, alla presenza dei sestresi Antonio Testa e Giovanni de Cunio, riceve da Antonio de Orto tanta merce per L. 2, s. 3 e den. 6. Nell’ isola di Cefalonia in plazia poHus Guise ardi. (Not, Filippo de Fasceto. Arch. c. s.) DCCCIV. 1315, 30 Luglio. — Frate Porchette Spinola, arcivescovo di Genova, alla presenza di frate Percivalle, vescovo di Nebbio, suo consocio, di Giovanni da Bagnara, canonico di S. Lorenzo e di frate Cicala da Quarto, arciprete di Framura, riceve alcune somme da Luchino Ultramanno. In Sestri, fuori la porta del monastero di S. Andrea. (Not. Leonardo de Garibaldo, Reg. II, p. 100). DCCCV. 1315, 23 Novembre. — Oberto de Cunio da Sestri del qm. Enrico riceve da Nicolò da Castiglione alcune somme, che gli promise dare, trovandosi entrambi a Marsiglia. In Genova, nella contrada di S. Croce. (Not. c. s., p, 108 SES IRI ANTICO 213 DCCCVI. 1315. Sepolcro gentilizio di Benedetto Panzano e dei suoi eredi, eretto nella chiesa abbaziale di S. Andrea di Sestri, come da lapide ivi esistente. (Giscardi, Origine delle Chiese, op. cit. p. 14; Giornale degli Studiosi, 1871, p. 200). DCCCVIL 1316, 27 Gennaio. — Frate Giacomo da Ponte Stura, priore della chiesa di S. Maria del Priano, domanda venga osservata la sentenza, emanata contro Giacomo Bordone, il quale il 27 Luglio 1310 da frate Rainerio da Pavia, priore di detta chiesa, tolse in locazione alcune terre in Comago, confinanti col fossato e colle terre di Giacomo Spinola. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. Ugolino Cerrino, Reg. Ili, p. 38 v.). Dcccvm. 1316, 16 Marzo. — Lanzarotto Panzano, a nome dei fratelli Francesco e Panzanino, vende a Giacomina, figlia del qm, Oberto Osbergero, e moglie di Stabile Ottaviani da Sestri, un luogo e mezzo del valore di L. 150, che ha nelle Compere del Comune. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. c. s., p. 163). DCCCIX. 1316, 26 Marzo. — Nicolò Strixiolo da Sestri e il figlio Antonio vendono a Gabriele de Vedereto 50 moggi di calcina in ragione di soldi 25 al moggio. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. c. s., Reg. II, p, 187), DCCCX. 1316, 3 Aprile. — Antonio de Custo da Sestri riceve da Manfredo Fieschi dei conti di Lavagna tante somme, onde darà in Sarzano 33 moggi di calcina. In Genova, presso la cattedrale. (Not. c.'s, p. 198). DCCCXI. 1316, 17 Maggio. — Antonio del qm. Guglielmo Moscatello da Sestri, a nome dei fratelli Matteo, Giorgio, Giacomino e Bartolomeo, vende allo zio Nicolò Moscatello una terra in Sestri nel luogo del Gazzo , prestando consenso la madre Giacomina, figlia del qm. Enrico Chiappori. In Genova, nel portico del qm. Egidio Lercari. (Not. Benedetto Vivaldi, Reg. II, p. 109). 214 SESTRI ANTICO DCCCXII. 1316, 17 Dicembre. — Prete Nicolò da Sestri, cappellano della cappel-lania, istituita dal qm. Innocenzo IV, pontefice, nella cattedrale di Genova, da in locazione a Guglielmo Profumo di Giustenice e a Giovanni Bovero le terre, che detta cappellania ha in Murta nei luoghi detti Pien, Gazo, in Cella. In Genova, nella cattedrale. (Notari Igrnoti, Reg, XIX). DCCCXIII. 1316, .... — Gaspare de Iso lascia ai Padri Minori (conventuali) di San Francesco di Sestri il suo palazzo di Albaro nei pressi di Genova affine che ivi fosse costrutto loro un convento con chiesa sacra a S. Francesco; e così fu. (Giscardi, Op. cit.). DCCCXIV. 1317, I Febbraio. —I canonici della cattedrale di Genova danno in locazione a Guagno de Carlo da Sestri e a prete Crescino, suo figlio, una terra, alberata di olive e fichi, posta in Sestri 1. d. Casella. In Genova, nel chiostro della cattedrale. (Not. Ugolino Cerrino, Reg. Ili, p. 90 v.). DCCCXV. 1317, 27 Settembre. — Frate Benedetto, priore di S. Maria di Cassi-nelle, sindaco di S. Maria del Priano, riceve da Simone Colonna dAlbaro L. 10 per pensioni di terra di detta chiesa del Priano. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Not. c. s. p. 130 v.). DCCCXVI. 1318, 16 Gennaio. — I sestresi Guglielmo Calvo del qm. Egidio, Francesco de Marco del qm. Giacomo, patroni d’una barca, chiamata S. Nicolò ricevono da Ugolino da Levanto alcune somme dovute. In Genova, in Fossatello, presso la casa di Raffaele Utramarino. (Not. Corrado de Castello, Reg. X, p, 230). DCCCXVII. 1318, 29 Gennaio. — Porchetto Spinola, arcivescovo di Genova, alla presenza di frate Percivalle Guttuario dAsti dell’Ordine dei Minori, vescovo di Nebbio, di Bernardo d’Arezzo, vicario archiepiscopale, concede al prevosto e al capitolo di S. Maria delle Vigne Γ alienazione d’un territorio. In Sestri, nella loggia dei Carmandino. (Cassetta A, Pergamena 146, Arch. Capitolare di S. Lorenzo). SESTRI ANTICO 215 Dcccxvm. 1318, 25 Marzo. - I Ghibellini ascoltano la messa nella chiesa di S. Maria di Coronata e offrono un pallio. MCCCXVIII Guibellini maximum exercitum equestrium et peditum de partibus Lom-bardiae congregare coeperunt in Gavio opera MafTei Vicecomitis.... et Canis de Scala ....... ipsorum constituentes capitaneum Marcum dicti Maffei natum dominantem Ter- donae.... Et ipsi Guibellini descendentes de partibus Lombardiae in festo Annuntiationis Beatae Mariae V. die vigesimo quinto Martii venerunt in Vallem Pulciferae et post in Vallem Bisamnis et circum Ianuam ad suburbia.... in quo festo Genitricis Dei ipsi Guibellini Missam audientis in Templo Sanctae Mariae de Coronato ibi pallium obtulerunt eidem ss commendantes Virgini eiusque invocantes auxilium.... (Georgii Stellae, Annales in Muratori, R. I. S., Tom. XVII, coi. 1031). DCCCXIX. 1318, 28 Aprile. — Tommasino de Cunio da Sestri del qm. Giacomo, a nome di Palamede, figlio del suo socio Nicolò, riceve da Leonardo de ' Vedereto L. 72 per tanto guado, che portarono da Grosseto in Genova sul loro legno, chiamato S. Giuliano. In Genova, presso la casa del qm. Guglielmo Chierico. (Not. Ugolino Cerrino, Reg. IV, p. 245). DCCCXX. 1319, 4 e 5 Febbraio. — Accenno ad un combattimento avvenuto a Sestri tra Guelfi e Ghibellini. MCCCXIX die quarta Februarii Robertus Rex et Guelfi Ianuae maximum in ea Urbe cumulantes exercitum die ipsa apud Sextum miserunt illum per mare. Erant in eo pedites ultra quatuordecim millia et viri equetres optime armati fere octingenti triginta inter quos erat Simon de Turri de Mediolano. Applicans enim ipse exercitus juxta Sextum volebat in terram descendere sed Guibellini in multitudine ne descenderent se opponebant. Rus Sextus quidem locus erat per quem Guelfi per mare aptius possent Guibellinos invadere nam alia loca erant per Guibellinos fortius munita.... Tandem quinta die Februarii intra meridiem et vesperas in terram descenderunt Sexti Guelforum pedites contra Guibellinos forti proeliantes certamine. Ex insultu namque Guibellinorum equitum qui illic erant ultra trecentos ter ipsi pedites fracti sunt, demum tamen ipsi Guelfi pedites sic eorum balistas exercuerunt et vires quod Ghibellinos de arenis Sexti fecerunt abire, ex quo supra Burgum ipsius loci posuerunt se Guibellini ea forti parte quae Castellionum vocata est. Quae cum viderent equites Guelfi descenderunt et ipsi et subito voce victrici cum multo tumultu ipsi equestres Guelfi et pedites adversum Guibellinos in dicto loco Castellionum fecerunt insultum quos ipsi Guelfi ruperunt et posuerunt in fugam ex ipsis Guibellinis captis pluribus et occisis. Fugientes vero Guibellinos Guelfi usque Cornilianum secuti sunt ubi reperit illos.... (Georgii Stellae, Annales in Muratori, R. I. S.t Tora. XVIII, coi. 1034), DCCCXXI. 1319, 5 Febbraio. — I Guelfi saccheggiano Sestri. .... nocte quidem sequenti Marcus Vicecomes capitaneus exterorum et omnes Guibellini cum eorum sequacibus dubitantes in hostium manus cadere.... loca quae te- SESTRI ANTICO nebat apud Ianuam reliquerunt dimissis armis et rebus suis quae multi valoris erant et cum uxoribus et familiis ex quibus creaturae aliquae prae timore labore nive et glacie perierunt versus Buzalam fugerunt. Gavium et Vultabium Vallisque Pulcifere cum Sancto Petro Arenae et Sexto sunt a Guelfis spoliata.... (Georgii Stellae, Annales c. s., coi. 1034). DCCCXXII. 1319, 22 Novembre. — Accenno ad un combattimento avvenuto in Voltri e sue pertinenze tra Guelfi e Ghibellini. .... Novembris quidem vigesima secunda die Extrinseci qui maximo peditum et equitum numero Vulturum optime munitum per Guelfos accesserunt adversus eum locum circumquaque pugnarunt et ipsum in obsidione tenentes ex lignis castrum unum fecerunt altum valde super quatuor rotis versus Ponentem cumque vellent ipsum Castrum \alde munitum trahere et appropinquare ostio et fortilicio dicti loci in aquam apud ipsum ostium discurrentem et terram cecidit. Pugnarunt usque Vesperas et demum nil consequentes sui voti pugnam in eorum damno liquerunt.... (Georgii Stellae, Annales in Muratori, R. /. s., Tom. XVII, coi. 1039). DCCCXXIH. 1320, 3 Aprile. — Stefano de David da Sestri, costituisce procuratore Spagnolo Spagnoli da Sestri. In Genova presso la casa del qm. Barbano Vento. (Not. Delifrà de Oneto, Reg. I, p. i39) Arch. di St. in Gen.). DCCCXXIV. 1320, 24 Aprile. — I sestresi Pietro Pelioso e Francesco Ottone vendono ad Antonio de Maiolo e a Garnerio de Mari, ambi di Arenzano, un terzo d una barca, chiamata S. Stefano, per L. 20. In Genova, presso la casa del qm. Barbano Vento. (Not. c. s. pag. 164). DCCCXXV. 1320, 15 Giugno. — La flottiglia di Roberto, redi Napoli, muove verso Sestri, dove i Ghibellini si erano fortificati nel luogo, detto Castiglione. .... Anno ipso (MCCCXX) die Dominicae decima quinta Iunii exercitus totus Galearum praemissi Regis et Ianuensium Guelforum in quo erat persona Capitanei et Praesidis Ianuae Rizardi de Gambatesa et Galeae ferme sexaginta computatis tribus Galeis grossis armatis pro Flandria cum maximo scaffarum et parvorum navigiorum numero plurium ducentis cum multo etiam intrinsecorum numero tam nobilium quam eorum qirt de populo dicti sunt secum ducentes in navigiis grossis equites ultra quadringentos quinquaginta et equos ab Urbe discessit versus Sextum pergens. At Guibellini loco nuncupato Castelliono supra Sextum se valde fortes fecerant aliumxque locum Columbaria. et Monasterium Santi Andreae montesque et colles de Coronato et Borzolo totumque litus Sancti Petri de Arena cum fortiliciorum ligno structorum magno numero munierant.... Redit ad portum Ianuae die decima octava Iulii ipse exercitus Galearum.... SESTRI ANTICO . 217 Il 15 Luglio, 1’ esercito de’ Guelfi, con a capo Rizardo Gambatesa, trasse di Genova verso Sestri, con una flotta di circa 60 galee, duecento piccole navi, con 450 cavalieri ed altrettanti destrieri , mentre i Ghibellini si erano fortificati in Castiglione, sopra Sestri , nella Colombara, nel cenobio di S. Andrea, sulle colline di Coronata e di Borzoli, ed aveano munita tutta la spiaggia di Sampierdarena. Il 18 Luglio ritornò detto esercito nel porto di Genova. (Georgii Stellae, Annales in Muratori, R. I. S., Tom. XVII, col. 1040-41). DCCCXXVL 1320, 6 Settembre. — I fuorusciti s’impadroniscono di Voltri. .... Sexta enim Septembris die Extrinsecorum classis suique pedites et equestres per terram apud Vulturum accedentes locum fortem per Guelfos munitum potenti dato praelio in diem tertium habuerunt eum locum: qui enim erant ad ipsius protectionem Oppidi sub pacto illud suis adversariis praebuerunt ante ex eis pluribus bello peremptis.... (Georgii Stellae, Annales in R. I. S., Tom. XVII, coi. 1042). DCCCXXVII. 1321, 3 Gennaio. — Giovanni di Knzola da Parma, console di giustizia, elegge Nicolò Ferrari da Sestri curatore dei beni dell’ eredità di Simone Sellario. In Genova, nella curia del consolato. (Not. Giovanni Gallo, Reg. I, p, 42, Arch. di St. in Gen.). Dcccxxvm. 1321, 25 Febbraio. — Giovannina, figlia del qm. Rubaldo Savone, lega in testamento L. n pro missis alla chiesa di S. Alberto di Sestri. In Genova. (Not. Ugolino Cerrino, p. 233, Arch. c. s.). DCCCXXIX. 1321, 15 Marzo. — Percivalle da Sestri è in Sardegna nel Castelgeno-vese e assiste ad un atto, stipulato nella camera, abitata da Branca Doria. (Not. Francesco de Silva, Reg, I, p. 90, Arch. di St. in Gen.). DCCCXXX. 1321, 30 Maggio. — Muore in Sestri l’arcivescovo Porchetto Spinola. Eodem anno (MCCCXXI) die XXX Maii Porcheti Spinulae Ianuensis Archiepiscopi rure cuius nominativo Sextum est vitae fuit finis. Qui dum suspectus esisteret, Cathedrae et Pontificio Ianuensis utilitatem acquirens multos ampliavit reditus.... (Georgii Stellae, Annales in Muratoti R. /. S., Tom. XVII, coi. 1045). Questo arcivescovo « uomo di sufficiente letteratura ed acutissimo, di naturale ingegno e di gran consiglio » secondo il Giustiniani r ebbe gran parte nella pace, che Bonifacio Vili conchiuse tra Genova e il II Carlo d’Angiò, contrariamente a quanto favoleggiarono SESTRI ANTICO alcuni sul incruento homo, a lui diretto dal R. P. Di lui abbiamo un sinodo diocesano stamPato dall’ Ab. Sbertoli nel 1S33; sotto di lui si fondò il monastero de’ Basirmi e fra Filippo di Savona commosse le dame genovesi a crociarsi contro il Turco e ^oni acio \ III per questo atto generoso ordinava fossero pubblicati i nomi delle eroine t, no\esi, esclamando: o miracoli, o prodigi! Il cadavere dello Spinola venne trasportato eno\a, nella chiesa de’ minori, al cui ordine apparteneva (1). DCCCXXXI. 1322, 8 Marzo. — Frate Nicolò Vegio, monaco e sindaco di S. Andrea di Sestri, alla presenza dei frati Manfredo da Gavi e Giorgio de Carman-dino, chiede le pensioni delle terre, poste in Bisagno, dagli eredi del qm. Lanfranco Ponzone, e date in locazione il 1319 da frate Manfredo, allora priore. In Genova, presso la casa del qm. Guglielmo Clerico. (Not. Ugolino Cerrino, Reg. V, p. 34, Arch. di St. in Gen.). DCCCXXXII. 1322, 19 Marzo. — Ottolino da S. Siro di Cremona, console in Genova di giustizia, ordina che dai beni del qm. Stabile Ottaviani da Sestri si eroghino L. 500 come dote di sua moglie Giovanna. È detto che l’Ottaviam fece due testamenti, il 20 aprile del 1320 e il 25 gennaio del 1322· In Genova.... (Notari Ignoti, Reg. XXVI, Sala 74, Arch. c. s.). DCCCXXXIII. 1323, 17 Febbraio. — I Guelfi inseguono i Ghibellini sino a Sestri. « MCCCXXIII die decima septima Februarii in aurora hi Nobiles Ianuenses Gue Balianus de Nigro Ianotus et Thomas de Flisco fratres cum quadam peditum tate tam de Clavaro et pertinentiis ac aliis locis orientalis Ripariae quam de Ianua e quingenti et quidam nobilis Lucanus cum equitibus stipendiariis existentibus Ianuae cir citer sexaginta occulte exierunt de Urbe in Vallem Bisamnus et festinanter de versu Sancti Antonini de Palatio basilicam et Casamaverum clam Montis Peraldi cacum ^ ascenderunt quos Guibellini tandem Guelfam gentem perpendentes qui ibi erant equestres et pedites pulsatis campanis ad sonum bellicosum seu belligerum contra fos gentem multiplicant et Guibellini qui erant iu suburbiis concurrerunt illuc contra Guelfos proeliando potenter quos ipsi Extrinseci bis fugarunt. Tandem ipsi Guelphi eos Guibellinos ponunt in fugam et de monte Peraldi repellunt et circumstantibus locis, omnesque alii extrinseci qui erant ad suburbiorum custodiam cum ipsis aliis de monti bus fugerunt velociter dimissis locis familiis eorum et rebus et versus Vulturum omnes quasi fugerunt. Mox itaque suburbia ipsa loca et fortilicia Guelfi intrant etiam et turrem Capitis Fari. Fuerunt usque Sextum Guibellinos secuti ex quibus Guibellinis magnus numerus tam equitum quam peditum et tam Nobilium quam vocatorum de Populo captus fuit.... ». (Georgii Stellae, Annales in Muratori R. I. S., Tom. XVII coi. 1150). (1) Canale, op. cit., p. 365. SESTRI ANTICO 219 DCCCXXXIV. % 1323, 16 Agosto. — I fratelli Guglielmo e Antonio Calvo da Sestri, i fratelli Pagano, Oberto e Nicolò Foglietta da Sestri, dichiarano che tengono a nome di Giovanni da Carmandino un edifizio nel borgo di Sestri, situato sulla terra dei canonici di S. Lorenzo di Genova. In Genova, di rimpetto il palazzo dell’abate del popolo. (Notari Ignoti, Reg. LIV, Arch. c. s.). DCCCXXXV. 1323, 5 Ottobre. — Richerio da Nizza, stipendiario del re Roberto, riceve somme da Balduchino de Rosana, e roga l’atto il notaio Antonio de Ottone de Sexto. In Genova. (Not. Tommaso Casanova, Reg. II. Arch. c. s.). DCCCXXXVI. 1324, 7 Marzo. — Baliano Doria del qm. Simone vende a prete Rico da Sestri, ministro di S. Bartolomeo di Livellato, una terra in Livellato. In Genova.... (Notari Ignoti, Reg. XXXVII, Arch. c. s.). DCCCXXXVII. 1324, 26 Maggio. — È nominato frate Ascherio Tauro, abate, e 7 monaci di S. Andrea di Sestri. (Not. Bartolomeo Bennato, p. 288 v. Arch. c. s.). DCCCXXXVIII. 1324, 12 Novembre, — Giovanni Cazolo da Lucca, giudice e assessore del capitano e del vicario regio di Genova elegge Simone Bastone in curatore dei beni di Tommaso Cuzatroia da Sestri. In Genova nel palazzo nuovo del Comune. (Notari Ignoti. Reg. XXIII, Arch. c. s.). DCCCXXXIX. 1325, 15 Gennaio. — Il console di giustizia in Genova verso il borgo ordina agli estimatori del Comune di riservare sui beni del qm. Bertolino Pelipario L. 50, dovute a Oberto de Castrono da Sestri, tagliatore. In Genova, nel palazzo dell’ arcivescovo. (Not. Tommaso Casanova, Reg. II). 220 SESTRI ANTICO DCCCXL. 1325, 26 Gennaio. — Frate Giovanni de Niveis dell’ ordine di Mortara, priore di S. Maria del Priano, costituisce procuratore frate Benedetto, priore di S. Maria delle Cassinelle. In Genova, presso la cattedrale. (Not, Ugolino Cerrino, Reg. V, p. 133). DCCCXLI. 1325, I Febbraio. — Il console di giustizia Gabrio de Frontibus da Parma assegna un curatore all’ eredità giacente del qm. Giovanni Narice da Sestri. — Nominato Michele Capa di Sestri. In Genova. (Not. Tommaso Casanova, Reg. Ili, Parte I, p. 182). DCCCXLII. 1325, 17 Febbraio. — Frate Benvenuto da Levanto, vescovo di Accia, avuta licenza da Bartolomeo da Reggio, arcivescovo di Genova, conferisce 1 quattro minori al chierico Albertino di Ritiliario. In Sestri, nel monastero di S. Andrea, nella cappella di S. Paolo. (Not. Leonardo de Garibaldo, Reg. II, fogli volanti al principio). DCCCXLIII. 1325, IO Aprile. — Franceschino, figlio emancipato di Guglielmo Pa zario de Amico da Multedo, riceve L. 70 per dote di Giovannina, sua sposa, figlia del qm. Domenico de Castagneto da Sestri. _ . In Genova, nella contrada di S. Agnese, essendo presente Giova Venzano. (Not. Tommaso Casanova, Filza II). DCCCXLIV. 1325, 22 Aprile. — Obertino Barberio da Sestri riceve L. 3 ^ sio Fieschi e socii per aver fatto 1’ anno passato sulla loro galea un viag gio nella Provenza. In Genova, presso la casa dei Bachemi. (Not. Giorgio da Camogli, Reg, II, Parte I, p. 139, Arch. c. s.). DCCCXLV. 1325, 29 Aprile. — Leona, vedova di Antonio Sportino da Sestri, ac corda il figlio Antonio con Giordano de Casali per portare il pane a forno. Presta garanzia Michele Cappa da Sestri, tagliatore. In Genova c. s. (Not. c. s., p. 145). SESTRI ANTICO 221 DCGCXLVI. 1325, 3 Settembre. — Antonio Vento trasferisce in prete Simone da Rapallo, prevosto di S. Giorgio in Genova, alcuni diritti avuti il 23 maggio del 1324 da Ascherio Tauro, abate di S. Andrea di Sestri e dai frati Pietro de Augusto priore, Tommaso delle Piane, Manfredo da Gavi, Giacomo Baroccio, Nicolò Colombello, Paolo de Castro e Nicolò Vegio. In Genova, nella piazza di S. Giorgio. (Not. Giovanni Gallo, Reg. II, Parte II, p. 69, Arch. c. s.). DCCCXLVII. 1325, 17 Ottobre. — Giovanni Cazolo da Lucca, giudice del vicario regio in Genova, elegge Nicolò Ferrari da Sestri curatore dell’ eredità giacente del qm. Oberto Grasso da Sestri. In Genova, nel palazzo nuovo del Comune. (Not. Raffaele Besignani, Reg. I, p. 59 v., Arch. c. s.). DCCCXLVIII. 1325, 13 Dicembre. — Facino de Carezano, sindaco e procuratore del monastero di S. Maria di Ripalta, sostituisce procuratore Enrico Carcami-lio di Alessandria, monaco di S. Andrea di Sestri. In Genova, in una camera del monastero di S. Spirito. (Not. Benedetto Vivaldi, Reg. IV, Parte II, p. 211. Arch. c. s.). DCCCXLIX. 1325, 19 Dicembre. — Francesco de Luco da Sestri, figlio di Luco, compra da Bartolomeo de Crasiana, lanaiuolo, una quantità di panno di Lombardia. In Genova, sulla piazza di S. Giorgio. (Notari Ignoti, Reg. XXIII, Arch. c. s.). DCCCL. 1326, 26 Marzo. — Lorenzo figlio di Francesco Sacarello da Sestri affitta a Pietro Marchese da Portofino uno schifo a 6 remi, lungo 7 godi, fino al i.° agosto per s. 7, solvibili ciascun mese. In Genova, sulla piazza di S. Siro. (Not. Giacomo da S. Savina, Reg. I, p. 308, Arch. c. s.). DCCCLI. 1326, 17 Maggio. — Nicolino dei Gentili da Tortona, console di giustizia del borgo, elegge Nicolò Ferrari da Sestri curatore dell’ eredità giacente del qm. Enrichetto Venzano da Sestri. In Genova, nel palazzo dell’arcivescovo. (Not. Tommaso Casanova, Reg. XXI). 222 SESTRI ANTICO DCCCLII. f 326, 14 Luglio. — Bartolomeo da Reggio, arcivescovo di Genova, alla presenza di prete Nicolò da Sestri, cappellano della cattedrale, ascrive alla milizia clericale Pietrino, figlio di Lorenzo da Roccatagliata, vetraio, e gli da a titolo la chiesa di S. Maria di Molasana. In Genova, nel palazzo dell’arcivescovo. (Not. Oberto Mainetto, Reg. II, p. 187, Arch. c. s.). DCCCLIII. 1326, 4 Novembre. — Bernardo, abate, e i monaci di S. Siro di Genova eleggono procuratore Nicolò Ferrari da Sestri. In Genova. (Not. Giriforte Bracelli, Reg. I, p. 4I) Arch. c. s.). DCCCLIV. 1326, 21 Novembre. — Bertolino Testa da Sestri riceve da Simonello Rossi da S. Terenzo L. 5 in prestito. In Savona, presso l’angolo del palazzo del Comune. (Not. Ignoti, Reg. XXXVIII, Arch. c. s.). DCCCLV. 1327, 13 Marzo. — Frate Giovanni, priore di S. Maria del Priano, ri ceve da frate Benedetto, priore di S. Maria delle Cassinelle, 4 fiorini per pagare le collette degli anni passati, imposte in favore del pontefice Gio vanni XXII. Inoltre riceve da Lanfranco Lombardo il fitto del molino, che la chiesa possiede nel territorio di Sestri. In Genova, nelle chiese di S. Pancrazio e di S. Luca (2 atti). (Notari Ignoti, Reg. DCIX, Arch. c. s.). DCCCLVI. 1327, 15 Marzo. — Tenca del qm. Giovanni Tencarani, console di giù stizia del borgo, elegge il notaio Pietro Bonaccorsi in curatore dell ere dità giacente della qm. Andriola, erede del qm. Tommaso de Angelerio da Sestri. In Genova, nella curia del consolato del borgo. (Not. Giovanni Gallo, Reg. I, p. 138 v.). DCCCLVII. • 1327, 18 Marzo. — Dagnano Gazzano, cittadino e mercante genovese, riceve da Percivalle Musso da Sestri tanta moneta, onde darà in Pera di Costantinopoli 26 perperi d’oro, quando ivi approderà la galea di Bernabò Cattaneo e socii. In Savona, presso il palazzo del Comune. (Not, Antonio Fellone, Reg. II, p. 138, Arch. c. s.). SESTRI ANTICO 223 DCCCLVIII. 1327, 2 Aprile. — Aitone Doria, alla presenza di Oberto de Cunio da Sestri, costituisce procuratore Pietro Grasso, scrivano della sua galea chiamata S. Nicolò, per ricevere ciò che gli devono i marinai fuggitivi dalla galea, che fece il viaggio in Siria. In Savona c. s. (Not. c. s„ p. 154). DCCCLIX. 1327, 7 Maggio. — — Il console di giustizia in Genova assegna un curatore all’ eredità giacente del qm. Giacomo Ratto di S. Alberto di Sestri. In Genova. (Not. Tommaso Casanova, Reg. Ili, Parte II, p. 17 v.) DCCCLX. 1327, 2 Luglio. — Nicolò Bandora da Sestri, notaro, costituisce suo procuratore Raffo de Rovegno per chiedere da Ricobono da Sestri Levante, console dei Genovesi in Livorno, un’àncora vendutagli, e che non ebbe ricevuta. In Savona presso l’angolo del palazzo del Comune. (Not. Pedone de Pignone, Reg. XI, p. 178 v, Arch. c. s.). Sono nominati i sestresi Guglielmo Guainerio e Tommasino Castagneto, abitanti in Savona (id. 192 v. e 207). DCCCLXI. 1327, IO Agosto. — Giacomo Qepolla da Sestri riceve L. 100 di dote dalla sposa Giovannina, figlia di Landò de Lamora da Sestri. In Genova, nella Ripa, nella casa di Ugolino Ghisolfi. (Not. Benedetto Vivaldi, Reg. IV, Parte I, p. 134 v.). DCCCLXII. 1328, 8 Febbraio. — Il notaio Antonio Ottone da Sestri roga atti per Michele dei Sicleri di Pavia, giudice di Giacomo Bermondi, vicario in Genova per Re Roberto. (Not. Oberto Musso e Antonio Ottone, Reg. I, p. 126. Arch. di St. in Gen.). DCCCLXUI. 1328, prima del 12 Febbraio. — Assalto dato al castello di Voltri. — La fortezza di ' Castiglione sopra Sestri viene armata. « ... Eodem anno MCCCXXVIII cum Anfreonus Spinula Vulturi castro et loco dominaretur quod castrum ibi fecit aedificari fortissimum ipsius loci habitation em totam fecit muro cingi. Quumque locum ipsum per annos plures tenuerit videlicet a MCCCXX 224 SESTRI ANTICO quo a Guibellinis fuit captus usque ad annum instantem quidam de Vultui o, Varagine, et λ ultabio dum essent in multa cura Guelfi de Ianua quemadmodum possent castrum illud et locum furari nocte iuxta ipsius castri muros iverunt occulte. Et quum hostes diligentes haberent excubias ad ipsius Castri accesserunt partem quae fortior erat et altior eam partem minus custodiri putantes. Unde scalas ipsas firmantes castrum ingressi sunt. Ob quae ipsius Castri per Anfreonum praemissum praeses constitutus cum sociis suis octo, eos qui iam muros ascenderant, est aggressus et pugnans fuit occisus ab illis. Omnes ergo de castro ipso cum filio eiusdem Anfreoni fugerunt. Qui autem castrum intraverant ex igne turris capitis Fari quae tenebatur pro Guelfis signa fecerunt et turris illis de Ianua ut tractaverant. Hora ideo matutina surgentes ad arma intrinseci i u castrum ingressi magnam opem mittunt. Et Guibellini de eo loco scientes de eius em fortilicii captione nocte fugerunt versus Saonam.... Iterum per Anfréonum Spinu am a stilionum fortilitium vocatum munitum est quod cum Guelfi aggressi fuissent non va ue runt esse victores.... ». (Georgn Stellae, Annales in Muratori R, I. S., Tom. XVII, coi. 1057). . . , , a) L annalista non chiarisce nettamente se la guardiola o fortezza, cui a 1 ultimo periodo, sia quella di Castiglione sopra Sestri Ponente, o quella di eg1, ugualmente Castelluccio, su: confini orientali di Pra, ed occidentali di Pegli, enc ^e il 19 febbraio 1324 dica che i fuorisciti s’impadronissero del castello di Castig io Prato di Pegli. Il primo poi è denominato fortilitium, il secondo Castrum. Nullameno 1’ amfibologia non ci par tanta da non potersi rintracciare 1 vero, nominando Castiglione senz’altro aggiunto, e dicendolo guardiola o fortilizio, pare storico singolarizzi quello che senz’altro addiettivo si dice Castiglione, nome a ^ alla stessa località ad est dell’antico e moderno Sestri ; mentre per contrario p ^ del castello o castro di Castelluccio vi aggiunge due specificativi de Prato, e ^ ^ tal guisa lo stesso autore scrisse prima accennando ad una antecedente forti cazi _.e da’ Ghibellini, in Castiglione supra Sextum (v. p. 217), nè' era quindi più m6S ^ la medesima indicazione della topografica postura, dopo poche pagine da que a .^β|υη| Mentre infatti per il forte di Voltri, assalito e preso dai Guelfi, intimorì 1 presa) del luogo di Voltri fuggivano verso Savona sul mattino del giorno seguen j^a il giorno innanzi gli assaliti e sopraffatti Ghibellini s’erano allontanati verso ^ ^ ^ Capo di Faro, era, come il castello di Voltri, in mano ai Guelfi ; erano clu1^ ]uog0 di fuochi. Che fare? Il migliore strategico consiglio appariva quello di occupai·6 _ perchè difesa, distante da Voltri e da Genova, munirlo bene e usarne contro ei-n® stante alla non si potessero di leggieri unire. Non quello di Castelluzzo isolato e so j.zzafe ; strada Aurelia, unica in allora, ma si quello di Castiglione s’ attagliava a ^uscarQ]0 e ioro guerreschi disegni, come quello che levato ad est sopra le sponde e ^ come del Chiaravagna (che forse in allora sotto le mura dello stesso si confon j.en(}0 si da emerge da carte antiche), e sul bivio delle due strade, per cui doveano par^ p0tea Genova, o da Polcevera, o partendo da Voltri, passare i Guelfi per ricongiun sì a fulminarli con le bombarde sì da levante, nella strada della Badia di S. ^ ^ forti-tramontana nella via Aurelia, sì a ponente, nel passaggio dell’alveo del torren ^ sorge lizio infatti di Castiglione signoreggiava sull’ angolo 0 prominenza a mare, ove il convento di S. Nicolò degli Agostiniani. 1 · A Pegli ò) Il secondo fatto narrato dallo Stella è forse lo stesso cui allude il Cana e. i Ghibellini vi perdevano la torre che vi aveano, ed i Guelfi vi edificavano una ^ (Nuova Istoria, voi. III, pag. 152), mentre il primo avvenimento è accennato a « il castello e la terra di Voltri i Guelfi toglievano ad Anfreone Spinola, armavai galee governate da Luchino di Negro ecc. ». ]iejje c) Abbiamo posto in cima al documento la data anteriore al 12 febbraio, giace ^ Pergamene, che arricchiscono il Fondo Malaspina dell’ Archivio di Stato in Firenze, abbiamo trovato una, in virtù della quale il 12 febbraio del 1328 Manno de Opizzi, capi e vicario regio in Genova, fa prendere il castello di Voltri, tenuto dai ribelli della ,e· SESTRI ANTICO 225 DCCCLXIV. 1329, 6 Maggio. — E delegato agli straordinarii il giudizio sui danni , arecati da quei di Savona e di Pegli ai Veneti, che navigavano da Can-dia e Romania per Venezia. (1Giornale Ligustico, Anno 1888, p. 237). 11 documento, sebbene non interessi il territorio sestrese, merita di essere riferito per la sua importanza, tendendo ad illustrare un paese, poco distante, e che come Sestri era compreso nella podesteria voltrese. DCCCLXV. 1329, 17 Giugno. — Sorleone Cappa da Sestri dichiara dover dare L. 7 e s. 10 a Mauro Catto di Multedo, come complemento di L. 15, per acquisto d una parte della barca, detta S. Giuliano, che trovasi alla spiaggia di Sestri. In Genova, sulla piazza di S. Giorgio, presso la casa di Giorgio Vento. (Not. Giovanni Gallo, Reg. II, Parte II, p. 135 v.). DCCCLXVI. 1329, 6 Luglio. — Antonio Strixiolo da Sestri vende a Danieto Chiap-pori del qm. Giacomo da Sestri una casa con terra, alberata di ciliegie, fichi, olive, posta in Sestri 1. d. Cavachen, per L. 36. In Genova, nella contrada del Molo, dove abita detto Antonio, essendo presenti i sestresi Francesco Natino e Salveto Chiappori. (Not. c. s., p. 147 v.). DCCCLXVII. 1329, 13 Luglio. — Franceschino Catto dichiara che Enrigano da Sestri, il quale si era imbarcato sulla galea di Paolo Usodimare , in viaggio per la Francia, si fermò a Brindisi. In Genova, presso la porta di S. Andrea. (Not. Benedetto Vivaldi, Reg. XI, p. 88 v.). DCCCLXVIII. 1329, 6 Settembre. — Bartolino de Cavagnaria da Pavia e Giovanni Giudice da Chiavari, notaro, arbitri nella lite, vertente tra frate Giovanni di Priano, rettore di S. Maria del Priano, e Nicolò Torello da Sestri, mugnaio, pronunciano la sentenza. In Genova, nella contrada di S. Giorgio. (Notaro Pedone de Pignone, Reg. I, p. 9). DCCCLXIX. 1329, 20 Novembre. — Martino Bandora da Sestri del qm. Manuele costituisce procuratore Nicolò Bandora da Sestri, notaio. In Genova, di rimpetto la cattedrale. (Notari Ignoti, Reg. XVIII). Sestri antico, 15 » --0 SESTRI ANTICO DCCCLXX. 1330, 16 Gennaio. — Frate Benedetto, priore di S. Maria de Plano Piati riceve da Simone de Valle di Pino L. io dovute. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo. (Not. Gio. Gallo, Reg. Ili, p. 51 v.). DCCCLXXI. 1330, 10 Dicembre. — Nicolino dei iermignasi da Cremona, giurisperito , vicario del capitano regio, elegge curatore dei beni del qm. Giovanni Fornari il sestrese Nicolò Ferrari. In Genova. (Not. Francesco de Silva e Bartolomeo Bracelli, p. 69). DCCCLXXII. 1331, 2 Luglio. ■— È ricordato un atto, stipulato in monasterio sultano S. Audree de Sexto; nel monastero inferiore di S. Andrea di Sestri. (Foliatium Notariorum, Voi. Ili, Parte II, p. 238 v., M. S. alla Biblioteca Civico-Beno). Subtanus è addiettivo di bassa latinità che suona sottano, detto di cosa che sta so , g. basso, inferiore per contrario all’addiettivo di correlazione soprano, sovrano, s periore. Ne abbiamo un esempio in Pino, villaggio di Val Bisagno, che ancora si stingue in Pino Sottano (S. Giacomo, oratorio) ed in Pino soprano (parrocchia). Questa distinzione dimostra come due monasteri, o almeno due rilevanti ivis periore ed inferiore fossero in detto cenobio. DCCCLXXIII. 1331, 26 Novembre. — Tommaso del qm. Enrico Saccarello da Se \ alla presenza di Giacomo da Piacenza, maestro d’ ascia, di Giacomo Castelletto, ortolano dei frati di S. Francesco di Sestri, e dei sestresi or radino e l· rancesco Corradi, di Nicolò Picembono e di Aunghino Rogerio, fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Giovanni Sestri. Istituisce eredi i figli Odoardo, Nicolò e Bartolomeo. Nel borgo di Sestri, nella casa di detto Saccarello. (Not. Oberto Mainetto, Reg, II, p. 47, Arch. di St. in Gen.). DCCCLXXI V. 1331 .... — L’annalista Giorgio Stella, parlando delle discordie tra i Guelfi e Ghibellini e dei danni derivati accenna a .... nostraturn eminentes Turres gratae egregiaeque formae palatia aedesque nobiles intra Urbem et extra a Nervio usque Sextum.... Da Sestri (ponente) a Nervi e fra le mura di Genova in quel tempo, si levavano torri eminenti di bella e di singolaie co struzione, palagi e nobili caseggiati. (Georgii Stellae, Annales in Muratori R. /. S. Tom. XVII, col. 1062). SESTRI ANTICO 227 Questo pensiero dello Stella, è riprodotto dal Canale, nel descrivere gli avvenimenti di questa stessa epoca, non senza alcuna relazione allo scritto del chiaro e citato annalista : « E qui Giorgio Stella che l’avea udito (il decreto di pace della Repubblica) ancor piccolino da Facino suo padre, testimonio di veduta, il Giustiniani e Oberto Foglietta, non fanno nelle storie loro che deplorare i disastri, le rovine, le vergogne di una guerra intestina che .... mise sossopra .... i soninosi edificii che tutto quel tratto adornavano che c da Nervi a Sestri di Ponente, e per tutta la vai di Polcevera fino a Pontedecimo, smantellò e distrusse ». (Voi. Ili, p. 176, Op. cit.). Il 1." di marzo 1331 s 'indussero i Ghibellini ad una tregua con i Guelfi di quattro mesi, la quale venne poscia prorogata ad un anno dai sedici, metà Guelfi e metà Ghibellini, che si elessero, a conclusione della pace. Pertanto i deputati delle due fazioni sopra quattro galee, nel mese di luglio approdavano a Napoli, e il dì secondo di settembre concludevano la pace, accordando libera facoltà ai fuorusciti di rimpatriare. (Ivi, Ρ· 135. 136). DCCCLXXV. 1332, 6 Marzo. — Sorleone Piccamiglio del qm. Corrado fa testamento. Vuol essere sepolto in S. Andrea di Sestri nel monumento, dove fu sepolto suo padre e il suo avo. In Genova, nella contrada di Campo. (Not. Tomaso Casanova, Reg. V). DCCCLXX VI. 1332, IO Novembre. — Palmerio dei Sicleri da Pavia, console dei placiti, elegge Nicolò Ferrari da Sestri curatore dell’ eredità giacente del qm. Bonamico de Ficarelo da Porcile, essendo presente il notaio Antonio Ottone da Sestri. In Genova, nel palazzo del consolato. (Notari Ignoti, Reg. XXV). DCCCLXXVII. 1332, 2 Dicembre. — Bartolomeo dei Marroni da Reggio , arcivescovo di Genova, alla presenza di Manfredino Boiono da Reggio , arciprete di S. Siro di Struppa, di maestro Bononino da Reggio, rettore di S. Silvestro di Genova, di prete Nicolò da Sestri, cappellano della cattedrale, conferisce la prima tonsura a Raimondino del qm. Guglielmo Doria e gli dà per titolo la chiesa di S. Maria di Molasana. In Genova, nel palazzo di S. Silvestro. (Notari Ignoti, Reg. XXI). DCCCLXXVIII. 1332... .. — E costrutto un arcosolio, con il sepolcro dei Grimaldi, nel piccolo atrio della chiesa di S. Maria di Cassinelle, come da epigrafe. (Remondini, Parrocchie, Reg, XIV, p. 340; Giornale Ligustico, a. I, p. 303). ;2S SESTRI ANTICO DCCCL^XIX. 1333, I I Aprile. — Testamento di Leonardo da Portomaurizio. Lega soldi 40 ecclesie S. Oberti que est desuper villam Sexti ; alla chiesa di S. Alberto, che soprasta alla villa di Sestri. In Genova. (Not. Tommaso Casanova, Reg. VI). DCCCLXXX. 1333, 14 Giugno. - Benedetta, figlia del qm. Rosso Mascardi da Sestri, alla presenza di Giovanni Suppa e di Oberto Moresco, entrambi di Sestn, costituisce procuratore il notàio Leonardo Boccaccio. In Genova. (Not. c. s.). DCCCLXXXI. 1333. — Decreto concesso per abitare in Genova ad Antonio Migone da Sestri di Ponente. (Giscardi, Orìgine e Fasti delle Nobili Famiglie di Genova, Voi. Ili, p. 1295). DCCCLXXXir. 1334, 18 Aprile. — Parecchi uomini di Rapallo, Voltri, Arenzano Sestri dichiarano di essere trattenuti nelle carceri della Malapaga, or ^ del vicario regio, per imposizioni e condanne, fatte alle loro Comumt In Genova, nel palazzo della Malapaga. (Not. Pedone de Pignono, Reg. IV, p. 62). DCCCLXXXIII. 1334, 24 Settembre. — I fratelli Giacomo e Francesco Golo da del qm. Giovanni, patroni di due barche, ricevono in accoman Lambertino de Serodi de Calvi L. 30, che portano a negoziare. In Genova, nella contrada di S. Giorgio. (Not. c. s., p. 140). DCCCLXXXIV. 1334, 9 Dicembre. — Michele da Sestri, cimatore, e Simone de Domo alta, essendo in lite già da lungo tempo per essersi feriti in rissa, si per donano le offese e si danno il bacio della pace. In Genova, nella chiesa di S. Maria delle Vigne. (Notari Ignoti, Filza DCXI). DCCCLXXXV. 1334, 19 Dicembre. — Loisino Abate da Sestri riceve da Rissotto, spa daio in Ripa, tante spade per L. 8, che porta a negoziare in Oriente. In Genova, nella contrada di S. Giorgio. (Not. c. s., Reg, III, p. 8). SESTRI ANTICO 229 DCCCLXXXVI. 1335, 26 Maggio. — Paolino, figlio del qm. Oberto Sachelli da Sestri, alla presenza di Giannino de Spado e di Ansaldino Petrulla da Sestri, riceve L. 40 come dote della sposa Giovanna, figlia di Nicolino da Parente da Sestri. In Genova, nella contrada delle Vigne, sotto il portico della casa dei Grillo, dove abita Michele de Spado da Sestri, cimatore. (Notari Ignoti, Reg. DCXI). DCCCLXXXVII. . 1335, 2 Settembre. — Bartolomeo dei Marroni da Reggio, arcivescovo di Genova, alla presenza di Bartolomeo da Modena, scrittore, e di prete Nicolò da Sestri, cappellano della cattedrale di Genova, concede in enfiteusi un edificio a Giacomo Santi da Modena. In Genova, nella camera dell’ abate di S. Siro. (Notari Ignoti, c. s.). DCCCLXXXVIIL 1335, 7 Ottobre. — I mugnai delle podesterie del Bisagno, Polcevera e Voltri (fra i quali Guglielmo da Sestri) stabiliscono che Michele Forte, console dei mugnai del Bisagno, Oberto da Mignanego, console di Polcevera, e Pietrino Forte, console di Voltri, possano spendere sino a 25 fiorini per negozi, spettanti a detta arte. In Genova, nella cattedrale. (Not. Giorgio da Camogli, Reg. II, Parte I, p. 164 v.). DCCCLXXXIX. 1335, 9 Dicembre. — Tommaso Saccarello da Sestri del qm. Enrico vende a frate Pietro, converso del monastero dei SS. Giacomo e Filippo di Genova, mezzo luogo nelle Compere Mutuorum Veterum. In Genova, nella Raiba del Comune, que appellatur Raiba Lombar-dorum. (Not, c. s., Parte I, p. 63 v.)· DCCCXC. 1335, 20 Dicembre. — Gerardo da S. Stefano console in Genova di giustizia per il borgo, elegge Nicolò Ferrari da Sestri, curatore dell’ eredità giacente del qm. Francesco da Varese, taverniere. In Genova, nella curia del consolato. (Not. Oberto Mainetto, Reg. I, p. 140). DCCCXCI. 1336, 10 Aprile. — Simona, figlia del qm. Panisavini da Sestri e vedova del qm. frate Lanfranco Campione da Sestri, fa testamento, λ uol 2 30 SESTRI ANTICO essere sepolta presso la chiesa di S. Francesco di Sestri. Sue figlie Francesca, nubile, e Caterina, moglie di Tommaso Saccarello da Sestri. In Genova, nella cattedrale. (Not. Giorgio da Camogli, Reg. II, Parte II, p. 172). * DCCCXCII. 1336, 20 Luglio. — Prete Egidio Solimani, rettore di S. Nazaro di Al-baro, riceve da frate Enrichetto de Olevano della diocesi di Pavia, priore della chiesa di S. Maria del Priano, alcune somme dovute da detta chiesa. In Genova, presso la porta di S. Andrea. (Not. Benedetto Vivaldi, Reg. IX, Parte II, p. 147). DCCCXCIII. 1336, 31 Agosto. — Paolo da Cassana, monaco del monastero di S. Andrea di Sestri, cede al monaco Pietro de Augusto i frutti d una terra, posta in lag-gia, che detto monastero comprò da Martino Anfosso per atto del 26 Marzo 1315. In Genova. (Not. Giorgio da Camogli, Reg. II, Parte I, p. S7). DCCCXCIV. 1336, 28 Ottobre. — Benedetta Becchignona, alla presenza di Nicolò i\a tino del qm. Giovanni, di Federico Froxorio e di Luchino de Rogerio, tutti di Sestri, fa testamento. Vuol essere sepolta presso i frati Minori di S estri. In hurgo Sex ti. (Not. Tommaso Casanova, Reg. VI). DCCCXCV. 1336, 30 Ottobre. — Selvaggia de Canepa, vedova di Egidio de G lello, fìsico, fa testamento. Benefica i frati Minori della Chiappetta Sestri. In Genova, nella chiesa di S. Francesco. (Notari Ignoti, Reg. XLI). DCCCXCVI. 1337, 7 Gennaio. — Francesco Ottone da Sestri, maestro d ascia, di chiara che la nave, che costrusse nello scalo di Sarzano, di proprietà Manfredo Manzano da Lavagna, fu costruita col suo legname. In Genova, nella contrada di Sarzano. (Not. Giriforte Bracelli Reg. I, p. 106, v. Arch. di St. in Gen.). DCCCXCVII. 1338, 2 Marzo. — P. Fieschi, vescovo di Tortona, Manuele Fieschi, protonotario apostolico, Antonio Fieschi, canonico di Parigi, Lazzarino SÈSlRI ANTICO 2.3 i Fieschi, canonico di Ravenna, Maurino Fieschi, canonico di Genova, e altri, eleggono Pietro del qm. Lorenzo Balbi da Sestri, canonico di S. Salvatore di Lavagna, in canonico di S. Maria Maddalena del Ponte di Chiavari. In Genova, (Not. Enrico Tarrigo, Reg. I, p, 143 v., Arch. di St. in Gen.), DCCCXCVIII. 1339, 14 Maggio. — I canonici della cattedrale di Genova concedono a Bartolomeo de Suppa da Sestri del qm. Guglielmo una terra boschiva, che la cattedrale possiede in Sestri, nel luogo detto Lanaioli, confinante col fiume Varenna e colle comunaglie di Sestri. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo. (Not. Giorgio da Camogli, Reg. Ili, Parte II, p. 63 v.). DCCCXC1X. 1339, 2 Agosto. — Margherita, figlia del qm. Giovanni de Bardi e moglie del notaio Andalò de Zolasco costituisce procuratore Nicolò Ferrari da Sestri. In Genova, presso la porta di S. Andrea. (Notari Ignoti, Reg. DCIX). A quest’ anno si riferiscono alcuni fatti, riportati dal Giustiniani, che meritano di aver posto nei nostri annali. Dopo aver raccontato al 1338, che furono armate venti galere al soldo del re di Francia, il quale avea guerra col re d’Inghilterra, soggiunge al 1339 che « le ciurme vennero in differenza col capitano, ch’era Antonio D’ Oria; e si lamentarono le ciurme, che non le erano pagati i debiti soldi ; e se pur le era pagato qualche cosa, che la moneta era computata all’ oro, più di quel.che valeva giustamente. E crebbe tanto la discordia, che le ciurme occuparono la signoria delle galere ; ed un nominato Pietro Capurro, marinaro di Voltri, con i padroni delle galere , in nome di tutti i marinari, comparsero dinanzi al re di Francia, lamentandosi del capitano e dei nobili. Ed il re giudicò in favore dei nobili e mise in prigione Pietro Capurro sopradetto con quindici compagni ; il che vedendo alquanti marinari, vennero nel distretto di Genova, e sparsero per lo paese, eh’ erano stati grandemente ingiuriati dai nobili ; e che Pietro Capurro con i compagni erano stati impiccati per la gola , ancorché ciò non fosse vero ; e nondimeno per le piaggie e per il paese andavano gridando « viva Capurro, viva Capurro! ». I marinari Savonesi eh’erano venuti di Fiandra dalle galere, dubitando di non essere ingiuriati dai nobili fecero colligazione cogli uomini di \ oltri, di Polcevera e di Bisagno. E sendo in consiglio in la chiesa di S. Domenico in Savoua , ordinarono di fare una mostra in arme. Fu questa deliberazione molesta ai nobili di Genova e di Savona, e cercarono d’impedirla : e mandarono Odoardo D’ Oria ed alquanti della Casata dei Vegerii ed altri Savonesi a parlare ai marinari, esortandoli a mancare di questa impresa. Ed i marinari, non attendendo all’ esortazione, pigliarono la parte contraria, ed in compagnia di alquanti artigiani di Savona con l’arme in mano, remisero Odoardo soprannominato in la torre del palazzo di Savona, la quale poi occuparono : e richiusero poi Odoardo nel castello nominato di S. Maria ; e subito pigliarono il dominio della città di Savona. E costituirono che due uomini popolari con venti artigiani e con venti marinari dovessero governare la città ; ed a venti giorni di settembre , con l’arma in mano occuparono le tre fortezze di Savona; e riunirono la parte di quelle, 232 SESTRI ANTICO che guardava verso la città; ed ebbero con l’aiuto degli uomini di Voltri il castello di Quigliano, il quale distrussero sino a’ fondamenti. E da qui venne, che molti popolari genovesi con molti delle tre valli soprannominate si levarono, e dissero che non volevano, che 1 abate più li fosse dato dai capitani, ma che il volevano elegger loro , come che erano usati di fare per il passato. Alla qual cosa per manco male consentirono i capitani, benché (come si dice) mal volentieri. Ed il vigesimo terzo giorno di settembre furono eletti venti uomini del popolo di Genova e delle tre valli per fare 1 elezione del-1’ abate. ». CM. 1339, 12 Dicembre. — Benvenuto da S. Agnese, tintore, vende al notaio Nicolò Bandora da Sestri i diritti, che ha verso Percivalle Yarra di Portomaurizio. In Genova, nella casa del Notaio rogante. (Not. Lanfranco de Nazario, Reg. XII, Parte I, p. 170 v.). CHI. 1340, 19 Febbraio. — Alardo, abate di S. Andrea di Sestri, di consenso di frate Domenico de Virolungo, soli residenti in detto monastero, locano a Meliaduce Marcone una lor casa, posta nella contrada di S. Giorgio, nella piazza dei Galiani. In Genova, presso la cattedrale. (Not. Giorgio de Camulio, Reg. II, P. I, p. 92 v.). Benedetto XII nel 1334 prescrisse ai cisterciensi lo scapolare di colore buuio t (lionato scuro), quindi usarono essi da quell’ anno in poi, sulla tonaca bianca, o scap ^ lare tanè. Sisto IV, nel 1475, dichiarò che per bruno dovea intendersi nero, Pe figli di Cistercio mutarono il tanè in nero. Così 1’ Oderico (1). CMII. 1340, I Aprile 1341, 3 Maggio. - Nicolò da Fontanegli è podestà degli uomini di Fegino, Borzoli, Sestri e altri della podesteria di Voltri. (Magistorum Rationalium, Inlroilus et Exitus, An. 1342, p. 191, Arch. di St. in Gen.). CMIII. 1340, 13 Aprile. — Son notate le somme, dovute ad Antonio Strixiolo da Sestri, il quale fornì 60 moggia di calcina, impiegate dal Comune Genova in restauri al castello di S. Giorgio di Savona. (Masseria Communis lanue, Reg. I, an. 1349, p. 155, Arch. c. s.). CMIV. 1340, 17 Luglio. — Manuele Rebuffo da Sestri del qm. Francesco, e la moglie Devina, figlia del qm. Giacomo de Salvo, vendono a Giacomo Gia^ forio da Sestri, tagliatore, del qm. Bartolomeo, una terra alberata d ulivi (1) Giornale Ligustico, an. VII e Vili, p. 343. SESTRI ANTICO 233 con casa e una calcinara, un forno, una cucina scoperta e una fonte, il tutto posto nella villa di Sestri, 1. d. Gazzo, confinante colle terre di Bonifazio Angioino e con quelle del qm. Benedetto Manente per L. 60. In Genova, nella contrada del Molo, nelle scale della Malapaga. (Not. Oberto Mainetto, Filza I, foglio 188, Arch. c. s.). CMV. 1340, 26 Luglio. — Frate Benedetto da Lunigiana, priore della chiesa di S. Maria de Plano Prati sive de Cassinellis, dovendosi presentare al cospetto dei visitatori, costituiti dal Papa, nè potendo ciò fare, avendo 78 anni, elegge procuratore frate Giacomo da Lunigiana, canonico di detta chiesa. In Genova, nella contrada del palazzo ducale, nella casa di detta chiesa. (Not. c. s., 249). CMVI. 1340, 31 Ottobre. —Manuele de Spado da Sestri, cimatore, e Francesco da Casanova, calzolaio, volendo porre termine alle liti, che hanno, essendosi feriti in rissa, si condonano le offese e si danno il bacio della pace. In Genova, nella chiesa di S. Maria delle Vigne. (Notari Ignoti, Reg. DCXI). CMvn. 1340, 8 Novembre. — Son notate le somme, dovute al Comune dal Not. Nicolò da Fontanegli, podestà degli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri. (Magistrorum Rationalium, Introitus et Exitus, An. 1340). CMVIIL 1340, 12 Dicembre. — Son notate le somme, dovute a Demorede da Voltri, abate della valle di Voltri, eletto dagli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria. (Masseria Communis Ianue, Reg. I, An. 1340, p, 139 v.). II Registro del 1340 ha parecchie altre notizie, riguardanti la podesteria. Son degni di memoria Guglielmo Rossi e. Giacomo de Monte, ambi di Voltri, castellani di Portovenere, Pietro Malagamba di Arenzano, castellano di Noli, Pietro Belmosto da Pegli, podestà di Portovenere, Angelo Magnoni da Voltri castellano di Pareto, Montano Picone d’Arenzano, capitano di tre galee al servizio del Comune di Genova. Ad essi aggiungiamo Giovanni Porco da Pegli, anziano del Comune di Genova e Francesco de Gatega da Voltri, consigliere del doge (1). CMIX. 1341, 14 Aprile. — Prete Lorenzo, arciprete di S. Cipriano, alla presenza di Francesco Conte da Sestri, maestro d’ascia, cede a Luchetto Gollo (1) Federico Federici, Collectanea al 1340, Voi. I, p. 212, M.S. all’ Arch, di St. in Genova. 234 SÈSTRt ANTICd da Sestri un credito, donatogli da Francesco Maruffo, per pensione d*una casa, posta a Prè, nel vico di Boccadebò. In Genova, nella piazza di S. Giorgio. (Not. Benvenuto Bracelli, Reg. II, p. 7S). CMX. 1341 .... Nicolò Natino da Sestri è castellano di Parodi. {Magistrorum Rationalium, 1342, p. 19 v., Arch. di St. in Gen.). CMXI. 1342, 4 Marzo. — Elenco dei sestieri sono debitori della tassa, imposta nel 1340 per Cristiano Lomellini e soci Sexterium Arenzani .... Lib. VIIII --- s. Vili --- d. II » Burgi Vulturis . » III --- s. V - » Gatege . , . . » s. II --- d· L » Pelii..... » II _ s. V - d. Vili » Sexti . . . , . » II --- s. XVI » Borzuli et Fegini . » II - s. XIV. (Magistrorum Raconalium Inlroilus et Exitus, an, 1342). CMXII. 1342, 13 Marzo. — Tommaso d’Ottone da Sestri, notaio per autonta imperiale, è cancelliere del Comune di Genova. (Notari Ignoti, Reg. L, Parte II, Arch. c. s.). CMXIII. 1342, 3 Aprile. — Son notati i salari, dovuti a Giacomo Zucca da Quarto, a Corrado Oliva e a Francesco Natino da Sestri, già abati e podesterie del Bisagno, Polcevera e Voltri. {Magistrorum Rationalium, Introitus et Exitus, An. 1342). CMXIV. 1342, 2 Maggio. — Son nominate le somme, dovute da Lanzarotto da S. Vincenzo, già podestà di Voltri nel i34i,per le condanne fatte contro gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri. Questo podestà successe al notaio Nicolò da Fontanegli, il quale terminò 1’ ufficio di podestà il 3 Maggio 1341. (Magistrorum c. s.). CMXV. 1342, 24 Luglio. — Son notate le somme, dovute per il salario di Giovanni Porro, Federico da Coronato e Giovanni de Costo da Sestri, abati delle podesterie del Bisagno, Polcevera e Voltri. {Magistrorum c. s.). SESTRI ANTICO 235 CMXVI. 1342, 3 Dicembre. — Bertola Rossi da Sestri vien costituito patrono d’ una delle x 5 galee, armate in Sampierdarena, sotto il comando di Pietro Boccanegra. (Magistrorum c. s.). CMXVII. 1343, 8 Febbraio. — Son notate le somme, dovute da Nicolò de Natino de Sestri, podestà e castellano di Parodi nel 1341. (.Magistrorum c. s.). CMXVIII. 1343, I Maggio. — Il Comune di Genova conferma l’elezione di Giovanni Pellati in abate di Voltri, fatta dagli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri é altri della podesteria di Voltri, in surrogazione di Nicolò de G lello, (1) abate scaduto. (.Magistrorum c. s., ann. 1343). CMXIX. 1343, ,14 Maggio. — Enrico da Borgo S. Sepolcro, giurisperito, giudice e vicario del vicario regio in Genova, costituisce curatore dell’ eredità giacente del qm. Oberto Giordano da Sestri il genovese Franceschino Sansone. In Genova, nella sala del palazzo nuovo del Comune. (Not. Giovanni Gallo, Reg. I, p. 209). CMXX. 1344, 26 Aprile. — Frate Giovanni da Calestano, sindaco del capitolo e del convento di S. Maria del Carmine, alla presenza di Sofredengo de Mologno, vicario dell’arcivescovo di Genova (Giacomo da S. Vittoria) e di Isnardo de Ponzono, mugnaio in Sestri, protesta, per la sentenza, promulgata da Aimerico, abate di S. Benigno, nella lite vertente tra il monastero del Carmine e Tedisio, abate di S. Siro. In Genova. (Not, Leonardo Osbergero, Reg. II, Arch. di St. in Gen.). CMXXI. 1344, Il Maggio. — Giannino Guicuccio da Voltri, procuratore di Bartolomeo Frascara, Guglielmo Pinardo, Giorgio Cavigia e Bianco Rocca da Voltri (come da procura del 13 giugno 1343 in not. Tommaso Ottone da (1) Nicolò di Galello il 27 Novembre 1342 è podestà di Bonifazio (Magistrorum c. s. nel 1347) 2 3 6 SESTRI ANTICO Sestri) dichiara che l’anno scorso il signore di Sorcati e i suoi seguaci danneggiarono la sua nave nelle parti di Soldaia vecchia. In Caffa, alla presenza di Dondedeo di Iusto, console dei Genovesi in Caffa. (Not. Oberto Mainetto, Reg. II, p. 228, Arch. c. s.). Il Giustiniani negli Annali sotto 1’ anno 1343 scrive : « E questo anno Genovesi e Veneziani ancora nei mari della Tana furono spogliati dei lor beni e cacciati, del paese. Per la qual cosa Genovesi riceverono grandissimo danno così in le facolta come in le persone ; e nacque gran discordia fra Genovesi e l’imperatore di Gazaria, di Soldaia, di Solcati e della Tana ». CMXXII. 1344, 18 Maggio — Mino Panizzario da Sestri, a nome di Francolina sua moglie, madre di Pasqualino Gallo, esistente in partibus Catai, riceve il saldo d’un debito da Giovanni di Oliverio padre del qm. Francesco, morto mentre tornava da dette parti. —- Lo stesso riceve da Armirotto Oliva da Rivarolo L. 40, che promette di negoziare in Maremma. In Genova, (due atti). (Not. Tommaso Casanòva, Reg. XII, p. 95). Quest’ atto è di sommo rilievo, giacché ci fa conoscere le relazioni, che correvano tra Genova e la Cina, chiamata appunto col nome di Calai. CMXXIII. 1345, 2 Febbraio. — Ansaldo del qm. Oberto Lomellini fa testamento. Benefica i frati minori della Chiappella, di Sestri e di Albaro. In Genova. [Folìalium Notariorum, Voi. Ili, Parte II, p. 65). CMXXIV. 1345 , 30 Marzo. — Il doge di Genova ordina che venga pagato Ni^ colò Turco magistrum banderiarum per aver provvisto di bandiere e ^ pennoni gli uomini di Fegino, Borzoli, Sestri e altri della podesteria Voltri, e gli uomini delle podesterie del Bisagno e di Polcevera. Da Genova. (Masseria, N. 3. p, 25 v.). CMXXV. 1345, 8 Agosto. — Il Cardinale Guglielmo del titolo dei Santi Quattro Incoronati, legato apostolico, scrive a prete Pagano, prevosto della chiesa di Castello, di porre in possesso della chiesa di Coronata prete Tomaso da Sarizola, dando ordini acciocché l’eletto non venga disturbato dai monaci di S. Andrea di Sestri. Da ... (Not. Zino de Vivaldi, p. 361, Arch. di St. in Gen.). SESTRI ANTICO 237 Guglielmo Curti, vescovo di Alby, detto il cardinale Albo, era stato inviato dal pontefice Clemente VI (con bolla del 19 luglio 1342) paciere in Lombardia collo scopo di tagliar la via alla malizia dei Turchi, di Ludovico il Bavaro e degli altri nemici della Chiesa (1). CMXXVI. 1345, 27 Agosto. — Federico Frexorio da Sestri riceve da Giovanni Onesti, canonico della cattedrale di Genova, L. 7, che restituirà ira due mesi. In Genova, nella curia arcivescovile. (Not. Stefano Corradi, Reg. I, p. 176). CMXXVII. 1345, 9^Novembre. — I quattro sapienti, stabiliti dal Doge, stiper murari faciendo burgos Predis S. Tìtome et S. Agnetis scilicet a Castelletto usque ad portam S. Thome eleggono i maestri muratori, tra cui 7 di Fegino, 4 di Rivarolo, 2 di Promontorio, Giovanni Baiardo di Borzoli e Giovanni Casella da Sestri. In Genova. (Not. Tommaso Casanova, Reg. IX, pp. 98 e 99). « 1346. Cominciaronsi, scrive l’Acinelli, a cinger di mura i borghi a ponente della città, il borgo di Castelletto per Carbonara, ove fu aperta una porta detta di S. Agnese, e per Pietra Minuta fin sopra S. Michele, indi il borgo di Pre fino a S. Tomaso; fu fatta la porta di Fassolo ed il tutto fu finito l’anno seguente (1347) ; detta porta fu rinforzata da un baluardo sopra lo scoglio di S. Tomaso nel 1536 e fu la quarta amplia-zione (Compendio cit., Tom. I. pag. 47). Nel 1327, aggiunse il Canale, l’ingrandimento (delle mura) sì era specialmente fatto dalla parte di levante ; ora quella di ponente volea pur essa allargarsi (Nuova Istoria voi. IV c. 3.0 p. 14 ove è riferito quanto già disse il Casoni e l’Acinelli). Giova però rilevare che la porta di S. Agnese già esisteva fin dal (1155-1159) tempo in che venne costrutta la cinta murale contro il minace Barbarossa e che il Giustiniani chiama seconda « Dette mura infatti cominciavano dal mare, mercè di un molo in prossimità del quale si lasciava aperta una porta, che chiamata dapprima porta nuova di S. Fede, fu poi detta dei Vacca dal casato omonimo, che pose stanza in quei pressi ; quindi, movendo a ritroso del rivo detto dì S. Savina, percorrevano la pianura detta poi del Guastato, ove era prima una porta detta tosto di S. Agnese, da altra vicina chiesa intitolata a questa santa. Di li, salita 1’ erta di Monte Albano , a cavaliere del quale sedeva il Castelletto, si adimavano alle fontane Marose » donde per Luculi, S. Catterina (porta) Piccapietra, Porta aurea, S. Egidio (porta), porta soprana , Ravecca, finivano a Castello. Nel 1320 fu fatta una cinta parziale da Capo di Carignano alla Torre di Luculi (ove ora è la villetta di Negro), che perfezionata nel 1327 incluse in sè il Borgo di S. Stefano. (Cfr. Podestà, Il Colle di S. Andrea, Atti Soc. Lig. St. P. Voi. XXXIII pp. 19, 142)· « Devo, aggiunge il chiarissimo storico-critico Podestà, devo qui far osservare un fatto finora sfuggito a quanti scrissero delle nostre cinte murali, ed è, che mentre da Castelletto a S. Tommaso correva un sistema di munizioni non inferiore per robustezza (1) Clemente V e Casa Savoia, Miscellanea di Storia Italiana, Serie Terza, Tom. V, 1900, P- 154· 238 SESTRI ANTICO a quelle innalzate tra Carignano e 1’Acquasola (1320) si conservava nondimeno , quale seconda difesa, l’antica cinta tra il Castelletto e S. Savina, mentre invece non si teneva in alcun conto il tratto da Sarzano all’Acquasola. Ma la spiegazione di ciò la troveremo facile e chiara se consideriamo che le mura da Carignano all’Acquasola sorgevano in luogo eminente e quindi non dominate da alcun punto elevato, da ove si potessero offendere, mentre così non era invece pel tratto di mura da Castelletto a S. Tommaso. A questo tratto, infatti sovrastavano, e abbastanza vicine, parecchie alture, dalle quali il nemico poteva offendere itiolìeso. Quindi la necessità di una seconda difesa » (op. c., p. 197). Per altre notizie cfr. la bellissima Monografia dell’Ing. Parodi Francesco Maria, Montegalletto e il Castello del Capitano Enrico Alberto d’Albertis in Genova. [L’Italia Artistica e Industriale, Anno /, Fascicolo 11-12, Roma /893-/894). CMXXVIII. 1346, 16 Maggio. — Prete Giovanni, rettore della chiesa di S. Giovanni di Sestri, dà in locazione una terra di detta chiesa. In Sestri. (FoKatium Notariorum, Voi. Ili, Parte II, p. 248). CMXXIX. 1346, 13 Novembre. — Caracosa, moglie di Dagnano Lercari, vende ad Ansaldo Lomellino un bosco, posto in Multedo, che si estende fino al fossato de Varenna e oltre detto fossato sino alla montagna detta Pelatu, ove è la strada pubblica, e che confina verso il mare colla terra boschiva di Luchetto Gattilusio e verso levante colla strada, per la quale si va a S. Alberto di Sestri. In Genova. (Foliatium Notariorum, Voi. Ili, Parte li, p. 94 v.). La montagna detta Pelatu, ora Peà, sta presso la casa Cassinelli , Varenna e la strada, che conduce a S. Alberto, e confina a mezzogiorno colla proprietà Pignone e il confluente Cassinelli. Tale località è proprietà dei Marchesi Rostan Reggio. CMXXX. 1346, I Dicembre. — Francesco e Nicolò Natino del qm. Zagnino cedono a Pietro Bechignone la quarta parte d’ una calcinara , chiamata Lc-grino, posta a Sestri, 1. d. Panigaro, confinante col fossato, eolie terre di Ambrogio Saivago e la calcinara chiamata Borella. In Genova, a Banchi. (Not. Tommaso Casanova, Reg. XIII, p, 131 v.). CMXXXI. 1347, 13 Aprile. — Frate Bernardo da Pavia, priore di S. Maria del Priano di Sestri, avuta licenza il 22 gennaio del 1347 da Guidone, preposto di Mortara, concede alcune terre in locazione, poste in Voltaggio, appartenenti alla chiesa di S. Maria di Albaro. In Genova, nella casa del notaio rogante. (Not. Lanfranco de Nazario, Reg. XIII, p. 173). SESTRI ANTICO 239 CMXXXII. 1347, 27 Aprile. — Antonio Panizari da Sestri, notaio, è eletto cancelliere di Giacomo Sciavaro, podestà e castellano di Campo. (Magistrorum Racionalium, An. 1347, p. 95). CMXXXIIL 1347, 18 Giugno. — E nominato Antonio Marsilio da Pegli, abate della podesteria di Voltri nel 1345, eletto dagli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri, etc. (Magistrorum c. s., an. 1347). CMXXXIV. 1347, 27 Giugno. — Bartolomeo Frascara è abate della podesteria di Voltri eletto dagli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri ecc. (.Magistrorum c. s., an. 1347). Un Guglielmo Frascara da Voltri al 13 agosto 1347 è nominato come castellano del Castello Sperone di Savona (.Magistrorum c. s.), ed è lo stesso che nel 1347 è segnato come consigliere del doge, e nel 1349 come anziano del Comune di Genova (1). CMXXXV. 1347, 17 Luglio. — Giovanni da Murta , doge, considerando la condizione degli uomini dei sei sestieri di Pegli, Borzoli, Sestri, Gatega, Voltri e Arenzano e che gli uomini del sestiere di Pegli furono condannati in L. 46 da darsi sulla tolta del grano a Oberto Natino da Sestri, dichiara che debbano raccogliere la sesta parte di detta tolta. In Genova, nel palazzo ducale. (Not. Oberto Muzio, Reg. I, p. 81). CMXXXVI. 1347, 21 Luglio. — Giacomo de Clapeto da Sestri vende a Luchino de Carlo per L. 46 la metà d’ una barca coperta, chiamata S. Maria, esistente nella darsena del Comune di Genova. In Genova, a Banchi. (Nat. Tommaso Casanova, Reg. XIII, p. 236). CMXXXVII. 1347, 23 Agosto. — Colombo e Simonino, figli del qm. Guglielmo Be-stagno si dividono terre e un palazzo, che il padre possedeva, in territorio Sexti, nella parrocchia di S. Giovanni Battista, confinanti verso tra- (1) Federico Federici, 1. c., pp. 218, 220. 240 SESTRI ANTICO montana colla terra della chiesa di S. Maria del Priano, verso occidente colla terra della chiesa di S. Lorenzo di Genova, e dagli altri lati la via pubblica. In Genova.... (Foliativm Notariorum, Voi. Ili, Part. II, p. 101 v.). CMXXXVIII. 1347, 31 Agosto. — Son notate le somme, date al notaio Bertola Rossi da Sestri, mandato ambasciatore in Provenza. [Magistrorum Racionalium, Introitus et Exitus, An. 1347). CMXXXIX. ■ 1347, 7 Settembre. — Son notate le spese, fatte da Giovanni de Onelia, podestà di Voltri dell’ anno passato, in Arenzano, Pegli, Sestri, e altri luoghi della podesteria. (Magistrorum c. s., A11. 1347). CMXL. 1347, IO Ottobre. — Son notate L. 40, dovute a Giovanni Casella da Sestri, già abate della podesteria di Voltri nel 1346. (Magistrorum c. s., An. 1347). CMXLI. 1348, 27 Febbraio. — Colombano Ultramarino vende a Dario Ardi mento una terra con palazzo posta in territorio Pnam de Sexto, confinante colle terre di Simone Becchignone, di Argone Ardimento e di Mazone Manente. In Genova. (Foliatium Notariorum, Voi. Ili, Part. II, p. 107 v,). CMXLII. 1348, 30 Marzo. — I sestresi Pietro Racogia, Giacomo Musso, Antonio e Signorino, figli del qm. Alberto Calvi fanno società tra loro per pescare per quattro anni. Comprano due reti grandi, una piccola e due barche con tutti i loro apparati. In Genova, sulla piazza di S. Giorgio. (Not. Benvenuto Bracelli, Reg, VII, p. 89). CMXLIIL 1348, 26 Agosto. — Il doge ordina a Francesco Gollo da Sestri di dare L. 125 a Tommaso Cecca e soci per danni avuti dagli uomini di Bonifacio. (Masseria, An. 1347, p. 88 v·). SESTRI ANTICO 241 CMXLIV. 1348, 27 Agosto. — Bartolomeo Frascara da Voltri è abate degli uomini di l^egino, Borzoli, Sestri e altri della podesteria di Voltri. (Masseria, An. 1348, p. 19 v.). CMXLV. 1348, 9 Settembre. — Sono notate le somme, dovute al Notaio Antonio Panizario da Sestri, sottoscrivano della cancelleria del doge. (Masseria Communis Ianuc, Reg. II, p. 7 v.). CMXLVI. 1348, 12 Settembre. — Son notate le somme, dovute ad Andriolo Bavoso e ad Oberto de Natino da Sestri, già castellani del castello del Ca-stelluzzo. (Masseria c. s., p. 7). CMXLVII. 1349, 22 Febbraio. — Giacomo da S. Vittoria, arcivescovo di Genova, alla presenza del Not. Antonio Panizzari da Sestri, elegge due procuratori. In Genova, nel palazzo arciv. di S. Silvestro. (Notari Ignoti, Reg. CXX). CMXLVIII. 1349, 17 Marzo. — Son notate le somme, dovute a Giovanni de Rocca, abate di Voltri, eletto l’anno passato dagli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria. (Magistrorum Rationalium, Introitus et Exitus, An. 1349). CMXLIX. 1349, Il Agosto. — Son nominate le somme, dovute a Tommaso Bozzo da Voltri , abate di Voltri, eletto dagli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria. (.Magistrorum o. s., An. 1349). CML. 1349, 21 Ottobre. — Bartolomeo Testa da Sestri fa parte dei 42 fuorusciti, che furono catturati in Sampierdarena, e che prestando la debita cauzione, vengono liberati dalle carceri del Comune. (Magistrorum c. s., an. 1349). CMLI. 1349, 9 Novembre. — Nicolò da Sestri, mugnaio, e altri 45 mugnai della podesteria del Bisagno, promettono a Domenico da Diano, console Se stri antico. 16 242 SESTRI ANTICO dei mugnai, che non monderanno di qui in avanti il grano, nè lo faranno mondare da alcuno di Genova, del suburbio, e delle podesterie del Bisagno e Voltri fuori dei propri mulini. In Marassi, nella loggia. (Not. Lanfranco de Nazario, Reg. XIII, p. 297). CMLII. 1350.... Febbraio. — Oberto Castrone da Sestri è nominato tra gli anziani del Comune di Genova. (Federici, Collectanea, Voi. I, p. 201). Il Federici nota pure al 1345 Pietro Belmosto da Pegli, console delle caleghe e al 1346 Ambrogio Botaro da Voltri, anziano del Comune di Genova (Collectanea, 1. c., pp. 216 e 217). CMLIIL 1350, 30 Luglio.— Giacomo de Clapeto da Sestri, patrono d una barca, chiamata S. Maria, e Lodisio Strosiolo da Sestri, patrono d’ una barca, chiamata S. Giovanni, noleggiano dette barche a Bartolomeo de Montali da Levanto, taverniere, per andare in Corsica. In Genova, a S. Giorgio. (Not. Pedone de Pignone, Reg. VII, p. 141 v.). CMLIV. 1350, Il Agosto. — Giovanni Ferrando da Sestri del qm. Ansaldo costituisce procuratore Inghetto Dardella. In Genova, a Banchi. (Not. Tommaso Casanova, Reg. XVII, p. 73 v.). CMLV. 1350, Il Agosto. — Oberto Riccio, figlio di Meliano, vende ad Agapito Malocello del qm. Federico una casa in Sestri nel luogo di Castiglione. In Genova. (Folialium Notariorum, Voi. Ili, Part. II, p. 148). CMLVI. 1351, 21 Marzo. — Giovanni de Valente, doge, tanto a nome proprio, quanto a nome degli uomini di Bonifacio, consegna L. 90 e s. 16 a Gio vanni Cecca da Voltri e a Federico Golo da Sestri. In Genova, sul terrazzo del palazzo ducale ubi consilia celebrantur. (Mazzi Paesi, Corsica 6-346, Arch. di St. in Gen.). CMLVII. 1351, 29 Maggio. — Incominciano gli arruolamenti dei marinai, che devono imbarcarsi sulla flottiglia, della quale è ammiraglio Paganino Doria. SESTRI ANTICO 243 La flottiglia veniva preparata contro Venezia. Del suo viaggio in Oriente parlano diffusamente tutti i nostri storici e il Petrarca scrisse alcune lettere per combattere le rivalità, che erano tra le due regine del Mediterraneo e dell’Adriatico. Un Registro del nostro Archivio di Stato, intitolato Galearum Marinariorum Rationes, prezioso ^ sotto ogni rapporto, contiene il nome dei marinai, pagati per tre mesi, che dovevano imbarcarsi nella flottiglia in discorso. Tra essi son notati : Pasquale da Sestri — Michele del qm. Oberto Pastore , abitante nel vico del Filo — Benedetto, laniere , abitante nella sua casa negli Orti di Sant’ Andrea — Francesco, calzolaio in Piccapietra — Simonino Carmo, abitante a Santa Savina — Bartolomeo, barcaiuolo a S. Tommaso — Francesco Iacob, Giovanni Restano e Bartolomeo Cuneo, abitanti a Prè — Antonio Pezollo, abitante allo Scalo — Luchino, calzolaio a Prè — Antonio Saccarello, abitante in Rivoturbido — Raffo e Demelode Iofforio , fratelli , abitanti a Prè — Ansaldo del qm. Tommaso Natino — Enrico Musso — Antonio Celesia, pellicciaio — Manuele, sarto in Domoculta — Martino ed Enrico Calvi, fratelli, abitanti a Prè — Simonino Calvi, abitante a Santa Savina — Manuele Mainetto, abitante in Castelletto — Tommasino, pescatore a Sant’Agnese — Bartolo Cuneo, maestro d’ascia — Leonardo Venzano — Manuele Oddone, abitante in Domoculta — Ottobono Calvo — Giovanni Ciapeo — Francesco Falapaxe — Benedetto Accorso — Luchino Dagnino — Antonio e Pietrino Rossi — Cristoforo, abitante nel vico di Boccadebò — tutti di Sestri. Pegli diede pure il suo contingente e tra i Pegliesi noto : Nicolò Embrono e Francesco Vicencio, pescatori a Prè — Giachetto, pescatore a Prè — Andriolo Malpagao, abitante a S. Luca — Antonio Pisano de Gallello — Limbanino Randaccio de Gallello, sarto — Bartolomeo Preve — Nicolò Vicario — Lodisio Sartegavecha e Giovannino Guizardo, abitanti a Prè — Giacomo Paniza, abitante al Molo. Di Voltri si arruolarono i marinai Nicolò, Pietro e Antonio Capone — Nicoloso Pastore — Nicolò Medico — Antonio e Andriolo Cozzo, coltellinai in Soziglia — Giovanni Carozzino, macellaio in Soziglia — Pietro Pippo, abitante a S. Tommaso — Nicolò Re, abitante al Carmine — Arigone Gallo, abitante a Pera di Costantinopoli — Guglielmo Broto — Antonio Migone — Nicolò Bergonzo — Antonio e Nicolò Mastraccio — Antonio Conte — Galvano Grasso — Corso, Francesco e Giovanni Garrone — Giannino Grillo — Giovanni Ravio — Antonio Gazzo — Tommaso Panzano — Nicolò Bignone — Giovanni Torelli — Lorenzo Verme — Nicolò de Marco — Pietro Geta — Angelino Sassello — Simone Mongiar-dino — Nicolò Rasore — Nicolò e Oberto Ferrari — Enrico de Bernardi — Antonio Isuruberto — Giacomo Campione — Giacomo Bottaro — Tommasino Restano — Pietrino Cavalieri — Bartolomeo e Pietro delle Piane — Antonio Battezzato — Oberto Cassaio — Nicolò Roncagliolo — Lórenzo Pelliccia — Antonio Carozzo — Pietrino Capurro. Tra i marinai di Arenzano son degni di nota Giovanni Maggiolo — Giovanni Ferrari , abitante a Prè — Giacomo e Antonio Legia — Nicolò Ronchino — Raffaele Balbo — Antonio de Valle, speziale in Fossatello — Giovanni Malagamba — Lorenzo Clerici — Daniele Pisano, capitano della galea di Carlotto Lomellino — Giacomo de Bavia. CMLVIII. 1351, 15 Giugno. — Son notate le somme, dovute da Pietro Bailo da Voltri a nome degli uomini di Arenzano , Pegli, Sestri e altri della podesteria per Andrea Cassiccio partecipe degli introiti sulla gabella del grano di Voltri. (Masseria Comunis Janue, Reg. II, p. 92 v.). CMLIX. 1351, 2 Agosto. —Son notate L. 28 e s. 8, date a Lodisio Strixiollo (da Sestri) per 24 moggi di calcina, mandata in Calvi per fortificare detto luogo. (Magistrorum Racionalium, N. 50, p. 26 v.). 244 SESTRI ANTICO CMLX. 1351, 6 Novembre. — Son notate le somme, dovute a Giovanni Bianchi d’Arenzano , già abate della podesteria di Voltri , eletto dagli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri, etc. (Magistrorum c. s., an. 1351). CMLXI. 1351, 6 Novembre. — Nicolò Picone con una galea parte dal porto di Genova alla volta d’ Oriente d’ordine del dog'e e degli ufficiali di guerra in aiuto della flottiglia, armata contro i Veneti e i Catalani. Giunto in Calabria nel 1. d. Le castelle i marinai si ammutinarono, presero le spade, e assaltarono detto patrono, costringendolo a tornare indietro. Tra i marinai eravi Andrea Porco del qm. Lanfranco da Sestri. (Galearum Marvnariorum Rationes, Arch. di St. in Genova). «» CMLXII. 1351, 16 Novembre. — Papiniano Fieschi, canonico di San Lorenzo e vicario di Bertrando, Arcivescovo di Genova, scrive a prete Guglielmo, rettore di Santa Maria di Pedemonte , di dare alcune somme a frate Guglielmo priore di Santa Maria [de Plano prato sive de Cassmellis) del Pian di Prato ossia di Cascinelle. Da Genova. (Not. Giberto de Carpena, Reg. I, p. 28). CMLXIII. 1351 .... — Viene eretta la chiesa di S. Maria de Gazio, de Costa, de Sexto. « Nell’anno 1351 s’introdusse nella Liguria la Congregazione degli Eremiti di San Girolamo di Spagna, venendo da quella parte tre di quei Religiosi, che furono Raffaelle d’Aglio, Fra Giacomo Callense (1) e Fra Lorenzo senza cognome. Di questa Congregazione fu autore Eusebio Cremonese, discepolo di S. Gerolamo ; fu ella poscia riformata da Alessio di Oliveto di nazione spagnuolo, che morì in Roma nel 1433· Errano coloro che noi crédettero autore per avere preceduta la venuta i tre nominati religiosi in Liguria di gran corso d’ anni al lupo d’ Olmeto. Vestirono li detti religiosi di tale congregazione tunica bianca, pazienza, cappuccio e cappa di color lionato. Di essa fa menzione Paolo Maurizio (Origine delle religioni, C.te 46). « Presero loro abitazione li tre nominati religiosi sopra Sestri, distante 6 miglia da Genova, verso ponente, fondando quivi una con^ gregazione particolare in una chiesa fabbricata d’ordine e di moneta di Babilano de Mari, Genovese, sotto il titolo di S. Maria di Consolazione. Ritrovandosi egli in Inghilterra assegnò alla stessa per mantenimento d’ una messa il reddito d’ alcuna compra in Genova dal Capitolo della pace; non leggo però gli anni quando questo seguisse » (2). (1) O Gailustro. Cfr. XIX Centenario ecc. p. 64. (2) (M. S. Fondazione di S.ta M. della Costa; origine della Congregazione dei Padri di Fra Girolamo, esistente nella Chiesa della Costa e nell’Archivio parrocchiale di S. G. Batta). Antica Cappella di S. Maria de Gazio o di S. Benedetto. A titolo di erudizione ed a conferma di quanto fu scritto nella succitata memoria de’ Padri della Costa, aggiungiamo quanto scrisse in proposito uno storico , intorno alla fondazione dalla Congregazione degli Eremiti di Fra Girolamo, benché gli sia occorsa qualche inesattezza di nomi e di date, restando però intatta la sostanza'della narrazione. « Fu unita (scrisse egli) alla Congregazione del B. Pietro da Pisa un’ altra chiamata la Congregazione degli Eremiti del Monte Segestero. Riconoscevano questi eremiti per loro fondatore il B. Lorenzo nativo di Spagna, il quale volendo seguire 1’ esempio degli antichi si ritirava in Italia, sul monte Segestero, presso Genova, ove fabbricò molte celle, le une dalle altre separate per farle abitazione di molti che vollero vivere sotto la dire^ zione di lui. Menavano quivi vita austerissima ed egli li governò fino alla sua morte, che verosimilmente seguì nel 1351, imperocché in questo anno Fra Giacomo parimente spa-gnuolo, Fra Raffaello di Orgio e Fra Giacomo Galesio, i quali erano suoi discepoli fe- I cero nel medesimo luogo fabbricare una chiesa sotto il nome dell’ Annunciazione in quella parte del Monte Segestero, che guarda a ponente, con un monastero il quale fu ampliato nel 1450, da un certo Fra Nicola che ne era allora priore (Helyot, Storia degli Ordini monastici. Tom. IV, p. iS). « Non è passata a noi alcuna notizia , continua il precitato storico, della vita del Fondatore B. Lorenzo di Spagna, senon chè in alcuni Atti pubblici del 1520, ove gli vien dato il titolo di Beato. Detti religiosi nel 1579 vennero aggregati alla Congregazione del B. Pietro da Pisa. Il Martirologio Romano fa menzione di un S. Alberto di Genova, che i religiosi della Congregazione del B. Pietro da Pisa pretendoìio che sia stato di quella di Monte Segestero e che morisse nel 1450 » (ivi). Molti altri storiografi tolsero a trattare di questa antica chiesa, tra i moderni, il Belgrano e il Remondini e tra gli antichi ^ il Giscardi, il P. Aurelio, lo Schiaffino, ma brevissimo è il cenno che essi fanno intorno alla fondazione di essa. Ciò premesso osserviamo: λ) che questa chiesa di una sola nave, sita sopra un’isola o poggio aprico sul versante sinistro del Chiaravagna, fu ed è chia-^ mata anche chiesa di S. Benedetto come da S. Benedetto, s’intitola pure la valle; b) che - ·" ? 1 4 246 Sestri antico probabilmente fu edificata qualche anno prima del 1351, come apparisce dal preriferito manoscritto ; c) che un convento o romitorio elevavasi attiguo alla chiesa stessa ; d) che essa s’intitolò sempre S. Maria de' Gazio, benché con 1’ aggiunta de Costa, de Sexto. Il Momsen errò quando confuse 1’ abbazia di S. Andrea con la chiesa di S. Benedetto di Sestri (1). I Remondini poi scrissero : La chiesa di S. Benedetto non si conosce, e forse (1 Antero nell’ opera sua: i Lazzaretti, accennando agli ospedali aperti in Sestri nel 1657) alludeva a S. Martino, ora de’Cappuccini (Vicar. di Sestri, reg. XIV; P. II, p. 306 1 not. i.a). Ma lo stesso autore dimenticava quanto avea scritto a p. 270: « La cappella di S. Benedetto è antica: fu visitata da Mons. Bossio nel 1582 il quale la segna a p. 280, avea allora due altari ma per il secondo decretò che fosse distrutto insieme al muro d’intermezzo cui aderiva. È indicata da tutti i parrochi dal 1729 in giù ». Essa fu, posteriormente al 1351, chiamata da S. Benedetto, forse per il secondo altare dedicato al gran Padre di Norcia. È inutile premettere che non deve confondersi questa cappella di S. Maria de Gazio (ossia di S. Benedetto) con quella, che il M. R- parroco di S. Giovanni Battista Stefano Maccione, d’ ordine della Curia Arcivescovile di Genova del x.° settembre 1708, visitava il 5 settembre 1708, perchè quest’ultima cappella è chiamata della l'ergine della Misericordia del monte Gazzo e non semplicemente S. M. de Gazio, de tosta, de Sexto, come si denomina la prima. Mons. Bossio infatti visitando tutte le chiese, gli oratorii e le pubbliche cappelle del Sestrese territorio accenna a quella di S. Giovanni Battista, all’ oratorio dei disciplinanti di S. Giovanni Battista, alla chiesa di S. M. della Costa de’ Girolamini fondata nel 1450, e da cento e più anni chiesa di soccorso della parrocchia, a quella di S. Alberto, ed alle altre di S. Martino, di S. Rocco, di S. Francesco dei Minori conventuali, di S. M. di Castiglione, di S. Cattarina, di S. Giacomo, di S. Benedetto de Sexto, senza che faccia cenno di quella di S. Maria de Gazio, e dell’ altra della Misericòrdia de Monte Gazii. La prima era identificata con quella di S. Benedetto tolto a protettore de’ mugnai, mentre S. M. era il titolare; la seconda poi non esisteva ancora; e) che il 17 marzo 1799, soppressi per legge del Direttorio esecutivo gli ordini religiosi, ne veniano alienati i beni, i conventi e le chiese e per conseguenza passava al compratore ab. Vincenzo Palmieri la villa e la chiesa di S. M. de Gazio; nel 6 gennaio 1806 i fratelli Giacomo ed Eustachio Degola fu Pietro l’acquistavano per atto di compra dal prefato Palmieri. Presentemente è posseduta dall’Avv. Giacomo Degola fu Ignazio ed è adibita ad uso colonico. CMLXIV. 1351 ......— Son notate le spese per Giovanni Gazano, podestà di Voltri, e per Guglielmo da Voltri, abate di Voltri, eletto dagli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria. (Magistrorum Racionalium, Introitus et Exitus, an. 1351). Il Registro offre altre notizie riguardanti la podesteria voltrese. Andrea Gazzo da Voltri è castellano di Penna, Manuele Recagio di Fegino è castellano di Ventimiglia. CMLXV. 1352, 31 Gennaio. — Andriolo Chiappori, già rettore della villa de’ Su-ripa de Sexto consegna a Giorgio de Mari e a Francesco de Matteo, ufficiali di guerra L. 12, perchè Giovanni de Arnaldo di detta rettoria dovea (1) Inscriptiones Galliae Cisalp. P. II, n. 7773. SES'i'Rt A&TÌCÒ 247 imbarcarsi sulla flottiglia, armata dal Comune di Genova nel 1351, e, trattenuto da malattia, non andò. (Cartularium Fugitivorum, p. 20, Arch. di St. in Gen.). CMLXVI. 1352, 8 Maggio. — Bartolomeo Caito, abate della podesteria di Voltri, termina l’ufficio e lo stesso giorno vien confermato Antonio Bruxaca-stello, eletto dagli uomini di Arenzano, Pegli e Sestri e altri della podesteria. (Magistrorum c. s.). Il Registro al 24 maggio 1352 nomina pure Lodisio de Corsio, già podestà di Voltri. CMLXVII. 1352 , 2 Giugno. — Quilico Chiappedo da Sestri riceve da Bartolomeo de Goano tanta merce in accomandita, che porta a negoziare nelle Spagne. In Genova, a Banchi. (Not. Tommaso Casanova, Reg. XVIII, p. 101). CMLXVIII. 1353 , 11 Maggio. — È nominata la terra colla casa di Bartolomeo da Struppa in Villa de Sexto, 1. d. Planum de Fumo, confinante colla terra di Giano Malocello, Mauro di Negro e Andriolo Manente. In Genova. (Foliatium Notariorum, Voi. HI, Parte II, p. 170). CMLX1X. 1353, 24 Luglio. — Pellegrino Panzano del qm. Luchino , volendo imbarcarsi sulle galee , armate testé dal Comune di Genova, fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Francesco di Sestri. In Genova, in Fossatello, nella spezieria di Gianone Groolerio. (Not. Tommaso Casanova, Reg. XIX, p. 258 v,). CMLXX. 1353 , 20 ... . — È eretto nella chiesa abaziale di Sant’Andrea di Sestri un sepolcro per gli eredi del qm. Babilano De Piccamiglio. (Giscardi, op. cit., p. 14). « È collocato alla sinistra del riguardante presso il finestrone a rosa, che dà luce alla chiesa. Al lato destro un marmo collo stemma de’ Casanova, de’ quali il Ganduccio dice esservi memoria nel 1188, avente al di sotto le prime lettere del millesimo, che segnano M...CCL, e finalmente sulla cornice del frontispizio s’innalzano alcune gugliette sormontate da statuine, il tutto di marmo. » (Giornali Ligustico, An. I, p. 453). 248 SESTRI ANTICO CMLXXI. 1354, 28 Marzo. — Antonio da Ovada, abate e sindaco del monastero di Sant Andrea di Sestri, dichiara aver ricevuto L. 14 da Giovanni de Ole-vano e che impiegò m magnis necessitatibus del monastero. In Genova, alla croce di Canneto. (Not. Benvenuto Bracelli, Reg. Vili, p, 176). CMLXXII. 1354, I Aprile. Luchino de Pino, podestà di Voltri, termina l’ufficio e consegna le somme riscosse per le condanne fatte agli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della Podesteria. (Magistrorum Racionalium, Introitus et Exitus, An. 1354). CMLXXIII. 1354, 23 Maggio. Parte da Genova la galea di Visconte Grimaldi, °.6, a Parte della flottiglia, comandata da Paganino Doria. Tra i marinai ί e Benedetto Cagaletto da Sestri, che ricevette il 22 aprile L. 24 e s. 10 come paga di quattro mesi, e tra i rematori, Francesco Costo, Francesco Salva, Gaspalino Baiardo, Nicolò Chiavarino, tutti di Sestri. (Galearum Marinariorum Rationes). CMLXXIV. 1354, 18 Agosto. — Frate Andriolo de Caneto, dell’ordine di San Benedetto, arciprete di Borzoli, costituisce procuratore Conrado de Clapella, speziale , per difenderlo nella lite , che ha per la concessione di alcune chiese a lui fatta dall’arcivescovo. In Genova, nella contrada dei calderai. (Not. Tommaso Casanova, Reg. XXI, p. i4 v ). CMLXXV. 1354, 4 Settembre. È nominato il notaio Antonio Panizzari da Sestri. (Xot. Leonardo Osbergero, Reg. II). CMLXXVI. t 9 Ottobre. La podesteria di Voltri viene tassata per concorrere all invio di balestrieri, da mandarsi in sussidio dei duchi di Milano. — berto Casella da Sestri, a nome della podesteria, offre L. 157 e s. 5 per 25 balestrieri. (Magistrorum Racionalium, 1354, N. 65). SESTRI ANTICO 249 N CMLXXVII. 1355 , 3 Marzo. — Son notate le somme dovute a Pietro Castagna, abate di Voltri, e a 47 uomini di detta podesteria che servirono nel palazzo ducale. Tra essi son nominati Giovanni Calvi, Giovanni Chiappori, Marchetto Natino da Sestri. (Magistrorum Racionaliuin Sententiae, Reg. N. 67, p. 35). CMLXXVIII. 1355, 17 Marzo. — Antonio Tenalia da Multedo, maestro muratore, alla presenza di Giovanni Iugo da Sestri si presenta al cospetto di Tommaso de Portilia da Milano, podestà di Voltri, e protesta per la condanna fattagli, avendo tagliati alcuni alberi di castagna. In Genova, nel palazzo nuovo del Comune, al banco di detto podestà. (MS. segnato al N. 106, p. 45 v., Arch. di St. in Gen.). CMLXXIX. ! 356 , 2 Settembre. — Conrado de Cunio da Sestri è eletto castellano di Albenga. (Massaria, 1356, p. 439 v.). CMLXXX. 1356, 5 Novembre. — Frate Guglielmo da Pontremoli, priore di Santa Maria delle Cassinelle, costituisce procuratore Antonio Scalìa. In Genova, a Banchi. (Not. Tommaso Casanova, Reg. XX, p. 80). CMLXXXI. 1356, 7 Novembre. — Giovanni Gragnone da Sestri per 30 fiorini vende a Marino Papatoa da Ischia e Ansaldo de Mustari un leudo, chiamato Sant’Antonio, che trovasi ora nel porto di Genova. In Genova, a Banchi. (Not. c. s., p. 84). CMLXXXII. 1356 .... — Oberto de Natino da Sestri è tra gli anziani del Comune di Genova, che prestano giuramento al doge Simonino Boccanegra. (Federici, Collectanea, Voi. I, p. 229). CMLXXXIII. 1357, 6 Aprile. — Il Comune di Genova stabilisce 1’ armamento di una nuova galea, affidandone il comando al capitano Manuele Bracelli. Vi prendono parte per quattro mesi Pellegrino Moscatello e Antonio Narìxe, entrambi di Sestri. (Galearum Marinariorum Rationes). SESTRI ANTICO CMLXXXIV. 1357, 28 Settembre. — Lanfranco del qm. Pasqualino Baiardo da Sestri vende a Giannino Semino i [4 d’ una sua barca catalana, che è nella Darsena del Comune di Genova, per 36 fiorini. In Genova, sulla piazza di San Giorgio, essendo presente Francesco Gazzo da Voltri. (Notari Ignoti, Reg. XIV). CMLXXXV. 1357 .... — Nominato Oberto de Natino da Sestri, appaltatore della gabella del sale di Voltri. (Magistrorum Racionalium Sententiae, N. 66, p. 25 v.). Nel 1358, S gennaio, Oberto de Natino è abate di Voltri (Masseria, i357> P· 34v·)· CMLXXXVI. 1358, 12 Dicembre. — Son notate le spese dovute a Pietro Barberio da Voltri, abate della valle di Voltri, eletto dagli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri. (Magistrorum Racionalium, Introitus et Exitus, an. 1358). CMLXXXVII. 1359, 23 Gennaio. — Il notaro Oberto de Brando de Sexto roga un atto tra Antonio Marsilio da Pegli e Gabriele de Almano da Pegli, entrambi sindaci e procuratori di Pegli. (Schiaffino, Cronaca di Monte Oliveto, p. 4, MS. alla Bibl. della R. Università). CMLXXXVIIL 1359 , 24 Maggio. — Accellino Doria del qm. Simone del qm. Oberto cede a nome suo e a nome dei suoi consorti le parti, che gli toccarono dei castelli di S. Remo e di Ceriana al Comune di Genova. Nomina i censi, che erano soliti a riscuotere, tra i quali s. i e 8 denari e una libra di cera dovuti dal monastero di S. Andrea di Sestri. In Genova. (Liber lurium, Tom. II, col. 662). CMLXXXIX. 1360, 22 Marzo. —Nicolò de Otone da Sestri del qm. Francesco costituisce procuratore Simonina, sua moglie. In Genova, nella sua casa, posta in .Sarzano. fNot. Pedone de Pignone, Reg. X, p. 19). SESTRI ANTICO CMXC. 1360, 26 Ottobre. — Giovanni Tagliaferro da Sestri è in Scio, e, quale testimonio, appone la firma ad un atto rogato, in'Scio, nella Cancelleria del Comune. (Notari Ignoti, Reg. DCXXI, Sala 74, Arch. di St. in Gen.;. CMXCI. 1360 .... — Dalla colletta di L. 1000, imposta a tutte le chiese della diocesi dal procuratore di Egidio Albornoz, Cardinale (i), vescovo di Sabina, legato apostolico in Lombardia, notasi: De Borzuli. Plebs........................L. 1. Ecclesia S. Johannis de Sexto.........L. /, s. /5 » S. Martini de Sexto................. » S. Ambrosii de Fegino.........L. /, s. /5 » S. Maria de Coronato.........L. 9 » de Pezagnis..................... jRegistrum Talee, Arch. Cap. di S. Lorenzo). CMXCII. 1361, 26 Agosto. — Frate Lanfranco Sacco pavese, abate di S. Siro, pone la prima pietra del monastero di S. Gerolamo della Cervara. « Il lodato abate si trattenne otto giorni alla Cervara e quindi ritornato in Genova col prete Lanfranco (d’Ottone) si portarono dall’Arcivescovo (Guidone Scettem) cui narrarono 1’ operato, ed egli lodò e per coronare l'opera fece chiamare a sè gli abati dei monisteri di S. Stefano, di S. Siro, S. Maria del Zerbino, S. Andrea di Sestri, ai quali comparsi richiese sei monaci per poter assistere e disporre in buon ordine la fabbrica suddetta ed esser quindi maestro.... L’abate di S. Andrea scelse D. Ambrogio Grillo, persona assai letterata non che esemplare.... ». (Spinola, Memorie Storiche della Cervara, p. 24, M. S. alla Bìb. della R. Università). CMXCIII. 1362, 17 Ottobre. — Frate Antonio d’ Ovada abate di S. Andrea di Sestri sostituisce procuratore Bertolino Giudice. In Genova, nel palazzo nuovo del Comune. (Not. Gio. e Nicolò Mastraccio, Reg. I, p. 152, Arch. di St. in Gen.). (1) « 1353 a di 12 di ottobre venne in Peroscia meser Egidio cardinale di Spagna, legato de sancta Chiesa mandato dal Papa per racquietare le terre della Chiesa . . . venne per discacciare li tiranni d’ Italia e per assicurare lo stato di santa Chiesa ». (Cronaca della città di Perugia del Graziani in Ardi. Stor. It. Tom. XVI, Parte I, An. 1850, p. 170). Mori di peste ai 24 agosto 1367 in Viterbo ... « homo nobile et di grandissimo ingegno. Della morte sua alla santa Romana chiesa ne fu grandissimo danno » (Id. p. 204). 252 SESTRI ANTICO CMXCIV. 1362, Il Novembre. — Il Comune di Genova stabilisce l’armamento di una galea per la custodia del porto di Genova, sotto gli ordini del capitano Nicolò Rovereto. Vi prende parte Giacomo Cuneo da Sestri, Giacomo Marono da Pegli, Giovanni Lipora di Arenzano, Ansaldo di Marco da Sestri, abitante a Prè,' Francesco de Paoli da Voltri, Lanfranco Gian-cardo da Voltri, Domenico Bertolotto da Fegino , abitante nel borgo di S. Tommaso, Francesco Battezzato da Voltri, Antonio Barbaro, Francesco Colombo, abitante a Lerca, Giovanni Maino, Antonio e Simone Drappiere, Giovanni Pigasso tutti di Arenzano, e altri della podesteria di Voltri. (Cartulanum galeae Nicolai Rovereti, Arch. c. s ' CMXCV. 1363, 29 Aprile. Simone Buoncristiano da Lucca, mereiaio nella contrada di S. Lorenzo, dichiara che prete Luchino de Suvero, della diocesi di Brugnato, rettore della chiesa di S. Gio. Battista di Sestri, prese L. ^ 6o in società , per 1’ acquisto d’ una barca chiamata S. Giovanni, in unione con Gio. Strixiolo da Sestri. In Genova. (Not. Ricobono de Bozolo, Reg. I, p. I, Arch. c. s.). CMXCVI. 1363, | Luglio. — Gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri podesteria di Voltri, eleggono abate di detta podesteria per un anno Pasquale de Castello da Fegino. (Magistrorum Racionalium Introitus et exitus. Reg- An. 1364). CMXCVII. 1364, 30 Maggio. — Sono notate le somme, dovute da Gianone Gro-lerio, già podestà di Voltri, per condanne fatte agli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria. (Magistrorum Racionalium Introitus et Exitus, Reg. an. 1364). CMXCVIII. 1365, 3 Marzo. — Sono notate le spese, fatte a Pietro Castagna, già abate di Voltri, e per 47 uomini della podesteria, che servirono nel palazzo ducale. Tra essi son notati Giovanni Natino, Giovanni Chiappori, Giovanni Cuneo, Valentino Galeta, Marchetto Natino, tutti di Sestri. (.Magistrorum, c. s.. n. 67, p. 35). e altri della lo spazio di SESTRI ANTICO 253 CMXCIX. 1365 .... — Dalla tassa di L. 100, imposta dall’arcivescovo di Genova e dai 12 sapienti del clero per certi legati, nunzi e cursori della S. Sede. Plebs de Borzulo s. 2. Ecclesia S. lohannis de Sexto.......s. 4 e den. 6. » S. Martini de Sexto................ » S. Ambrosii de Fegino.......s. 3 e den. 6. » S. Maria de Coronato.......s. 18. » de Pezagnis...................... (Registrimi Talee, Arch. del Cap. di S. Lorenzo). M. 1365----— Dalla colletta di L. 250, imposta a tutte le chiese della diocesi da Arduino, legato apostolico in Lombardia risulta: De Borzulo. Plebs s. 6. Ecclesia S. lohannis de Sexto........s. 8, den.t 9 » S. Martini de Sexto.............. . . » S. Ambrosii di Figino.......s. 8, den. 9. » de Coronato.............L. 2, s. 5, » de Pezagno................... . Exempte. Ecclesia di Gatilusiis.................... » de Priano..........L. 1, s. j, den. 6. (.Registrimi Talee, Arch. Cap. di S. Lorenzo). « Arduino Borgondo abate Cisterciense homo poco acto a tale officio (di legato) » Graziani, Cronache cit., p. 204). MI. 1365 .... — Dalla colletta di L......imposta dall’ arcivescovo per supplire alle spese di certi legati risulta: De Borzulo. Plebs.... Ecclesia S. lohannis de Sexto............s. 14. S. Martini di Sexto...................· S. Ambrosii de Figino..............s. /4. de Coronato ...............L. 3 e s. /3. de Pesagnis........................ (Registrimi Talee, Arch. Cap. di S. Lorenzo). 254 SESTRI ANTICO MII. 1366, 9 Maggio. — È nominato Nicolò Ruxenento , già abate degli uomini di Borzoli, Sestri, Pegli e altri della podesteria di Voltri. (Magistrorum Racionatium, n. 71, p. 205 v.). ΜΙΠ. 1366, 9 Luglio. — Il Comune di Genova consegna una quantità di giavellotti a Giorgio de Cavegia, abate degli uomini di Borzoli, Sestri, etc. e altri della podesteria di Voltri, perchè li porti ad offensionem Maxom. [Masseria Comunis, Reg. 41, p. 51). MIV. 1366, 12 Agosto. — Son notate le somme dovute da Oberto de Natino da Sestri, già custode di S. Andrea di Sestri per il Comune di Genova. (Magistrorum Racionalium-Sententiae, Reg. An. 1366, p. 224). MV. 1366, 9 Settembre. — Essendo successa una rissa a Sestri, il doge vi manda Angelino Adorno con una quantità di giavellotti. (Massaria Comunis, Reg. 41, p. 52). MVI. 1366, 23 Settembre. — È nominato Bartolomeo Cardinale, già podestà degli uomini di Borzoli, Sestri, Pegli e altri della podesteria di Voltri. (Massaria, c. s., p. 142 v.). MVH. 1367, 9 Gennaio. — Il Doge e il consiglio degli anziani ordinano ad Antonio Roveto di tenersi pronto con una galea per navigare ove gh verrà indicato, in servizio del genovese Comune. — I marinai arruolati sono quasi tutti di Voltri, tra cui notansi Gianuccio Garrone, Antonio Garrone subcomitus, i pegliesi Leone Carmelo, Antonio Preve, Andrea Torchio, Andrea Casella , Oberto di Camerii e i sestresi Delfino Chiappori e Giacomo Cuneo. (Galearum Marinariorum Rationes, N. 643, Arch. di Stato). MVIII. 1367, 23 Febbraio. — Son notate L. 1250, dovute a Tobia Meroto da Capriata, podestà di Borzoli, Sestri, Voltri, etc., per riparazioni e fabbriche nel borgo di Voltri. Massaria c. s., p. 63). SESTRI ANTICO 255 MIX. 1367. 23 Agosto. — Antonio de Gravaigo d’ordine del Comune di . Genova assume il comando d’ una galea, ove s’imbarca in qualità di marinaio Antonio de Sachino, e in qualità di maestro d’ascia Lorenzo Pellerio, entrambi di Sestri. (Galearum Marinariorum Rationes, N. 642). MX. 1367, 8 Novembre. — Lanfranco Baiardo da Sestri e Gabriele de Cai-rasco da Chiavari, patroni d’una galeota, chiamata SS. Nicolò e Caterina, ricevono alcune somme da Giovanni Creto, lanaiuolo, per andare contro i nemici del Comune di Genova. In Genova, nel palazzo ducale. (Not. Benvenuto Bracelli, Reg. XI, n. 154, v. Arch. di St. in Genova). MXI. 1367, 9 Dicembre. — Michele Strixiolo da Sestri del qm. Luchino dichiara che la barca che fa costruire in Camogli da Domenico Pagerio da Sori p. L. 65, appartiene a Stefano Scarpa da Sestri Levante. In Genova, sulla piazza di S. Giorgio. (Not. c. s., Reg. X, p. 185). MXII. 1368, I Marzo. — Gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri, eleggono abate Antonio Barocio. — Son notate L. 60 dategli il 21 marzo 1369 per la paga d’un anno. (Magistrorum Racionalium Introitus et Exitus, Reg. Ann. 1369). MXHI. 1368, 15 Marzo. — Bartolomeo Visconti, podestà di Voltri ordina ai rettori, campari e altri ufficiali di Sestri, e della podesteria, di denunciare, qualora il sappiano, dove si trova lo schiavo di Babilano Lomellini, il quale ha 30 anni ed è nato in T*rtaria. In Genova, a rogito del Not. Giacomo de Via. (Notari Ignoti, Reg. XXVIII). MXIV. 1368, 22 Marzo. — Il podestà di Voltri ordina al donzello della curia di Voltri di proclamare ad alta voce nella villa di Borzoli e del Priano che nessuno osi entrare nelle terre di Damiano Calvo, cittadino di Genova. Da Genova, a rogito del Not. Antonio delle Piane da Voltri. (Not. c. s.). *56 SESTRI ANTICO MXV. 1368, 9 Maggio. — Il podestà di Voltri ordina al cintraco, sive campa/ io di Surriva di Sestri, di avvisare Antonio Venzano e Nicolo da Uscio di comparire domani al cospetto del podestà. Da Genova. (Not. c. s.). MXVI. 1368, 26 Maggio. — Frate.... abate, frate Andrea priore, e frate Nicolo sotto priore del monastero di S. Andrea di Sestri, dichiarano che il qm. Giacomo, arcivescovo di Genova, elesse vicario perpetuo di S. Maria di Coronato prete Oberto da Biandrate, presentato dal qm. Alardo, abate di S. Andrea di Sestri, e che detto vicario in tempo della guerra depositò quattro calici presso l’abate di S. Siro. In Sestri, nel monastero. (Notari Ignoti, Reg. XXIII). MXVII. 1368, 31 Maggio. — Il podestà di Voltri ordina a Gianono , cintraco o camparo di Sestri, di proclamare ad alta voce per villam et burgum Sexti che nessuno sì maschio che femmina osi passare con bestie si di giorno che di notte nelle terre domestiche e silvestri del notaio Giovannino Perone de Coragra e nelle terre dell’abazia di S. Andrea di Sestri. In Genova, a rogito del Not. Giacomo de Via. (Notari Ignoti, Reg. XXVIII). MXVIIL 1368, 28 Giugno. — Oberto de Natino da Sestri eletto podestà e castellano del Sassello con 25 balestrieri prende possesso del castello. H 5 luglio 1369 termina le sue funzioni e dà la consegna del castello a Tria-dano Pastine, nuovo castellano. (.Magistrorum Racionalium Introitus et Exitus Reg. An. 1369; Busta Sassello, A11. 1292-1796, segnata 20-360 A., Arch. di St. in Genova). MXIX. 1369, 26 Marzo. — Antonio Tagliaferro da Sestri sottoscrive in qualità di testimonio ad un atto, stipulato in Bonifacio, di rimpetto la piccola loggia del Comune di Genova. (Notari Ignoti, Reg. IV). MXX. 1369, 29 Marzo. — Son notate le somme, dovute a Lodisio Cappa da Sestri, uno dei dodici anziani del Comune di Genova. {Magistrorum Racionalium Introitus et Exitus, Reg. An. 1369). Federico Federici (Collectanea, Voi. I, p. 245) nomina il Cappa come anziano nell’ottobre del 1368. SESTRI ANTICO 257 MXXI. 1359, Il Agosto. — Il Comune di Genova incarica Nicolino Chiappori la Sestri e Antonino Passaloira di fare una calcinara al Sassello per servizio del Comune. (Magistrorum, c. s.). MXXII. 1369, 31 Agosto. — Parte dal porto di Genova la galea, comandata dal capitano Pellegro Marabotto, recando un’ambasceria al soldano d’Egitto. In essa si sono imbarcati in qualità di rematori i sestresi Antonio Ricci e Giovanni Galletta. (Galearum Marinariorum Rationes, N. 645). Il Registro nell’ ultima pagina contiene l’itinerario della galea, arrivata ad Alessandria il 15 novembre, di dove partì il 30 novembre, giungendo a Messina il 29 dicembre. MXXIII. 1370, 7 Gennaio. — Il doge Campofregoso di Genova condanna Antonio Chiappori da Sestri, perchè venne trovato con piccola spada a punta. (Condemnationes, N. 449, Arch. di Stato). MXXIV. 1370, 24 Luglio. — Giacomo de Bernardi da Bargagli, panattiere, vende per L. 250 ad Oberto Natino da Sestri la sua casa con forno, posta in Genova nella contrada del Palazzo del Comune. In Genova, nella piazza di Palazzo. (Not. Andriolo Caito, Regali, p. 65, v., Arch. c. s.). MXXV. 1370, 31 Agosto. — Parte dal porto di Genova la galea sottile, comandata dal patrono Giane Lercari, per andare a Corneto e trasportare il pontefice. Dei marinai hanno la preponderanza quei di Andora, sonvene parecchi di Multedo di Pegli, nonché i sestresi Bartolomeo Carmo, Giacomo Cuneo e Antonio Chiappori, quest’ ultimo imbarcatosi in qualità di maestro d’ ascia. (Galearum Marinariorum Rationes, N. 646, Arch. di Stato). MXXVI. 1371, 13 Gennaio. — Domenico Campofregoso doge, col consenso dei 12 anziani, (tra i quali Oberto de Natino da S.) approva il trattato di pace, stipulato il 25 ottobre 1370 dalla signoria di Genova col re Fernando di Portogallo. Al trattato, estratto d’ordine di Andrea della Torre, arcivescovo di Genova, è presente il not. Oberto Foglietta da S. In Genova. (P. Peragallo, Due Documenti riguardanti le Relazioni di Genova col Portogallo in Atti della Società Ligure di Storia Patria, Voi. XXIII, pp. 712, 730). Sesiri antico. 17 258 SESTRI ANTICO Mxxvn; 1371, I Marzo e IO Aprile. — Baldassarre Ghisolfi, podestà di Voltri, condanna Andrea Caffeca e il suo socio, perchè furon trovati m Burgo exti, diretti a Voltri, con una spada non bene legata. — Inoltre dichiara c e Odino, abitante nell’ orto di Pietro Lercari in rectona Lardane g i eve soldi 5. In Genova. (Condemnationes Ficariorum, N. 435, Arch. dì Stato). Mxxvm. 1372, I Marzo. — Gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e podesteria di Voltri eleggono abate di detta valle per lo spazio anno Giovanni Malpagato, [Magistrorum Racionalinm, Introitus et Exitus, an. 1373, Arch. di Stato). MXXIX. 1372, 25 Marzo, 3 e 19 Giugno. — Spinetta dei marchesi Malaspma, vi cario generale delle valli di Polcevera, Bisagno e Voltri, conferma^ * 0 danna fatta da Pietro de Castagna, rettore della rettoria di Castig^.^^ nella persona di Luchino Dagnino da Sestri, il quale percosse in ron^ Antonio Sabadino. — Inoltre istruisce processo contro Visconte ar° ’ macellaio di S., il quale nel maggio scorso ferì di Spada in villa £ _ Antonio Celsa, come da denuncia rectoris de Sexto, e dietro denunc ^ Giovanni Bianchi, rettore di Gatega, chiama in giudizio Bartolomeo ^ gnino da Sestri, abitante a Voltri, il quale di rimpetto la casa di iorg Basttri, prese per i capelli Raimondo d’Oneglia e lo buttò a terra. (Condemnationes Vicariorum, N. 437). MXXX. 1372, Il Settembre. — Luciano Porco fa testamento e lascia L. 7 chiesa di S. Alberto di Sestri. — Vengono riscossi il 7 lugl*^ prete Luchino de Sivero, il quale dicesi rettore di detta chiesa sin da 17 giugno 1365, (Notari Ignoti filza XXXVIII, Arch. di Stato in Genova). MXXXL 1373, I Marzo. — Gli uomini della podesteria di Voltri eleggono abate di detta valle per lo spazio di un anno Lodisio Cappa da Sestri. (Magistrorum Racionalium, 1. c. An. 1374). SESTRI ANTICO 259 MXXXII. 1373.... Aprile. — Il doge condanna in L. 50 Andrea Casella sijidicum hominum universitatis rectorie Forni de Sexto. (Condemnationes, N. 451). La rettoria del Forno, è la rettoria di Piandi forno, la più ragguardevole frazione di San Giovanni Battista. Secondo ciò che dicono i vecchi, ed arguir facilmente si può, ebbe origine tal nome, dalle fornaci o forni, ove cuocevasi nei tempi andati la pietra calcarea. Questo luogo detto Piano meglio chiamar si potrebbe un altipiano, che, signoreggiando la valle del Chiaravagna, porge allo sguardo un bellissimo panorama in ispe-cie quando il sole con pallido raggio sul far della sera invermiglia il Santuario, le case ed i villini di Priano, di S. Nicolò ed i poggi della Colombara, che con lieve declivo si avvalla in mare. MXXXIII. 1373, 27 Giugno. — Sono segnate le spese, dovute a Tommaso Ottone da Sestri, inviato console e ambasciatore al soldano in Alessandria di Egitto. (Magistrorum Racionalium, An. 1373, p. 63 v.). MXXXIV. 1373, 12 Luglio. — Andriolo Casella da Sestri promette che fra otto giorni pagherà L. 50 per la multa, data agli uomini della rettoria di Sor-riva. — Il doge condanna in s. 4 Giacomo Venzano rectorem Gazii, Qui-lico Casella da S., maestro d’ascia, in L. 10, e Ruffo de Montaldo % macellaio a S., in L. 5. (Condemnationes N. 451). MXXXV. 1374, 23 Marzo. — Gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri sono tassati in L. 118 e s, 7 come contributo imposto nel 1372 per l’allestimento delle galee, delle quali fu capitano Tommaso Murchio, il quale prese Mazara. (Magistrorum, c. s.). MXXXVI. 1374, I Luglio. — Gli uomini di Arenzano , Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri son tassati in L. 208, come contributo dell’armamento delle dieci galee , le quali l’anno passato sotto il comando dell’ ammiraglio Pietro Campofregoso furono allestite contro Cipro. (Magistrorum c. s.). 2Ò0 SESTRI ANTICO MXXXVII. 1374, 30 Agosto. — Michele Bandora da Sestri, tagliatore di vesti, vende per L. 30 a Federico da Lussuolo, maestro di scuola, una schiava tartara. In Genova, a Banchi. (Notari Ignoti, Reg. LVI, Sala 74, Arch. di Stato). MXXXV1II. 1374, 22 Settembre. — Aighimante Malocello vende a Giriforte Chiappori una casa posta m vilhs Sexti *1. d. Enzo, confinante colla terra di Ingheto de Natino detto Crolla e colla terra di S. Lorenzo, terra che suo fratello Giano Malocello vendette il 19 gennaio ad Antonio Casella e da questi la ricomprò il 4 febbraio. In Genova, a Banchi. (Not. c. s.). MXXXIX. 1375, 21 Febbraio. — Son nominate le spese fatte da Antonio de Celsa da Sestri, inviato podestà e castellano di Roccabruna. (.Magistrorum Racionalium Introitus et Exitus, Reg. An. 1373). MXL. 1375.... — Il Doge condanna in L. 16 Antonio Strixolo, rettore di Sestri. (Condemnationes N. 452). MXLI. 1376, 23 Aprile. — Torpete e Simone Malocello, figli del qm. Albertino, cedono a prete Enrico Pillo, già ministro della chiesa di S. Martino Sestri, tre luoghi delle compere dette del Sale. In Genova. (Pergamena nell’Archivio del Capitolo di S. Lorenzo, Cassetta A. B. C.). MXLII. 1377, I Marzo. — Antonio Musso da Sestri è appaltatore della gabella del vino della podesteria di Voltri. (Massaria Comunis 1377 p. 3 v.). MXLIII. 1378, 3 Maggio. — Il Comune di Genova pone Luchino Dagnino da Sestri con 12 soci alla custodia del castello dello Sperone di Savona. (Magistrorum Racionalium N. 75, p. 13·). SESTRI ANTICO 261 MXLIV. 1378, 6 Maggio. — Conto dato da Antonio de Guasco, già podestà di Voltri, per somme esatte in occasione della tassa imposta. Antonio Menna per la rettoria di Leira, Brancacino de Mari per la r. soprana e sottana di Arenzano, Bartolomeo Negro per la r. di Borzoli, Antonio Giovo per la r. di Cerusa, Corrado Scotto per la r. di Multedo, Giovanni Bignone per la r. di Prato, Pietro de Castello per la r. di Fe-gino, Nicolò de Dalfini di Arenzano per la r. di Lerca e Cogoleto, Ambrogio Badino e Segurano Rolerio per la r. di Gatega, Quilico di Casale per la r. di Terrarossa, Giovanni de Natino per la r. di Castiglione, Lorenzo Verrina per la r. di Panagio, Antonio Ricci per la r. di Crevari, Giriforte Chiappori per la r. di Sorriva, Cristoforo de Pineto, notaio, per la r. di Favaie, Visconte de Natino per la r. del Gazzo, Pietro Dotto per la r. della Pieve , Domenico Dondo per la r. di Lardara, Nicolò Gioffo per la r. di Galello , Antonio Lab'aino per la r. di Palmaro , Nicolò de Orto per la r. di Porticiolo, Martino de Zinestredo per la r. di Coronata contribuirono alle 12 galee delle quali fu capitano Araone de Struppa. (.Magistrorum Racionalium Sententiae, N. 75, pp. 8, 16, Arch. di Stato). MXLV. 1378.... — E ricordato Antonio Musso da Sestri, gabellotto della gabella, imposta sul vino di Voltri. (Federici, Collectanea, 1. c., p. 26O). MXLVI. 1380, 3 Agosto. — Elenco degli uomini della podesteria di Voltri, tassati per i bisogni del Comune genovese. — Ivi è nominata la rettoria del Gazzo (Giacomo Venzano, Ambrogio Molinari, Gabriele Bonalevata, Giovanni Busnardo, Nicolò Chiappori e Giannino Suppa) la rettoria di S. Maria di Voltri, di Terrarossa e di Lardara (Marchetto Rombo, Giovanni Busnardo, Gio. Casuccio, Domenico de Gaia) le rettorie di Fegino, Leira, Palmaro , Sommariva, Borzoli, Coronata, Carnoli e Claro, Priano, Favaie, Arenzano inferiore, Porticiolo e Cogoleto (vi è un Domenico Colombo) le rettorie di Multedo, Crevari, Gatega e Mele, Cerusa, Prato e Castiglione (vi sono Bertono de Paverio, vetturale, Antonio Falapaxe, Giacomo Capriata, Giovanni Natino, Antonio Strixiolo e Bartolomeo Labaino). (.Magistrorum Racionalium, N. 76, p. 21). MXLVII. 1381, 30 Marzo. — Giovanni de limono da Sestri riceve da Gregorio Ghisolfi, giurisperito, L. 34 dovute. In Voltri. (Not. Oberto Grassi da Voltri, Filza I, Arch. di Stato). 2Ó2 SESTRI ANTICO MXLVIIL 1381, 18 Aprile. — Galvano Grasso da Voltri, alla presenza di Antonio de Plano da Sestri, muratore, riceve L. 375 da Romino figlio di Tommaso Muroelo da Trisobio, maestro di scuola. L atto è rog-ato in Voltri in centrata Leire nella casa di detto Galvano. (Not. c. s.). MXLIX. 1381, Il Luglio. — lestamento di Gio: Nattino, con che e istituito un legato pio per le figlie povere di Sestri maritande, in mancanza di figlie, parenti del detto Nattino, in atti di Gabriele Giudice notaro di Rapallo. (Archiv. Parrocchiale di S. G. B.). ML. 1381 .... Nell’elenco del Cartillarium Rationum Guerrae è nominato Oberto de Celsa da Sestri, conestabile dei balestrieri. (Federici, Collectanea, Voi. I, p. 217 v.). MLI. 1382, 11 Luglio. — Giambattista Natino qm Oberto per altro testamento 11 Luglio 1382 lasciò un legato per la fondazione dell’ospedale di Sestri Ponente ed il gius di amministrarlo dai suoi discendenti m perpetuum per Γ alloggio dei pellegrini per tre piani ed obbligo di provvedere le bussole per gli ammalati da trasportarli all’ ospedale di Genova. In atti del Not. Gabriele Giudice. (Accinelli, Liguria Sacra, MS. Voi. I, p. 426). L atto del Not. Gabriello Giudice non è più reperibile, benché sieno state fatte più accurate indagini. Questo atto di di G. B. Natino è accennato in una memoria posteriore che cite remo, rilevata da una lapide marmorea, che il prof. Belgrano vide coi proprii occhi, e copiò di proprio pugno in Sestri riferendola nel suo prezioso manoscritto Di alcuni mo nasteri presso Sestri Ponente pag. 41. La data della lapide è 1. Giugno, i5°4· MLII. 1382, 25 Settembre. — Oberto Malocello, Deserino de Ponte e Raffaele Casanova, Conservatori della città, condannano Martino da Sestri, barcaiuolo, perchè fu scoperto vendere vino in un barile non marcato. (iCarlularium Condemnationum, N. 420, Sala 40, Arch. di Stato). MLIII. 1382, 21 Ottobre. — I Conservatori della città condannano Ambrogio da Sestri, tintore, trovato in Genova a vendere tele tinte. (Carticlarium c. s.)· ' SESTRI ANTICO 2t>3 MLIV. 1382, 24 Ottobre. — Il collegio dei notari di Genova dichiara che appartengono a detto collegio i notari seguenti, figli di altri notari, cioè: Raffaele e Giorgio, figli di Giuliano di Antonio Panizzari da Sestri, e Marcellino, Lazzaro, Nicolò, Matteo e Gabriele, figli di Giacomo Calvi da Sestri. (Not; Antonio Credenza, Reg. I, p. 65). MLV. 1382, 7 Novembre. — Son notate L. 60, date a Giuliano Schiavina, a-bate di Voltri, eletto dagli uomini di Pegli e Sestri, terminando il suo ufficio il i° marzo 1383. (.Massaria Comunis, An. 1382). MLVI. 1383, 13 Gennaio. — I Conservatori della città condannano Ambrogio da Sestri, mugnaio. per avere trattenuto 5 quarti di farina a Raffaele de Berardo orefice. (Cartularium, c. s.). MLVII. 1383, 23 Febbraio. — I Conservatori della città condannano Giovanni Busnardo, mugnaio in Sestri, perchè trattenne 4 quarti di farina a Margherita Lercari. (Cartularium c, s.). MLVIII. 1383, 25 Febbraio. — I Conservatori della città condannano Battista Rombo e Simone da Rapallo, mugnai in Sestri, il primo dei quali trattenne a Margherita Lercari 2 quarti di farina e il secondo sopra una mina di grano trattenne una quarta di farina. (1Cartularium c. s.). MLIX. 1383, Febbraio. — Lodisio Cappa da Sestri è anziano del Comune. (Federici, Collectanea, Voi. I, p. 270). MLX. 1383, 16 Marzo. — Antonio Panizzari da Sestri, notaro, riceve da Antonio Credenza, notaro, L. 500 come dote di Orietta, figlia di Lodisio de Benissia, sposa di suo figlio Giuliano. In Genova, nella cancelleria del palazzo ducale. (Not. Antonio Credenza, 1. 70). 2Ó4 SESTRI ANTICO MLXI. 1383, 12 Dicembre. — Il Priore e i Canonici di Mortara assolvono in perpetuo i monasteri del loro ordine, cioè S. Giovanni di Paverano, . i aria di Albaro, S. leodoro, S. Maria di Priano (in Sestri), S. Maria Tranarolo e S. Gio. Borbonino delle prestazioni che loro dovevano. (Agostino Olivieri, Carte e cronache manoscritte per la Storia Genovese, pag. 239). MLXII. 1383 ■ ■.. Il doge Leonardo Montaldo ordina 1’ armamento di due g e per la custodia del mare e ordina che i paesi di Sestri, Pegli, A- ano etc. e altri della podesteria di Voltri somministrino 20 uomini e tassa la podesteria in L. 390. (Diversorum X, Reg. 7, p. 6r v MLXIII. roJ384’ 91Gennai0· ~~ Pietrina, vedova di Lodisio Calvi da Sestri, acereta per lo spazio di tre anni il figlio Egidio con Ambrosio de Mauro, 11 \Uale Pr°mette insegnargli l'arte del seatiere. (Not. Foglietta Oberto, Reg. II, Parte p 3, MLXIV. 384, I Marzo. Francesco Casiccio da Sestri, abate di Voltri, inco ICia il ςπη mincia il suo ufficio. (Massaria Comunis, 1385, p. s7j v_)_ MLXV. 84, I Marzo. Son notate le somme , dovute a Francesco Cappa da Sestn, castellano del castello di Chiavari. (Magistrorum Racionalium Introi,us et Exitus, Reg. An. ,384). MLXVI. 1384, 6 Aprile. - Son notate L. 545, dovute da Giovanni de Costa, po està di λ oltri, come contributo per l’armamento di galee per la i 11 la^ mare’ imP°sto agli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria. (Magistrorum Racionalium Introitus et Exitus, An. 1384·. MLXVII. 1384, 3 Agosto. — Son notate le somme, dovute a Filippo Noitorano τ> ,?1 „a ntonio Cattaneo, eletto capitano degli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria. (Magistrorum Racionalium Introitus et Exitus, Reg. An. 13S4). Antnn' ' r° Noitorano è pur nominato il 23 agosto 1384, avendo dato l’ordine al maestio Anton,o Gennaro di costrurre una fortezza in Pontedecimo. SESTRI ANTICO 265 MLXVIII. 1384, 14 Ottobre. — Son notate le somme, dovute a Benedetto Ottone da Sestri, maestro d’ascia, incaricato di costrurre una galea perii Comune di Genova. (Magistrorum ct s.). MLXIX. 1384, 29 Ottobre. — Giovanni Suppa da Sestri, alla presenza di Quilico Calvi del qm. Signorino da Sestri, riceve dal suocero Giovanni Aiegro da Cornigliano, L. 100 per dote della sua sposa Violante. In Genova. (Not. Oberto Foglietta. Reg I, Parte II, p. 186). MLXX. 1384, 16 Dicembre. — Son notate le somme, date a Francesco Casiccio, abate della podesteria di Voltri per l’acquisto di due tazze, da offrire agli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria, che si sieno distinti nell’esercizio della balestra. (Magistrorum Racionalium, Introitus et Exitus, Reg. An. 1384'. MLXXI. 1385, I Marzo. — Gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri eleggono abate di detta valle Ambrogio Dagnino di Voltri (1). Il Comune genovese lo conferma, assegnandogli per paga Lire 60. (.Magistrorum c. s., Alino 1386). MLXXII. 1385, 21 Aprile. m Dalla colletta di L. 600 imposta alle chiese della diocesi per 1’ ambasciata, inviata al pontefice Urbano VI risulta: De Borzulo Plebs s. 3, den. 12. Ecclesia S. lohannis de Sexto L. 1, s. 1. » S. Ambrosii de Figino L. 1, s. 1, » de Coronato L. 5, s. 8. (Registrimi Talee, Arch. Cap. di S. Lorenzo). (1) L’anno dopo nel 13S6 al 13 agosto il Dagnino è castellano del castello di Tugio sopra Recco (Mag. c. s.). SESTRI ANTICO MLXXIII. 1385, 26 Aprile. — Dalla colletta di L. 700, imposta a tutte le chiese della diocesi per i nunzi, inviati a Urbano VI risulta: De Borzulo Plebs s. 14. Ecclesia S. lohannis de Sexto L.-i, s, 4 e den. 6. » S. Ambrosii de Figino L. 1, s, 4 e den. 6. » de Coronato L. 6 e s. 6. (Registrimi c. s.). MLXXIV. 1385, 3 Luglio. — Dalla colletta in L. 250, imposta alle chiese della diocesi per l’arcivescovo Giacomo Fieschi, il quale andò a Roma prò bono statu sancte matris ecclesie et domini nostri Papae Urbani VI risulta : De Borzulo Plebs s. 5. Ecclesia S. lohannis de Sexto s. 8, den. 6. » S. Ambrosii de Figino s. 9, den. 6. » de Coronato L. 2, s. 5. (.Regisirum c. s.). MLXXV. 1385, 19 Luglio. - Raffaele Porco, Raffaele de Tiba e Simone deRai-nerio, Conservatori della città, condannano Battista Rombo , mugnaio in Sestri, perchè cambiò 4 mine di grano ad Antonio de Gavio, notaio. (Cartularium condemnationum, N. 422, Sala 40). MLXXVI. 1385, 16 Settembre. — I Conservatori della città multano in soldi 10 Oberto da Sestri, il quale senza permesso vendeva pesci in Chiappa. (Cartularium c. s.). MLXXVII. 1385, 27 Ottobre. — Oberto Foglietta da Sestri del qm. Francesco, no-taro del sacro impero, è cancelliere dell’assessore del podestà di Genova. (Not. Oberto Foglietta, Reg. II, Parte I, p. 181 v.). MLXXVIIL 1385 .... — Quilico de Naa da Sestri, notaio, è cancelliere della mas1 seria del Comune e scrive il registro del 1385. (Massaria, 1385, p. 1). SESTRI ANTICO 267 MLXXIX. 1386, 6 Maggio. — Giovanni Chiappori e Guirardo Cassiccio, stimatori del sestiere di Sestri, ricevuto l’ordine dal podestà di Voltri, stimano i beni del qm. Giovanni de Rogerio da Sestri. In Sestri. (Notari Ignoti, Reg. XLIII, Arch. di Stato). MLXXX. 1386 .... Giugno. — Antonio di Labaino da Sestri è anziano del Comune. (Federici, Collectanea, I, 275'. , MLXXXI. 1386 .... Albasio Usodimare, podestà di Voltri, decreta che Antonio de Baiardo, abitante ad Arenzano, abbia L. io sui beni del qm. Raimondo de Serra. L atto e rogato in Sestri, nella casa di Tommasina, vedova di Simone de Celsa. (Notaro c. s., Reg. XXII). MLXXXII. 1387, IO Gennaio. — Antonio Foglietta del qm. Francesco da Sestri, notaio per autorità apostolica e per autorità imperiale, è cancelliere della curia arcivescovile di Genova. (Not. Oberto e Antonio Foglietta, Reg. Ili, p. 6). MLXXXIII. 1387, 18 Marzo. — Nella talea grani, imposta a tutte le chiese della diocesi sono quotate: Plebs de Borzulo. Ecclesìa S. Iohannis de Sexto. » S. Martini de Sexto. » S. Ambrosii de Fegino, » S. Maria de Coronato. (Registrimi Talee, Arch. Cap. di S. Lorenzo). MLXXXIV. 1387, 18 Maggio. — Dalla colletta di fiorini 100, imposta alle chiese della diocesi dal Conte di Sciampagna, nunzio apostolico, risultano tassate la pieve di Borzoli colle chiese di Sestri, Coronata e Fegino, e non è specificata la tassa. (Registrimi, c. s.). ________ -______ 268 SESTRI ANTICO MLXXXV. 1387, 6 Dicembre. — Luciano Montano, podestà di Borzoli e di Voltri, amministra la giustizia agli uomini di Sestri, Pegli etc. In Voltri, nel borgo di Gatega, sotto il portico della casa di Lodisio Roncaliolo in qua jus redditur. (Notari Ignoti, Reg. XXVIII). MLXXXVI. 1387 .... — Giacomo, abate di S. Andrea di Sestri, insieme ad altri e incaricato di ripartire la tassa imposta d’ordine di Urbano VI sulle chiese e gli altri luoghi pii: Pieve di Borzoli 2.6. S. Giovanni di Sestri 4.6. Fegino 3. ^ Coronata 18. •S. Maria de Priano L. 8. Chiesa de Pesagnis 0.6. Chiesa de Cassinellis L. 10. Esenti dalla giurisdiz. arcivesc. S. Giacomo di Sestri (chiesa dei Gattilusio) 2. S. Martino di Sestri 1. (Atti Soc. Lig. di Storia Patria, Voi. II, Parte I, pag. 378; Remondini Regione XIV, p- 240)· La tassa di Urbano VI, imposta alla chiesa di S. Giovanni Battista, è doppia di quella segnata per la pieve di Borzoli. Chi negherà che tale imposta non sia un segno 1 niaggior floridezza per la parrocchia di S. Giovanni Battista ? . Urbano VI fu in Genova nel 1385, aggravato di forti spese in conseguenza dei ma 1. che a quell’epoca afflissero la Chiesa, egli impose alle chiese e luoghi pii della diocesi di Genova una tassa straordinaria per sopperire il meglio che per allora gli fosse p sibile alla sua bisogna. .. 6 Nell’ atto di riparto figura la chiesa di S. Giovanni Battista, tassata^ per so 4^ Ora il denaro genovino valea S centesimi dei nostri e 240 denari formavano una che valeva delle nostre lire 19,50 pesando grammi 87,840. Ma questo valore e q ^ peso diminuì fino al sec. XVIII, in cui la lira genovese non valeva più di cent. 2. Persoglio dice che nel tempo di Urbano VI due soldi equivalevano a cent. 65 di nos ra moneta, ma con un valore apprezzativo maggiore. , di Pa La nobile famiglia Pessagno possiede al presente una chiesuola nella località 1 nigaro, sopra Sestri Ponente, intitolata a S. Rocco; ma non può essere quella on caso in questo documento. Lasciando anche da banda la tradizione, la quale vuo e data questa cappella in sui principii del secolo XVI, durante 1’ infierire di una pes lenza, l’egregio socio march. Lorenzo Pessagno ci fa sapere che la medesima appa neva alla famiglia Barilari, da cui 1’ acquistò, non prima del 1855, la contessa ao a Mongiardino, vedova di Stefano Pessagno. » I Remondini aggiungono che tale cappella era nel 1749 di S. Stefano di Borzo , come all’ anno 1792 il Mezzadri. Ma nel 1820 e nel 1839 appare dei Barilari, dai qua 1 passò in proprietà della famiglia Pessagno, che vi stabilirono il loro sepolcreto » (1)· (1) Parrocchie, Reg. XIV, p. 345. SESTRI ANTICO 269 La chiesuola o cappella pubblico-privata cui si accenna nel documento citato , come in altri si trovava in Sestri Ponente , alla metà della via intitolata a S. Caterina , dalla parte di mezzodì, e nel palazzo dei Sigg. Conti Pessagno fu Stefano. Era essa a pianterreno di piccole dimensioni , (4 m. χ 6 circa) adorna di quadri e fregiata di stucchi colorati e dedicata a S. Teresa di Gesù, la cui Effigie in tela trovavasi sopra l’altare. Questa Cappella fu soppressa circa vent’ anni or sono quando cioè il M.se Andrea Spinola, genero del detto sig. Stefano, trasformò il palazzo Pessagno nel Grand Hotèl, Sestri, riducendolo allo stato presente. Ora i proprietarii dello stabile sono gli Eredi Scarrone, ed al posto della Cappella trovasi una sala protestantica Metodista-episcopale che porta nella facciata esterna la scritta : Esercito della salvezza. MLXXXVII. 1388, 15 Gennaio. — Biagino de Illiono di Celle, abitante a Sestri, vende ad Antonio Strixiolo da Sestri una barca chiamata S. Antonio ora esistente in scario Sexti. In Genova, nel palazzo nuovo del Comune, al banco della Curia di Voltri. (Notari Ignoti, Reg. XXVIII). MLXXXVIII. 1388, 13 Maggio. — Antonio Monavi è abate degli uomini di Sestri, Pegli, Voltri etc., e riceve L. 10 dal Comune di Genova per comprare due tazze d’ argento per i balestrieri del suo dominio. (Massaria Communis, 1388, p. LVIII). MLXXXIX. 1888, 12 Giugno. — Son notate le somme, dovute ad Antonio de La-baino da Sestri, eletto castellano del castello di Tuggio sopra Recco. (Magistrorum Racionalium Introitus et Exitus, An. 1388). MXC. 1389, 7 Settembre. — Avendo il Comune di Genova comprato negli anni 1386-87 le terre di Varese e della Valle d’Aroscia, per estinguere il debito, tassa gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri in L. 150. (Magistrorum c. s.). MXCI. 1390, 15 Aprile. — Antoniotto Adorno, doge, e il consiglio degli anziani (tra i quali Giannino Suppa da Sestri) stabiliscono un regolamento per l’appalto annuale degli introiti di Pera. (T. Belgrano, Prima Serie di Documenti riguardanti la Colonia di Pera in Atti della Società Ligure di Storia Patria Voi. XIII, p. 315)· ( 2 ηο SESTRI ANTICO MXCII. 1390, 17 Agosto. — Galvano Grasso, abitante in Voltri, fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Ambrogio di Voltri, sotto le scale della canonica, in un monumento col suo stemma : benefica i ponti del Leira, del Prato , di Arbanega, di Cornigliano, la chiesa di S. Tive-gno della podesteria di Voltri, i battuti di S. Ambrogio e quelli della Pieve, la chiesa di S. Francesco di Sestri, etc. In Genova nel borgo di S. Stefano. (Notari Ignoti, Reg. XXVIII). MXCIII. 1390.... — Bonifacio IX, con suo breve fissa le annue corrispondenze che il convento dei Cisterciensi di S. Andrea di Sestri, deve mantenere a favore del vicario perpetuo Sancte Marie de Coronato. (Luxardo, Storia di S. M. Incoronata, App. p. 4). MXCIV. 1391 .... Febbraio. — Antoniotto Adorno con una galea arriva a Sestri. MCCCLXXXX Antoniotus Aduruus proponens redire Ianuam contra sui Dominii nutum super quadam galea de mense Februarii usquè Sextum advenit qui dum aeris praeoccuparetur turbine, Vulturum retrocessit.... (Georgii Stellae, Annales in Muratori, R. I. S. Tom. XVII, coi. 1130). 11 Giustiniani (Annali, II, 171) dice che « Antoniotto Adorno dava opera di ritornare al Ducato (essendo Doge in allora Giacomo da Campo-Fregoso) e venne con una galera fino a Sexto ». MXCV. 1392, 27 Gennaio. — Bartolomeo Rossi da Sestri promette a frate Iri-lippo da Rapallo dei Minori, vescovo di Sulci (Iglesias) in Sardegna, che, quando tornerà colla sua barca dal viaggio, che intraprende, gli dara L. 216 dovute dal fratello Nicolò Rossi, per il qual debito questi era stato imprigionato. In Genova. (Not. Cristoforo Revellino, Reg. VI, p. 38, Arch. di Stato). MXCVI. 1392 .... Luglio. — Antonio Labaino da Sestri è anziano del Comune di Genova. (Federici, Collectanea, Voi. I, p. 283). SESTRI ANTICO MXCVIL 1394, 13 Gennaio. — Oberto de Oliva da Sestri, abitante a Savona, del qm. Raffo, vende a Giovanni Forno da Cogorno una sua casa, posta nel borgo di Pre, nella contrada della Darsena, per L. 90. In Genova, a Pre. (Not Ricobono di Borzolo. Reg. II, pag. 380 v.). MXCVIII. 1394, IO Marzo. — Gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri eleggono abate di detta valle Francesco Ferrari da Voltri. (.Magistrorum Racionalium Inlroitus et Exitus, Reg. Ann. 1395). MXCIX. 1394, IO Marzo. — Francesco Ferrari da Voltri, eletto abate dagli uomini di Sestri, Pegli etc. comincia il suo ufficio. (.Masseria Communis 1395, p. 80). MC. 1394, prima del Maggio. — Gli amici di Antoniotto Adordo si trincerano nel monastero di S. Andrea di Sestri. .... una die illi de tribus Vallibus amici Antonioti Adorni in numero valde magno pro destructione dominii Antonii de Montaldo qui dominium ipsi Antonioto restitui volebant, in Monasterio Sancti Andreae de Sexto se fortes fecerunt unde contra illos Paulus de Montaldo frater ducis et Antonius de Guarco cognatus eiusdem subito per terram cum armigeris irruerunt. Per mare multi belligeri acecsserunt in scaffis. Ipsi vero Paulus et Antonius de Guarco illico usque ad tactum ostii ipsius Monasterii transtulerunt se unde celeriter illi omnes qui intra ipsum Monasterium se posuerant se dederunt fugae veloci cum eorum complicibus aliis. Redit ergo victris gens Ducis ipse tamen Paulus vulnere gravi redit percussus in crure. (Georgii Stellae, Annalis in Muratori R. I. S., Voi. XVII, col. 1142). Gli avvenimenti, che si svolsero in detto anno, sono raccontati con lusso di parri-colari dagli annalisti genovesi. Il 15 luglio del 1395 son notate lire 12 prò Petro de Σαν co sci ituro cid rcpcti acionetn castri Vulturis e consegnate a Tommaso Camilla , podestà di Voltri. (Massaria, 1. c. Ann. 1395, pp. 60-63). MCI. 1395, 2 Marzo. — Gli uomini di Arenzano , Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri eleggono abate di detta Valle Antonio Grasso di Voltri (1). (Magistrorum Racionalium Introitus et Exitus. An. 1395). (1) Altre notizie si trovano in detto Registro riguardanti la podesteria. L’ 8 luglio 1395 è nominato Angelino Capurro da Voltri, deputato alla riparazione del castello di Vado, il 23 luglio 1395 Antonio Carbone da Voltri è incaricato di fortificare il castello di Voltri, il 14 otto- 272 SESTRI ANTICO MCII. 1395, 18 Marzo. — Son notate le somme dovute ad Oberto de Labaino da Sestri, teste eletto dal Comune genovese in castellano del castello di Spezia. [Magistrorum Racionalium Introitus et Exitus, An. An. 1395). ' MCIII. 1395, 30 Luglio. — Sono notate L. 100 per Giacomo Strixollo da Sestri, per una quantità di calcina in ragione di s. 45 per ciascun moggio, recata a Vado per la costruzione della bastita. (Massaria Communis, 1395, p. 60 v.). MC1V. 1395, 6 Agosto. — Ordini di dare Lire 27 a Giriforte Chiappori da Sestri, per calcina data ad Angelo Brucherio e Benedetto Corvara, deputati alla ricostruzione del castello di Busalla. (Massaria, c., s. p. 67). MCV. 1396, 20 Marzo. — È nominata la terra di Lodisio Panzano del qm. Arone posta m villa Sexti nel luogo detto Lupodio confinante da una parte colla terra di Gioffredo Panzano e la chiesa di S. Francesco di Sestri. (Foliatium Notariorum, Voi. II, Parte II, p. 201). Narrano i vecchi che nella strada, che da Sestri mena a S. Alberto, un dì avvenisse un fatto prodigioso; che cioè un lupo scendendo affamato dalle soprastanti colline, affer rasse un fanciullino, e quindi indietreggiando fuggisse ricco di preda alla propria tana, e che S. Alberto con il suo bastone incontratolo, facesse deporre dal vorace animale que pargolo con grande consolazione della propria madre. A capo della Crosa, in Sestri, nella località detta le Catene nel muro sinistro, già proprietà Spinola, ora Rossi, sta ancora una antica dipintura di S. Alberto in atto 10 perare il portento. Nel secolo XII il lupo scorreva sopra quelle alture, e astretto a fame precipitava a quando a quando a far preda alla pianura. Non sarebbe a far mera viglia se quel luogo si fosse chiamato da quel fatto , della frequenza dei lupi irruenti alla spiaggia, per soddisfare la bramosa voglia. Lupodium si volge lupi praedium o lupi podium, luogo, poggio, tane del lupo. Più plausibile però è la interpretazione Lupi po^ dium-podio. Abbiamo un esempio della parola podium in Borzoli, ove è una località detta S. Maria de Poddio. Di luoghi poi che dal lupo s’intitolano, sonvene molti v. g. Fossa le lupi in Borzoli, fossa lupara sopra il Bricco della Rondanina, Cantalupo in Pegli ecc. bre 1395 Antonio Ghisolfo da Pegli è eletto castellano di Giustenice, il 13 marzo 1395 Dexe rino Fatinanti già podestà di Voltri, al 2 aprile del 1395, riscuote le somne date a Giacomo de Capriali da Voltri, che, nel 1391, nel suo naviglio imbarcò in Sicilia una quantità di grano acquistata dal genovese Comune; al 22 aprile Lazarino Rove, che all’appalto avea acquistato la gabella sui vini di Voltri, il 17 agosto 1395 Nicolò de Belignano di Arenzano, deputato a fare i falò e altri segnali nella località di Panagio. SESTRI ANTICO 273 Clie se ad altri piacesse derivare tal nome piuttosto da ceppo di famiglia , che dal falto surricordato, v. g. dall’ abitare ivi qualche persona, che Lupi si chiamasse risponderemmo, che questa opinione sarebbe meno fondata, derivando in origine il prenome o cognome di una persona piuttosto dal luogo di nascita, di domicilio ecc. che non questo da quello. Ceppo de’ Lupi, di Pallavicini ecc. fu Oberto III, che visse nel sec. XII, ma senza dubbio, i Lupi, esistenti in tal luogo ancora a dì nostri non discendono da tale stipite, nè di tali famiglie si riscontrano negli antichi registri parrocchiali. In questo e nei secoli precedenti i lupi a grandi torme infestavano non pure le genovesi campagne , ma nel Pisano divoravano i cavalli del Ganghio , nel Forlivese , nel Modenese e nel Milanese sbranavano uomini e donne e fanciulli, in Portovenere assaltavano le barche , presso alla riva del mare , s’ appresentavano minacciosi sulle fosse delle terre, allora i contadini ed i distrettuirfi dovevano sotto pena arbitraria dei loro padroni, o allettati da grossa somma di danaro , cacciare i lupi e se vi era il bando delle armi si revocava , affinchè gli uomini potessero difendersi valevolmente da quelle fiere (1). I dogi poi premiavano coloro, che a palazzo ducale portavano i lupi vivi. MCVI. 1396, I Giugno. — E notato lo stipendio per Oberto de Labaino da Sestri, castellano del castello di Spezia. (Massaria Communis, 1370-1399, p. 235). MCVII. 1396, 9 Luglio. — Si radunano nel palazzo nuovo del comune parecchi uomini della podesteria di Voltri per decidere se sia prudente consiglio Γ alleanza col re di Francia, si mostrano favorevoli Simone Ferrario, Giovanni Rossi, Lodisio Cappa, Giacomo Striziolo, Martino de Chiappori, Antonio de Labaino, Bartolomeo Galvano, Antonio Mascardo, Giacomo Cappa, Tommaso Conte, Biagio Celle, tutti di Sestri, e Maestro Giacomo da San Salvatore, abitante a Sestri. Dà il voto contrario Bartolomeo Balestrino da Sestri. (Eugène jarry, Origines de la Domination Francaise à Gènes, Paris, 1896, pag. 454 e seg.). Era allora podestà di Voltri Dexerino Fatinanti , nominato nei registri della Mas saria. Mcvm. 1396, 20 Ottobre. — Si radunano gli uomini delle tre podesterie di Bisagno , Polcevera e Voltri. Si tratta della sottomissione di Genova al re di Francia. Danno il loro voto Martino de Clapis, Francesco de Mon · taldo , Ambrosio Rapallo , Giovanni Rossi, Giovanni Saccarello, Giuliano Venzano , Nicolò de Natino, Biagio de Cellis, Giacomo Striziolo Lodisio Cappa, tutti di Sestri. (Eugène Jarry, 1. c. p. 486 e segg.). (1) Giornale Ligustico a. XIII, p. 101. Sestri antico. 18 274 SESTRI ANTICO MCIX. 1397, 2 Marzo. — Giacomo de Binna da Voltri, abate degli uomini di Sestri, Borzoli e altri della podesteria di Voltri, termina l’ufficio. (Afassarià, 1370-1390, p. 171 v.). MCX. 1397, 28 Agosto. — Frate Pietro, abate di S. Andrea di Sestri, collettore generale della camera apostolica assolve dalla scomunica, interdetto, ecc. incorsi da una parte il clero e . le chiese della diocesi di Savona, per non aver pagato le decime ad essi imposte da Bonifacio IX ed assegna il tempo in cui devono pagarle. (Verzellino, 1. c. p. 503). MCXI. 1397, 24 Ottobre. — Nicolò de Cornilia e Giovanni de Zerbi, tutori di Violante, figlia ed erede del qm Francesco Oliva da Rivarolo, vendono ad Antonio Cappa da Sestri una casa posta nel borgo superiore di Rivarolo, soggetta ad un annuo canone alla pieve di S. Maria, ed un macello posto nel detto borgo. (Foliatium Notariorum, Voi. II, Parte II, p. 214 v.). MCXII. 1398, 25 Gennaio, — Il luogotenente in Genova per il re di Francia e il consiglio degli anziani eleggono Luchino Casella da Sestri in uno dei 16 anziani deputati per la podesteria di Voltri. [Diversorum X, Reg. 3, p. 20). MCXIII. 1398, 28 Gennaio. — Antonio figlio di Giannino Migone da Sestri viene eletto cancelliere della scribania del Cervo. (Foliatium Notariorumt Voi. II, Parte II, p. 35). MCXIV. 1398, 31 Gennaio, — Borleo di Lucemburgo luogotenente in Genova per il re di Francia e il consiglio degli anziani eleggono abate della po desteria di Voltri Guirardo Casiccio da Sestri, il quale il 6 febbraio prò nuncia il giuramento di fedeltà. (.Diversorum X, Reg. 3, p. 25). MCXV. 1397, 27 Febbraio. — Il luogotenente in Genova per il re di Francia e il consiglio degli anziani eleggono il notaro Oberto Foglietta da Sestri oancelliere degli estimi del Comune. (Diversorum X, Reg. 3, p. 48 v.). SESTRI ANTICO 275 MCXVI. 1398, 5 Marzo. — Il luogotenente e gli anziani, udita la relazione fatta dal podestà di Voltri Giacomo Luciano, e presa visura di un’immunità, non ostante che già sia stato eletto un altro in abate di Voltri, al quale non toccava il turno, perchè non era de rectoria sulrippe, eleggono uno della terna, presentata in iscritto dagli uomini della podesteria, cioè Lodisio Casella da Sestri per la durata d’ un anno. (Diaersoìum X, Reg. 5). Mcxvir. 1398, 13 Aprile. — Pietro Fresnel, vescovo di Meaux, regio consigliere, e Borleo de Lucemburgo, luogotenente del regio governatore, e il consiglio degli anziani (tra i quali Luchino Casella da Sestri) emanano i nuovi regolamenti circa il governo di Pera ad istanza degli ambasciatori della colonia. (Γ. Belgrano, Prima Serie di Documenti riguardanti la Colonia di Pera in Atti Soc. Lig. di St. Patr. Voi. XII, p. 177). MCVIII. 1398, 30 Maggio. — Pietro vescovo di Meaux consigliere regio, il luogotenente in Genova per il re di Francia, e il consiglio degli anziani eleggono anziano del Comune di Genova Antonio Mascardo da Sestri. {Diversorum X\ Reg. 3). MCXIX. 1398, 22 Giugno. — Pietro, vescovo di Meaux, commissario e consigliere regio, Borleo di Lucemburgo, luogotenente di Valerando di Lucemburgo , governatore in Genova per il re di Francia, e il consiglio degli anziani accordano libero salvocondotto per venire a Genova agli uomini di Sestri, Pegli etc. e di tutta la podesteria di Voltri e delle podesterie del Bisagno e Polcevera, i quali furono ribelli al governo del re di Francia. (Diversorum X, Reg. 3). MCXX. 1398, 5 Luglio. — Borleo di Lucemburgo, luogotenente in Genova per il re di Francia, d’ordine degli anziani elegge 16 uomini, 8 nobili e 8 popolari , per prendere in prestito 20000 fiorini. Tra gli 8 popolari vi è 0-berto Foglietta (da Sestri). (Diversorum X, Reg. 3). MCXXI. . 1398, IO Luglio. — Amnistia e pace accordata agli insorti di Sestri, Pegli, Arenzano etc. e altri della podesteria di Voltri e delle podesterie del Bisagno e Polcevera. In Rivarolo, nella pieve di S. Maria. (Eugène Jarry, 1. c., p. £68 e seg.). 276 SESTRI ANTICO MCXXII. 1398, 17 Maggio. — Il Comune di Genova ordina di dare L. 6o a Giberto Roveto, già abate degli uomini di Sestri, Pegli e altri della podesteria di Voltri. (Masseria Communis Ann. 1398, p. 41 v.). • MCXXIII. 1398, 27 Settembre. — Luchino Casella da Sestri del qui. Quilico fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Giovanni Battista di Sestri. In Genova, nella contrada di S. Nicolò di Vallechiara. (Notari Ignoti, filza XXXX1I, Arch. di Stato in Genova). MCXXIV. ! 1398, 18 Settembre. — Frate Pietro, abate di S. Andrea di Sestri, collettore generale dei frutti, proventi e decime spettanti alla camera apostolica, stabilisce che ad essa appartengano i beni di Fr. Giovanni da Carezzano dei PP. Predicatori, cappellano pontificio, defunto in Genova. (Not. Antonio e Oberto Foglietta, Reg. Ili, p. 103 v.). MCXXV. 1399, 23 Maggio. — Il pontefice Bonifacio IX scrive all abate di S. An drea di Sestri di far sì che i canonici della cattedrale di Genova dieno in livello una terra ad Antonio Re. (Notaro Antonio Foglietta, Reg. II, Parte II, pag. 170 v.). MCXXVI. 1399, 7 Luglio. — L’annalista Giorgio Stella discorre diffusamente della confraternita dei Bianchi, dei lumi visti nella chiesa di S. Maria di Coro nata, delle turbe dei disciplinanti che, gridando misericordia andarono Voltri, della risurrezione d’ un fanciullo nella chiesa di S. Ambrogio di Voltri, che portarono al 7 luglio in trionfo per le vie di Genova. (Georgio Stellae, etc. col. 1170-71-72-73). MCXXVIL 1399, 26 Agosto. — Lorenzo Gentile, Bernabò Fieschi, Opizzino di Cas sana e Pietro di Persio, eletti partitori delle avarie, deliberano che gli uomini di Sestri, Pegli e di tutta la podesteria di Voltri pagheranno L· 5733· ([Diversorum X, Reg. IV, p. :oo v.). MCXXVIII. 1399, I Dicembre. — Il governatore per il re di Francia ordina a 17 uomini della podesteria di Voltri, 3 di Cogoleto , 3 di Arenzano , 4 di SÈSTRI ANTICO 277 Voltri, 3 di Prato, 2 di Pegli e 3 di Sestri, cioè Giacomo Capriata, La-zaro de Montaldo e Giacomo Strixiolo di recarsi in Genova la mattina di giovedì al cospetto del governatore e degli anziani sotto pena di 5 fiorini per ciascuno. j (.Diversorum X, Reg. IV, p. 161 v.): MCXXIX. 1400, I Marzo. — Lazzarino Balbo, eletto abate di Voltri dagli uomini di Sestri, Pegli etc. viene confermato. (Massaria Comunis 1400, p. 60, 67). MCXXX. 1400, 26 Luglio. — Somme notate per Giovanni Strata notaro, podestà degli uomini di Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri. (Massaria Comunis, An. 1400, p. 35). MCXXXI. 1400, 15 Ottobre. — Parecchi uomini delle valli di Voltri, Polcevera e Bisagno, non essendo contenti del governo di Rainaldino di Ulivar, luogotenente del governatore per il re di Francia , di notte aprono le carceri della Malapaga , ne fanno uscire i prigionieri. Altri insorgono alle armi, onde il governatore si ritira nella fortezza di Castelletto. L’indomani nella chiesa di S. Maria delle Vigne il consiglio dei 40 elegge Battista de Franchi Luxardo, che insieme col governatore dovesse assumere il governo della città. (Georgii Stellae, 1. c, col. 1082). MCXXXII. 1401, 25 Maggio. — Frate Giorgio de Gatti da Novara rinuncia la prepositura di S. Teodoro dell’ordine mortariense, e viene eletto frate Ludovico Pavone, già priore di S. Maria del Priano di Sestri. (Not. Simone de Compagnono, p. 121). MCXXXIII. 1401 , 3 Dicembre. — L’abate della podesteria di Voltri, a nome dei suoi sei distretti, cioè Voltri, Pegli, Sestri, Borzoli, Gatega ed Arenzano giura fedeltà al maresciallo Boucicaut, governatore in Genova per il re di Francia. (Eugène Jarry, 1. c., p. 360). MCXXXIV, 1402, I Gennaio. — Son registrate L. 400, date a Luchino Spinola eletto per due mesi con 30 pedoni e 3 cavalli alla custodia delle strade , per le quali dalla Lombardia si viene a Voltri e Sestri. (Massaria Comunis, an. 1402-1406). 27S SESTRI ANTICO MCXXXV. 1402, 9 Febbraio. — Son nominate le terre , case , il giardino, la fontana, il pozzo e la calcinara dei fratelli Lodisio e Tommaso Panzano, figli del qm. Alaone, il tutto posto in villa Sexti, nel luogo detto Gazo presso il fossato detto Cantaraina. {Foliatium Notariorum, Voi. II, Parte II. p. 227). MCXXXVI. 1402, I Marzo. — Michele de Barra, abate degli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della Podesteria di Sestri, termina 1’ ufficio. — Vien eletto Giovanni Baiardo, il quale al 12 agosto fa registrare L. 10 spese per due tazze d’argento, date in regalo ai balestrieri scelti. (Massaria Communis, 1402, pp. 44, 51). MCXXXVII. 1402, 20 Luglio. — È ricordato Antonio Saivago, già podestà di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri. (Afassaria, 1. c., p. jv.). MCXXXVIII. 1402, 20 Luglio. — Gli uomini di Sestri, Pegli e altri della podesteria di Voltri contribuirono in L. 323 per l’armamento delle galee, delle quali fu capitano Raffaele Adorno. (A/assaf'ia, 1. c., p. iov.) MCXXXIX. 1402, 17 Dicembre. — Il regio governatore ordina che venga pagato L. 67 come paga d’un trimestre a Dexerino Strixiolo da Sestri, castellano di Triora. In Genova, a rogito del not. Giuliano Panizzari da Sestri, cancelliere del Comune di Genova. (Massaria, 1. c., p. 56V.). MCXL. 1403, 22 Marzo. — Giovanni Peloso da Sestri viene incarcerato d ordine del podestà di Voltri, ad istanza di Bertollo Rossi, da Sestri, curatore dei beni del qm. Antonio suo fratello. Vien rilasciato l’u settembre. (Superstantium Malepaghe, Reg. N. 462, Arch. di St. in Gen.). MCXLI. 1403, 5 Maggio. — Alcuni esuli genovesi pongono stanza nelle tre valli di Voltri, Bisagno e Polcevera. In Voltri ammazzano un francese, e altri ne ammazzano a Sestri. Un sacerdote, che somministrava il vitto ai predetti esuli, viene preso, e, chiuso in un sacco, contro la volontà dell’ arcivescovo viene buttato in mare.... nel settembre gli esuli in Voltri fanno prigionieri due giovani della famiglia Lomellino. (Georgii Stellae, Annales, 1. c., col. 1198, 1199). SESTRI ANTICO 279 MCXLII. 1403, I Dicembre. — Son notate le somme dovute a Giacomo Marchese , podestà degli uomini di Sestri, Pegli, e altri della podesteria di Voltri. (Massaria, 1. c., p. 151). MCXLIII. 1404, 6 Febbraio. — Giovanni de Frevante orefice, eletto podestà degli uomini di Borzoli, Sestri, e altri della podesteria di Voltri, pronuncia il giuramento di fedeltà. (Roccatagliata, Tom. I, p. 180, MS. all’Arch. di St. in Gen.). MCXLIV. 1404, 23 Aprile — 16 Agosto. — Son ricordati Tommaso Camilla, già podestà , e Antonio de Plano da Fegino, abate degli uomini di Sestri, Pegli, Arenzano, e altri della podesteria di Voltri. (Massaria, 1. c., pp. 44, 46). MCXLV. 1404, 22 Settembre. — Il luogotenente in Genova per il re di Francia e il consiglio degli anziani ( tra i quali Giovanni Casella da Sestri) dànno al podestà di Genova amplissime facoltà per punire i ribelli. (Diversorum X, Reg. 6, p. 117). MCXLVI. 1405, 23 Febbraio. — Gli uomini di Sestri, Fegino, Arenzano e altri della podesteria di Voltri eleggono in abate Giovanni Marzocco da Pegli. (Diversorum X, Reg. 6, p. 159). MCXLVII. 1405, 28 Febbraio. — Il governatore in Genova per il re di Francia e il consiglio degli anziani ordinano a Domenico Cavallo, uno dei due cancellieri della curia di Voltri, di dar la consegna dell’ufficio al not. Biagio Foglietta da Sestri, eletto cancelliere di detta curia. (Diversorum X, Reg. 6, p. 162). MCXLVIII. 1406, 8 Febbraio. — Son notate le somme dovute a Giovanni Casella da Sestri, abate di Voltri, per la compra di una tazza da darsi a chi si sarà distinto- nell’esercizio della balestra. (Massaria, 1. c.). MCXL1X. 1406, I Marzo. — Gli uomini di Sestri, Fegino, Pegli e altri della podesteria di Voltri eleggono abate Nicolò Rossi. (Massaria, 1. c., p. 196). 28ο SESTRI ANTICO MCL. 1408, 6 Aprile. — I conservatori di città condannano Giovanni Busnardo da Sestri, pescatore, perchè vendeva pesci fracidi in Chiappa. (Cartularium Condemnationum, N. 436. Arch. di St. in Gen.). MCLI. 1406, 18 Maggio. — I conservatori di città condannano Ambrogio Vita, mugnaio in Sestri, che si ricusò di dare una mina di farina a Giovanni Savignone. (Cartularium, c. s.). MCLII. ' , 1407, I Marzo. — Giacomo Pacieta da Sestri termina l’ufficio di abate di Voltri, e gli succede Giacomo da Laviosa. (Massaria, 1407, pp. 49v., 152V.). MCLIII. 1407, 18 Novembre. — Son ricordati Antonio Centurione, podestà degli uomini di Pegli, Sestri, Fegino e altri della podesteria dì Voltri, e Pietro Burgaro, già podestà. ITIlassaria, 1407 bis, pp. 174, 182V.). MCLIV. 1408, 13 Febbraio. — Francesco arcivescovo di Narbona, camerlengo dell’antipapa Benedetto XIII, scrive ad Antonio de Grassi, abate di S. Andrea di Sestri, collettore delle decime apostoliche, di far giustizia ad Alasina, madre di prete Enrico Muschio di Castelnuovo, prevosto di S. Gio. Battista di Andora nella diocesi di Albenga. Da Portovenere. (Not. Simone de Campagnone, Part. I, 1402, 1415, f. 70, Arch. di St. in Gen.). MCLV. 1408 , 3 Marzo. — I conservatori di Città condannano ad una multa Giovanni Busnardo da Sestri, il quale vendeva pesci senza licenza. (.Manuale condemnationum, N. 429, Arch. di St. in Gen,). MCLVI. 1408, 16 Marzo. — Ugo Choleti, luogotenente in Genova per il re di Francia, impone una tassa di L. 390, colla contribuzione di 20 uomini, ai paesi di Sestri, Pegli, Arenzano e altri della podesteria di Voltri per armamento di galee, per le guerre di Corsica, del re di Ciprb e di Lombardia. (.Diversorum X, Reg. 7, p. 62). SESTRI ANTICO 281 MCLVII. 1408, 25 Giugno. — Frate Antonio de Grassis, abate di S. Andrea di. Sestri , insieme con molti altri riconosce per amministratore della chiesa genovese Giovanni da Godiliasco, canonico di S. Lorenzo, eletto dall’ antipapa Benedetto XIII, il quale amosse il legittimo arcivescovo Pileo de Marini. (Not. Simone de Compagnone, 1401-1415, C.-88 bis). MCLVIII. 1408, 22 Dicembre. — Simone Fieschi, vescovo di Caffa, di licenza di Giovanni da Godiliasco, amministratore dell’ arcivescovato di Genova , conferisce la prima tonsura a Filippo Grillo del qm. Luchetto, monaco di S. Andrea di Sestri. (Not. Stefano Corradi e Simone de Compagnono, Reg. I, 393, Arch. di St. in Gen.). MCLIX. 1409, 23 Marzo. — Antonio de Grassis, abate di S. Andrtea di Sestri, e gli altri tre esecutori, eletti dal clero e dagli otto sapienti, eleggono Pileo de Marini arcivescovo di Genova, Bartolomeo de Biassa , prevosto di S. Maria delle Vigne, e frate Simone Ravaschieri, priore di S. Sisto, col mandato di presentarsi al concilio di Pisa e discutere circa lo scisma della chiesa. > In Genova. (Not. Simone de Compagnone, an. 1402-1415, f. 145 bis'. MCLX. 1409, 24 Marzo. — Simone Fieschi, vescovo di Caffa, conferisce il sud-diaconato a Filippo Grillo e il presbiterato a Martino de Alba monaci di S. Andrea di Sestri. (Not. Stefano Corradi e Simone de Compagnone, Reg. I, p. 401). MCLXI. 1409, 4 Maggio. — Giovanni de Godiliasco, amministratore della chiesa di Genova, eletto dall’ antipapa Benedetto XIII, elegge otto sapienti tra il clero, fra i quali Antonio de Grassi, abate di S. Andrea di Sestri. (Not. Simone de Compagnone, an. 1402-1415, f. 150). MCLXII. 1409, 25 Maggio. — È detto che la qm. Marietta figlia del qm. Nicolò Gattilusio lasciò L. 200 per celebrazione di messe nella chiesa di S. Giacomo di Sestri , della quale è patrono Francesco Gattilusio , signore di Metelino. (Alfredo Luxoro e Giuseppe Pinelli-Gentile, Dinasti deli.’ Arcipelago, Giorn. Lig., 1S74, p. 218). 282 SESTRI ANTICO MCLXIII. 1409, 18 Luglio. — Francesco, arcivescovo di Narbona, camerlengo del- 1 antipapa Benedetto XIII, dichiara di aver ricevuto 200 fiorini da Antonio, abate di S. Andrea di Sestri, collettore dei frutti e dei proventi devoluti alla camera pontificia nella provincia di Genova. Da Pisa. vNot. Stefano Corradi e Simone de Compagnone, Reg. I, p. 2S0V.). MCLXIV. 1409, 10 Settembre. — Brancaleone Sai vago, prevosto di S. Ambrogio di Genova, dà esecuzione alla bolla del pontefice Alessandro V, in virtù della quale Giacomo del qm. Oberto Foglietta da Sestri viene eletto canonico della cattedrale di Genova. Da Rapallo. (Not. Simone de Compagnone, 1402-1415, Parte 1, f. 173). MCLXV. 1409 .... — Son notate L. 125 di spettanza di Nicolò Cendato Rapallo, monaco di S. Andrea di Sestri, poste in S. Giorgio. (Cartulario P. N. B., Arch. di St. in GeD.). MCLXVI. 1410, 21 Aprile. — Pileo de Marini, arcivescovo di Genova, confer' a frate Ambrogio de Utrianis da Milano, cappellano apostolico, la ret di S. Giovanni Battista da Sestri, rimasta vacante per morte del parroco prete Biagio da S. Salvatore. (Not. Stefano Corradi e Simone de Compagnone, Reg. I, p. 351 v.). MCLXVII. 1410, 24 settembre. — Pileo de Marini, arcivescovo di Genova, accor^ a prete Giovanni Rescarolio da Voltri la chiesa di S. Giovanni Batti ^ di Sestri, essendo rimasta vacante per rinuncia del rettore frate Ambrog^ de Ultrianis, avvenuta il 23 settembre, e ordina a Domenico Vento, re tore di S. Torpete, di indurlo in possesso. (Not. c. s.). Il prelodato parroco di S. Giovanni Battista passò a S. Massimo di Rapallo, ^ il 10 giugno 1411 fu traslocato a S. Martino di Struppa, e finalmente il 20 gnigno stesso anno fu eletto rettore delle parrocchie di Comago e Manesseno unite (1). (1) D. Cambtaso, Memorie Storiche di Comago (Polcevera), p. ί111· i900. SESTRI ANTICO 2B3 MCLVin. 1411, I Marzo. — Tommaso de Facco da Sestri, abate di Voltri, termina l'ufficio, e subentra Giovanni da Torbi, che termina il i° Marzo 1412. (Massaria, 14xi, pp. 5yv MCLXIX. 1411, 25 Maggio. — Il pontefice Giovanni XXII scrive ad Antonio de Grassis , abate di S. Andrea di Sestri, di accordare dispensa al chierico habiano Imperiale di 13 anni, illegittimo, e, trovatolo idoneo, lo elegga canonico di S. Lorenzo o delle Vigne « Dignum arbitramur et congruum ». Da Bologna, (Not. Simone de Compagnone, 1409-1415, Parte III f. 47). MCLXX. 1411 .... — Una terribile pestilenza costrinse i tribunali della città a trasferirsi in S. Andrea di Sestri, e poi a S. Benigno, luoghi di aria più pura. (Serra, Star, Autic. Lig., Note III, p. 269). Il tristissimo avvenimento è anche narrato dal Remondini aggiungendo : che il Governo della Serenissima Repubblica obbligò i Cisterciensi a cedergli il cenobio, e che ivi fu impiantata la Corte e la Ragione (1). MCLXXI. 1412, 2 Dicembre. — Raffaele de Boliasco, podestà di Voltri, ordina ai rettori di Leira, Arenzano, Cogoleto, Crevari, Castiglione , Surripa, Coronata , Gatega, Pegli, Fegino, Gazzo, Priano, Borzoli, Lardara , Palmaro, Prato, Favaie di pagare la tassa stabilita da Teodoro, marchese di Monferrato. Da Voltri. (Notari Ignoti, Reg. XLIII, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). MCLXXII. 1413, 28 Gennaio. — Nicolò Natta, esattore delle avarie imposte in lire 3000 ai preti dal marchese di Monferrato, per decreto emanato da S. Andrea di Sestri ubi regebatur consilium , riscuote ciò che spetta all’ arcivescovo e ad altri. (Introitus et Exitus Magistrorum Racionalium, an. 1411). MCLXXIII. 1413, 25 Febbraio. — 11 pontefice Giovanni XXIII scrive al vescovo di Asti di accettare la rinuncia, qualora avvenga, di Giovanni da Godiliasco (1) Giornale degli Studiosi, Prof. L. Grillo, Voi. III, a. 1871. 284 SESTRI ANTICO canonico della cattedrale di Genova e di S. Maria delle Vigne, e di eleggervi il sestrese Domenico Foglietta « Vite ac morum »· Da Roma. (Not. Simone de Compagnone, 1502-1415, Parte III, f.o 9). MCLXXIV. 1413, 25 febbraio. — Il pontefice Giovanni XXIII scrive a Domenico figlio di Antonio Foglietta da Sestri. Avendolo già eletto canonico, qualora Giovanni da Godiasco canonico della cattedrale di Genova, che pare impazzito e ridotto a vecchiaia, rinunci, subentri nel benefizio « Vite ac morum ». Da Roma. (Not. c. s.). MCLXXV. 1413, I Maggio. — Il popolo di Genova si congrega sulla piazzii di S. Lorenzo in parlamento generale con intervento di tutti i cittadini al suono della stormita. Vengono stese molte ordinanze , fra le quali che^ nel ni mero degli anziani dovesse intervenirvi un uomo delle tre valli che co stituivano tre podesterie , di Voltri, di Polcevera e del Bisagno : che in ciascuna di queste podesterie vi dovesse essere un abate probus, sapicn et status praesentis amator. (Accinelli, Comp. delle storie di Genova, I, p. 56). MCLXXVI. 1413, Il Aprile. —- Giorgio Adorno, doge di Genova, e il consiglio anziani scrivono ad Antonio de Grassis, abate di S. Andrea di Sestr , gli chiedono informazioni circa il negozio, che gli hanno affidato. (-Litterarum, Voi. I, p. 297V. Arch. di St. in Gen.). MCLXXVII. 1413, 30 Agosto.— Pileo de Marini, arcivescovo di Genova, conferisce a prete Antonio d’Albaro la rettoria di S. Giovanni Battista di Sestri, rimasta vacante per morte del rettore Giovanni Rescarolio da Voltri ordina a Francesco di Negro, rettore di S. Marco al Molo, d indurre e letto in possesso del benefizio. (Not. Stefano Corradi e Simone de Compagnone, Reg. I, p. 383V.). MCLXXVIII. 1413, 3 Novembre. — Francesco di Negro, rettore della chiesa di S. Marco al Molo provvede d’ un sacerdote la cappellania, istituita nella sua chiesa, rimasta vacante per essere il cappellano Antonio d’Albaro eletto rettore di S. Giovanni Battista di Sestri. (Not. c. s. p. 361). SESTRI ANTICO 285 MCLXXIX. 1414, 21 Gennaio. — Figura ancora parroco di S. Giovanni Battista , Antonio d’Albaro. (Not. Bartolomeo foglietta, pag. 4; Remondini. op. cit., p. 277}. MCLXXX. 1414, 25 Febbraio. — Son nominati i fratelli Francesco e Giovanni Migone da Sestri e Clemente Migone, mercante in panni di seta. (Foliatium Notariorum, Voi. II, Parte II, p. 6v.). MCLXXXI. 1414, 14 Aprile. — Pileo de Marini, arcivescovo di Genova, dichiara che la chiesa di S. Maria de Gazio de Sexto, da tanto tempo è vacante, onde la collazione a lui spetta, non avendo i patroni eletto alcun sacerdote. E-legge in rettore di essa frate Simone da Valenza, abate di S. Maria Va-lisdigne nella diocesi di Valenza, e attualmente addetto alla chiesa di San Luca in Genova, ordinando al rettore di S. Giovanni Battista di Sestri di indurlo in possesso. (Not. c. s., p. 331). MCLXXXII. 1414, 25 Novembre. — Il pontefice Giovanni XXIII scrive a frate Andrea da S. Ambrogio, priore di S. Matteo in Genova, di dar facoltà a frate Antonio de Grassis , abate di S. Andrea di Sestri, di vendere la grangia de Bisio nel territorio di Gavi ad Agostino del qm. Tobia Doria « Humilibus supplicum votis ». Da Bologna. (Not. Lamberto da S. Stefano, Reg. II, p. 137, Arch. di St. in Gen.). MCLXXXIII. 1414, 29 Dicembre — Il pontefice Giovanni XXIII scrive all’abate di S. Andrea di Sestri di confermare ai Doria il giuspatronato della prioria di S. Matteo, e che l’abate di S. Fruttuoso elegga il priore. Da Lodi. (Not. Baldassarre de Coronato, Filza II, Parte II, f.o 279, Arch. di St. in Gen.). MCLXXXIV. 1415, IO Gennaio. — Il pontefice Giovanni XXII scrive a frate Antonio de Grassis, abate di S. Andrea, di Sestri di dar licenza a Bartolomeo d’O-berto Selvarezza , studente genovese di 13 anni, di entrare nei cavalieri gerosolimitani , accordandogli le precettorie di S. Siro di Diano, S. Giovanni di Portomaurizio e S. Biagio di Voltaggio, dipendenti da quelle di Prè « Laudabilia dilecti filii ». Da Cremona. (Not. Simone de Compagnone, 1402-1415, Parte III, f.o 4). 286 SESTRI ANTICO MCLXXXV. 1415, 20 Marzo. — Ludovico Rodino, vicario dell’ arcivescovo di Genova, conferisce la chiesa curata di S. Martino de Corsio a prete Giovanni de Lacu da Sestri, rettore di S. Bartolomeo di Staglieno, e già rettore di Turbi e Paravanico. (Not. Stefano Corradi e Simone de Compagnone, Reg, I, p. 334V.). MCLXXXVI. 1415, 9 Giugno. — Il pontefice Giovanni XXII scrive a Giacomo Imperiale , abate di S. Stefano in Genova. Avendo il cavaliere Giovanni de Mari fondata la cappella di S. Maria del Gazzo in villa de Sexto e dotatala, e il qm. Agapito suo figlio avendone accresciuti i redditi, accorda il giuspatronato di essa a Teodora, vedova di detto qm. Giovanni. « Exigit dilecte in ». Da Bologna. (Not. Andrea de Cairo, f.a 5, f.o 341, Arch. di St. in Gen.; — Giscardi, Origine delle chiese, me., p. 329, airann. 1414. MCLXXXVII. 1415, 13 Agosto. — Il pontefice Giovanni XXII ordina che venga riammesso nel possedimento dei canonicati di S. Stefano di Langasco, di S. 01-cese e della cappella di S. Maria della Costa e della cappellania ivi istituita prete Melchiorre Fatinanti, il quale era stato sospeso, perchè in rissa aveva ucciso con un coltello prete Giovanni da Voltri. Da Bologna. (Not. Simone de Compagnone, 1402-1415, Parte III, f.o 901). MCLXXXVIIL 1415 ... . Andriola, figlia del qm. Leonino di Nattino, e moglie del qm. Giovannino di Forotorpido detto ferraio, abitante di Sestri, a suo e a nome de’ suoi figli libera ed affranca Martino di razza tartara, d età di 22 anni circa, schiavo di detto qm. Giovannino, presente ed intercedente e in ginocchio implorante la libertà. In Sestri. (Not. Francesco Casanova, i.a, Arch. di St. in Gen.). MCLXXXIX. 1416, 23 Febbraio. — Bernardo di Bem qm. Rollando, abitante in Sestri, confessa a Bertone Panevino di Sestri qm. Simone presente d’aver avuto per doti e patrimonio di Limbania, figlia di esso Bertone, e moglie di esso Bernardo, L. 200 di Genova, cioè una possessione con casa e casetta, posta in Sestri nel quartiere di Borzoli. (Not. c. s., Filza I). SESTRI ANTICO 287 MCXC. 1416, I Giugno. — Domenico Foglietta, canonico della cattedrale di Genova , figlio ed erede del qm. Antonio notaio, a nome dei fratelli Francesco,^Gerolamo e Bartolomeo, vende per L. 50 la metà d’una casa in comune cogli eredi del qm. Oberto Foglietta a Domenichina figlia di Giovanni de Fronti della costa di Rivarolo e moglie di Antonio Benvenuto da Sestri. La casa è posta in Sestri, nella rettoria di Castigliohe, presso la casa di Antonio Bozzo e già di Bartolomeo Balestrino. In Genova. (Notati Ignoti, Reg. 42, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). MCXCI. 1416, 28 Settembre. — Il doge e il consiglio degli anziani ratificano una sentenza, pronunciata in favore di prete Melchiorre Fatinanti, rettore ecclesie Sancte Marie de Gazo de Sexto. [Diversorum X, Reg. io). MCXCII. 1417, IO Settembre. — Il notaio Bartolomeo Foglietta da Sestri del qm. Antonio riceve L. 1400 come dote della sposa Nicolosia, figlia del not. Matteo Oliva. — Ricordata altra figlia di detto Oliva, per nome Perpetua, moglie di Clemente Migone da Sestri. Foliatium Notariorum, Voi. Ili, Parte II, pp. 316 e 316V.). MCXCIII. 1418, I Marzo. — Lorenzo Fieschi, podestà degli uomini di Pegli, Voltri, Sestri e altri della podesteria, entra in ufficio colla paga di L. 100 annue. E ricordato il suo antecessore Raffaele Frugone. (Massaria, An. 1418, pp. 43V., 45V.), MCXCIV. 1421, 7 Luglio. — Giuliano Casiccio da Sestri figlio di Francesco fa testamento. Vuol essere sepolto nella chiesa di S. Giovanni Battista di Sestri. Lascia L. 5 alla casa dei disciplinanti di San Giovanni Battista di Sestri. In Genova. (Notari Ignoti, Reg. XXXX, Sala 74, Arch. di St. in Gen.). MCXCV. 1421, 21 Luglio. — Frate Giovanni de Caziis, Priore di S. Maria del Priano di Sestri, d’ ordine di Galeazzo, prevosto di Mortara, pone frate Giacomo Cattaneo nel possesso del priorato di S. Giovanni di Borbonino. In Sampierdarena, in detta chiesa. (Poch, Voi. IV, Reg. II, p. 16, ms. alla Bibl. Civico-Berio). 28S • SESTRI ANTICO MCXCVI. 1422, 2 Giugno. — Andrea de Coronato, collettore dell’ introito delle podesterie della Polcevera e di Voltri, vende a Dagnano Basso da Rivarolo detto introito, colla facoltà che possa scuotere detto diritto per ciascuna metreta di vino lombardo tanto da coloro che condurranno il vino in dette podesterie, quanto da coloro che passeranno per portar vino in Sestri e suo territorio, cioè dal fiume Varenna. In Sampierdarena. (Not. Francesco Casanova, filza 22, N. 63). MCXCVII. 1422, 22 Novembre. — I consiglieri ducali, il consiglio degli anziani e 1’ ufficio di provvisione assolvono Biagio Foglietta da Sestri, patrono d’una nave armata, il quale nel settembre p. p. condusse fuori del porto di Genova una nave catalana contro gli ordini avuti. Diversorum X, Reg. 12, p. 9). . · MCXCVIIL 1422, 17 Dicembre. — Il governatore ducale in Genova e il consiglio degli anziani liberano dalle carceri della Malapaga Giovanni de Celsa da Sestri, purché soddisfi Giovanni e Giacomo Rasperio. (.Diversorum X, Reg. 12, p. 19). MCXCIX. 1423, 13 Marzo. — Antonio Barbarossa, rettore, Michele de Bara, sin daco di Arenzano, Giovanni Marzocco, sindaco di Pegli, Giuliano Cepulla, rettore di Lardara, Giovanni Costo, rettore del Gazzo, Giovanni de Cellis, rettore di Surripa, Nicolò de Massario, rettore di Fegino, Antonio Figa rolo, rettore del Priano, Antonio Michelino, rettore di Coronata , Pietro Narice, rettore di Borzoli, Nicolò Giuliani, rettore di Castiglione, Nicolo Porco, rettore di Pegli, Antonio de Sigo, rettore di Gattega, Antonio Boero, rettore di Palmaro, Giacomo Gallo, rettore di Mele, Simone Riccio, rettore di Crevari, e altri uomini componenti la podesteria di Voltri, eleggono Corrado Grasso figlio li Oberto da Voltri e Giuliano Casella del qm. Giovanni da Sestri notaio solenni ambasciatori per presentarsi al cospetto di Filippo Maria, duca-di Milano, col mandato di trasferirgli insieme cogli ambasciatori di Genova il dominio della podesteria di Voltri. In Voltri, nella pieve di S. Maria. (Muzio, »S. Maria di Voltri, ms. alla Bibl. Civico-Berio in Genova). MCC. 1423, 14 Maggio. — Il governatore ducale e gli anziani, su relazione di Giovanni de Celsa da Sestri, sindaco della podesteria di Voltri, ordinano SESTRI ANTICO 289 che le persone che hanno beni in Arenzano siano poste nel libro del fuo-catico della podesteria e vengano tassate. ((.Diversorum X, Reg. 12, p. 64I. MCCI. 1423, 18 Agosto. — Il luogotenente del governatore di Genova e il consiglio degli anziani scrive al podestà di Voltri di assumere informazioni circa la protesta fatta da Lodisina, vedova di Giuliano Cassiccia di Sestri, madre di 7 figli, che sentesi aggravata dai partitori delle avarie del luogo di Sestri. [Diversorum Comunis, Filza II). MCCII. 1423, 28 Agosto. — Gli uomini di Rossiglione e di Ovada, che per la strada di Voltri si recano a Sestri e Genova, devono pagare i diritti del pedaggio. Il 28 agosto 1423 Romino Muribello da Voltri, appaltatore di detto pedaggio, lo subaffita a Giovanni de Odono da Rossiglione colla decorrenza dal i.° marzo 1424 sino al primo marzo 1427 e per il prezzo di L. 112. In Voltri nella rettoria di Leira, nella bottega di detto Romino, e alla presenza di Giorgio Màinerio, di Martino Grillo e di Giovanni Grillo da Voltri. (Atti del not. Pietro Grasso in notari ignoti, sala 74). MCCIII. 1423, 18 Novembre. — Il governatore ducale di Genova scrive al podestà di Voltri di rimproverare i partitori di Sestri, i quali, in occasione d’ una tassa imposta agli uomini di Sestri, tassarono Antonina, vedova di Antonio Cappa da Sestri, contro la comune consuetudine. (Diversorum, c. s.)· MCCIV. 1424, 30 Marzo. — Il governatore ducale ordina a Bartolomeo Valdet-taro, podestà di Voltri, di convocare i rettori e altri ufficiali di Sestri, Pegli ecc. e di tutta la podesteria e di trovar rimedio per le ingiustizie, commesse nella ripartizione del fuocatico. (Diversorum X, Reg. 13). MCCV. 1424, 30 Marzo. — Il governatore ducale di Genova, il consiglio e l’ufficio degli anziani scrivono al podestà di Voltri di rimediare all’ errore in materia di fuocatico, commesso dal rettore rectorie castigloni, il quale numerò nel registro delle avarie la povera donna Marietta, figlia del qm. Pietro Venzano da Sestri. (Diversorum Comunis, Fil^a II). Sestri antico. 19 2 90 SESTRI ANTICO MCCVI. · * · 1425, 13 Giugno. — Giacomo Isolani, cardinale, governatore di Genova per il duca di Milano, e 1’ ufficio di guerra fanno proclamare per la città che nessuna persona, segretamente o apertamente, estragga granaglie dai luoghi di Sestri, Pegli etc. e altri della podesteria di Voltri per recarle ad altri luoghi, fatta eccezione di Genova. Se contravverranno, pagheranno dai io ai ioo fiorini, oltre la combustione della nave. (Diversorum Comunis, Filza III). » MCCVII. 1426, 15 Giugno. — Il cardinale govenatore in Genova e gli anziani sospendono per tre mesi qualsiasi rappresaglia contro gli uomini di Borzoli , Sestri , Pegli e altri della podesteria di Voltri, avuto riguardo alle strettezze, in cui versano detti uomini. (Diversorum X, Reg. 15). I MCCVIII. 1426 .... - Castellino Giovanni è parroco di S. Giovanni Battista de Sexto. (Not. Bartolomeo Foglietta, ppg. 51). MCCIX. 1427, 12 Agosto. - Opizzino de Alzate, luogotenente del cardinale governatore in Genova per il duca di Milano , e gli anziani danno pien facoltà a Galeotto de Casate , podestà di Genova, di punire severam gli uomini di Borzoli, Sestri, Pegli e altri della podesteria di delle podesterie di Polcevera e Bisagno , i quali in gran numero p le armi, aderendo ai nemici del duca di Milano, che tentarono i la città. (Diversorum X, Reg. 16). MCCX. 1427, 29 Dicembre. — Il cardinale governatore in. Genova, e 1 ufficio di guerra costituiscono un magistrato di quattro nobili, che insieme Opizzino de Alzate, commissario ducale, possa assolvere tutti 1 ri del governo e i banditi di Borzoli, Sestri, Pegli e altri luoghi de a P desteria di Voltri e delle podesterie del Bisagno e Polcevera, onae luoghi non rimangano deserti. (Diversorum X, Reg. 18). MCCXI. 1428 , 23 Marzo. — Suor Caterina Selvatica-, abadessa di S. Giacomo di Granarolo , col consenso di nove monache, congregate nella chiesa i S. Vittore , non potendo per le guerre imminenti, senza grave pericolo, SESTRI ANTICO 291 accostarsi al loro monastero, deputano Giovanni Persio e“ Giovanni Bella-ga tnba da Sestri a comparire nella curia pontificia per un’ appellazióne contro la sentenza di sospensione, pronunciata da frate Antonio de Grassi da Castelnuovo , abate di S. Andrea di Sestri, e visitatore di detto monastero di Granarolo. - (Atti del not. Branca Bagnara, Filza^I, foglio 263, Arch. di St. in Genova). MCCXII. 1428, 24 Marzo. — Opizzino de Alzate, commissario ducale, e i quattro ufficiali deputati alle riconciliazioni, accettano la dichiarazione di Onorato Rossi da Sestri, il quale dice che non gli si può imputare alcuna colpa per i delitti dei vicini, non constando che egli sia mai stato disobbediente e contumace. (Diversorum X, Reg. 18). MCCXIII. « 1428, 17 Aprile. — .Suor Isabella Grillo,” priora di S. Giacomo di Granarolo, litigando colla badessa, colle monache e col loro procuratore Giovanni Bellagamba da Sestri, essendo stata tesoriera del convento, compromette in Girolamo Adorno ed Ambrogio Rebuffo. (Not. Branca Bagnara, Filza I, f. 373). MCCXIV. 1429, 19 Maggio. — Il conte Alberico * commissario in Genova per il duca di Milano , ordina che sotto pena di morte nessuno osi accogliere persone provenienti dai luoghi infetti di peste , massimamente dai luoghi di Varazze, Celle , Albissola, Arenzano , Voltri, Pegli, Sestri e ville circonvicine. (Diversorum X, Reg. 17). MCCXV. 1429, 20 Novembre. — Opizzino de Alzate, commissario ducale in Genova, ordina all’ abate di S. Andrea di Sestri di ricevere qualsiasi ammalato di peste, che ivi manderà Bartolomeo da Mulazzo, vicegovernatóre. (Diversorum X, Reg. 17). MCCXVI. 1430, 16 Maggio. — Il governatore ducale e il consiglio degli anziani annullano la condanna fatta a Caterina da Sestri per aver ingiuriata una schiava. (Diversorum, Filza 5). . MCCXVII. > * 1430, 30 Ottobre. — Il governatore ducale di Genova, il consiglio degli anziani e 1’ ufficio di moneta stabiliscono che in quanto alle avarie non venga molestata la famiglia di Nicolò Picembono da Sestri. Espose Ge- 2g2 SESTRI ANTICO rolamo Picembòno che detto Nicolò d’ordine del duca di Milano è trattenuto prigioniero nel castello di Màrignano insieme con molti di Polcevera, che già da tempo furono mandati a Pavia. Egli lasciò nella villa di Multedo la moglie con 7 figli ridotti all’ estrema miseria. (Diversorum, Filza V). MCCXVIII. 1430, 15 Novembre. — Opizzino de Alzate, commissario ducale in Genova , ordina che nessuna persona sotto pena della forca debba venire in Genova sì per mare che per terra da Asti, Pavia, Alessandria, Firenze, Pisa, Lucca, Spezia, Ovada , Levanto, Bargagli, Sestri quod est ab occidente, Rivarolo inferiore e Bussana, dove è la peste. (Diversorum, Filza VI). MCCXIX. 1431, 10 Marzo. — Gaspare e Giano Lercari del qm. Gioffredo danno in locazione una casa posta in burgo Sexti. (Foliatium Notariorum, Voi. II, Parte II, p. 3201). MCCXX. 1431, 8 Agosto. — Opizzino de Alzate, luogotenente ducale in Genova e il consiglio'degli anziani scrivono al regio governatore di A*x’ tandosi che Giovanni Picembono de Sexto, navigando presso la ors c , stato assalito da Ugone Baroni, cittadino di Aix e dallo stesso ep Faccia risarcire i danni. (Litterarum, Reg. V, N. 160, p. 36 v.). MCCXXL 1431, Il Settembre. — Giovanni Bellagamba, cintraco, dichiara di1 a proclamato nei luoghi consueti un decreto di Opizzino d Alzate, com sario ducale in Genova, che vieta 1’ asportazione del frumento ai p Voltri, Sestri, Cornigliano, etc. sino a Portofino, perche ri e (.Diversorum, Filza VI). £ MCCXXII. 1431, 31 Ottobre. — Bartolomeo Capra, arcivescovo di Milano, gover^ natore in Genova per il duca di Milano, e 1’ ufficio di Bailia scrlv0"°. “ Maonesi ed a tutto il popolo di Scio e al podestà di Pera. Dopo a glia che sostennero coi Veneti, Barnaba Adorno coi Veneti an 0 stri, recando truppe equestri e pedestri del marchese di Mon erra 0. aspettò per alcuni giorni le galee dei Veneti, vinte le quali era sta ^ stretto a ridursi a Portopisano. Giunse dalla Polcevera Nicolò Pianino, mandato dal duca di Milano; a Sestri si combattè, e Barnaba Adorno e lo stesso Commissario dei Veneti venne fatto prigioniero. Egli confesso che i Veneziani volevano dar Savona al marchese di Monferrato. (Litterarum, Reg. V, N. 281). sestri antico 2Q3 MCCXXIII. 'V, 1431, 18 Dicembre. — Oldrado de Lampugnano, luogotenente ducale in Genova, e il consiglio degli anziani trasmettono ad Opizzino d’Alzate, commissario ducale, e all’ ufficio di Moneta una supplica degli uomini de Sexteno Ville Sexti. Essi espongono che nei giorni passati furono ridotti all’ estrema indigenza per il saccheggio, dato alle lor case. Nulla ad essi più rimane di beni, frumento e vestimenti, e la maggior parte dorme sulla paglia e sul fieno. Per il riscatto dei loro figli mutuarono grandi somme. Come se questo non bastasse, il podestà di Voltri ogni giorno li minaccia di sequestri. Domandano un riparo, altrimenti essi, fedeli servi del governo del duca di Milano, moriranno di fame. (Diversorum, Filza VI). MCCXXIV. 1433, 12 Gennaio. — Il governatore ducale in Genova ed il consiglio degli anziani incaricano 1’ ufficio della spesa ordinaria di assumere informazioni intorno ad Antonio Migone da Sestri, figlio di Raffaele, il quale chiese di venire ad abitare in Genova, aprendo bottega da orefice. (.Diversorum, Filza VII). MCCXXV. 1433, 23 Ottobre. — Il luogotenente ducale e il consiglio degli anziani pregano i Protettori delle Compere di S. Giorgio di trattare con misericordia Giovanni Cappa da Sestri, battiloro. Questi 17 anni or sono, quindicenne, andò a Siviglia, dove fu preso dai saraceni del regno di Granata e incarcerato, finché fu liberato da Nicolò Spinola. Chiede ora di esercitare la sua arte in Genova , senza essere molestato dagli esattori delle avarie. (Diversorum, Filza VII). MCCXXVI. 1433, 19 Novembre. — Gli ufficiali dell’ ufficio delle spese stabiliscono che Giovanni Calvi da Sestri possa venire ad abitare in Genova, pagando per 5 anni L: 2 e soldi 10 all’anno. Questi avea supplicato il governatore locale che stante le angherie fattegli dal podestà di Voltri non poteva più abitare a Sestri. (Diversorum, Filza VII). MCCXXVII. (434,,.. — Cappellania fondata da prete Melchiorre Fatinanti sotto il titolo di S. Giovanni Battista nella chiesa di S. Maria della Costa di Sestri con L. 228 'di capitale. (Cartulario C. del Banco di S. Giorgio, Arcli. ili St. in Genova). 294 SESTRI ANTICO MCC XXVIII. 1435, 25 Maggio. — Tommaso da Credenza, cancelliere del Comune, avvisa Nicolò de Varcio, podestà di Voltri, che d’ordine dèi consiglio degli anziani non vada a Savona, a richiesta di Francesco Barbavara luogotenente ducale in Savona, nè vi mandi alcun uomo di Borzogli, Sestri, Pegli ed altri della podesteria. (Diversorum X, Reg. 22). MCCXXIX. 1435, 22 Ottobre. — Pietro de Georgiis da Pavia, arcivescovo di Genova, considerando che la chiesa campestre e senza cura di S. Alberto de Sexto, che fu costruita sui monti di detto luogo, minaccia rovina, a riparare la quale i massari ed i parrocchiani della chiesa di S. Giovanni di detto luogo non vogliono addivenire a proprie spese , desiderando egli percio che la stessa chiesa sia al presente riparata e col consenso di prete Donato de Mari, rettore di detta chiesa, per il bene ed il vantaggio di detta chiesa di S. Alberto, e affinché la stessa chiesa prestamente abbia venerazione in perpetuo, la unisce, 1’ annette, l’incorpora, e la aggrega con la chiesa di S. Giovanni de Sexto, presente à questo atto ed accettante prete Baldassare de Castagnola, rettore della chiesa di S. Giovanni, 1 assog^ getta, e la sottomette in perpetuo alla cura ed al governo di lui con tutti i diritti e le pertinenze. Vuole però che ogni anno i massari della chiesa di S. Giovanni sieno tenuti ed obbligati a dare ed a pagare al mento vato prete Donato, finché vivrà, lire due di genovini, cominciando 1 anno nel Natale di N. Signore, prossimo venturo. Dopo la vita di ^ detto Donato, detta chiesa sia libera, ed i massari predetti sieno scio ti a o bligo delle lire due ogni anno come sopra. (Not. Bartolomeo Foglietta, Reg; V, Areh. Parroch. p. 43°. - Poc''· Miscellanea Λ .V°^guri'a pag. 70. Bibl. Civica Berio in Genova. - Schiaffino, Memorie di Multedo, Ad annum. Sacra, I, 126). MCCXXX. 1436, 4 Agosto. — Pietro de Georgiis da Pavia, arcivescovo di Genova, ordina chierico Pietro de Pranceschi. L’ordinazione è fatta in villa Sexti, nella casa di Ambrogio Grillo, dove risiede detto arcivescovo. (Not. Andrea de Cairo, Filza 50, f. 95, Arch. di St. in Genova). MCCXXXI. 1437, 14 Aprile. — Nicolò Chiappori, Simonino Casella, Giovanni Forte, Agostino Mascardo e Raffaele Costo, alla presenza di Nicolò Mone e i Paganino da Castiglione, protestano per essere stati danneggiati 1 oro p scoli, posti nella rettoria del Priano. , .. In Sestri, nella rettoria di Castiglione, in una casa scoperta, ove e i macello di Raffaele Basso.. (Notari Ignoti, Filza LIX). SESTRI antico MCCXXXII. 1437, 26 Aprile. -- Prete Bartolomeo di Negro dell’ordine di Mortara, priore di S. Maria del Priano e Antonio de Albereto , litigando fra loro, eleggono arbitro il notaio Giovanni de Celsa da Sestri. In Sestri, nella rettoria del Priano, nel chiostro di detta chiesa. (Notali Ignoti, Filza LIX). MCCXXXIII. 1437, 3 Maggio. — L’abate del monastero di S. Andrea di Sestri dà a livello per nove anni e per 15 lire annue di terratico alcuni campi, castagneti, boschi e terre di detto monastero nel luogo di Voltaggio. (Atti 3el notaio Cristoforo de Rapallo, Filza I). MCCXXXIV 1437, 17 Agosto. — Benedetto Guascone, podestà di Polcevera, ad istanza di Baldassarre Cipolla da Fegino, fratello di Orietta, moglie del qm. Andrea Chiappori da Sestri, decreta che detta Orietta possegga alcuni beni del qm. Andrea Chiappori. (Notaro c. s.). MCCXXXV. 1437, 18 Settembre. — Giacomo de Bardi da S. Salvatore, professore di grammatica in Sestri, alla presenza di Pietro di Bosco , barbiere , costituisce procuratore il figlio Ottaviano. In Sestri, nella rettoria di Castiglione. (Notari Ignoti, Filza LIX). MCCXXXVI. 1437, 30 Settembre. — Francesco Balestrino del qm. Bartolomeo, alla presenza di Giacomo Bagnara e di Pietro Sommariva, vende a Giovanna de Puteo una schiava d’anni 18 de progenie rubrorum per L. 145. In Sestri, nel territorio del Priano, presso il Chiaravagna, dove abita detto Balestrino. (Notari Ignoti, Filza LIX). MCCXXXVII. 1437, I Novembre. — Gerardo Cappa del qm. Antonio da una parte, e Bertino de Natino di Giovanni dall’ altra, alla presenza di Giovanni Mi-gone , di Antonio Falapace e di Antonio Balestrino, costituiscono arbitro Luca Mascardi e Bartolomeo Costo per estimare una quantità di perle, zaffiri, diamanti, anelli, coralli e altre cose preziose, che hanno in comune. In Sestri, nella rettoria di Castiglionè. (Notari Ignoti, Filza LIX). 296 SESTRI ANTICO MCCXXXVIIL 1437, 15 Novembre. — Gli abati di S. Siro, S. Stefano, S. Maria del Zerbino e S. Fruttuoso di Capodimonte, avendo ricevuto speciale mandato dal Pontefice di trovarsi in Ferrara per la festa di S. Martino per la celebrazione del sacro concilio , considerando la loro grave età, eleggono procuratori e nunzi gli abati di S. Andrea di Sestri e di S. Bartolomeo del Fossato, coll’ ordine di comparire in detta città e scusarli presso il Pontefice. (Atti del notaro Cristoforo de Rapallo, Filza 1). MCCXXXIX- 1437, 12 Dicembre. — Il doge e gli anziani ordinano ad Antonio Cattaneo di restituire L. 5 a Marietta de Montaldo da Sestri, vedova di Giacomo Sòierio di Alessandria. (Diversorum X, Reg. 24). MCCXL. 1438, 27 Gennaio. — Frate Gregorio da Camogli, abate di S. Andrea di Sestri , essendo chiamato a Ferrara pel concilio , non volendo privare di pastore il monastero , nomina in suo luogotenente frate Giacomo ^ Ini periale, abate del monastero di Santo Stefano di Genova, finché sarà di ritorno da Ferrara. E successivamente costituisce suoi sindaci e vicari prete Luchino di Spezia, rettore della chiesa di S. Giacomo di Cornigliano, e frate Battista da Camogli, suo fratello, a trattare tutte le cose di esso mo nastero, col consiglio e 1’ autorità del prefato luogotenente. (Not. Cristoforo de Rapallo, Filza I). MCCXLI. 1438, 6 Febbraio. — Giordano, vescovo di Sabina, scrive all arcivescovo di Genova di accordare dispensa di matrimonio fra Paolo Casiccia a stri e Antonia figlia di Stefano Galicio. Da Ferrara. (Notari Biagio Foglietta e Domenico Burzone). MCCXLII. 1438, 8 Marzo. — Mitrio, vescovo di Sisteron, avendo avuto 1 incarico di riformare i monasteri dell’ ordine cisterciense in Italia , scrive a Gioa chino de Glusiano , abate di S. Maria del Zerbino, e gli commette la cura di riformare i monasteri di Fassolo, di S. Agata, S. Colombano , S. Già como di Granarolo e S. Pietro di Prato, già stati affidati alla cura di frate Gregorio, abate di S. Andrea di Sestri, il quale espose al pontefice Eugenio IV di non potere ciò fare. Da Ferrara. (Not. Andrea de Cairo, Filza 50, Parte II, f. 120). sestri antico 297 1438 MCCXLIIL Nicolò Mig-oi^arf° ' ^ ^omrnaso Campofregoso accorda licenza a cotti in I omba d& d* condurre colle sue bestie 15 some di pesci (Litterarum, Re[>- v, „ £· VI, N. 848, p. 264). MCCXLIV. scuola, e mo^r^6 · ®r^da> figlia di Giacomo de Boardi, maestro di Presso’ la chilÌ * R°SSÌ fa testamento· Vuol essere sepolta Martino 1 ' ovarin* Battista. Istituisce eredi i figli Giacomo e Sestri, nella rettoria di Castiglione. (Notari Ignoti, Kilza uX). MCCXLV. di Sestri Hi»~ Frate Gregorio, abate del monastero di S. Andrea con ca^a cit- ? ocaz'°ne ad Antonio di Serreto da Polcevera un molino Not et’t t0 nelk VÌlk dÌ Pe?U nel luogo detto VareneetT (Not. Cristoforo de Rapallo, Filza I). mccxlvi. garo, prevost^iTi'i'6 ~ ^ pontefice Eugenio IV scrive a Francesco Bui-chiesa non / η· C. MCCCni. 1449, 20 Settembre. — Il doge ordina al nobile Domenico Dentuto, patrono d una nave, di consegnare Nicolò Natino da Sestri, da lui trattenuto, a Pietro Cappa, Bartolomeo Bastori e Oberto de Celsa. (.Diversorum X, Reg. 49). MCCCIV. 1449, I Ottobre. — Gli ufficiali del mare, dovendo ripartire le spese fatte per l’armamento di galee, tassano i paesi di Cogoleto, Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri in L. 150. (.Diversorum X, Reg. 4S). MCCCV. 1449, 27 Novembre. — Il doge e il consiglio degli anziani prorogano una causa per lite, vertente tra i sestresi Giacomo Porchetto e Oberto Natino. (Diversorum X, Reg. 49), MCCCVI. 1449, 17 Dicembre. — Il doge e gli anziani permettono a Domenichina, figlia di Negro Ferretti da Sestri, di conseguir la sua dote sui beni del marito, che va in miseria. (Diversorum X, Reg. 4g). MCCCVII. 1449. — Il cenobio e la chiesa di S. Maria di Priano sulla sinistra sponda del torrente Chiaravagna passa ai canonici regolari di S. Giovanni Laterano. (Remondini, Parrocchie, Reg. XIV, p. 327-2S). Cfr. il N. MCCCXXXV. 3°S SESTRI ANTICO MCCCVIII. 0- ·. 1450, 9 Febbraio. — Il doge Ludovico Campofregoso scrive a Spineta Campofregoso , capitano della Spezia, di amministrar giustizia nella lite, vertente fra Paolo Maruffo e Pietro Cappa da Sestri. (Litterarum Reg. XVII, N. 1775, f. 379). MCCCIX. 1450, 13 Febbraio. — Il doge raccomanda al Pontefice Giacomo Giudice , vicario della chiesa di S. Maria di Coronato, che da lungo tempo litiga coll abate di S. Andrea di Sestri. (.Litterarum, Reg. XVII, N. 1799, f. 3S3v). MCCCX. 1450, 21 Febbraio. — Il doge di Genova sentiti molti abitanti ville Sanctipetnarene Sexti et aliorum locorum che esposero essersi fatto un decreto in favore dell’arte dei formaggiari, il quale lede i loro diritti, non potendo più negoziare nelle lor ville, decreta che venga sospeso. (.Diversorum, Filza XVIII). MCCCXI. 1450, 6 Maggio. — « Giacomo Imperiale arcivescovo di Genova^ con cede facoltà a Nicolò Casiccio Fr. Lazaro de Michelino ed agli altri eremiti di S. Girolamo , quivi abitanti, cioè nella chiesa di S. Maria della Costa, che possano fabbricare una nuova chiesa con chiostro e campanile, come da scrittura rogata dal notaro Andrea de Cario e ordinò che Fr. Gregorio de Camogli abate di S. Andrea di Sestri ponesse la prima pietra nella nuova fabbrica che egli fece nel 29 Giugno 1450 ». (Not. Giuliano Casella ; — Giscardi, Orig. delle Chiese MS., p. 335, reg. parrocch. I, PaK- ^ ® netto, Stona eccles. voi. II, p. 251; — Accinelli, Liguria sacra, I, p. 4Z3; — Belgrano, op. cit. p. *5 » ^ ^ colò Cassisela, rettore generale dei Padri Girolamini, apparisce nel 1450, come dal Catalogo genera e nonico Luigi Grassi, Cenni storici sulla Liguria, p. 218'. Pare noqdimeno (dopo la benedizione della prima pietra) che la fabbrica rimanesse ben tosto interrotta, nè si ripigliasse che molto più tardi ; perchè due iscrizioni che si leggono nei pilastri del presbiterio ci insegnano che fra Girolamo Narice curò la ere^ zioìie di questa chiesa dai fondamenti nel 1512 e che Domenico di Corvara, vescovo Sebate, la consecrò sotto l’invocazione della Annunciata nel 29 settembre del i5l&· MCCCXII. 1450, 20 Maggio. — Il doge scrive al podestà di Voltri di avvisare tutti coloro, che -hanno leudi e barche nei lidi di Cogoleto, Arenzano, Pegli» Sestri e altri della podesteria, che di notte li privino di vele e remi e altri ordigni, in modo che non possano essere varati. (Diversorum X, Reg. 52). SESTRI ANTICO 309 MCCCXHL 1450, 30 Maggio. — È concessa enfiteusi a favore di Giuliano Casella dal parroco di S. Giovanni Battista de Sexto in atti del notaro Andrea Cairo estensore del detto instrumento, rogato dal notaro Giambattista Castiglione, con canone di lire cinque e soldi cinque. (Memorie dell’archivio parrocchiale di S. Giovanni Battista). MCCCXIV. 1451, I Agosto. — Il pontefice Nicolò V, avendo riservato per se quattro benefizii nelle diocesi di Genova e di Savona, scrive all’abate di San-t Andrea di Sestri di conferirli al chierico Paolo Campofregoso, che ha 1 età di 21 anni. « Nobilitatis generis vite ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza VII, f. 261). MCCCXV. 1451, 7 Agosto. — Sono spedite le lettere apostoliche di Nicolò V, romano pontefice, con che è ordinata l’unione della chiesa di S. Maria di Cascinelle a 6 miglia da Genova in Sestri Ponente, al monastero di San Nicolo del Boschetto. (Gabriel Penoto, Istoria trapartita dei Canonici Regolari, p. 449! — Giscardi, Origine delle Chiese MS., P» 335). MCCCXVI. 1451, 7 Ottobre. — Il capitano Pandolfo da Campofregoso scrive al-suo amico Bartolomeo Costo, dimorante in Sestri, di recarsi in Genova, avendo bisogno di parlare con lui. (Litterarum Communis, Reg. IX, N. 387, f. 142!. MCCCXVII. 1451, 25 Ottobre. — Il doge Pietro Campofregoso scrive al re d’ Ar-ragona e Sicilia. Si lamenta perchè alcuni suoi sudditi presso Cotrone derubarono il naviglio di Paolo Barrilario da Sestri. — Altra lettera scritta ad Arone Cibo, regio consigliere, per lo stesso soggetto. (Litterarum, Reg. XV, N. 1164-1165, f. 31S). Arone Cibo fu il padre del pontefice Innocenzo Vili. MCCCXVIIL x 1451, 17 Dicembre. — Il doge Pietro Campofregoso scrive al Pontefice che l’abate' di S. Andrea di Sestri è in fine di vita. In caso di morte accordi l’abazia a suo fratello Paolo. (Litterarum, Reg. XVIII. N. 679, p. 157). 3io SESTRI ANTICO MCCCXIX. 1451, 22 Dicembre. — Il doge Pietro Campofregoso scrive al Papa e gli annunzia la morte dell’abate di S. Andrea di Sestri. Lo prega di dare in commenda 1’ abazia al fratello Paolo. (Litterarum, Reg, XVIII, N. 693, f. 159). MCCCXX. 1451, 27 Dicembre. — Il pontefice Nicolò V scrive a Paolo Campofre-g'oso, canonico di Savona e protonotario apostolico. Lo elegge abate di S. Andrea di Sestri, essendo morto l’abate Gregorio da Camogli. E detto che l’abazia ha di reddito 350 fiorini d’oro all’anno. «Personam tuam nobis ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza Vili, f. 304). MCCCXXI. 1451, 27 Dicembre. — Il pontefice Nicolò V scrive ai monaci di S. Andrea di Sestri di annunciare la nomina del nuovo abate di S. Andrea di Sestri, di accoglierlo con riverenza e di prestargli la debita obbedienza. « Ho die dilecto filio ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza Vili, f. 304). MCCCXXII. 1451, 27 Dicembre. - Il pontefice Nicolò V scrive ai vassalli del monastero di S. Andrea di Sestri di essere fedeli al nuovo abate e di sai vare i diritti. « Hodie monasterium sancti ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza Vili, f. 304). MCCCXXIII. 1452, Il Gennaio. — Il doge Pietro Campofregoso ringrazia il por*te fice per aver conferita l’abbazia di S. Andrea di Sestri al fratello Pao o. (Litterarum, Reg. XV11I N. 1314, f. 312). MCCCXXIV. 1452, Il Febbraio. — Il doge e gli anziani decretano che Battista Rosso, figlio di Pasqualino da Sestri, come debitore di Antonio Marabotto possa entrare domani nelle carceri della Malapaga. (Diversorum X, Reg. 55). MCCCXXV. 1452, 28 Marzo. — Il doge e gli anziani affidano all’esame dell ll^c^ di mercanzia la lite tra il nobile Antonio Marabotto e Pietro Cappa a Sestri. (Diversorum X, Reg. 55). SESXRT ANTICO MCCCXXVI. 1452, 2 Marzo. — Giacomo Imperiale, arcivescovo di Genova, stende il decreto con che permette ai Girolamini Nicolò de Cassissa e Lazzaro de Michelini di erigere nel romitorio di S. Maria della Costa del Gazzo della villa di Sestri una cappella o un oratorio con campanile etc. come sopra. (Arch. Parroch. di Sestri; — Giscardi, Origine delle Chiese MS., p. 329 al 6 Agosto). MCCCXXVII. 1452, 12 Marzo. — Luchino de Trottis da Castellazzo , maestro di scuola, procuratore di Paolo Campofregoso, protonotario apostolico, canonico della chiesa maggiore di Savona e commendatore di S. Andrea di Sestri, alla presenza dei frati Battista di Camogli, priore claustrale, di Benedetto da Vercelli, di Lorenzo da Camogli, e di Giacomo de Maiolo di Arenzano, tesse l’inventario dei beni dell’ abazia. (Not. Andrea de Caiio, Filza Vili, f. 71). Fra i libri della chiesa son notati: breviarium unum magnum in carta coopertum tabulis sine corio; antifonarium antiquum tabulis et corio rubeo coopertum; alia tria antifo-naria magni voluminis cum tabulis coopertis corio ; epistolarium cum tabulis coopertum corio gamelino quod incipit in rubro in vigilia nativitatis Domini ; psalteria duo prò choro unum cum tabulis coopertum corio rubeo veteri et aliud similiter cum tabulis disquaternatiiii tale quale ; alius liber regule santi Benedicti cum martirologio insimul cum tabulis coopertis corio albo qui incipit in rubro in vigilia natalis domini et in nigro Apud Antiochiam ; libri duo collectarii cum tabulis alter corio albo alius vero corio rubro cooperti ; alius liber constitutionum ordinis cisterciensis cum tabulis coopertus corio rubro qui incipit in rubro Incipiunt capitula ecclesiastica et officiorum; libri duo himno-rum cum tabulis alter nigro alter rubro coriis cooperti ; alius liber subtilis notatus 111 cantu qui incipit in rubro In festo sancti Andree Introitus cum tabulis partim coopertis corio rubeo ; alius liber parvus pro benedictione aquarum antiquus coopertus corio albo rubro talis qualis. Fra i libri della sacristia son notati : liber unus antiquus magni voluminis passiona-rius sive legendarum sanctorum cum tabulis coopertis corio rubro qui incipit in rubro tertio Kalendas Aprilis in civitate Astensi et in nigro regnante Adriano Imperatore ; mis-sale unum bonum cum tabulis coopertum corio rubeo quod incipit post Kalendarium in rubro dominica prima de Adventu ; missale unum vetus coopertum corio camelino; alius liber antiquus cum tabulis discopertis in quo scripte et annotate sunt possessiones dicti Monasterii santi Andree ; alius liber magni voluminis de Civitate dei nuncupatus qui Incipit in rubro In nomine domini Incipit liber de civitate dei beati Augustini et in nigro Gloriosissimam civitatem dei ; item alius liber historiarum sanctorum cum tabulis coopertis corio nigro lacerato qui Incipit in rubro In natale sancte Marie Magdalene et in nigro Iosephus narrat; alius liber magni voluminus antiquus coopertus corio nigro qui incipit in rubro Incipiunt capitula libri 'XX Quamvis omnium scientiam et doctrinam in quo descripta sunt nonnulla capitula; alius liber lectionum sanctorum per totum annum annum cum tabulis coopertis corio gamelino veteri qui incipit in rubro In natale sancti Stephani protomartiris ; alius liber Regum magni voluminis coopertus corio albo qui incipit in nigro Incipit prefatio sancti leronimi presbiteri in libro Regum et in nigro vi-gintiduas esse litteras; alius liber Omeliarum cum tabulis novis coopertis corio albo partim qui incipit in tercia carta in rubro Omelia venerabilis Bede presbiteri ; alius liber 312 SESTRI ANTICO divinarum historiarum beati Ieronimi coopertus corio Albo qui incipit in rubro Incipit Epistola sancti Ieronimi presbiteri et in nigro frater Ambrosius ; alius liber magni voluminis Epistole beati Gregorii cum tabulis discopertis qui incipit in rubro in littera grossa Incipit Epistola beati Gregorii pape urbis Rome; alius liber lectionarius de Adventu magni voluminis coopertus corio albo qui incipit in rubro Incipit prologus sancti Ieronimi presbiteri in Isaia propheta; alius liber magni voluminis cum tabulis discopertis cui deest principium et incipit in nigro david filius iesse et in litera magna incipit Beatus vir qui non abiit; alius liber coopertus tabulis'cum corio nigro et lacerato qui incipit in nigro de eo quod dicit in quo est expositio evangeliorum ; alius liber coopertus tabulis cum corio nigro lacerato qui incipit in rubro dominica prima de Adventu domini et in nigro In illo tempore dixit yeshus discipulis suis; alius liber Antifonarium nuncupatus cum tabulis coopertis corio gamelino qui incipit in rubro dominica prima de Adventu domini; alius liber antiquus cum tabulis sine corio qui incipit in rubro dominica prima de Adventu domini et in nigro Ecce dies ; alius liber coopertus corio nigro qui incipit in rubro Incipit expositio domini Bernardi primi Abbatis clarevallis super cantica canticorum ; alius liber cum tabulis coopertis corio albo qui incipit in rubro Incipit liber Bru-cEardi de universis constitutionibus sanctorum patrum et in littera grossa Bruchardus; alius liber lectionarius cum tabulis coopertis corio lacerato qui incipit in rubro quibus festivitas omnium sanctorum evenerit V feria et in nigro Anno centesimo; antifonarium unum antiquum cum tabulis coopertis corio rubro qui incipit In natale XI milium virginum; liber unus notatus in carta sine tabulis officii de Eucharistia ; graduale unum antiquum coopertum corio nigro qui Incipit Virgo hodie fidelis ; evangelistarium unum cum una tabula quod Incipit in rubro In vigilia nativitatis domini sequentia sancti Evangelii secundum Matheum et in nigro cum esset desponsata; liber unus proverbiorum coopertus corio nigro unica tabula qui incipit iungat epistola quos iungit sacerdotium; alius liber parvus Evangelistarius qui incipit in rubro frater mi ; liber unus sermonum coopertus corio albo qui incipit in rubro dominica prima de Adventu Sermo beati Ambrosii Archiepiscopi ; alius liber antiquus coopertus corio et lacerato qui incipit Incipit collatio prima et in nigro cum in cenobio; alius liber coopertus corio albo partim in cartis membranis et partim papiris coopertus corio albo qui Incipit verum ; alius liber cum tabulis discopertis cuius rubrica Incipit prefatio Ieronimi presbiteri ; alius liber coopertus corio rubro qui incipit in rubro Incipit sermo de assumptione beate Marie; Alia septem volumina; Quatuor libri diversorum annorum rationum pensionum et introituum dicti monasterii; certa patasia sive volumina librorum diversorum sine tabulis. È notato inoltre: calix unus argenti supradeaurati cum sua patena; crux una argenti supradeaufata in qua est de ligno vere et sancte crucis; maiestas una parva ossisiin qua sunt certe reliquie sanctorum; pastorale unum ossium fulcitum per abbatem; pianeta una veluti celestini cum duabus tunicelis et toto suo furnimento ; pianeta una clameloti celestini cum suo furnimento; palium unum camocati cremixi pro altari ; tobalie pro altaribus numero sex; crux una ligna supradeaurata; cote quatuor tele; toagiolete due subtilis brocat^ auro et diversis coloribus sericis; pluviale unum nigrum pro defunctis; pluviale unum antiquum contextus aureum diversorum colorum ; tunicele sex sindonis vir-milii ; camixi òcto; capsieta una elephantis in qua sunt capita duo videlicet sancte Barbare et sancti Simonis ; pianeta una serica diversorum colorum cum suis furnimentis; pianeta alba pro quadragesima cum suis furnimentis; alia pianeta nigra pro defunctis. MCCCXXVIII. 1452, 15 Marzo — Il doge e gli anziani decretano che l’ufficio di moneta paghi l’importo del biscotto a Guirardo de Sabaudia, e che durante la guerra del Finale fu consegnato a Gregorio Bosio da Sestri. (Diversorum X, Reg. 55). SESTRI ANTICO MCCCXXIX. 1452, 14 Aprile. — Il doge ordina che per sei mesi non vengano molestati i fratelli Lorenzo e Guirardo Cappa da Sestri, a proposito di alcune somme dovute. (Diversorum X, Reg. 55). MCCCXXX. 1452, 20 Giugno. — Nicolò Migone da Sestri promette al doge e al consiglio degli anziani che si contenterà d’una multa sino a 300, lire, nella quale verrà condannato da apposito magistrato. (Diversorum X. Reg. 49) MCCCXXXI. 1452, 9 Agosto. — Il doge e gli anziani esaminano le liti, vertenti tra Pomellina, figlia di Giorgio Chiappori, vedova di Nicolò Peloso da Sestri da una parte, e Salvatore Cusio, sardo, dall’ altra. (Diversorum X, Reg. 55), MCCCXXXII. 1452, 7 Ottobre. — Il pontefice Nicolò V scrive al prevosto di S. Ambrogio di Genova di permettere al Rev. Baldassarre de Castagnola già Scarlazza, rettore di S. Giovanni di Sestri, di trasferirsi al monastero di S. Savino di Piacenza dell’ ordine di S. Benedetto. « Cupientibus vitavi ducere. » Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza X, f. 125'. MCCCXXXIIL 1452, 7 Ottobre. — Il pontefice Nicolò V scrive al prevosto di S. Ambrogio di conferire il priorato di S. Vittoria di Libiola a Baldassarre de Castagnola, rettore di S. Giovanni di Sestri « Dignum arbitraimcr etc.... » Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza X, f. 142). MCCCXXXIV. 1452, 23 Dicembre. — Il fratello Giacomo de Michelino eremitano del cenobio di S. Maria della Costa, del Gazzo, di Sexto, dall’ordinario è promosso all ordine del diaconato. (Not. Audiea de Cairo, Filza X, f. 313. — Remondini, op.iit. Reg, XIV, p. 252). MCCCXXXV. 1453, 23 Gennaio. — Il pontefice Nicolò scrive a Lazaro Lipora, abate di S. Bartolomeo del Fossato. I canonici Lateranensi esposero che Bar- · tolomeo di Negro, priore del priorato di S. Maria del Priano di Sestri 3 14 SESTRI ANTICO dell’ordine di S. Agostino e membro della prepositura di S. Croce di Mortara venne amosso, e deputato in coadiutore un certo Giacomo de Mag-dalena, monaco di S. Benedetto, che lo resse per più anni. Questi, avendo ottenuto altri benefizi!, supplicò di unire il priorato a quello di S. leo-doro in Genova. — L’informi della verità e faccia detta unione. Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza, IX, f. 251). MCCCXXXVI. 1453, 17 Marzo. — Il doge e il consiglio degli anziani approvano il • compromesso, che nel vicario del podestà fecero Luca e Bartolomeo da Sestri, orefici, che da lungo tempo litigavano tra loro. (Diversorum X, Reg. 20). MCCCXXXVII. 1453, 4 Maggio. — Gli uomini di Sestri eleggono i presidi e prefetti a perseguire i banditi. — Nella rettoria di Castiglione vengono eletti Ghirardo Cappa , Antonio Castagneto , Nicolò Ilione , Simone Costo. —-Nella rettoria di Lardara, Andrea Restano, Antonio Cusuccio, Adorno di Negro, Nicolò Λ iale. — Nella rettoria del Gazzo Pasqualino Rosso, Ni colo Natino , Giacomo Yenzano , Cristoforo Rombo. — Nella rettoria di Surripa Bartolomeo Mascardo, Nicolò Vigo , Luca Chiappori e Andrea Galierio. (Diversorum, Filza 20). MCCCXXXVIII. 1454, 14 Febbraio. — Bertola Rosso del qm. Giovanni da Sestri, maestro d ascia, di anni 28, promette di far parte della flottiglia, preparata contro il re d’Aragona. (Diversorum X, Reg. 59). MCCCXXXIX. 1454, 20 Febbraio. — I fratelli Lorenzo d’anni 25, Antonio d anni 30, Cosimo d anni 28, figli di Andrea Natino, e Giovanni Aicardo figlio de qm. Maurizio d’anni 34, tutti di Sestri, promettono d’imbarcarsi sulla flot tiglia, armata contro il re d’Aragona. Per essi prestano garanzia Giovanni Tagliavacca e Giovanni del qm. Tommaso Chiappori, tessitore di panni di seta al Molo, tutti di Sestri. (Diversorum X, Reg. 59). MCCCXL. 1455, 22 Febbraio. — Tommaso Tagliavacca del qm Giacomo d’anni 39-Pietro Riccio del qm. Pietruccio d’anni 37, Nicolò de Garresio del qnu Odino d’ anni 29 , tutti di Sestri, promettono d’imbarcarsi sulla flottiglia, armata contro il re d’ Aragona. Prestano garanzia per il primo Antonio Tagliavacca, calzolaio da Sestri. (Diversorum X, Reg. 59), SESTRI ANTICO 315 MCCCXLI. 1454, 23 febbraio. — I sestresi Bartolomeo de Labaino del qm. Giovani d anni 27, Michele Sommariva del qm. Stefano d’anni 41, Giovanni degli Illioni di Nicolò d’ anni 29, promettono d’imbarcarsi sulla flottiglia, armata contro il re d’ Aragona. (.Diversorum X, Reg. 59). MCCCXLII. 1454, 26 Febbraio. — Pandolfo Bolasco del qm. Bartolomeo da Sestri danni 26, promette d’imbarcarsi sulla flottiglia, armata contro il re d’A-ragona. (,Diversorum X, Reg. 59). MCCCXLIIL 1454, 13 Marzo. — Domenico Cappa da Sestri, figlio di Pietro, promette di andare sulle galee, armate contro il re d’Aragona. — Presta garanzia Lorenzo Cappa del qm. Antonio da Sestri. [Diversorum X, Reg, 59), MCCCXLIV. 1454 14 Marzo. — Bartolomeo di Castagneto del qm. Antonio da Sestri promette di andare sulle galee armate contro il re d’Aragona. (Diversorum X, Reg. 59). MCCCXLV. 1454, 16 Marzo. Il doge proroga ancora per due anni 1’ uffìzio di pesar la calcina a Luca de Costo da Sestri. (Litterarum, Reg. XVIII B, N. 55, c. 13). MCCCXLVI. 1454, 20 Marzo. — Antonio de Costa figlio di Giovanni e Battistino de Castagneto del qm. Antonio, ambi di Sestri, promettono di andare sulle galee armate contro il re d’Aragona. (Diversorum X, Reg. 59). MCCCXLVII. 1454, 30 Luglio. — Il doge scrive agli uomini della podesteria di Voltri. Avendo sentito che alcuni di Polcevera vogliono offendere gli uomini di Sestri, li difendano colle armi in pugno, nè permettano che venga ad essi fatta la minima offesa. (Litterarnm Reg. XV, N. 1643, f. 461). 316 SESTRI ANTICO MCCCXLVIII. 1454, 23 Ottobre. — Il doge e gli ufficiali di provvigione ordinano a Erasmo Zucarello, Nicolò Balestrino, Andrea Restano, Giovanni Marchesano , Cristoforo Mangiamarchi, Antonio Scaferna, Pier Andrea Costo, Bertino Chiappori, Battista Rosso, Giovanni Mantova , Cogino e Tommaso Costo, Bartolomeo Buzallino, tutti di Sestri, e a Tommaso Ratto, Andrea, maestro di scuola, Pietro Maruffo e Pietro Grasso, tutti di Voltri, di presentarsi la mattina del 25 al cospetto ducale, sotto pena di 100 ducati per ciascuno, da applicarsi al Castelletto. [Diversorum X, Reg. 58). MCCCXLIX. 1454, 14 Dicembre. — Il doge Pietro Campofregoso scrive a Pietro Grasso da Λ oltri di far sì che gli uomini di Sestri, Pegli etc. e gli altri della podesteria di V oltri, che devono venire a Genova domani, vengano senza armi. (Liiierarum, Reg. IX, N. s38j f 4Qo) MCCCL. 1455, 18 Giugno. — Gerardo Cappa da Sestri, alla presenza di prete Baldassarre de Castagnola, rettore di S. Giovanni Battista di Sestri, e di Negro Boccardo da Sestri, promette di osservare la commissione fattagli dal doge. (Diversorum, Filza 21). MCCCLI. 1455, 9 Luglio. Spinetta, figlia di Matteo de Semino, e moglie di erolamo Raggio seatiere, come erede del suo primo marito Onorato Rosso, ^ e avendo i diritti acquisiti sull’ospedali di Sestri, posto nella rettoria di Lardara, costituisce procuratore suo marito e Paolo Raggio notaro. In Genova. (Pandette Richeriane, N. 545, f. 1026). MCCCLII. 1455, 22 Ottobre. — Il doge e l’ufficio di Bailia marittima ordinano con sìtlibus et smdico Sexti di far venire in Genova Simone Balestrino, Ber^ tola Rossi, Simone e Lazino de Natino, debitori del Comune, altrimenti si arresteranno tutti gli uomini di Sestri, e s’impediranno i loro navigli· (Diversorum X, Busta 67a). MCCCLIII. 1455, 14 Dicembre. — Il doge, avendo inviato Andrea Vallesturla nella podesteria di Voltri e specialmente nella villa di Pegli, per fare una provvigione di leudi, ordina ai rettori di Arenzano, .Sestri e altri della podesteria, di ubbidirgli sotto pena di ribellione. (Litterarum, Reg. XXI, N. I9, f. 40). SESTRI ANTICO 317 MCCCLIV. 1455, 22 Dicembre. Il doge accorda per un anno libero salvocondotto ad Antonio Falapace da Sestri. (.Litterarum, Reg' XXI, N. 33> f r y ) MCCCLV. 1456, 27 Luglio. — Il doge e il consiglio degli anziani prorogano la causa nella lite, vertente fra Biagio Buonomo da Rivarolo e 'Lodisio de Celsa^ da Sestri, non potendo detto Lodisio venire a Genova, stantechè a Sestri vennero gli Adorno, nemici dello stato genovese. (.Diversorum X, Busta 673). MCCCLVI. 1456, 12 Agosto. — Il doge Pietro Campofregoso accorda una generale amnistia agli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri etc. e altri della podesteria di Voltri per i delitti commessi di ruberie e di lesa maestà. (Litterarum, Reg. XV1I> N. 32?4> f. „4v). MCCCLVII. 1456, 30 Novembre. — Il doge loda gli uomini del borgo di Voltri e dei sestieri (Arenzano, Pegli, Sestri, etc.), desiderosi di vivere in buon ordine, e li induce ad eleggere 12, che abbiano cura delle pubbliche cose. (Litterarum, Reg. XVHI, N. 3654, f. 810). ♦ MCCCLVIII. 1456, 6 Dicembre. — Il doge scrive agli uomini di Sestri e di Voltri. vendo sentito che essi hanno una quantità di granaglie , ed essendone penuria in Genova, le consegnino al latore della presente. (Litterarum, Reg. χγΐΙΙ, N. 3464, f. 8liv). Con altra lettera del 14 diretta ai 12 governatori di Voltri il doge inviava Evangelista e Marini per estrarre 90 mine di grano (c. s. N. 3476, f. 814). MCCCLIX. 1456, 23 Dicembre. — Il doge * elegge ad officium ponderis calcino, a suo beneplacito, Luca de Costo da Sestri. (Litterarum, Reg. XVI, N. 309, f. 72). MCCCLX. 1457, 2 Marzo. — Il doge Pietro Campofregoso accorda libero salvocondotto, per un viaggio, alla nave di Erasmo de Illioni da Sestri, carica di frumento. (Diversorum X, Reg. 67). 318 SESTRI ANTICO MCCCLXI. 1457, 9 Maggio. — Pietro Campofregoso, doge, e il consiglio degli anziani scrivono al conestabile Susone Corso, meravigliandosi che abbia catturato Nicoloso Migone de Sestri, togliendogli panni e tele , nonostante che fosse munito di libero salvocondotto. Restituisca il mal tolto. (Lilieraruin, Reg. IX, N. 1309, f. 437V). MCCCLNII. 1457, 24 Novembre. — Domenico Foglietta da* Sestri, canonico della cattedrale di Genova, viene eletto vicario dell’arcivescovo, di Genova. (Not. Andrea de Cairo, Filza 13, f. 297). MCCCLXIII. 1458, 9 Gennaio. — Il doge permette che Colardo de Rogerio da Sestri possa andare colla sua barca in qualsiasi porto della riviera occidentale. (Diversorum X, Reg. 65'·. _ MCCCLXIV. > 1458, IO Febbraio. — Il doge ordina che Barnaba Marzocco da Sestri, non possa essere nè gravato nè arrestato per debiti privati. Il salvocondotto sarà durevole 8 giorni. (Diversorum X, Reg. 68). MCCCLXV. 1458, 12 Aprile. — Domenico Foglietta da Sestri, canonico della cattedrale di Genova, fa testamento e lascia L. 150 al banco di S. Giorgio per un annuo anniversario. (Cartulario S. delle Colonne An. 1489, c. 129). MCCCLXVI. 1458, 29 Maggio. — Giovanni, duca di Calabria, luogotenente in Genova per il re di Francia, scrive dilectis fidelibus regiis hominibus Sexti di far restituire alcuni formaggi di proprietà di un cittadino genovese, che tro-vansi presso Nicoloso Migone. (Litterarum, Reg. XXI, N. 119, f. 52;. MCCCLXVII. 1458, 6 Giugno. — Giovanni, duca di Calabria, luogotenente in Genova per il re di Francia scrive diletis nostris hominibus et universitati Sexti. Dice che ad essi già prese amore per la prontezza, con che vennero a prestare il giuramento di fedeltà al re di Francia. Si lamenta che alcuni cattivi di essi abbiano derubato Gaspare e Baldassarre Doria. (Litterarum, Reg. XXI, N. 133, f. 35V). SESTRI ANTICO 319 MCCCLXVIII. 1458, 3 Luglio. — Giovanni, duca di Calabria, luogotenente in Genova per il re di Francia scrive dilectis fidelibus regiis viribus genuensibus in Sexto, Pelio et Vulturo ac hominibus dictorum locorum, che è suo desiderio che in quei luoghi si viva in pace, dimenticando il passato. Ciascuno di detti tre luoghi invii quattro cittadini, volendo con essi parlare. (.Litterarum, Reg. XXI, N. 190, f. 53V.). MCCCLXIX. 1458, 3 Luglio. — Lo stesso scrive a Galeotto Lomellino . degente in Sestri. Si presenti in Genova al suo cospetto sotto pena di essere dichiarato ribelle. Gli manda libero salvocondotto. (Liltetarum, Reg. XXI, N. 191, f. 53V.). MCCCLXX. 1458, 9 Ottobre. — — Giovanni, duca di Calabria, luogotenente in Genova per il re di Francia, scrive dilectis nostris hominibus Sexti. Li encomia per il pensiero, che ebbero di istituire l’ufficio di Sanità. Eleggano quattro cittadini , due del borgo e due altri , che abbiano cura di detto ufficio. (.Litterarum, Reg. XXI, N. 527, f. 144). MCCCLXXI. 1458, 5 Dicembre. — Giovanni, duca di Calabria, luogotenente in Genova per il re di Francia, scrive agli uomini di Rapallo e a Giovanni del Carretto, marchese di Finale, di mandare in Genova un procuratore per ditenderli nella lite, che ad essi intentano Erasmo Zuccarello, Antonino Cassiccio e Battista Rossi da Sestri. (.Litterarum, Reg. XXI, 637, f. i68v.). MCCCLXXII. 1459, Il Febbraio. — Il luogotenente regio ordina di consegnare qualsiasi merce o somma presa agli uomini di Sestri da Battista e Domenico Spinola. (.Diversorum X, Reg. 73). MCCCLXXIII. 1459, 22 Marzo. — Nicolò Gaeta da Sestri viene arruolato in qualità di calafatto sulla galea di Baldassarre Doria, armata d’ ordine del regio luogotenente in Genova. (Diversorum X, Reg. 70). 3-° SESTRI ANTICO MCCCLXXIV. 1459, 18 Maggio. -— Giovanni, duca di Calabria, luogotenente in Genova per il re di Francia e gli anziani ricevono una petizione degli uomini di Voltri. Espongono che Andriano Scorza, podestà di Voltri, costringe gli uomini di Sestri, Pegli, Arenzano e Cogoleto a dargli L. 300 per salario suo, mentre prima gli diedero L. iqo. Si delibera che detti uomini dieno quanto davano prima che Pandolfo Campofregoso cominciasse ad amministrare detta podesteria. [Diversorum, Filza 23\ MCCCLXXV. 1459, 21 Maggio. -- Il pontefice Pio II elegge vescovo di Caffa il padre Gerolamo Panizzari -(da Sestri) domenicano, essendo la diocesi rimasta vacante per morte del vescovo Giacomo Campora. (Atti Soc. Lig. di Stor. Patr. Voi. VII. p. 93;). Il 4 Luglio del 1404 il sestrese Giuliano Panizzari notaio regio , segretario e cancelliere del genovese Comune chiedeva le solite franchigie per avere 17 figliuoli, nati dalla moglie Orietta , e tra i quali appunto figura 11 nostro Gerolamo (1). Il Gerolamo « fu uomo dottissimo, che avea retto molte cattedre ed esercitato molte prelature nella religione non solo, ma ancora in gran credito di santo a tutta la città : governò in qualità di priore il convento di Castello, cominciando dal 1446.... Cosimo de Medici, avendo recato a perfezione la fabbrica del cenobio di S. Marco in Firenze pregò Nicolò V perchè gli concedesse quest’ uomo insigne ad oggetto di farlo moderatore dello studio e preside della biblioteca.... Il 26 Ottobre 1452 fu creato inquisitore nel vasto distretto compreso nelle diocesi di Como, Novara, Vercelli, Ivrea e dei luoghi adiacenti..,, nel 1454 fu proposto vescovo di Famagosta..., Morì nel 1475 poco prima che Caffa cadesse in mano dei Turchi » (2). * MCCCLXXVI. 1459, 3 Settembre. — Il luogotenente regio in Genova e l’ufficio di bailia ordinano agli abitanti di Sestri, Pegli e Voltri, che fecero il biscotto per le galee, di portarlo a Genova per domani, sotto pena della perdita di esso. , . (Diversorum X, Reg. 72). MCCCLXXVII. 1459, 26 Settembre. — Ludovico de Alalie, luogotenente regio in Genova , gli anziani e 1’ ufficio di bailia fan proclamare che gli uomini di Pegli, Arenzano, Sestri etc. e altri della podesteria di Voltri, accusati di lesa maestà, si presentino in Genova per ottenere 1’ assoluzione. (Diversorum, Filza 23). (1) Diversorum X, Reg. VI, f. ioiv, Arch. di St. in Genova. (2) P. Amedeo Vigna, I Vescovi di Caffa, in Atti Sociefà Lig. di Storia Patria, Voi. VII, pp. 703-713· SESTRI ANTICO 321 MCCCLXXVIIL 1459, 15 Dicembre. — Il governatore regio e l’ufficio di bailia commettono al dottore Gerolamo Macchiavello di inquisire quale bargello abbia lasciato fuggire un ribelle per lesa maestà , che da Sestri veniva con dotto a Genova. (Diversorum X, Reg. 72). MCCCLXXIX. 1460, 10 Febbraio. — Il governatore regio fa proclamare che vengano ipso facto restituite le sete, le vesti, le suppellettili e le altre merci, derubate 111 Sestri, e minaccia gravissime pene. (Diversorum, Filza 24). MCCCLXXX. 1460, 20 Febbraio. — Il governatore regio e gli anziani prorogano l’ap pello della causa nella lite, vertente tra Giacomo de Cervo e Castellino de Celsa, entrambi di Sestri. (.Diversorum X, Reg. 74). MCCCLXXXI. 1460, 22 Febbraio. — Il governatore regio e l’ufficio di bailia ordinano ai rettori ville Sexti che per il giorno 5 p. v. si presentino al suo cospetto, portando ciascuno cinque o sei della propria rettoria. (Diversorum X, Reg. y2). MCCCLXXXII. 1460, 28 Febbraio. — Il governatore regio e gli anziani prorogano l’appello della causa nella lite, vertente fra Lodisio de Celsa e Guirardo Cappa, procuratore del fratello Lorenzo, tutti di Sestri. (Diversorum X, Reg. 74). MCCCLXXXIII. 1460, I Marzo. — Ludovico de Valle, governatore in Genova per il re di. Francia, 1 ufficio di bailia e il consiglio degli anziani scrivono agli uomini di Sestri , Borzoli e Priano di aver eletto in loro commissarii Gherardo Cappa e Bartolomeo Mascardi con facoltà di arrestare i ladri, i ribelli, i malfattori etc. e ciò per opporre un riparo ai disprezzatori delle feggi. (Litterarum, Reg. XXI, N. 922, f. 246v.). MCCCLXXXIV. 1460, 10 Marzo. — Ludovico de Valle , luogotenente regio e l’ufficio di bailia , uditi Guirardo Cappa e Lodisio de Celsa , ambi di Sestri, sospendono fino a nuovo ordine ogni esecuzione di condanna, fatta contro la comunità di Sestri. • N * (Diversorum X, Reg. 72). Sestri antico. 21 SESTRI ANTICO MCCCLXXXV. 1460, 28 Marzo. — Il regio governatore e gli anziani concedono l’immunità dalle pubbliche avarie a Pietro Cappa da Sestri, padre di dodici figli. (Diversorum, Filza 24). MCCCLXXXVI. 1460, 16 Aprile. — Il regio luogotenente e l’ufficio di bailia, dovendo preparare una flottiglia di io triremi per mandare in Sicilia in aiuto del duca di Calabria, tassano gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri in L. 437 e s. io. (.Diversorum X, Reg. 72). MCCCLXXXVII. 1460, 27 Luglio. — Agapito de Rustici, vescovo eletto di Ancona, referendario del pontefice Pio II, sentenzia nella lite, vertente fra prete Clemente Giordano, rettore della cappella di S. Giacomo di Sestri dei Gattilusio, e frate Andrea da Pera dei minori, che pretende esserne il cappellano. Da Siena. (Not. Andrea de Cairo, Filza iS, f. 247). N MCCCLXXXVIII. 1460, 2 Agosto. — Il luogotenente regio e gli anziani fanno proclamare che se alcuno verrà derubato nei paesi di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri, acquisterà diritti contro gli abitanti del paese o della rettoria, dove è stata commessa, la preda. (Diversorum. Filza 24). MCCCLXXXIX. 1461, 26 Agosto. — Il doge Prospero Adorno concede licenza a Pietro Navone da Sestri di andare a Savona, non ostante qualsiasi divieto. (Diversorum, Reg. 75). MCCCXC. 1461, 27 Agosto. — Il doge Ludovico Campofregoso scrive ad Ibleto Fieschi, lamentandosi che Battista Vallebella da Rapallo cum uno suo brigantino a robatQ lieri sera tuia barca de Sestro da Ponente di proprietà di Antonio Balestrino. (Litterarum, Reg. XXI, N. 1384 bis, f. 335V.). MCCCXCI. 1461, 31 Agosto. — Il doge scrive a Galeotto Campofregoso, capitano 'di Chiavari. Si lamenta Antoniotto Natino da Sestri che , venendo sulla barca di Antonio Balestrino, fu derubato nelle acque.di Moneglia dal brigantino di Paolo Ravaschieri. Faccia risarcire i danni. (Litterarum, Reg.vXXlII, N. 23, f. 7V.). SESTRI ANTICO 323 MCCCXCII. 1461, I Settembre. — Il doge concede a Domenico Chiesanova da Sestri di far fabbricare nella spiaggia di Sestri un leudo. (Diversorum X, Reg. 77). MCCCXCIII. 1461, 8 Ottobre. — Il doge scrive a sei cardinali che, avendo sentito la grave malattia del cardinale Giorgio Fieschi, qualora dovesse soccombere, facciano accordare l’abazia di S. Andrea di Sestri, da esso tenuta in commenda, a Ibleto Fieschi, protonotario apostolico. (.Litterarum, Reg. XXIII, N. 5I_ f. I4) MCCCXCIV. 1461, 8 Ottobre. — Paolo Campofregoso, arcivescovo di Genova, scrive al duca di Milano che 1’ abbazia di S. Andrea di Sestri, ora in commenda al cardinale Pieschi, venga data a Ibleto Fieschi, protonotario apostolico. (Litterarum, Voi. II, f. 370). MCCCXCV. 1461, Il Ottobre. — Il doge scrive a sei cardinali che, essendo morto il cardinale Ineschi, raccomanda Ibleto Fieschi per l’abazia di S. Andrea di Sestri." (Litterarum, Reg. XXII, N. 52, f. 15). MCCCXCVI. 1461, 12 Ottobre. Essendo ieri morto presso il monastero di S. Stefano il cardinale Giorgio Fieschi, vescovo di Ostia, commendatario di ndrea di Sestri, Paolo Campofregoso , arcivescovo di Genova, e già commendatore, e Ibleto Fieschi divoti del monastero, alla presenza dei monaci Battista da Camogli, priore , Antonio de Nazelli , Rollando de* ndino, l-rancesco de Sibluzio e Lorenzo da Camogli eleggono economo prete Bartolomeo Quaquaro. In Sestri. (Not. Andrea d« Cairo, Filza 16, f. 214). . MCCCXCVII. 1461, 26 Ottobre. Prete Bartolomeo Quaquaro da S· Margherita, prevosto della chiesa di S. Adriano di Irigoso, sindaco, economo e procuratore del monastero di S. Andrea di Sestri, tesse l’inventario di detto monastero. » (Not. Andrea de Cairo, Filza 17, f. 219). 324 SESTRI ANTICO MCCCXCVIII. 1461, 3 Novembre. — n doge accorda licenza di far arrestare qualsiasi uomo di Arenzano, Pegli, Sestri, Borzoli e altri della podesteria di Voltri, finche non avranno pagato il salario di Antonio de Benedetti, già loro podestà. (.Litterarum, Reg. XII, N. Si, f. 23). MCCCXCIX. 1461, 5 Novembre. — Il doge e gli anziani scrivono al Papa che, qualora non abbia provvisto ancora per l’abazia di S. Andrea di Sestri, non perda di vista il raccomandato Ibleto Fieschi. (Litterarum, Reg. XXIII, N. 85, f. 24). MCD. 1462, 5 Aprile. — Il cardinale Nicolò del titolo di S. Cecilia, nuovo commendatore di S. Andrea di Sestri (il quale fu eletto dal pontefice « Pio II per morte del commendatore cardinale Giorgio Fieschi, accaduta 1’ 11 ottobre 1461) costituisce un procuratore per permutare l’abazia con quella di S. Maria del Zerbino. (Not. Andrea de Cairo, Filza 18, Parte I, 1. 62). MCDI. 1462, 7 Aprile. — Il doge Ludovico Campofregoso permette a Berto-rino Castagneto da Sestri di recarsi con un socio a Noli per riscattare Manuele, figlio del notaio Giovanni Calvi, e ivi aver colloquio col ribelle Prospero Adorno. (Diversorum X, Reg. 77). MCDII. 1462, 20 Aprile — Il doge scrive al Pontefice di eliminare ogni controversia per 1’ abazia di S. Andrea di Sestri. Raccomanda per abate Bartolomeo Quaquaro, uomo esemplare ed idoneo e amico del cardinale di Teano, che avea tenuto per sè detta abazia. [Litterarum, Reg. XXI, N. 1497-98, f. 37^v.). MCDIII. 1462, 6 Maggio. — Il doge e il consiglio degli anziani, considerando che Nicolò Centurione fece ristorare una sua casa posta in villa Sexti quod opus cedit magno ornamento totius ville, accordano l’immunità durevole per un estimo futuro. (Diversorum X, Reg. 64). SESTRI ANTICO MCDIV. 1462, 6 Giugno. — Il pontefice Pio II scrive ai monaci di S. Andrea di Sestri di prestar ubbidienza e riverenza a Bartolomeo Quaquaro, eletto amministratore. « Hodie monasterio vestro ». Da Viterbo. (Not. Andrea de Cairo, Filza 18, Parte I, f. no). MCDV. 1462, 6 Giugno. — Il pontefice Pio II scrive a frate Gerolamo da Montenegro , vescovo di Mariana, di permettere a Bartolomeo Quaquaro di ricevere 1 abito dei cisterciensi nel convento di S. Andrea di Sestri. « Cupientibus vitam ducere ». Da Viterbo. (Not. Andrea de Cairo, Filza 18, Parte I, p. 114). MCDVI. 1462, 6 Giugno. — Il pontefice Pio II scrive a Bartolomeo Quaquaro, prevosto di S. Maria in Via Lata di Genova, eleggendolo per un bimestre amministratore del convento di S. Andrea di Sestri, rimasto vacante per rinuncia del cardinale Nicolò del titolo di S. Cecilia, commendatore di detto monastero. « Cum sedula ecclesiarum ». Da Viterbo. (Not. Andrea de Cairo, Filza 18, Parte I, f. no). MCDVII. 1462, 2 Dicembre — Il pontefice Pio II scrive a Bartolomeo Quaquaro, abate di S. Andrea di Sestri, di indurre i debitori del qm. Giorgio Fieschi, vescovo di Ostia, a pagar ciò che devono agli eredi. « Fecerztnt nobis exponi ». Da Todi. INot. Andrea de Cairo, Filza 18, Parte li, f. 5). MCDVIII. 1463, 28 Marzo. — Paolo Campofregoso, arcivescovo e doge , gli anziani , e 1 ufficio di sanità ordinano ai frati di S. Francesco di Sestri e agli altri dei conventi della podesteria di Voltri di non ricevere frati e laici forestieri, senza previa licenza, rilasciata dall’ ufficio di sanità. (Diversorum X, Reg. 79). MCDIX. 1463, 21 Aprile. — Paolo Campofregoso, arcivescovo e doge, ordina a Raffaele Vernazza, luogotenente del podestà di Voltri, di far proclamare in Voltri e Sestri che nessuna persona, sotto pena di ribellione, a- 326 SESTRI ANTICO scenda la nave, che fu di Gio. Galeazzo Campofregoso, ed ora è di Paolo Spinola, e che la notte scorsa fu portata via dal porto di Genova per mezzo di alcuni uomini di Sampierdarena e Voltri. Nessuno osi somministrare munizioni e vettovaglie. v (Diversorum, Filza 27). MCDX. 1463, 4 Luglio. — Il pontefice Pio II scrive a Bartolomeo Quaquaro, abate di S. Andrea di Sestri, di confermare un’ enfiteusi fatta dal precettore di Prè a Gottardo Stella. « Ad ea que ». Da Tivoli. (Not. Andrea de Cairo, Filza 19, f. 69). MCDXI. 1463, 22 Settembre. — Paolo Campofregoso, arcivescovo e doge, e gli anziani scrivono al governatore di Nizza e trasmettono una protesta di Pietro Navone da Sestri. Questi, dieci mesi or sono, tornando da Marsiglia con Bartolomeo Calvi con una quantità di panni del valore di 100 fiorini, fermatosi a Nizza, fu derubato da Solchetto Maniscalco e altri nizzardi col pretesto che questi aveano rappresaglie contro i Genovesi, mentre tra il Comune di Genova, il duca di Savoia e i suoi sudditi di Nizza corre buona armonia. Gli faccia adunque giustizia. (.Diversorum, Filza 27). MCDXII. 1463, 14 Dicembre. — Paolo Campofregoso, arcivescovo e doge di Genova e il consiglio degli anziani commettono a Bartolo de Goano, vicario ducale, la lite vertente tra Curletto Curio, sindaco della comunità di Taggia da una parte, e Pietro Cappa e Nicolò de Costo habitatores ville Sexti dall’ altra, per aver depredato una saettia di Giovanni Brandi da Savona. (.Diversorum X, Reg. 64). MCDXIII. 1464, 25 Agosto. — Fabiano de Bonzi da Montepulciano commissario eletto dal Pontefice per riscuotere la tassa imposta al clero per la crociata contro i Turchi, fa registrare 1’ elenco di quelli, che contribuirono, tra i quali è notato Pr. Pellegro degli Abbati da Sestri Ponente , arciprete di Borzoli per una lira, l’abate di S. Andrea di Sestri, per lire undici, Pr. Andrea de Serra, rettore di S. Giacomo dei Gattilusi per lire una, e frate Gabriele de Villa, guardiano di S. Francesco di Sestri per lire undici. (Not. Andrea de Cairo, Filza 19, f. 170). MCDXIV. 1464, Il Settembre. — Inventario dei beni, spettanti al fu Domenico Foglietta da Sestri, canonico della cattedrale. (Not. Andrea de Cairo, Filza 19, f. rjs). SESTRI ANTICO 327 Fra i beni son notati: in quadam capsieta parva tabernaculum unum super deaura-tupi, par unum gladiorum argenti cum voagina et cateneta argenti prò domina, sigillum unum auri cum calcedonia , anulus unus auri cum perla robirii, bogioletum unum argenti super deauratum et transforatum, unus agnus dei argenti cum uno robineto et sex perlis et cateneta argenti , fulcheta una argenti pro dataris , coclearia duo argenti, sta-gnarete due parve argenti picate, tace due argenti nove, vagina una argenti super deaurata pro speculetis, unus agnus dei argenti, corrigia una stricta argenti a domina sprangata cum cinto virmilio. Son notati inoltre: horologium unum parvum, horologium imum magnum vitrei etc. MCDXV. 1464, 17 e 22 Settembre. — Il pontefice Paolo II scrive all’arcivescovo di Milano, al prevosto di S. Stefano di Biella e ad Eusebio de Strata, ea-nonico di Vercelli , di accordare a Prete Cristoforo de Blandate da Vercelli il canonicato della cattedrale di Genova e di S. Maria delle Vigne, rimasti vacanti per la morte del canonico Domenico Foglietta da Sestri. « Grata familiaritatis obsequia ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza 19, f. 295-297). MCDXVI. 1464, 19 Ottobre. — Il pontefice Paolo II scrive a Bartolomeo Quaquaro , abate di S. Andrea di Sestri, di conferire il priorato di S. Remigio di Parodi a Luciano Doria. « Dignum arbitravmr et ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo. Filza 20, f. 3). MCDXVII. . « 1464, 19 Ottobre. — Il pontefice Paolo II scrive a Bartolomeo Quaquaro, abate di S. Andrea di Sestri, di assegnare annualmente 30 fiorini d’ oro sui redditi del priorato di S. Remigio di Parodi a Taddeo Doria, che ha rinunciato detto priorato. « Religionis zelus vite ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza 20, f. 43). MCDXVIII. 1465, 20 Febbraio. — Giovanni Balestrino da Sestri del qm. Nicolò, non potendo recarsi in Oriente, incarica il figlio Vincenzo e i fratelli Lazzarino e Tommasino Calvi di riscuotere alcuni crediti in Scio. In Sestri, nella farmacia. (Notari Ignoti, Filza LX1V). La filza è composta di 370 atti tutti rogati i Sestri dal notaio Casano Casella. MCDXIX. 1465, I Marzo. — Gaspare de Vicomercato, governatore in Genova per i duchi di Milano, e gli anziani prorogano la causa nella lite, vertente tra Evangelista de Podio e Pasqualino Rossi, entrambi di Sestri. (Diversorum X, Reg. 82). 328 5ÈSTRÌ ANTICO MCDXX. 1465, 21 Aprile. — Luca de Costo e Bernardo Figarolo , sestresi, ad istanza di Antonio Cappa, dichiarano che Ludovico de Valle, governatore in Genova per il re di Francia, bandì da Genova e suo distretto Filippo Celesia del qm. Giovanni da Sestri, macellaio in Sestri, perchè falsificatore di monete. In Sestri, nella rettoria di Castiglione. (Notari Ignoti, Filza LXIV). MCDXXI. 1465, 28 Maggio. — Battista de Rogerio da Sestri, non potendo più recarsi in Caffa, costituisce procuratore Simone da Sori col mandato di riscuotere ivi alcuni suoi crediti. In Sestri, nella strada pubblica. (Notari Ignoti, Filza LXIV). MCDXXII. 1465, Il Luglio. — Leonardo de Fornari, vescovo di Mariana, vicario dell’arcivescovo di Genova, concede ai fratelli di S. Maria de Costa di confessarsi tra di loro. (Not. Andrea de Cairo, Filza 20, f. 324). MCDXXIII. 1465, I Agosto. — Francesco Garello, podestà di Voltri, émancipa Ottaviano Migone, figlio di Nicolò del qm. Francesco. In Sestri, nella rettoria di Surripa, luogo detto Cian del Forno, nella terra del qm. Guglielmo Zuccarello sotto un albero di fico , subtus qua ipse potestas sedit pro tribunali. (Notari Ignoti, Filza LXIV). MCDXXIV. 1465, 14 Settembre. — Francesco de Secundis de Castronovo, professore di grammatica, abitante a Pegli, vende a Bartolomeo de Simone, abitante a Sapello, rettoria di Favaie, podesteria di Voltri, una terra nel luogo di Montemezan. In Sestri, nella rettoria di Castiglione, nella farmacia di Benedetto Carievaro. (Notari Ignoti, Filza LXIV). MCDXXV. 1465, 17 Ottobre. — Matteo Acciarino da Sestri, appaltatore della gabella della carne nel luogo di Sestri, la subaffitta a Filippo e Battista Celesia del qm. Giovanni. In Sestri, nella rettoria di Castiglione. (Notari Ignoti, Filza LXIV). SESTRI ANTICO 329 MCDXXVI. 1465, 20 Ottobre. — Corrado di Follano, luogotenente ducale e gli anziani, trasmettono all’ufficio di moneta una supplica di Casano Casella del qm. Giovanni da Sestri, il quale espone che non abitò mai in Genova, e che fu ingiustamente descritto nei cartularii delle avarie nella conestagia, dove abitava il qm. Giuliano suo fratello. (.Diversorum, Fiiza 28). MCDXXVII. 1465, 13 Dicembre. — Antonio Casiccio da Sestri si esamina che il 17 luglio del 1461 , quando il doge Prospero Adorno e le sue genti fugarono gli armigeri di re Renato, egli fece prigioniero in Sestri l’armigero Gio. Guglielmi da Castelnuovo, il quale fu poi riscattato. In Sestri, nella rettoria di Castiglione. (Notari Ignoti, Filza LXIV). MCDXXVIII. 1466, 6 Giugno. — Il notaio Casano Casella dichiara che nel registro delle avarie della rettoria di Castiglione del sestiere di Sestri, e che conservasi presso Antonio Balestrino , collettore delle avarie, non è tassato Nicolò Migone da, Sestri, essendo affetto da podagra. (Diversorum, Filza 29). MCDXXIX. 1466, 10 Giugno. — Giacomo Bovarello d’Ancona, podestà e vicegovernatore di Genova per il duca di Milano, e gli anziani concedono a Caterina figlia del qm. Giovanni Saccarello da Sestri, e moglie di Nicolò Migone da Sestri , di poter conseguire la sua dote sui beni del marito , diventato povero. (Diversorum X, Reg. 87.). MCDXXX. 1466, 8 Luglio. — Il pontefice Paolo II scrive all’abate di S. Andrea di Sestri di eleggere Brasco Sai vago precettore di Pre. « Religionis vite (ic ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza 22, f. 20S). MCDXXX I. 1466, 20 Settembre. — Gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri vengono tassati in lire 600, come contributo nell’armamento della flottiglia contro i Catalani, comandata da Lazzaro Doria. (Diversorum, Filza 29). 33° SESTRI ANTICO MCDXXXII. 1467, 12 Febbraio. — Il vicegovernatore ducale in Genova e l’ufficio di Sanità ordinano a tutti i tavernieri e ospiti e abitanti di Cornigliano, Pegli, Sestri , Prato e Voltri di non ricevere qualsiasi persona, proveniente da Savona, e da., altri luoghi infetti da peste. (Diversorum X, Reg. 86). MCDXXXIIL I46J, 29 Aprile.— Erasmo Chiavarino da Sestri, patrono d’una barca, condotta da Luchino suo figlio, afferma essere partito da Freyus il 13 del corrente mese e si obbliga di pagare 50 ducati, se all'ufficio di Sanità consti che in detto luogo è la peste. [Diversorum. Filza 29). MCDXXXIV. 1467, 12 Maggio. — Battista Rossi da Sestri promette di pagare all’ufficio di sanità 25 ducati, se consterà che la barca di Simone Notino e di Giovanni'Rapallo, entrambi di Sestri, sia stata in luogo infetto da peste. (Diversorum, Filza 29). MCDXXXV. 1467, 22 Maggio. — I Protettori di S. Giorgio scrivono ai consoli e provvisori di Caffa lettere di stipendio di una somma mensile a Francesco Susto e a Cassano Ponsarone, amendue- de Sexto periti in omnibus pertinentibus ad artem ferrarie. (JYegoi. gest. off. S. Georgii, ann. 1457-1473, f. 133V., Arch. di St. in Genova; Atti Soc. Lig. Stor. Patr., Voi. VII, Parte I, p. 484)· MCDXXXVI. 1467, IO Luglio. — Sagramoro Visconti, vicegovernatore ducale, e l’ufficio di Sanità ordinano che nessuna persona vada ad veniam di S. Alberto, sotto, pena d’ un fiorino o di due tratti di corda, nessuno osi ballare sino al i.° settembre, i tavernieri di Sestri tengano per quel giorno chiuse le osterie, nè vendano vino e il prete, addetto alla chiesa di S. Alberto, tènga chiusa la chiesa, non celebri, nè permetta che alcuno vi entri. (Diversorum, Filza 29). MCDXXXVII. 1467, 13 Luglio. — Il vicegovernatore e l’ufficio di Sanità fanno avvisare il guardiano di S. Francesco di Sestri che non riceva^ alcuna persona in convento. (Diversorum, Filza 29). SESTRI ANTICO 331 MCDXXXVill. * 1467, 15 Luglio. — Il vicegovernatore ducale e gli anziani ordinano a tutti i giusdicenti del Comune di porgere aiuti a Matteo Acciarino da Sestri, al quale furono concesse le rappresaglie contro i sudditi del marchese di Ceva , perchè gli fu rubato da alcuni uomini di Ceva un mulo, carico di carni salse. La merce, che in seguito verrà sequestrata a quei di Ceva, verrà deposta in Sestri presso il nobile Lamba Doria. (Diversorum X, Reg. 8c>). . MCDXXXIX. 1467, 16 Luglio. — Matteo Acciarino da Sestri si esamina al cospetto degli ufficiali di Sanità e dice che dieci ■'giorni sono erano nel borgo di Sestri due uomini di Mentone, che si lamentavano cogli uomini di Sestri, i quali non volevano acquistare i loro pesci salati. Quei di'Mentane ri^ sposero che avrebbero fatto lo stesso, quando le barche di Sestri sarebbero andate a Mentone. (Diversorum, Filza 29). MCDXL. 1468, 19 Gennaio. — Il pontefice Paolo II scrive all’abate di S. Andrea di Sestri di eleggere il priore dell’Annunciata di Sturla « Grata devotionis obsequia ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza 26, f. 114). MCDXLI. 1468, 20 Febbraio. — Francesco Griffo, Battista Cipolla e Nicolò Basso noleggiano, a Simone Natino un naviglio, esistente nella spiaggia di Sestri, per andare ad Oristano. In Sestri, a rogito del not. Giacomo Costo. (Notari Ignoti, Reg. 35). •MCDXLII. 1468, 25 Maggio. L ufficio di bailia stabilisce che i nomi degli uomini di Arenzano , Pegli, Sestri, etc. e altri della * podesteria di Voltri che furono 1 estate piossima tassati per inviare soldati contro Torriglia, si descrivano nei cartulari. (Diversorum X, Reg. 90;. MCDXLIII. 1468, I Agosto. — Bartolomeo Casella, Giacomo Cece, Luca Scarapaxe, tre dei quattro ufficiali di Sanità di Sestri ordinano a Simone Piuma di non uscire dalla sua casa del luogo di Surripa. L’ ordine è stipulato in logia Sexti dal not. Domenico de Precipianio, ancelliere dell’ ufficio di Sanità. {Diversorum, Filza 30). « \ 332 SESTRI ANTICO MCDXLIV. 1468, 5 Febbraio. — 11 pontefice Paolo II scrive al prevosto di Santa Maria Maddalena e ad Antonio Ratto, canonico di Bobbio. Lazzaro Michelino priore e altri frati eremitani nell’ eremitorio di S. Maria della Costa in villa Sexti espongono che il qm. Raffaelo de Agiis, eremita, con altri suoi soci fondò una cappella con campanile, chiostro , dormitorio e refettorio in detto luogo or sono più di 70 anni. Dieno facoltà a detti eremiti di trasportarsi aU’eremitorio di S. Giacomo di Savona, che già incominciarono, godendo di tutte le facoltà della congregazione,di S. Pietro di Pisa. « Sedis Apostolice Deo ». (Not. Andrea de Cairo, Filza 24, f. 253-244; — Schiaffino, Annali, ad annum; P. Aurelio, Traci, chron. p. 3S0; Giscardi, MS. Orig. delle Chiese, p. 329)· Il Belgrano riferisce il medesimo fatto e segna la bolla di Paolo II al 4 Febbraio, op. cit., con il Giscardi il quale accenna il nome del prevosto di S. Maria Maddalena, Pellegro da Ventimiglia. Aggiunge che con questa bolla il Pontefice concedeva ai predetti religiosi le indulgenze, le grazie e i privilegi degli eremiti del B. Pietro da Pisa, purché si conformassero nell’abito con quella congregazione , chiamando il loro istituto nuova congregazione. I Padri Gerolamini della Costa nel 1528 dovettero abbandonare il cenobio di S. Giacomo di Savona, causa l’infierire di terribile pestilenza, e venivano surrogati dai monaci di S. Francesco, a cui il detto convento veniva concesso (P. Aurelio e Schiaffino, opp. citate). MCDXLV. 1468, 29 Agosto. — Bartolomeo de Costo del qm. Pietro da Sestri si obbliga di riscattare Giovanni Illioni del qm. Nicolò da Sestri, prigioniero in Sardegna. In Sestri, in Castiglione. (Notari Ignoti, Reg. XXXVI). MCDXLVI. 1468, 7 Ottobre. — Corrado de Foliano, luogotenente ducale, e il consiglio degli anziani, delegano Ambrosio Spinola ed Egidio Lomellini a riscuotere elemosine a prò degli appestati nei luoghi di Coronata, Corni gliano, Sestri e Pegli. (Litterarum, Filza 24, N. 318, f. 123). MCDXLVII. 1468, 28 Novembre.,— Corrado de Foliano, governatore ducale, e gli anziani espongono al Pontefice che frate Lazzaro de Michelino insieme con altri eremiti già da parecchio tempo abita un eremo distante 5 glia, sotto il nome di S. Maria Annunziata della Costa. Li raccomandano per alcuni privilegi. (Litterarum, Reg. XXIV, N. 329, f. 129). SESTRI ANTICO .333 MCDXLVIII. 1468, 4 Dicembre. — Frate Lazzaro de Michelino, priore di S. Maria della Costa, e i frati Giacomo de Michelino, Giacomo de Illiono, Antonio de Savini, Francesco Calvo, Angelo de Ochi, Pietro da Pontecurone, Stefano da...., Angelo da Savona e Gio. de Gotrosio costituiscono due procuratori per isbrigare le loro faccende nella curia pontificia. In Sestri. (Notari Ignoti, Filza 36). MCDXLIX. 1469, 6 Gennaio. — Susanna figlia del qm. Michele Rossi e vedova di Pietro Burlo da Finale fa testamento. Vuol essere sepolta nella chiesa di S. Francesco di Sestri, nella tomba delle donne terziarie. Lascia ai poveri eremiti della Costa L. 5. Lascia un barile di vino da darsi annualmente ai frati di S. Francesco per celebrazione di messe. L’ atto è rogato in Sestri nel portico della chiesa di S. Francesco. (Notari Ignoti, Filza 609'. MCDL. 1469, 16 Febbraio. — Domenico Bianchi qm. Antonio, calafatto, dichiara che per sette anni tenne al suo servizio Pellegro Rossi, figlio del qm. Matteo da Voghera , già maestro di- scuola in Voltri, e che ivi imparò detta arte. L’ atto è rogato in Sestri, nella bottega di spezierie. (Notari Ignoti, Filza 609). MCDLI. 1469, 26 Febbraio. — Battista Piccaluga compra da prete Giovanni da Rapallo, arciprete di S. Cipriano, un mulo per L. 18. La vendita è fatta in Sestri, presso la ferriera di Domenico da Pa-rissone. (Notari Ignoti, Filza 609). MCDLII. 1469, 5 Marzo. — Nicolò Basso, abitante a Sestri, riceve in prestito lire 23 da Leonardo Vernazzano. L’atto è rogato in Sestri, in Castiglione, nella strada pubblica, presso la finestra della bottega di Nicolò de Costo. (Notari Ignoti, Filza 609). MCDLIII. 1469, 2 Giugno. — Corrado de Foliano, governatore ducale, e gli anziani, considerando che i mari sono infestati dai pirati, per impedire che non si rechino soccorsi al castello di Lerici assediato , decretano di 334 SESTRI ANTICO armare una trireme cogli stipendi di due mesi, a sicurezza dei mari, e tassano gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri in lire 53 e s. 10. (Litterarum, Reg XXIV A). MCDLIV. 1469, 19 Settembre. — Corrado di Foliano, governatore ducale, e gli anziani accordano per un anno libero salvocondotto a Matteo Acciarino da Sestri. Λ (.Litterarum, Reg. XXIV λ). MCDLV. 1470, 4 Marzo. — L'Ufficio del mare arruola 25 uomini, i quali perdue mesi devono stare sulla nave di Gerolamo Saivago, colla paga di cinque ducati. Fra essi vi sono Pietro de Iugo da Sestri, Gaspare Piccaluga da Coronata e Battista Cirone da Cornigliano. (Diversorum, Filza 31). MCDLVI. 1470, 14 Maggio. — L’ Ufficio di moneta ordina che Nicolò Migone da Sestri, abitante a Voltri, non debba pagare in Genova le pubbliche avarie. (Diversorum, Filza 31). - MCDLVII. 1470, 12 Luglio. - L’ Ufficio di moneta ordina ai seguènti rettori della podesteria di Voltri per l’anno 1467 di presentarsi in Genova, cioè: Pietro Polerino rettore di Leira, » Cerusa, » Pegli, » Arenzano superiore, » Crevari, » Arenzano inferiore, » Cogoleto, » Borzoli, » Fegino, » Coronata, » Priano. Antonio Piccardo Giuliano Rapallo Lanfranco Rosso Antonio Manetto Teramo Sacheri Antonio Colombo Giacomo Scaniglia Giuliano Navone Bernardo Bianchi Battista Marcena (.Diversarum, Filza 31). MCDLVIII. 1470, 12 Luglio. - L’ Ufficio di moneta ordina ai seguenti rettori della podesteria di Voltri per l’anno 1468 di presentarsi in Genova, cioè: Francesco Boierio rettore di Cogoleto, Giovanni Rovello » » Arenzano inferiore, Pietro Camairano Lorenzo Delfino Battista Piccardo Giuliano Golo Bartolomeo Barbarossa Benedetto Scaparino Giuliano Vespri Giacomo Giancardo Bertono Fasce Lodisio Celsa Nicolò Morchio Battista Savignone Gio. Castronovo Pasquale Savignone [Diversorum, Filza 31). SESTRI ANTICO Rettore di Crevari, » » Arenzano superiore, » » Cerusa, » Mele, » Leira, » Palmaro, » Sapello, » Prato, 335 Pegli,. Surriva, Lardara e Castiglione, Gazzo, Priano e Coronata, Borzoli, Fegino. MCDLIX. • » 14-70, 12 Luglio. —L’Ufficio di moneta ordina ai seguenti podesteria di Voltri per l’anno 1469 di presentarsi in Genova, cioè Bartolomeo Narice Gerolamo Robello rettori della Bertone Bozzano Federico Dotto Giuliano Venzano Lorenzo Dondo Bertola Grosso Giacomo Coragio Lodisio Celsa Battista Costo Bartolomeo Guigliazza Antonio Picembono Raffaele Botero Perrotto Bozzo Nicolò Porrata Nicolò Grosso Marchetto Barbarossa (Diversorum, Filza 31). rettore di Borzoli, Arenzano superiore e inferiore, » Gatega, » Sapello, » Gazzo, » Cerusa, » Coronata e Priano, » Fegino, » Castiglione e Lardara, » Surripa, > Lerca e Cogoleto, » Pegli, » Mele, » Prato, » Palmaro, » Crevari, » Leira. MCDLX. 1470, 20 Agosto. — Castellino di Celsa e Antonio Restano, priori della casa dei disciplinanti di S. Giovanni di Sestri, e otto consiglieri danno facoltà a Lodisio de Celsa di riscuotere alcune somme. In Sestri, in detta casa, a rogito del Not. Giaco'mo Costo. (Notari Ignoti, Filza 35). 3j6 SESTRI ANTICO MCDLXI. 1470, 16 Ottobre. — Giacomo Bovarello, podestà e vicegovernatore ducale, e gli anziani fanno proclamare che se vi è alcuno che si opponga a che venga concesso libero salvocondotto a Matteo Acciarino da Sestri, comparisca fra tre giorni in Cancelleria. (Diversorum, Filza 31). MCDLXII. 1470, 17 Ottobre. — Giacomo Bovarello podestà e vicegovernatore ducale e gli anziani scrivono a Giacomo dAppiano, signore di Piombino, di fare restituire la merce predata a Bertola Castagneto (da Sestri), il quale con un suo naviglio facea ritorno da Napoli e naufragò presso la spiaggia detta delle Saline, appartenente al dominio di Piombino. — Danno pure notizia del fatto al duca di Milano. (Diversorum, Filza 33). MCDLXIII. 1470, 12 Dicembre. — Giacomo Bovarello, podestà e vicegovernatore di Genova e gli anziani scrivono a tutti gli ufficiali della riviera occidentale che, qualora sappiano dove si trova Benedetto Vaccamorta di Polcevera, lo costringano a soddisfare Battista Rossi da Sestri. (Litterarum, Reg. XXIV, N. 725, f. 269V.). # MCDLXIV. 1472, 8 Gennaio. — Il vicegovernatore ducale e gli anziani, sentiti Cristiano e Carlo Lomellini (i), Boruele Grimaldi ed altri, che abitano a Sestri e Pegli, i quali espongono che altra volta fu emanato decreto di ristorare la strada del deserto di Sestri, rinnovano il decreto , ordinando che vengano per le spese tassati gli uomini di Sestri e di Pegli. (.Diversorum X, Reg. 90). MCDLXV. 1472, 22 Gennaio. — Il pontefice Sisto IV scrive ad Alessandro Ra-vaschieri, abate di S. Andrea di Borzone ed a Pellegrino da Ventimiglia, prevosto di S. Maria Maddalena in Genova, di permettere a Bartolomeo Quaquaro, abate di S. Andrea di Sestri, di permutare una terra con An-freone Spinola. « Apostolice servitutis ojficn ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza XXVIII, Γ. 1x4)· (1) Il 24 novembre del 1472 i Lomellino ottenevano facoltà di ristorare la loggia di Pegli, minacciante rovina, a spese dei Pegliesi (Div., c. s.). 7 SESTRI ANTICO 337 MCDLXVI. 1472, 8 Maggio. — L’ufficio di moneta ordina a Battista Costo, rettore di Surriva del 1469 ed a Luca Chiappori, rettore di Surriva del 1470 a pagare ciò che devono ancora. (.Diversorum, Filza 32). MCDLXVII. 1473, 5 Aprile. — Il pontefice Sisto IV scrive all’ abate di S. Andrea di Sesti i di indurre il vescovo di Lucca a porre un vicario nel territorio di Pietrasanta. Da Roma. (Diversorum, Filza 34). MCDLXVIIL 1473, 28 Luglio. — Bartolomeo Quaquaro, abate di S. Andrea di Sestri, d ordine del pontefice Sisto IV , costituisce nella cattedrale di Genova la dignità archipresbiterale , stabilita da Urbano Fieschi, vescovo eletto di Frejus, ed elegge primo arciprete Nicolò Fieschi. In Genova. (Not. Andrea de Cairo, Filza 28, f. 139). MCDLXIX. 1473.... Nicolò Centurione del qm. Erasmo pone L. 200 in testa della chiesa di S. Giacomo di Sestri. I proventi giovino per i restauri di detta chiesa, o vengano distribuiti tra persone povere. (Cartulario P. delle Compere di S. Giorgio, f. 152). MCDLXX. 1474, 28 Febbraio. — Guido Visconti, vicegovernatore ducale e il consiglio degli anziani scrivono al duca di Milano. Bartolomeo Quaquaro ottenne 1 abazia di S. Andrea di Sestri a patto di passare un’annua pensione al cardinale Teanense; che l’avea in commenda. Essendo questi morto , corre voce che la pensione sia in altri trasferita. Lo pregano di scrivere al Pontefice di proibire una simile ingiustizia. — Altra lettera al Pontefice e a tre cardinali per lo stesso sog'getto. (Litterarum, Reg. XXIV, N. 1232, 1233, 1234, f. 3S7, 38S). MCDLXXI. 1474, 4 Marzo. Il vice governatore e gli anziani fanno proclamare che se vi sia qualcuno che si opponga alla concessione di salvocondotto per debiti a Giovanni de Salado, abitante a Sestri, comparisca fra tre giorni in Cancelleria. (Diversorum, Filza 34). Sestri antico. 22 338 SESTRI ANTICO MCDLXXII. 1474, 28 Luglio. — Guido Visconti, vicegovernatore ducale , e gli an- , ziani scrivono al vicario ed al consiglio di Altare ed al podestà di Vado di fare giustizia a Pietro Navone da Sestri, il quale , tornando dalle Ro-magne, e avendo consegnati 13 colli di pelli d’agnello a Giacomo Musso, fu derubato della merce in Vado da Bartolomeo Baiardo. (.Diversorum, Filza 35). MCDLXXIII. 1474, 16 Agosto. — Giovanni de Colli, procuratore del cardinale T. di Monferrato, commendatore dell’ abazia del Tiglieto, scrive a parecchie ab-badesse dell’ ordine cisterciense di non prestare più ubbidienza all’ abate· di S. Andrea di Sestri. (Not. Andrea de Cairo, Filza 29, f. 315). MCDLXXIV. 1475, 23 Giugno. — Il vicegovernatore ducale e 1’ ufficio per le cose di Catalogna , sapendo che si è già trattato dell’ armamento di dieci galee, tassano gli uomini di Arenzano , Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri in L. 726 e s. 15. (Diversorum X, Reg. 109). MCDLXXV. 1475, 26 Luglio. — Gli ufficiali della Catalogna fanno la rassegna della nave di Nicolò de Bandino e fra i marinai vi è Gaspare Rolerio, Leonardo de Cigallis, Nicolò Balerino, Antonio de Antomaso e Battista Mon-taldo, tutti di Sestri. (Diversorum, Filza 36). MCDLXXVI. 1475, 26 Luglio. — Gli ufficiali per le cose della Catalogna fanno la rassegna della galea, della quale è patrono Raffaele da I eglia. Son nominati nella categoria dei remiganti Bonavia de Viono , Giacomo Rossi, Andrea de Gregorio, Gerolamo de Valle, Lorenzo Costo, Tarascone de Bertono, Simonetto Mameta, tutti di Sestri e tra coloro, qui manent in pupi, Nicolò de Costo subpatronus. [Diversorum, Filza 36). MCDLXXVII. 1475, 25 Agosto. — Il luogotenente ducale e gli anziani scrivono al podestà di Voltri e agli abitanti di Arenzano , Pegli, Sestri e altri della podesteria di aiutare Battista de Mauro, il quale acquistò all’ appalto la gabella sul grano e sui legumi, che vengono usati sì per mare che per terra in detta podesteria. 1Diversorum, Filza 36). SESTRI ANTICO 339 MCDLXXVIIL 1475, 16 Ottobre. — L’ Ufficio dei quattro revisori del Comune di Genova concede a Bertola Grasso , rettore del Priano e di Coronata per 1 anno 1469, di fare arrestare qualunque persona della rettoria di Borzoli, fino alla soddisfazione di L. 12, e qualunque persona della rettoria di Cogoleto e Lerca, fino alla soddisfazione di L. 4. (Diversorum X, Reg. i09). MCDLXXIX. 1476, 6 Gennaio. — Il pontefice Sisto IV scrive all’abate di S. Andrea di Sestri di immettere in possesso della cappellania di S. Maria Maddalena, eretta nel monastero di S. Siro, il frate Giovanni da Verdura. « Religionis zelus vite ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza 32, Parte II, f. 2). MCDLXXX. 1476, 23 Gennaio. — Galeazzo Maria Sforza Visconte, duca di Milano, intesa la morte del rettore di S. Giovanni Battista e di S. Alberto, chiesa annessa , scrive al vescovo di Mariana (Leonardo De-Fornari) vicario del- 1 arcivescovo di Genova (Paolo Fregoso) acciocché separi le due chiese, assegnando quella di S. Alberto a prete Andrea Antonelli da Spezia. Da Pavia. iNot. Pietro di Ripalta, Arch. di Stato, sala 74, n. 256; Accinelli, Liguria Sacra, pag. 426'. Nota storica. « Ben presto questa chiesa, aggiunge il Remondini, si emancipò dalla amministrazione dei massari di S. Giambattista. Ai terrazzani di S. Alberto sapea male quella dipendenza, e non ci trovavano essi il loro conto : si adoperarono , e nel 1476 venne loro ottenuto d’esser donni di sè mediante un decreto, come ne dice il P. Schiaf-mo, di Mons. Giovanni De-Callis, giusta il Mezzadri, vicario generale dell’ arcivescovo °ae poi cardinale, Paolo Campofregoso. Da quell’ epoca adunque e sempre in fino a noi, u ed è inchiusa nel territorio della parrocchiale di S. Giovanni Battista, nè valsero a staccarla gli impegni adoperati nel 1623 nell’assegnare i confini della nuova parroc-c na Assunta di Sestri a mare, nè le insorte questioni che nel 1629 vennero decise a a\ore dell antica posseditrice, mercè le cure del nuovo rettore Carabeilo, il quale tenne orte contio le industrie del Casatroia suo predecessore, passato a reggere la cura nove a dell Assunta. Come chiesa indipendente, si mantenne per un secolo e mezzo, sino al 16^3, ma, o fossero i monaci Camaldolesi che s’invaghissero di quella solitudine , od invece i Sestresi che amassero avere fra loro questi romiti , il 25 settembre 1633 , questi ne vennero in possesso. Un cotal Valeriano Filangeri da Napoli avea chiesa e cenobio col consenso del Serenissimo Senato e dell’arcivescovo Domenico De-Marini, in atti del notaro Giacomo Cuneo. Ciò peraltro non era a norma dell’ Istituto Camaldolese, quindi il manco di approvazione per parte del Capitolo Generale, il perchè i nuovi religiosi dovettero partire, e il giorno 5 Novembre del 1635 il tutto rimettevano a mano del capitano diSestri il patrizio Gerolamo Lercari » ir). (1) Parrocchie dell'Archidiocesi Genovese. Reg. XIV, parte II, pag. 265. 340 SESTRI ANTICO L’Accinelli espose questo fatto prima del Remondini > asserendo che i monaci saliti al romitorio di S. Alberto nel 1633 erano certosini. Noi però abbiamo letto nell’opera MS. dello stesso Accinelli voi. I,_pag. 326 queste precise parole : « Nel 1633 la chiesa fu concessa ai camaldolesi eremiti, che lasciarono nel 1635 per essere loro stata data 1’ antica chiesa di S. Tecla in Albaro ». MCDLXXXI. 1476, 29 Marzo. — Il vicegovernatore ducale e 1’ Ufficio di sanità, testé eletto, ordinano che nessuna persona di qualsiasi stato e dignità, abitante in villis Sancti Petri Arene et Sexti osi ricevere 'alla spiaggia barche, leudi e altri navigli 0 uomini della riviera occidentale, senza licenza del prefato Ufficio. (.Diversorum, Filza^s;). MCDLXXXII. 1476, IO Aprite. — Guido Visconti, vicegovernatore ducale e l’Ufficio di sanità ordinano ai podestà, consoli, rettori e abitanti delle ville di Sampierdarena , Voltri, Arenzano , Sestri, di preservarsi dal contagio, essendosi rinnovato alla Pietra, onde hanno vietato che alcuna persona da Noli in qua non possa venire, in Genova, senza previa licenza. (Diversorum, Filza 37). MCDLXXXIII. 1476, 22 Aprile. — Gli Ufficiali di Scio arruolano una squadra di stipendiati, i quali sotto il comando di Melchiorre Doria devono militare alla difesa di Scio per un trimestre. Tra essi è notato Battista Rossi da Sestri del qm. Gregorio, maestro d’ascia, d’anni 29; per lui fa garanzia Antonio Rossi, figlio di Antonino, falegname nella contrada della Maddalena. — Il 24 aprile viene arruolato Antonio Calvi da Sestri, figlio del q.m Giovanni, marinaio, d’anni 35. (Diversoi um, Filza 37 . · MCDLXXXIV. 1476, 26 Aprili. — Gli ufficiali di Scio arruolano per marinaio Giovanetto Profumo da Sestri qm. Nicolò, marinaio, d’ annni 35. (Diversorum, Filza 37). MCDLXXXV. 1476 , 8 Lugl'O. — Atti degli uomini di Sestri, Pegli etc. e altri della podesteria di Voltri, essendo podestà di Voltri Bartolomeo Pippo, fatti in Genova nel palazzo del Comune nel banco di detta Curia. (Notari Ignoti, Filza 58). MCDLXXXVI. . . . . 1476, 22 Luglio. — È eletto a parroco di S. Giovanni Battista Pietro da Framura ad istanza del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, che ciò SESTRI ANTICO 341 richiese da Pavia a Leonardo De Fornari, vescovo di Mariana e vicario generale dell’ arcivescovo Campofregoso, essendo morto prete Baldassarre da Castagnola. (Not. Pietro de Ripalta, Sala 74, pag. 256,'. MCDLXXXVIL 1477, I Febbraio. — L’ufficio di Moneta ordina ai rettori della podesteria di Voltri di pagare il fuocatico. Son nominati : Bernabò Marzocco rettore di Lardara, Antonio, Rosso, rettore del Gazzo, Lodisio Casella, rettore di Surripa, Biagio Aicardo, calafatto, rettore di Castiglione. (Diversorum, Filza 38). MCDLXXX Vili. 1477, 12 Febbraio. — Essendo morto in Roma Diodato Bocconi , vescovo di Aiaccio, si fanno pratiche onde venga eletto a succedergli Battista Quaquaro da S. Margherita di Rapallo, professore di gius canonico, fratello di Bartolomeo Quaquaro, abate di S. Andrea di Sestri. (Not. Andrea de Cairo, Filza 32, f. 42). MCDLXXXIX. 1477, 28 Maggio. — Prospero Adorno, governatore ducale e gli anziani, avendo deciso di armare quattro galee, tassano gli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri in lire 380. (Diversorum, X Reg. 114). MCDXC. 1477, 13 Maggio. Prospero Adorno, governatore ducale e gli anziani fanno proclamare che, se vi sia alcuno, che si opponga alla concessione d un curatore al fallimento di Antonio Giacomo Restano da Sestri, speziale, venga in Cancelleria. (Diversorum, Filza 38). MCDXCI. 1477, 24 Ottobre. L ufficio di moneta ordina ai seguenti rettori della podesteria di Voltri di pagare le somme arretrate cioè a Battista Rossi, a Castellino di Celso rettori di Lardara, ad Antonio Rombo rettore del Gazzo, a Simone Rombo, rettore di Surriva, a Biagio Aicardo, rettore di Castiglione. (Diversorum, Filza 38). MCDXCII. 1478, 8 Aprile. 11 pontefice Sisto IV elegge il cardinale Raffaele Riario, del titolo di S. Giorgio in Velabro , commendatore dell’ abazia di S. Andrea di .Sestri per morte dell’abate Bartolomeo Quaquaro, assegnandogli 200 fiorini sui redditi di essa. « Romani Pontificis providentia ». Da Roma. (Not. Andrea de Cairo, Filza 33, f. >17). 34 2 SESTRI ANTÌCO Da questo giorno in poi agli abati succedettero i commendatori. Il cardinale Raffaele Riario dal titolo di S. Giorgio al velo d'oro, nipote del Pontefice, prese possesso di questa chiesa e convento passata in commenda per mezzo di Melchior Zoco , come in atti del summentovato notaro 9 ottobre 1478; e di commendatore in commendatore si giunse fino al 1569, nel qual anno andò l’abazia soggetta ad altra mutazione, con bolla di Pio Y 19 maggio, per cui veniva assegnata in proprietà al P. Inquisitore di Genova, che come domenicano risiedeva nel convento di S. Domenico. Chi fosse vago di avere maggior luce sopra l’inquisizione di Genova potrebbe riferirsi alla Storia dell’Inquisizione iti Genova in che sono le indicazioni delle varie vertenze della repubblica coll’inquisizione e di quanto -appartiene allo stabilimento di essa in Genova, alle immunità che godevano gli ecclesiastici, ai diritti del potere civile sul-1 ecclesiastico e particolarmente alle questioni che la repubblica ebbe a sostenere a tale riguardo nel 1670. (Cod. Cartaceo in folio sec. XVIII, pag. 222; Agostino Olivieri, Carte e cronache, p. 225, n. 269). MCDXCIII. 1478, 14 Ottobre. — Prospero Adorno, governatore ducale, ordina a Bertola Castagneto da Sestri, patrono d’ una saettia, di non partire senza previa sua licenza, sotto pena di 100 ducati. (Diversorum X, Reg. 117). MCDXCIV. 1479, 18 Febbraio. — Il podestà di Voltri, ricevuta una lettera scritta -il 17 febbraio dal doge Battista Fregoso, il quale ordina di far dipingere le sue armi in un luogo onesto , fa proclamare la notizia in Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria. [Diversorum, Filza 419). MCDXCV. 1479. — Valdettaro Antonio (di Savona) è parroco di S. Giovanni Battista. (Not. Pietro de Ripalta, 1. c.). I fratelli Remondini aggiungono: Valdettaro Antonio parroco di S. Giovanni Batt nel 1479, era vescovo di Brugnato dal 1475, e rinunciò il 9 Luglio in un· con 1 arcipre tura di Framura (1). Come è chiaro, fa mestieri riconoscere un errore del proto nel 1475 invece ce 14 Non è moralmente possibile che Valdettaro nel 1475 vescovo di Brugnato , sia stato letto a parroco di S. Giovanni Battista nel 1479. ., j, D’ altra parte leggiamo nel Sinodo di quella diocesi che Antonio de Valdettariis eletto vescovo di Brugnato nel 1485, da Sisto IV, e che mori nel 1492 (2)· MCDXCVI. 1479, 8 Luglio. — Il doge Battista Fregoso e l’ufficio di sanità ordinano che nessuno possa andare alla chiesa di S. Alberto sopra Sestn in (1) Parrocchie, Reg XIV, pag. 278. (2) Agostino Maria De Monti, Memorie storiche di Savona, pag. 379. Roma, 169"· SESTRI ANTICO 343 occasione della festa, ordinando ai guardiani di essa che la tengano chiusa. (Diversorum, Filza 39). . MCDXCVII. ♦ 1481, 6 Gennaio. — Il cardinale Giuliano, vescovo di Sabina, penitenziere maggiore del Papa scrive a Giovanni de Serra, magiscola della cattedrale di Genova, ed a Pellegrino da Ventimiglia, prevosto di S. Maria Maddalena, di permettere a Giacomo della Rovere, vescovo di Mileto, commendatore di S. Andrea di Sestri, di dare in enfiteusi ai fratelli Battista e Ambrogio Adorno una casa, che detto monastero possiede in Genova in •Fossatello. Da Genova. (Not. Andrea de Cairo, Filza 37, f. 18 e 95). MCDXCVIII. 1481, I Giugno. — Il cardinale Gio. Battista Savelli del titolo di S. Vito, legato apostolico, scrive agli abati di S. Andrea di Sestri e di S. Maria del Zerbino di eleggere l’abadessa del monastero di S. Spirito in Genova. Da Genova. (Not. Andrea De Cairo, Filza 36, Parte II, f. 6). MCDXCIX. 1481, 13 Settembre. — Il doge Battista Campofregoso e gli anziani accordano le rappresaglie a Cipriano e Pandolfo de Monleone da Sestri contro gli uomini dei marchesi di Ceva. (Litterarum, Reg. XXIII, N. 1195, f. 432V.). / ■ MD. 1481, 29 Ottobre. — Il doge Battista Fregoso e gli anziani ordinano di far ristorare le strade, che da Sestri e da Quarto conducono a Genova e di procedere al riparto della spesa. [Memorie riguardanti la Repubblica di Genova, Voi. I, N. 429, MS. della B.bl. Civieo-Berio). MDI. 1482, 15 Aprile. — Frate Giovanni dei Tarditi da Biella , priore e vicario del monastero di S. Andrea di Sestri, e i monaci Antonio de Cruce e Cristoforo Cattaneo, di consenso di Giacomo della Rovere, vescovo di Mileto, commendatore di detto monastero, ora assistente nello studio di Pavia, eleggono procuratore Antonio Bonvicino da Savona per far promulgare la sentenza di scomunica contro i detrattori dei beni del monastero. In Genova, nel chiostro di S. Maria delle Vigne. (Not. Andrea de Cairo, Filza 37, f. 88), SESTRI ANTICO "MDII. 1482, 17 Giugno. — Francesco de Secundis qm. Tedisio, professore di grammatica in Sestri, accorda il figlio diciasettenne Battista con Giuliano Rapallo, maestro d’ ascia a Pegli, per lo spazio di sei anni. In Sestri, nel luogo di Castiglione. (Notari Ignoti, Reg. 120). MDIII. 1482, 2 Settembre. — Antonio Figarolo da Sestri, notaio, del qm. Giovanni, elegge procuratore Simone Marchesano. In Sestri, a rogito del notaio Giacomo Costo. (Notari Ignoti, Reg. 35). MDIV. 1482, 17 Luglio. — G-io: De Mari, succeduto nell’eredità al padre Gio: Andrea, con suo testamento lascia il gius patronato sopra la chiesa di S. Maria della Costa a Geronima sua figliuola. (Giscardi MS., Origine delle Chiese, p. 429). MDV. 1482, 27 Novembre. — I quattro revisori del Comune di Genova ordinano a Domenico Negrotto da Voltri, rettore del Sestiere di Gatega, di pagare ciò che deve, altrimenti manderanno un bargello, che sequestrerà i beni degli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e degli altri di tutta la podesteria di Voltri. (Diversorum X, Reg. 120). MDVI. 1433, 7 Luglio. — Essendo la città di Sarzana assediata dai Tiorenti^ s’impone una tassa generale ai paesi delle due riviere, onde si °r agli uomini di Arenzano, Pegli, Sestri e altri della podesteria di o tri mandare 152 uomini. (.Litterarum, Reg. XXX, N. 535, f. 144). MDVII. 1483 .... — Ricordo del monastero di S. Maria de Zoalio ... · « Nel Montaldo si legge a pag. 139 che nel 1483 le monache e monaci 1 ■ gida della nostra città (Genova) unitamente concessero il luogo dove poco dopo u strutto il monastero sotto il nome di S. Maria nella villa di Zoalio di Sestri, alle ino nache genovesi di S. Stefano de Sezadio dell’ordine cisterciense, diocesi d’Acqui, a re volte del monastero di S. Maria di Bano diocesi di Tortona. Ma di qual Zoalio si para qui? Noi conosciamo la borgata in riviera di levante detta Zoagli tra Rapallo e vari, ma in essa non ci' pare sia nè traccia nè memoria che vi sia stato mai alcun mo nastero. L’ autore del MS. già detto , Memorie storiche di varie chiese, dichiara essere SESTRt ANTICO 345 il nostro Sestri di ponente, dicendo nella villa di Zoalio pertinenza di Sestri di ponente, e, stando al Montaldo da cui si vede che tolse, traducendone dal latino in volgare quel poco che ne riporta, sembrerebbe aver ragione , dappoiché il Montaldo dice de Sexto con il quale nome tanto egli come altri intendono Sestri di ponente , mentre volendo indicare il Sestri di levante, a cui piuttosto sembrerebbe appartenere il nostro Zoagli in riviera di levante, il Montaldo costantemente adopera il nome Segestrum. Ma in Sestri di ponente ove è mai il luogo detto Zoaglio? Sarebbe Zoaro frazione di Godano? Aspettiamo risposta da chi può esser meglio informato che noi non siamo ». Così il ^Remondini (i). Ma quella traccia che non trovò , quella memoria che non balenò alla mente di questo infaticabile e dotto storiografo sacro si trovò nei ruderi, e venne dalla vera tradizione sopra un luogo dell’ antico Sexto. Salendo dalla via che di fronte alle calcinale del signor G. B. Conte conduce ad una rilevata pendice detta Salto della mula, progredendo per il serpeggiante sentiero per circa mezz’ora.,, si giunge in un luogo detto Campi, sopra il quale altro ve n' è detto Cascinelte vecchie. Qui al-1 ombra di pini, di castagni, di nocciuole, si ascondono vecchi ruderi di un edifizio che la viva tradizione ritiene quale antico convento di monache, le quali, rovinato il proprio recinto, sarebbersi ritirate al soprastante convento delle Cascinelle sotto il picco del monte Tagliolo. I ruderi che si vedono ancora tra gli alberi sono mattoni sgretolati e ardesie che meglio si rivelano a chi s’accingesse a fare scavi, come si tentò ora è forse un lustro. Nella località soprastante alle macerie del convento , detta Lencisetta , or fa una ventina d’anni fu rinvenuta una cassetta di monete. Oltre di questo è da ritenere il nome di Cascinelle vecchie luogo detto Campi, del quale quattro quinti di un appezzamento ed un quinto di un altro appartenevano al Parroco di S. Giovanni Battista ed il resto alla Fabbriceria, e il nome di Cascinelle nnove, sul cui altipiano sorse la chiesa dei monaci di rimone, fra le Cascinelle vecchie e le nuove , nella sinistra parte del rivo detto delle Cascinelle, sorge ancora di presente un pilone dell’ altezza di varii metri. Il luogo ove sorge è chiamato il Molino o Mulitio delle monache di Zoalio. La tradizione che riferisce quanto sopra è costante ed antichissima. MDVIIL 1484, 3 Aprile. — Il pontefice Sisto IV scrive ad Ambrogio Paniga-rola, prevosto di S. Marta in Genova, e ad Antonio Ratto, canonico di Bobbio, dimorante in Genova. Stante le benemerenze di frate Gerolamo Centurione, monaco di S. Nicolò del Boschetto, di Giacomo e di Pietro, suoi fratelli, figli del qm. Nicolò Centurione, conferma la cessione , che il 3 Giugno 1483 a loro fece della chiesa di S. Giacomo di Sestri il nobile Dorino Gattilusio del qm. Palamede. « Sincere devotionis affectus ». Da Roma. (Net. Andrea de Cairo, Filza 39, f. 249). MDIX. 1484, 13 Settembre. — Paolo Fregoso, arcivescovo e doge, e il consiglio degli anziani scrivono al capitano di Voltri e agli uomini di Arenzano , Pegli, Sestri e altri della podesteria di inviare 800 uomini per marciare contro i Fiorentini, i quali trasportarono il campo contro Pietrasanta. (Litterarum, Reg. XXXI, N. 219, f. 93V.). (t) I Cisterciensi in Liguria, Giornale degli Studiosi, 11. 4, p. 254. SESTRI ANTICO MDX. 1484-, 30 Settembre. — Paolo Fregoso, arcivescovo e doge , e gli anziani scrivono agli uomini di Arenzano , Pegli, Sestri e altri della podesteria di Voltri che per domani mandino a Genova tutti i leudi adatti a portare artiglierie con uomini sufficienti a navigare, sotto pena di 100 ducati. (LitterarumReg. XXXI, N. 228, f. 36v.\ MDXI. 1484, 18 Dicembre. — Paolo Fregoso, arcivescovo e doge, e 1 ufficio di bailìa, scrivono al pontefice Innocenzo Vili, al cardinale di S. Pietro ad Vmcula, a Nicolò Massola, ambasciatore a Roma, che la notte passata i nemici credendo di non essere sicuri a Campi si erano rifugiati a Sestri. Contro essi marciò Gian Luigi Fieschi, che con un nerbo di fedeli trova-vasi a Rivarolo. A Sestri si combattè, i nemici furono sbaragliati e presi parecchi prigionieri tra i quali il contestabile Pasqua, che i Fiorentini aveano mandato con 600 pedoni. (Litterarum, Reg. XXXI, 266, 267, 268, f. 113-114). MDXII. 1484, 18 Dicembre. — Paolo Fregoso, arcivescovo e doge e gli an^ ziani scrivono al capitano Ludovico Fregoso « li inimixi questa nocte sono tirati a Sestri de ponente mostrando volersi formare li Per P ^ meglio ricevere le galee quando vegniranno.... li nostri sono alla co madi a S. Andrea de Sestri » (i). (Litterarum, Reg. XXXI, N. 264, f. I12V.). MDXIII. 1485 .... — Antonio Rodoano, canonico di N. S. delle Vigne ’ ^ nova, rinuncia in favore ad Fra Bartolomeo da S. Marino minore ventuale) di S. Francesco di Sestri la parrocchia di S. Nazaro e di Multedo. Egli avea da Sisto IV speciale facoltà di accettare ene ecclesiastici. (Schiaffino, Annales, ad aunum. — Remondini, Op. cit. Parte II, Regione XIV, p. 354*55)· MDXIV. I486, 22 Maggio. — Paolo Fregoso, arcivescovo e doge, e 1 ufficio sanità, scrivono agli uomini di Sestri di accogliere con riverenza Giovann Costo, inviato per trattare circa il preservamento delle citta e riviere c a peste. (Litterarum, Reg. XXX, N. 210, f. 84). (1) Già con lettera del 3 dicembre aveano avvisato i mercanti, soliti a trafficare a Lion , che i nemici Battista Fregoso cogli Adorno e gli Spinola venuti per offendere la città, trov. vansi alla Madonna di Coronata (Litterarum, c. s. N. 260, f. 101). SESTRI ANTICO 347 MDXV. 1487, 14 Aprile. — Paolo Fregoso, arcivescovo doge e gli anziani comandano a Giacomo L'regoso, capitano di Voltri e di Sestri, ed ai rettori e uomini di quella podesteria che lunedì mattina ió corrente mandino 200 uomini con armi e balestre per inviare contro Sarzanello , assediato dai Fiorentini. (Litterarum Reg. χχχπ, N. 7, f. 39v.). MDXVI. 1488, 21 Novembre. — I rappresentanti di Sestri, Pegli e altri della podesteria di Voltri sono dei 3466, che giurano fedeltà al duca di Milano. (Federico Federici, Collectanea MS. dell’Archivio di Stato). mSxvil 1489, 17 Settembre. — Geronima de Mari, figlia del qm. Giovanni dona il gius patronato della chiesa di S. Maria della Costa in Sestri Ponente a Fra Antonio de lanino Priore. (Giscardi, Origine delle Chiese, pag. 329). MDXVIII. 1492.... Maggio Vengono rubate alcune reliquie alla Badia di Sestri. « Le reliquie di S. Barbara e S. Simone esistenti nel monastero di S. Andrea di Sestri attirarono la cupidigia di alcuni, fra i quali era certo Giovanni Palasino di Siracusa, servitore del Commendatore di quel monastero; essi pensando che se avessero potuto portarle al Re di Francia, ne avrebbero avuto largo guiderdone , e cavato buon flutto, concertarono assieme il modo di impossessarsene. Aspettato pertanto il tempo opportuno, un giorno di Maggio del 1492, mentre nessuno trovavasi nel monastero, sforzarono la porta della sacrestia, facendone saltare la serratura, vi entrarono e con certi ferri che all uopo avevano preparato, aprirono la cassa ove era rinchiusa la cassetta di avorio contenente le sacre reliquie, e cavatala fuori la trasportarono nella stalla, coprendola di erba e di foglie, finché al mattino seguente per tempissimo, nascosta fra diversi oggetti caricati sulla soma di un asino la fecero uscire dal monastero ed avviare a Sestri. Ivi la riposero sopra una barca , sulla quale ascesi, nello stesso giorno giunsero a Savona ove rimasero tutto il domani, che era domenica. Al lunedì lasciarono Savona facendo cammino verso la Francia , e dopo sei giorni giunsero a Frejus e quindi a Pa-r*£>'· Quivi con 1 intromissione del principe di Salerno cercarono di far pervenire i detti due capi i ubati al Re .... ma il Re non se ne volle impicciare, e sapendo che erano state rubate, deplorando così indegno e sacrilego fatto, ordinò che venissero depositate presso il vescovo di Carpentras, che trovavasi alla sua corte , perchè ne procurasse la restituzione. Onde il principe di Salerno che serviva di intermediario in quest’ affare, dichiarava che se ne lavava le mani, ed il Palasino, fallitogli il tentativo di venderle a quella corte, le consegnava al vescovo di Carpentras.... Egli accolse colla massima devozione le reliquie portategli dal Palasino > le ripose reverentemente in un forziere , a fine di restituirle a suo tempo, ed avuta da lui la confessione del come le aveva rubate, lo consigliò a ritornarsene in Liguria a tranquillizzare il Commendatario di S. Andrea, facendogli piena confessione del modo con cui aveva compito il furto ed implorando il 348 SESTRI ANTICO suo perdono. Ed a meglio indurlo a far ciò gli somministrava le spese del viaggio fornendogli tre ducati. Grande fu il dolore del Commendatario di S. Andrea non appena s’ accorse del furto. Egli non sapeva come fosse avvenuto , e se non aveva dubbio alcuno sulla reità del suo domestico, stante la sua scomparsa, intorno ai suoi complici era perfettamente al buio. Ciò che gli cuoceva maggiormente era il dubbio che qualcuno del monastero, e forse qualche monaco, fosse suo complice, onde i sospetti su questo e su quello lo tormentavano , e non aveva modo di verificare la cosa. La comparsa pertanto del Palasino , che gittatosi a suoi piedi , gli fece ampia confessione di tutto , gli tolse una gran spina dal cuore. Dal suo racconto risultava chiaramente che i monaci e le persone addette al monastero non avevano preso parte al furto , e perciò i sospetti nutriti a carico di qualcuno si dileguarono. Il saper poi che le sacre reliquie erano in salvo , e che poteva a suo beneplacito ricuperarle lo colmò di giubilo. Concesso il perdono al Palasino con atto pubblico rogato dal notaro Battista da Castronovo il 4 Settembre 1492, volle che del furto e della confessione del Palasino, in ogni tempo rimanesse eplicita testimonianza.... ». (M. Staglieno, Un furto di sacre reliquie nella Badia di Sestri nel 1492 in Giornale Stor. e Lett. della Li-guria, Anno III, 1902, pag. 449 e segg.). MDXIX. 1492, 7 Agosto. — Prete Battista Campora, rettore di S. Giovanni di Sestri, litigando con prete Paolo Molinari, rettore ^di S. Maria di Pedemonte , alla presenza di prete Lazzaro Inghetto , rettore di S. Quirico , e di prete Francesco Perino, rettore di S. Biagio di Polcevera, elegge arbitri prete Bartolomeo Valdettaro , arciprete di Larvego, e prete Michele da Semorile, rettore di S. Siro di Langasco. In S. Quirico. » (Not. Gio. Antonio Cambiaso, Filza 6, Archivio di Stato). MDXX. 1492, 7 Dicembre. — Il pontefice Alessandro VI scrive a Battista Campofregoso, canonico della cattedrale di Genova, di decidere nella^ lite vertente tra Antonio de Rovereto, rettore della chiesa di S. Nicolò di Voltri, e Giacomo della Rovere , vescovo di Mileto, commendatore del 1’ abazia di S. Andrea di Sestri. « Conquestus est nobis ». Dal Vaticano. (Not. Gio. Battista Castronovo, Filza I, Parte II, f. 39, Arch. di Stat2 in Genova). MDXXL 1493, 3 Gennaio. — Defendino Bianchi del qm. Giacomo, cittadino di Genova, dona diverse reliquie di S. Alberto di Sestri, poste in una bussola d’ avorio, a frate Nicolò da Finale dei Predicatori, affinchè le ponga nella chiesa dei PP. Predicatori di Finale. L’ atto è rogato in Genova. (Not. Urbano Granello, Filza I, f. 216, Arch. di Stato). SESTRI ANTICO 349 MDXXII. 1493, I Febbraio. — Agostino Adorno, governatore ducale, e il consiglio degli anziani, scrivono al vessillifero degli anziani del Comune di Lucca, lamentandosi che Francesco Barisone da Sestri sia stato ucciso presso Monte lignoso e derubato. Facciano giustizia, e restituiscano ciò che spetta agli eredi. (LUterarum, Reg. χχχ1ν N. 342, f. 165). MDXXIII. 1493, 6 Marzo. — Agostino Adorno, governatore ducale e gli anziani, scrivono al vessillifero e agli anziani del Comune di Lucca di far giustL zia a Pèrucc-io de Natino , genero del qm. Francesco Barisone da Sestri, ucciso nel territorio lucchese. (Litterarum, Reg, χχχιγ, N. 388, f. i87v.). MDXXIV. 1494, IO Aprile. — Giacomo della Rovere, vescovo di Mileto, com mendatore di S. Andrea di Sestri, costituisce procuratore Giovanni Marzocco del fu Giovanni di Sestri, dimorante a Parigi, per ritirare la cas-settma, contenente la reliquie rubate a detta abazia. In Genova, nella contrada dell’Annunziata in una casa del convento di S. Andrea di Sestri. (M. Staglieno, 1. c., p. 454). MDXXV. 1495, 20 Gennaio. — Consegna delle reliquie, rubate all’abazia di S. Andrea di Sestri. La consegna delle reliquie si volle circondare della massima solennità. Per la qual cosa a dì 20 Gennaio 1495, giorno di San Sebastiano nella chiesa della Badia di S. An-iea a metà della messa solenne cantata con grande apparato e molto concorso di popò o, il Marzocco presentava la ricuperata cassetta che veniva deposta sull’altare, e poi-c ìè di essa e delle sacre reliquie fu fatta la ricognizione ed attestato da parecchi che erano proprio quelle, che già conservavansi in detto monastero e che erano state involte dai ladri, si ricollocavano al loro posto primitivo. Assistevano alla cerimonia il \ev. Gerolamo Schiaffino da Camogli, vescovo di Scio, i preti Stefano de Furneto da Spezia, rettore di S. Giacomo di Cornigliano, Giovanni della Torre, cappellano di Santa Maria delle Vigne in Genova, Giovanni de Fabiano , arciprete di S. Martino di Sam-pierdarena, Antonio di Rovereto, cappellano dei santi Nazaro e Celso a Multedo di Pegli, fra Nicolò l'agliavacche degli Eremitani di S. Gerolamo, e fra Vincenzo dello stesso ordine ed entrambi del monastero di Santa Maria della Costa di Sestri et quamplurimi$ ahis laicis et clericis precipue dicti loci Sexti et 'partium circumstantium in numero copioso. (M. Staglieno, 1. e. p. 456). 350 CESTRI ANTICO MDXXVI. 1495, 9 Aprile. — Il pontefice Alessandro VI scrive al prevosto di San Donato di accordare la chiesa di S. Ambrogio di Fegino a Benedetto Scarlazza, rettore della cappella di S. Maria del Gazzo di Sestri. « Dignum arbitramur etc. » Da Roma. (Not. Baldassarre de Coronata, Filza II, Parte II, f. 346). m MDXXVII. 1495, 6 Novembre. — L’ufficio di moneta, d’ordine di Agostino A-dorno , governatore ducale , avendo imposto un’ avaria, decreta che Marino e Lorenzo de Costo da Sestri, e i figli di detto Lorenzo, paghino lire dodici per cinque anni. (.Diversorum, Filza 51). MDXXV1II. 1496, 16 Gennaio. — Giacomo della Rovere, vescovo di Mileto, commendatore perpetuo di S. Andrea di Sestri, dà licenza di far testamento a Suor Benedettina Rattona, monaca del convento di S. Maria de Ripa di Noli, dipendente da quello di Sestri. Da Genova. (Not. Baldassarre de Coronato, Filza nell’Arch. della Curia Arciv. di Genova). MDXXIX. 1495, 4 Marzo. — Il pontefice Alessandro VI ad perpetuavi rei memoriam unisce la cappella di S. Maria del Gazzo all’ eremitorio della B. M. Vergine Annunziata della Costa. « Solicitudinis nobis quamquam ». Da Roma. (Not. Baldassarre de Coronato, Filza 15, Parte II, f. 299). MDXXX. 1496, 14 Marzo. — Agostino Adorno, governatore ducale e l’ufficio di sanità, scrivono al capitano di Voltri di creare l’ufficio di sanità, e perchè si attende il naviglio di Manuele de Rapallo, proveniente dalla Sicilia, dove è la peste, non lo lasci approdare nè ad Arenzano, nè a Pegli, nè a Sestri, nè in altri luoghi della sua giurisdizione. (Litterarum, Reg. XXXVII, N. 223, f. 104'. MDXXXI. 1496, 16 Maggio. — Gaspare di Negro scrive al principe Ludovico Maria Sforza, signore di Milano, di affidare a maestro Andrea da Sestri, ingegnere militare e bombardiere, 1’ esame delle castella di Savona, Noli e Ventimiglia. Da Genova, (Giernate Ligustico, Voi. IV, p. 254). SESTRI ANTICO .351 MDXXXII. 1496, 6 Settembre. — Epigrafe presso l’oratorio di S. Gio. Battista di Sestri : * IHVS ■ MCCCCLXXXXVI · DIE · VI · SEPTEMBRIS · TE MPORE · PORATI BA RTHOLOMEI · ROMBI L VCE · Q · CASITII · ERE DISCIPLINATORUM ■ HEC · CISTERNA · FA BRICATA · FVIT. Si dovette rimovere la bocca ottagonale di marmo, che sul finire del secolo XV fu collocata sopra la cisterna dell’Oratorio dei disciplinanti, affine di leggere la iscrizione divisa in tante parti, quanti sono i lati esterni dell'ottagono regolare, onde s’informa il marmo, il quale è prezioso per la data che porta, e per i nomi di Porrati Bartolomeo e di Rombo Luca, superiori della Confraternita. MDXXXIII. 1496 , 29 Settembre. — Agostino Adorno , governatore ducale di Genova, a nome di Massimiliano, re dei Romani, prende in locazione il galeone di Giovanni de Costo da Sestri per servizio di detto re. (Diversorum, Filza 52). Appunto in quei giorni era giunto a Cornigliano l’imperatore Massimiliano di Austria, alloggiato splendidamente nel palazzo di Anfreone Spinola. Per le accoglienze fatte a Cornigliano, per il suo arrivo in Genova, Portofino , Rapallo , cfr. I Diarii di Marin Sanuto, p. 161 e segg.. MDXXXIV. 1496, I Ottobre. Agostino Adorno, governatore di Genova, a nome di Massimiliano, re dei Romani, prende in locazione da Pietro Balestrino da Sestri una barca, attualmente esistente nel porto di Genova. (Diversorum, Filza 52). MDXXXV. 1496, 21 Novembre. — Il vicario della curia arcivescovile di Genova incarica prete Nicolò da Castiglione di andare nell’ oratorio di S. Antonino , ora di S. Gottardo di Pegli, togliere dall’ altare un’ ancona di S· Antonio, ponendovi quella di S. Gottardo, esistente sotto il portico, e ciò in esecuzione di sentenza, promulgata in favore del cardinale Anto-niotto Pallavicini, commendatore di S. Antonio di Pre, contro frate Antonio de Savino, priore di S. Maria Annunciata della Costa di Sestri e il priore di S. Maria degli Angeli, che si contendono il possesso di detto oratorio. (Not. Baldassarre de Coronato, Archivio della Curia Arcivescovile di Genova). 35- SESTRI ANTICO MDXXXVI. 1499, 15 Ottobre. — Tommaso Baiardo, priore di S. Matteo, conservatore dei privilegi apostolici, ordina ai frati di S. Francesco di Sestri di fare scrivere nel banco di S. Giorgio due luoghi, lasciati dal qm. Cristo-foro Panzano per celebrazione d’ una messa quotidiana. (Not. Baldassarre de Coronato, Archivio della Curia Arcivescovile di Genova). MDXXXVII. 1500, I Giugno. — La curia arcivescovile di Genova accorda a Martino Campora la chiesa di S. Giovanni Battista di Sestri, rimasta vacante per rinuncia del parroco Battista Campora. (Not. Baldassarre de Coronato, Filza V, f. i£4, Arch. di Stato in Genova). INDICE ONOMASTICO Sestri antico. 23 I S.B. I numeri romani segnano le pagine della Prefazione, gli arabici quelle dei Documenti e Regesti. A Abate Loisino 228. Abbati Pelegro 326. Abrazaben Giovanni 142. Acciarino Matteo 328, 331, 336. Accinelli Francesco Maria 13, 16, 20, 26, 37, 237, 284, 294, 308, 34S. Accorso Benedetto 243. Achino XXXVII, Oberto 8S. Adalardo Guglielmo XIV. . Adamo, canonico d’Albenga 108, medico, 144. Adelasia 42. Adila, contessa, 2. Adorno, pellicciaio, 19. Adorno 346, Agostino 349*351, Ambrogio 343, Angelino 254, Antoniotto 269-271, Barnaba 292, Battista 343, Brizio XXXIX, Caterina XXXIX , Filippo 302, Giorgio 284, Giovanni XLII , Girolamo 291, Prospero 322, 329, 341, 342, Raffaele XXXVIII, 278, 299-303. Adriano IV, pontefice, XV, 16. Adriano V, pontefice 140, 159. Agalbursa, regina, 69. Aglio Raffaele 244, 332. Agnese, badessa, 85. Agnesina T56. Agostini Pietro 95. Aiano Manuele 159. Aicardo 181, Biaggio 341, Giovanni 314. Manuele XXXI, 169, Maurizio 314· O* berto 165. Aidela, priora, 65, 66. Aimelina 29, 57. Aitnelina Giulia 91, Tommaso 91. Aimerico, abate, 235. Aimone, monaco, S2, speziale, 10S. 110. Ili, 112. Airaldo, vescovo, 4, 16, 35, 37. Airaldo XXXVII, Amico 124, 183, 190, 203, Bonasera 183. Airolo Gerardo 38. Alamanno 181. Alardo, abate, 256. Albara Guglielmo 194. Albereto Antonio 295. Alberici Ottobuono 29. Alberico, conte^ 291. Albertino Benincasa 97, Guancino q7. Alberti, 97, Alberto 238, Leandro XXVI11. Alberto, converso, Ί6, 105, prevosto, 143. sottocantore, 96, sottoj>riore, 51, vestia- * .rio, 60. Albornoz Egidio 251. Alchisio e Algisio, monaco, 51, 60. Aldana^ Giovanni 176, Marchetto 176, Sa chino 176. Aiegro Giovanni 265, Ottone 24, Pietro 170. Aleramo, marchese, 2. Alessandro II, pontefice, 16. INDICE ONOMASTICO Alessandro III, pontefice, XIV, 29, 34, 36. Alessandro IV, pontefice, XXXVI, S4, 105, 131. Alessandro V, pontefice, 282. Alessandro VI, pontefice, 34S, 350. Alessandro, priore, 202. Alessio, prete, XV, 19, 20,22,24,58,116. Alessio XXXVII, Adalasia 73, Giordano 73, 103, Guglielmo 20, 77, Oberto 103, 118. Alfachino Giordano 64, Guglielmo 130. Alighieri Dante XXXI, XXXVI, XXXVIII, 109. Alizeri Federico 27. Almano Gabriele 250. Altadone Enrico 113. Altoviti Ugo 149. Alzate Opizzino 290-293. Amandolesio Giovanni 149, 158. Amati Amato XXXX. Ambrogio, abate, 37, 51, 52, 54, 63, maestro muratore , 75. Amico, monaco, 96, 105. Amico Enrico 199, Francesco 220, Guglielmo 146, 199, 220. Amigone Enrico 2S. Amore Giovanni 101, 109, Segtiorando 152. Amoretti Antonio 203. Anacleto, antipapa, 11. Ancona Alessandro XL, XLII. Andala Anseimo 79. Andrea, arciprete di Borzoli, 178, arciprete di Ceranesi, 100, canonico di Castello, 143, 147, 165, maestro di scuola, 316, monaco, 180, priore, 256, re d’Ungheria, 67. Anfosso Martino 230. Angelerii Andriola 222, Dondo 206, 208, Enrico XXXII, 108, Giovanni 208, Tommaso 222. Angelini Dondo 155, Lanfranco 155 , Si-mone 164, Peschetto 164. Angelo Enrico 92. Angioino 69, Antonio 189, Bonifazio 185, 233, Gabriele 168, Nicolò 189, Rubaldo 123. Anna, nobile donna, 33. Anna Giacomo 147, Pietro 73, 90, 92, 95, 129, 158. Ansa Martino 3, 179. Ansaldo, medico 139, monaco, 60, tagliatore, 71. Ansaldo XXXVII, Amico 165, Ballano 170, Giovanna 165 , Oberto 170, Pietro 174. Anseimi Aldana 120, Ansaldo XXXI, 108, 133, 115, 120, 127, Enrico 210, Giovanni l(>3 , 173, Guglielmo 173» T92> Marche-sina 120, Rogerio 129. Anselmo, monaco, 129, vescovo di Acqui, 65. Antero, cappuccino, 246. Antiochia Bonvassallo 29, 93> Maria, 93. Antomaso Antonio 338. Antonelli Andrea 339. Appiano Giacomo 336. Arcario Rubaldo 45. Archerio Bertone 208. Ardimento Argone 240. Ardizzone 38. Ardoino , legato apostolico , 253 , marchese, 2. Ardoino Grimaldo 187. Arena Stefano 212. Argone, re di Persia, 191. Arimondi Bernardo 166. Ariperto 34. Annoino Corso 119. Arnaldo, abate, 12, cardinale, 201, giudice, 19, rettore di S. Ilario, 74. speziale, 51, 54, · Arnaldo 181, Amico 165 , Giovanni 246, Oliverio 123. Aschieri Giovanna 62. Ascoli XXVIII. Asinari Fulco 177, i78· Asinelio Martino 168. Asini Graziolo 185, Martino 185. Asmet, schiavo, 144· Astengo Andrea 66. Asterio, monaco, 199. Asture Antonio 123. Augusto Agostina 189, Pietro 189, 200,205, 221, 230. Aurelio, cappuccino, 12, 14, 245, 232. Auvray 96. Avvocato Tagliaferro 115. Azario Pretro 126. Azurri 27. B Bachemi 220, Francesco 186, Lanfranco 203. Badaracco Gio. Battista XXIII. Badino Ambrogio 261. Badola Giovanni 174. Bagaroti Pagano 105. Bagnara Branca 291 , Giacomo 295, Giovanni 190, 212. INDICE ONOMASTICO Baiamonte, monaco, 51. Baiamonte Bartolomeo 141, Egidio 100, Giacomo 120. Baiardo Antonio 267, Bartolomeo 338, Enrico 107, 132, 199, 210, Gaspare 248, Giacomo 210, Giorgio io, Giovanni 57, 58, 80, 199, 278, Giovannina 210, Isabella 2fo, Lanfranco 250, 255, Pasquale 250, Tommaso 352. Bailo Pietro 243. Balbi e Balbo XXXVII, 181, Cesare X, Contessina 138, Giacomo 187, Giovanni 99, Guglielmo 64, 72, Lazzaro 277, Lorenzo 231, Pietro 231, Raffaele 243, Rollando 138. Baldizzone 122, Trencherio 167, Sibellina 167. Balduino, medico, 54, 91. Balduino Giacomo 78, 100. Balerino Nicolò 338. Balestrino XXXVII, Antonio 295, 306, 322, 329, Bartolomeo 273, 287, 295, Francesco 295, Gallo 303, Giacomo 183, Giovanni 305, 327, Lazzaro 327, Michele 183, Nicolò 316, 327, Simone 305, 316, Vincenzo 327, Tommaso 327. Ballano Antonio 189, 203. Balneo Pasquale 118. Bambaxario Cucurnino 204, Giovanni 204. Bancario Raffaele 307. Banchero Anna 62, Giuseppe 18,35, Lanfranco 62. Bandino Nicolò 338. Bandora Giovanni 183, 190, 202, 205, 208, Manuele 225, Martino 225, Nicolò 200, 208, 209, 223, 225, 232, Michele 260. Barattiero Enrico 78, Guglielmo 78. Barbarello Alessio 126, Bonaventura 92, 93, Guglielmo 47, 48. Barbaro Antonio 252. Barbaròssa Antonio 288, Bartolomeo 335, Marchetto 335. Barbastello Ansaldo 199, Giacomo 167,170, 199, Lanfranco 170, Leona 170, Nicolò 199. Barbasterio Antonio 141. Barbavara Francesco 294. Barbera Giovanni 201. Barberini 37. Barbieri Matteo 128, Nicolò 170, Oberto 220, Pietro 250, Vassallo 88. Barca Guglielmo 38. Bardi Giovanni 231, Margherita 231. Barenzasco Prata 208. Bargone Domenico 296, 297. Barilario Nicolò 150, 199, Paolo 309. Barisone, re di Arborea, 19, 69. Barisone Francesco 349. Baroccio Antonio 255, Enrico 165, Giacomo 221. Bàrono Riccio 141, Ugo 292, Barra Michele 278, 288. Barrili Anton Giulio XI, 4, n> 2I> 27· Bartolomei XL, Giacomo 56, 174, Giovanni 167. Bartolomeo, chierico, canonico e arciprete di Borzoli, XVI, 57, 64, 74, 93, 115· Basilii Giacomo 90, 106, Guglielmo 90. Basolino, taverniere, 157. Basso Dagnano 288, Nicolò 331, 333, Marchisio 70, Pagano 129, Raffaele 294. Basta Guglielmo 80. Basteri Giorgio 258. Bastone Francesco 252, Giovanni 107, 108, 119, Simone 219. Bastori Bartolomeo 307. Battezzato Antonio 243. Bavia Giacomo 243. Bavoso Andriolo 241. Beacqua Benvenuta 138, Divizia 138, Giacoma 138, Giovanna 138, Giovanni 138, Guglielmo 138, Oberto 199, 200. Beccaria Nicoloso 82-86. Becchignone Benedétta 230, Pietro 238. Beidie 36. Belengeri Nicolò 147. Belesii Sturione 179. Belgiovanni Giovanni 206. Belgrano Tommaso XII, 16, 17, 20-22, 33-37, 40, 42, 44. 45, 5i> 57, 61, 98, 109, no, 145,177, 245, 262, 269, 275, 308, 332. Belignano Nicolò 272. Bellagamba Giovanni 291, 292. Bellando, sacerdote, 37. Bellocchio, Belloculo e Bellogio Ansaldo 64, Bellocchio 159, Giulia 41, Guglielmo 106. Bellone 181. Bellotti Enrico 162. Beliuccio Guglielmo 57. Belmosto, parroco di Crevari, 121. Belmosto Giacomo 139, Giovanni 126, Ma-bilia 152, Ottone 54, Pietro 233, 242, Raimondo 128, 152, Rollando 184, 186, 187, 193-199, Tedesca 193, Tedesco 193, Ugo 63. Beltrame Oberto 55, 168, 169. Bem Bernardo 286, Rollando 286. 35§ INDICE ONOMASTICO Benedetti Antonio 324. S. Benedetto XII, 5, 6, 8. Benedetto XIII, antipapa, 2S0-2S2. Benedetto XI, pontefice, 192. Benedetto XII, pontefice, 232. Benedetto, priore, 220, 222, 226, 233. Bencio, monaco e abate, 158, 159, 169, m, 177. Benenca 2S. Benigassi Gio. Francesco XLII. Benissia Leodisio 263, Orietta 263. Bennama Rogerio 155. Bennati Bartolomeo 219, Giacomo 206. Bensa Lodovico 194. Benvenuti Antonio 287, Baldoino 1S6. Benvoluto, monaco, XXXVII, 19S. Berardo, cappellano pontificio, 96. Berardo Raffaele 263. Berger Elia S2. Bergier N. 26. Bergogno Sibilla 36. Bergonzo Nicolò 243. Bermondi Giacomo 223. Bernardi Borgognone 155, Enrico 243, Giacomo 257, Giovanni 119, Rollando 10S, Ix9> i55> Rollério 113. S. Bernardo 6, 10, 11, 13-15. Bernardo, abate 222. *- Bernasco Guglielmo 54, Oberto 54. Bernerio Giacomo, XXXVIII. Beminzone Manuele 184, 188, 195. Berrò e Birro Lanfranco 68, 75, 87. Berta, contessa, 2. Berta Ansaldo 125. Bertollo Anseimo 108, Giacomo 10S. Bertolotto, canonico, 96, monaco, 60. Bertolotto Domenico 252. Bertouo Tarascono 338. Bertrando, arcivescovo, 244. Besignani Raffaele 221. Bestagno Guglielmo 200, 239. Bevino Guglielmo 78, Lanfranco 7S. Bianchi 1S1, 182, Aignina 198, Antonio 333, Bernardo 334, Defendino 348, Domenico 348, Enrico 156, Giacomo 348, Giovanni 244, 258, Guglielmo 156, 198, Luchino 190. Biandrate Cristoforo 327, Oberto 256. Biassa Bartolomeo 281. Bibi Enrico 181. Bigliati Francesco 9, 114. Bignone Giovanni 261, Nicolò 243. Binna Giacomo 274. Biroccio 42. Bisaccia Tedisio 159. Biscornua Enrico 92. Bisio Guglielmo 199, 200. Boardi Brigida 297, Giacomo 273, 295, Ottaviano 295. Bocaro Guglielmo 169. Boccaccio Leonardo 22S, Simone 106. Boccadebò 181. Boccanegra Guglielmo 13°» I34_I36, Pietro 235, Simone 249. Boccardo Negro 316. Bocconi Diodato 341. Bocella Guglielmo 99, Richelda 99. Bochino Gabriele 181. Boero Antonio 288. Boierio Francesco 334. Boiono Manfredo 227. Boito 121. Bolasco Pandolfo 315, Pietro 315· Boliacio Giovanni 112. Boliasco Raffaele 283. . Bolleto Ansaldo XXXII» §7> Guglielmo 55. Bombregaria Raimondo 125. Bomiardo Giovanni "37· Bonaccorsi Deodato 190, Pietro 17S, 181, 182, 222. Bonagamba Ardizzone H5> Ugo 115· Bonaini Francesco 184. Bonavia 122. Bonello, arciprete, 94. Bonalevato Gabriele 261, Giovanni 119· Bonate Bomontisio 187. Bonfadio Iacopo XXVIII. Bonfante 90. Bonifacio, arcidiacono e arcivescovo, 34, 57> 66, frate, 78, eremita, 104, prevosto, 161, priore, 14S, 157, 161, 171· Bonifacio VIII, pontefice, XXXV, i3r> *75- 177. 179. i89> 2I7· Bonifacio IX, pontefice, 270, 274. »76, 3°5· Bonifacio Alberto 19°, Antonio 56, 200, Beltramo 57, 58, Oberto 119· Boninsegna Giannino 195· Bonizo Guglielmo 163, Oberto 77· Bonoaldo Simone 48, 153. Bonomo Biagio 317, Ido 30, 31. Bonomonte Pietro 82. Bonvicino Antonio 343. Bonzi Fabiano 326. Borbonino 72, Lanfranco 140. Bordella 38. Bordone Giacomo 212. INDICE ONOMASTICO 359 * Borello Giacomo 125. Borghini Vincenzo 9. Borsotto G. 23. Bosco Guglielmo 94, Pietro 295. Bosio Francesco XXI, XXIX, 246, Gregorio 312. Bossii Giacoma 142, Guglielmo 142. Bottaro Ambrogio 242, Giacomo 243. Boterico 66. Botero Raffaele 335. Bovarello Giacomo 329, 336. Bovero Giovanni 214. Bouix 117. Bozio Bernardo 301. Bozolo Ricobono 252, 271. Bozzano Bertone 335. Bozzo Ansaldo 108, Antonio 287, Perotto 335, Tommaso 241. Bracelli Bartolomeo 227, Benvenuto 234, 240, 248, 255, Giriforte 222, 230, Jacopo XIX, XXIX, Manuele 249. Braidemul 21. Branca 181. Brando Giovanni 326, Oberto 250. Bresciano, calzolaio, 126, notaio, 75. Bria Baamonte 185. Brignone Purpura 58, Rubaldo 58. Brondo Beltrame 30, 31, Lanfranco XLI. Broto Guglielmo 243. Broxanno Alda 139, Signorino 139. Brucherio Angelo 272. Bruno 92, Enrico 194, Federico 31, Giovanni 148, 194, Procaccio 208. Bruxacastello Antonio 247, Stefano 197. Bruxavigna 181. Bucca Guglielmo XVII, XVIII, 5Γ, 60. Bucuccio 131, Giovanni 131, Guglielmo 131, Tommaso 169. Buda Gregorio 167, Oberto 167, 207. Bufferio Anseimo 28, Buongiovanni 29, Fulco 28, Mangiapane 29, Simone 59. Buga 181. Buio Agnese 57, Giovanni 57. Bulgaro Alasina 195, Francesco 297, Giuliano 195, Marino 149, 195, Pietro 280. Buoncristiano Simone 252. Burlo Ottone 64, Pietro 333, Rollando 57. Burone Giacomo 199, 200, Guglielmo 18-20. Burzatico Simone in. Businello Ansaldo 31, Beltramo 68. Busnardo Aidela 132, Giacomo XXXIV, 170, Giovanni XXXIV, 132, 152, 167, 177, 178, 183, 184, 201, 261, 263, 280, Giovannino 201, Guglielmo 131, 161, 189, Oberto 163, Ricobono 195, Sachino 189, Sorleone XXXIV. Butler Albano 14. Buzalino Bartolomeo 316. Buxone Drudo 174, Giovanni 71, Pagano 174, Pasquale 174, Riccio 124. C Ca Ansaldo 24. Cacciavia Giacomo 122. Caffara Roba'ftio 19. Caffaris Oddone 48, 153. Caffaro, annalista, 11, 22, 135. Caffaro 19, Ottone 29. Caffeca 181, Andrea 258. Cagaletto Benedetto 248. Cagna Bando 167, Giovanni 167. Cagno Giacoma 198 Nicolò 198. Cairasco Gabriele 255. Caì's de Pierlas Eugenio 53. Cairo Andrea XLII, 286, 294, 296, 299, 302, 305, 306, 308-311, 313, 314, 322-329, 331, 332, 336-339, 341, 343, 345- Caito 181, Andriolo 257, Bartolomeo 247. Calaurone Ottone 19, 23, Rollando 22. Calcario Aimelina 72, Giacoma 89, Giovanni 72, 89, Marchesio 89, Nicolò 89. Calcedonio, scrittore, 99. Calcietirate Giovanni 139, Tommaso 166. Calderone Guglielmo 126. Caldino XXXVII, 69, 140, Alda 72, Bona-giunta 7-1-73, Bonaventura 70; Giovanni 249, Giovanna 72, Guilione 154, Guglielmo 126, 147, 157, 166, 174, Ido 47, 48, 53, 55, Ingo 126, Ogerio 118, 147, 148, i55> 185, Rainerio 69, Rogerio 69, Rollando 133, Sestolino XXXIII, 115, 122, 126, 136, 158, 166, 171, Sibilla 158, Sofia 73, Ugo 68, 80, 103, 115, 122. Calegario Marinetto XXXII, 88, Ugo 66. Calestano Tommaso 297. Caligepalii Guglielmo 60, Nicolò 113. Callense Giacomo 244. Callis Giovanni 339. Calvo XXXVII, 212, Alberto 240, Alda 159, Antonio 219, 240, 340, Bartolomeo 326, Bonadonna 88, Buongiovanni 68, 126, Castello XLI, 166, Corrado 115, Damiano 255, Egidio 153, 204, 264, Enrico 121, 243, Francesco 333, Gabriele 263, Giacomo 263, Gidie 119, 153, 214, Gio. Bat- 36ο ÌNDICE ONOMASTICO tista XXXIII, Giovanni 293, 303, 324, 340, Guglielmo 119, 214, 219, Ido 88, Lanfranco 188, Lazzaro 263, Lodisio 188, 264, Lorenzo 125, 126, Macarone 159, Manuele 324, Marcellino 263, Martino 243, Matteo 263, Mindonia, 115, Naele 167, Nicolò 263, Oliviero 43, Ottobono 243, Pietrina 264, Pietro 187, Quilico 265, Signorino 240, 265, Simone 243, Soccorso 132, Ugo 88, 166. Camairano Pietro 335. Canibiaso Antonio 348, Domenico 282. Camerli Oberto 254. Camilla XXXVII, 138,183, Eliana 179, Filippo 149, Francesco 149, 200, Gavino 149, Guglielmo 149, Nicolò 149, Nuvellone 72, 137, Tedisio 131, Tommaso 271, 279, Verde 199. Caminata Rollando, 57, 58, Vassallo 30. Camodeia Aicardo 120. Campanaro XXXVII, Giovanni 134, 138, Sòrleone 138, Tommaso 167, 180. Campanella Tommaso 190. Campello Guilenzone 122, Ido 43, Rogerio 43, Salomone 43. Campioni XXXVII, Abracino XXXII, 86, Caterina 229, Francesca 229, Giacomo 243, Giovanni 168, Guglielmo XXXII, 86, 156, 168, Lanfranco 195, 229. Campi e Campo 181, Corrado 206, Marino 144, Mauro 101, Nicolò 52, Oberto in. Campofregoso v. Fregoso. Campomaggiore Nicolò 63. Campora Battista 348, 352, Giacomo 320, Martino 352, Rollando 69, Canale Ido 57, Michele Giuseppe 3, 4, 9, 10, 15-17, 25-27, 32, 35, 36, 45, 46, 53, 60, 68, 218, 224, 227, 237. •Canavella Solia 71, Cancellerio, prevosto, 101. Cancelliere 28, Simone 194, 197, 198. Cane Anseimo 41, Baldovino 41, Enrico 41, Giovanni 24, 41, 45, Lamberto 60, Oliverio 41. Canelli Lanfranco 162, Marchesino 162. Canepa Selvaggia 230. Caneto Andriolo 248, Enrico 55. Canova Oberto 112. Canto Giovanna 141, Giovanni 88, 92, Guglielmo 92, Marchisia 92, Rico 92, 107. Cantù Cesare XIII. Cappa XXXVII, 120, Alessio 194, Antonina 289, Antonio 274, 289, 295, 315, 328, Bruno 90, Domenico 315, Francesco 264, Gerardo 295, 304, 313, 314, 316, 321, Giacomo 273, Giovanni XXXII, 8S, 90, Giovannino 293, Guglielmo ni, Lodisio 256, 258, 263, 273, Lorenzo 298, 304, 313. 315, 321, Michele 220, Pietro 3°7, 308, 3Γ0, 315, 322, 326, Sorleone 225. Capparone Guglielmo 92. Cappelletti Giuseppe 84, 178, Cappone Antonio 243, Giacomo 155, Nicolò 243, Pietro 243. Capra Bartolomeo 292, Giovanni 144. Capriali Giacomo 272. Capriata XXXVII, Capriata 299, Corrado 133, 139. 149, Erasmo 299, Giacomo 261, 277, Guglielmo 191, Michele 99. Capuccio XXXVII, Ermegina 64, Gandolfo 64, Giovanni 64. Capurro3, Angelino 271, Pietro 231, 240. Cara 85. Carabello Gaspare XXII, Gio. Battista 339, Giuseppe XXIII. Carana Giovanni 102, Rubaldo 102. Carato Minuto 207. Carbone Antonio 271, Pasquale 46. Carbonesi Pietro 175. Carbonio Raimondo 152. Carcamilio Enrico 221. Cardinale Bartolomeo 254. Carentino Oberto 82. Carenzono Bianco 174. Caretto, marchesi del, 30, 31, 33, Aldo 94, Galeotto 305, Giovanni 94, 300, Manfredo 204, Ottone 60, 105. Carexe Oberto 145. Carezano Facino 22Γ, Giovanni 276. Carezono 30. Carino, vescovo, 4. Carievaro Ansaldo 99, Benedetto 328, C..46. Carlo I d’Angiò 151, 153. Carlo II d’Angiò 217. Carlo Magno XI, XII, 3, Carlo Crescino 214, Guagno 214, Luchino 239, Simone 197,'198. Carmandino XXXIII, XXXVII, XXXVIII, 60, 211, 214, Gabriele 200, Gentile 120, Gimbo 62, Giorgio 218, Giovanni 219, Ido 17, Lanfranco 120, Leone 120, Rollando 48, 60, Simone 92, 120. Carmelo Leone 254. Carmo Bartolomeo 257, Simone 243. Caro Ansaldo 103. Carozzino Giovanni 243. INDICE ONOMASTICO 3^1 Carrega 55. Carro Tommaso 169. Carrogio Giacomo 153. Carrozzo Antonio 243, Giovanni too, Visconte 258. Carnotense Arnoldo 10. Carpiano Oberto 30, 31. Carrosio Antonio 31, Domenico 31. Carpena Giberto 244. Cartagenova Lombardo 187. Cartenuto, prete, 138. Casaccia 19, 55. Casale 122, Bertola 92, Giordano 220, Qui-lico 261. Casalegio Guglielmo 114. Casaleto Buongiovanni 31, Giacoma 150, Lanfranco 150, Oberto 71, 91. Sofia 71.’ Casalis 4,· 12, 17, 32. Casanova 181, 247, Francesco 233, 286, 288, Raffaele 262 , Tommaso 219-221, 223, 227, 228, 230, 236-239, 242, 247-249. Casate Galeotto 290. Casatroia Gio. Battista XXII, XXIII, 339. Casella XXXVII, 181, Andrea 254, 259, Antonio 260, Bartolomeo 331, Casano 304, 327 , 329 , Giovanni 240, 279, 288, 304, 329, Giuliano 288, 308, 309, 329 , Lodisio 275, 341, Luchino 274, 275, 276, Nicolò 195, Oberto 172, 248, Pietro 182 , 192, 207, Quilico 259, 276, Simone 169, 175» 182, 210, 294, Tommaso 125, 132, 145, 152, 162, 180. Casiccia e Casiccio Andrea 243, Antonino 319, Antonio 314, 329, Enrico 78, 185', 204, Francesco 264, 265, 287, Giacomo 185, 204, Giovanni 261, Giuliano 287, 289, Guirardo 267, 274, Lodisina 289] Mabilia 151, Marino 6i, Nicolò }o8 ni Paolo 296. ’ Cassaio Oberto 243. Cassano Gandolfo 173. Cassana Opizzo 276. Cassina Alda 52, Balduino 51, Giovanna 128, Giovanni 128, 206. Cassinense Guglielmo 42, 53, 56, 58, 59, 66. Cassino Bartolomeo 92, Marchesino 48. Cassotana Pelieto 182, 188, Ricobono 122. Castagna Enrico 196, Marchione 29, Pietro 249, 252, 258. Castagneto XXXVII, Antonio 314, 315, Bartolomeo 315 , Battistino 315, Bertola 336, 342, Bertorino 324, Domenico 220, Giacomina 142, Giovanni 141, 203, 220, Guglielmo 57, Luchetto 173, Oberto 141, 149, Tommaso 134, 141, 142, 149, 223. Castagnola Baldassare 294, 299, 313, 316, 341. Castellana 42. Castelletto Giacomo 226. Castellino Giovanni 290. Castello Ansaldo 204, Calvo 30, Castellina 127, Corrado 172, 174-177, 189, 195-197, 201, 203, 207, 212, 214, Fulco 40, 152, Giacomo 197, Guglielmo 127, Paolo 199, 221, Pasquale 252, Pietro 261. Castelnuovo Pietro 177. Castiglione Gioffredo 79, 99 , 100, Gio. Battista 309, Nicolò 212, 351, Paganino 294. Castrono Oberto 219, 242. Castronovo Battista 348, Giovanni 335. Catalani Giacomo 106. Cataldi Giuliano 23, Raffaele 23. Cattaneo Antonio 264, 296, Bernabò 222, Cristoforo 343, Giacomo 287 , Lazzaro 306, Raffo 209, Valarano 210. Catto Francesco 225, Mauro 225. Cavagnaria Bartolino 225. CaValerio Nicola 123, Pietro 243. Cavallo Domenico 279. Cavanna Giacomo 186, Manuele 186. Cavaturta Ogerio 52. Cavigia Giorgio 235, 254. Cazano Vassallo 182. Cazaroesco Pietro 142. Cazii Giovanni 287. Cazolino Aicardo 79. Cazolo Giovanni 219, 221. Ceardi Bartolomeo 298. Ceba Guglielmo 106, Rainaldo 68. Cecca Giovanni 242, Tommaso 240. Cece Giacomo 331, Giovanni 298. Celesia XXXVII, Antonio 243 , Battista 328, Dagnino 192, Filippo 328, Giacomo i45> Giovanni 328, Guagnino 195, Lanfranco 132, Luchino 192, Ricobono 196, Sesto 132. Celestino III, pontefice, 16 46. Celestino IV, pontefice, 79, 100. Cella Agnesa 183, Tommaso 1S3. Celle Biagio 273, Giovanni 288. Celsa Antonio 258, 260, Castellino 321, 335, 341, Giovanni 288, 295, Lodisio 317, 321, 335, Oberto 307, Simone 267, Tom-masina 267. Cencio, camerlengo, 46, romano 34, 3Ó2 INDICE ONOMASTICO Cendato Nicolò 282. Centurione Antonio 280, Erasmo 337, Gerolamo 345, Giacomo 345, Nicolò 324, 337, 345, Pietro 345. Cerrino Ugolino 212-220. Cervetto Luigi Augusto 13. Cervo XXÌXVII, Bernardo 147, Bonavito 125, Daniele 162, Enrico 189, Giacomo 321, Giovanni iS4, Guglielmo 189, Oberto 162, Tommaso 132, 162. Cevasco Agostino 1, 71. Chiappori XXXVII, 71, Andriolo 246, 295, Antonio 160, 257, Bertino 301, 316, Danito 225, Delfino 254, Enrico 152, 213, Ernesto 23,- Francesco 71, Francolina 203, Giacomina 213, Giacomo 71, 78, 92, 124, 152, 225, Gio. Battista 71, Gio. Maria 71, Giorgio 313, Giovanni 249, 252, 267, 314, Giovannino 160, 203, Giriforte 260, 261, 272, Girolamo 71, Guglielmo 119, 163, 203, Lanfranco 133, 152, Luca 314, 337, Martino 273, Michele 211, Nicolò 257, 261, 294, Pier Battista 71, Pometlina 313, Rubaldo 71, 7S, 91, 92, 108, Salveto 225, Sesto 71, Sibilina 108, Simone 160, Sorlione 167, 210, Tommaso 149, 151, 160, 314, Vincenzo 71. Chiattone D. XXXVII. Chiavarino Erasmo 330, Luca 330, Nicolò 248. Chiera Erasmo 306. Chiesanuova Domenico 323. Cholet Hugo 280. Ciacconio 79. Cibo Arone 309, Druda 125, Villano 125. Cibrario Luigi 41. Cicala Battista 300. Cichero Luca 298. Cigala, speziale 211. Cigalis Leonardo 338. Cincia Filippo 28. Cintraco Giovanni 149. Cipolla XXXVII, Ansaldo 203, Baldassarre 295 , Battista 331, Giacomo 223, Giovanni in, 131,192, Giuliano 288, Oberto 132, 138, 152, 157, 183, 193, Orietta 295, Raffetto 193, 195. Cirneo Pietro 53. Cirone Battista 334. Cito Guglielmo 29, Clapella Corrado 248. Clapeto Giacomo 239, 242, Giovanni 243, Oberto 152-154, Pasquale 48, 153, Qui-lico 247. Clapis Martino 273. Claritea Simone 149. Clemente III, pontefice, 40. Clemente IV, pontefice, 143, r78. Clemente V, pontefice, 178, 196, 201, 205. Clemente VI, pontefice, 237. Clerichino Guglielmo 190, Lanfranco 190, Luca 211. Clerici XXXVII, Dolce 75, Filippo 185, Giacoma 167, Guglielmo 75, 167, 215, 218, Lorenzo 243 , Mordano 42, Oberto 29, Pietro 28. Clodoveo 7. Cocono Lanfranco 188, Simone 162. Colli Giovanni 338. Colombello Nicolò 221. Colombo, canonico, 129. Colombo 181, Antonio 334, Cristoforo 99, Domenico 261, Francesco 252. Colonna Simone 214. Coltellieri Giacomo 203. Comita, giudice, 65. Compagnone Simone 277, 280-286. Comunale Oberto 178. Confalonerio, arciprete, 79. Conforti Dato 77. Conte Antonio 243 , Francesco 233, Gio. Battista 199 , 345 , Giovanni 155, Tommaso 273. Conti Ardingo 83. Coragio Giacomo 335. Cornilia Nicolò 274. Coronato Andrea 288, Baldassarre 285, 350- 352, Federico 234. Corrado, vescovo, 35. Corrado Antonio 192, 195, Corrada 192, Corradino 226, Eleonora 192, 195, Francesco 226, Giacoma 150, 161, 187, Giacomo 192, 205 , Ido 66, Lanfranco 146, 150, 154, 161, 187, Sibelina 161, Stefano 180, i8r, 237, 281, 282, 284, 286. Corrigia Gerardo in. Corrigiario Federico 202, 203. Corsio Giovanni 141, 144, 153-155, 160, 166, 169, 177. Corso XXXVII, Corso XXXI, 97, Gerardo 112, Giacomo 173, 203 , Luca 173, 174, Nicolò XXXI, 97, Susone 318. Corvara Benedetto 272. Corvo Boamondo 78. Costa Antonio 315, Francesco 121, Giacomo 57, Giovanni 264, 315, Lanfranco 140, Luca200, Martino 197,Simonetta 140, INDICE ONOMASTICO 363 Costanti Bernardo 301. Costantino il grande 26. Costanzo Gandolfo 39. Costo XXXVII, Antonio 213, Bartolomeo 295, 3°9, 332» Battista 303, 337, Cogino 316, Francesco 248 , Giacomo 304, 331, 335, 344, Giovanni 145, 234, 288, 346, 35 r, Leone 304, Lorenzo 338, 350, Luca 315, 3r7, 328, Marino 350, Melchiorre 305, Nicolò 298, 326, 333, 338, Pier Andrea 316, Pietro 332, Simone 305, 314, Tommaso 170, 316. Cozzo Andriolo 243, Antonio 243. Crasiana Bartolomeo 221. Crastone Oberto 143. Credenza Antonio 263, 294. Crescimbeni 176. Creto Giovanni 255. Crispa Ogerio 132. Crispino 21, Gionata 22, Guglielmo 53. Croce Antonio 343, Giovanni 141, Oberto 138. Cullerio Lorenzo ^1, Oliverio 71. Cuneo XXXVII, i76, Bartolo 243, Bartolomeo 243, Carlo 134, Corrado 249, Damele 155, Enrico 212, Francesco XXXI, Giacomo XXII, χχΠΙ, XXV) I9Q> I9I> 252, 254, 257, 339, Giovanni 161, 212, 252, Guglielmo 142, 152, 155, Lombardo XXXI, Manuele 191, Nicolò XXXI , O-berto 212 , 223, Tommaso 215. Cunizo Aimellina 75, Bonifazio 75, Luca 75. Curbio Nicolò 104. Curia Giannino 195, Oliverio 72, Tomma-sina 200. Curio Curletto 326, Fulco 142, Curolo Sorleone 179. Curto Guglielmo 237, Pietro 144, Tommaso 187. Cusio Salvatore 313. Cusiolo Bonvassallo 17: Cutica Ogerio 106, 124. Cuzatroia 219. 1) Dagnano, pellicciaio 164. Bagnino Ambrogio 265 , Bartolomeo 258, Luca 243, 258, 260. Dalfinie Delfini 181, Lorenzo 335, Nicolò335. Dalfino, monaco, 82, 96. Dardella Enrico 141 , 159 , Giovanni 199, Ingo 242. Dario Gio. Battista XXII. David Stefano 216. Davino Gabriele 204. Degola Eustachio 246, Giacomo 246, Ignazio 246. Deinfante Guglielmo 76. Demarchi XXXVII. Dente Nicolò 156, 157, Stefano 208. Dentuto Domenico 307, Giovanni 1x9, 120, 124, 126. Desimoni Cornelio XI, XLIII, 4, 5, 8, 9, 13, 17-20, 25, 29, 30, 34, 38-40, 46, 47, 61, 81, 96, 176, 179, 182, 183, 191. - Detesalve, giudice, 78. Detta, v. Ita. Dignità Ciolo 162. Domo Nicolò 80. Domoalta Simone 228. Donadeo, canonico, 61, frate 38, 47. Donnapurpura Ido XXXI, 63. Dondero Oberto 136. Dondo Domenico 261 , Lorenzo 335. Doneaud 10, 130. Doria 56, 167, 175, 204, 285,’Acellino 250, Agostino 285, Aitone 223, Antonio 135, 231, Baldassarre 318, 319, Ballano 219, Battistino XLII, Bernabò 204, Bianchetta XLII, Bottario 76, Branca XXXVIII, 76, 210, 217, Caterina 210, Corrado 168, 177, Domenico 301, Enrico, 94, 125, 140, 153, Filippo XXXVIII, Gaspare 318, Giacomo 148, Guglielmo 29, 227, Iacopo 119, 151, Lamba XXXVIII, 231, Lambino 151, Lazzaro 329, Leonora 177, Luciano 327, Marino 210, Martino 76, Melchiorre 340, Nicolò 151, Obertino XXXI, 140, Oberto 151, 170, 250, Odoardo 231, Paganino 242, 248, Percivalle 177, Pietro 119, 149, 151, Raimondo 227, Sigembaldo 51, Si-mone 38, 170, 219, 250, Soldarfo 163, Taddeo 327, Tobia 285, Tommaso 72, 73, 92, 94, 106, 114, 140, 153, 163. Dotto Federico 335, Pietro 261. Draperio Antonio 252, Ilione 138, Simone 252. Ducange 9, 19, 32, 33, 37, 45, 48, 51, 52, 55, 66, 89, 113. Duchini Oberto 126. Durante Demenico 196, Michele XXVIII, 116. Durazzo Camilla 23, Marcello 23, Nicoletta 23. 364 INDIQE ONOMASTICO E Edoardo, re, 147, 148. Elefante Pietro 126. Elena Anseimo 120, Francesco 142, Tommaso 142. Embriaci 21 , Embriaco 78, Giovanni 89, 105, Guglielmo XXXIII, XXXIV, 78, 89, 105, Oberto 56. Embrone Amico 38, 96, Nicolò 243. Englesio Giovanni 72. Enrico VI, re, 18. Enrico VII, re, 208. Enrico, abate, 60, 72, canonico di Borzoli, 115, canonico di S. Lorenzo, 138, filatore, 157, monaco, 96,125, priore di Paverano, 161, priore di S. Domenico, 83, spadaio, 112, vescovo eletto di Savona, 83, 84. Enzola Giovanni 217. Erchi Opizzo 47, 48, 50. Èrmellina 17. Eugenio IV, pontefice, 37, 296, 297, 299, 3°t, 302. Eusebio E. F. XXXIV. Ezo Gerardo 139, Tommaso 139. Ezzelino 84. F Fabiano Giovanni 349. Fabre Paolo 46. Facco Tommaso 283. Faguli Ansaldo 193. Falapaxe Antonio 261,295,317, Francesco 243· Falco, chierico, 138. Falcone Antonio 304. Fallini Lamberto 80. Fanfani F. 19. Fante Giovanni 197. Fasani Raniero XLI. Fasce Bertono 335. Fasceto Filippo 212. Fassolo Bertolino 148, Marchesino 133, Ugo 63· Fatinanti Dexerino 272, 273 , Melchiorre 286, 287, 293, 299, 305. Federici Federico 3, 5, 34, 56, 59- 73» I04- 157, 233. 239, 242, 249, 256, 261, 263, 267, 270, 347· Federico I, imperatore, XVII, 19-22, 40, 66. Federico II, imperatore, 68, 75, 79, 87, 96, 99, 102-104. Federico, abate, 171. Fellone Antonio 171, 183, 188, 189, 208,222. Fenicolo Mabilia 156, Ogerio 156, Tommaso 156. Feno Viva ior. Fenuggio Tommaso 148· Fernando, re, 257. Ferrando Ansaldo 242, Giovanni 242. Ferrari XXXVII, Clarello 160, Corrado 160, 170, Francesco 271, Giovanni 91, Giovanni 183, 243, Manuele 170, Nicolò 174, 217, 22i, 222, 226, 227, 229, 231, 243, Oberto 243 , Sibilla 73 , Simone 72 , 73, 91, 168, 273'. Ferraris 116. Ferretti Domenichina 307, Negro 307. Ferretto Arturo XIII, XXI, XXX, XXXI, XXXVIII, XL, XLIV, 113. Ficarelo Bonamico 227. Fieschi 78, 204, Alberto 168, Andrea 143, Antonio 230, Bernabò 276, Bertolino 180, Giacomo 109, 114, Οΐβςοηιο, arcivescovo, 266, Gianotto 218, Gio. Luigi 346, Giorgio 323-325, Guglielmo 109, Ibleto 322-324, Lazzaro 230, Lorenzo 287, Macia 142, Manfredo 213, Manuele 230, Maurino 231, Nicolò 140, Nicolò, arciprete, 337, Opizzo 104, 109, 134, Ottobono 140, Papiniano 244, Percivalle 151, 182, Pietro 182, Pietro, vescovo, 230, Simone 281, Tedisio 220, Tommaso 218, Urbano 337. Figallo Abbino 140, Filippa 186. Figarolo Antonio 288, 344, Bernardo 328, Giovanni 344. Filangieri Valeriano 339. Filiberto Sesto 55. Filippo, monaco, XXXVII, 142, 146, 159, venditore di pece 153. Finamore Giovanni 165, 180. Flechia XXVIII. Fioria Oberto 92. Foglietta XXXVII, Alasina 211, Antonio 267, 276, 284, 287, Bartolomeo 285, 287, 290, 294, Biagio 279, 288, 296, 297, Domenico 284, 287, 318, 326, 327, Francesco 266, 267, 287, Gerolamo 287, Giacomo 2ir, 282, Nicolò 183, 219, Oberto 219, 257, 265- 267, 274-276, 282, 297, Pagano 183, 209, 219, Umberto 14, 227. Foliano Corrado 329, 332-334. Fontemaroso Bartolomeo 161. Fontana Giovanni 74. Fornace Bartolomeo 113, Tommaso 108, INDICE ONOMASTICO 365 Fornari 42, 54-56, 58, 76, 94, in, 136, i37> I4°» 144. i45> 155, 159, 162, 166, 170, 172, 185, Bartolomeo XLI, 85, 88, 112, 115, 118, 121-123, Boninfante 72, Fer-randino 20, Giovanni 226, Leonardo 328, 339. 341. Tommaso 115, Ugo 20, 65, 90, 107, 112, 114, 124, 12 8. Forno Giovanni 75, 271, Lanfranco 132. Forotorbido Giovanni 286. Forte Giovanni 294, Michele 229, Pietro 229. lassato 181, Crescimbene 89, Giovanni 176, 202, 209, Grimaldo 188. Framba Antonio 210. Franceschi Pietro 294. S. Francesco XXXIX, xl. Francesco, abate, 166, arcivescovo di Milano 297, di Narbona 280, 282. Francheto Antonio 210, 211. Franchi Battista 277. F rascara 241, Bartolomeo 235, 239, Guglielmo 239. Frassineto Giacomo 298, l'ravega Lorenzo 3. Fraxeloni Bertolino 208, Saccherio 208. Freenzono Nicolò 157. Fregoso Battista 299, 300, 342, 343, 346, Domenico 257, Galeotto 322, Giacomo 270, 347, Giano XIX, 304-306, Gio. Battista 348, Gio. Galeazzo 326, Giovanni 299, Ludovico xxxix, 300) 305j 3o6) 3o8j 322j 324, 346, Nicolò 300, Pandolfo 306, 309, 320, Paolo 309-311, 323, 325, 326, 339, 341, 345'347 > Pietrino 300, Pietro 259, i 3°9. 310 , 316-318, Spinetta 308, Tommaso XIX, 296, 298, 300. Fresul Pietro 275. Frevante Giovanni 279. Frexoni Enrico 143, Monaghino 143. Frexorio Federico 230, 237. Frisco Giovanni 8. l^nxone Gerardo XXXII, 86. Fronti Domenico 287, Gabrio 220, Giovanni 287. frugone Raffaele 287. frumento Simone 168. Fulcaino Ansaldo 145. Furneto Stefano 30. G G. vescovo di Famagosta, 189. Gabotto Ferdinando XXXIV, XXXVII. Gaeta Nicolò 319, Gaia Domenico 261. Gaidi Girardo 113, Sibilla 113. Galeazzo, prevosto, 287. Galello Egidio 230, Nicolò 235. Galesio Giacomo 245. Galiano 232, Guglielmo 119. Simoite 128. Galibo Giovanni 71. Galicia Antonia 296, Giovanni 60, 62, Stefano 296. Galierio Andrea 314. Galleano Gio. Battista XXVIII. Galletta XXXVII, Amico 176, Bartolino 169, Bertolotto 187, Enrico 170, Francesca 138, 194, Francesco 170, Giacomo 176, Giovanni 169, 187, 194, 257, Guglielmo 176, 192, 209, Ingo 160, Lanfranco 176, Ma-nuele 209, Michele 187? Oberto i44> I54> 176, 187, Ogerio 43, 44> 46> Ottone 59» 62, Pelieto 177, 180, 187, Pereto 169, Rollando 138, Rubaldo XXXII, 6o, 94, Valentino 252. Gallo XXXVII, Arrigone 243 , Francolina 236, Giacomo 288, Giovanni 217, 221, 222, 226, 235, Oberto 63, Pasquale 236, Vassallo 38. Galvano Bartolomeo 273, Giacomo no, Giovanni no. Gambaro Delfino 120. Gambatesa Rizzardo 216, 217. Gambone Giacomo 196. Gandolfo, monaco, 7, 17, parroco, 91. Ganduccio 247. Garello Francesco 328. Garresio Nicolò 314, Odino 314. Garibaldo Armanno 152, Leonardo 20, 178, 196, 202, 204, 206, 212, 220. Garilio Tommaso 304. Garino Sesto 91. Garrone Antonio 254, Corso 243, Francesco 243, Giannuccio 254, Giovanni 243^, O-berto 183. Gatti Alberto 159, Giorgio 277, Giovanni 37, Guglielmo 127. Gattilusio 253, 26S, 322, 326, Dorino 345, Francesco 281, Giacomo 157, i77> Lu-chetto XXXIV, XXXV, 157.176,177, 238, Marietta28i, Nicolò 281, Palamede 345· Gazzano Dagnano 222, Giovanni 246. Gazzo Andrea 246, Antonio 243, Francesco ; 250. Gennaro Antonio 264. Gentile Giuseppe 2S1, Lorenzo 276. Nicolò 221, Tommaso XXIII. 366 INDICE ONOMASTICO Giorgiis Pietro 294. Gerardo Anseimo 72. Germano, canonico, 157. . Germinasi Nicolò 226. Gervasii Giovanni 201. Geta Pietro 243. Ghilini Ottone 74, S5, 96. Ghiringhello Filippo 105. Ghisolfi 194, Antonio 272, Argentina 191, Argone 191, Baldassarre 25S, Buscarello 191, Enrico 107, Giacomo 193, 194, Giovanni 202, Gregorio 261, Grimaldina 191, Manfredo 191, Nicolò 107, Odoardo 191, Pietrina 202, Preziosa 191, Raffo 191, Ugolino 223, Vivaldo 191. Giacomina, badessa, 15S. Giacomo, abate di Chiaravalle, 72, abate di Rivalta, 59, abate di Sestri, 268, cantore, 96, canonico del Priano, 130, 14S, chierico, 150 , lanternaio, 208, ministro di Montemoro, 72, monaco, 202, notaio, 48, portinaio, 82, prevoste di S. Romano, 54, rettore di S. Biagio, 124, rettore di S. Giacomo di Cornigliano, 127, sacrista, 82, speziale, 169, vescovo di Torino, 112, 128. Giaferri i8r, Francesco XXXI, 180. Giaforio Bartolomeo 232, Giacomo 232. Giaireme Giovanni 201. Giancardo Giacomo 335, Lanfranco 252. Giannóno, cintraco, 256. Giliolo Giacomo 167, Guglielmo 167. Ginata Giacomo 118. Gioffo Nicolò 261. Gioia Flavio 99. Giordano, monaco, 82, 96, vescovo di Sabina, 296. Giordano XXXVII, Clemente 322, Giacomo 174, Guglielmo 130, 133, 148, 174, 0-bert0 235, Giorgio, vescovo di Foglie, 299. Giosorio Benvenuto 164, Bertolino 163, Giovanni 164, Giovannino 164, Luca 164. Giovanni XXII e XXIII, pontefice, 222, 283-286, 305. Giovanni, arciprete di Rivarolo, 115, canonico di Langasce, 65, chierico di Sestri, 81, duca di Calabria, 318-322, monaco, 51, pittore, ni, prete di Fegino, 54, prevosto di Castello, 143, 147, 157, 165, prevosto di S. Donato, 109, priore del Priano, 136, 222, priore di Sestri, 8, rettore di S. Gio. Battista di Sestri, 133, 145, 147, 150, 164, 174, rettore di S. Marco, 197, 208, rettore di S. Martino di Pegli, 195, sacrista 116. Giovo Antonio 261, Pietro 334. Girardo Ansaldo 125. Anseimo 125, Giriberto, monaco, 82. Giscardi XX, 5) 8, 12-14, 33, 37, 41, 59, 62, 8l> 193, 196, 213, 214, 228, 245, 286, 3o5) 308, 309, 3Π, 332, 344, 347- Giudice 28, Bartolino 94, 251, Gabriele 262, Giacomo 308, Giovanni 225, Gotifredo2, Pietro 2. Giudici Paolo Emiliano XIII. Giuliani Nicolò 288. Giuliano, monaco, 82, 96. Giusta, schiava, 43. Giustiniani Agostino XX, XXVIII, 14, g0i 137, 172, 217, 227, 231, 236, 270, Battista 304, Gerolamo 304. Giustiniano 34, 100. Glusiano Gioachino 296. Goano Bartolo 326, Bartolomeo 247, Giovanni 177, Leone 189. Goarco Antonio 271. Godiliasco Giovanni 281, 283, 284. Golo e Gollo XXXVII, Federico 242, Francesco 228, 240, Giacomo 132, 228, Giovanni 132, 176, 228, Giuliano 335, Luca 233, Nicolò 173, Simone 197. Goncio Giovanni 73. Gonello Giovanni 152, 1:55, 166, 174, 209, 210.' Gotroio Giovanni 333. Gradenigo Pietro 175. Grafione Giacomo 86, Ottobono 86, Pipe-rino 188, Ugo 86. GOrres XXXIX. Gragnone Giovanni 249. Graidano Rodolfo 133. Grandjean 192. Granello Urbano 348. Grassi Iacopo 11, 15, 37, Luigi 308. Grassis Antonio 280-285, 291, 297, 301,' Guglielmo 297. Grasso XXXVII, 28, Anseimo 54, Antonio 271, Bertola 335, 339, Corrado 56, 288, Galvano 243, 262, 272, Gherardo 31, 44, 47, 48, 54, Giovanni XXXI, 63, Guglielmo 66, 68; Merlo 28, Michele 24, 28, Nicolò 335, Oberto 136, 221, 288, Ottone 51, Pietro 223, 289, 316, Romana 66, Tommaso XXXII, 30, 31, 87. Graterico 132. Gravaigo Antonio 255. Graziani 251. S. Gregorio 5. ■INDICE ONOMASTICO 367 Gregorio Vii, pontefice, 16. Gregorio Vili, pontefice, 40. Gregorio IX, pontefice, 78, 79, 81-84, 94-97, 99. 101. Gregorio Andrea 338, Guglielmo 87, O-berto 68. Griffo Francesco 331. Grillo Ambrogio 250, 294, Amico 28, Dolce 72, E. 283, Filippo 28Γ, Gandolfo 72, Giannino 243, Giovanni 289, Isabella 291, Luca 281, Martino 289. Grimaldi 4, 204, 227, Bovarello 134,' 148, Caterina 182, Giovanni 302, 303, Lanfranco 14, Luca 118, 162, 182, Oberto 144, 148, Sorleone 238, Visconti 248. Groolerio Giannone 247, 252, Gropo Marco 177. Grosso Giovanni 122, 168, Guglielmo 168, Negro 168, Rosina 168. Grumello Simone 175. Guadagno, cintraco, 184, 211. Guainerio Guglielmo 223. Gualdevor Giovanni 160. Gualterio Giacomo 147, Giovanni, XXXIII, 183, Raffaele 156. Guaraco Airaldo 16, Merlo 27. Guascia Giacomo 201. Guano i8r, Antonio 261 , Giovanni 194, Guilienzono 129, Oberto 119, Verde 119. Guascone Benedetto 295. Guecio Pagano 164. Guercio XIII, XXXVII, lg, II9, Anfosso 19. Gaieta 143, Giovanni 143, Guglielmo 23> 62, 114, uj, Montanario 139, Nicolò 115. Oberto 74, Ogerio 6r, Opizzo 61, 62. Guirardo, arciprete di Nervi, 74, monaco, 82. Guglielmi Giovanni 329. Guglielmo, abate del Tiglieto 72, abate di Sestri, 60, 124, 125, 131, I58, 159, arciprete di Sestri Levante, 166, canonico del Priano, ni, canonico di S. Lorenzo, 85, di legge romana, 8, cantiniere, 1:5, monaco, 96, priore del Priano, 130, priore di Paverano, XXXVII, 38, priore di Se-str'> 105, 124, 125·, re di Sicilia, 21, 22, 66, rettore di Pedemonte, 244, rettore-di S. Martino di Sestri, 129, sottopriore, 105, vescovo di Alba, 81. Guglielmoto Ido 73, Guicuccio Giannino 235. Guido, abate 59, prevosto 238,, Guidone Adalasia 121. Guigliazza Bartolomeo 335. Guizardo Giovanni 243. Gunterio, abate, 7. Gusmano Bartolino 90. "Guttuario Percivalle 214. H Hasck XL. Helyot XXIX, 67, 245. Hugo Victor VII. Iacob Francesco 243. Iaffè-Lówenfeld n. lanauschek Leopoldo 13. lanino Antonio 347. Iarry Eugenio 273, 275. Idone, parroco di Sestri, 44, 45, 58, 65, 74. Idone Giovanni 180. Illioni Biagio 269, Erasmo 317, Giacomo 353, Giovanni 315, 332, Nicolò 294, 314, 315. 332. Imperiale Fabiano 283, Giacomo 296, 308, £ 311. -Ingilberti Pietro 154. Inghetto Lazzaro 348. Innocenzo II, pontefice, 11, 13, 34· Innocenzo III, pontefice, 54, '57, 59, 62, 65» 179· Innocenzo IV, pontefice, XX, XXXV, XXXVI, 51, 82, 84, 104, 105, 107-115, 118, 129, 140. Innocenzo VIII, pontefice, 346. Insula Corrado 306. Iofforio Demelode 243, Raffo 243. Iosorio Giovanni 126. Iso Caterina 196, Gaspare 196, 214. Isolani Giacomo 290. Isole Ogerio 23. Isuruberto Antonio 243. Ita Martino XV, 19, 20, 22-24. Ingo Giovanni 249. Iuliano Francesca 209, Nicolò 209. Iusto Dondedeo 236. Iv Kembler 61. L. cardinale di Aquileia, 302.. Labaino Antonio 261, 267-270 , 273 , 297, Bartolomeo 261, 315, Giovanni 315, O-berto 272, 273. INDICE ONOMASTICO 368 Lacu Giovanni 2S6. Laferraia Amico 138, Onorato 138. Laferrara Marco XXXII 88. Lagomaggiore Nicolò 184. Lamberto, monaco, 13. Lamberto Filippo 22. Lambruccio 181. Lamora Giovanna 223, Landò 223. Lamperto 8. Lampugnano Oldrado 293. Lancia Pietro 184. Landi Ghislerio 194. Laneriis Andriolo 1S2, 193, 197. Lanfrancheta Nicolò 162. Lanfranco, notaio, 36-38, 45, 47, 57, 6o, 6jt, 63-65, 76, S7, 106, prevosto di S. Maria delle Vigne, 128. Lange XL. Langlois 172. Lantelmo, notaio, SS. Lapide Cornelio XLI. Latini Berto/.io 185-187. Lavaggio Bernardo 1S9. Lavagnino Rollando 92. Lavezzo XXXVII, Giacomo XXXI, 164, Giovanni 102, 117, 149, 182, Lanfranco 147, 149, 165, 211, Percivalle 172, 211, Rollando 150, 164. Laviosa Giacomo 280, Pietro 271. Leccacorvo Guglielmo 133. Leccanozze Nicolò 60, 122, Sibilia 122. Leccavela 55. Leda 3. Legia Antonio 253, Giacomo 243. Lemeingre Giovanni, detto Boucicaut, XIX, 277. Lemo Nicolò 189. Leone Alda 150, Martino 55. I eopoldo, duca d’Austria, 67. Lercari XIII,XXXVII, 76,156,162, Alberto 43, Andriolo 209, Belmostino 112, 162, Belmosto 165, 168, Caracosa 238, Clerico 165, Costantino 170, Dagnano 238, Egidio 165, 180, 182, 182,190,191,201,207, 209,213, Gaspare 292, Gerolamo 339, Gialle 257, 292, 304, Gio. Battista XXII, Gioffredo 292, Giovanni 106, 124, 128, Guglielmo 112, Ido 112, Marchesino 207, Margherita 263, Musso 209, Odoardo 207, Ottone 94, Percivalle 209, Pietro 209, Ru-baldo 2i, Ugo XXXVIII, 106, 112. Ligandoni Giovanni 186. Lipora Giovanni 252, Lazaro 313. Liutprando X. Loco Ansaldo XXXII, XXXVII , 93 , 95, 108, no, 115-117, 119,121, 125, 128, 132-134, 142, Antonio 14, Francesco 190, 193,195, 2oo, 202, 211, 221 , Giacomo 155, 161, Giovanni 63, 195, Lanfranco 19S, Luco 221, Manuele XXXIV, XXXV, 48, 115-117. 119, 120, 132, 133, 136, 142, 148, 153, 161, Mazone 147, 153, 165, 167, Pietro 195, 212 , Raffaele 155, 161, Roberto 147, Tommaso XXXIV, XXXV, 95, no, 115-117. 121, 142,155, 161, 195, Vassallo 147. Lodigario, abate, 4. Lombardo Agostino 139, Enrico 120, 144, 154, Giovanni no, Lanfranco 222. Lomellino 278, 336, Andrea 142, Angelo XIX, Ansaldo 236 , 238 , Babilano 255 , Boruele 336, Carlotto 243, Cristiano 234, 336, Egidio 332, Galeotto 319, Guglielmo 121, 142, Lanfranco 146, Oberto 236, Ugo 174. i Longo 181, Alberto 17, Gugliemo 29, 44-Ingo 44, Iterio 44, Sansa 44. Loreto Cristoforo XXIII. Lorenzo, arciprete, 233, monaco, 244. Lucemburgo Borleo 274, 275 , Valerando 275· Luciano Giacomo 275. Lucio III, pontefice, 38. Ludovico il Bavaro 237, il Pio , 34, re di Francia, XXXVIII, 84, 98, no, 112, 145, Lupi 273. Lusio Guglielmo 15. Luxardo Battista 277, Fedele 10, 15, 270. Luxoro Alfredo 281. M Mabillia in. Mabillon 6, 7, 15. Maculuffo Oberto 183. Macchiavello Gerolamo 321. Maccione Stefano XXXIII, 1, 246. Maddalena Enrico 124, Giacomo 314, Gia-notto 201, Vivaldo 143. Maestro Leo 53, Pietro 53. Magarotto Tommaso 172. Maggiocco Adelasia 63 , Agnese 63 , Giovanna 89, Giovanni 89, Sisto 119. Maggiolo 181, Antonio 216, Giacomo 311, Giovanni 31, 243, Guido 47, 48. Maglio Andrea 139, Lorenzo 71, 119. INDICE ONOMASTICO 369 Magnoni Angelo 233. Maineri Giorgio 289. Mainetto Antonio 334 , Manuele 243 , O-berto 222, 226, 229, 233, 236. Maino Giovanni 252. Malagamba 181, Giovanni 243, Pietro 233. Malaspina Giovanni 300, Spinetta 258, 302. Malfigliastro Buongiovanni 27. Mallone XXXIII, χχχγπ, 59, I40, Aidela 72, Alberto 199 , Alberto-Soldano 163, Ansaldo 59, 64, 76, 94, 107, Enrico 115, r39> 209> Giacoma 92, Giacomo 58, 76, 109, 166, Giovanni 72, Guglielmo XXXII, 42, 87, 109, 140, Guglielmo-Soldano 114, 144, Ido 59, Nicolò 59, 87, 153, 163, 166, Ottobono 115, 139, Rafifo 173,209, Savino 163, Simone 109, Ugo 41, Ugolino 42. Malocello XIII, XXXm, χχχνπ, XXX-VIII, 42, 51, 53; 68, 91, 92, 107, 113, 114, 120, 122, 133, 139, 148, 167, 170, 173, 174, 189, 192, 297, Agapito 242, Aighi-mante 260, Alberto 166, 260, Benedetto 207, Contessa 41, Enrico 134, 139, 154, Federico 242, Giacomo XXXVIII , 122, J39, *45, Giano 247, 260, Giorgio 190, Giovanni 17, 44, So, Guglielmo 17, 22, 23, 28, 29, 47, 51,52, 145, Lanfranchino !39> *69, Lanfranco 139, 142, 151, 152, Manuele 143, 152, Matelda 44, Oberto 262, Pietro 87, Simone 260, Torpete 260. Malocorde Enrico 71. Malpagato Andriolo 243 , Giovanni 258, Oberto 196. Malscuderii Druda 107, Giacomo 107, Gi-sla 107. Mameta Simone 338. Mancio Guglielmo 23. Mandelli Vittorio 38. Mandina Giovanni 92. Manente Andriolo 247, Benedetto 233, Ma-zone 240. Manfredo, monaco delle Cassinelle, 198, monaco di Sestri, 218, priore di S. Domenico, 158. Manfredo Giacomo 162, Oberto 130. Manfroni Camillo XXXIV, no. Manganella Giovanni 304. Mangano Francesco 164, Gabriele 164. Mangiamarchi Cristoforo 316. Mangiapane Guglielmo 52, Oberto 52. Mangiavacche Delomede 55. Mangino Nicolò 119, 148, 149, 187. Sestri antico. Maniscalco Solchetto 326. Mannucci Francesco XXXVII. Manrique Angelo 10, 12-15, 67, in. Mantinaria in. Mantova Giovanni 316. Manzano Manfredo 230. Manzoni Alessandro X. Marabotto Antonio 310, Martino 127, Pel-legro 257. Marchesano Baldassare 304, Bartolomeo 304, Giovanni 316, Simone 344. Marcenaro v. Mercenaro. Marchese XXXVII, Alberto 112, Anseimo 88, Favallo 126, Giacomo 279, Pietro 221. Marco, abate, 146. Marco Aimelina 150, Alasina 197, Ansaldo 252, Francesco 214, Giacomo 153, 154, 214, Giovanni 156, Mignono 176, Nicolò 243, 62, Oberto 62, Ottone 150, Segnorino 197, Siro 91, Sisto 73, Tommaso 184. Marcone Corrado 159, Meliaduce 232. Mari Agapito 286, Agostino 23 , Andrea 305, 344, Ansaldo 78, 99, 102, 103, Ba-bilano 244, 305, Bonifazio 124, Branca-cino 261, Corrado 157, Damele 210, Damele 210, Donato 294, Faziolo 160, Francesco 193, 210, Garnerio 216, Geronima 244, 247, Gio. Bucuccio T31, Giorgio 246, Giovanni 286, 305, 344, 347, Guglielmo 124, Guglielmo Bucuccio 131 , Manuele 193, Marchisio 78, Meliano 190, Oberto 76, Oberto Polpo 134, Teodora 286, 305, Tesoro 76, Simone 147. Marino 44,181, Dario 150, Domenico XXIII, 339, Evangelista 317, Giacomo 47, 107, Giovanni 45, Guglielmo 47, Lamberto 23, 24, Marino XXXVIII, 150, 161, O-gerio 150, Pileo 281, 282, 284, 285, R11-baldo 128, Ugo 92, 150, Zamerle 146. Mariscotto, prevosto, 54. Marono Giacomo 252. Marroni Bartolomeo 220, 222, 227, 229. Marsilio Antonio 239, 250, Giovanna 193, Giovanni 193. Martini G. 52. Martino III, pontefice, XXXVIII. Martino V, pontefice, 305. Martino, schiavo, 286. Maruffo Francesco 234, Oliviero XXXI, 42, Paolo 308, Pietro 316. Marzano Anseimo 78, Guido 78. Marzocco Barnaba 318, 341, Giovanni 279, 288, 349. 24 70 INDICE ONOMASTICO Mascardi Agostino 294, Antonio 273, 275, Bartolomeo 314, 321, Benedetta 22S, Giacomo 23, Luca 295, Rosso 228. Mascarello Giovanni 152. Masini 14. Massa Filippo 188, Giovanni 82 , 84, Si-mona 82, ,84. Massardo Michele 199. Massario Nicolò 2S8. Massimiliano, re, 351. Massola Nicolò 346. Mastraccio Antonio 243, Giovanni 251, Nicolò 243, 251. Matteo Francesco 246. Maurizio, cardinale, 4. Mauro Ambrogio 264, Battista 338. Maxirito Vassallo 43. Mazapi Brugnone 77, Tommaso 77. Mazzarello Giacomo 58. Mediamanica Francesco 163. Medici Cavalcabo 176, Cosimo 320, Nicolò 243· Megliarina 181. Melchiorre, monaco, 141. Meleto Gerardo 210, 211. Menna Antonio 261. Mercai Beto 203. Mercenaro Bartolomeo 334, Battista 298, Pietro 306. Merello Silvestro XXIII. Meriani Antonio 301. Merla e Merlo Giovanni 126, 177, Oberto 124, 147, Tommaso 147, 177, 187. Meroto Tobia 254. Mezzadri 268, 339. Michele, abate, 105. Micheli Francesco 172. Michelino Antonio 288, Giacomo 313, 333, Lazzaro 308, 311, 332, 333. Migdonia Giordano 29. Migone XXXVII, Antonio 228, 243, 274, 293, Clemente 285, 287, Eustachio XXIII, Francesco 71, 285, 328, Giacomo 114, 123, 132, 152, 158, 16r, Giannino 274, Giovanni 161, 285, 295, Giuseppe Maria 71, Nicolò 297, 302, 313, 318, 328,329, 334, Ottaviano 328, Raffaele 293. Milanese Umberto 159. Miliano Giacoma 205, Simone 205. Milzo Lorenzo 56. Mina 181. Mirabelli Guglielmo 189. Mitrio, vescovo, 296. Mocodefìo Dolcina 106, Giovanna 106, Guglielmo 106. Molinari Agostino 184, Ambrogio 261, Ma-bilia 184, Paolo 348. Molinello Oberto 24, 54, Simone 109, Tommaso 109, 152. Mologno Sofredengo 235. Monimsen 246. Monaci Ernesto XLI. Monaco Guglielmo 209. Monavi Antonio 269. Mongiardino Simone 243. Monleone Cipriano 343, Pandolfo 343. Montaldo 37, 344, Antonio 271 , Battista 338, Francesco 273, Lazzaro 277, Leonardo 264·, Marietta 296, Paolo 271, Ruffo 259· Montalembert 61. Montanaro Ansaldo 119, Bernardo 113, Giovanni 119, Guiliono 128, Guglielmo 119, Lantranco 142, Matilde 113, Rollando 119. Montano, monaco, 105, 124. Montano Luciano 268. Monte Giacomo 233, Rollando 164. Montea Andriolo 143. Montelungo Guglielmo 172. Montesoro Bartolomeo 307. Monti Agostino 342. Monticello Rollando 101. Montone Simone 197. Mora Landò 207. Morandino Guglielmo 91. Morasso Francesco 171, 183, 188, 193. Morello Giovanni XXXI, 141, Guglielmo 159, Parento 159, Tommaso 106. Moresco Oberto 228. Moriondo 2, 8, 26. Moro Ghisolfo 187. Moscatello Antonio 213, Bartolomeo 213, Giacoma 213, Giacomo 213, Giorgio 213, Guglielmo 213,'Matteo 213, Nicolò 213, Pellegrino 249, Simone 213. . Mulazzo Bartolomeo 291. Multedo Antonio302, Oberto 68. Muratori Ludovico 104, 110,216,218,224, 226, 270, 271. Murchio Nicolò 335, Tommaso 259. Muribello Romino 289. Muris 49, Aidela 125, Bartolomeo 78, 119, 125, Beltramo 63, Daniele 47-49, 56, Giovanni 119, Nicolò 30, 31. Muroelo Romino 262,· Tommaso 262. Murrino Giannino 153. INDICE ONOMASTICO 371 Musatore Gigio 119, Pietro 119, Muschio Enrico 280. Muscula Sismondo XXXIX , 38, 39, 40, 60, 95. Musilico Guglielmo 72. Mussi Giovanni 20. Musso Antonio 260, 261, Enrico 243, Giacomo 240, 338, Giovanni 165, 181, Oberto 198, 223, 239, Percivalle 222. Mustari Ansaldo 249. . Muzio Domenico 109, 288. N Naa Nicolò 205, Quilico 266. Nanfo Guglielmo 29, Pietro 48, Rainaldo 29. Napoleone, giudice, 106. Napoli Domenico 141. Narice Antonio 249, Bartolomeo 335, Ba-zano 175, Gerolamo 308, Giovanni nr, 120, Oberto in, 180, Pietro 288. Natale Nicolò 196. Natino Andrea 314, Andriola 286, Ansaldo 243, Antonio 305, 314, 322, Bertino 295, 307, Cosimo 314, Francesco 225, 234, 238, Giovannetto 307, Giovanni 230, 252, 261, 262, 295, 302-304, Ingo 260, Lanfranco 188, Lazino 316, Leone 286, Lodisio 203, Lorenzo 314, Marchetto 249, 259, Martino 188, 203, Michele 203, Nicolò 230, 235, 238, 307, 314, Oberto 188, 190, 194, 196, 203, 241, 249, 250, 254, 256, 257, 262, Peruccio 349, Simone 316, 33°ι 331, Visconte 261, Dagnino 238. Natta Nicolò 283. Nave Franchino 211, Nicolò 211. Navone Giuliano 334, Pietro 322, 326, 328. Nazano 181. Nazario Lanfraco 232, 238, 242. Nazelli Antonio 323. Negrino Aidela 67, Alberto 67, Giovanni 161, Leonardo XXXVIII, 138, 146, 147, I5°> 15I1 i53> i59» ·6ο, 162, 164, 173. Negro XXXVII, Adorno 314, Andriolo 187, Ansaldo 133, 148, Antoniotto 211, Ballano 218, Bartolomeo 261, 313, Bernabò 179, Buxalina 168, Egidio 162, Enrico 62, Francesco 284, Gaspare 350, Giacomo 305, Ingo 116, Leonetta 207, Luca 224, Mauro 247, Nicolò 82, 96, Ottolino 143, 168, 207, Ottone 28, Pastone 148, 179, Pellegrino 179, Pietro 148, 149, Raffaele 295, Rainerio 198, Simone 197. Nepitella Gioachino 144, T50, 192, 193, 199, 200, 209, Iacopino 192. Nervasco Guglielmo 93. Nicolino, monaco, 171,venditore di pece,164. Nicolò III, pontefice, 105. Nicolò IV, pontefice, XXXVI, 171, i7i. Nicolò V, potefice, 305, 306, 309, 310, 313, 320. Nicolò, abate di S. Fruttuoso, 112, abate di Sestri, 57, 143, arciprete di Voltri, 95, cardinale, 324, 325, monaco, 17, 96, vescovo di Noli, 127. Noatario Guglielmo 158. Nocenzio Sibilla 18, Ribaldo 18. Notorano Filippo 264, Gabriele 183-185. Nozardo Alberto 78. O Oberto, di legge romana, 8, figlio di Leda, 3, marchese, 2, monaco , 51, parroco di Arenzano, 181, di Cornigliano, 166, di S. Maria delle Vigne, 143, di Sestri, 79, 85, 93, 101, 102, 116, 117, prevosto di S. Lorenzo, 34, sottocantore, 60, vescovo di Genova, 35, di Tortona, 30. Ochi Angelo 333. Oculis Benvenuto 146, Giovanna 146. Oddone, abate, 82, 83, 84, monaco, 69. Oddone Buonvassallo 15 , Giovanni 289, Manuele 243. Oderico 232. Ogerio, priore, 17, 28, 35. Olearii Giovanni 106, 124. Olevano Enrico 230, Giovanni 248. Oliva Adaiasia 120, Armirotto 236, Corrado 234, Filippina 166, Francesco 274, Giacomo 156, 165, 192, Giberto 192, Giovanni 165, Matteo 287 , Nicolosia 287, Oberto 120, 271, Opezzino 166, Perpetua 287, Raffo 271. Olivastro Oberto 199. Oliverio, monaco, 96. Olivieri Agostino 11, 17, 20-23, 27-29, 40, 264, 342, Francesco 236, Giovanni 236. Omodei Pietro 171. Oneto Delifrà 216, Giovanni 237. Onnio Guglielmo 17. Onorio III, pontefice, 46, 62, 65-67, 74, 75. Opizzi Manno 224. Opizzone 8. Orengo XXXVII, Sismondo 68, Vassallo 63, 68. 37 2 INDICE ONOMASTICO Orgio Raffaele 2441 Orio Giovanni 6, 7, 12, 14. Orsini Gio. Gaetano 105, Giovanni ΧΧΧλ^Ι, Napoleone 197. Orso Federico 203, Oberto 203, 207, Tom· masina 207. Orto Antonio 212, Nicolò 261. Ortoito 19. Osbergato Danenzono 1S8. Osbergero Giacoma 213, Guglielmo 179, 187, 206, Leonardo XIV, 235, 248, 0-berto 55, 132, 145, 213, Ogerio 145. Otta 9. Ottaviani XXXVII, Francesco 177, Giacomo 196, 212, Giovanni XXXII, 79, 92, 99, 100, 137, 177, 195, 196, Ioeta 196, Romano 196, Stabile XXXIV, 143, 145, 149, 150, 156, 157. 161-164, 173-175,179. 184, 187, 196, 213. Ottino iSr. Ottobono, monaco, 60. Ottolino 168. Ottone Antonio 219, 223, 227, Benedetto 263, Francesco 216, 230, 250, Lanfranco 251, Nicolò 250, Simone 250, Tommaso 234, 235, 259. Ottone, arcidiacono, 46, 57, 61, di legge romana, 8, canonico 137, 157 , imperatore, 62, maestro, 89, parroco di Cogoleto, 51, vescovo di Genova, 10, di Tor tona, 54. Ozanam XXXIX. Γ» Pacieta Giacomo 280. Paganetti, 308. Pagano, prevosto di Castello, 236, di S. Pietro della Porta, 112. Pagerio Domenico 255. Pagliarino Guglielmo 58. Palasino Giovanni 347. Paleologo, imperatore, 137. Pallavicino XLII, 212, 273, Antoniotto 351, Damiano XLII, Giovanni Battista XLII, Giovanni 170, Pallavicino 212. Palio Guglielmo 53. Palmerio, prevosto, 59. Palmieri Vincenzo 246. Palude Giacomo 140. Pamparato Guglielmo 181. Pancaldi 29. Pane Ogerio 51. Panevino Bertone 286, Limbania 286. Panigarola Ambrogio 345. Paniza Giacomo 243. Panizzari Adalasia 80, Antonio 239, 241, Benvenuta 80, Bertolotto 152, 160, Em-brono 80, Facio 199, Francesco 220, Giacoma 160, Giacomo 153, Giorgio 263, Girolamo 320, Giuliano 243, 248, 263,· 278, 320, Guglielmo 220, Lanfranco 136, Manuele 173, Mino 236, Nicolò 207, Raffaele 263, Ricadonna 173, Simone 152, Ugo 153. Panzano XIII, XXXIX, 45, 75> 87, 129, Alinerio 75, 120, 205, Antonio 192, Aro-ne 272, 278, Ballano 207, Benedetto 213, Bonifazio XXXII, 38, 75, 106, 137, Ca-leca XIII, Carbone 145, Corrado 186, Fa-ziolo 120, 205, Francesco 213, Gabriele 192, Giacomino 106, Giacomo 75, Giof-fredo 272, Guglielmo 75, 120, Lanzarotto 213, Leonardo 192, Lodisio 272, 278, Luchino 247, Palmerio 205, Panzanino 133, 137, 213, Pellegrino 247, Simone 192, Tommaso 243, 278. Paoli Francesco 252. Paolo, diacono, X. Paolo II, pontefice, 327, 323, 331, 332. Papa Enrico 205, Giovanni 205. Papatoa Marino 249. Parente Giovanna 229, Nicolò 229. Pareto Bartolomeo 145, 152, 153, 161, 162 194, 207. Parissone Domenico 333. Parodi Domenico 97, Emilio XXVIII, Francesco Maria 238, Giuseppe XLIV, Paolo XX. Pasio Giacomo 201, Luchino 205, Stefania 23, Tommaso 201, Vassallo 23. Pasqua 150. Pasquale, pontefice, 4. Passaloira Antonio 257. Pastine Leonetta 90, Nicolò 90, Sibilla 90, Triadano 256. Pastore Michele 243, Nicolò 243, Oberto 243· Paverio Bertono 261. Pavone Ludovico 277. Pecorara Giacomo 96. Pediculi 42, 58, 63, 114, 122, 123, 139, 141, 142, 151, 153, 154, 163, 164. Pegino Giovanni 72. Pegolotti 33. Peirano 13. INDICE ONOMASTICO 373 Peliani Giovanni 161. Pelipario Bertolino 219. Pellaloca Marino 68. Pellati Giovanni 235. Pelle 181, Giacomo 65. Pellegrino Barone 186, Beltramo 305, Giovanni 95. Pellerio Lorenzo 255. Pelliccia Lorenzo 243. Pellicciaio Giacomo 153. Pellizzone David 158. Peloso XXIII, χχχγπ, Agostino 56, A-lessio 91, Ansaldo XXXII, 94, Antonio 278, 298, Giannino 123, Gio. Battista XXIII, Giovanna 91, 127, Giovanni 91, I23, 128, 132, 278, Guglielmo 127, Nicolò 313, Pietro 216, Richeta 127. Penello Giovanni 195, Oberto 87. Pennoto Gabriele 37, 309. Pennuto XXXVII, 140, Bonfante 161, Bo-ninfante 126, Giacomo 106, Giovanni 68, 7!> 73, 76, 91. 148, Guglielmo 161, Lanfranco 161, 168, 176, Mignone 119, 122, 133, Simona 120, Tagliavigna 114, Tobia 173· Pensa Giacomo XX. Peragallo Prospero 257. Percivalle, canonico di Castello, 171. Pere Giovanni 74, Guglielmo 74. Perioto Andrioto 209, Francesca 209, Tommaso 209. Perno Manuele 211. Perone Giovanni 256. Persio Giovanni 291, Pietro 276. Persoglio Luigi, 20, 50, 268. Pertz 68, 63, 77, 85, 87-89, 101, 103-105, 14°, 148, 151, 172. Pesce XXIII. Pessagno 253,268, Lorenzo 268, Stefano 269. Pessina Giacomo 167. Pestarosa Giovanni 190. Peteno Francesco 143, Guglielmo 143. Petraccio Nicolò 55. Petramala Giovanni 145. Petrarca Francesco XXXIII, 243. Petrella Antonio 193. Petrulla Ansaldo 229. Pevere Contessa 21, Guglielmo 29, Lanfranco 21, Oberto 19, 23, Sorleone 72, Tedisio 189. Pezancato Giacomo 194. Pezollo Antonio 243. Pfungh-Hartung XIV, 4, 34, 39. Piana 181. Piane Antonio 255, 262, 279, Bartolomeo 243, Lanfranco 167, Pietro 167, 243, Tommaso 158, 159, 163, 199, 200, 221. Piato 8. Piazzalunga Albina 142, Detesalve 200, Filippo 142, 158, 159, Nicolò 142, Verdina 200. Pica Giovanna 206, Lanfranco 206. Piccaluga Battista 333, Gaspare 334. Piccamiglio 83, 207, Acellino 200, Alberto 168, Babilano 247, Ballano 172, 173, Corrado 173, 227, Enrico 81, 84, Guglielmo 82, Ottobono 165, Piccamiglio 165, Si-mona 82, 84, Sorleone 207, 227. Piccardo Antonio 334, Battista 335. Piccone 181, Montano 233, Nicolò 244. Picembono Antonio 335, Gerolamo 292, Giacomo 146, Giovanni 292, Lazara 165, Nicolò 226, 291, Rainaldo 30, 31. Picinino Nicolò 292. Pietra Gio. Domenico 71. Pietro, abate, 4, 7, 9, 17, 21, 28, 64, 82, 85, 274, 276, addetto alla chiesa di San Biagio, 57, canonico di Ceranesi, 100, cardinale, 40, converso, 229, monaco, 51, 64, 82, 96, portinaio, 60, sacerdote, 37, vescovo di Savona, 59, di Tortona, 83. Pietro Ansaldo 72, 154, Bartolino 205, Pietro 154. Pigasso Giovanni 252. Pignattaro Giovanni 160, Pietro 170. Pignone 238. Pillo Enrico 260. Pinardo Francesco 132, Giovanni 86, Guglielmo 235, Pietro 132. Plnelli Giuseppe 281. Pineto Cristoforo 261. Pinna Guantino 162. Pino Luca 248, Raffaele 202, Simone 226, Vassallo 30, 58. Pintus Icono 162. Pio II, pontefice, 130, 320, 322, 324-326. Pio V, pontefice, 130. Piola Paolo 200. Piperino, pittore, 116. Pippo Bartolomeo 340, Pietro 343. Pisano 181, Antonio 243, Daniele 243, (liberto 78. Piuma Simone 331. Pi.xaloca Daniele 162, 210, Isabella 199, Si-mone 162, Simonetta 199, Tommaso 199. Placentina Rainerio XXXII, 137. 374 INDICE ONOMASTICO Plamerio Guglielmo i2'3.« Planelli Giovanni SS. Plinio VII, 5r. Piota Martino 132. Poch Bernardo 26, 60, 62, 93, 96, 110, 287, 294. Podestà Francesco 55, 237. Podio Evangelista 327, Giovanni 162, Lanfranco 57, 175. Poggi Cencio XXIX, Giacomo XXXIX, 89, Gio. Battista XXXIII, Vittorio XLIII. Polerino Pietro 334. Pomo Donodeo 63, 80, Guglielmo no, 123, 133. Ponsarone Cassano 330. Ponte Deserino 262. Ponzone Isnardo 235, Lanfranco 218. Porcario Pietro 60. Porcella 28. Porcello Antonio 92, Corrado 91, Giacomo 9, Siro 11, 15, 35, 66. Porchetto Giacomo 307. Porco Andrea 244, Ansaldo 92, Giovanna 193, Giovanni 81, 233, Lanfranco 136, 244, Luciano 258, Nicolò 288, Oberto 136, Olivero 20, Peliano 193, Raffaele 266, Ugo 20. Porrata Bartolomeo 351, Nicolò 335. Porrini 181. Porro Giovanni. 234, Porta XIII, Ballano 203, Gio. Enrico 64, 85, 88, 95, 100, 120, 159, Lorenzo 188, Marino 21, Nicolò ni, 132,. 146, Vivaldo 165. Portascuti Lamberto 88. Portilia Tommaso 249. Portino Grimaldo 198. Portonario Giovanna 85, Rogerio 85. Potthast 67, 96, 105, 108, 114. Pozzo Giovanna 295. Praello Giacomo 106. Prando, parroco di Fegino, 162. Prato Bartolomeo 302, Corrado 24, 30, 31, 45, Enrico 24, Giacoma210,Giacomo 210, Michele 210, Simona2io,Solimano 47,48. Precipiano Domenico 331. Pressu ti 62, 66, 67. Preve Antonio 254, Bartolomeo 243, Simone 113. Prinello Angelerio 66, Ido 66, 71, Sibilia 66, 71, Verdelia 66. Profumo Giovanni 340, Guglielmo 210, 214, Nicolò 340. Promontorio Boneto 172. Proudhron 114. «■ Qualia Alda 138, Giovanna 138. Quaquaro Bartolomeo 130, 323, 324-327, 336. 337. 341. Battista 341. Quilico 300. li Rabuaria Giacomo 188. Racogia Pietro 240. . Raffaele, inquisitore, 301. Ruggio Gerolamo 316, Paolo 316. Raimondo Berengario, conte, 21. Raimondo, abate, 96, canonico, 83, monaco, 82, principe d'Antiochia 19. Raimondo Arnaldo 53. Rainaldo, abate, 7. Rainaldo Giovanni 158. Rainerio, priore, 206, vescovo d’Alba, 8i. Rainerio Berrumino XLI, Giovanni 64, Pietro XLI, Simone 266. Rainfredo Ingo 58. Ramusat 191. Randaccio Limbanino 243. Rapailino Tommaso 147. Rapallo Ambrogio 273, Cristoforo 295-298, Giovanni 330, Giuliano 334, 344, Manuele 350, Simone 263. Rasore Nicolò 243. Rasoria Fredenzone 87, Giacoma 87. Rasperio Giacomo 288, Giovanni 288. Rategia Riccio 155, Tommaso 155. Ratto Antonio332, 345, Giacomo 223, Tommaso 316. Rattona Benedetta 350. Ravaschieri Alessandro 336, Paolo 322, Si-mone 281. Ravio Giovanni 243. Re Antonio 276, Guilione 172, 174, Leone XXXI, 140, Marchesino 140, Nicolò 243, Oberto 148, 172. Rebuffo XXXVII, Ambrogio 291, Antonio 171, Devina 232, Francesco 203, 232, Giovanni 118, 139, 152, Lanfranco 132^ 136, 138, 152, 171, Tommaso 152. Reca Giacomo 86, 94. Recagio Manuele 246. Redulfo Aidela 160, Riccardo 160. Remondini Angelo e Marcello i, 3, 5, 8, 10, 12, 14, 16, 17, 22, 23, 26, 30, 33, 39. INDICE ONOMASTICO . 375 45, 46, 49, 53, 58, 65, 93, 135, 15°, i57, 160, 198, 209, 227, 245, 268, 283, 285, 307, 313, 339, 340, 342, 345, 346, Gio. Stefano 178. Rescarolio Giovanni 282, 284. Resemonti Bonvesino 153. Resta Alasia 92, Elena 82, Oberto 70, 92, Rubaldo 82. Restano XXIII, Andrea 314, 316, Antonio 335, Giacomo 341, Giovanni 243, Tommaso 243. Revellino Cristoforo 270. Revello Ottone 63, Umberto 89. Rezzoni'co Francesco X. Riario Raffeele 341, 342. Rica 92. Ricadonna Bruno 124, J26, Leone 182. Riccardo, monaco, 60, 82. Riccio Antonio 257, 261, Balduino 67, Bendo 119, Guglielmo 121, 159, 201, Mettano 242, Nicolò 195, 198, Oberto 159, 242, Pietro 314, Simone 190, 288'. Richerio Giordano 53. Richizo, prete, 37. Rico Benedetto 198, 201, 202. Ripaita Pietro 339, 341. Rissotto, spadaio, 228. Ritiliario Alberto 220. Rivarola Arnaldo 61. Robello v. Rovello. Roberti G. XXVII. Roberto, patriarca, 102, re, 215, 216, 219. Robini Marchisia 10. Rocca 304, Bianco 235, Giovanni 159, 241, Pietro 36, 45. Roccaforte Ottone 85. Roccatagliata 279, Giovanni 148, 149, Lorenzo 222, Pietro 222. Rodino Ludovico 286. • Rodoano Antonio 346. Rogerio Amico 226, Battista 328, Colardo 318, Giovanni 267, Luca 230. Roggerone 49, Emmanuele 49. Rohrbacher XIII. Rolerio Gaspare 338, Segurano 261. Roletti Pellegro XX. Rolla Mabelina 153, Rollando 153. Rollando, monaco, 96, prevosto, 57. Romania Gregorio 101, 102. Romano Francesco 209. Rombo Antonio 341, Battista 263, 266, Ca-siccio 351, Cristoforo 314, Luca 351, Marco 261, Simone 341. Romea Lanfranco 185. Roncagliolo Lodisio 268, Nicolò 243. Ronchino Nicolò 243. Ronco Brenerio 201. Rosa Lanfranco 8, 58. R-osana Balduchino 219. Rossi XXXVII, 272, Aidela 57, Agnese 186, Ambrogio 373, Andrea XXXIII, Antonino 340, Antonio 243, 297, 340, 341, Bartolomeo 270, Battista 310, 316, 319, 330, 336, 340, 341, Bertola 235, 240, 278, 314, 316, Gerolamo XXIII, 1, 121, 184, Giacomo 157, 297, 338, Giovanni 56, 85, 107, 150, 157, 180,273,314, Giovannino 147, Gregorio 340, Guglielmo 124, 233, Ido 57, Ita 57, Lanfranco 334, Martino 297, Matteo 333, Michele 157, 333, Nicolò 157, 270, 279, Oberto 136, Onorato 291, 298, 316, Pasquale 310, 299, 3i4,.Pellegro 333, Pietro' 243, Rollando 180, Sachetto 107, Simone 222, Spezia 36, Susanna 333, Tommaso 150. Rosso Gandolfo 22, Giacomo 203, Giovanni 52, Girolamo 304, Oberto 165, Nicolò 198, Palma 22. Rostan Reggio 238. Rove Lazzaro 272. Rovegno Giovanni XXXV, 179, Raffo 223. Rovello Giovanni 334, Girolamo 335. Rovere Giacomo 343, 348-350, Giuliano 343. Rovereta Antonio 348, 349, Giovanni 85, Nicolò 252, Pietro 146. Roveto Antonio 254, Nicolò 210, Oberto 276. Rubaldo, prete, 62, prevosto del Priano, 107, in, 114, 115, 127, prevosto di Me-zema, 65, di S. Lorenzo, 83, 84. Rubigia Guglielmo 137, Sibilla 137. Ruffo Pietro 55, 62, 77. Ruggero, re, 22. Rusca Bernardo 10, 13, 14, Giovanni 190, Leone 162, Pietro 66. Rustici Agapito 322. Rustighino Ricobono 164. Ruxenento Nicolò 254. S Sabadino Antonio 258. Sabadino Ballano 165, Guglielmo 108. Saccarello XXXVII, Ansaldo 107, Antonio 242, Bartolomeo 226, Caterina 329, Enrico 202, 209, 226, 229, Francesco 221, 376 INDICE ONOMASTICO Giovanni 201, 273, 329, Guglielmo 124, Guizardo 189, Lorenzo 221, Nicolò 226, Oberto XXXI, Odoardo 226, Tommaso 208, 209, 226, 229, 230. Sacco Giacomo 201, Lanfranco 251. Sachelli Oberto 1S6, 229, Paolo 229. Sacheri Erasmo 334. Sachino Antonio 255. Sagimbene Guglielmo 52. Saige Gustavo 303. Saito, schiavo, 170. Sala Enrico 64. Saladino S6. Saladino Ido 45. Salado Giovanni 337. Salcito Ottone 37. Saliceto Enrico ni, Simone 177. Saliva Francesco 248. Salomone, notaio, 74, 75, 95, 96, 102, 103. Saivago 21,. Ambrogio 238, Antonio 278, Brancaleone 282, Brasco 329, Caterina 290, Gerolamo 334. Salvo, arciprete, 131. Salvo Devina 232, Giacomo 232. S. Donato Fazio 138, 150, 180, Giovanni 204, Guglielmo 120, 124, Pietro 144, Rollando 204. S. Giorgio Andrea 171, 197, 199, 200, Giovanni 151, Guglielmo 140, 142, 144, 147, 149, 154, 164, 169, 173, 178, 186, 191, 192. S. Lorenzo Nicolò 199, 200. S. Marino Bartolomeo 346. S. Martino Guglielmo 116. S. Salvatore Biagio 282, Giacomo 273, 295, Ottaviano 295. S. Siro Ottolino 218. Sansone Francesco 235. S. Agnese Benvenuto 232, Giacomo 113. S. Ambrogio Andrea 285, David 127, 165, Guido 123, 124, Simone 149. Santa Savina Giacomo 210, 221. S. Egidio Alessandro 100. S. Stefano Gerardo 229, Guglielmo 168, Lamberto 285. S. Vincenzo Lanzarotto 234. Santi Giacomo 229. Sardena Bonvassallo 146, Enrico 146, Pietro 147. Sardo, arciprete e vescovo eletto di Alba, 8083. Sardo Ugo 78. Sartegavecha Lodisio 243. Sassello Angelino 243. Saturnino, prete, 5. Savelli Gio. Battista 343. Savigny Carlo 100. Savignone Battista 335, Giovanni 280, pa. squale 335. Savini Antonio 333, 351. Savio Fedele 30, 81. Savone Rubaldo 217. Sbaraglia 137. Sbarri Nicolò 106. Sbertoli, abate, 218. Scaferna Antonio 316. Scagnelli Simone 193. Scala Cane 215. Scaniglia Giacomo 2. Scaparino Benedetto 335. Scaragio Percivalle 183. Scarapaxe Luca 331. Scarlazza Baldassare 313, Benedetto 350. Scarpa Stefano 255, Ugolino 151, 158, 168, 174, Scarrone 269. Scarsaria Guglielmo 44. Scarso Baldo 22. Schiaffino Agostino 12, 245, 250, 294, 332, 339, 346, Gerolamo 349. Schiavina Giuliano 263. Sclaratini Nicolò 133. Sciavaro Giacomo 239. Sclopi Federico X, 9. Scorza Andriano 320. Scotto 91, Ansaldo 89, 90, Corrado 261. Scriba Bartolomeo 77, 78, 80, 81, 85, 87, 101, 104. Secondo 92, Battista 344, Bruno 152, Francesco 328, 344, Sofieta 152, Tedisio 344. Segnini Nicolò 195. Segnorando Giacomo 73, Giusti-73, Nicolò 73. Selyarezza Bartolomeo 285, Oberto 285. Semeria 6, 13, 67,· 131. Semino Giannino 250, Matteo 316, Spinetta 316. Serena Rosa 120. Serexolio Tommaso 91. Serodi Lamberto 228. Serra Andrea 326; Gerolamo 11, 43, 51, I29> 283, Giacomo 197, Raimondo 267. Serreto Antonio 297. Sestino, parroco di Sestri, 179, 182. Sexto Agnese 210, Rainaldo 210. Sezardo Tommaso 212. 1 INDICE ONOMASTICO Sforza Ludovico Maria 350. Sibluzio Francesco 323. Sicleri Michele 223, Palmerio 227. Sigengello, giudice, 76. Sigifredo, vescovo, 10, 11. Sigo Antonio 288. Silva Francesco 217, 226. Silvagno Giovanni 41, Giulia 41, Guglielmo 41, Richelma 41. Simone, abate, 41, 47, monaco, 51, 60, procuratore di S. Siro, 62, sacerdote, 118. Simoni e Simioni Bartolomeo 328, Rainal-do 106. Simonuccio Nicolò 197. Sirio Giovanni 87. Sisto IV, pontefice, 232, 236, 237, 239, 341, 344-346. Sisto V, pontefice, 84. Soffredo, cardinale, 40. Soglia, cardinale, 116. Solari Andrea XLII, Marchisio 88, 93. Soldano Ottonò 163. Solerio Giacomo 296, Savino 190. Solimano, abate, 95, 96, arciprete, 57, 58, monaco, 82. Solimano Egidio 230. Sommariva Michele 315, Pietro 295, Stefano 3x5. Soresina Spino 74. Spado Manuele 156, 233, Michele 229. Spagnuoli Spagnolo 216. Spalla Alda 112, 123, Manuele 202, Richel-da XVI, 57, Ugo XVI, 57, i23. . Spano Giovanni 82. Sparverio Giovanni 149. Spegio Enrico 119, 137, Giovanni 72. Spezzapietra Filippo 72, Mabilia 72. Spia Enrico 146. Spinola XXXVII, 76, 272, 346, Ambrogio 332, Andrea 269, Anfreone 223, 224, 336, 351. Antonio 37, Argone 196, 205, Ballano 196, Battista 319, Bernabò 185, Domenico 319, Giacomo 213, Giovanni 300, Luca 277, Nicolò 99, 293, Oberto 48, 66, 168, Odoardo 204, Opizzo 201, 204, Paolo 326, Pietro 300, Porchetto 191, 204, 206, 212, 214, 217, Raffaele 194, Rainaldo 204, Simone 194, Vincenzo XXII, Vinciguerra 196, 205. Sporta Ansaldo 74. Sportino Antonio 220, Leona 220. Spotorno XXV.III, 4, 12, 184. Squarzafico Enrico 163, Giacomo 163. 377 Squenti Melchiorre XXV. Stacione Maria 28, Oddone 28. Staglieno Marcello 348-350. Stambusso 181. Stancone Alda 18, Guglielmo 18, 19. Stefano, calzolaio, 64, canonico di S. Lorenzo e prevosto, 85, 190, frate di S. Domenico, 83, monaco, 13. Stella Facino 227, Giorgio 215-218, 224, 226, 227, 270, 271, 276, 278, Giovanni 36, Gottardo 326. Storace Lorenzo 106. Stralleria Bonvassallo 37, Giovanni 37. Strata Eusebio 327, Giovanni 277. Stratico 33. Strigliabarba 80. Strigliaporco Amico 75, Guglielmo 80 Strixiolo XXIII, XXXVII , Amico 144, r45> 145. 148. 152, Andrea 187, Antonio 199, 203, 206, 213, 232, 260, 261, 269, Deserino278, Francesco XXIII, Giacomo 272, 273, 277, Giovanni 94 , 206, 252 , Guglielmo 202, Lodisio 242, 243, Luca 255, Michele 255, Nicolò 183, 187, 199> 213. 210, 213. Suaro Michele 36. Suppa XXXVII, 73, Alda 188, Ansaldo 106, 125, 147, Anseimo 136, Antonio XX, i8r, Bartolomeo 106, 231, Giacomo 147, 166, 188, Giannino 26r, 269 , Giovanni 228, 265, Guglielmo 231, Leone 193, 194, Manuele 181, Nicolò XX, Oberto 73, O-lino 92, Oliverio 73. Surio 14. Susto Francesco 330. T T. cardinale di Monferrato 338 Tabacco Ido 54. Tachino Oberto 124. Tagliaferro Antonio 256, Giovanni 251. Tagliavacche 46, Antonio 314, Giacomo 314, Giovanni 314, Nicolò 349, Tommaso 314. Taide Giovanni 303. Taiolo Antonio 211. Tamburello Felice XXIII. Tarditi Giovanni 343. Targa Carlo 27. Tarrigo Enrico 231. Tartaro Guglielmo 78, Lanfranco 162. Tasca Vassallo 64, Verdelia 64. 378 INDICE ONOMASTICO Tauro Ascherio 219, 221. Tavano Giovanni 186. 'Taverna Giovanni 190, Tealdo, abate, 41, drappiere, 147, 148. Tebaldi Ansaldo 143. Tedisio, abate, 235. Teglia -Raffaele 338. Teiza Zambono 1S4. Tenalia Antonio 249. Tencarani Giovanni 222, Tenca 222. Terpi Giovanni 188. Testa Antonio 212, Bartolomeo 241, Bertolino 222, Oberto 174, Theiner Agostino 67, Thomas 176, 179. Tiba Ansaldo 37, Guglielmo 106, Raffaele 266. Tigna Aidela 87. Tirabosco 108. Tola Pasquale XIV, 42, 65, 69. Tolomei Cristoforo 171. Toma Enrico 55, Giovanni 102. Tomaso, console, 24, parroco, 190, 208, prete, 156. Tommasini 116, 117. Tonso Alasia 126, 147, Ansaldo 99, Giovanni 106, 125,126, 147, Sibilla 125, 147. Torbi Giovanni 283. Torchio Andrea 254. Torello Giovanni 243, Nicolò 225, Tommaso 203. Tornello Druda 69, Giovanna 85, Guglielmo 69, Ingo 85. Torre Andrea 257, Giovanni 349, Guglielmo 66, Isabella 170, Ogerio 148, 149, Simone 215, Tommaso 170. Torsello Alessandro 53 Tortorino Nicolò 118. Tosti 5, 6. Traverso Oberto 119. Trencherio Anna 36. Tricosta Oberto 112. Tridino Rollando 323. Troia X. Troiola Gandolfo 62. Trotto Andorino 305, Luca 311. Truffa 181. Turca 183, 184, Lanfranco XXXVIII, 73, 76, 206, Murialdo 133, Rosso 72. Turco Nicolò 236, Ottone 29. Turpefigura Baldo 45. Tutobono Marino 142. ϋ Uccelli 181. Ugardi Giovanni 182. Ughelli Ferdinando 34, 47, I27· S. Ugo 18. Ugo, abate, 35, in, canonico, 62,-74, 9^ 94, 95, monaco, 82, parroco, 158. Ugolino, frate, 149. Ulivar Rainaldo 277, Ultramarino Colombo 240, Luca 212, Raffaele 214. Ultrianis Ambrogio 282. Umberto, monaco, 82. Urbano li, pontefice, 16. Urbano III, pontefice, 39. Urbano IV, pontefice, 84, 136, 137. Urbano VI, pontefice, 265, 266, 268. Urseto Guglielmo 123, Usodimare 136, Albasio 267, Baldoino 130, Bonvassallo 113, Nicolò 71, 130, 131, Paolo 225, Pietro 136. V Vacca 237. Vaccamorta Benedetto 336. Vaccari XXXVII, Enrico 68, 86, Giacoma 153, Giovanni 122, Oberto XXXII, 86, 153, Ugo 86, 118. Vacchetta Guglielmo 173. Valdettaro Antonio 342, Bartolomeo 289, 348. Valente Giovanni 242. Vallarli Oberto 112. Vallarino 181. · Valle 181, Antonio 243 , Domenico 185, Gerolamo 338, Guglielmo XLI, 115,118, 121, Ludovico 320, 321, 328, Simone 226. Vallebella Battista 322. Vallesturla Andrea 316. Valperga Giacomo 181. Varcio Nicolò 294. Varni Santo in. Varra Percivalle 232. Vassallo di donna Adalasia 24. Vassallo Giovanni 143, Rosso 143. Vataccio Ianuino 203, Simone 48, 154, 158, ι6ι, 166. Vedereto 188, Gabriele 213, Guieto 1x9, Leonardo 215. Vegerii 231. Vegio Alasia 141, Giacomo 141 , Giorgio INDICE ONOMASTICO 379 299, Giovanni 86,93, in, ii8, 129, Lanfranco 108, 109, Marchesino 141, Nicolò 218, 221. Veireta, schiava, 42, 43. Vendisevo Contessa 158, Giacomo 181, Giovanni 158, 181. Vento XIII, 2r, 42, 65, 144, Antonio 221, Barbano 216, Contessa 42, Corrado 122, 142, Domenico 282, 297, Giorgio 173, 176, 188, 191, 192, 196, 208, 225, Giovanna 42, Guglielmo 21 , 23, 42, 138, I anfranco XXXVIII, Maria 22, Ogerio 15, Ottone 137, Pietro22, Tommaso 142, 144. 147, 149. 152. Venzano Antonio 256, Enrico 221 , Giacomo 259, 261, 314, Giovanni 220, Giuliano 273, 335, Leonardo 243, Marietta 289, Oberto XX, Pietro 289. Verdetta 93. Verdilia Rubaldo 91. Verdura Giovanni 339. Verme Lorenzo 243. Vernazza Raffaele 325. Vernazzano Giovanni XXXVIII, 184, Leonardo 333, Oberto 202. Verrina Lorenzo 261. Verzellino Gio. Vincenzo 66, 131, 274. Vesme X. Vespri Giuliano 335. Vesulla Giovanni 78, 101, 108. Vetulo Vivaldo 89. Via Giacomo 255, 256. Viale-Nicolò 314. Vicario Nicolò 243. Vicencio Francesco 243. Vicino, monaco, 38. Vicomercato Gaspare 327. Vigna Amedeo 101, 102, 299, 305, 320. Vignolo Gregorio 205, Raffo 199, 200. Vigo Nicolò 3Γ4. Villa Gabriele 326, Vincenzo Giordano 131. Vinzone Matteo 12, 14. Viono Bonavia 338. Virolungo Domenico 232. Visconti Bartolomeo 255, Benedetto 20, Filippo Maria XIX, 288, Galeazzo Maria 339. 340, Guido 337, 338, 340, Marco 2Γ5, Matteo 215, Oberto 17. Visdomini Filippo 96. Vita Ambrogio 280. Vitale Giovanni 132, Lanfranco 149, 154, Vitalino, venditore di -arazzi, 143. Vittore I, pontefice, 4. Vivaldi Benedetto 131, 192, 210, 213, 241, 243. 245, 320, Zino 236. Vivo Lanfranco 149, 152. Volta XIII, Bertolotto XVII, XVIII, 64, Bonifazio 82, 100, Filippo 176, Francesco 100, Guglielmo 19, 100, Guglielmino 100, Iugo 19, 20, 23, 64, Lanfranco 64, 100, Nicolò 55, 172, 173, 174, 177, 191, Pietro 194, Rubaldo 100, Ugo 32, 36, 58, ioo, LTgolino 43. Wilkin 43. Wan-Espen 116. W Z Zaccaria Fulco 140. » Zanche Michele 76, 77. Zeno Apostolo XL. Zerbi Giacoma 165, Giovanni 165, 274, Michele 130. Zinestredo Martino 261, Zoco Melchiorre 342. Zucca Giacomo 234. Zuccarello XXXVII, Erasmo 316,319, Giacomo 48, 153, Giovanni 156, 199 , 298, Guglielmo 156, 328, Pennuto 153,.Tommaso 156. Zurlo Bonifazio 173, Guido 29. INDICE GEOGRAFICO A. Accia XXXVII, 178, 180, 202, 220. Acqui 65, 94, 179, 344. Acri XXXII, 86, 87, 148. Acuariis 58. Adrianopoli 164. Adriatico XXXIV, 243. Africa IX, XVI, XXXI, χχχπ , 46, 64, 88, 90. Aiaccio 341. Aix 292, 303. Alba XXXIV, 80-83, 89, 197, Martino di, 281.' Albare 66. Albaro 45, 63, 67, 134, 176, igi, 196,214, 230, 236, Antonio d’, 284, 285, Giacomo i77-i79i Giuliano 208, Simone 174, S. Francesco di, 182, 214, S. Giuliano 298, Santa Maria 59, 238, 264. Albenga XXX, XXXV, XXXVII, 21, 32, 88, 97, 108, 280, 297. Albisola XLII, XLIII, 4» 32, 291. Alby 237. Alessandria d’ Egitto XXXI, 27, 29, 196, • 205, 257. Alessandria della Paglia 74, 80-82 , 107, 221, 292, 296, Asterio d’, 199, Enrico 171, Francesco 171, Giacomo 171, Giovanni 171, Guglielmo 82, 94, Nicolò 304, Pietro 171, Ruffino 171. Almoravidi 46. Alpexella 139, 161. Alpi Cozie 34. Altacomba 79. Altare 338. Amalfi 33, 99, 188. America XXX, 18, 26. Amiens 137. Anagni 95-97, 176. Ancona 153, 186, 187, 322, 329. Andora 257. Angiò 151, 153, 217. Antiochia 19, 21, 192. Apennino VII. Aquileia 302. Aragona 309, 3x4, 315. Arata 132. Arbanega 270. Arborea 19, 42, 69, 82. Archi 50. Arcola XXXIlI, 192, Giacomo d’, 78. Arenzano XVIII, XIX, XXXII, 2, 65, 66, 101-103, 105, 141, 152, 160, 167, 1S1, 182, 1S7, 188, 198, 205, 209, 211, 216, 22S, 233-235, 239, 240, 243, 244, 246-248, 250, 252, 258-260, 264, 265, 267, 269, 271, 272, 275-280, 283 , 2SS, 2S9, 291, 302, 305-308, 311, 317, 320, 322, 324, 329, 331, 334, 335, 33S, 340-342, 344, 345. Alberto d’, 5r, Grimaldo 115. Arles 21, 28, Armenia 185, 187. Aroscia 269. 384 INDICE GEOGRAFICO Arpino 113. Asia IX, XVI, XXXI. Asti Sr, 131, 138, 148, 214, 2S3, 296, Ansaldo d’, 109, 129, Giacomo 82, 96, 105, 124, Guglielmo 60, Oddone Si, 82, 84, Ottone 96, Umberto 106, 118, 124. Aurelia via XXIX. Austria 67. Avignone 197, 201. lì Baltigi 47, 4S, 50. Bandie 30. Baraxi 193. Barbarello 23, 49. Barbaresco 179. Barbasarda 194. Barberia 22. Barelli 120. Bardussa 50. Bargagli 165, 257, 292. Basagnavilla 80. Basilea 297, 302. Bavari 113. Beyrut XVII. Belvedere 107. Bergamo 65, 81, 187, Filippo da, 197, Giovanni S7. Biandrate Cristoforo da, 327, Oberto 256. Biassa Bartolomeo da, 281. Biella 327, 343· Bisaccia 47. 48, 50, 72. Bisagno XVI, XXII, 36, 55, 88, 101, 201, 215, 218, 226, 229, 234, 236, 241, 242, 258, 273, 275, 277, 278, 284, 290, 305, Andriolo del, 110, Anrico 153, S. Agata del, 146. Bisio 8, 9, 38, 20X, 285. Bobbio 194, 332, 345. Bogliasco Raffaele da, 283, Taddeo 197. Bologna 84, 283, 286, Azone da, 100, Giuliano 106. Bolzaneto 49, 201. Bonasola 206. Bonifacio XXXI, 40, 53, 56, 235, 240, 242, 256. Borbonoso 59, 191, 202, 264, 287. Borella 129, 238. Borgo S. Sepolcro 235. Borgogna 13, Imberto da, 158. Borzoli XV-XIX, XXI, XXVII, XXXII, XXXV, XXXVIII, XLII, 9, 10, 15, 19, 32, 36, 49, 50, 51, 57, 58, 61, 64, 68, 71, 76, 78, 85, 93, ioi, 106, 115, 116, 117, 123, 128, 130, 145, 152, 156, 165, 167, 174, 178, 182-185, l88> I97. I99> 200, 206, 209, 210, 217, 232, 234, 236, 237, 239, 241, 24S, 251, 253-255, 261,265-268, 272, 274, 277, 279, 283, 286, 288, 290, 294, 297 299, 322, 324, 326, 334, 335, Storace da, 78. Borzone 336, Pietro da, 158. Boschetto 309, 345. Bosco 151. Braganze 84. Brasile 47-49. Brescia 100. Bricco del Tagliolo 61, 103. Brindisi 225. Briscata XXI, 55, 58, 115, 123, 148, 152, 173, Alascia da, 92, Giovanni 68, Gregorio 68, Rogerio 70, 92, Verdilia 55. Brugnato XXIII, 342. Bruxeto 92, 122. Burgo de Terrucio 119. Burlo 9, 10, 80, Ottone de, 30, 31, 64, Rollando 57. Busalla 272, 300. Busea 147. Businello 156. Bussana 292. Buxeno 52. O Ca de Bosco 50. Caffa XVII, XXXIII, 43,' 171, 236, 281, 320, 328, 330. Cagliari 82. Calabria XXXI, 133, 193, 244, 318, 319, 320, 322. Calestano Giovanni da, 235. Calocho 152, 174. Calvi 151, 243. Camerli 173. Camogli 77, 88, 349, Battista da, 296,311, 323, Damiano 206, Giorgio 229, 230, Gregorio 296-299, 301, 302, 306, 308, 310, Lorenzo 311, 323. Campania 5, 51, Manfredo da, 51. Campello 64, 165. Campetto 62. Campi XXXVIII, 50, 132, 206, 345, 346. Campo 239, 300. Campocorvono 106. INDICE GEOGRAFICO Campoflorenzano 28. Caniporoman 50. Campostella 70, 179. Candia 225. Canepa 165. Canonica Gualtieri 54. Cantalupo 272. Cantarena XVI, 55, 278. Caperana 95. Capo d’ arena 45, 53. Capo di faro 30, 45, 54, 224. Capodimonte XXXV, 39, 112, 179, 285, 286, 297. Capreno 165. Capriata 80, 81, 83, 106, 124. Carasco 64. Carbonara 104. Carmiano 129. Carnoli 261. Caroco 132. Carpena 244. Carpeneto 51, 183. , Carprentras 347. Carubio 209. Casamavari, 55, 218. Casanova 127. Casella 20, 52, 63, 169, 214. Cassana 230. Cassinelle XXXIX, 49, 50, 66, 141, 181, 182, I98, I99, 202, 2Γ4, 220 , 222, 226, 227, 233, 238, 244, 249, 268, 309, 345. Castelgenovese 217. Castellazzo 3ri. Castelletto 53, 903, 103. Castelluccio 167, 224. Castelnuovo 124, 280, 29Γ, 297, 328, 329. Castiglione XVII, XIX, XX,XXV,XXXVII, XLIII, 46. 91, 92, 113, 215, 216, 217, 223, 224, 242, 258, 26r, 283, 287, 288, 289, 294, 295, 297, 298, 304, 314, 328, 329, 333, 335. 341, 344-Castiglione chiavarese 193, 212. Castro 82'. Castrofino 21. Castronovo 180. Catai 236. Catalogna 97, 244, 329, 338. Catene 272. Cavachen 225. Cavaculis 122. Cavaillon 7. Cavegia 99. Cefalonia 212. Sestri antico. Celio 5. Cella (Borzoli) 123, 214. Cella (Sampierdatena) XLII, 61, 121,212. Celle 32, 41, 291. Ceranesi 15, 37, 95, 100, 136, 156, 158, 182. Ceriana 138, 250. Ceriotto 49. Cerusa XIX, 20, 261, 334, 335. Cervara 65, 251. Cervo 114, 125, 184, 274. Cesarea 21. Cese XXVII, 49- *39- Ceuta XXXII, 64, 88, 90. Ceva 331, 343. Chàlons XXXVIII. Chiappella 182, 230, 236. Chiaravagna XXXIII, 23, 36, 37, 40, 46, 49. 52, 54, 66, 92, 106, 130, 131, 145, 148, 157, 166, 224, 245, 259, 307. Chiaravalle 10, 14, 72. Chiavari XI, XIV, XXI, XL, 19, 61, 88, 120, 145, 196, 203, 218, 225, 264 , 304, 322, Alberto da, 141, Corrado 187, Daniele 183, Giovanni 114, Nicolò 77, 7S, 80, 83, 86, 87, 109. Ciama di Gneo 50. Cianego 10. Cianoin 50. Cicagna 79. Cina 236. Cipro XXXIII, 57, 182, 185, 189,259,280. Cistercio 17, 32. Cividale XL. Civitavecchia 97, 104, 105, 109. Clapuzo 54, 180. Claro 261. Clavesana 2. Cluny 18. Cogoleto XI, XVIII, XIX, XX, XXXII, XXXIII, 51, 59, 68, 103, 139, 152, 160, 198, 207, 26r, 276, 283, 303, 305, 307, 308, 320, 334, 335, 339. Cogorno 22, 85, 124, 271 , Giacomo da, 190, Giovanni 102, 116. Colletto 50. Colombara XVI, XX, XXXVIII, 13, 14, 32, 132, 216, 259. Comago 112, 122, 213, 282 , Gregorio da, in, Ventura in. Como 320. Contessa, monte della, 16, 45, 50. Coppa e Coppo 49, 66. 25 386" ÌNDICE GEOGRAFICO Cometo 64, 97, 142, 257, Piacentino da, 191. Cornigliano XXVII, XXXIV , XXXVIII, XLII, 15, 17, 76, 127, 132, 133, 166, 197, 200, 205, 212, 215, 265 , 270, 292, 296, 330, 332, 334. 349. 351- · Cornixe 50. Coronata XVIII, XIX, XXI, XXVII, XXXVIII, XLII, 2S, 59. 67, 75, 108, 126, 132, 158, 159, 195, 19S, 201, 206, 212, 215, 217, 236, 251, 253, 256, 261, 265, 266-26S, 270, 276, 283, 28S, 30S, 332, 334, 339. 346. Corsica XXV, XXXI, XXXVII, 40, 42, 53, ^ 112, 178, 202, 242, 2S0, 292, 304, 305. Corsio 2S6. , Corticella S2. Corvara SS, Domenico da, 30S. Corvi, cresta dei, 61. Cossa 97. Costali a 131. Costantinopoli XXXI, XXXIII, XXXIV, 135. 137, 163, 173, 222, 243. Costa Rostan 212. Costa S. Maria della, XX, 244, 286, 293, 299, 308, 311, 313, 328, 332, 333, 347, 349-351. Costiz 3. Cotrone 301. Cravasco 21. Cremeno 17, 21, 218. Cremona XXVII, XXXIV, 177, 210, 226, 285, Ottolino da, 218, Uguccione 166. Crevari XIX, 65, 121, 261, 283, 288, 334, 335- Croce 103, 141, 174. Cuneo 134, 158, 176. Curio 139. Γ> Dego 105. Dentgxello 141. Diano 174, 184, 285, Guglielmo da, 52, 88. Don, promontorio del, 52. Draghignano 145. E Egitto 257. Emaus XLI. Enzo 260. Erchi 50. Eres, castello di, 62. Etiopia 197. Eufrate XVI. Europa 43. Eusino XXXI. Exi 50. F Faia 133. \ Famagosta XVII, XXXIII, 181-183, 185-189, 320, Fano, Martino da, 100. Fassolo 4, 45, 59, 237, 296. Favaie-XIX, 26r, 283, 328. Fegino XVIII, XIX, XXI, XXVII, XXXII, . 10, 54, 58, 101, 116, 162, 182,206, 232, 234, 236, 237, 241, 246, 251-253, 261,' 265-268, 279, 280, 283, 288^ 295, 334) 335, 35°, Giorgio da, 44. Ferentino 30. Fermetè, Pietro da, 9, 17. Ferramenta 8. ■ Ferrara 296. Ferraria 107. Figo 20, 55. Figogna 66, 139. Finale 19, 120, 153, 154, 300, 301, 305, 306, 312, 319, 333, 348, Nicolò da, 348. Firenze 42, 133, 146, 149, 156, 185, 186, 187, 292, 299, 306, 320, 344-347 , Brunetto da, 185, Burgo 78, Monte 88, Pietro 78. Foglie 299. Fontana 64. Fontanegli 52, Nicolò 232, 233. Fontanette 50. Fontanile 141. Forlì 273. Fornacche 50. Fornarosa 3or. Forno cfr. Pian di Forno. Fossalupara VIII, 47-50. Fossato, S. Bartolomeo del, 42, 53, 64; 296, 313· Fossis, S. Stefano de, 144. Framura 212, 342. Francavilla 8, 9. Francia IX, XIX, XXVIII, 3, 6, 26, 34, 84, 117, 129, 145, 19T, 225, 231, 273, 280, 318, 319-321, 328, 347. Frejus 16, 145, 330, 337, 347. INDICE GEOGRAFICO 387 G Galello XIX, 140, 167, 243, 261. Gallia cisalpina 79. Garbua 50. Gatara in. Gatega XIX, 234, 239, 258, 261, 26S. 277, 283, 288, 344. Gattè 50. Gavi XV, 8, 9, 20, 35, 36, 94, 204, 215, 216, 2S5, marchesi di, 8, 35, 51, in, 205, Antonio da, 266, Federico 118, Giacomo 193, Guglielmo 96, 106, 124, 14Γ, 157, Manfredo 171, 199, 200, 218, 221, Novello 198, 203, 212, Obertb 171. Gazarla 236. Gazzetto 21. Gazzo XIII, XIX , χχ, χχΐ, XXXIII, XXXVII, 19, 2o, 2i, 23, 45, 50, 6r, 91, 100, 103, 123, 128, 131, 139, 155, 161, 189, 213, 2Γ4, 232, 244, 259, 261, 278, 283, 285-288, 299, 305, 311, 313, 314, 335. 341, 350. Gazzolo 21, 50, 61, 62, 66. Gazzone 62. Genova, Arcivescovi e vescovi, canonici, cattedrale e chiostro, palazzo arcivescovile, XIV, XVI, XVII, XXII, XXIII, XXXIII, 3. 4. 10, 11, 15, 16, 20, 21, 23, 26, 29, 30,-32, 34, 35, 38, 39, 41,43,46, 52,34,57-59, 6r, 62, 65-67, 72, 74, 75, 79, 81-87, 89> 91. 94-96> 10T-103, 105-108, 112,115, 118, 119, 121-124, 126, 127,129, 131, 136, !38, 139, 143-145, 148, 149, 151-154, 158, 162, 165-167, 169, 174,178,180-182, 184, 187, 189·, 191, 193, 198, 202, 204, 210, 2Ir> 2I3> 214, 217, 219, 220-222, 225-227, 229-231, 235, 237, 240, 241, 244, 251, 253, 257, 266, 267, 281-287, 294i 296, 297·, 301, 308, 311, 323, 325,326, 328, 337, 341, 343. 345, 348, 35Γ, 352, Chiesa di S. A-gata 296, S. Agnese 220, 237 , S. Agostino 16S, S. Ambrogio 56, 74, 143, 282, 313, S. Andrea XXXIII, 212, S. Antonio 64, 351, S. Benigno 39, 54, 55, 67, 72, 96, 2S3, 305, S. Caterina 207, 237, S. Colombano 158, 296, S. Cosimo 41, 74, 305, S.' Croce, 212, S. Domenico 77, 78, 80, - 83, 131, 207, 237, S. Donato 74, 109, 142, x49> J99, 204, 298, 350, S. Francesco 77, 93, 103, 195, .230, S. Genesio 35, S. Giacomo 229, S. Giorgio 37, 42, 114, 169, 178, 186, 221, 225, 228, 232, 234, 240, 241, 250, 255, S. Giovanni di Prè 56, 64, 68, 70, 71, 72, So, 81, 83, 103, 106, no, 126, 206, 271, 285, 329.JS. Lazaro 64, 68, 70, 71, 92, 126, S. Luca 222, 243, 285, S. Marcellino 200, S. Marco 30, 130, 163, 197, 207, 209, 284, S. Maria Annunciata 349, S. Maria degli Angeli 351, S. Maria delle Vigne 7, io, 17, 54, 6o, 67,83, 84, 96, no, 128, 178, 205, 214, 228, 229, 233, 277, 281,-282, 284, 299, 327, 343, 346, 349, S. Maria del Carmine 235, 543, S. Maria del Zerbino 251, 296, 324, S. Maria di Castello (chiesa e contrada) XXXV, 16, 38, 68, 85, 88, 91, 94, 95, 99, ior, 112, 114, 118, 121, 128, 129, 132, 137, 143, 147, 165, 178, 193, 236, 299, 302, 305, 320, S. Maria in Via Lata 325, S. Maria Maddalena 35, 178, 332, 336, 340, 343, S. Martino de Via, 13 r, S. Matteo 179. 285, 352, S. Michele 237, S. Nazaro 74, 95, 96> I54> S. Onorato 79, 131, S. Pancrazio 222, S, Pietro della Porta 74, 112, 134, 145, S. Salvatore 39, 168, S. Savina 237, S. Silvestro 205, 227 , S. Siro XXXIII, 35, 39, 60, 65, 74, 96, 104, 221, 222, 229, 235, 251, 256, 296, 339, S. Sisto 281, S. Spirito 85, 221, 343, S. Stefano 4, 12, 59, 74, ?8, 79 , 96, 99, 101, 17r, 192, 251, 286, 296, 323, S. Tecla 157, S. Teodoro 4,37,59, S. Tommaso 237, 243, 252, S. Torpete 41, 42, 108 , 109, 282, S. Vincenzo 165, 174, S. Vittore 138, S. Zita 212, Contrade e piazze, di Acquasola 238, Banchi 148, 203, 204, 238, 239, 242, 247, 249, 260, Boccadebò 234, 243, Borgo 16, Calderai 106, 248, Campo 82, 173, 207, 227, Canneto 159, 168, 2o6r 208, 209, 24S, Carignano XLII, 134, 237, Castelletto 53, 93, 103 , 237, 277, 316, Chiappa 135, 266, 280,'Clavica 143, Do-mocult;a 7, 243, Filo 243 , Fontane Marose 237, Fossatello 64, 168, 214, 247, Guastato 237, Lucoli 237, Marini 44, Mercato 65, Montealbano 237, Orti di S. Andrea 207, Orti di S. Donato 190, Picca-pietra 243, Pietraminuta 237, Pizzucurlo 55, Porta dei Vacca 64, 237, Porta di S. Andrea 7S, 168, 225, 230, 231, Portoria 237, Prè 169, 172, 234 , 237 , 243, 252, Prione 68, 70, 71, 81, 106, 107, 111- 114, 122, 124, 127, 16S, Raiba 229, Ra-vecca 237, Ripa 77, S5 , 148, 153 , 223, INDICE GEOGRAFICO 3SS Rivotorbido 243, Sarzano 39149 , 213, 230, 250, Scalo 243, Scuderia 210, Sozi-lia 38, ii2, 165, 243, Vallechiara 276, Yaloria 23, Comune , capitani, cintraci, consoli, dogi , governatori , podestà, vicari XI-XIII, XV, XVII-XXI, XXIII, XXVI, XXVII, XXXI, XXXII, XXXIV, XXXV, XXXVIII, 16, 17, iS, 20, 21, 22, 2S, 29, 32, 39-4Γ. 48, 59. 60,62, 64, 66, 6S, 69, 73, 75‘7s. S0-S3 , S6, SS, 89-91, 96, 100-104, 109-110, 113·, 130, 134-137, 140, 149, 151, 153, 154. 159. 167, 175'179> 2or, 204, 217, 219, 222 224, 226, 227, 229, 232-235, 239, 24r, 242, 244, 247, 249, 251, 252, 254-256, 257, 259, 260, 263-267, 269-2S0, 2S3, 284, 2S8-294, 296-310, 312-347, 349-351. Darsena, molo e porto XXXVII, 77, 134, 146, 151, 1S3, 225, 233. 239, 250, 257, 2SS, 298, 314, Mala-paga 1S5, 22S, 233, 277, 310, Palazzo di _ S. Giorgio XXXVII, 135. Genovesato 34. Germania 36. Gerusalemme 2r, 70, 85, 102, 113, 1S9. Gianchetta 49, 91. Giglio 102. Giustenice 214. Gneo 50. Godiasco, Giovanni da, 281,283, 2S4. Granarolo 59, 104, 191, 264, 290, 291. Grasse 152. Greci XXXII, 69, 136, 137. Grillin 50. Groppo 64. Grosseto 215. I Iglesias 270, Incrure 74. Inghilterra 5, 231. Inguersa 74. Insula 58. Insulis 82. Insurella 140, 154. Invrea 320. Ischia 249. L Laestra XI. Lagneto 55. Lagoscuro 189. Laiazzo 185. Lamberto 47, 48, 5°. 6o· Lanaioli 231. Langasco 15, 21, 65, 163, 286, 34S, Buongiovanni da, 149, Oberto 15°. 157. 158, Siro 300. Lardara XVII, XIX, XX. XXV, XXXVII, XXXVIII, 44, 45. 73. 92, 107. I20> >24. 126, 25S, 2S3, 288, 3<4. 3'6> 34(· Larvego, Giovanni da, 102. Laterano 46, 54, 56, 65, 94, 95. 96· Latronorio 160, 166, 21 r. Laurento XXVII. Lavagna XIV, 64, 88, 109, 213, 231, Marco da, 65. Lavagnola 10 r. Laviosa 3. Ledite 133. Lemore 35. Lencisetta 50, 345. Leira XIX, 82, 261, 262, 270, 283, 289, 334, 335· Lerca XIX, 261, 335, 339· Lerma 151. Lerici 17, i33> 174. 333· Lerida 123. Lerone 2, i8r, 187. Levanto 242, 292, Alda da 134, Api ile 179, Benvenuto 171, 178, 180, 202, 220, Giacomo 134, Ugolino 214. Libiola 313. Liguria 5, 10, 11, 16, 20, 23, 32 , 36, 37, 45. 46, 51. 96. 244· Limisso 84. Linguadoca li. Lione 20, 82, 102, 105, 108, 109, in. Lisbona 298, 303. Livellato 49, 121, 139. 2I9· Livorno 223. Lodi 81, 87. Logrino 238. Lombardia X, XI. XXXII. 17» 22> 34. 79. 83, 94. 151, l66> J7°, 171. 172, 173. 208, 215, 221, 229, 237, 251, 253, 277, 280, 297. Loncazo XX. Londra 43. Loreto 205. Lucca 40, 42, 86, 88, 219, 292, 337, 349-Lucedio 17. Luni 5, 79· Lunigiana, Benedetto da, 233, Giacomo 233, Giovanni 198. Lupodio XVI, 272, 273. Lussuolo, Federico da, 260. INDICE GEOGRAFICO M Maggiolo 49. Maiorca XXXI, 155, i6r, 169, 170. Malpè 114. Manesseno 21, 282. Mantova 6, 184. Marci 109, 139. Mare Maggiore 163. Maremma XXXI, 112, 164. Mariana 202, 325, 328, 341. Marignano 292. Marocco 59. Marsiglia 78, 86, 212. Masone 254. Mazara 259. Mediterraneo XXXIV, 40, 43, 98. Meia 54. Meizo 50, 54. Mele XVIII, 261, 288, 300, 335. Mentone 331. Messina 123. Metelino 177, 281. Mezema 65, 66, 85, 159, 160. Mignanego 229. Milano XXXI, 11, 22, 56, 74, 79, 83, 84, io.r, T2t, 177, 215, 248, 249, 288, 290, 292. 293. 327, 329, 336 , 337 . 339. 34°. 347. 350, Guglielmo da, 17 r, Ivano 158. Mileto 343, 34S, 350. Modena 229, Bartolomeo da, 229. Moasse 49. Molasana 151, 222, 227. Molinassi 16, 55. Monaco 155, 303. Moneglia 143. Monferrato, marchesi di, 73, 283, 292. Monleone, Alberto da, 189, Guadagno 15, Lanfranco 8r, Nicolò 210, 211; Simone 163. Montaldo XXXI, 97. Montale, Angelino da 179, Aprile 179, Bartolomeo 242, Benvenuto 17S, Guglielmo >33· Montanesi 82. Monte 198. Montecristo 30. Monteferrato 140. Montegrosso 124. , Montemoro 65, 66, 72. Montenero, Gerolamo da, 325, Michele 155. Monteoliveto 302. Montepulciano 326. Monterosso, Ambrogio da, 208, Giovanni 203, Fenogio 208, Leona 208. Monte, S. Maria del, 59. Monte Segestero 67. Montignoso 349. Montoggio 21. Montpellier 76, 123. Monza 53. Morego 21, 69. Mori 75. Morigallo 17, 85, 144. Mortara 36-38, 45, 59, 127, 141,· i6r, i9r, 198, 201, 202, 220, 238, 264, 287, 295, 314. Mulino delle Monache 345. Multedo XVI, XXI, XXVII, XXXII, XLII, XLIII, 16, 80, 119, 136, 152, 160, 173, 186, 199, 208, 220, 249, 257, 261, 349, Lazara da, 165, Picembono 165. Murcia 103. Murta 20, 47, 48, 90, 128, 131 , 138, 153, 2io, 2i4, Adalasia da, 121, Alda 106, A-mico 106, Giovanna 81, Giovanni 239, Guglielmo 8r, 82, 84. IV Napoli XXXI, 180, 208, 216, 227, 336, 339. Narbona 280, 282. Nasci 22. Nebbio 212, 214. Nervi 74, ior, 114, 226, 227, Andriolo da, 164, Drua 64, Giberto 55, 93, 115, 133. 138, 139, 141, Martino 88. Nino 50. Nizza XXXIV, 153, 170, 326, Richerioda, 219. Noli 127, 129, 233 , 324 , 340, Nicolò da, ' 188, Pietro 199, 200. Noli, Rege de, 54. Norcia 246. Norvegia 36. Novara XXI, 120, 277, 320, Guglielmo da, XXXVII. Novi 8r. O Oneglia 240, 258. Orerò 17. Orezzoli 47-50. Oriente IX, XXXI , XXXII , 27, 67 , 86, 108, 115, 119, 120, 127, 12S, 137, 147, 161, 192, 19S, 228, 244, 327. * 390 INDICE GEOGRAFICO Oristano 42, 29S, 331. Orvieto 154, 172. Osimo 197. Ostia 323, 325. Ovada 151, 2S9, 292, Antonio d’, 248, 251, Turello 166. Oviglio 81. Oxford XL. .. - P Padova XL, 84. Palermo 60, 63. Palestina 96. Palmaro XIX, S9, 100, 261, 2S3, 2SS, 335. Panagio XIX, 122, -261, 272. Panesi 165. Panigaro 20, 49, 52, 63, 125, 203, 238. Paravanico So, 129, 2S6. Pareto 233. Parigi 9, 230, 349. Parma 84, in, 166, 217, 220, Bernardo da, 185, 1S9, Salimbene 84. Parodi 37, 234, 235, 327. Paulo 64, 65. Paverano XXXVII, 38, 59, 7S, 161, 191, 202, 264. Paveto 21, Alberto da, 57, Bertono 261. Pavia 38, 40, 54, 74, 8r, 150, 176, 181, 202, 223> 225, 227, 230, 238, 251 , 292, 294, 34r> 343. Rainerio da, 213, Riccardo 105, 124. Pedemonte 244, 348. Pegli XVII-XIX, XXI, XXXII, 3, 15, 50, 54. 6S, ηi) 96, 101 , 103, 105, no, 122, '26, 139, 141, I49i 152 , J59 ; T67) 168, 179. 180, 182-184, J86, 18S, 192-196, 198, 199, 207, 208, 224,225,233-235,239-241, 243, 244, 246-248, 250, 252, 254, 255, 257, 259. 263-265, 268-269, 271, 272, 276-280, 283, 287-291, 294, 297-300, 305-308, 316, 317. 319. 320, 322, 324, 328-332, 334-336, 338, 340-342, 344, 345 347, 349-35r, Aiegro da, 31 , Burone 50 , Giovanni 198 , Guglielmo 118, 121, 123, 185, Pelieto 120, Rollando 50, Simone XXXII, 108. Pelatu 238. Pera XXXIII, XXXIV, 163, 164, 171, 173, 243, 269, 275, 292, Andrea da, 322. Peraldo 218. Persia 86, 191. Perugia 79, 118, 251. Petra de Felesio 92. Piacenza 42, 62, Si, 96, ior, 105, 129, 158, 120, 158,313, Bonifazio da, 158, Giacomo 226, Gregorio 158, Guglielmo 15S, Oberto 124. Pian dei Galli 50. 1 Pian dei Roggeroni 50, Pian della Croce 50. Pian delle Streghe 50. Pian di Forno XXI, XXXVII, 20, 71, 247, 259. 328· Piazzetta 55. Pien 214. Pietra Ligure 340. Pietrasanta 337, 345. Pietrastretta 21. Pieve XIX, 261. Pino 226. Piombino 17, 336. Pisa 11, 15, 27, 33, 40-42, 58, 67, 69, 73. 86, 99, 102, 133, 168, 208, 245, 282, 292, 306, 332. Plano Prati 226, 233, 244. Ploaghe 82. Pò 81. Podio S. Maria de, 272. Poggio 10, 50, 106. Polcevera XVII, XXVI, XXVII. 21 , 36. 47. 49. 53. 55. 60, 64, 68, 70, 71, 77. 88-93, 101, 129, 145, 149, 172. 201, 215, 229, 234, 236, 258, 273, 275 , 277, 278, 284. 28S, 291, 292, 295, 297 , 299 , 3°5. 3T5’ 336, 348· Pontecurone 333. Pontedecìmo XXVII, XXVIII. Pontestura 213. Pontremoli XXXVII, 78- Guglielmo da, 249· Ponzone, Alberto da, 105, Giacomo 60, 61, 122. Porcile 227. Porticciolo XIX, 148, 195, 261· Portofino XLI1I, 221, 292, 35r· Portogallo 257, 303. Portomaurizio XXXV, 115. *59» 228> 232> 285. Portopisano 292. Portovenere 5, 11 , 40, 63 , 68, 233 , 273, 280, Bonavere da, 177, Castellino da, 136, 156, 174. Pozzo al, 149. Praello 125. Prato XVII-XIX, 13, 16, 43 » 5^ . 89- 9°. 103, 167, 261, 270, 277, 283, 33°. 335. S. Pietro di, 46, 85, 140, 159. 207. 296. INDICE GEOGRAFICO 391 Prato (Sestri) 49, 50, 54, 150. Prato dei Lamberti cfr. Lamberti. Prato dei Rojgeroni 50. Priano XVI, XIX, XX, XXI, XXXIV, 9, 36, 37. 38, 40, 41, 45. 46. 49. 50, 59. 63, 66, 67, 7r, 8o, 88, 95, 99, 107, in, 114, J15, 122, 127, 128, 130, 132, 136, 148, 148, 150, 154, 157, i6r, 166, 171 , 175, 176, 180, 183, 191, 195, 206, 210, 213, 214, 220, 225, 231, 238, 240, 253, 259, 261, 264, 268, 287, 288, 294, 295 , 307, 313. 334. 335. 339. Beltramo del, 80, Bertola 197, Bonfante 30, 31, Ditàzia 126, Gaia 126, Grasso 150, Nicella 154. Promontorio 237, Boneto da, 172, Bonfante, 61. Provenza XXXI , 2r, 2S , 129 , 132 , 191, 220, 240. Provins XXXVII. Puglia 36. Q Quarto XXVIII, 36, 147, 234, 343, Antonino da, 124, Cigalino 171, 177, 212. Quigliano 125, 232. Quinto XXVIII, 36, 139, Parentino da, 159, 16S, 208. B Ramasse 50, 58. Ranghi 20. Rapallo XI, XV, 19, 88, 149, 169, 185, 188, 189, 190, 202, 282, 298, 319, 322, 344, 35r, Ambrogio da, 147, i8r, 206, 207, Giovanni 113 , Oberto 82 , Simone 204, 221, Ravenna 2r, 231. Raviola 89. Recco XIV, XIX, 88, 265, 269, Marchisio da, 145. Reco 50, 80. Rege de Noli 54. Reggio 133, 227, 229, Bartolomeo da, 220, 222, 227, 229, Bononino 227, Graziadeo 140. Reims XXXVII. Ricò Vannino da, 300. Rieti 83. Rimazore 155. Riolongo 140, 144. Rivalta XXXVI, 8, 9, 17, 59, So, 192, 221. Rivaria 57, Guglielmo da, 75. Rivarolo XXVI, XLII, 15, 28, 55, 115, 144, 236, 237, 274, 275, 287, 288, 292, 317, 346, Bernardino da, 149, Dedomini 149, Oliverio 150. Rivasse 50. Rocca 167. Roccabruna 91, 133, 260. Rocca da Ciappa 50, 54. Rocche da Peccia 49. Rocche nere 50. Roggeroni di Brasile 47, 48. Roia, Saline della, 53. Roma XXXIX, 40, 43, 46, 51, 62, 64, 70, 86, 159, 179, 208, 266, 284, 301 , 305, 3 i65. Ghi-salberto 120, Giacomina 125 i T37> Giacomo 88, 12S, 147, 165. 183, Giannino 124, 127, 144, 162, Giovanna 51, 62, 87, 128, Giovanni XXXV, 91, 97. IOI> I02> 10S, no, 113, 114, 118, 128, 129, 132, 144, 156, 157, 17S, 179, Giovannina, no, 203v Giovannino 79, Sr, 188, 208, Gregorio 164, Guglielmo XXXI. 27, 40, 53, 56, 160, 170, 229, Ido XXXL io7> II0> Isabella 1S6, 188, Landò 171,. Lanfranco 124, 126, 149, Lebeto 95, Leone XXXIV, 140, 141, 145, 150, 157. l6o> i63-i65. 16S, 169, 173, Loco 56, Marchesina 128, Marchisio 142, 160, Marino XXXI, 112, Martino 262, Michele 228, Nicolò 93, 124, 144, 214, 222, 227, 229, 241, Oberto 138*. 17S, 206, Oddone 182, 1S5, 187, 1S9, O-gerio 95, Oliviero 79, 87 , Ornine , 20S, Ottaviano 44, 70, 80, 91, 118, Ottone 1285 Pagano 192, Pamo 50, Panesavino 229, Parodino XXXIV, 68, 79. 9', 92, 94. i°r> 105, 106, 109, HO, '119, 120-122, 124-126, 128, 146, 147, 157, Pasquale 243, Percivalle XXXIV, 175, 217, Rainaldo 31, R>-chelda 99, Rico 219, Rosa 13°, Ru®00 154, Ruota 170, Salomone 44 , Secondo 125, Segnorino 19S , Sestino 179 » l82’ Sesto 93, 109, 114, 118, 123, 128, 137, Sibilina 193, Simona 229, Sofia 107, Sorleone 134, Stabilino 137, Stella 42, Tom-masina 56 , Tommasino 157 , J^2 » 243» Tommaso XXXI, 36, 103, 174, ug° 79, Vassallo 43, 57, Vitale 197 , Zoccolario 42, Chiesa dei Pessagno 251 , 253, 258, di S. Alberto 67, 199, 204, 217, 223, 228, 238, 258, 272, 294, 330 , 339 , 342j 348. di S. Andrea (abazia) XXXV-XX > 1, 4-24, 27-30, 33, 35 39. 41. 42, 44, 4 , 47, 51-54, 57, 59, 6°. Ó2'69> 72< 74. 77. 80-85, 92-96, 104, 105, 107115, n8> l2t’ 122, 124-126, 129, 130, 134, i4I‘I44. T4 . 150, 157, 160, 163, 164 , 166, 169-172. 177-180, 184, 186, 187, 1S9, i9r, J93, I94> 196, 197, 199-201, 205, 207, 213, 217, 218 221, 224, 226, 227, 230, 232 , 236, 247, 245, 250, 251, 254, 256, 268, 271, 274, 276, 280-285, 287, 291, 295-299, 3°T> 302, 305, 306, 308 311, 323-327, 329,336-339, 341, 343. 346-350, di S. Benedetto 245, 246, di S. Caterina (chiesa nuova presso la loggia?) XXXVIII, di S. Francesco (convento) 75, 87, 93, 103, 120, 121, 126, INDICE GEOGRAFICO 393 149, *59. l6o> 162, 172 , 182 , 186, 187, 195. 196, I98» 202, 205, 207, 211, 212, 226, 230, 236, 246 , 247 , 270, 272, 325, 326, 330, 333, 346, 352 , di S. Giacomo dei Gattilusi, XXXV, 177, 246, 268, 281, 322, 326, 337 , 345, di S. Gio Battista (parrocchia) XIV-XVI, XX, XXI-XXIII, XXXIII, 1-3, 20, 22, 24, 26, 34, 35, 39, 45. 65, 68, 70, 71, 74, 79, 85,91,93, 99, 101-103, 116, 117, 126, 133, 145, M7. !5ο, 163, 164, 174, 180, 182, 183, 186, 190, 5, 206, 208, 226, 238,239, 251-253,265,267, 168, 282, 284, 290, 294, 299, 309, 313, 316. 339. 340, 342, 348, 352· di s· Gio: Battista (oratorio) 246, 287, 335, 351. di S. Maria Assunta e S. Gio. Battista (parrocchia) XXII-XXIII , di S. Maria del Priano, cfr. Priano, di S. Maria di Castiglione 246, di S. Maria dei Panzano 192, di S. Maria del Gazzo (cappella) 285-287, 293. 299, 305, 31 r, 350, di S. Maria del Gazzo (santuario) XXXIII, 246, di Santa Maria della Costa XX, 244, 308, 313, 328, 332. 333. 344. 347. 349-351. di S. Maria delle Cassinelle 141, 150, 181, 182, 19S, 201, 202, 214, 220, 222, 227, 244, 249, 309, di S. Maria de Zoalio 344, 345. di S. Martino XVII, 45, 62, 71, 88, 126, 129, 186, 246, 251, 253, 260, 267, 268, 297, di S. Rocco (cappella) XX, 246, 268, di S. Teresa (cappella) 269, Comune X- XXVII, Consoli XV, XVI, 30, 47, 55. Loggia XXXVIII, 211, 214, Ospedali XXXV, 69,179, 202, 316, ScaloXXXVIII, 211, 214, Sesfresi balestrieri XXXI, 249, barbieri 196 , 211 , 293, barcaiuoli 243, 262, barilai 187, battilori 293 , bombardieri 350, calafatti XXXI, 103, 319, 341, calzolai 79, 126, 243, 314, cimatori 22S, 229> 233, cintraci 184, 211, 250, falegnami 340, farmacisti XXXII, 51, 170, 327, 328, formaggiari 308, fornai 206, 30 r, giudici 132, 144, 155, 156, 161, ingegneri 350, lanaiuoli 328, macellai 32S, maestri d’ascia 109, 114, 123,128,230,233,257, 259, 265, 297, 314, 340, maestri di scuola 273. 295, 304, 344, marinai XXXI , 97, 141, 168, 172, 190, 192, 208, 235, 243, 244, 247-249, 252, 254, 255, 257, 298, 314, 316, 338, 346, medici XXXIV, 54, mugnai 94, 130, 144, 154, 157, 166, 192, 203, 225, 235, 241 , 263 , 266 , muratori 237, .262, notari XXXIII-XXXV , 7, 68, 76 78, 80, 83-93, 101, 105, 106, 108, 109, 115-117, 119-121, 124-128, 131-133. 14°, 142-147, 149. T50> 155-158, i6o-:62, 164-170, 173. 174. 175, 177-179. i83 , 184, 187, 190, 192, 195, 201, 207, 208, 211, 219, 223, 225, 227, 234, 235, 239, 248, 250, 257, 263, 266, 267, 274, 278, 279, 287, 288, 295, 304, 309, 320, 324, 327, 329, 331, 344, orefici 201, 293, panattieri 146, 152, patroni di barche XXX, XXXI, •63, no, 114, 117. 119. I23 . 127, 143, 145. 146. 153. 154, 155. 158, 163, 174. 19r, 202, 203, 209, 216, 221 , 229, 235, 238, 241, 242, 249, 250, 255, 269, 288, 298, 316-318, 323. 33f, 346, 351. Pellicciai 119. 243, pescatori XXXIII, 86, 127. 143, 145. 159. T74> 240, 243, 280, pittori 116, seattieri 264, tavernieri 180, 187, tagliatori 219, 220, 232, 260, tessitori 314, tintori 262, Seslresi ad Acri XXXII, 86, ad Aix 303, ad Alba XXXIV , ad Al-benga XXXV, ad Alessandria d’ Egitto XXXI, 257, 259, ad Arcola 192, a Bar-gagli 165, a Bonifacio XXXI, 53, 256, a Brindisi 225, a Buzea 142. a Caffa XXXIII, 17 r, 236, 330, a Calabria XXXI, 133» *93» 244, a Calvi 243, a Campi 239, a Canepa 165, a Capreno 165, a Cefalonia 212, al Cervo 274, a Ceuta XXXII, a Chiavari 264, 304 , in Cina 236, a Corneto 142, 257, in Corsica 112, 292, 304, a Cotrone, 309, a Cremona XXXIV, a Famagosta 181-189, a Freyus 330, a Grosseto 215, a Lerici 174, a Livorno 223, in Lombardia 297, a Maiorca XXXI , 155 > I6I, *69. 170, in Maremma XXXI, 97. II2> *64. a Marsiglia 79, 212, 326, a Mentone 331, a Milano XXXI, 56, 288, a Monaco 155, 303, a Moneglia 322,. a Montaldo XXXI» a Montignoso 349, a Murcia XXXI, 103, a Napoli XXXI, 1S0, 208, 336, a Nizza, 326, a Noli 324, 350. in Oriente XXXI, XXXII, S6, 108, 115. 119. I27> 12S> r37> 16r, 163, 166, 170, 192, 19S , 212, 22S, ad Oristano 298, 331 . a Panesi 165 , a Parigi 349, a Palermo 63, a Parodi 234, 235, a Pavia 292, a Pera 163, 164, 173» a Piombino 336, a Portomaurizio XXX\ , 115, a Portopisano 306, in Provenza XXXI, 132, 191, 220, 240, a Rapallo 149, a Recco 269, a Roccabruna 260, nelle Romagne 33S, in Sardegna XXXI, 42> I 88, 112, 164, 206, 217, 306, 332, al Sas- 394 INDICE GEOGRAFICO sello 257, a Savona 30-32, 222, 223, 232, 260, 271, 350, a Sestri Levante 304, a Scio 251, 327, 340, in Sicilia XXXI, 61, a Siena 29S, in Siria 170, nelle Spagne, 247, alla Spezia 272, 273 , a Torres 53, a,Torriglia 165, a Tortona 13S, a Traso 165, a Trebisonda 208, a 'Priora 278, a Tripoli 207, a Tunisi XXXII , 94, ioS, 147, 192, a Vado 338, a Venezia XXXIV, 175 a Ventimiglia 142, 350, a Viganego 165. Sicilia XXXI, 2r, 22, 28, 29, 60, 61, 66, 73, 96, 102, 133, 148, 151, 153, 272, 299, 309, 322, 350. Sidone 86. Siena XL, 42, 29S, 322. Siestri XXX. Siracusa 113. Siria 75, 84, S6, S9, 128, 147, 170, 223. -Sisteron 296. Siviglia 293. Smirne 1S3. Solcati 236. Soldaia 236. Sommariva 261. Sori XXXIII, S8, 113, 255, Filippo da, ; 145, 146, 14S, 155, Nicolò208,Oberto 124. Sorres 82. Sorriva XIX-XXI, XXXVII, 49, 73, 180, 259, 261, 2S3, 2SS, 314, 32S, 335, 337^ 341, Ansaldo da, 125, 167, Giacomo 125, Giovanna 167, Giovanni 129, Lavegio 73, Ogerio S5. Spagna IX, XXXI, 46, 103, 244, 247, 251. Sparato 92, 131. Spassoia 103. Spezia 272, 273, 292, 339, 349, Luchino da 296. Spexa 106. Spigno 186. Staffarda XXXVII. Staglieno 2S6, Aiegro da, 154. Stella 104. Stellanello 305. Struppa 63, 112, 227, 282, Araone da, XIX, 261, Lanfranco 208. Sturla 331. Subiaco 6. Sulci 270. Susa 158’. Sutri XL, 104. Suvero 252, 258. Svevia 177. T Taggia 52, 115, 230, 326, Enrico da, 106, 124, Odicino da 5r. Tagliolo (Sestri) 49, 92, Bricco del, 6t. Tagliolo (castello) 151. Tana 236. Tarantasia 9. Taro S. Maria del, 70. Tartaria 255. Tassarolo 35, 38. Terrai ba 64. Terracina 5 τ, Terrarossa XIX, 261. Terrasanta 40, 67, 70, 77, 85. Terrucio 143. Tiglieto 8, 9, 17, 39, 65, 72 , 8j, 84, 96, 108, 338. Timone 47-50, 62, 66, 141, 150, 168, 2or, 202, 345, Giovanni da, 261. Tiro XXXII, 85, 87. Tivoli 326. Todi 325. Tongio 72. Torino XXXVI, 4, 17, 81, 112, 128, 131. Torres 53, 65, 76. Torriglia 165, 331. Tortona 22, 30, 54, 65, 83, in, 138, 171, 221, 230, 297, Gualtiero da , 145, Guglielmo 82, 96. Toscana 5, 79, 97, 197, 201. Tours 45. Trapani 140, 164. Traso 165. Trasta XXI, 49. Trebisonda XXII, 17 r, 208. Trento XXI, 65. Tripoli 22, 207. Trisobio 262. Tugio 265, 269. Tunisi XXXII, XXXVIII, 73,87,94, 108, 118, 147, 192. Turarti» 129. Turbi 99, 129, 283, 286. Turchi 40, 237, 320, 326. Tuscolano 34. Tuiro 50, 54. U Umbria XLI. Ungheria 67. Uscio, Nicolò da, 256, Pietro 154. INDICE GEOGRAFICO 395 V . Vado ιοί, 27i, 272 338. Val di Borbera 300. Val di Pino 23, 122. Val di Serri 23. Valenza 285.. Valgioncata 23. Valle 22, 23, 74, 138. Vallebona 23. Vallecalda 23, 151. Vallecchia 23. Valle di Prè 50. Valleggio 23. Vallerano 23. Vallereggia 23. Vallerio 23, 24. Valloria 23. Varazze 32, 70, ior, 104, 122, 224, 291, Guglielmo da, β9, Iacopo 35 , 193, 122, 224, Ugo 106. Varenna XXVI, 16, 47, 48, 50, 54, 122, 124, 141. 154, 231, 238, 288, 297. Varese 269, Giovanni 174, 229, Pietro 138. Varo XI. Vaticano 67, 179, 348. Venezia XXXI, XXXIV, XL, 27, 43, 66, 86> 97, 99, 135, 137, 140, 175, 225, 236, 243, 244, 292, 300. Ventimiglia 59, 68, 88, 142, 350, Pellegro da, 334, 336, 343· Vercelli 311, 320, 327. Vernazza 164, Bonaorada, 109, Ogereto 109. Verona 38, 39. Vezola S. Maria de, 85, ni, 197. Vezema cfr. Mezema. Vezzano 17, 22, Gualtiero da 138. Vicenza 84, Bartolomeo da, 80, 81, 82, 82, 83, 84. Vienna 178. Viganego 165. Vigo 79. Virgo Potens, Santuario, di 37. Viterbo 129, 131, 251, 325. Voghera 333. Voltaggio 21, 200, 216, 224, 238, 285, 295, 301, Guglielmo da, 80, Hi, 83, Marino 188, Nicolò 87, Oberto 199, Ogerio 206. Voltri XVII-XX, XXI, XXXII, XXXIX, 15, 20, 31, 32, 37, 43, 51, 56, 58, 59, 64, 65, 68, 73, 82, 88-90 , 93 , 95 , 100, 103, 105, 106, 130, 132, 141, 146, 149, 151, 152, 155, 156, 160, 167, 168 , 172, 174, 182-185, 188, 200-203, 2°5> 206, 209-211, 217, 218, 223, 224, 228, 229, 231-236, 239-244, 246- 250, 252, 254:256, 258-261, 263-265, 267-271, 273-280, 282-294 , 298-300 , 305-308, 316, 317, 319, 320, 322, 324-326, 328-331, 334, 335, 338, 340-342, 344-348, 350, Bura da, 80, Cassano 169, Giovanni 286. Z Zerega, Ugone da, S4, 91, 94, 95. Zoagli 344. Zoaro 345. Zolasco 231. Zucchero 49, 139. Zunco 145. v v te ‘