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Quaderni della Società Ligure di Storia Patria, 12, Genova, 2022
A. Bettini
Un enigma del primo Seicento genovese: la statua di Scipione in via del Campo
Una statua antica rappresentante Scipione Africano orna l’atrio di un nobile palazzo di via del Campo dove fino al 1998 si potevano ammirare altre due statue antiche femminili collocate sul terrazzo rivolto verso il mare; una quarta statua proveniente dallo stesso edificio è conservata invece nel Museo di Archeologia Ligure. Se queste ultime possono farsi risalire al collezionismo settecentesco della famiglia Raggi, la presenza dell’immagine di Scipione viene fatta risalire ad eventi della storia della città che coinvolsero membri della famiglia Cibo, proprietaria del palazzo, tra XV e XVII secolo. L’inserimento nell’atrio della statua di Scipione definito “difensore della Repubblica” viene messa in relazione con Carlo I Cibo Malaspina desideroso di esprimere la propria solidarietà allo Stato in seguito alla congiura di Giulio Cesare Vachero (1628). Tale reazione – giustificata dall’educazione di Carlo nel colto ambiente della corte ferrarese dove prese forma la controversia Cesare-Scipione – si comprende considerando la temperie politico-culturale del primo Seicento genovese, anche alla luce dell’ormai lontana partecipazione di un antenato di Carlo, alla congiura dei Fieschi (1547).
Parole chiave: Palazzo Cibo, Publio Cornelio Scipione, statue antiche, Via del Campo - Genvoa
An ancient sculpture of Scipio Africanus adorns the courtyard of the noble palace in Genoa - via del Campo. Here on the terrace facing the sea, till 1998 we could see two ancient statues of women. An other statue from the same building is nowdays kept in the Archeological Museum of Liguria. These sculptures can be attributed to the collection of the Raggi family (XVIIIth century), the presence of Scipio on the other hand, can be traced back to an event in the history of the city (between XVth and XVIIth century), when the Cibo family were owner of the palace. According to the autor the presence in the courtyard of Scipio, named on the epigraph ‘Reipublicae Propugnator’, is due to Carlo I Malaspina who so expressed his own solidarity with the Republic of Genoa, afterwards the Vachero conspiracy (1628). The Carlo’s behavior can be understood as a consequence of the partecipation of Giulio Cibo – ancestor of him – in the Fieschi conspiracy (1547).
Keywords: Ancient Statues, Cibo Palace, Publius Scipio Africanus, Via del Campo

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